Una bella giornata di preghiera, speranza e festa per la Chiesa di Spoleto-Norcia: nel pomeriggio di sabato 18 settembre 2021 sono stati ordinati diaconi i seminaristi Salvatore Ficarra e Luca Gentili, prossimi al sacerdozio. La celebrazione, che si è svolta nella Basilica Cattedrale di Spoleto, è stata presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e concelebrata da vari sacerdoti, tra cui il rettore del Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Assisi don Andrea Andreozzi. La liturgia è stata animata dal coro della Diocesi diretto dal maestro Mauro Presazzi con all’organo il maestro Angelo Rosati; il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi umbri e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. Presenti naturalmente i familiari di Salvatore e Luca. La celebrazione dell’Ordinazione diaconale è stata trasmessa in diretta sui canali social della Diocesi (Facebook: SpoletoNorcia; YouTube: Archidiocesi Spoleto Norcia), dove è possibile rivederla. La sera prima, il 17 settembre, si è tenuta nel santuario del beato Pietro Bonilli in Cannaiola di Trevi una veglia preghiera presieduta dall’Arcivescovo in preparazione all’ordinazione.
I due nei diaconi. Salvatore è nato a Mazzarino (in provincia di Caltanissetta) il 27 ottobre 1994; con la famiglia si è trasferito Spoleto quando aveva 12 anni. Ha conseguito la maturità presso l’Istituto Alberghiero di Spoleto e nel 2015, dopo un percorso di vita cristiana nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Spoleto, è entrato in Seminario. Luca è nato il 30 gennaio 1991 ed è originario di Pigge di Trevi. Dopo la maturità scientifica conseguita Foligno, si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Perugia. Dopo un percorso di vita cristiana nelle parrocchie del trevano è entrato in seminario nel 2015.
Ministri della carità. «Oggi carissimi Salvatore e Luca, – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – per il sacramento che ricevete, venite costituiti ministri qualificati della carità e del servizio. Come diaconi, infatti, voi sarete segno sacramentale e permanente di quella vocazione al servizio per cui si continua nella Chiesa la missione e l’atteggiamento di Cristo, venuto “non per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mt 20, 28). Né questa funzione ministeriale verrà meno in voi, quando – con l’aiuto di Dio – accederete al Presbiterato. La diakonía, infatti, resta base irrinunciabile e fondamento di tutto il ministero sacerdotale ed episcopale.
La chiamata accettata come dono. «Cristo – ha detto ancora l’Arcivescovo rivolto a Salvatore e Luca – vi propone di consacrargli tutta la vita. E voi siete pronti a rispondere generosamente, perché avete conosciuto la sua voce, lo avete ascoltato, lo avete amato e avete capito che vale la pena giocare per lui non solo qualche giorno, qualche periodo della vita, ma la vita tutta intera. State per fare tutto ciò con un gesto significativo e tanto definitivo come quello dell’impegno perpetuo nel celibato e dell’ordinazione diaconale, coscienti di non fare altro che rispondere ad una chiamata, che accettate come un dono».
Con cuore serene e fiducioso nelle strade del mondo. Mons. Boccardo, infine, ha rivolto un appello ai nei diaconi: «Non dimenticate mai: davanti a Dio non conta il prestigio personale, non conta quello che abbiamo; conta quello che siamo, conta il nostro essere con Cristo e in Cristo, il rimanere uniti a lui come i tralci alla vite (cf Gv 15, 1-17), sapendo vedere il suo cuore trafitto nell’umanità lacerata dal peccato e dalle ingiustizie. Percorrete dunque le strade del mondo con cuore sereno e fiducioso, come servi e non come padroni, come amici e non come dominatori, come ministri di Cristo e dispensatori dei suoi misteri».