Tra le immagini della Quaresima appena vissuta, che difficilmente riusciremo a dimenticare, ci sono quelle della «lunga fila di camion militari che lasciano Bergamo con il loro carico di morte…», ma anche «i primi timidi sguardi di coloro che sono guariti. Sguardi persi, ancora un po’ spaventati, ma pieni di stupore». In quelle immagini si coglie «metaforicamente il mistero vissuto nel triduo pasquale: la morte, il silenzio, la risurrezione. E ancora: il dolore, la paura, la gioia. C’è tutto questo nella Pasqua: il passaggio dalla morte alla vita. Il passaggio dall’angoscia alla speranza: dallo scandalo della croce alla promessa della vita eterna». Lo scrive il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nella sesta “Lettera settimanale di collegamento” alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve, nel tempo del “Coronavirus”, dal titolo: “Una speranza che non delude”, una sua meditazione contenuta in un articolo pubblicato da Avvenire domenica di Pasqua. Il testo integrale della lettera è scaricabile all’indirizzo: http://diocesi.perugia.it/la-vi-lettera-settimanale-collegamento-del-cardinale-gualtiero-bassetti-alla-comunita-diocesana-nel-tempo-del-coronavirus-martedi-14-aprile-2020/ .
Gesù, la porta aperta verso il Cielo. «So bene che molti italiani in questi giorni stanno piangendo i propri defunti e sono in trepidazione per amici e parenti ammalati –sottolinea il cardinale –. È un dolore che ci unisce profondamente in una comunione spirituale quotidiana e ininterrotta. Una comunione con il Padre che non può essere interrotta dalle difficolta della vita presente che colpiscono ognuno di noi. Chi ci separerà dall’amore di Dio? Non certo l’angoscia e la persecuzione. Nella celebrazione pasquale noi siamo “vincitori” proprio “grazie a colui che ci ha amati”. Gesù è la porta sempre aperta verso il Cielo. Dobbiamo gridarlo con gioia e senza paura».
Le prime visite nel tempo di Pasqua. Con questo spirito il cardinale Bassetti si recherà in visita, nel fine settimana, all’Ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia e al Carcere di Capanne. A questi due luoghi-simbolo della sofferenza umana, nel periodo del “Coronavirus”, il presule dedica le sue prime visite nel tempo di Pasqua. In Ospedale si recherà venerdì 17 aprile, alle ore 11; mentre in Carcere sarà sabato 18, alle ore 10. Per tutti coloro che incontrerà avrà una parola di “speranza che non delude”: il messaggio pasquale della salvezza.
Chiese aperte e liturgia domestica. Ritornando alla sua lettera alla comunità diocesana, essa si conclude con «alcune note importanti per affrontare le ristrettezze che siamo chiamati a vivere in questo tempo». In primis «l’apertura delle nostre chiese – scrive il cardinale –. Esse rimarranno aperte tutti i giorni, almeno la cattedrale e quelle parrocchiali, secondo orari stabiliti… In secondo luogo, alcuni suggerimenti circa la liturgia domestica. In questo tempo nel quale le celebrazioni con adunanza di popolo non possono essere praticate, oltre al lodevole servizio che le emittenti televisive, come quelle radio, ed anche i social media, stanno dando, nella trasmissione della celebrazione eucaristica e di altri momenti di preghiera o catechesi, non possiamo dimenticare una dimensione particolare della liturgia che è quella familiare, riconoscendo alla famiglia la sua identità di chiesa domestica… Nulla potrà mai sostituire la celebrazione comunitaria dell’Eucarestia, fonte e culmine della vita cristiana (cfr. LG 11), altresì nulla può sostituire il focolare domestico quale luogo originario della trasmissione della fede come dell’iniziazione alla preghiera».