In preparazione al Giubileo del 2025, l’ufficio per la Pastorale della Salute dell’Umbria, promuove un incontro dedicato a “Giunio Tinarelli testimone di speranza” che presieduto da mons. Francesco Antonio Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia e delegato Ceu per la pastorale della salute. Suor Anna Maria Lanari dei Silenziosi Operai della Croce ha presentato la figura e la spiritualità del venerabile Giunio Tinarelli quale testimone di speranza. Ha introdotto padre Angelo Gatto direttore della commisione per la pastorale della salute ed è intervenuta la dott.ssa Gabriella Angeletti coordinatrice della commissione regionale per la pastorale della salute.
«Raccogliendo volentieri l’invito di tutte le diocesi dell’Umbria – spiega il vescovo Soddu – che hanno espresso il desiderio di celebrare un grande testimone di speranza, abbiamo voluto mettere in risalto la figura esemplare del venerabile Giunio Tinarelli perché attingendo dal suo luminoso esempio di vita possiamo abitare il tempo prezioso dell’Anno di Grazia come autentici pellegrini di speranza. È stato, in particolare per la comunità ecclesiale umbra, un fulgido esempio di vita cristiana nel lavoro, nella malattia, nella sofferenza e oggi insegna come in ogni nostra attività possiamo mettere a frutto con onestà i talenti, come essere uniti alla croce di Cristo e solidali con le croci degli altri, come porsi al servizio umile e delicato verso coloro che soffrono nel corpo e nello spirito».
Il venerabile Giunio Tinarelli trascorse venti nell’immobilità ed è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza, di una fede incrollabile, testimoniata con forza nel dolore. Una vocazione che ha segnato la vita del giovane operaio delle Acciaierie, sempre presente tra i suoi coetanei e nella vita dell’oratorio, fin quando la poliartrite anchilosante e spondilite non gli consentirono più alcun movimento, ma non impedirono al giovane Giunio di essere “operaio” nel campo dell’apostolato. Nel 1948 fondò a Terni la sottosezione dell’Unitalsi, partecipando ogni anno ai pellegrinaggi a Loreto, Lourdes con il treno dei malati. Comunicò sempre questa sua grande fede agli altri anche nella sofferenza attraverso mani, penna, carta e leggio, i suoi nuovi ferri del mestiere, conversando con gli amici e con la gente che lo andava a visitare per consolarlo. Dal suo letto Giunio ha sconfitto tante illusioni che rendono triste e amara la vita degli uomini, ricordando che la felicità non sta nell’amare se stessi o nella salute o nella tranquillità, ma che la felicità e la pace stanno nell’amare gli altri.