Anche quest’anno la solennità del Beato Angelo da Gualdo Tadino, compatrono della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, ha visto una forte partecipazione di fedeli che si sono ritrovati sia alla celebrazione di domenica 14 gennaio, del vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, preceduta dall’apertura della Porta Santa in occasione del settimo centenario della morte del patrono di Gualdo e del compatrono della diocesi, con la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria per tutto l’anno, sia alla messa nella Basilica concattedrale di San Benedetto, presieduta lunedì 15 gennaio dal cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore; al termine della quale è stata impartita la benedizione papale con l’indulgenza plenaria.
“Con grande gioia e profonda gratitudine – le parole del cardinale durante l’omelia – ho accolto l’invito del vescovo: avete dato inizio al centenario compiendo un gesto molto fisico, l’apertura della Porta Santa che poi avete attraversato entrando in questo tempo di speciale grazia che ci accompagnerà fino alla soglia del Giubileo. Varcando la Porta siete entrati in un tempo di grazia, ma che significa? Non è un altro tempo fuori da questo nostro, non è una dimensione al di sopra della nostra, puramente spirituale, ma è la verità di questo nostro tempo, la profondità di ciò che ci è dato di vivere, la consistenza ultima della nostra vita”. Il penitenziere maggiore ha poi invitato i gualdesi a non stancarsi “di guardare e imitare il Beato Angelo, nella cui vita santa si è degnato di vivere Cristo stesso: non stancatevi di invocarlo, perché Dio ve lo ha donato come patrono: rivolgetevi a lui domandando la sua intercessione ed egli pregherà per voi invocando la carità divina. E non stancatevi di imitarlo, perché non vi è altra porta di Cristo per giungere a vita eterna e per giungere alla santità. La santità è il sì detto a Cristo con tutta la propria persona e Cristo desidera questa comunione, desidera entrare in noi e nei nostri cuori per poterci accogliere in sé: non c’è altro luogo in cui Cristo desidera abitare più che nei nostri cuori come, in questa amata terra gualdese 700 anni fa, voleva abitare nel cuore del Beato Angelo che imparò a fargli spazio con penitenza e amore incondizionato”. Al termine della celebrazione al cardinale è stata consegnata una pergamena a triplice firma (del sindaco di Gualdo, Massimiliano Presciutti, del vescovo Sorrentino e del presidente del comitato organizzatore Carlo Catanossi) per comunicare a Papa Francesco che quest’anno il Premio Beato Angelo 2024 non verrà assegnato a una persona o a un’associazione, come sempre fatto sin dalla sua istituzione, ma sarà la comunità nel suo insieme associativo che darà un sostegno concreto, attraverso iniziative e raccolte fondi, a due strutture, a Betlemme e a Gaza.
In occasione della cerimonia di apertura della Porta Santa, che dà la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria per tutto il 2024, il vescovo Sorrentino aveva sottolineato che “il Beato Angelo riassume in questo momento il meglio di questa città e si fa davanti al nostro sguardo il vero maestro che riflette Gesù e ci porta a lui. Questa porta – le parole del vescovo – è il simbolo di Cristo. Chi la viene ad attraversare non lo faccia, per favore, con un atteggiamento un po’ banale. Passare questa porta è un grande gesto di responsabilità. Significa dire ‘Voglio passare la porta di Cristo perché voglio diventare familiare di Cristo, voglio entrare nella sua casa, nel suo cuore, voglio fare di lui il mio tutto’. Passare questa porta significa fare i conti con la propria vita davanti a Gesù, davanti alla sua Parola per interrogarci e chiederci come è la nostra vita rispetto alla Parola di Gesù. La parola credere significa: affidarsi, confidarsi, consacrarsi. Oggi il beato Angelo ci dice ‘Cari fratelli gualdesi voglio che la vostra vita sia un Paradiso, che le vostre case siano piene di gioia e il vostro cuore sia sereno”. Per l’occasione il vescovo ha consegnato e illustrato il progetto Gualdo felice Casa felice “Fuori Satana, dentro Gesù”. Si tratta di un semplice percorso in tre passi: recita quotidiana nelle case della preghiera diocesana; lettura del Vangelo della domenica seguente e l’incontro fraterno. “In questo foglietto – ha detto il vescovo – ho voluto cominciare con il dirvi una Parola di Gesù. Il cristianesimo è un’esperienza di gioia e la chiesa è una riserva di gioia per il mondo”. Durante la santa messa c’è stata l’offerta dell’olio per la lampada votiva da parte dell’amministrazione comunale e al termine delle celebrazioni la benedizione dell’icona raffigurante il Beato Angelo, realizzata da suor Francesca Alunni delle Suore francescane missionarie di Assisi e la recita della preghiera diocesana. In serata, ci sono state la fiaccolata dall’eremo del Beato Angelo alla Concattedrale con soste a Casale, San Lazzaro e al Biancospino, la benedizione di monsignor Sorrentino e infine l’ingresso attraverso la Porta Santa.