Perugia: Nel tempo del “corona virus” il cardinale Bassetti ancora più vicino alla comunità diocesana: la “Lettera settimanale di collegamento” pubblicata sul sito ufficiale della Diocesi e la celebrazione eucaristica domenicale dalla cappella dell’episcopio in diretta radio e social

«Cari fratelli e sorelle, cari amici, ora che anch’io, come voi, sono quasi del tutto rinchiuso in casa, per fare la mia parte e contribuire alla lotta dell’Italia intera contro questo devastante “virus”, vi sento ancora più vicini: la memoria del cuore corre veloce a raggiungere case, villaggi e parrocchie». Lo scrive il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve nella sua “Lettera settimanale di collegamento”, come lui stesso l’ha intitolata, nel tempo del “corona virus”, pubblicata sul sito ufficiale dell’Archidiocesi (www.diocesi.perugia.it) e inviata a parrocchie, comunità religiose, associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali attraverso la newsletter Nuntium Perusinum (per chi fosse interessato a riceverla: http://diocesi.perugia.it/modulo-iscrizione-nuntium-perusinum/). Inoltre il cardinale Bassetti dà idealmente appuntamento a tutti i fedeli la domenica mattina, alle ore 10, nella cappella dell’episcopio perugino, dove celebrerà la santa messa trasmessa in diretta da Umbria Radio In Blu e dai social dei media diocesani.

«Mi mancate tanto, sacerdoti, consacrati, famiglie, giovani, ragazzi. Mi mancate tanto – scrive il cardinale –. Almeno, fino a qualche giorno fa, anche se spesso ero pellegrino per l’Italia e per il mondo, il sabato e la domenica avevo la possibilità di incontrarvi nelle vostre parrocchie. Ora sono privato anche di questo conforto. Grazie a Dio, c’è però più tempo per pregare».

«Al termine di ogni giornata, prima della compieta – prosegue il presule –, mi reco per l’ultima visita in cappella e, mentre faccio scorrere la corona del rosario, chiedo a Maria: “Madre nostra, presenta tu a Gesù le mie preghiere per tutte le necessità spirituali e materiali della mia gente: gli anziani, i malati, le persone sole. Provvedi a tutte le nostre famiglie, suscita nei giovani la generosità e il desiderio di far dono di sé per ridare dignità ad ogni creatura e particolarmente a tanti loro coetanei…”. Mi raccomando, cari fratelli, non stancatevi di pregare e, se potete, arricchitevi di opere buone. La preghiera è l’arma più potente e l’atto di carità più grande nei confronti di tutti».

Il cardinale conclude la sua lettera offrendo una preghiera del vescovo “santo” Tonino Bello, «con il quale, per molti anni – scrive Bassetti –, ho condiviso la “passione” di formatore in Seminario».

CORONAVIRUS: SOSPENSIONE DELLE SANTE MESSE FERIALI E FESTIVE CON LA PRESENZA DEI FEDELI

A seguito del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri entrato in vigore quest’oggi 8 marzo per contrastare la diffusione del “coronavirus”, e a completamento della Nota della Conferenza Episcopale Umbra del 5 marzo u.s. i Vescovi della Regione Ecclesiastica stabiliscono la sospensione della celebrazione di tutte le SS. Messe feriali e festive con la presenza dei fedeli in tutte le chiese e santuari della Regione, fino a venerdì 3 aprile p.v. compreso.
Tra le “cerimonie civili e religiose” il Decreto governativo include esplicitamente anche i funerali. Il rito funebre dovrà dunque essere celebrato senza Messa, direttamente al cimitero, alla presenza dei soli stretti familiari, secondo quanto previsto al cap. IV del Rito delle Esequie.
Queste ulteriori restrizioni generano sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. Attraverso il grave sacrificio richiesto ai credenti, la comunità cristiana intende assicurare il proprio significativo contributo alla tutela della salute pubblica, collaborando lealmente con le Istituzioni civili in questo momento di emergenza nazionale. Nell’impossibilità di adempiere al precetto festivo ai sensi del can. 1248§2, i fedeli sono invitati a dedicare un tempo conveniente all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera e alla carità; possono essere d’aiuto le celebrazioni trasmesse tramite radio, televisione e in streaming sui siti internet e sui social. L’accesso ai luoghi di culto sia consentito ai singoli fedeli che vogliano recarvisi per la preghiera individuale, avendo cura che venga osservata la distanza di precauzione igienica.
Assisi, 8 marzo 2020.

Coronavirus – La Cei segue il decreto del Governo sulla sospensione delle cerimonie religiose

A seguito del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020, la Conferenza Episcopale Umbra ha diffuso il seguente comunicato:
“La Chiesa che vive in Italia e, attraverso le Diocesi e le parrocchie si rende prossima a ogni uomo, condivide la comune preoccupazione, di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese.
Rispetto a tale situazione, la CEI – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il Governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”.
Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, entrato in vigore quest’oggi, sospende a livello preventivo, fino a venerdì 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”.
L’interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le “cerimonie religiose”. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica”.

Mons. Gualtiero Sigismondi nuovo Vescovo di Orvieto-Todi – l’augurio dei Vescovi umbri a e il ringraziamento a mons. Benedetto Tuzia per la missione svolta anche al servizio delle Chiese dell’Umbria

Il 7 marzo il papa Francesco ha nominato vescovo della diocesi di Orvieto-Todi mons. Gualtiero Sigismondi, già vescovo di Foligno.
“Il Corpo ecclesiale della Diocesi di Orvieto-Todi ha due “polmoni spirituali”: quello ossigenato dallo stupore eucaristico, che ha il suo baricentro nella Cappella del Ss. Corporale, e quello irrorato dall’Amore misericordioso, che ha il suo fulcro presso il Santuario di Collevalenza – scrive il vescovo Sigismondi nel messaggio alla comunità -. Con cuore libero e ardente mi dispongo a lavorare in questo filare della Vigna del Signore, in cui sin dai primi secoli dell’era cristiana scorre la “linfa” della santità, arrivando fino ai nostri giorni, con Madre Speranza di Gesù. Mi accingo a mettermi in cammino portando sulle spalle e nel cuore la “bisaccia” dell’esperienza maturata a Foligno, ove ho scoperto, anche a causa del sisma del 2016, che la cattedra episcopale non è un bene immobile, ma mobile. Strada facendo, mi sono reso conto che nella vita pastorale è necessario passare dal sistema di irrigazione “a pioggia” delle iniziative di mantenimento a quello “a goccia” dei processi di accompagnamento”.

IL MESSAGGIO INTEGRALE DEL VESCOVO SIGISMONDI

I Vescovi della Conferenza Episcopale Umbra si stringono fraternamente attorno a Mons. Gualtiero Sigismondi, finora Vescovo di Foligno, chiamato oggi da Papa Francesco a guidare come padre e maestro la Chiesa di Orvieto-Todi e invocano sul suo ministero la luce e la consolazione dello Spirito Santo e l’assistenza dei Santi Patroni Giuseppe e Fortunato.
Salutano con animo grato Mons. Benedetto Tuzia, con il quale hanno condiviso in questi anni il comune servizio del Vangelo in terra umbra, apprezzando la sapienza e l’umanità con cui ha adempiuto alla missione episcopale e accompagnato la Commissione regionale per la carità.

+ Renato Boccardo
Arcivescovo di Spoleto-Norcia e Presidente della Conferenza Episcopale Umbra

Breve nota biografica di mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo dall’animo giovane e dal carattere mite e determinato
a cura di Riccardo Liguori

Sono trascorsi undici anni e mezzo dall’ordinazione episcopale di monsignor Gualtiero Sigismondi, avvenuta all’età di 47 anni, ma può essere ancora definito uno dei «giovani vescovi di questa tempra che abbiamo bisogno…, liberi dai tanti condizionamenti, capaci di infondere coraggio nei momenti difficili». Così lo presentò l’allora arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Giuseppe Chiaretti, il 3 luglio 2008, nell’annunciare la nomina del suo vicario generale a vescovo eletto di Foligno. Mons. Sigismondi prese possesso della Diocesi folignate il 5 ottobre successivo, dopo l’ordinazione episcopale avvenuta nella cattedrale di Perugia il 12 settembre precedente, giorno della festività perugina della Madonna delle Grazie e cui lo stesso presule è particolarmente devoto.

Il vescovo Sigismondi, nato ad Ospedalicchio di Bastia Umbra il 25 febbraio 1961, prosegue il suo ministero episcopale nella Diocesi di Orvieto-Todi, sostenuto dal Signore e dalla sua esperienza umana e di pastore mite e determinato; esperienza maturata in quasi trentaquattro anni di sacerdozio. Fu ordinato presbitero diocesano il 29 giugno 1986 dall’allora arcivescovo Cesare Pagani, dopo essere stato alunno del Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI e frequentato il quinquennio istituzionale presso l’Istituto Teologico di Assisi (1979-1984). In seguito, quale alunno del Pontificio Seminario Lombardo in Roma (1984-1988), ha frequentato la Facoltà di Sacra Teologia della Pontificia Università Gregoriana, conseguendo nel 1986 la licenza in teologia sistematica e nel 1993 il dottorato di ricerca.

Nel 1988 è stato nominato vice-rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro, di cui è diventato direttore spirituale nel 1996, incarico ricoperto fino al 2004. Contestualmente al servizio di formatore – svolto ininterrottamente per ben 16 anni – è stato parroco di Santa Maria Assunta e Sant’Emiliano in Ripa (Perugia) dal 1988 al 1993 e docente di teologia sistematica, a partire dall’anno accademico 1988/89, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi, del quale è diventato direttore nel 1994, incarico ricoperto fino al 2002. Dal 2001 al 2008 è stato assistente regionale unitario di Azione Cattolica.

A livello diocesano, oltre a ricoprire l’incarico di parroco di Ripa e di assistente della sezione perugina dei Giuristi e dei Medici cattolici, è stato membro del Consiglio Presbiterale e del Collegio dei Consultori, vicario generale e segretario generale del Sinodo diocesano indetto dall’arcivescovo Chiaretti.

Da vescovo di Foligno è entrato a far parte della Conferenza episcopale umbra e dal 2009 è succeduto all’attuale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti, al delicato incarico di visitatore dei Seminari d’Italia per conto della Santa Sede. Nel corso dei lavori della 68ª Assemblea Generale della Conferenza episcopale italiana, svoltasi a Roma dal 18 al 21 maggio 2015, è stato designato presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata, entrando a far parte del Consiglio Permanete della Cei. Sempre per la Cei è presidente della Commissione mista vescovi-religiosi-istituti secolari. Il 4 marzo 2017 papa Francesco lo nomina assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana.

Perugia: Lettera quaresimale del cardinale Bassetti alla comunità diocesana nel tempo del Coronavirus. Il presule: «Se ogni giorno non ci convertiamo e la nostra vita si trascina in un continuo grigiore, è perché manca o non è sufficiente la preghiera»

Il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha scritto una lettera alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve «per sottolineare l’importanza di alcuni impegni che ci consentiranno di vivere con maggiore intensità questo tempo di grazia che è la Quaresima. Quest’anno abbiamo anche un motivo particolare per innalzare al Signore le nostre preghiere – sottolinea il cardinale –: il diffondersi del Coronavirus». La lettera – un invito a dedicare più tempo alla riflessione sulla Parola di Dio e alla preghiera soprattutto tra le mura domestiche -, sarà letta dai parroci ai fedeli durante le messe della Seconda Domenica di Quaresima, il prossimo 8 marzo, e inviata a tutte le comunità religiose e monastiche di clausura.

Lettura della Parola di Dio. «È necessario osservare al massimo le precauzioni che via via vengono richieste, ma vorrei soprattutto invitarvi alla preghiera – scrive il presule –. In questi giorni in cui sarà necessario restare di più in famiglia con la presenza a casa dei vostri ragazzi e dei vostri giovani, data la chiusura delle scuole, si dia più spazio alla lettura della Parola di Dio e alla preghiera. La Parola di Dio vi aiuterà a comprendere, come riferimento essenziale per la vostra vita, lo sguardo del Padre “che vede nel segreto”».

Ricostruire la vita. «Sarà davvero un lavoro spirituale coraggioso e impegnativo che vi aiuterà a ricostruire la vostra vita sotto la guida del Padre, pieno di amore, che sta nei cieli e che vi indicherà come modello di vita il Figlio Suo Gesù. Il quale ci dice: “prega il Padre tuo nel segreto, e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”».

La preghiera è intimità. «La preghiera schiude il nostro cuore al dialogo col Signore – prosegue Bassetti –. La preghiera è incontro con Colui che ci vuole simili a sé. La preghiera è intimità: “stare cuore a cuore con Gesù”. La preghiera è l’unico modo per rientrare in noi stessi. Nella preghiera, cari fratelli, non siamo soli: ci accompagna, ci illumina e ci guida lo Spirito Santo. È Lui che attira nella cella del nostro cuore il Signore. Tornate a pregare fratelli; col Vangelo, con la corona del Rosario, con quelle invocazioni semplici, che una volta chiamavano “giaculatorie”».

La preghiera di intercessione. «Prima di tutto mi rivolgo ai nostri monasteri, a tutti i consacrati e le consacrate. E a voi sacerdoti: pregate incessantemente per il vostro popolo; la preghiera di intercessione è uno dei primi compiti che ci viene affidato dalla Chiesa.

La piccola chiesa domestica. «Si torni a pregare in quella “piccola chiesa domestica” che è la famiglia. Se la famiglia vuole “essere” chiesa, non potrà mai allontanarsi dalla preghiera. Tutti dobbiamo scendere nel profondo di noi stessi – conclude il cardinale –, perché è nel nostro intimo che il Signore ci raggiunge. Se ogni giorno non ci convertiamo e la nostra vita si trascina in un continuo grigiore, è perché manca o non è sufficiente la preghiera».

“CORONAVIRUS”: INDICAZIONI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE UMBRA PER L’ATTIVITA’ PASTORALE SUL TERRITORIO

La fede cristiana si pone al servizio della vita e quindi anche della salute e le nostre co­mu­­nità abitano un territorio di cui devono rispettare l’organizzazione. Verso le istituzioni pubbliche e politiche la Chiesa vuole essere leale e onesta collaboratrice, assumendo in maniera corresponsabile iniziative con cui contenere il diffondersi del virus.

In ottemperanza al Decreto emesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 4 marzo u.s., volto ad assumere le necessarie misure prudenziali per contrastare il diffon­der­si del virus COVID-19, i Vescovi della Regione Ecclesiastica Umbra forniscono le se­guenti indicazioni per l’attività pastorale su tutto il territorio, valide fino alla terza domenica di Quaresima, 15 marzo p.v.:
1. Si continui la celebrazione abituale della Santa Messa, sia nei giorni feriali che festi­vi, come gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima (es. Via Crucis all’aperto), avendo cura che i partecipanti possano osservare tra loro la di­stan­za di precauzione igienica.

2. Nella celebrazione eucaristica si ometta lo scambio del segno della pace e la comu­nione venga distribuita unicamente sulle mani del fedele.

3. È bene che le acquasantiere non contengano acqua.

4. Si sospendano gli incontri di catechesi per i fanciulli, le attività di oratorio, di gruppi e movimenti, così come gli altri eventi che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.

5. Si sospenda la visita alle famiglie con la benedizione delle case.

6. Per la celebrazione dei funerali: alla Messa esequiale siano presenti soltanto gli stretti famigliari, sempre a distanza di precauzione igienica. A tempo opportuno, potrà es­se­re celebrata in parrocchia una Messa di suffragio con la partecipazione dell’intera comunità.

7. È possibile la celebrazione del sacramento della Penitenza nella forma individuale con le dovute attenzioni.

8. In questo periodo di tempo, negli orari e nelle modalità ritenute più opportune, si espon­ga nelle chiese il SS.mo Sacramento per la preghiera personale di intercessione e supplica, garantendo una presenza e una vigilanza costante.

La situazione che si è venuta a creare ci conduce ad una esperienza particolare di “di­giuno”, privandoci dei momenti di preghiera e di incontro comunitario che accompa­gna­no il cammino quotidiano del credente, specialmente in questo tempo di Quaresima. Ciò tuttavia offre l’occasione di coltivare la preghiera personale e in famiglia e di dedi­care un congruo tempo all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio, affinché questi giorni che siamo chiamati a vivere diventino per tutti un momento di grazia che rinnova la vita cristiana e ottiene la benedizione di Dio a quanti sono colpiti e ai loro familiari; agli anziani, esposti più di altri alla solitudine; a tutti gli operatori sanitari e al loro gene­roso servizio; a quanti affrontano le pesanti conseguenze di questa crisi sul piano lavo­ra­tivo ed economico; a chi ha responsabilità scientifiche e politiche di tutela della salute pubblica.

Coronavirus: l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e Presidente della Conferenza Episcopale Umbra mons. Renato Boccardo presiede una preghiera di intercessione per la difesa da ogni male e il bene e la salute delle comunità

Di fronte alla situazione di emergenza e precarietà creatasi a seguito della diffusione del Coronavirus, insieme alle misure prudenziali assunte per contrastarla, sentiamo quanto mai urgente e necessario rivolgerci con fiducia e speranza a Dio Padre di misericordia.
La consueta preghiera per le vocazioni che si svolge abitualmente il primo sabato del mese, assumerà dunque questo sabato 7 marzo p.v. la caratteristica di una grande intercessione per la difesa da ogni male e il bene e la salute delle nostre comunità.

L’Arcivescovo invita tutti ad unirsi a questo particolare momento di preghiera che avrà inizio alle ore 7.30 presso la chiesa di San Luca di Montefalco, da dove si snoderà la processione penitenziale recante la preziosa reliquia della Santa Croce custodita nel Duomo di Spoleto. Presso il santuario della Madonna della Stella avrà poi luogo la celebrazione della Santa Messa secondo le norme emanate dalla Conferenza Episcopale Umbra.

La reliquia della Santa Croce fu donata alla città di Spoleto da Federico Barbarossa, insieme alla SS.ma Icone, verso il 1185 ed è collocata all’interno di un prezioso reliquiario altomedioevale.

Dall’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”: Appello ad incrementare in Europa i “corridoi umanitari”. Le Chiese dell’Umbria aderiscono da tempo al progetto. Gli arcivescovi Bassetti e Boccardo: «un segno di civiltà e carità, di fraternità e solidarietà»

di Francesco Carlini e Riccardo Liguori

Tra i temi trattati al briefing con la stampa della terza giornata di lavori dell’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, in svolgimento a Bari fino a domenica 23 febbraio, quello dei “corridoi umanitari”. Ne ha parlato il cardinale arcivescovo di Lussemburgo Jean-Claude Hollerich, presidente delle Conferenze episcopali dell’Ue (Comece), rivolgendo un appello ad aprire corridoi umanitari un po’ in tutta l’Europa nel chiedere a comunità religiose, monasteri e santuari di «accogliere almeno una famiglia di rifugiati». Si tratta di progetti che permettono di far giungere in sicurezza in Europa quanti fuggono dai Paesi d’origine a causa di persecuzioni, guerre e violenze. Le Chiese dell’Umbria, fin dall’avvio dei primi “corridoi umanitari” promossi dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Caritas, con la collaborazione del Governo italiano e della Cei, hanno aderito ed ospitano attualmente una decina di famiglie siriane e del Corno d’Africa, alcune già integrate con un lavoro stabile. Un impegno che prosegue. Ad esempio la Caritas diocesana di Perugia dedicherà l’imminente “Quaresima di Carità 2020” alla maggiore conoscenza del progetto “corridoi umanitari”, invitando le famiglie proprietarie di immobili non utilizzati a metterli a disposizione per questo tipo di accoglienza, oltre a promuovere, nella Terza Domenica di Quaresima, la raccolta di offerte per sostenere questo progetto.

Su questo tema i presuli umbri presenti a Bari, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e l’arcivescovo Renato Boccardo, hanno apprezzato le parole del loro confratello lussemburghese ed hanno ribadito quanto più volte espresso in merito ai corridoi umanitari incontrando le famiglie siriane accolte a Perugia-Città della Pieve e a Spoleto-Norcia. «I corridoi umanitari – ha ricordato Bassetti – sono un segno di civiltà e di carità. Si deve fare di tutto per favorirli, in quanto salvaguardano l’aspetto umano e allontanano speculazioni di denaro e mafie internazionali. Come Chiesa sosteniamo con convinzione e concretezza i corridoi umanitari, contribuendo così al processo di risoluzione del fenomeno della migrazione». L’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu ha sottolineato che «i corridoi umanitari sono una concreta realizzazione della fraternità e della solidarietà, “comandamenti” irrinunciabili per ogni discepolo di Gesù. Questi progetti continuano a mantenere viva l’attenzione nei confronti di una tragedia drammatica come quella delle migrazioni, che non può non interpellare la coscienza di ogni essere umano».

Dall’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”. Il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti: «Dove la carità non fa da nave si è costretti ad affondare». Tra i “segni di pace” il “gemellaggio” delle Chiese umbre in Kosovo

di Riccardo Liguori
«In questo nostro nobile convenire prendono voce tutte le Chiese rivierasche: siamo qui per riscoprire il significato di una comune appartenenza al Mediterraneo, quindi per attingere alla bellezza e alla forza della comunione fraterna, e per mettere a fuoco una profezia di unità». Con queste parole il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha introdotto, nel pomeriggio del 19 febbraio, la sua prolusione di avvio lavori dell’incontro di riflessione e spiritualità dal titolo: “Mediterraneo, frontiera di pace”, in svolgimento a Bari fino al 23 febbraio, che vede la partecipazione di sessanta vescovi dei Paesi del Mediterraneo. «Il Mediterraneo – ha proseguito il cardinale Bassetti – non è solo bellezza generata dall’incontro delle diversità, ma anche violenza che esplode a causa dell’incapacità di comporre i giochi di potere, gli interessi contrapposti e le paure che queste stesse diversità possono alimentare» (il testo integrale della prolusione dell’arcivescovo di Perugia è consultabile sul sito: www.chiesainumbria.it).

«Il muro che divide i popoli – ha evidenziato Bassetti – è soprattutto un muro economico e di interessi. C’è una frontiera invisibile nel Mediterraneo che separa i popoli della miseria da quelli del benessere, e non conta se al di qua e al di là di questa frontiera ci sono minoranze ricchissime e crescenti impoverimenti. È stata tradita la promessa di sviluppo dei popoli usciti dagli iniqui sistemi coloniali del secolo scorso, mentre sono ridotte le capacità degli Stati più ricchi di condurre politiche sociali inclusive. C’è un nesso inscindibile fra la povertà e l’instabilità».

Alla giornata conclusiva (domenica 23 febbraio) saranno a Bari papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella; mentre nelle giornate precedenti i partecipanti saranno impegnati in sei “tavoli di conversazione” e in due assemblee plenarie dedicate ai temi: “Consegnare la fede alle generazioni future” e ”Rapporto tra Chiesa e Società: mobilità, cittadinanza, libertà religiosa, iniquità”. Il cardinale Bassetti, durante l’omelia della messa che ha aperto la seconda giornata dell’incontro di Bari (20 febbraio), ha detto: «dove la carità non fa da nave si è costretti ad affondare». E la carità non può non essere al centro delle riflessioni che caratterizzeranno le giornate baresi delle Chiese del Mediterraneo, perché dove c’è carità c’è pace.

Alcuni argomenti trattati nei “tavoli di conversazione”, di cui un moderato dal ricercatore universitario umbro Andrea Possieri, membro del Comitato scientifico ed organizzatore dell’incontro, evidenziati nel corso del briefing giornaliero con la stampa, sono particolarmente attuali per la realtà ecclesiale perugina ed umbra, come ad esempio quelli della “formazione professionale” e dei “gemellaggi”. Questi ultimi spesso strettamente legati all’attività missionaria. Le otto Diocesi dell’Umbria hanno da numerosi anni non pochi gemellaggi e rapporti solidali con le Chiese di Paesi dei tre continenti bagnati dal Mediterraneo, contribuendo ai processi di pace in atto. Uno di questi gemellaggi, che vede impegnate insieme tutte le Diocesi umbre, è quello avviato da oltre 20 anni in Kosovo, attraverso la Delegazione regionale Caritas Umbria, a cui oggi (giovedì 20 febbraio) il quotidiano «Avvenire» ha dedicato un articolo, “Dall’Umbria al Kosovo oltre la guerra e l’odio”, nell’ampio reportage dal titolo: “La solidarietà unisce le sponde”, redatto in occasione dell’incontro di Bari. Obiettivo di questo gemellaggio è quello di aiutare una terra martoriata a ricostruire il tessuto sociale multireligioso messo a dura prova dalla guerra tra kosovari albanesi e le enclave serbe. Con segni concreti rivolti al benessere della popolazione locale, senza distinzione di etnia e religione (la ricostruzione di circa 500 case distrutte, l’avvio di una cooperativa agricola, di un piccolo caseificio, di una macelleria, di una panetteria-pasticceria e l’assistenza diretta a famiglie e minori in difficoltà), si è dimostrato che cattolici, ortodossi e mussulmani possono vivere in pace e perdonarsi a vicenda.

A far conoscere questi “segni di pace”, che gettano “ponti di dialogo tra le genti”, è anche l’obiettivo dell’incontro di Bari, che non può non avvalersi del «servizio dei media», come hanno evidenziato lo stesso cardinale Bassetti, nel corso della prolusione, e il professor Andrea Possieri, nel rilasciare un’intervista audio-video a «Umbria Radio In Blu» e al quotidiano online «Chiesainumbria.it», al termine della prima giornata di “Mediterraneo, frontiera di pace”.

IL TESTO DELLA PROLUSIONE DEL CARDINALE BASSETTI

“Mediterraneo, frontiera di pace” incontro dei vescovi dell’area del Mediterraneo. Il cardinale Bassetti: “Ci sono Chiese perseguitate, quelle piccole, quelle che rischiano di scomparire come la Chiesa Caldea, Chiese che hanno vissuto le guerre dei Balcani e le Chiese come l’Italia e la Francia con i problemi di secolarizzazione». L’intervista al prof. Possieri

«Abbattere i muri della diffidenza tra i popoli e costruire i ponti di dialogo tra le genti» – alla base dei “Colloqui mediterranei” di Firenze del sindaco “santo” Giorgio La Pira – hanno ispirato il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei Gualtiero Bassetti a promuovere a Bari, dal 19 al 23 febbraio 2020, l’incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo, frontiera di pace”. Per la giornata conclusiva (domenica prossima) arriveranno nel capoluogo pugliese papa Francesco e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A quest’incontro prendono parte 60 presuli dei venti Paesi dell’area del “Mediterraneo, ai quali si aggiungeranno nelle due giornate conclusive (22-23 febbraio) anche diversi dei 220 vescovi italiani. A rappresentare i pastori delle Chiese dell’Umbria ci sarà il presidente della Ceu monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia.
Si tratta di un evento storico, perché vede riuniti per la prima volta i rappresentanti delle Chiese cattoliche delle nazioni mediterranee per riflettere sulla pace come antidoto al dilagare dell’odio e della violenza. Il cardinale Bassetti ha spiegato in diverse occasioni, nel presentare l’incontro di Bari, che non si tratta né di un convegno scientifico, né di un evento ecumenico e interreligioso. Il presidente della Cei, intervistato alla vigilia dell’incontro da Tv2000, ha ricordato che «il Mediterraneo con tutte le sue Chiese è uno spaccato di Chiesa cattolica. Ci sono Chiese perseguitate, quelle piccole, quelle che rischiano di scomparire come la Chiesa Caldea. Sarà molto importante sentire anche la voce di tutte le Chiese che hanno vissuto le guerre dei Balcani e le Chiese come l’Italia e la Francia con i problemi di secolarizzazione».
Il cardinale Bassetti omaggerà i partecipanti all’incontro di Bari con la sua ultima pubblicazione dal titolo: “Una profezia di pace”, edita dalla Libreria editrice vaticana. Nelle 150 pagine di questo libro, il porporato illustra i principi ispiratori di “Mediterraneo, frontiera di pace”, attraverso una racconta di scritti ed interventi inerenti ai temi che saranno affrontati nei sei gruppi di lavoro che impegneranno i 60 presuli nelle giornate del 20 e del 21 febbraio. Uno di questi gruppi sarà moderato dal pievese Andrea Possieri, membro del Comitato organizzatore dell’incontro e ricercatore di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Perugia.
Tra gli scritti e gli interventi del cardinale Bassetti, due quelli concepiti a Perugia, segnala Andrea Possieri: “I cristiani in Medio Oriente”, in occasione della conferenza dedicata alla vita delle comunità in Siria e Iraq promossa dall’associazione culturale Charles Péguy e dal Comitato Nazarat con il patrocinio dell’archidiocesi e del comune di Perugia (16 maggio 20216); l’editoriale del settimanale cattolico umbro La Voce (22 dicembre 2016) dal titolo: “Norcia e Aleppo due simboli viventi dei tempi odierni…”.
Anche Perugia e l’Umbria hanno contribuito all’idea di questo incontro di riflessione e spiritualità, che, come ha evidenziato lo stesso Bassetti, dovrà mettere insieme le difficoltà delle Chiese del Mediterraneo «non per fare delle lamentele, perché il Papa ha già detto che “le lamentele non servono a nulla… Desidero da voi delle proposte”».
Nel “piccolo” Perugia e l’Umbria hanno contribuito ad «abbattere i muri della diffidenza tra i popoli e costruire i ponti di dialogo tra le genti», a partire dagli ultimi due decenni. Lo hanno fatto realizzando progetti concreti volti a “stabilizzare” aree prima in guerra, come in Kosovo (dal 1999 a tutt’oggi). In questo Stato dei Balcani le Caritas diocesane dell’Umbria hanno dato vita, dopo la fine delle ostilità tra popolazione kosovara di etnia albanese e quella delle enclave serbe, ad un “campo-missione” aiutando le persone in difficoltà, senza distinzione di nazionalità e religione, nel ricostruire le case distrutte (circa 500) e nell’avviare attività imprenditoriali (una cooperativa agricola, un caseificio, una panetteria-pasticceria…), oltre ad accogliere nella “missione”, gestita da giovani operatori e volontari Caritas italiani e del luogo, diversi minori abbandonati o orfani di guerra. Un esempio concreto di educazione alla pace e alla convivenza tra etnie e fedi diverse. Come anche i progetti dei “corridoi umanitari” promossi dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Caritas italiana a cui hanno aderito le Caritas dell’Umbria accogliendo alcune famiglie siriane cristiane in fuga a causa del conflitto e riparate nei campi profughi del Libano. A riguardo si stanno sensibilizzando comunità parrocchiali e famiglie ad accoglierne delle altre, così da contribuire al processo di integrazione di questi migranti in Umbria.
I lavori dell’incontro di Bari saranno seguiti giornalisticamente da inviati del nostro sito e quotidiano online chiesainumbria.it e di Umbria Radio In Blu.

Riccardo Liguori

IL TESTO DELLA PROLUSIONE DEL CARDINALE BASSETTI (DOWNLOAD)