Mercoledì 26 febbraio 2020 nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa nel Mercoledì delle Ceneri, celebrazione che avvia la Quaresima, tempo forte che prepara alla Pasqua, culmine dell’anno liturgico e della vita di ogni cristiano. Col Presule hanno concelebrato i sacerdoti della Città di Spoleto ed erano presenti diversi fedeli.
Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato le tre pratiche che caratterizzano la Quaresima: l’elemosina, la preghiera e il digiuno. «Sono prescritte nella tradizione religiosa ebraica (poi
cristiana) – ha detto il Presule – come “opere di penitenza” o “atti di conversione”. Ma Gesù non si accontenta di invitarci a compierle. Ce la caveremmo in tal caso a buon mercato poiché, in fin dei conti, possiamo ben fare lo sforzo di ridurre la nostra alimentazione, fare un po’ di elemosina e dedicare qualche tempo alla preghiera. Non sarebbero imprese sovrumane… Quello che Gesù ci insegna è assai più impegnativo: mette in crisi l’equilibrio della nostra personalità, chiama in causa il suo punto d’appoggio. Cristo ci chiede al contrario di prendere come unico riferimento lo sguardo del Padre invisibile che vede nel segreto. E ciò implica un lavoro interiore inconcepibile psicologicamente, pressoché impossibile, di distacco, di perdita di un certo numero di riferimenti. Non di perdita per dimenticanza, ma di perdita per amore. E, al tempo stesso, ci viene richiesto un lavoro di ricostruzione nello sguardo del Padre».
Nella celebrazione il capo dei presenti è stato segnato con la cenere. Il Vicario Generale mons. Luigi Piccioli ha segnato quello dell’Arcivescovo e mons. Boccardo lo ha fatto ai sacerdoti e ai fedeli. «Ricevendo la cenere sulla fronte – ha detto il Presidente della Conferenza episcopale umbra – possiamo comprendere la parola del racconto della creazione e del peccato: “Ricordati, o uomo, che sei polvere e in polvere tornerai!”. È un invito a misurare la precarietà, la vanità dell’esistenza quando è vissuta solo per la gloria che viene dagli uomini. È anche un invito a leggere in maniera sapienziale gli eventi di questi giorni, che inducono a riflettere sulla precarietà della condizione umana, sempre fragile ed incerta nonostante i notevoli progressi della scienza e della medicina; sempre sfuggente alle pretese di dominio e controllo da parte dell’uomo».
Quaresima di carità. Il digiuno, l’elemosina e la preghiera, come detto, sono i segni, o meglio le pratiche, della Quaresima. E la Chiesa diocesana di Spoleto-Norcia, quest’anno, propone ai cristiani una particolare attenzione alla missione delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto nella Repubblica Democratica del Congo. In particolare, le offerte raccolte la terza Domenica di Quaresima (15 marzo) saranno destinate al progetto di costruzione di nuove aule per la scuola dei bambini di Butembo gestita proprio dalle “figlie” del beato Pietro Bonilli.