Più che un incontro di “verifica” di quanto hanno vissuto i giovani della diocesi di Perugia-Città della Pieve alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, è stato un incontro di “testimonianza e ripartenza per la GMG della loro vita”, quello che si è tenuto nella chiesa parrocchiale di San Sisto di Perugia la sera del 14 settembre. Un appuntamento organizzato dalla Pastorale Giovanile nell’ambito delle celebrazioni della Festa diocesana della Madonna delle Grazie (12-17 settembre), ricorrenza che coincide con il compimento del primo anno di episcopato dell’arcivescovo Ivan Maffeis. Il «Pastore Ivan», così è chiamato da tanti ragazzi e ragazze, si è messo in ascolto dei racconti di alcuni di loro introdotti dal direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile, don Luca Delunghi. Racconti intervallati da canti intonati alla GMG, da letture della Parola di Dio e dal discorso di Papa nell’udienza generale svoltasi all’indomani della Giornata.
Non domande, ma risposte. «Questa sera siamo più dei 600 che eravamo in Portogallo», ha commentato don Luca Delunghi, nel presentare la serata, a riprova dell’interesse dei giovani per la coinvolgete esperienza della GMG che va oltre il suo momento, lasciando dei segni nella vita umana e cristiana di ciascuno, da come si è colto dalle testimolnianze.
I giovani non hanno formulato domande alla Chiesa sul senso da dare alla vita, ma hanno dato risposte loro stessi nel riflettere sull’esperienza di quindici giorni da pellegrini tra il Portogallo e la Francia (la tappa finale del loro viaggio è stato il Santuario di Lourdes).
I «legami di Chiesa» della GMG. Al termine dell’incontro la sorpresa di avere tra i presenti una delle famiglie portoghesi, della Diocesi di Aveiro, che hanno accolto i giovani perugino-pievesi; è ospite a Perugia, in questi giorni, a casa di una ragazza da loro accolta ad Aveiro. A presentare gli amici portoghesi è stato don Simone Pascarosa, vicario episcopale per la Pastorale, che, insieme ad altri quindici sacerdoti, aveva accompagnato il pellegrinaggio dei giovani. Lo stesso don Pascarosa ha esortato i giovani di tenere i legami con le famiglie amiche portoghesi, perché la GMG è anche questo nel tessere, ha detto, «legami di Chiesa».
Il Signore visita e salva il suo Popolo. L’arcivescovo Maffeis, che ha voluto ascoltare più che intervenire, al termine della serata, ha concluso riprendendo quanto raccontato dai giovani. «Abbiamo cantato con il Vangelo: “Benedetto il Signore che visita e redime il suo popolo” e questo dove avviene?». Ha domandato ai giovani mons. Maffeis. «La risposta – ha proseguito – ce l’avete consegnata poco fa voi stessi. Emma, nel suo racconto, ci ha aiutato a capire che Dio visita e salva il suo popolo in credenti che non smarriscono la luce degli occhi e del cuore in una società troppe volte spenta; Matteo, con la sua testimonianza, ci porta a riconoscere che Dio visita e salva il suo Popolo in ragazzi e ragazze che non si rassegnano semplicemente al lasciarsi vivere, ma cercano una strada di vita, su cui impegnare la vita; Gabriele ci ha portato la forza delle parole essenziali, che, come cantano i poeti, non nascono dai diamanti, ma fioriscono dal letame, dalla semplicità, dalla vita; Irene si è fatta testimone di un Dio che ascolta, che ha a cuore: capacità così rara, nonostante risponda al desiderio che abbiamo tutti di qualcuno che ci ascolti con gratuità; Elena, con molta schiettezza ci ha detto: “mi sono sentita amata (e questo è ancor più bello sentirlo in un momento in cui troppe donne vengono violentate ed uccise) e ho capito cosa significhi mettersi al servizio”; Gloria ha ricondotto la vista di Dio alla saggezza e al quel cuore docile che sa stare nelle situazioni, anche in quelle pesanti…».
Saper dare un volto alla Parola. «Abbiamo ascoltato solo sei di voi – ha concluso mons. Maffeis –, bisognerebbe andare avanti perché, sono sicuro che ciascuno di voi ha una parola da dire con cui dare un volto alle parole del Vangelo. Vi auguro davvero di tornare a casa con la fiducia che il Signore è con noi tutti i giorni fino alla fine del tempo. E non dimenticate: voi siete una benedizione di Dio per questa Chiesa, per questo tempo, per questa stessa società».