Assisi – Carlo Acutis santo, l’annuncio durante il Concistoro del 1 luglio

“Siamo felici che il Papa abbia annunciato, insieme con tanti altri Santi, la canonizzazione del Beato Carlo Acutis, i cui resti mortali sono conservati presso il Santuario della Spogliazione di Assisi. La data non è stata ancora determinata, ma siamo certi che il Santo Padre vorrà scegliere un’occasione significativa, immaginiamo nel prossimo anno giubilare, perché la testimonianza del nostro Carlo continui ad incidere sulle coscienze, specialmente dei giovani e degli adolescenti ma non solo, suscitando un grande amore per Gesù Eucaristia e un grande desiderio di santità sulle sue orme e quelle dei Santi a cui egli si è ispirato, in modo speciale Francesco d’Assisi”. A dirlo è il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, a seguito del Concistoro svoltosi lunedì 1° luglio, durante il quale il Papa ha decretato che i Beati Manuel Ruiz López con sette compagni, Francesco Mooti e Raffaele Massabki, Giuseppe Allamano, Marie-Léonie Paradis ed Elena Guerra saranno iscritti all’Albo dei Santi domenica 20 ottobre 2024, mentre il Beato Carlo Acutis lo sarà in data da determinare. “In questi mesi – continua il vescovo – la nostra Chiesa di Assisi farà del suo meglio per accogliere tanti pellegrini e devoti che si stanno moltiplicando nel mondo. Francesco e Carlo insieme sono un eccezionale team di annuncio del Vangelo, mostrando la verità di quanto il Beato Carlo amava dire ai giovani: ‘Solo Gesù è capace di rendere originali e non fotocopie, riempiendo di gioia la nostra vita’. Il libro che sto ripubblicando (Originali non fotocopie, Carlo Acutis e Francesco d’Assisi, Edizioni Francescane italiane) integrato e aumentato – aggiunge ancora monsignor Sorrentino – lo mostrerà in mondo convincente, ma più ancora lo mostrano i volti dei giovani e dei pellegrini che si affacciano nel nostro Santuario e dal contatto con i resti di Carlo e varcando la porta di Francesco si sentono spinti a rivedere la propria esistenza nella direzione del Vangelo. Questo luogo – conclude il vescovo – è diventato in poco tempo un vero vulcano in eruzione di grazia e santità”.

A fine maggio Papa Francesco ha riconosciuto il nuovo miracolo di Carlo Acutis, autorizzando il Dicastero per le cause dei Santi a pubblicare il relativo decreto. Si tratta del miracolo compiuto per Valeria, una giovane del Costa Rica e studentessa universitaria a Firenze, che nel luglio del 2022 era caduta dalla bicicletta e finita in coma irreversibile. Al Careggi le diagnosticarono un trauma cranico molto grave, le speranze di vita erano azzerate. La mamma Liliana, sei giorni dopo, venne in Assisi, per raccomandare la figlia al Beato Carlo e passò tutta la giornata inginocchiata davanti alla sua tomba. In serata le arrivò una telefonata dall’ospedale informandola del miglioramento improvviso e inspiegabile della figlia: Valeria aveva ripreso a respirare spontaneamente, il giorno dopo riprese a muoversi e parzialmente a parlare. A settembre, insieme alla mamma, Valeria è venuta ad Assisi per pregare sulla tomba di Carlo e ringraziare per il miracolo ricevuto.

Nel 2020, Acutis era già stato dichiarato Beato dalla Congregazione delle cause dei Santi che aveva esaminato un altro suo miracolo, avvenuto nell’ottobre 2013 nella chiesa di San Sebastiano a Campo Grande, in Brasile: dopo avere toccato una reliquia del giovane, un pezzo di maglia appoggiato sul suo corpo, un bambino di sei anni di nome Matheus, che soffriva di una grave anomalia al pancreas, era completamente guarito.

Perugia – Fede e formazione per la Missione Giovani

È stata una coincidenza per il gruppo “Missione Giovani”, quella di incontrarsi il 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo inviati dal Signore due a due, come tutti gli Apostoli, ad annunciare il Vangelo; quello stesso compito a cui sono chiamati i giovani della Chiesa di Perugia-Città della Pieve, dal 18 al 27 ottobre 2024.
Gioventù stimolata dall’arcivescovo Ivan Maffeis che ha non poco incoraggiato il progetto della Missione nel solco della nuova evangelizzazione indicata dalle Assemblee diocesane dello scorso anno.
Nell’antica e suggestiva Abbazia olivetana del XIV secolo, a Montemorcino di Perugia, diversi giovani si sono ritrovati per il loro terzo incontro, il primo formativo, in vista della “Missione Giovani” di ottobre nei luoghi da loro maggiormente frequentati. Si tratta di un evento in avanzata fase organizzativa, progettato insieme al gruppo dei Frati Minori dell’Umbria che si occupa di missione al popolo.
«L’attenzione è rivolta, in particolare, agli studenti universitari e agli alunni degli ultimi anni delle superiori per incontrare e fare loro un annuncio, quello di invitarli alle catechesi che ci saranno durante i giorni della Missione unite alle occasioni di prosieguo del cammino di fede una volta terminata l’esperienza della stessa Missione». Così don Simone Pascarosa, vicario per la Pastorale, a margine dell’incontro del 29 giugno a cui sono intervenuti il vicario generale don Simone Sorbaioli, padre Alfio Vespoli (Ofm), responsabile dei Frati Minori dell’Umbria per le missioni al popolo, padre Damiano Romagnolo (Ofm) e suor Simona Mazzetti, codirettori dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, don Riccardo Pascolini e don Daniele Malatacca, responsabili del Coordinamento Oratori Perugini, padre Claudio Pantaleo (Ofm Conv), suor Francesca Agresti e suor Giulia Grigoletto, dell’equipe pastorale universitaria.
Quello del 29 giugno è stato il terzo, dopo i due incontri di presentazione del progetto “Missione Giovani” tenutisi, in primavera, nelle comunità parrocchiali di San Donato All’Elce, a Perugia, e dei Santi Severo e Agata del Girasole, a San Mariano di Corciano. Progetto presentato a tutte le Pastorali interessate (Giovanile, Universitaria e Vocazionale) e all’Area diocesana giovani (oratori, associazioni, gruppi e movimenti laicali). Dopo l’appuntamento del 29 giugno, la formazione proseguirà con un secondo, in programma dal 27 al 29 settembre, con la finalità di creare il “gruppo giovani in missione” per altri giovani.
«E’ un progetto per fare incontrare il Signore attraverso il suo annuncio a tanti giovani che vogliono dare un senso alla propria vita o che sono alla ricerca di Dio». Ha sottolineato don Simone Pascarosa, precisando che «l’incontro del 29 giugno ha avuto il merito di fare stringere i rapporti tra i giovani che parteciperanno alla Missione, facendo memoria delle persone che ci hanno annunciato nella nostra vita il Signore, il Vangelo, la Chiesa, le situazioni e le occasioni, dai genitori ai sacerdoti, ai catechisti. I giovani, a coppie, hanno raccontato la propria fede con l’ausilio di alcuni sussidi e immagini-simboli, perché la cosa più bella è quella di stringere i rapporti basandosi sulle esperienze di fede fatte indipendentemente dalla parrocchia o dal gruppo di appartenenza».

Riccardo Liguori

 

Terni – celebrazione del decimo anniversario dell’ordinazione episcopale di padre Giuseppe Piemontese, vescovo emerito

Nel decimo anniversario dell’ordinazione episcopale e dell’ingresso in diocesi del vescovo Giuseppe Piemontese, la comunità diocesana ricorda con gioia quel giorno, e unita nella preghiera ringrazia il Signore per questo tempo di grazia vissuto insieme al suo amato pastore della chiesa di Terni-Narni-Amelia.
Nella Cattedrale di Terni, venerdì 28 giugno, si è tenuta la solenne celebrazione eucaristica presieduta dallo stesso Vescovo emerito Giuseppe, concelebrata dal vescovo della diocesi di Terni-Narni-Amelia Francesco Antonio Soddu e dal vicario generale della diocesi mons. Salvatore Ferdinandi. Presenti numerosi sacerdoti della diocesi, religiosi e religiose e fedeli che, nei sette anni di episcopato di padre Piemontese in diocesi, hanno avuto occasione di condividere un cammino pastorale ricco di spiritualità, caratterizzato dal Giubileo della Misericordia, dalla visita pastorale dal 2017 a 2019 e poi gli anni difficili della pandemia.
Momenti ed emozioni rivissuti nelle parole del vescovo Piemontese che ha espresso il suo ringraziamento al Signore e l’affetto per la chiesa e la comunità della diocesi di Terni-Narni-Amelia.
La celebrazione è stata animata dalla corale della diocesi diretta da don Sergio Rossini.
Al vescovo è stato donato il libro “Storia del Cristianesimo in Umbria” realizzato dalla Conferenza Episcopale Umbra.

Perugia – Il ringraziamento del vescovo Maffeis al Consiglio Comunale uscente e l’augurio alla nuova Sindaca.

A nome della Chiesa diocesana, Le giunga un augurio sincero per la responsabilità amministrativa che si appresta ad assumere. Possa costruire con pazienza un consenso che sappia far sintesi dei diversi punti di vista: si cresce solo insieme.
In questo orizzonte, un pensiero di riconoscenza va ad Andrea Romizi e alla sua squadra per il servizio assicurato al bene comune nei due mandati precedenti.
Perugia, Lei lo sa, può contare sulla vitalità di un tessuto civile, innervato di persone e di realtà disponibili e solidali; un tessuto ricco di storia e di cultura con cui interpretare questo tempo complesso e aiutarsi a guardare avanti con fiducia.
A tale tessuto, la nostra Chiesa intende continuare a dare il proprio contributo, secondo rapporti di rispetto e di collaborazione amichevole.
Affido Lei, la Sua Giunta e l’intero Consiglio Comunale alla Madonna delle Grazie: “Vegli sul nostro popolo, infonda la speranza e susciti la carità, affinché la Città, confermando le sue più nobili tradizioni, continui ad essere faro di civiltà e promotrice di pace”.

don Ivan, Vescovo

Perugia – Giornata diocesana dei “Gr.Est. 2024” A gonfie vele! All’insegna del viaggio di Ulisse, al percorso verde di Pian di Massiano il 19 giugno

«Buon cammino, ragazzi, in quest’avventura, che, come Ulisse, ci porta lontano. Ciascuno di voi ha nel cuore desideri che vi auguro, un po’ alla volta, di poter realizzare, ma noi potremo realizzarli perché abbiamo Itaca, perché abbiamo Penelope, perché abbiamo una casa con degli affetti a cui tornare giorno per giorno». È l’augurio che il vescovo Ivan ha rivolto ad alcune migliaia di bambini e giovani animatori dei 36 Oratori della nostra comunità diocesana ritrovatisi a far festa, il 19 giugno 2024, al percorso verde “Leonardo Cenci” in Pian di Massiano a Perugia, alla loro Giornata diocesana dei “Gr.Est” (Gruppi Estivi), accompagnati-guidati da diversi sacerdoti, religiosi, religiose e adulti impegnati nelle attività pastorali parrocchiali. «Mi auguro e vi auguro – ha proseguito il vescovo Ivan – di sentire anche nei momenti in cui siamo più portati a pensare di esser soli, di non farcela, di essere abbandonati, che se ci alziamo, se apriamo le nostre mani e il nostro cuore, ci facciamo raggiungere dallo Spirito del Signore. Siamo incammino e lo siamo con tanti altri con quella che è la comunità della nostra famiglia della nostra Chiesa».
Tema conduttore dei “Gr.Est 2024” e della stessa Giornata diocesana, è il viaggio di Ulisse “A gonfie vele!”, che vede 36 oratori attivi tra giugno e luglio per un totale di oltre 2000 bambini tra elementari e medie e quasi altrettanti giovani adolescenti che prestano servizio volontario di animatori.
Novità di quest’anno ben due nuovi oratori delle parrocchie dei Santi Andrea e Lucia in Cattedrale e di San Mariano Girasole e Solomeo diventato da poco oratorio Anspi, che si sono subito lanciati in questa avventura con grandi risultati di adesioni.
Alla Giornata diocesana dei “Gr.Est” hanno partecipato come sempre la presidente della Regione Donatella Tesei, il sindaco uscente Andrea Romizi, il vescovo Ivan, il vicario generale don Simone e diversi altri sacerdoti. A tutti loro va il vivo ringraziamento degli organizzatori, come anche alla società “Umbra Acque”, per il servizio che ha fornito con un’autobotte di acqua fresca per il refill delle borracce dei ragazzi, al Coordinamento Oratori Perugini (COP) coordinato da don Riccardo Pascolini, alla Pastorale giovanile guidata da don Luca Delunghi, al Comitato Zonale Anspi Perugia-Città della Pieve e, non ultima, all’equipe di volontari che hanno aiutato nell’organizzazione della Giornata e a tutti gli Oratori che hanno partecipato.

Terni – La giornata diocesana dei Gr.Est il 26 giugno al parco Rio Grande di Amelia

Un’estate intensa di attività per le parrocchie e gli oratori che ospitano i Gr.est. per i ragazzi dai 6 ai 14 anni, animati dai giovani del Servizio di pastorale giovanile e animatori parrocchiali.
I Gruppi Estivi della diocesi coinvolgono centinaia di bambini grazie al prezioso servizio dei tantissimi animatori, che ravvivano con i giochi, canti e preghiera i quotidiani incontri dei bambini e ragazzi, e quello delle parrocchie che hanno messo a disposizione strutture, organizzato l’accoglienza, con gioia e disponibilità per dare l’opportunità ai ragazzi di vivere un’esperienza di amicizia e comunione.
“A gonfie vele” è la proposta estiva 2024 di Anspi e scelta come percorso diocesano per tutti gli oratori nei quali in questo periodo si svolgono i Gr.est, un percorso avventuroso e coinvolgente ispirato alle vicende di Ulisse. Attraverso una drammatizzazione a puntate, giochi, laboratori e attività di approfondimento, i ragazzi saranno accompagnati in un viaggio alla scoperta di sé stessi e degli altri, imparando ad affrontare le sfide della vita con coraggio, determinazione e spirito di squadra.
Un viaggio che ha avuto una tappa comune nella giornata diocesana dei PlayGrest, il 26 giugno presso il parco del Rio Grande di Amelia. Una giornata di animazione e giochi, con oltre 500 ragazzi ed animatori partecipanti. La giornata, con lo stesso tema epico ispirato al viaggio di Ulisse con vari giochi a stand all’insegna della solidarietà e della pace, ha dato ai ragazzi l’opportunità di giocare in squadra con i compagni di altri oratori, costruendo con i vari tasselli il grande puzzle del volto di Gesù. Al termine il Vescovo Francesco Antonio Soddu ha incontrato tutti i bambini e gli animatori, ricordando come sia bello crescere insieme, membra dell’unico corpo che è la Chiesa.
Hanno partecipato alla giornata le parrocchie: Santa Maria del Rivo, San Matteo Apostolo, Nostra Signora di Fatima; Santa Maria Assunta nella Cattedrale di Terni, Santa Maria del Carmelo e San Giovanni, Santa Maria della Misericordia (Borgo Bovio), Santa Maria Regina, San Giuseppe Lavoratore, Immacolata Concezione (Polymer), Sant’Antonio Terni, SS.ma Trinità e S. Maria della Pace,  San Giovanni Bosco, Stroncone e Coppe. Ad Amelia: San Francesco, Alta Teverina interparrocchiale ad Attigliano.

Roccaporena di Cascia, celebrata la Festa della Rosa e delle Rite. Il Santuario di Roccaporena sta lavorando per portare la reliquia di Santa Rita in Ucraina, presumibilmente nel prossimo autunno

Sabato 22 e domenica 23 giugno 2024 a Roccaporena di Cascia è stata celebrata la Festa della Rosa e delle Rite: due giornate per fare memoria del miracolo della rosa sbocciata in pieno inverno nel giardino di Rita a Roccaporena. Le cronache e la tradizione, infatti, ricordano come la Santa gravemente malata nel monastero di Cascia chiede alla cugina un ultimo desiderio: “Portami una rosa e due fichi dal mio orticello di Roccaporena”! La parente sorrise a simile richiesta: nel mese di gennaio, infatti, non è possibile trovare a Roccaporena una rosa fiorita e dei fichi. Ma, recatasi nell’Orto, la cugina trovò veramente quanto Rita desiderava. E il Santuario di Roccaporena, da 71 anni, ricorda questo avvenimento con la Festa delle Rosa e delle Rite.

Tanti i devoti giunto al paese natale della Santa, tutti accolti con affetto dal rettore don Nolberto Cardenas Rosas. La sera del 23 si è tenuta una veglia itinerante avviata in località “Il Molinaccio”, luogo simbolo del sentiero di Santa Rita Cascia-Roccaporena. Poi, si è sostati nei luoghi ritiani per ascoltare dei brani di Vangelo, delle meditazioni e dei canti proposti dalla Corale “Santa Rita” di Cascia. La fiaccolata è terminata con l’adorazione eucaristica dinanzi alla chiesa di S. Montano. Quest’anno, per la prima volta, lungo il percorso c’erano dei figuranti del Corteo storico che hanno rappresentato le fasi salienti della vita di Santa Rita.

La celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo. La mattina di domenica 23, sotto il portico del Santuario, c’è stata l’accoglienza dei pellegrini con la consegna della rosa e, alle donne di nome Rita, di una pergamena ricordo della giornata. Alle 10.00 è partita la processione dal Santuario fino al centro congressi dove è stata celebrata la Messa: questo momento ha suggellato il ritorno della reliquia (una pietra della casa natale dove è incastonata una teca contenente la reliquia della Santa) dalla parrocchia di Santa Caterina d’Alessandria in Mistretta (MS). Don Nolberto Cardenas Rosas lo scorso mese di febbraio aveva consegnato la reliquia alla comunità siciliana. E il parroco don Giovanni Lapin, presente con una piccola delegazione di amastratini, ha raccontato che sono stati mesi di grazia e di preghiera molto intensi e partecipati. Alle 11.00, poi, c’è stata la Messa solenne presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e concelebrata da: don Nolberto Cardenas Rosas, rettore del santuario di Roccaporena; don Sem Fioretti, vicario generale dell’Archidiocesi; padre Mario de Santis, osa, rettore del Santuario di Cascia; don Giovanni Lapin, parroco di Santa Caterina d’Alessandria in Mistretta; don Renzo Persiani, parroco emerito di Cascia. Oltre a numerosi devoti, erano presenti anche le autorità civili e militari, tra cui: Mario De Carolis sindaco di Cascia; Enrico Melasecche, assessore della Regione Umbria alle infrastrutture, trasporti e mobilità urbana; Giuseppe Lacava, soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. La liturgia è stata animata dalla Corale “Santa Rita” di Cascia. Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato la grandezza di Santa Rita: «Lei è potente perché la sua vita è stata potente al cuore di Dio. Siamo qui pellegrini da varie parti d’Italia per chiederle di farsi interprete presso il Padre dei nostri sentimenti. Rita ci ricorda l’importanza di fidarsi di Gesù e ci ripete: lui è con noi ogni giorno, fino alla fine del mondo».

La reliquia di Santa Rita in Ucraina. La reliquia di Santa Rita, riconsegnata dalla comunità di Mistretta, rimarrà per un periodo a Roccaporena: il reliquiario che la contiene, infatti, necessita di essere ripulito e consolidato. Dopo, presumibilmente in autunno, verrà portata in una parrocchia di Kiev, in Ucraina. Il Santuario di Roccaporena già da tempo, grazie ad un sacerdote polacco che si reca spesso in Ucraina a portare aiuti umanitari, sta lavorando a questo progetto. «Ci recheremo nella martoriata Ucraina – afferma il rettore don Nolberto Cardenas Rosas – per affidare quella popolazione a Santa Rita, grande paciera, e per dire con forza che le nostre “armi” per fermare il male e la violenza sono la preghiera e la solidarietà. E, infatti, oltre alla reliquia il nostro Santuario porterà anche aiuti concreti per la gente ucraina».

Le Chiese dell’Umbria si preparano al Giubileo 2025 “Pellegrini di Speranza”. Le iniziative annunciate al Consiglio pastorale regionale volte a concretizzare la speranza cristiana

Le otto Chiese diocesane umbre saranno protagoniste del prossimo Giubileo, memori di quanto lo sono state durante il Grande Giubileo del 2000, mettendo in campo, in ciascuna delle comunità diocesane, iniziative per l’accoglienza spirituale e materiale di numerosi pellegrini in cammino verso Roma e per gli stessi fedeli umbri nel viverlo sia a Roma sia in Umbria». A sottolinearlo è stato don Giovanni Zampa, sacerdote della Diocesi di Foligno, coordinatore della Segreteria pastorale regionale della Conferenza episcopale umbra (Ceu), intervenendo al Consiglio pastorale regionale Ceu del 15 giugno. «Alcune stime – ha proseguito il responsabile Ceu – parlano di circa 100 mila persone in media al giorno che varcheranno le quattro Porte Sante delle Basiliche papali romane, preceduti da percorsi spirituali e culturali anche in Umbria, per un totale di oltre 30 milioni di pellegrini provenienti dai cinque continenti, un flusso considerevole non solo in comitiva, ma anche singoli e famiglie che si organizzano privatamente».
“Pellegrini di speranza” è il “motto” del Giubileo 2025, celebrato anche in ciascuna diocesi, dal 29 dicembre 2024 all’Epifania del 2026. Un tema, quello della “Speranza”, che va concretizzato anche attraverso determinati luoghi presenti in ciascuna delle comunità diocesane umbre: dal carcere alle mense di carità, agli empori di solidarietà, dagli oratori alle opere d’arte, alle diverse esperienze pastorali parrocchiali e diocesane. Le diocesi umbre hanno già ricevuto da altre diocesi, anche estere, dei primi contatti per l’accoglienza sia materiale che spirituale di pellegrini. «Noi – ha auspicato don Giovanni Zampa – dobbiamo farci trovare ben preparati e formati all’accoglienza facendo emergere, nel contempo, il nostro vastissimo patrimonio spirituale, sociale, artistico e culturale».
Al riguardo saranno promosse diverse iniziative sia regionali che in ciascuna delle otto diocesi umbre (gli interessati troveranno notizie sul sito www.chiesainumbria.it), ad iniziare (in ordine cronologico) dal Giubileo per i giornalisti e gli operatori dei media da tenersi ad Assisi, presso la sede della Ceu, dopo l’appuntamento delle tre giornate romane (24, 25 e 26 gennaio 2025) del Giubileo del mondo della comunicazione.
Così anche l’Area pastorale evangelizzazione, liturgia, ecumenismo e missione promuoverà un sussidio agile regionale giubilare, una sorta di “guida liturgica” penitenziale, di preghiera e di riflessione, oltre alla valorizzazione delle Basiliche pontificie presenti in Umbria, dei pellegrinaggi penitenziali a San Francesco, dal beato Carlo Acutis, a Santa Rita, al Santuario dell’Amore Misericordioso della beata Madre Speranza.
Come anche la Rete Museale Ecclesiastica Umbra è impegnata a programmare una serie di iniziative di carattere culturale per rendere ancor più fruibile il suo vasto patrimonio storico-artistico legato al tema “Pellegrini di Speranza”. Basti pensare alle numerose opere d’arte che comunicano “Speranza”.
Anche la Pastorale giovanile regionale si attiverà sia per partecipare al Giubileo del Giovani, a Roma (28 luglio – 3 agosto 2025), che culminerà con la Grande Veglia di Preghiera con il Papa a Tor Vergata (la sera del 2 agosto), sia per l’accoglienza nelle diocesi umbre di giovani pellegrini stranieri di passaggio nel recarsi a Roma (nei giorni 25, 26 e 27 luglio). Pur non trattandosi di una Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), hanno sottolineato i responsabili, occorre ricambiare l’accoglienza ricevuta in Portogallo lo scorso anno. Sempre dall’Umbria sono previsti dei pellegrinaggi di giovani umbri a piedi verso Roma a fine luglio 2025 (già definiti dalle Diocesi di Città di Castello e di Gubbio).
Mentre il pellegrinaggio regionale a Roma, in San Pietro, dei pellegrini delle otto diocesi umbre accompagnati dai rispettivi Pastori, è in calendario sabato 13 settembre 2025. Pellegrinaggio rivolto a tutte le Unità pastorali e le parrocchie, in particolare agli operatori pastorali della regione, movimenti, associazioni gruppi, che terminerà con una catechesi nell’Aula Paolo VI in Vaticano.
Altro punto all’ordine del giorno del recente Consiglio pastorale regionale, è stato quello dell’organizzazione degli “Stati Generali” della Chiesa dell’Umbria, del prossimo 9 novembre, presso il Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Assisi, evento a cui parteciperanno tutti i membri delle Commissioni Ceu delle sei “Macro Aree Pastorali” (Evangelizzazione e Liturgia, Carità e Salute, Clero e Vita Consacrata, Laici, Cultura e Comunicazione, Giuridico e Amministrativa). Si tratta di un importante appuntamento sinodale in preparazione alla terza Assemblea ecclesiale regionale (in calendario nella primavera 2025), dopo le prime due tenutesi a Foligno (ottobre 2019 e maggio 2022). Assemblea che sarà vissuta anche come appuntamento giubilare in vista del menzionato pellegrinaggio regionale a Roma del settembre 2025.

a cura di Riccardo Liguori

Foligno – Assisi: All’assemblea interdiocesana monsignor Domenico Sorrentino mette al centro le proposte della comunità Piano pastorale dal basso, ai fedeli il compito di elaborarlo

Un piano pastorale che nasce dal basso, elaborato secondo gli orientamenti sviluppati dai consigli pastorali e dai gruppi di lavoro dell’assemblea interdiocesana dal titolo “Qualsiasi cosa vi dirà, fatela” che si è svolta venerdì 7 e sabato 8 giugno nella chiesa di San Paolo apostolo a Foligno. È questa la novità della programmazione pastorale delle due diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno guidate in persona episcopi da monsignor Domenico Sorrentino.

“Il programma pastorale – ha spiegato il vescovo – non sarà come gli altri anni, ma sarà a cura dei Consigli pastorali con la mia introduzione. Quindi ne avete di responsabilità! Per favore assumetevela tutta davanti allo Spirito di Dio, davanti a Gesù. Dobbiamo ripartire con l’entusiasmo della Pentecoste. Ecco quello che mi aspetto da voi”.

“In questo momento storico di grande difficoltà – ha aggiunto monsignor Sorrentino -, quello che manca è la terapia, la capacità di passare da una crisi globale ed ecclesiale a una grande grazia. E questa crisi noi la dobbiamo sgusciare. La parola crisi è il processo che ha luci e ombre. In questa assemblea puntiamo alla luce”. Parlando dei programmi pastorali degli anni precedenti monsignor Sorrentino ha ricordato che le due chiese sorelle hanno trovato una viva intersezione pastorale. “È stato facile trovare il punto di incontro e da quel punto camminiamo, dallo scorso anno, sulla stessa linea, sullo stesso rettilineo. Il rettilineo e la meta ci sono già, dobbiamo soltanto camminare insieme”.

Il contenuto del programma comune è stato sintetizzato dal vescovo che si è soffermato sul cosiddetto “triangolo della crisi”: crisi del pensiero, delle relazioni e della solidarietà, da lui più volte illustrato nel corso degli anni. “Dentro questo triangolo – ha sottolineato – c’è una grande speranza”. Soffermandosi sul progetto Casa felice e sul rinnovamento parrocchiale attraverso le Comunità Maria Famiglie del Vangelo, come percorso che dalle case arriva alle parrocchie e fa diventare la parrocchia una famiglia di famiglie il vescovo ha spiegato che si tratta di “tanti gruppi uniti, vivi come gli organi di uno stesso corpo. Gruppi caratterizzati da un’intensità familiare vissuta intorno al Vangelo, che si fanno: annuncio, catechesi, animazione liturgica, presenza di carità, presenza nel sociale, che fanno carità politica”.

È stato don Giovanni Zampa, vicario episcopale per la Pastorale della diocesi di Foligno a introdurre il tema “Comunione, partecipazione e missione per una ‘Casa Felice’. Modalità della corresponsabilità nella Chiesa” spiegandolo attraverso l’icona biblica “la Casa di Cana”.

“Abbiamo scelto questa pagina – ha detto – perché si parla di una casa che sta celebrando un momento di festa, una casa felice che rischia di diventare triste perché viene a mancare il vino. Abbiamo scelto questa pagina perché si parla di casa, di felicità, di servizio, di carità, di attenzione, di fede; perché parla del Vangelo come inizio di tutti i segni; perché c’è un dialogo che esprime la relazione; perché tutti sono corresponsabili di questo segno, di questo miracolo, della buona riuscita delle nozze. Tutti sono protagonisti di questa casa, di un passaggio. L’esito di questa casa felice dipende anche da me. Qualsiasi cosa ci dice il piano pastorale non lo dobbiamo mettere in discussione. Non ci è chiesto di metterlo in discussione ci è chiesto di farlo”.

Prima dei lavori di gruppo sulla proposta elaborata dai consigli pastorali diocesani, don Paolo Asolan, preside del Pontificio istituto pastorale Redemptor Hominis della pontificia Università Lateranense e professore di Teologia pastorale fondamentale è intervenuto sulle “Modalità della corresponsabilità nella Chiesa. Come partecipare alla promozione evangelica di una ‘Casa Felice’”.

Perugia – presentato il IX Rapporto diocesano sulle Povertà e Risorse nel 2023 “Catene Spezzate”. L’arcivescovo Ivan Maffeis: «La Carità deve essere intelligente»

IX Rapporto diocesano sulle povertà e sulle risorse dal provocante titolo: “Catene spezzate”, curato dall’Osservatorio Caritas, consultabile e scaricabile con le infografiche al link: Osservatorio sulla Povertà | Caritas Diocesana Perugia – Città della Pieve (caritasperugia.it), strumento di monitoraggio e riflessione sul fenomeno povertà, che va oltre i confini del territorio perugino, richiamando l’interesse di istituzioni, enti e organismi impegnati nell’opera di contrasto e prevenzione di questo fenomeno che riguarda sempre più italiani.
Sono intervenuti l’arcivescovo Ivan Maffeis, il direttore don Marco Briziarelli, l’economista Pierluigi Maria Grasselli, coordinatore dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale, l’assistente sociale Silvia Bagnarelli e lo statistico Nicola Falocci, componenti dell’equipe dello stesso Osservatorio.

Il IX Rapporto diocesano in sintesi.
Aumentano le richieste di aiuto degli italiani e la povertà in generale, ma scende il suo tasso di crescita.
Con riferimento alle attività del Centro di Ascolto della Diocesi di Perugia-Città della Pieve, nel 2023, possono cogliersi aspetti dinamici e modificazioni qualitative nel complesso dei richiedenti aiuto. Prosegue nel 2023 l’aumento (+9,2%) del numero totale (1805) di questi presso tale Centro, anche se con una riduzione del tasso di crescita della povertà (nel 2022 segnava +12,7%). La quota degli italiani sale al 25,3% (con un aumento rispetto al 2022) e quella degli stranieri scende al 71,5%. Le persone con doppia cittadinanza il 3,2%. Prosegue la netta prevalenza degli stranieri (provenienti da Perù, Marocco, Ucraina, Nigeria ed altri Paesi).
La povertà, dunque, non si riduce nonostante la presenza permanente di politiche di contrasto, dal Sostegno di inclusione attiva (SIA) al Reddito di inclusione (RDI), poi al Reddito di cittadinanza (RDC) ed infine all’Assegno di inclusione (ADI).
Se continuiamo, come nei precedenti Rapporti, a distinguere tra “vecchi” utenti e “nuovi” utenti, supponendo che i “nuovi” siano quelli con primo contatto in Caritas a partire da marzo 2020 (data del primo lockdown da pandemia), e che i “vecchi” lo abbiano avuto precedentemente, nel 2023 i vecchi utenti sono 568 pari al 31,5%, e i restanti 1237, pari al 68,5%, sono nuovi utenti.
Si noti il particolare interesse dell’analisi dei nuovi utenti, perché da essa possono risultare con particolare evidenza le nuove tendenze che si manifestano tra i richiedenti aiuto. Sotto questo profilo, segnaliamo, in termini di genere, il forte aumento dell’incidenza della componente maschile, che giunge, tra i nuovi, a superare quella femminile.
Per classi di età, tra gli stranieri il peso dei giovani fino ai 34 anni è doppio di quello tra gli italiani, mentre quello degli anziani (65 ed oltre) è tra gli italiani quasi quattro volte quello degli stranieri. Tra i nuovi utenti si osserva un’incidenza molto maggiore delle classi più giovani, il che può indicare la loro sofferenza per le difficoltà della situazione attuale
Lo stato civile degli utenti si distingue per il proseguimento della tendenza ad una sensibile diminuzione del peso di coniugati/e, e ad un aumento di quello dei celibi/nubili (che si possono supporre più provati dalla pandemia). Si pongono in evidenza stati di povertà molto connessi a forme di fragilità familiari. In termini di nucleo di convivenza, si evince, in continuità con il 2022, un cospicuo ulteriore aumento dell’incidenza di quelli che vivono soli, e una altrettanto forte diminuzione di quelli che vivono in un nucleo familiare. Tra i nuovi utenti, il marcato aumento della quota dei “soli” risente dell’alto livello tra gli italiani (molto rilevanti i livelli assoluti: gli italiani passano da 123 a 181, gli stranieri da 200 a 292).
Sul fronte abitativo, al primo posto per incidenza continua a porsi la casa in affitto da privati. Sempre tra i nuovi utenti, si rileva un forte aumento, rispetto ai vecchi, dei privi di abitazione, degli ospiti da amici o parenti, e del ricorso a subaffitto/posto letto.
Per il grado di istruzione, la quota di utenti che non dispongono di un titolo di studio più elevato della licenza media inferiore è del 47,0%, molto vicina a quella stimata per l’anno precedente. Si tratta di un livello di scolarizzazione medio molto basso, non tale da favorire una soddisfacente occupabilità degli utenti Caritas. Occorre accrescere tale livello, per contrastare la povertà educativa, e l’abbandono precoce del percorso scolastico. Sul fronte occupazionale, troviamo, nel 2023, al primo posto la condizione di disoccupato. Tutto sommato il quadro complessivo sembra più negativo e più incerto.
Dalle ricerche compiute da Caritas italiana trae conferma la stretta connessione tra povertà, difficoltà occupazionali e bassa scolarità.

Interventi Caritas.
Il numero complessivo degli interventi erogati tramite il Centro di ascolto diocesano nel 2023 arriva a 85.049, con un aumento dell’11,6% rispetto al 2022, e addirittura del 66,5% rispetto al 2020: un aumento esplosivo delle attività di Caritas, sotto i colpi delle crisi di varia natura degli ultimi anni.
Al primo posto come quota di interventi sul totale di questi troviamo l’offerta di beni e servizi materiali, costituiti principalmente dai servizi di mensa, dall’attività degli Empori/market solidali, dalla distribuzione di pacchi viveri. Seguono i servizi di alloggio e quindi i servizi di Ascolto, per lo più accompagnato da discernimento e progetto, nonché finalizzato ad attività di monitoraggio.
Il servizio di Ascolto è preliminare a tutti gli interventi successivi, e prevede Coinvolgimenti – che consentono di costruire una rete sociale operativa, costituita da parrocchie e/o gruppi parrocchiali, enti pubblici, enti privati o del Terzo Settore, e gruppi laici di volontariato.
Per un quadro completo delle iniziative della Caritas diocesana, si ricorda inoltre il suo multiforme impegno progettuale, in tutte le principali direzioni dell’impegno ai più fragili. È particolarmente importante che i progetti siano fatti non solo per i poveri, ma con i poveri. La meta verso cui Caritas si orienta è l’animazione di comunità, stimolare cioè la comunità ad una carità realmente generativa, che ha come principio sociale fondamentale la solidarietà, applicata ad ogni aspetto e dimensione dell’esistenza.
Pierluigi Maria Grasselli /

L’arcivescovo Ivan Maffeis: «La Carità deve essere intelligente»
«Le pagine di questo IX Rapporto raccontano di un viaggio che potremo scandire in tre tappe». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis, a Perugia, il 5 giugno, alla presentazione del IX Rapporto sulle Povertà e Risorse nel 2023 dal titolo: “Catene spezzate”, a cura dell’Osservatorio delle povertà ed inclusione sociale della Caritas diocesana. «La prima – ha precisato mons. Maffeis – va dai problemi alle persone…, il primo modo per affrontare seriamente una carità che abbia il riflesso della carità di Dio e qualifichi anche il nostro rapporto con chi vive situazioni di povertà. La seconda tappa va dalla società alle istituzioni, che ringrazio quanti le rappresentano a diverso titolo, dai Comuni, alla Provincia, alla Regione, raccogliendo la loro attenzione e disponibilità. Sarebbe impensabile delegare la cura dei poveri a qualcuno. Come Istituzioni civili e come Chiesa è bello poter dire che qui ci sono interlocutori con cui si cammina insieme. Il lavoro di “rete” della nostra Caritas va in questa direzione, perché il bene comune è il bene della città, quello che sta a cuore a tutti. La terza è dalla denuncia delle “catene” alla proposta. Queste pagine vanno in questa direzione come si evince nella parte finale del rapporto. Mentre forniscono una miniera di informazioni e di dati, raccontano anche di una comunità che sa rimboccarsi le maniche, che ci mette cuore, passione, intelligenza, perché la carità deve essere intelligente aprendo piste per condividere».
Soffermandosi sulle risorse messe in campo per accogliere le tante richieste di aiuto, l’arcivescovo ha parlato dello «zoccolo duro dell’8xmille alla Chiesa cattolica, ma in Caritas io trovo un modello che deve essere esportato nelle altre realtà della nostra Chiesa dove, partendo da una percentuale che è assicurata dalla generosità di tanti cittadini praticanti e non, che firmano per la Chiesa cattolica, il lavoro fatto con le istituzioni, con le aziende, con le cooperative e con tante persone generose, ha moltiplicato quel poco facendolo diventare qualcosa per tutti».
Il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, ha spiegato la scelta del titolo del IX Rapporto, “Catene spezzate”: «Vedete in copertina questi piedi incatenati e le “Catene spezzate” rappresentano il lavoro compiuto, la missione svolta con molto impegno dove tante famiglie sono tornate libere di poter camminare, sciolte da quelle catene che papa Francesco ci ricorda parlando della povertà. “Catene spezzate” anche perché è il nostro invito-obiettivo della nostra vocazione, quella di continuare a riportare il povero al centro in un cammino che lo vede abbracciato da tante realtà per il ritorno all’autonomia. Essere nella condizione di povertà è una privazione di possibilità, è una privazione della libertà. Non avere la libertà di poter scegliere nel quotidiano e per il proprio futuro. La povertà è in aumento nella nostra diocesi con un dato importante, che ci dice che tante “catene” sono state spezzate, ma che tante nuove “catene” sono arrivate perché il 40% delle famiglie in difficoltà sono nuovi poveri nel rivolgersi per la prima volta alla Caritas nel loro cammino di vita».
a cura di Riccardo Liguori /