La reliquia di S. Ponziano, patrono di Spoleto, la mattina di domenica 12 gennaio 2020 ha sostato nella Cappella Gesù Misericordioso dell’Ospedale “S. Matteo degli infermi” della Città. Alle 10.30 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia ha presieduto la Messa insieme al cappellano padre Stefano Ruta dei Frati Minori Cappuccini. Presenti diversi fedeli, tra cui alcuni medici e infermieri, nonché familiari dei degenti del nosocomio. «È significativo che la reliquia del nostro patrono – ha detto mons. Boccardo all’inizio della celebrazione – sia in questa casa dove gli spoletini e altre persone del territorio circostante passano un tempo di prova e di sofferenza».
In questa domenica la Chiesa fa memoria del Battesimo del Signore e del conseguente avvio del suo ministero pubblico. Nell’omelia l’Arcivescovo, nell’invitare i presenti a ricercare la data del proprio Battesimo e farne memoria, ha sottolineato come «Dio si riconosce in ciascuno di noi proprio col Battesimo e non si dimentica mai di noi; è sempre sollecito anche con i figli più ribelli, il nostro nome è inciso sulle palme delle sue mani». Poi, un passaggio sulla presenza della reliquia nella Cappella dell’Ospedale: «A S. Ponziano, che per non rinnegare la fede è stato decapitato, chiediamo il dono della fortezza e della consolazione per quanti sono ricoverati in questo momento e per i loro familiari. Il mio pensiero va anche ai medici, agli infermieri e a tutto il personale che qui lavora: ogni giorno – ha detto il Presule – dispensate tanti gesti di bene con sollecitudine e nel silenzio. Questi gesti sono un antidoto forte al male diffuso in questa società». Al termine della Messa, mons. Boccardo ha salutato uno ad uno i fedeli presenti.
Il pomeriggio prima, sabato 11 gennaio, la reliquia di S. Ponziano ha fatto tappa nella chiesa dell’Annunziata a Capro di Bevagna. Nell’attiguo convento, un tempo residenza dei Frati Minori, c’è la Casa famiglia “Nulla è impossibile a Dio” della Comunità “Papa Giovanni XXIII” fondata da don Oreste Benzi. Vi abitano i coniugi Francesca e Guido Camanni: non potendo avere figli naturali, hanno adottato minori con gravi disabilità che nessuno voleva e altri ne hanno in affido. Con loro erano presenti alcuni abitanti della zona e naturalmente il parroco di Bevagna e Cantalupo don Claudio Vergini. Nella riflessione mons. Boccardo ha sottolineato come «la testimonianza di fede di Ponziano, che pur di non rinnegare la fede è stato decapitato, può ispirare e sostenere la nostra vita. Da lui impariamo la coerenza e la fedeltà. Noi cristiani che viviamo in Occidente non siamo a rischio di persecuzione come lo fu Ponziano e come anche oggi tanti nostri fratelli in altre parti del mondo lo sono. Siamo però vittime – ha detto il Presule – di una persecuzione che agisce sottilmente: in modo particolare le mode che guidano ogni nostra scelta e il facile compromesso. S. Ponziano ci aiuta allora a non essere mediocri ma generosi. E qui a Capro c’è questa Casa della “Giovanni XXIII” che è luogo della sofferenza e della speranza; qui la solidarietà rende feconda la vita; qui ogni giorno ci viene ricordato che non possiamo essere insensibili alla sofferenze del fratello».