di Francesco Carlini e Riccardo Liguori
Tra i temi trattati al briefing con la stampa della terza giornata di lavori dell’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, in svolgimento a Bari fino a domenica 23 febbraio, quello dei “corridoi umanitari”. Ne ha parlato il cardinale arcivescovo di Lussemburgo Jean-Claude Hollerich, presidente delle Conferenze episcopali dell’Ue (Comece), rivolgendo un appello ad aprire corridoi umanitari un po’ in tutta l’Europa nel chiedere a comunità religiose, monasteri e santuari di «accogliere almeno una famiglia di rifugiati». Si tratta di progetti che permettono di far giungere in sicurezza in Europa quanti fuggono dai Paesi d’origine a causa di persecuzioni, guerre e violenze. Le Chiese dell’Umbria, fin dall’avvio dei primi “corridoi umanitari” promossi dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Caritas, con la collaborazione del Governo italiano e della Cei, hanno aderito ed ospitano attualmente una decina di famiglie siriane e del Corno d’Africa, alcune già integrate con un lavoro stabile. Un impegno che prosegue. Ad esempio la Caritas diocesana di Perugia dedicherà l’imminente “Quaresima di Carità 2020” alla maggiore conoscenza del progetto “corridoi umanitari”, invitando le famiglie proprietarie di immobili non utilizzati a metterli a disposizione per questo tipo di accoglienza, oltre a promuovere, nella Terza Domenica di Quaresima, la raccolta di offerte per sostenere questo progetto.
Su questo tema i presuli umbri presenti a Bari, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e l’arcivescovo Renato Boccardo, hanno apprezzato le parole del loro confratello lussemburghese ed hanno ribadito quanto più volte espresso in merito ai corridoi umanitari incontrando le famiglie siriane accolte a Perugia-Città della Pieve e a Spoleto-Norcia. «I corridoi umanitari – ha ricordato Bassetti – sono un segno di civiltà e di carità. Si deve fare di tutto per favorirli, in quanto salvaguardano l’aspetto umano e allontanano speculazioni di denaro e mafie internazionali. Come Chiesa sosteniamo con convinzione e concretezza i corridoi umanitari, contribuendo così al processo di risoluzione del fenomeno della migrazione». L’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu ha sottolineato che «i corridoi umanitari sono una concreta realizzazione della fraternità e della solidarietà, “comandamenti” irrinunciabili per ogni discepolo di Gesù. Questi progetti continuano a mantenere viva l’attenzione nei confronti di una tragedia drammatica come quella delle migrazioni, che non può non interpellare la coscienza di ogni essere umano».