Contributo diaconi permanenti della regione

DIACONI PERMANENTI REGIONE
SINTESI VI SCHEDA
Le ferite restano nascoste. E’ difficile che le comunità si interessino alle fragilità. Le comunità parrocchiali di fatto non sono comunità, cioè famiglia di famiglie dove ognuno si sente investito anche dei problemi degli altri. Ciò non significa che non ci sia attenzione per i poveri o per le situazioni di sofferenza o di difficoltà. Le caritas parrocchiali fanno un buon servizio di attenzione e di accoglienza, ma non coinvolge tutta la comunità e di fatto la carità è azione di soli pochi volontari su invito del parroco, a parte qualche partecipazione sporadica della comunità a portare pacchi viveri a lunga scadenza. Diversa è la situazione di gruppi e movimenti dove il senso comunitario è più forte e dove ci si sente coinvolti emotivamente, concretamente e nella preghiera. Ma il tutto rimane dentro il gruppo, dentro i propri simili. Di fatto la carità non si vede, non si vede la testimonianza dell’amore fraterno. C’è da dire inoltre che il tutto si limita alle fragilità o alle ferite “tradizionali”. Manca per esempio un agire sulle ferite che riguardano gli affetti, il vuoto di senso, la solitudine degli anziani, le devianze culturali e sociali. Su queste fragilità però ci sono eventi organizzati dai vari uffici diocesani (pastorale familiare, pastorale della salute, del lavoro…), eventi anche interessanti, ma spesso partecipati dai soli addetti o poco più. Buona è invece l’azione delle caritas diocesane, anche in sinergia con le strutture pubbliche, che anche attraverso corsi di aggiornamento spingono ad una apertura maggiore e a cercare persone con segni di ferite, anche se i veri poveri sono spesso restii a chiedere aiuto. Forse è necessario andarle a scovare queste povertà usando anche forme di pastorale già presenti nelle diocesi come la benedizione annuale alle famiglie. Di fatto abbiamo una Chiesa con le porte che si aprano solo per chi bussa e non ancora una Chiesa “ospedale da campo”, pronta a farsi prossima e le parrocchie sono luoghi sempre più vuoti, luoghi per celebrare una fede domenicale poco agganciata con la vita della gente, anche se non è esclusa una carità sommersa e nascosta operata singolarmente. C’è da dire però che non è facile intervenire perché è la gente stessa che oramai si è allontanata dalla chiesa, partecipando solo saltuariamente alla vita comunitaria. L’individualismo spiccato che si riscontra nella società, lo riscontriamo anche nella chiesa. Non neghiamo l’impegno dei sacerdoti che nei colloqui personali, nelle confessioni e nella direzione di anime sono elemento accogliente e guaritore.

SINTESI VII SCHEDA
La fede che si vive nelle nostre comunità è più celebrata che vissuta. La fede è matura ed incisiva solo se c’è attenzione operosa all’altro? Allora vuol dire che la nostra fede è ancora immatura, presente nelle celebrazioni e assente nella vita concreta dell’uomo. I percorsi di evangelizzazione non formano ancora i Cristiani convinti di avere una fede matura e incisiva nell’attenzione all’altro, chiunque esso sia. Sono molti i Cristiani concordi con le politiche di chiusura dei porti, di respingimenti, di chiusura verso le altri fedi. Forse i nostri percorsi sono troppo superficiali e si accontentano di portare ai sacramenti senza preoccuparsi di dare basi solide per formare Cristiani maturi e consapevoli di essere testimoni di Gesù Cristo. E di fatto liturgie e catechismi rimangono lontani dai bisogni del territorio, lontani da una conoscenza del tessuto sociale. Le nostre comunità forse conoscono bene gli iscritti per la Prima Comunione e per la Cresima, molto meno quale è la realtà sociale delle famiglie, le loro sofferenze, i loro bisogni. Ciò non significa che le parrocchie non siano coinvolte in azioni di attenzione verso gli ultimi e verso antiche e nuove povertà con azioni di caritas diocesane e caritas parrocchiali o con giornate di solidarietà soprattutto in avvento e in quaresima. Gli strumenti più importanti messi a disposizione sono i Centri di Ascolto, Empori di Solidarietà, il Centro di Ascolto per famiglie in difficoltà, Corsi specifici per le persone separate o divorziate. Rimane però come realtà di delega e non un educare e un coinvolgere tutta la comunità. La catechesi stessa (omelie e altro anche di sistematico) difficilmente approfondisce tematiche presenti nella dottrina sociale della chiesa. Specificamente poi per un dibattito aperto o per un impegno sociale e politico dei cattolici evidenziamo la stessa povertà pastorale, quasi a temere un confronto dopo la diaspora di militanza politica del mondo cattolico, prima concentrato su un unico partito che poteva garantire scelte vicine ai valori tradizionali del cattolicesimo. Spaesati e dispersi in un mondo in cui l’individualismo e il soggettivismo è imperante, con la Chiesa che su questi temi si è chiusa in sacrestia. E’ auspicabile quindi che l’impegno dei Cristiani in politica possa essere molto più rilevante sia con le idee che con il numero per poter incidere nell’azione politica locale e regionale.