Perugia – l’arcivescovo Maffeis in visita alle famiglie del Luna Park in festa per i primi cento anni di questo spettacolo viaggiante (1923-2023).

Anche quest’anno si è tenuto il tradizionale incontro del Pastore della Chiesa di Perugia-Città della Pieve con le famiglie dei lavoratori dello spettacolo viaggiante (più di 300 con oltre 114 attrazioni, banchi gastronomici inclusi, allestite su una superficie di circa 2 ettari), che giungono in autunno nel capoluogo umbro con il loro Luna Park a Pian di Massiano, fruibile fino al prossimo 19 novembre.

Portatori di felicità. L’edizione 2023 è molto speciale, si festeggia il primo secolo di vita dei “Baracconi” (1923-2023), così è chiamato a Perugia lo spettacolo viaggiante. Lo ha evidenziato il “portavoce” delle famiglie del Luna Park, Enzo La Scala, nel sottolineare il loro essere «portatori di felicità da cento anni», dando il benvenuto all’arcivescovo Ivan Maffeis, al parroco di San Giovanni Battista in Ferro di Cavallo, don Francesco Medori, nonché responsabile della Pastorale diocesana per i circensi, fierati e dello spettacolo viaggiante, e al direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, l’organismo pastorale che molto si è prodigato durante la pandemia con operatori e volontari ad aiutare i lavoratori dello spettacolo viaggiante costretti a restare in città per diversi mesi.

No agli egoismi. Non poteva mancare la celebrazione eucaristica sulla pista di un autoscontro dedicata a queste famiglie e ai tanti amici perugini conosciuti in un secolo. Mons. Maffeis ha introdotto la celebrazione rivolgendo a tutti loro un caloroso ringraziamento, che, ha detto, «vuole essere un abbraccio a tutte le persone di questo mondo viaggiante che con non poche fatiche e preoccupazioni permette con il proprio lavoro a tanta gente di incontrarsi, divertirsi e fare festa insieme. Preghiamo in particolare per quelle famiglie che più di altre sono in sofferenza, chiedendo al Signore di sostenerci nel mettere da parte i nostri egoismi per fare posto nel nostro cuore a quanti si trovano in gravi difficoltà».

No alla vita aridità. L’arcivescovo, commentando la Parola di Dio, ha ricordato «l’idea che Gesù ha della vita di ciascuno di noi», che «dovrebbe essere come un invito a cena in cui c’è posto per tutti…», perché «tutti sono invitati a sedersi al banchetto della vita, che oggi ci vede attorno all’Eucaristia». E «il sogno di Dio è quello di una famiglia e di una umanità che si voglia davvero bene e che condivida non solo il pane, ma quello che abbiamo nel cuore, dalle nostre preoccupazioni alle nostre gioie…, ci raccontiamo e ci ritroviamo uniti, più fratelli, più comunità». E quello che colpisce nell’ascoltare la parabola, ha commentato mons. Maffeis, «tante volte le cose non vanno così, perché ciascuno ha le sue scuse per non partecipare alla cena, ha i suoi impegni e peggio ancora ciascuno rischia di avere le sue chiusure, i suoi pregiudizi per non sedersi a tavola con l’altro, per non accogliere l’invito. Forse uno dei segni più pesanti del nostro tempo è l’incapacità di partecipare alle sofferenze dell’altro e perfino facciamo fatica a condividere una gioia. Questo ci dice come stiamo diventando poveri, perché quando non siamo più disposti a condividere con gli altri, la vita è davvero un segno di grande aridità».