Spoleto – Processione di S. Ponziano. L’Arcivescovo: «Mi ha colpito vedere tanti bambini che al passaggio della reliquia salutavano con la manina alzata il nostro patrono. Che bello!». Il grazie di mons. Boccardo al Sindaco: «Con sapienza e pazienza accompagna il cammino della nostra Città»

Un lungo applauso ha accolto la reliquia di S. Ponziano che alle 18.15 circa del 14 gennaio 2020 ha fatto ingresso nella Basilica a lui dedicata, dopo essere stata portata in processione dalla basilica Cattedrale, dove l’arcivescovo mons. Renato Boccardo ha presieduto i Secondi Vespri. Tantissima la gente che ha preso parte alla processione, avviata come da tradizione da una sessantina di cavalli e cavalieri, benedetti poi dall’Arcivescovo alla fine del corteo religioso. Diversi i bambini delle scuole di equitazione presenti con la mantellina di S. Ponziano. Naturalmente c’era il sindaco Umberto de Augustinis, altri membri della Giunta, consiglieri comunali e membri delle varie associazioni di volontariato della Città.

All’interno della Basilica di S. Ponziano mons. Boccardo ha preso la parola: «Il nostro patrono – ha detto – ci raccoglie, fa di noi spoletini una sola famiglia. È stato emozionante questa sera aver visto tutta questa gente che camminava per accompagnare S. Ponziano, altra stava lungo la strada e ha guardato e partecipato. Mi ha colpito poi vedere tanti bambini che al passaggio della reliquia salutavano con la manina alzata il nostro patrono. Che bello! Abbiamo bisogno di stare insieme, di superare le divisioni e gli interessi personali: solo così costruiremo bene la nostra città e la nostra società. Anche nella nostra Città, quante divisioni: nelle famiglie e nelle case, nei gruppi sociali e nelle diverse compagine politiche, così come nella comunità cristiana. E invece S. Ponziano ci aiuta a guardare al di à di tutto questo. Siamo qui attorno al nostro patrono e siamo tutti uguali, anche se abbiamo sentimenti e posizioni diversi. Ponziano ci rende capaci di darci la mano e di costruire qualcosa insieme, perché il bene di Spoleto dipende da tutti noi». Poi, il grazie di mons. Boccardo: «A voi che siete qui, al signor Sindaco che con sapienza e pazienza accompagna il cammino della nostra Città insieme con gli altri amministratori, ai sacerdoti per la loro edizione, ai volontari delle associazioni e gruppi che hanno reso possibile questa bella manifestazione, a chi dona tempo e passione per la festa di S. Ponziano».

Spoleto, festa di S. Ponziano. Solenne pontificale in Duomo. L’Arcivescovo: «Cresce una continua, frammentata e ultimativa richiesta di singoli e di gruppi di interesse, un succedersi di veti incrociati, che rende ardua e alla lunga frustrante la gestione della cosa pubblica per la spinta altalenante a fare concessioni contrapposte».

Martedì 14 gennaio 2020 Spoleto ha solennemente celebrato il suo patrono, il giovane martire Ponziano, decapitato nel 175 per non aver rinnegato la fede. Nella Basilica Cattedrale l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo ha presieduto il solenne pontificale dinanzi a tantissimi spoletini e a molti sacerdoti. Significativa la presenza delle autorità civili e militari presenti, tra cui: la presidente della Giunta Regionale dell’Umbria Donatella Tesei, i Prefetti di Perugia e Terni, il Questore di Perugia, i Parlamentari umbri, il sindaco di Spoleto Umberto de Augustinis, quello di Norcia Nicola Alemanno, altri primi cittadini dei Comuni che ricadono nel territorio della Diocesi. La Messa è stata animata dalla Cappella Musicale del Duomo, mentre il servizio liturgico è stato curato dai seminaristi e dai ministranti della Diocesi.

Nell’omelia di mons. Boccardo il primo pensiero è andato a quanti amministrano la cosa pubblica: «Oggi – ha detto – siamo indotti a pregare anche per quanti esercitano nella città di San Ponziano e nella Regione dell’Umbria il difficile servizio dell’autorità: preghiamo per la loro vita e la loro salute fisica e spirituale, per la loro missione civica e perché si adoperino sempre con operosa saggezza e con spirito di equità per il bene di tutti».

Poi l’Arcivescovo ha sottolineato come le «nostre giornate sono spesso condite di tanta confusione, incertezza e insicurezza; si ricorrere alle più disparate opinioni e ci si affida ad ideali vuoti e vani, che finiscono per deludere, lasciarci nella solitudine, disorientarci nella ricerca di un bene grande e di un senso vero per l’esistenza. Nel contempo, cresce una continua, frammentata e ultimativa richiesta di singoli e di gruppi di interesse, un succedersi di veti incrociati, che rende ardua e alla lunga frustrante la gestione della cosa pubblica per la spinta altalenante a fare concessioni contrapposte, con un equilibrio sempre instabile. Tutto ciò destruttura il costume esistente e alla fine introduce surrettiziamente, per via di fatto e non di motivazioni, un costume nuovo». Insomma per il Presidente dei Vescovi Umbri quella in cui viviamo «non è più una società “bella e buona”; è una convivenza fiacca, opaca, frammentata, una società senza forma. Per correggere l’individualismo, la solitudine e la frammentazione, che sono generatori di sofferenza e morte, di disperazione e distruzione, dobbiamo camminare insieme e sognare insieme un nuovo domani! È certamente difficile superare i campanilismi, ma solo così potremo costruire un valido e credibile “edificio sociale”». Poi, mons. Boccardo ha parlato dell’umanità convinta che la sola cosa deplorevole sia la limitazione del suo capriccio. «Ma allora – si è chiesto – perché meravigliarsi se ciascuno si crede autorizzato ad agire secondo il proprio tornaconto, scavalcando le leggi o interpretandole a proprio vantaggio e alimentando direttamente un malsano modo di pensare che favorisce corruzione e clientelismo?». «Facendo memoria di S. Ponziano – ha concluso il Vescovo -, Gesù chiede a tutti i credenti di donare la vita nell’assunzione delle proprie responsabilità personali e sociali, nel compimento del dovere quotidiano, nella solidarietà e nella condivisione con chi è nella sofferenza e nel bisogno, nella costruzione del bene comune. San Ponziano cammini con noi, ci sostenga con il suo esempio, ci accompagni con la sua intercessione».

Spoleto – la reliquia di S. Ponziano nella casa per disabili di Montepincio. Veglia di preghiera presieduta da mons. Fontana. Il vescovo di Arezzo: «L’unità dei suoi cittadini fa forte Spoleto; il loro senso di responsabilità la può ancora fare grande».

L’ultima tappa di S. Ponziano pellegrino di misericordia è stata nella Casa delle Suore della Sacra Famiglia a Montepincio di Spoleto dove vivono persone con disabilità di vario livello. La reliquia, accompagnata dall’Arcivescovo, è stata accolta dalla superiora suor Monica Cesaretti, dalle suore che lì vivono, da suore di altre case, dalle disabili, dal personale dipendente e dai volontari della struttura. C’era anche il vicario parrocchiale di S. Gregorio Maggiore don Luis Vielman. «Questa casa che accoglie e consola – ha detto mons. Boccardo nella sua riflessione – chiude la peregrinatio della reliquia di S. Ponziano alle tre opere di prossimità scelte quest’anno» (oltre a Montepincio è stata alla Comunità “Giovanni XXIII” a Capro di Bevagna e all’Ospedale di Spoleto, ndr). «Dal sangue di Ponziano – ha proseguito poi il Presule – si è costituito a Spoleto il gruppo dei discepoli di Gesù. Il nostro patrono, decapitato presso il Ponte Sanguinario nel 175 d.c, parla al buon Dio di Spoleto, della sua gente, di questa Chiesa. E il patronato di S. Ponziano si declina anche nelle opere di carità, come questa casa di Montepincio, che rendono bella la vita della Chiesa. Qui la sofferenza e le ferite di tante persone sono accolte, consolate e curate; qui risuonano le parole del beato Pietro Bonilli: “La vita non è bella se non è spesa nella carità”. Ricordare il Patrono allora ci fa porre questa domanda: dinanzi alle sofferenze io cosa faccio? La risposta non sta necessariamente nei grandi progetti, ma piuttosto nei piccoli gesti quotidiani di accoglienza, di perdono e di pace. Così consoliamo il mondo. Chiediamo a S. Ponziano di essere consolatore, di condividere le sofferenze e le lacrime degli spoletini e di insegnarci a essere a nostra volta consolatori e portatori di tenerezza, di pazienza e di dolcezza».

La sera di lunedì 13 gennaio nella Basilica Cattedrale c’è stata la veglia di preghiera in preparazione alla festa di S. Ponziano presieduta da mons. Riccardo Fontana arcivescovo-vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, dal 1996 al 2009 arcivescovo di Spoleto-Norcia. È stato accolto dall’arcivescovo Renato Boccardo, da diversi sacerdoti e fedeli. Il primo momento della veglia, col Duomo buio, è stato l’accoglienza della luce: la processione è stata avviata dalla Cappella Eroli. Sulle parole dell’Apocalisse 21,23 “La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna, perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello” si sono accese tutte le luci della Cattedrale. Poi, ci sono state le acclamazioni a Cristo, luce del mondo: mons. Fontana ha infuso l’incenso nel braciere. Dopo la lettura della passione di S. Ponziano e di un estratto dell’Esortazione apostolica di papa Francesco Gaudete et exsultate c’è stata l’omelia del Vescovo di Arezzo. All’inizio della riflessione mons. Fontana ha detto: «Desidero ringraziare l’Arcivescovo che ha avuto l’amabilità di invitarmi in Duomo in questa data per me altamente significativa: proprio qui, ventiquattro anni fa, avviai il mio ministero di Vescovo». Poi un passaggio sul legame tra S. Ponziano e la società civile che, ha detto il Vescovo di Arezzo, «molte volte nella storia ha trovato in lui motivo di unità e invito alla responsabilità. Sono temi che proseguono ad avere una grande importanza per ogni compagine sociale, che voglia essere libera e forte. La diversità di opinioni è una ricchezza, le divisioni e i contrasti sono malefiche. Solo il dialogo diventa costruttivo e capace di favorire sintesi sempre nuove nel tempo che muta. L’unità dei suoi cittadini fa forte Spoleto; il loro senso di responsabilità la può ancora fare grande». La preghiera litanica ha preceduto la benedizione finale da parte di mons. Quindi l’arcivescovo Renato Boccardo così si è rivolto al suo predecessore: «È stato bello condividere questo momento di preghiera in questa che è stata la Cattedrale di mons. Fontana per 14 anni; da cui ha annunciato il Vangelo a tutta la Diocesi; ed è stato bello vederlo commuovere quando parla di S. Ponziano. Grazie arcivescovo Riccardo!».

Spoleto – la reliquia di S. Ponziano nella Cappella dell’Ospedale di Spoleto e nella Casa famiglia della Comunità “Papa Giovanni XXIII” a Capro di Bevagna

La reliquia di S. Ponziano, patrono di Spoleto, la mattina di domenica 12 gennaio 2020 ha sostato nella Cappella Gesù Misericordioso dell’Ospedale “S. Matteo degli infermi” della Città. Alle 10.30 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia ha presieduto la Messa insieme al cappellano padre Stefano Ruta dei Frati Minori Cappuccini. Presenti diversi fedeli, tra cui alcuni medici e infermieri, nonché familiari dei degenti del nosocomio. «È significativo che la reliquia del nostro patrono – ha detto mons. Boccardo all’inizio della celebrazione – sia in questa casa dove gli spoletini e altre persone del territorio circostante passano un tempo di prova e di sofferenza».

In questa domenica la Chiesa fa memoria del Battesimo del Signore e del conseguente avvio del suo ministero pubblico. Nell’omelia l’Arcivescovo, nell’invitare i presenti a ricercare la data del proprio Battesimo e farne memoria, ha sottolineato come «Dio si riconosce in ciascuno di noi proprio col Battesimo e non si dimentica mai di noi; è sempre sollecito anche con i figli più ribelli, il nostro nome è inciso sulle palme delle sue mani». Poi, un passaggio sulla presenza della reliquia nella Cappella dell’Ospedale: «A S. Ponziano, che per non rinnegare la fede è stato decapitato, chiediamo il dono della fortezza e della consolazione per quanti sono ricoverati in questo momento e per i loro familiari. Il mio pensiero va anche ai medici, agli infermieri e a tutto il personale che qui lavora: ogni giorno – ha detto il Presule – dispensate tanti gesti di bene con sollecitudine e nel silenzio. Questi gesti sono un antidoto forte al male diffuso in questa società». Al termine della Messa, mons. Boccardo ha salutato uno ad uno i fedeli presenti.

Il pomeriggio prima, sabato 11 gennaio, la reliquia di S. Ponziano ha fatto tappa nella chiesa dell’Annunziata a Capro di Bevagna. Nell’attiguo convento, un tempo residenza dei Frati Minori, c’è la Casa famiglia “Nulla è impossibile a Dio” della Comunità “Papa Giovanni XXIII” fondata da don Oreste Benzi. Vi abitano i coniugi Francesca e Guido Camanni: non potendo avere figli naturali, hanno adottato minori con gravi disabilità che nessuno voleva e altri ne hanno in affido. Con loro erano presenti alcuni abitanti della zona e naturalmente il parroco di Bevagna e Cantalupo don Claudio Vergini. Nella riflessione mons. Boccardo ha sottolineato come «la testimonianza di fede di Ponziano, che pur di non rinnegare la fede è stato decapitato, può ispirare e sostenere la nostra vita. Da lui impariamo la coerenza e la fedeltà. Noi cristiani che viviamo in Occidente non siamo a rischio di persecuzione come lo fu Ponziano e come anche oggi tanti nostri fratelli in altre parti del mondo lo sono. Siamo però vittime – ha detto il Presule – di una persecuzione che agisce sottilmente: in modo particolare le mode che guidano ogni nostra scelta e il facile compromesso. S. Ponziano ci aiuta allora a non essere mediocri ma generosi. E qui a Capro c’è questa Casa della “Giovanni XXIII” che è luogo della sofferenza e della speranza; qui la solidarietà rende feconda la vita; qui ogni giorno ci viene ricordato che non possiamo essere insensibili alla sofferenze del fratello».

Terni – lutto in diocesi per la morte di mons. Giuseppe Marinozzi decano del clero diocesano, 104 anni

Una lunga vita a servizio della chiesa diocesana e della comunità di Amelia quella di mons. Giuseppe Marinozzi, 104 anni, per ben 73 parroco di San Matteo apostolo ed evangelista di Sambucetole, che è tornato alla casa del Padre domenica 12 gennaio 2020.
Decano del clero diocesano, solo qualche me se fa aveva festeggiato il suo 104 compleanno e il 23 luglio scorso l’importante anniversario degli 80 anni di sacerdozio, con una celebrazione insieme al vescovo Giuseppe Piemontese, ai sacerdoti e alla comunità di Sambucetole, nel santuario di Collevalenza dove in questi ultimi anni risiedeva ospite nella casa del clero. Un traguardo raggiunto con lo spirito volitivo, umile e riservato che ha caratterizzato la vita di don Giuseppe, un sacerdote buono, amato e conosciuto da tutti nell’amerino e in diocesi.
Mons. Giuseppe Marinozzi era nato a Chianni (PI) il 26 ottobre del 2015. Ha frequentato il seminario diocesano di Amelia e il pontificio seminario regionale Pio XI di Assisi ed è stato ordinato sacerdote il 23 luglio 1939 nella Cattedrale di Amelia da mons. Vincenzo Lojali. Nel 1942 è stato nominato vicario parrocchiale l’anno dopo parroco a Sambucetole, dove ha svolto il suo ministero ininterrottamente fino alla fine del 2014.
Giovane sacerdote, negli anni ’60 ha insegnato latino e greco nel seminario di Amelia e religione nelle classi delle medie e del Ginnasio. Ha collaborato per molti anni, dopo la morte di mons. Sensini, già vicario di Amelia, con la Curia Diocesana, mantenendo aperto l’Ufficio Matrimoni presso la Curia di Amelia e seguendo le pratiche matrimoniali, fino agli anni recenti. Negli anni Ottanta ha retto, dopo la partenza del padri Cistercensi la parrocchia di Foce e il Santuario della Madonna delle Grazie. Nella sua parrocchia, all’inizio degli anni Sessanta, portò anche la televisione in bianco e nero, per condividere la visione delle prime trasmissioni d’intrattenimento.
Schivo nell’accettare inviti a pranzo o a cena nelle famiglie, era invece un cuoco provetto, famoso per i suoi biscotti che regolarmente preparava per i bambini della scuola materna parrocchiale, o per i ragazzi del catechismo o per le donne che pulivano la chiesa. La gente di qualsiasi età racconta che era impossibile uscire dalla canonica senza aver accettato qualcosa di dolce o altro. Autista provetto e “vivace” ha rinnovato la patente di guida, fino a 97 anni.
Sempre vivo in lui è il ricordo del vescovo che lo ha ordinato sacerdote nel 1939 nella cattedrale di Amelia, mons. Vincenzo Lojali, di cui è in corso la causa di beatificazione, e che definiva lui ed altri due sacerdoti scomparsi “la primizia del suo episcopato”.

Domani pomeriggio 13 gennaio sarà allestita la camera ardente nella chiesa parrocchiale di Sambucetole, mentre martedì 14 gennaio alle ore 15 si terranno la celebrazione delle esequie nella con cattedrale di Amelia presiedute dal vescovo Giuseppe Piemontese.

Spoleto – La reliquia di S. Ponziano alla Scuola di Polizia. L’Arcivescovo: «Siamo qui per dire che questa realtà è parte integrante e significativa della nostra Città»

«Siamo qui con la reliquia di S. Ponziano per dire che questa Scuola è parte integrante della Città di Spoleto, è una delle sue realtà più significative. È un gesto di amicizia e di simpatia nei vostri confronti: così potete condividere con gli spoletini la festa del patrono». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha avviato ufficialmente venerdì 10 gennaio, presso l’auditorium dell’Istituto per Sovrintendenti P.S. “R. Lanari” di Spoleto, le celebrazioni 2020 di S. Ponziano, patrono della Città e della Diocesi. Il Presule era accompagnato dagli assistenti spirituali della Scuola, don Jozef Gercàk e don Edoardo Rossi, ed è stato accolto dal Primo dirigente della Polizia di Stato Maria Teresa Panone, direttore della struttura, dai funzionari, dal personale quadro permanente e naturalmente dai 450 allievi che in questo momento stanno frequentando i corsi. Provengono da varie parti d’Italia, il più giovane ha 19 anni, il più grande 28. Presente anche il Dirigente del Commissariato di Spoleto Claudio Giuliano e il presidente dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato – sezione di Spoleto Roberto Ianuale.

Nel breve momento di preghiera è stato letto un pezzo della passio di S. Ponziano, che mons. Boccardo ha poi commentato. «Il giovane patrono di questa Città – ha detto – ha pagato con la vita la fedeltà al suo progetto, quello di essere cristiano. A noi che siamo qui oggi il martire ci dice che la vita ha successo quando alla base c’è un’idealità e una meta da raggiungere. E allora sono convito che voi, cari allievi di questa Scuola, non pensate alla Polizia di Stato solo come ad un lavoro stabile e ad uno stipendio fisso; ogni giorno siete chiamati a far emergere quella idealità che vi ha fatto scegliere la Polizia, ossia dare il proprio contributo a servizio della gente che vive in Italia. Farete i poliziotti in una società dove la confusione abbonda e il compromesso è la regola di vita. A voi spetterà allora, con responsabilità diverse e con professionalità, prossimità al popolo italiano, consapevoli che l’altro non è un estraneo, ma un essere umano come me. S. Ponziano vi aiuti ad essere coerenti al progetto di vita che avete scelto e vi renda capaci di dire i sì e i no al momento giusto».

Le celebrazioni in programma

Incontro con l’economista Bruni. La sera di venerdì 10 gennaio alle 21.00 presso la parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto l’economista Luigino Bruni terrà una conferenza su “Capitalismo e cristianesimo”. Bruni è il direttore scientifico dell’evento “Economy of Francesco” che dal 26 al 28 marzo 2020 vedrà riuniti ad Assisi, assieme al Papa, giovani economisti, imprenditori e change-makers di tutto il mondo. Questo appuntamento rientra nei “Convegni di S. Ponziano” pensati dall’allora arcivescovo Ottorino Pietro Alberti con la finalità di offrire un momento di formazione in prossimità della festa del patrono.

S. Ponziano pellegrino di misericordia. La reliquia del Santo sarà poi in tre significative opere di carità e di prossimità a quanti vivono situazioni di fragilità. Sarà l’Arcivescovo ad accompagnarla e a presiedere i vari momenti di preghiera: sabato 11 gennaio alle ore 17.30 a Capro di Bevagna presso la Casa Famiglia della Comunità “Papa Giovanni XXIII”; domenica 12 gennaio alle 10.30 celebrazione eucaristica presso la cappella dell’Ospedale “S. Matteo degli infermi” di Spoleto; lunedì 13 gennaio alle 15.30 tra le persone disabili accolte dalle Suore della Sacra Famiglia a “Villa don Pietro Bonilli” a Montepincio di Spoleto.

Veglia di preghiera presieduta da mons. Fontana. Lunedì 13 gennaio alle ore 21.00, nella Basilica Cattedrale di Spoleto, si terrà una veglia di preghiera presieduta da mons. Riccardo Fontana arcivescovo-vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, a suggellare l’arrivo della reliquia di S. Ponziano in Duomo. Il Presule toscano dal 1996 al 2009 è stato arcivescovo di Spoleto-Norcia, Chiesa nella quale fece solenne ingresso proprio nella festa di S. Ponziano di ventiquattro anni fa.

Pontificale e processione. Martedì 14 gennaio alle ore 11.30 l’arcivescovo Renato Boccardo presiederà il solenne pontificale in Duomo, che verrà trasmessa in diretta sulla pagina facebook della Diocesi: SpoletoNorcia. Nel pomeriggio del 14 gennaio, alle 16.00 mons. Boccardo presiederà in Cattedrale i Secondi Vespri Pontificali e a seguire la processione per le vie del centro di Spoleto che si concluderà nella Basilica di S. Ponziano: come da tradizione il corteo religioso sarà avviato da cavalli e cavalieri, in ricordo del martire definito “felice cavaliere del cielo” e raffigurato quasi sempre a dorso di un cavallo. Dopo la benedizione dell’Arcivescovo ai fedeli con la reliquia del Santo, ci sarà la Messa di ringraziamento presieduta da don Edoardo Rossi parroco dei Santi Pietro e Paolo in Spoleto, pievano della Pievania di Santa Maria e cerimoniere arcivescovile.

Ad Assisi oltre 2000 giovani, imprenditori ed economisti under 35, per l’evento “Economy of Francesco”

Assisi si prepara ad accogliere gli oltre 2000 economisti e imprenditori under 35 provenienti da tutto il mondo per partecipare a “Economy of Francesco”, l’evento voluto da Papa Francesco che si terrà dal 26 al 28 marzo. Sono più di 3300 le richieste giunte da oltre 115 paesi. La città di San Francesco sarà organizzata in 12 “villaggi” che ospiteranno i lavori dei partecipanti sui grandi temi e interrogativi dell’economia di oggi e di domani: lavoro e cura; management e dono; finanza e umanità; agricoltura e giustizia; energia e povertà; profitto e vocazione; policies for happiness; CO2 della disuguaglianza; business e pace; Economia è donna; imprese in transizione; vita e stili di vita.

L’orizzonte entro il quale leggere l’articolazione dei villaggi è dato dalle parole del Vescovo di Assisi, Mons. Domenico Sorrentino: «lo svolgimento dell’evento ha una relazione con san Francesco, con la sua esperienza di vita e con le sue scelte, che hanno valore anche nell’economia. Fu lui a scegliere tra una economia dell’egoismo e un’economia del dono. La sua spogliazione davanti agli occhi del padre e del vescovo di Assisi è una icona ispirante per l’evento di marzo ed è il motivo per cui il Papa lo ha voluto ad Assisi. Speriamo che il clima spirituale di questa città possa segnare tutto lo svolgimento dell’incontro».

I partecipanti di Economy of Francesco sono giovani ricercatori, studenti, dottorandi di ricerca; imprenditori e dirigenti d’azienda; innovatori sociali, promotori di attività e organizzazioni locali ed internazionali; si occupano di ambiente, povertà, diseguaglianze, nuove tecnologie, finanza inclusive, sviluppo sostenibile: si interessano dell’uomo.

«Ad Assisi i protagonisti saranno i giovani, che diranno la loro idea sul mondo, perché lo stanno già cambiando, sul fronte dell’ecologia, dell’economia, dello sviluppo, della povertà. Economy of Francesco – ha dichiarato il direttore scientifico dell’evento, Prof. Luigino Bruni – sarà un contenitore di idee e prassi dove i giovani si incontreranno a “ritmo lento” e avranno la possibilità di pensare e domandarsi, sulle orme di San Francesco, cosa significa costruire un’economia nuova a misura d’uomo e per l’uomo. Una tre giorni che si concluderà con la firma di un patto tra i giovani economisti e Papa Francesco che li ha convocati ad Assisi proprio per ascoltare il loro grido d’allarme, i loro sogni».

«Francesco d’Assisi era un giovane commerciante, un party planner e un sognatore… come tanti altri oggi. Eppure, lo guardiamo con un po’ di sana invidia. Dalla sua esperienza spirituale – ha dichiarato il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti – scaturì un movimento che contribuì in modo decisivo alla nascita del mercato moderno. Umanità, civiltà e benessere crebbero velocemente dopo di lui. Why not? Sembra questa la provocazione di Papa Francesco rivolta ai giovani. La sfida è enorme, perché non si vincerà grazie a competenza, genialità o per imitazione di qualcuno – fosse anche san Francesco -. La sfida è grande quanto la fiducia riposta nei giovani. L’ascolto dei desideri più profondi del cuore e la capacità di decidersi per le cose che contano – paradossalmente, non i soldi – apriranno la via ad una nuova economia. Noi ci crediamo».
«La Città del nostro Santo è la sede naturale per ispirare un evento che si prefigge di stringere un patto tra giovani economisti e imprenditori per dare un’anima all’economia di domani che si basi sulla fraternità e sull’equità. La “convocazione” è arrivata direttamente dal Papa che richiamandosi al Santo di Assisi ci invita a esaltare il suo esempio per eccellenza nella custodia degli ultimi della terra, nell’attenzione verso i deboli e i poveri e nella necessità di una ecologia integrale. La Città di Assisi sarà pronta per l’appuntamento di marzo e lo sarà con tutta la sua forza simbolica e morale e con la coerenza al messaggio “francescano” di tutta la sua comunità. The Economy of Francesco deve parlare a tutti, e tutti si devono sentire coinvolti e partecipi di un evento eccezionale e storico. Perché il ruolo di Assisi, riconosciuto anche dal Papa con quest’incontro, è quello di “città-messaggio” capofila di un cambiamento che finalmente passi dalle parole all’azione – ha dichiarato il Sindaco di Assisi, Stefania Proietti».

L’evento è organizzato dalla Diocesi di Assisi, dall’Istituto Serafico, dal Comune di Assisi e da Economia di Comunione, in collaborazione con le Famiglie Francescane.

I NUMERI
3300 richieste di partecipazione
2000 giovani accreditati – Donne 41%, Uomini 56%
115 Paesi
I partecipanti più giovani hanno 12 anni e arrivano dalla Slovacchia e dalla Tailandia
Nazioni più rappresentate: Italia, Brasile, USA, Argentina, Spagna, Portogallo, Francia, Messico, Germania, Gran Bretagna
Oltre 80 eventi preparatori
12 villaggi

L’EVENTO

L’evento The Economy of Francesco avrà inizio giovedì 26 marzo. I Premi Nobel Amartya Sen e Muhammad Yunus apriranno ufficialmente i lavori della tre giorni assisana con i giovani economisti e imprenditori. Ai relatori già noti (Kate Raworth, Jeffrey Sachs, Vandana Shiva, Stefano Zamagni, Bruno Frey, Anna Meloto, Carlo Petrini), si sono aggiunti l’economista Juan Camilo Cardenas, le filosofe Jennifer Nedelsky, Cécile Renouard, e Consuelo Corradi. E ancora esperti di sviluppo sostenibile, intelligenza artificiale e imprenditori di fama internazionale tra cui John Frank, di Microsoft e l’imprenditore Brunello Cucinelli. Tutti i relatori si confronteranno con i giovani in un’ampia scelta di sessioni plenarie e parallele.

L’incontro del 26, 27 e 28 marzo sarà preceduto da un pre-evento nei giorni 24 e 25, con 500 giovani economisti e imprenditori – in rappresentanza delle diverse regioni geografiche, culture ed ambiti di ricerca e impresa – che lavoreranno in preparazione all’evento principale.

Durante la giornata conclusiva i giovani “incontreranno” Papa Francesco per stringere con lui un Patto solenne assicurando il proprio impegno per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani.

I VILLAGGI
Durante tutta la giornata possibilità di colloqui personali di approfondimento con economisti, imprenditori, filosofi, banchieri, frati, sociologi, manager, innovatori, suore. Disponibile un’area permanente incubatore di idee-progetti-networking. Visite personali ai luoghi francescani fino a sera tardi e mattina presto.

Spoleto – festa di S. Ponziano reliquia del Santo alla Scuola di Polizia e in tre opere di prossimità a quanti vivono nella fragilità; pontificale e processione presieduti dall’arcivescovo Renato Boccardo

Martedì 14 gennaio 2020 la Chiesa di Spoleto-Norcia celebra la festa di S. Ponziano, patrono della Città di Spoleto. Diversi gli appuntamenti di formazione e di preghiera in avvicinamento alla solennità del giovane martire, decapitato il 14 gennaio 175 per non aver rinnegato la fede.

Alla Scuola di Polizia. Venerdì 10 gennaio alle ore 10.30 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo accompagnerà la reliquia del Santo (la testa, ndr) all’Istituto per Sovrintendenti della Polizia di Stato “R. Lanari” di Spoleto e presiederà un momento di preghiera con i formatori e i ragazzi che frequentano i corsi.

Incontro con l’economista Bruni. La sera di venerdì 10 gennaio, invece, alle 21.00 presso la parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto l’economista Luigino Bruni terrà una conferenza su “Capitalismo e cristianesimo”. Bruni è il direttore scientifico dell’evento “Economy of Francesco” che dal 26 al 28 marzo 2020 vedrà riuniti ad Assisi, assieme al Papa, giovani economisti, imprenditori e change-makers di tutto il mondo. Questo appuntamento rientra nei “Convegni di S. Ponziano” pensati dall’allora arcivescovo Ottorino Pietro Alberti con la finalità di offrire un momento di formazione in prossimità della festa del patrono.

S. Ponziano pellegrino di misericordia. La reliquia del Santo sarà poi in tre significative opere di carità e di prossimità a quanti vivono situazioni di fragilità. Sarà l’Arcivescovo ad accompagnarla e a presiedere i vari momenti di preghiera: sabato 11 gennaio alle ore 17.30 a Capro di Bevagna presso la Casa Famiglia della Comunità “Papa Giovanni XXIII”; domenica 12 gennaio alle 10.30 celebrazione eucaristica presso la cappella dell’Ospedale “S. Matteo degli infermi” di Spoleto; lunedì 13 gennaio alle 15.30 tra le persone disabili accolte dalle Suore della Sacra Famiglia a “Villa don Pietro Bonilli” a Montepincio di Spoleto.

Veglia di preghiera presieduta da mons. Fontana. Lunedì 13 gennaio alle ore 21.00, nella Basilica Cattedrale di Spoleto, si terrà una veglia di preghiera presieduta da mons. Riccardo Fontana arcivescovo-vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, a suggellare l’arrivo della reliquia di S. Ponziano in Duomo. Il Presule toscano dal 1996 al 2009 è stato arcivescovo di Spoleto-Norcia, Chiesa nella quale fece solenne ingresso proprio nella festa di S. Ponziano di ventiquattro anni fa.

Pontificale e processione. Martedì 14 gennaio alle ore 11.30 l’arcivescovo Renato Boccardo presiederà il solenne pontificale in Duomo, che verrà trasmessa in diretta sulla pagina facebook della Diocesi: SpoletoNorcia. Nel pomeriggio del 14 gennaio, alle 16.00 mons. Boccardo presiederà in Cattedrale i Secondi Vespri Pontificali e a seguire la processione per le vie del centro di Spoleto che si concluderà nella Basilica di S. Ponziano: come da tradizione il corteo religioso sarà avviato da cavalli e cavalieri, in ricordo del martire definito “felice cavaliere del cielo” e raffigurato quasi sempre a dorso di un cavallo. Dopo la benedizione dell’Arcivescovo ai fedeli con la reliquia del Santo, ci sarà la Messa di ringraziamento presieduta da don Edoardo Rossi parroco dei Santi Pietro e Paolo in Spoleto, pievano della Pievania di Santa Maria e cerimoniere arcivescovile.

Il messaggio augurale per il nuovo anno del cardinale Gualtiero Bassetti nella 53a Giornata mondiale della pace. La Chiesa protagonista di due eventi a sostegno della promozione umana

Carissimi,

Papa Francesco, nel suo messaggio per l’odierna giornata mondiale della pace, ci ha ricordato che «il mondo non ha bisogno di parole vuote, ma di testimoni convinti, di artigiani della pace aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni… La pace è “un edificio da costruirsi continuamente”, un cammino che facciamo insieme cercando sempre il bene comune…». Con queste convinzioni nel cuore e avendo dinanzi agli occhi i drammi di tanti popoli della terra, mi piace presentare due iniziative che nei prossimi mesi di febbraio e marzo impegneranno la Chiesa italiana e molti vescovi e laici di diverse nazioni: l’incontro di Bari, dal titolo “Mediterraneo, frontiera di pace”, avrà luogo dal 19 al 23 febbraio; mentre alla fine di marzo verranno ad Assisi economisti e imprenditori di tutto il mondo per riflettere insieme sui problemi dello sviluppo economico e della dignità umana. Entrambi gli incontri vedranno la partecipazione di Papa Francesco.

Convocando l’incontro di Bari, ho voluto, in qualche modo, riprendere un’iniziativa per molti versi passata alla storia, denominata “Colloqui mediterranei” e promossa negli anni ’50 e ’60 dal sindaco “santo” di Firenze Giorgio La Pira. Tali “Colloqui” ebbero come punto unificante e come finalità il dialogo fra le tre famiglie religiose (ebrei, cristiani, musulmani) visto come essenziale contributo alla pace mondiale; essi allargarono successivamente gli orizzonti all’Africa sub-sahariana, attraendo i paesi che durante gli anni ’60 uscivano dal colonialismo. Al prossimo incontro di Bari parteciperanno i vescovi delegati dei paesi che affacciano sul Mediterraneo, diverse autorità politiche di livello mondiale e studiosi di rapporti internazionali. Sarà l’occasione per un’ampia e condivisa riflessione sulla vita delle Chiese delle sponde del grande “Lago di Tiberiade”, come La Pira chiamava il Mediterraneo, e sui rapporti tra i popoli che vivono in questo grande bacino. Con l’aiuto di Dio, speriamo di favorire in tal modo il dialogo e la convivenza pacifica in questo luogo del mondo, da cui trae origine la nostra civiltà e la nostra fede.

Con l’incontro internazionale di Assisi, a fine marzo, si cercherà invece di riflettere sulle nuove prospettive dell’economia mondiale e di trovare nuove strade affinché la crescita economica e sociale non sia contraria al rispetto della dignità umana e alla salvaguardia del creato. La Chiesa, da almeno un secolo, ha promosso una grande riflessione sullo sviluppo economico e i suoi riflessi sulla vita e la dignità del persone. Ricordiamo quanta diffusione e impressione fece in tutto il mondo l’enciclica di Papa Leone XIII Rerum novarum, con la quale si affrontava la drammatica situazione della classe operaia e dei mezzi di produzione industriale di fine ’800. Oggi, come allora, siamo chiamati ad offrire al mondo globalizzato una rinnovata riflessione per un’economia solidale. Pertanto il Papa incoraggia gli imprenditori a perseverare lungo il cammino della generosa solidarietà e a lavorare per il ritorno dell’economia e della finanza a un approccio etico che favorisca il rispetto di tutti.

Guardiamo a questi due prossimi eventi mondiali con tanta fiducia e speranza, sicuri che il Signore ci aiuterà in questo servizio di riflessione e di promozione umana.

Gualtiero card. Bassetti

Arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve

Spoleto – Te Deum di ringraziamento. Mons. Boccardo: «Nella società in cui vivo posso contribuire – non fosse altro che con il mio voto – a far prevalere una ideologia di pace e di comprensione tra i popoli, anziché le ideologie basate sull’odio, sulla violenza, o sul sovranismo e nazionalismo esasperato»

Il pomeriggio del 31 dicembre la Chiesa ha celebrato il Te Deum, inno di lode e di ringraziamento e supplica al Signore al termine dell’anno civile. A Spoleto l’arcivescovo mons. Renato Boccardo ha celebrato questa Messa nella Basilica Cattedrale, alla presenza dei parroci della Città e di diversi fedeli. Il Presule nell’omelia ha detto che se «ripercorriamo con onestà il tempo dell’anno che finisce, se siamo sinceri, dobbiamo riconoscere che anche noi, come i bambini, vogliamo tutto. O meglio: c’è in noi l’aspirazione bramosa a entrare nel tutto, perché percepiamo che solo il tutto dà senso compiuto all’esistenza. E lo ricerchiamo con affanno in mille modi questo tutto, talvolta anche facendoci del male. E dimentichiamo che le cose di sempre sono quelle che costituiscono la nostra vita. Noi vorremmo tutto, e invece dobbiamo scegliere e vivere ciò che è parziale. Sono figlio dei miei genitori, non della regina d’Inghilterra; vivo in questa parrocchia e non a New York; lavoro in questa fabbrica, e non in un’azienda d’informatica a Silicon Valley. Ho queste capacità, questa sensibilità; posso migliorarmi e migliorare le condizioni di vita, ma solo a patto che mi accolga per quello che sono, con le mie ferite e i miei doni». «La nostra conclusione – ha detto mons. Boccardo – è il mio quotidiano, fatto di routine, di eventi piccoli e grandi, di gioie e sofferenze, di imprevisti piacevoli e spiacevoli, di incontri con gente dal cuore buono e con profittatori, di giorni in cui mi pare di spaccare il mondo e di altri in cui mi sento uno straccio; il mio essere giovane pieno di speranze e di illusioni, o adulto ormai navigato, o anziano che vede la vita fuggire… Il mio quotidiano è il luogo da amare di un amore operoso, è il tempo della Grazia, dove Dio mi raggiunge e si fa a me dono, perché io diventi dono per gli altri. È il presente quello che conta per noi». E poi, ha concluso l’Arcivescovo, «affinché l’anno che inizia sia davvero “buono”, occorre dunque imparare a fare memoria di tutto il bene che ci è stato dato nell’arco dell’esistenza: madre e padre, famiglia, amici, insegnanti, lavoro, malattie e guarigioni, sconfitte e rinascite, e via via tutti i volti e le circostanze che ci hanno accompagnato, anche nel dolore. Ripercorrendo la nostra storia possiamo ricostruire la trama di un disegno che ci conduce. Riconoscendo quel percorso come in filigrana comprendiamo che possiamo fidarci, e affidarci. Comprendiamo che l’anno che viene, sconosciuto, non è un tuffo nel buio. Così la memoria diventa realmente motore di speranza. Autentica, però, e fortemente radicata; non attesa superstiziosa che si culla nel frastuono dei fuochi d’artificio».

La mattina del 1° gennaio, solennità di Maria Madre di Dio, mons. Boccardo ha presieduto il solenne pontificale nel Duomo di Spoleto. In questa giorno, da 53 anni, la Chiesa la Giornata Mondiale della Pace, una giornata destinata a suscitare una coscienza, una mentalità, una psicologia di pace. E ogni anno il Papa offre all’attenzione e alla riflessione delle persone di buona volontà un messaggio nel quale invita a farsi operatoti di pace. «A questo livello – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – possiamo affermare allora che la pace dipende anche da me, in quanto io posso contribuire a stabilire la pace in quella prima fondamentale cerchia che è la famiglia; in quanto posso, con la mia azione e l’impegno sociale, rafforzare il fondamento stesso della pace che è la giustizia; in quanto, nella società in cui vivo posso contribuire – non fosse altro che con il mio voto – a far prevalere una ideologia di pace e di comprensione tra i popoli, anziché le ideologie basate sull’odio, sulla violenza, o sul sovranismo e nazionalismo esasperato. Ogni uomo può essere, nel suo piccolo, un “figlio della pace” e portare il suo contributo alla pace universale, perché non c’è pace universale se non vi sono uomini di pace. Miliardi di uomini senza pace non possono formare un’umanità in pace, come miliardi di gocce di acqua torbida non possono formare un mare pulito». Poi, mons. Boccardo si è soffermato sulla pace evangelica che è la riconciliazione con Dio ottenuta in Gesù Cristo, la pace che ricostruisce l’uomo in unità e gli restituisce quella sicurezza interiore per cui può esclamare: “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? La guerra, la fame? Niente potrà mai separarci dall’amore di Dio” (Rm 8, 31.39). «È una certezza del cuore – ha detto l’Arcivescovo – che vince ogni paura e ogni cattiveria e che neppure la guerra più selvaggia è in grado di distruggere. Un uomo così è automaticamente anche un uomo che diffonde pace; è “un operatore di pace”. Questa pace non si ferma nel cuore del singolo cristiano; da essa nasce una comunità di pace: Gesù ha abbattuto il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia… per riconciliare tutti con Dio in un solo corpo (cf Ef 2, 14.16). Ogni apartheid, ogni barcone che affonda nel Mediterraneo, ogni muro che viene eretto in Europa è così escluso alla radice. In questo inizio del 2020 – ha concluso il Presidente della Conferenza episcopale umbra – siamo qui per metterci di fronte al volto di Cristo bambino perché, ascoltandolo, possiamo raggiungere la conoscenza del vero e del bene. Non c’è modo migliore per formarsi una coscienza di pace che ascoltare, pregare, meditare, contemplare la parola di Dio fatta carne in Gesù, parola che ci raggiunge attraverso le sacre Scritture, attraverso la tradizione e la Chiesa, mediante l’ispirazione interiore dello Spirito Santo. Questo è il compito della pace per ciascuno di noi. Così, di fronte ai grandi problemi della guerra e della pace nel mondo, non ci sentiremo soltanto sgomenti, impotenti, intimoriti, bensì partecipi di un impegno che fin da questo momento deve segnare le ore, i minuti, i secondi di questo 2020, perché sia un anno della pace e della giustizia».