Il 14 maggio ad Otricoli si celebra la festa religiosa dei santi patroni Vittore e Corona, con la messa nella collegiata di Santa Maria Assunta che è stata presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrata dal parroco don Stefano Monai e da don Roberto Bizzarri, alla presenza del prefetto di Terni Giovanni Bruno, del sindaco di Otricoli Antonio Liberati, dei rappresentanti dei Comuni di Narni, Calvi dell’Umbria e delle sette Confraternite maschili e femminili di Otricoli.
La celebrazione è stata animata dalla corale Marzio Erculei.
San Vittore, giovane di Otricoli, fu arruolato nell’esercito romano, nella milizia equestre di stanza a Damasco in Siria. Durante la persecuzione di Antonino fu accusato dal prefetto dell’Egitto e della Siria e capitano generale dell’esercito imperiale dell’Asia di nome Sebastiano, di essere seguace del cristianesimo. Dopo l’interrogatorio e vari supplizi, fu decapitato il 14 maggio del 168 d.C. Il corpo di San Vittore, riportato in patria e sepolto presso la città antica di Ocriculum non lungi dal Tevere, fu ritrovato dal vescovo Fulgenzio verso la metà del VI sec. Il Vescovo fece costruire sopra la sua tomba un altare, intorno al quale ebbe origine l’Abbazia intitolata al suo nome.
“In questa festa ricordiamo San Vittore che ha offerto la sua vita per Gesù – ha detto il vescovo Soddu –. Il martirio di Vittore germogliò in frutti abbandonanti di salvezza e nella civiltà dell’amore. Oggi dobbiamo testimoniarlo anche noi, depositari di una fede, di un messaggio che è passato attraverso i nostri padre sino ad arrivare a noi. Impariamo da Vittore se vogliamo come lui vincere, se vogliamo rivoluzionare il mondo, non bisogna partire dalle cose esterne o che sono lontane da noi, ma a partire dalla propria vita. Per poter comprendere il segreto della vita cristiana, di una vita donata, dobbiamo incontrare la persona di Cristo, che è presente nella comunità, dobbiamo presidiare lo spirito della comunità, perchè è lì che si presenta Gesù. La fede in Gesù ci tiene uniti. I Santi ci testimoniano l’amore che nasce dal vedere in Gesù il senso della propria vita, pronti a sacrificare la propria vita nel nome di questo amore. Lo Spirito Santo ci può dare la forza della testimonianza, uno Spirito da alimentare, così come lo spirito della comunità deve essere alimentato, altrimenti si spegne e rimane solo qualcosa che ha bruciato e non ha lasciato che cenere. La vita è da spendere, da impegnare, come dono che abbiamo ricevuto perchè possa fruttificare. San Vittore ci indica la strada, in questo tempo di preparazione al Giubileo del 2025 “pellegrini di speranza”, ossia persone che procedendo nella vita sono in grado di dare motivazione e sostanza alla speranza che è Gesù. Un’occasione per incontrare la salvezza che solo Gesù ci può dare, che può dare la vita nuova”.
Al termine della celebrazione è seguita la processione con le reliquie di san Vittore lungo le vie della città, accompagnata dalla banda musicale di Otricoli e Fornole, e che si è conclusa sul sagrato della colleggiata, dove il vescovo Soddu ha impartito la benedizione alla città.