Venerdì 17 giugno 2022 è stata inaugurata nella Basilica Cattedrale di Spoleto la mostra “Evangelium intra moenia”, ossia le interpretazioni grafiche sul Vangelo realizzate dai detenuti del Carcere di Spoleto per le schede di catechesi utilizzate dai bambini e dalle famiglie nell’anno pastorale 2021-2022. Alle ore 11.00 nel Salone dei Vescovi del Palazzo Arcivescovile è stato illustrato il progetto. Erano presenti: l’arcivescovo Renato Boccardo; il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Perugia Antonio Minchella; il Procuratore della Repubblica di Spoleto Alessandro Cannevale; i tre Magistrati di Sorveglianza di Spoleto (Nicla Flavia Restivo, Grazia Manganaro e Fabio Gianfilippi); il Direttore del Carcere di Spoleto Chiara Pellegrini; il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Spoleto Maria Letizia Angelini Paroli; il Presidente dell’Unione Giuristi Cattolici dell’Umbria Simone Budelli; Autorità militari e di polizia; alcuni Dirigenti scolastici. Il progetto è stato curato dall’ufficio catechistico e dalla Caritas diocesana, diretti rispettivamente da Sabrina Guerrini e don Edoardo Rossi.
Il progetto e le motivazioni della mostra. Nell’anno liturgico 2021-2022 l’Ufficio catechistico e la Caritas diocesana hanno realizzato alcune iniziative con il carcere di Spoleto. «In particolare – afferma Sabrina Guerrini direttore dell’ufficio catechistico – abbiamo pensato di far arrivare la Parola di Dio all’interno delle famiglie dei bambini della catechesi inviando ogni settimana una scheda contenente il Vangelo della domenica, una breve catechesi ed una attività: il tutto accompagnato dall’illustrazione grafica del Vangelo realizzata da alcuni detenuti. Questo iniziale spunto, così proficuo e apprezzato dalle famiglie, si arricchisce grazie alla mostra allestita nel Duomo, nata dal desiderio di testimoniare nell’oggi quel “visitare i carcerati” di cui parla l’evangelista Matteo (Mt 25,31-46) e che costituisce una delle opere di misericordia corporali. La risposta che ci siamo dati – prosegue la Guerrini – è quella che la “visita” è un’attenzione particolare che si riserva a chi fa parte di una stessa famiglia, di uno stesso gruppo, di una stessa comunità. Visitare i “carcerati, allora, nel senso evangelico vuol dire far sentire a chi vive dietro le sbarre che non è escluso dalla comunità: anzi, con la loro testimonianza di sofferenza possono offrire a tutti una ricca occasione di meditazione e crescita spirituale. Così è nata l’idea di questa mostra: l’umanità che soffre al di là delle sbarre – conclude il direttore Guerrini – offre a quella parte di comunità che rimane al di qua dei cancelli la propria lettura grafica di alcuni episodi del Vangelo».
L’Arcivescovo nel suo saluto ha sottolineato che questa mostra «è un gesto concreto di fiducia ai nostri fratelli detenuti, è una grande operazione di umanità che fa vedere che anche nella parte più buia dell’esistenza c’è una scintilla di luce. Se mettiamo insieme le scintille diamo vita ad un grande sole di speranza, di cui tutti abbiamo bisogno».
Orari mostra e ringraziamenti. Al termine un detenuto, Roberto, a nome di tutti gli altri ha letto il brano del Vangelo di Matteo (25, 31-46) dove si parla anche del visitare i carcerati. La mostra è visitabile nella Basilica Cattedrale di Spoleto, transetto di S. Ponziano, tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.00, fino al 31 luglio. Un particolare ringraziamento va all’Ufficio di Sorveglianza di Spoleto, al Carcere di Spoleto, in particolare ai detenuti, ai docenti del Liceo Artistico di Spoleto e alle due catechiste che hanno seguito il progetto all’interno del Carcere.