In occasione della festa della patrona Santa Marina, il 17 luglio, a Stifone di Narni è stata celebrata la solenne messa presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu e concelebrata dal parroco don Giorgio Garofoli e da don Claudio Bosi direttore dell’ufficio Beni Culturali della diocesi.
L’antica e caratteristica chiesa parrocchiale è stata da poco riaperta al culto, dopo i lavori di restauro e consolidamento del tetto realizzati con il contributo dell’8Xmille della Chiesa Cattolica.
Il caratteristico borgo di Stifone, lungo la via Ortana posto sulla riva del fiume Nera, ricco di sorgenti di acque minerali delle gola del Nera, è stato porto di Narni sul Nera, da cui partivano le derrate e il legname per Roma, ciò che è continuato dall’epoca romana al 1700. Ora dopo i lavori di restauro torna a vivere anche la chiesa parrocchiale risalente al XVI secolo, a navata unica ripartito in tre campate con volte a crociera si caratterizza per il campanile a vela e per due tele del 1600 e il fonte battesimale.
Il vescovo ha ricordato la particolare storia di santa Marina di Bitinia che divenne Santa intorno all’VIII secolo dopo una breve e intensa vita passata in convento accanto al padre e vestendo gli abiti di monaco con il nome di Marino, subì false accuse, punita, espulsa dal monastero, fu capace di riconquistare con tenacia di fede la dignità ed “è per noi grande esempio di santità, testimone di quanto la fede in Dio possa, andando contro corrente avere il volto bello e la trasfigurazione di Dio sulla terra”.
“Riconoscere Cristo significa vivere degnamente – ha aggiunto il vescovo -, andando controcorrente, dibattendosi e prendendo su di sé la croce di una ingiustizia, che nel momento diventa croce di Cristo non può che avere il sapore buono della giustizia davanti a Dio. Marina ci insegna che bisogna partire da sé stessi, mai dagli altri, che significa scaricarsi delle responsabilità. Cerchiamo allora di incarnare nella nostra vita quanto da lei testimoniato con grande umiltà e fede.
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