“Risponde”, seppur indirettamente, nell’intervista pubblicata dal Corriere della Sera lunedì 6 aprile, il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, anche a quanti, Domenica delle Palme, presiedendo o partecipando alle S. Messe, hanno disatteso le disposizioni della Cei e, a seguire, quelle delle Conferenze episcopali regionali e dei singoli vescovi, assunte di concerto con le autorità civili nazionali e locali per fronteggiare l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da “Covid-19”. Il cardinale richiama tutti, inclusi gli uomini di Chiesa, alle proprie «responsabilità» e, nel soffermarsi sulla Settimana Santa, evidenzia come per la prima volta viene celebrata «senza concorso di fedeli nelle chiese e con grande sofferenza per tutti. Tutto ciò non significa rinunciare a vivere appieno questi giorni, attingendo alle risorse interiori che dovremmo aver fondate dentro di noi».
Il presule, nell’intervista, sottolinea come l’impossibilità di poter partecipare ai riti della Settimana Santa, iniziati Domenica delle Palme, e alla Messa di Pasqua «è un atto di generosità. È un nostro dovere il rispetto verso quanti, nell’emergenza, sono in prima linea e, con grande rischio per la loro sicurezza, curano gli ammalati e non fanno mancare tutto ciò che è di prima necessità. È una richiesta che c’impegna moralmente». Bassetti prosegue dicendo: «non è tempo di polemiche, ma di perseveranza nella prova, di lungimiranza nella ricerca del bene comune».
La Chiesa italiana, ricorda il presidente della Cei, come riporta anche la nota dell’agenzia Ansa in cui rilancia l’intervista del Corriere, «ha scelto questa strada: abbiamo a cuore prima di tutto la salute dei fedeli, perché l’anima è sì immortale, ma abita un corpo fragile. Cerchiamo di essere a fianco di chi soffre; nessuno deve essere lasciato solo, perché, come ricorda papa Francesco, nessuno si salva da solo». La Chiesa così facendo, «non rinuncia ad alcuna autonomia, ma si fa carico della sofferenza e della difficoltà vissuta da tutto il Paese».
Il cardinale Bassetti, consapevole della difficile situazione, è convinto che «oggi viviamo nella condizione degli infermi che non possono partecipare alle celebrazioni: ci è data la grazia
di comprendere quanto sia dolorosa la limitazione e, allo stesso tempo, quanto sia ricco il nostro spirito quando sa farci riconoscere comunità anche nella distanza fisica. Torneremo a
celebrare tutti insieme, ancora più gioiosi, perché ci saremo ritrovati dopo questa prova».