“Con questo incontro la Chiesa umbra affronta un tema decisivo per il presente e per il futuro della nostra società. I giovani e il lavoro, infatti, sono due elementi cruciali che si riflettono non solo sull’economia ma anche sulla famiglia e l’educazione, sui diritti sociali e sulla robotica, sulla coesione sociale e sulla mobilità umana. Parlare del rapporto tra giovani e lavoro significa, in definitiva, parlare di una nuova questione sociale che è, al tempo stesso, una nuova questione antropologica”. A sottolinearlo è stato il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nell’intervenire all’incontro di riflessione e di preghiera sul tema “Giovani e lavoro: un cantiere aperto”, tenutosi nel pomeriggio del 30 aprile, presso la sala “Seneca” dello Stabilimento Nestlé-Perugina del capoluogo umbro.
All’incontro, promosso dalla Commissione regionale per i problemi sociali e il lavoro, la pace e la custodia del Creato della Ceu, hanno partecipato in presenza circa trenta persone in rappresentanza delle Istituzioni civili e religiose e del mondo imprenditoriale e sindacale dell’Umbria, ed altre hanno preso parte in remoto, seguendo la diretta streaming trasmessa dai canali social di Chiesainumbria.it , del settimanale La Voce e dell’emittente Umbria Radio InBlu.
A moderare i lavori è stata l’avv. Francesca Di Maolo, coordinatrice della Commessione regionale Ceu e presidente dell’Istituto Serafico di Assisi e a relazionare e a tracciare una sintesi dei vari interventi è stato il prof. Luca Fiorucci, docente ordinario di Economia e management delle imprese all’Università di Perugia. A precedere i relatori, tra cui la dott.ssa Laura Binda, responsabile delle risorse umane della Nestlé, sono state quattro testimonianze di storie di resilienze e intraprendenze nel mondo del lavoro di giovani delle Diocesi di Foligno, Spoleto-Norcia, Perugia-Città della Pieve e Terni-Narni-Amelia.
“Il cardinale Bassetti, nel suo intervento, si è soffermato sul rapporto giovani e lavoro prendendo spunto dal fenomeno riemergente dell’emigrazione che li riguarda da vicino. “Tra i nuovi emigranti italiani del XXI secolo, moltissimi sono i giovani – ha evidenziato il porporato –. Giovani che subito dopo la scuola superiore o dopo l’Università, lasciano il nostro Paese. Ne ho incontrati molti di questi giovani. Alcuni scelgono di partire come scelta di vita. Si sentono cittadini del mondo. Molti altri no. Vorrebbero rimanere in Italia ma sono costretti a partire. È questo un fenomeno su cui riflettere perché investe in pieno la nostra comunità regionale. Si riflette per esempio sulla formazione delle famiglie. Uno dei motivi per cui si ritarda la data del matrimonio riguarda proprio la mancanza del lavoro. E conseguentemente della casa e di ogni protezione sociale. E anche dopo il matrimonio, portare avanti una famiglia in questa situazione sociale così complessa diventa veramente difficile. Fare una famiglia oggi è in molti casi un gesto eroico. Penso per esempio alle giovani coppie con figli che vivono nelle grandi città. Ma anche nei nostri piccoli borghi umbri. Riuscire ad armonizzare la vita familiare e il lavoro è una sfida quotidiana dal risultato incerto”.
“Mai come oggi, dunque, è veramente importante rimettere al centro della nostra attenzione il rapporto tra giovani e lavoro – ha commentato Bassetti –. Si tratta di una grande questione su cui è opportuno riflettere e soprattutto fare delle proposte concrete sia per ciò che concerne la creazione di nuovi posti di lavoro e sia per ciò che riguarda le politiche sociali che armonizzino il rapporto tra famiglia e lavoro. Una di queste proposte è l’assegno unico universale: spero vivamente, come ho già avuto modo di scrivere su “Avvenire”, che il Governo fornisca un’adeguata dotazione finanziaria. Ma in generale, mi auguro che il recovery plan sia veramente di aiuto per far ripartire l’Italia dopo lo shock della pandemia”.
Il cardinale, ribadendo quanto già detto in passato, ha parlato di una “nuova questione sociale”, che “si caratterizza per un potere pervasivo della tecnica e per uno sradicamento della persona umana, facendo passare nel silenzio invece una dimensione fondamentale del lavoro: la sua sacralità. Il lavoro è sacro, lo ha detto spesso Papa Francesco, perché attraverso di esso l’uomo si fa con-creatore del mondo. Le persone attraverso questa attività, che va svolta con equità e carità, acquisiscono una loro dignità. Una dignità che però perdono quando al lavoro si sostituisce lo sfruttamento oppure una lunga stagione di precariato e di umiliazione, fino alla disoccupazione”.
Obiettivo dell’incontro, come ha sottolineato la coordinatrice della Commissione Ceu Di Maolo, “è quello di portare alla conoscenza comune che in Umbria esistono giovani lavoratori e imprenditori straordinari, che non si arrendono dinanzi alle difficoltà (pandemia e terremoto), che sono competenti, che hanno deciso di tornare in Umbria dopo esperienze professionali all’estero, che hanno voglia di mettersi in gioco”. Anche da queste esperienze nasce l’appello della Commissione Ceu alle Istituzioni affinché realizzino politiche sociali volte a favorire l’occupazione giovanile, promuovendo anche iniziative per far conoscere storie propositive come quelle emerse all’incontro “Giovani e lavoro…”. Il prof. Ferrucci, facendo eco a quanto evidenziato dal cardinale Bassetti, ha detto: “i giovani umbri se ne vanno per lavoro, ma hanno una grande voglia di restituire a questa terra, a cui rimangono attaccati, la loro energia potenziale e su questo la comunità politica deve riflettere”. La responsabile risorse umane di Nestlé-Perugina Laura Binda ha presentato i progetti “Nestlé Needs Youth” volto ad aiutare 10milioni di giovani in tutto il mondo ad avere accesso a opportunità economiche entro il 2030 e “Nestlé Startup Programme” cui hanno risposto 500 giovani italiani per favorire lo sviluppo imprenditoriale delle loro idee imprenditoriali.
L’incontro si è concluso con la preghiera dinanzi all’icona di san Giuseppe lavoratore la cui festa liturgica ricorre il primo maggio, presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo, presidente della Ceu.