«I Salmi, che sono la sostanza della preghiera, sono anche i fondamenti della cultura europea. Da una parte rappresentano il respiro spirituale di tutta una comunità, in particolare dei credenti; dall’altra non bisogna dimenticare che sono centocinquanta poesie di tonalità diverse che meriterebbero ciascuna di essere definita, perché rappresentano, in questo caso, non più il respiro dell’orante, ma il respiro dell’umanità in quanto tale». A evidenziarlo è stato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, invitato a Perugia la sera del 10 gennaio, in una gremita Sala dei Notari del Palazzo comunale dei Priori, a tenere una lectio sul Libro dei Salmi; un’iniziativa promossa dal Servizio animazione biblica (Sab) dell’Archidiocesi perugino-pievese. A introdurre l’illustre ospite è stato il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha ricordato l’importanza dell’opera svolta dal Sab diocesano: «aiuta a far crescere nella nostra comunità l’amore e la passione per la Bibbia, perché contiene la Parola di Dio, ci dice il Concilio. Parola che, attraverso lo studio e la riflessione dei testi biblici, deve essere più apprezzata non solo nella nostra vita personale, ma in quella di tutta la nostra Chiesa».
Un doppio volto.
Il presidente del Pontificio Consiglio per la cultura ha incentrato la sua riflessione sull’aspetto «double face, con un doppio volto» di questo testo biblico, che «è un testo sacro ed anche un grande testo della storia della cultura europea. Pensate che cosa vuol dire quella sorta di onda sonora che per secoli è andata avanti attraverso la musica, accompagnando i Salmi come componenti fondamentali di intere partiture».
Non solo per il credente.
I Salmi racchiudono anche due differenti tipi di rapporto con Dio, agli antipodi tra loro, che il cardinale Ravasi ha spiegato con due colorazioni. «Noi troviamo, per esempio, il colore violetto, aspro del dolore, della prova della sofferenza più atroce e del silenzio di Dio, dell’assenza stessa di Dio e, dall’altra parte, troviamo il rosso accesso della lode, dell’inno, della festa, della musica. Sono generi letterali molto diversi tra di loro, che riassumono in pratica tutto l’orizzonte dell’esperienza umana a partire dall’abisso profondo, della desolazione, della disperazione (come il Salmo 88) e dall’altra parte abbiamo le vette, lo Zenith celeste dell’incontro con Dio, della fiducia, della serenità. Per questa ragione il Libro dei Salmi è un testo emblematico non solo per il credente, ma per l’umanità di tutti i tempi che usa la poesia, la spiritualità, il registro della fantasia, dell’intuizione, della creatività per esprimere se stessa e interrogare il Cielo».
Una storia con l’umanità.
Il cardinale Ravasi, nell’intervista video al sito di Umbria Radio In Blu (https://www.umbriaoggi.news/la-lectio-del-cardinale-ravasi-a-perugia-i-salmi-fondamento-della-cultura-europea/), ha evidenziato che «i Salmi sono per loro natura un testo sorprendente all’interno della Bibbia, che è Parola di Dio, mentre le preghiere sono ovviamente parola dell’uomo. E questo è un grande insegnamento che viene rivolto a tutti, perché la bibbia è non soltanto una solitaria Parola di Dio, ma è un dialogo, una storia con l’umanità, quella della Salvezza. Per questo motivo la polvere delle strade, della quotidianità, la valle in cui serpeggiano gli interrogativi dell’umanità sono propri di questo libro più che non di altri. Un altro libro che si muove su questa linea è quello di Giobbe, il lamento di un uomo disperato, per certi aspetti, che però invoca Dio».
Come la freschezza e l’immediatezza dei giovani.
Soffermandosi sull’importanza che i Salmi hanno anche per i giovani, Ravasi ha detto: «è una preghiera che ha una freschezza rispetto a certe preghiere devozionali, pedanti e pesanti. Rispetto alla tentazione anche di avere una religiosità un po’ magica, superficiale, tradizionale, i Salmi sono, invece, il diretto invocare Dio. E’ un po’ quello che fanno i giovani, senza tante paratie di difesa e senza autopromozioni davanti a Dio, ma con la semplicità, la spontaneità e l’immediatezza dell’invocare Dio».
Lo splendore di Perugia.
Il cardinale ha avuto anche «una sottolineatura particolare per Perugia», che lo ha ospitato per la terza volta negli ultimi quattro anni: «Tra le tante città del mondo ricche di arte, di cultura e con persone che leggono poesie, Perugia è splendida. La stessa conferenza che ho tenuto in un contesto come il Palazzo dei Priori con la sua Sala dei Notari, che si affaccia in una piazza mirabile e nota in tutto il mondo, testimonia questo splendore di arte e di storia, facendo di Perugia un luogo in cui i Salmi potrebbero manifestare la loro bellezza pur nel momento del dolore, perché c’è una bellezza segreta anche quando, per esempio, la poesia e la preghiera sono supplica».