“L’elaborazione del lutto e la vicinanza a chi ha perso una persona cara” è stato il tema dell’incontro formativo organizzato dalla Caritas diocesana, evento che fa parte di un percorso di formazione intitolato “l’ascolto dell’altro”. Come ricorda l’articolo a firma del diacono Giuseppe Floridi, pubblicato nell’ultimo numero del settimanale La Voce, l’incontro era rivolto a tutti coloro che vogliono vivere bene la relazione con l’altro, soprattutto con che vive un momento di difficoltà, e di sofferenza.
La tematica particolarmente sentita è stata affrontata grazie all’intervento di don Zeno Ferrari monaco di Camaldoli, esperto in questi argomenti che da diversi anni tiene percorsi per il superamento del lutto. La morte è un evento certo con il quale ci dobbiamo tutti confrontare, è una problematica importante forse è il problema esistenziale più importante di tutta la nostra vita. La separazione da una persona cara provoca spesso una sofferenza ed una ferita molto profonda difficile da rimarginare e per questo è importante per chi la subisce non restare solo, ma avere qualcuno con cui parlarne. Gli effetti di questa sofferenza come ci ha riferito don Zeno possono essere l’alienazione dalla realtà, il continuare a vivere la propria esistenza come nulla fosse successo, la rabbia, il non potersi perdonare alcuni eventi vissuti con chi non c’è più. Tutte situazioni che lasciano il segno, occorre quindi prenderne innanzitutto consapevolezza e proseguire nel cammino della vita ricordando ciò che di bello si è vissuto con il proprio caro, nella speranza di una sintonia che continua anche nel presente e un ricongiungimento nella vita eterna all’interno di quella che viene definita “comunione dei santi”. I partecipanti numerosi, fra i quali anche il vescovo, facenti parte dei centri di ascolto Caritas, i ministri istituiti, ministri straordinari della comunione, diaconi e anche qualche sacerdote, hanno seguito attentamente la relazione di don Zeno e preso atto della necessità di andare anche nel pratico per realizzare quella vicinanza umana e spirituale che queste situazioni chiedono. Si è parlato quindi della possibilità di istituire gruppi di mutuo aiuto per chi sta vivendo un lutto, dimostrando l’efficacia dello stare insieme e della condivisione di esperienze comuni che se vissute vicino ad altri possono diventare meno dolorose e anche fonte di crescita personale e di vita. Crediamo che questi tipi di incontri siano utili per sollecitare, stimolare un approfondimento personale per continuare a essere vicini a chi stà vivendo un momento difficile della propria vita, avendo ulteriori strumenti a disposizione e farlo con maggiore sicurezza ed efficacia. Inoltre sono anche un modo per fare qualcosa insieme, e di collaborazione fra varie realtà diocesane che condividono più o meno le stesse esperienze.