Perugia: “Tutto è compiuto”, la quinta “Lettera settimanale di collegamento” del cardinale Gualtiero Bassetti alla comunità diocesana nel tempo del “Coronavirus”

“Tutto è compiuto” è il titolo della quinta “Lettera settimanale di collegamento” del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve, il cui testo integrale è scaricabile dal link: http://diocesi.perugia.it/la-v-lettera-settimanale-collegamento-del-cardinale-gualtiero-bassetti-alla-comunita-diocesana-nel-tempo-del-coronavirus-martedi-7-aprile-2020/ .

Il mondo che cambia. Ritrovando tra le sue «vecchie carte» una meditazione che tenne per il Venerdì Santo del 2000, l’anno del «Grande Giubileo voluto e preparato da san Giovanni Paolo II», il cardinale Bassetti, nell’introdurre la sua lettera, sottolinea quanto l’ultimo ventennio non si sia trattato tanto «di un’epoca di mutamenti, ma di una vera rivoluzione, che possiamo definire “cambiamento d’epoca”. C’è però un fatto che consola e apre alla speranza: Gesù Cristo. Egli è colui che “era”, che “è” e che “verrà”. E come 20 anni fa, anche oggi, grazie a Dio, al timone della barca di Pietro c’è una guida sicura e forte, il nostro amato papa Francesco».

Lo sguardo sulla croce. «La mia riflessione – spiega il presule – è per orientare a vivere bene il Venerdì Santo. Vi invito perciò a fissare lo sguardo su Gesù inchiodato alla croce. Egli non può più far altro che pendere e soffrire. Anche per noi vengono tali ore, in cui non possiamo far nulla: è un po’ quello che stiamo vivendo in questo periodo di pandemia, e non ci resta che perseverare con Dio».

Tutto offrì al Padre. «È sempre l’innocente che soffre per il colpevole – scrive Bassetti –. È sempre il seme che deve morire se vuol portare frutto. Neppure a Gesù fu risparmiato nulla di quanto possa chiamarsi miseria umana. Tutto offrì al Padre, con libero atto di accettazione, come sacrificio infinito di lode, di ringraziamento e di espiazione per gli uomini. Soffrì la desolazione e l’abbandono. Lottò e combatté la sua battaglia, fra lacrime e tormenti …».

Ascoltare la voce del Crocifisso. «Fratelli, in questa settimana di Passione, in cui abbiamo più tempo che negli altri anni, fermiamoci un po’ e guardiamo il Crocifisso: è il luogo del nostro incontro con Dio, del dono della vita, della remissione dei nostri peccati, della nostra giustificazione e santificazione. Guardiamo il Crocifisso: è il Signore! “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!” (At 2, 36). Guardiamo il Crocifisso: questo mistero di amore e salvezza! Guardiamo il Crocifisso e ascoltiamo la sua voce: “Voi tutti che passate per strada, alzate lo sguardo e vedete se c’è un dolore grande come il mio” (Lam 1, 12)».

Esempi di santità. Il cardinale Bassetti conclude la sua lettera citando quattro grandi figure della Chiesa accomunate dall’abbraccio di ciascuno per la vita di croce: papa Paolo VI, padre Turoldo, don Mazzolari e Francesco di Assisi. Il Santo patrono d’Italia, scrive Bassetti, «si è talmente immerso nella meditazione del Crocifisso fino al punto di lasciarsi impressionare e di portare sulla sua carne le stimmate del Salvatore».