“Carissimi fratelli, la parola di Dio della seconda domenica di Quaresima ci ha aiutati a non scandalizzarci della tribolazione che può colpirci, come in questi giorni, certi della gloria della risurrezione che Cristo ci ha conquistato sulla croce, dobbiamo purtroppo accogliere indicazioni governative ancora più ristrette circa l’esercizio del nostro ministero pastorale, almeno fino al prossimo 3 aprile”.
Il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini scrive ai sacerdoti e ai diaconi della diocesi di Gubbio dopo la conferma delle disposizioni del Governo sull’emergenza Coronavirus, recepite da un comunicato della Conferenza episcopale italiana e da uno della Conferenza episcopale umbra.
“Da subito – spiega il Vescovo al clero diocesano – sono sospese tutte le messe, feriali e festive, con la partecipazione dei fedeli. Ogni sacerdote può ovviamente celebrare in privato, a porte chiuse. Di conseguenza sono sospesi anche tutti gli altri momenti di preghiera che prevedano la presenza di più persone in luoghi ristretti. Nel caso di funerali si possono celebrare solo le esequie, senza la messa, secondo il rito consueto, al cimitero con la sola partecipazione dei familiari stretti”.
Mons. Paolucci Bedini spiega poi che la Curia diocesana sta valutando la possibilità di mettere in campo spazi di comunicazione che possano consentire alla gente di assistere a celebrazioni liturgiche, momenti preghiera e di riflessione attraverso media tradizionali come radio e tv, o grazie ai nuovi media digitali (web e social).
“Ai fedeli che desiderano, indirettamente, poter vivere il momento della celebrazione eucaristica – aggiunge mons. Paolucci Bedini – cercheremo di consigliare alcune modalità semplici per collegarsi alla celebrazione quotidiana e soprattutto domenicale, attraverso gli strumenti della comunicazione, per invitarli in questo tempo di forzato digiuno eucaristico, ad unirsi spiritualmente, nel silenzio, nella preghiera personale e familiare, e nella meditazione della parola, alla preghiera della Chiesa che in nessun modo viene interrotta”.
Infine, un invito a mettere in campo quotidianamente gesti di carità e di vicinanza nei confronti delle persone che in questo momento possano trovarsi in situazioni di particolare difficoltà.
“Vi chiedo – conclude il vescovo Luciano – di moltiplicare in questi giorni, nelle vostre comunità, la creatività dell’azione caritativa, che è il frutto più bello di una vita alimentata dall’eucaristia. Cercate di individuare le situazioni di bisogno del vostro territorio e soccorretele coinvolgendo i fedeli. Ricordatevi delle persone sole, degli anziani e degli ammalati che avessero necessità anche di piccoli aiuti (la spesa, le medicine…). Aprite gli occhi e il cuore verso le famiglie affaticate dalla sospensione della scuola dei figli, o di quelle con figli disabili che subiscono la chiusura delle iniziative di volontariato e delle strutture socio-assistenziali. Il tempo che questa emergenza libera per noi sia consacrato a Dio e al suo popolo!”.
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