Spoleto – le celebrazioni in Duomo presiedute dall’Arcivescovo. L’appello di mons. Boccardo: «Siate prossimi a quanti sono segnati dalla sofferenza a causa del Covid-19. Basta una telefonata o un piccolo gesto di amicizia: questa è la gioia del Natale».

Il 24 e il 25 dicembre l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo celebrerà la Messa della Notte e quella del Giorno di Natale nella Basilica Cattedrale di Spoleto. La prima, giovedì 24 dicembre alle ore 18.00 e la seconda venerdì 25 alle ore 11.30. In Duomo i fedeli prenderanno posto nel rispetto delle norme per evitare il diffondersi del Covid-19. Entrambe le celebrazioni, comunque, saranno trasmesse in diretta nei social della Diocesi: pagina Facebook (SpoletoNorcia) e canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia).

«Sarà un Natale particolare», afferma mons. Boccardo. «Un Natale segnato dalla sofferenza causata dal Coronavirus. E il nostro pensiero allora corre a tutti coloro che lo dovranno affrontare nella solitudine, ai malati negli ospedali e ai loro familiari, a quanti hanno perso in maniera tragica un congiunto senza neppure poterlo salutare. E faccio un appello – prosegue l’Arcivescovo – ai cristiani di Spoleto-Norcia e a tutte le persone di buona volontà: non sarebbe possibile alleviare la sofferenza e il dolore di qualcuno? Basterebbe una telefonata, un gesto di amicizia e prossimità, una piccola iniziativa che permetta a queste persone di sentirsi meno sole. Non dobbiamo fare grandi discorsi, ma dire semplicemente: ti sono vicino, non ho la soluzione al tuo problema, né le risposte ai tuoi perché e non riesco neanche a comprendere fino in fondo il tuo dolore e la tua ribellione. Però io sono qui accanto a te. Questa è la vera gioia, è la gioia del Natale».

Assisi – Messaggio di auguri di monsignor Sorrentino alla comunità diocesana. Messa della vigilia alle ore 20 a San Rufino

“Cari fratelli e sorelle buon Natale. Quest’anno abbiamo un doppio motivo per augurarcelo perché nella situazione di sofferenza in cui ancora ci troviamo, con il contenimento che ci viene imposto per cui non potremmo avere le solite manifestazioni di gioia, ancor più è necessario augurarci un Natale sereno che dia gioia al cuore e alle nostre famiglie”. È questo l’augurio che il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino rivolge con un video-messaggio alla comunità diocesana per il Santo Natale.

“Noi credenti – aggiunge il vescovo – un motivo lo abbiamo per un Natale sereno anche in una situazione così difficile. È il sapere che Dio ci vuole bene, tanto bene che è venuto in mezzo a noi, si è fatto bambino tra i bambini e ha voluto prendere su di sé le nostre sofferenze. È un Dio che ci capisce, che si mette accanto a noi, che soffre con noi, che combatte con noi. Qualche volta vorremmo che combattesse al posto nostro, che ci risolvesse i problemi e così d’incanto trovarci di nuovo in una situazione di normalità. Ma il nostro Dio ci vuole figli cresciuti che si assumono le loro responsabilità. Ci sta accanto, ci dà la forza; ed è questo il Natale”.

In occasione della vigilia di Natale il vescovo celebrerà la santa messa nella cattedrale di San Rufino alle ore 20 che sarà trasmessa in diretta su Maria Vision (canale 602) e sulla Pagina Facebook Diocesi Assisi – Nocera – Gualdo, mentre nella solennità del 25 dicembre verrà consacrata la nuova chiesa parrocchiale di Bastia Umbra dedicata a San Marco evangelista, situata nel quartiere XXV Aprile. La liturgia eucaristica, in programma alle ore 10,30, sarà presieduta dal vescovo Sorrentino. L’intero complesso di circa 700 metri quadrati che, oltre alla chiesa comprende anche la canonica ed altri spazi di socialità, è stato progettato inizialmente dall’architetto Antonio Coletti al quale, dopo la morte, è succeduto il collega Alfio Barabani. La chiesa, la cui prima pietra era stata posata l’8 ottobre del 2017, ha una capienza massima, in tempi normali non di contenimento del Covid-19, di 450 posti a sedere.

Alla celebrazione parteciperanno i membri della comunità parrocchiale rappresentanti le varie realtà pastorali. Inoltre saranno presenti l’Amministrazione comunale di Bastia Umbra e altre autorità civili e militari. Per consentire il rispetto delle disposizioni anti covid-19 il biglietto dovrà essere ritirato in parrocchia. Nel pomeriggio la messa delle ore 17 sarà presieduta dal parroco don Francesco Santini.

Nella cattedrale di San Rufino la santa messa del giorno di Natale presieduta da don Cesare Provenzi, parroco e priore del Capitolo della Cattedrale sarà celebrata alle ore 10.

Nella concattedrale di San Benedetto a Gualdo Tadino la santa messa della Vigilia di Natale sarà celebrata alle ore 18, mentre il giorno di Natale ne sono previste tre: alle ore 10; alle ore 11,15 e alle ore 18. Nella concattedrale di Santa Maria Assunta a Nocera Umbra la santa messa della vigilia di Natale sarà celebrata alle ore 19,30, quelle del giorno di Natale alle ore 9 e alle ore 11,15.

Perugia – a Natale, anche al tempo del Covid-19, la Chiesa sarà accanto alle persone più in difficoltà, disagiate e sole, grazie al volontariato e a realtà imprenditoriali solidali. Saranno consegnati a domicilio, tra il 24 e il 25 dicembre, più di 400 pasti caldi

A Natale, seppur con nuove modalità dovute alla pandemia, la Chiesa di Perugia-Città della Pieve, attraverso la Caritas diocesana, continuerà ad essere vicina alle persone più in difficoltà, disagiate e sole come fa da quasi un ventennio. «Quest’anno non potremo tenere il tradizionale pranzo di Natale offerto dal nostro cardinale Gualtiero Bassetti a quanti fruiscono tutto l’anno delle opere e dei servizi di Carità – annuncia il direttore della Caritas don Marco Briziarelli –, ma non mancherà la vicinanza a quanti soffrono in questo difficile periodo. Come segno tangibile di questa vicinanza, fortemente voluto dal nostro Pastore Gualtiero, la Caritas, grazie alla sua rete di volontari e operatori e al coinvolgimento di alcune realtà imprenditoriali del settore alimentare e della ristorazione, distribuirà tra la sera del 24 e la mattina del 25 dicembre alcune centinaia di pasti con consegna a domicilio o in modalità di asporto. Il tutto – precisa il direttore don Briziarelli – rispettando in pieno le indicazioni per la tutela della salute dei nostri poveri e dei nostri volontari. La promozione al rispetto delle regole e alla cura della persona è per tutti noi di primaria importanza».

La distribuzione dei pasti avverrà sia la sera della vigilia sia il giorno di Natale a singoli e a nuclei familiari individuati dai Centri di ascolto diocesano e parrocchiali. Il 24 dicembre riceveranno la cena i 14 ospiti della Casa di prima accoglienza “Sant’Anna dei Servitori” per senza fissa dimora, situata in pieno centro storico, e i 25 assistiti dal Comune di Perugia, presso i locali della palestra di Sant’Erminio. Mentre, il 25 dicembre, saranno donati a pranzo, a 50 famiglie, 200 pasti grazie ad un progetto della Galbani in collaborazione con la Caritas Italiana. Inoltre, con la collaborazione di tre ristoranti, preventivamente selezionati, 100 pasti saranno distribuiti a famiglie di Perugia città, 50 di ponte San Giovanni, 25 di Olmo e 25 di Ferro di Cavallo, in base alla stessa ubicazione dei ristoranti. Sempre il giorno di Natale resterà aperto il Punto Ristoro Sociale Comune-Caritas “San Lorenzo”, più comunemente conosciuto come la “Mensa” di via Imbriani (in pieno centro storico), dove saranno distribuiti, come ogni giorno, 100 pasti donati dal Comune. E’ un servizio che il Comune eroga 365 giorni all’anno.

Comunicazione della Conferenza Episcopale Italiana sul Decreto Legge del 18 dicembre per le celebrazioni nel periodo natalizio

Il Decreto-Legge n. 172, contenente ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19, introduce – come ormai noto – alcune limitazioni agli spostamenti durante il periodo natalizio, dal 24 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021. Nei giorni 24, 25, 26, 27, 31 dicembre 2020 e 1, 2, 3, 5, 6 gennaio 2021 si applicano le misure previste per le cosiddette “zone rosse”, elencate all’art. 3 del DPCM dello scorso 3 dicembre. Nei giorni 28, 29, 30 dicembre 2020 e il 4 gennaio 2021 si applicano, invece, le misure previste per le cosiddette “zone arancioni”, elencate all’art. 2 del DPCM dello scorso 3 dicembre.
Nella situazione disegnata dal Decreto-Legge non ci sono cambiamenti circa la visita ai luoghi di culto e le celebrazioni: entrambe sono sempre permesse, in condizioni di sicurezza e nella piena osservanza delle norme.
La Segreteria Generale della CEI ricorda quanto indicato dal Consiglio Episcopale Permanente nel comunicato finale della sessione straordinaria del 1° dicembre: “Sarà cura dei Vescovi suggerire ai parroci di ‘orientare’ i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità: Messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno. Per la Messa nella notte sarà necessario prevedere l’inizio e la durata della celebrazione in un orario compatibile con il cosiddetto ‘coprifuoco’”, cioè entro le 22.
Durante i giorni di “zona rossa” si consiglia ai fedeli di avere con sé un modello di autodichiarazione per velocizzare le eventuali operazioni di controllo. La Circolare del Ministero dell’Interno del 7 novembre 2020 ha precisato che i luoghi di culto dove ci si può recare per una visita o per la partecipazione a una celebrazione “dovranno ragionevolmente essere individuati fra quelli più vicini”.
Durante i giorni di “zona arancione” i fedeli potranno raggiungere liberamente qualsiasi luogo sacro sito nel Comune di residenza, domicilio o abitazione. Se esso ha una popolazione non superiore a 5.000 abitanti è possibile recarsi in chiese situate in altri Comuni che non siano capoluoghi di provincia e distanti non oltre i 30 km.
I Vescovi esortano, soprattutto in queste giornate, a non dimenticare e ad accompagnare tutte le persone, che comunicano le loro fatiche, le loro speranze, chiedendo preghiere e aiuti materiali e spirituali. “Nel silenzio delle tante ferite che incidono profondamente sul corpo, nell’anima e nello spirito, sappiamo per fede che sta per fare capolino la voce dell’angelo, che porterà la notizia attesa da sempre: ‘Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore’”.

Perugia: «La Caritas sia sempre portatrice di speranza, soprattutto al tempo del Covid-19”. E’ l’incoraggiamento del cardinale Gualtiero Bassetti al direttore della Caritas don Marco Briziarelli

Tra i primi responsabili degli organismi pastorali che il cardinale Gualtiero Bassetti ha incontrato dopo il ricovero per Covid-19, è stato il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli.

In charitate fundati. «Ho avuto la gioia di poter trascorrere, lunedì scorso, due ore con il nostro Pastore Gualtiero – commenta don Marco –, durante le quali ho colto dai suoi occhi e dalle sue parole il desiderio, dopo un mese e mezzo di assenza, di voler essere ragguagliato su ogni attività svolta e progetto attivato in questo tempo di pandemia come organismo pastorale della Carità. Soprattutto ha chiesto di come ci stavamo prendendo cura in maniera personale e diretta dei nostri poveri, incoraggiandoci ad andare avanti in un momento così complesso. Ha condiviso le scelte intraprese consigliandoci e suggerendoci delle nuove. Ho compreso dalle sue parole che il nostro Pastore non ha mai smesso di pensare ai poveri e ad ogni povertà, nemmeno nei giorni della sua prova più difficile. Del resto non poteva essere diversamente per lui che ha fatto dei poveri il cardine del suo ministero: “In charitate fundati” è il suo motto episcopale».

Essere portatori di speranza. E’ stato un colloquio, racconta il direttore della Caritas, «alternato tra sorrisi e momenti di commozione nell’ascoltare, da parte del cardinale Bassetti, le difficoltà di tante famiglie che arrivano al Centro di ascolto senza speranza, con uno sguardo spento dalla crisi sanitaria ed economica che stiamo vivendo. Il cardinale ci ha invitati ancora una volta ad essere portatori di speranza, sostenendo nell’emergenza coloro che si trovano in difficoltà, “a costruire a loro fianco un progetto capace di far rialzare lo sguardo al cielo”».

Il coraggio di “Adotta un affitto”. «Riguardo ai progetti Caritas per contrastare l’emergenza abitativa – prosegue don Briziarelli – il nostro cardinale ci ha invitati a promuovere con coraggio la campagna “Adotta un affitto” che sta caratterizzando l’“Avvento di fraternità 2020” della nostra comunità diocesana». Si tratta, ricorda ancora il direttore della Caritas, di una «grande raccolta fondi lanciata la prima domenica di Avvento (lo scorso 29 novembre) proprio a sostegno di questa emergenza che rischia di farsi molto più acuta nel 2021. L’afflusso di famiglie in difficoltà per il pagamento di affitti e bollette è ogni giorno in costante aumento sia al Centro di ascolto diocesano sia nei Centri di ascolto parrocchiali».

Una “rete” di progetti. Il cardinale è ritornato su un argomento a lui molto a cuore, quello del prosieguo della collaborazione con le Istituzione civili e le associazioni che operano a vario titolo nella lotta alla povertà, «allo scopo di costruite una “rete sempre più stretta – sottolinea don Briziarelli parafrasando lo stesso Bassetti – capace di mettere al centro il povero, una rete capace di progettualità”».

La Collaborazione Comune-Caritas. Riguardo ai rapporti con le Istituzioni civili locali, il direttore della Caritas diocesana coglie l’occasione per «ringraziare in particolare l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Perugia, Edi Cicchi, e la dirigente ai Servizi Sociali del medesimo Ente, la dott.ssa Carla Trampini, e il loro staff per i progetti che stiamo mettendo in atto in una comunione di intenti, consolidando la collaborazione tra Istituzioni civili locali e Chiesa diocesana. Collaborazione che ha trovato ulteriore testimonianza nell’avvio del progetto del “Punto Ristoro Sociale Comune-Caritas San Lorenzo”, nell’autunno 2008, più comunemente conosciuto come la “Mensa Caritas” di via Imbriani (in pieno centro storico perugino, ndr)».

Si amplia il “Villaggio della Carità”. «In merito all’avvio di futuri progetti – annuncia don Marco Briziarelli –, firmeremo un nuovo comodato d’uso, venerdì 18 dicembre, con la Provincia dell’Umbria dei Frati Minori Cappuccini per un ampliamento di utilizzo del complesso del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”, sede anche della nostra Caritas diocesana (zona Via Cortonese di Perugia, ndr). E’ un altro passo – conclude il sacerdote – che ci permetterà di avviare nuovi progetti di accoglienza e sostegno a singoli e a famiglie in gravi difficoltà».

Terni _ Natale di solidarietà e aiuti alle famiglie bisognose nella pandemia Covid 19. Aumentati del 234% le presenze all’Emporio solidale

Un Natale di solidarietà che, in tempo di pandemia, vuole portare la gioia della festa e la speranza alle persone sole e bisognose, in un contesto sociale locale che evidenzia il perdurare di una crisi profonda con l’emergere di nuove e gravi povertà, aumentate dalla crisi sanitaria, sociale ed economica della pandemia del Covid 19. Si manifestano situazioni più critiche, l’emergere di povertà nascoste che vengono spesso taciute alla comunità, determinate soprattutto dalla crisi economica e occupazionale. Un conteso segnato da un crescente numero di famiglie che si rivolgono alle strutture caritative della Chiesa per richiedere viveri e altri aiuti di prima necessità.

La riflessione del vescovo Piemontese:
«Il Natale ci ricorda che Gesù si è fatto uomo, si è sporcato le mani e ha preso su di sé i limiti della natura umana. La carità e la solidarietà sono parte integrante del Natale, nel perpetuare ciò che Gesù Cristo ha fatto e che ci contraddistingue come cristiani. Non soltanto buoni sentimenti, ma a sporcarsi le mani come fanno la Caritas, l’associazione San Martino, le parrocchie, le tante altre associazioni che danno tanto cercando di vivere nella fedeltà e per amore al Signore. In questo tempo di Natale vogliamo dire grazie e fare gli auguri alle tantissime persone che si sono relazionate a noi, che si sono fidate di noi e alle tantissime persone che si sono sporcate le mani. Auguri a tutta la cittadinanza di Terni, Narni, Amelia, grazie soprattutto ai poveri che, come diceva San Francesco, “sono i nostri signori”. Siamo tutti nella stessa barca e, in questo momento di difficoltà, dobbiamo sostenerci gli uni con gli altri e affrontare la crisi insieme, ma non dimentichiamoci che le ragioni della pandemia risiedono nei guasti che abbiamo procurato alla creazione, all’uomo stesso. Se non ci convertiamo e cambiamo sistemi di vita, purtroppo, saremo assaliti da altre pandemie che ci distruggeranno. Tutti dobbiamo fare un passo indietro, guardando ai poveri, i quali si accontentano di quel poco che hanno. L’augurio è che veramente ognuno di noi cambi il cuore e la propria esistenza e impari a sporcarsi le mani nell’aiutare coloro che hanno bisogno».

Il Natale di Solidarietà
Il tradizionale pranzo di Natale in episcopio, che non potrà svolgersi nella consueta accoglienza delle famiglie ai tavoli il giorno di Natale, sarà invece un incontro fraterno con le famiglie bisognose, che si terrà nella Cattedrale di Terni, il pomeriggio del 24 dicembre, con il vescovo Piemontese e i volontari che, dopo la preghiera comune, consegneranno ad ognuno un pacco alimentare con il pranzo di Natale e un dono personale ad adulti e bambini.
C’è poi il progetto “Vicini con il cuore”, voluto dal Questore di Terni Roberto Massucci, che consiste nel consegnare, il 25 dicembre il pranzo di Natale a 14 famiglie individuate in collaborazione con le Caritas parrocchiali. La consegna sarà effettuata a Terni e Amelia, da tre pattuglie della Polizia di Stato e da un’auto di poliziotti in congedo.
Le famiglie sono composte da un totale di 56 persone di cui 28 tra bambini e adolescenti a cui saranno consegnati regali di natale. Oltre il pranzo caldo e i regali per i minori verranno consegnati gadget, kit igiene personale, capi di vestiario, panettoni. Il progetto ha visto collaborare, oltre la Caritas e associazione di volontariato San Martino, tramite la direttrice della mensa Fernanda Scimmi e i tanti volontari che svolgono il servizio in mensa, la Questura di Terni, il Sindacato di Polizia, l’associazione dei poliziotti in congedo, l’Unicef comitato provinciale di Terni e l’associazione italiana Sclerosi multipla.
Per le feste di Natale in tanti hanno donato beni per le attività caritative: la Coldiretti Nazionale che ha donato alla Caritas Diocesana di Terni ed alla Società San Vincenzo de’ Paoli 35 quintali di confezioni di pasta Stagioni d’Italia che andranno a rifornire l’emporio solidale del centro Caritas di via Vollusiano a Terni, le famiglie assistite dalla San Vincenzo de’ Paoli e dalle parrocchie della Diocesi; il Lions Club Interamna che ha donato alla Caritas buoni spesa per un valore di 1000 euro; 50&più, patronato della Confcommercio, ha donato 50 pacchi natalizi e altri benefattori che hanno donato buoni e denaro per sostenere le famiglie in difficoltà. C’è poi la tradizionale raccolta promossa dall’università a Terni Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia, fra le studentesse, gli studenti, gli ex-studenti, i docenti, tutto il personale tecnico-amministrativo universitario, con la donazione di generi alimentari a lunga conservazione e di giocattoli e beni destinati ai bambini.
La Caritas diocesana e l’associazione di volontariato San Martino, come tutti gli anni, non dimenticano il carcere di Terni, donando 250 panettoni per i detenuti e per la polizia penitenziaria.

Le attività e i dati nella seconda fase della pandemia Covid 19:
«Il perdurare della pandemia ed il nuovo secondo picco che stiamo vivendo in questi giorni – ha spiegato il direttore della Caritas Ideale Piantoni – ha ulteriormente modificato lo scenario delle povertà nel nostro territorio. Il periodo estivo è stato caratterizzato da un calo degli ascolti e delle presenze nelle nostre Opere Segno di assistiti, ma si sono evidenziate richieste economiche molto elevate a cui abbiamo cercato di fare fronte con alcune donazioni e soprattutto unendoci ad altre associazioni, in particolare con la San Vincenzo de Paoli, e con le parrocchie. Certamente non tutte le situazioni gravi sono state risolte, anche perché dietro le richieste economiche si nascondevano anche casi gravi di abbandono famigliare, di violenze domestiche, malattie fisiche e psichiche. A questo periodo si è poi aggiunto a fine estate il problema causato la sospensione per verifica dei Redditi di Cittadinanza, in corso d’opera, ed il timore da parte di molti che questo gli venga sospeso. Attualmente la situazione, pur arricchita dalla rete di collaborazioni, si è fatta pesante per l’aumento di richieste economiche spesso molto onerose e quindi impossibili da chiudere positivamente».
Dalla riapertura delle attività nel mese di giugno ad oggi, l’Emporio della solidarietà, la mensa San Valentino, hanno svolto il loro servizio in modalità straordinaria. La Caritas ha assistito oltre ad un centinaio di famiglie, tradizionalmente inviate dalle Parrocchie, una trentina di nuclei in grave difficoltà e le 12 famiglie di giostrai. Al Centro di Ascolto sono state ascoltate 7-8 persone al giorno, accolte singolarmente e su appuntamento, mentre le richieste economiche sono state una decina a settimana.
Complessivamente sono stati aiutati 330 nuclei familiari, impegnando oltre 65.000 euro, di cui la maggior parte dalla fine febbraio per un ammontare di quasi 60.000 euro.
Dalla fine di giugno ad oggi sono stati spesi per utenze, affitti, altri bisogni famigliari come pulmini, medicine e spese mediche 35.000 euro.
«Volendo trovare delle positività di questo periodo di ripresa del contagio, cito il consolidarsi della comunione con le parrocchie della Diocesi – ha proseguito Piantoni – che veramente hanno tutte e secondo le loro possibilità, sostenuto le famiglie disagiate delle proprie comunità e in molti casi, insieme alla Caritas Diocesana, contribuito ad aiutare anche nuclei di altre parrocchie. La collaborazione con l’assessorato Welfare del Comune di Terni e la nascita di una rete solidale tra associazioni e movimenti laici che operano nel sociale. Il futuro è in mano agli economisti, ai politici, alle misure sanitarie nazionali che saranno prese e dalla coscienza, il senso civico ed il rispetto per il prossimo di tutti noi, ma il perdurare della pandemia sicuramente influirà sull’economia del nostro territorio, già tanto provata dalla precedente crisi economica. Come cristiani non perdiamo il nostro ottimismo, che dobbiamo saper trasmettere ai nostri assistiti, ma siamo anche consapevoli che potrebbero venire tempi peggiori e tutti siamo pronti a rimboccarci ulteriormente le maniche confidando nel Signore».

Un significativo contributo nelle attività di solidarietà è stato dato dalle Caritas parrocchiali, che sono la prima interfaccia sul territorio a cui si rivolgono le persone che chiedono aiuto. «Un servizio di ascolto e presa in carico – ha ricordato il vicario episcopale per la Carità mons. Paolo Carloni – cresciuta in questi mesi, con nuove persone che arrivano in parrocchia per chiedere aiuti, ma anche sostegno morale e conforto. Sono circa 20 le Caritas parrocchiali attive in diocesi, seguono ordinariamente circa 600 famiglie, in questi ultimi periodi abbiamo superato le 1000 famiglie a cui diamo generi alimentari, pagamento di utenze e altro».

 
Mensa San Valentino, il nuovo gazebo all’aperto: la mensa dei poveri, durante la pandemia è stata la porta di accesso ai tanti servizi messi in atto dalla Caritas Diocesana tramite l’associazione di volontariato San Martino, proprio perché il servizio non è mai cessato è diventata il punto di riferimento di tutte le persone che hanno bisogno di aiuto.
È stato ridotto l’orario di apertura, dalle 16.45 alle 17.45, tutti i giorni compresa la domenica con l’ingresso in sala di una persona alla volta fino al numero di 10 presenti a turno. L’accesso è consentito previo controllo temperatura con termometro laser a tutti i commensali prima di farli accedere al locale della mensa. È nata la necessità di riattivare il Gazebo adiacente alla mensa, rendendolo fruibile e riscaldato, alle persone che per vari motivi non possono accedere alla sala da pranzo (mancato rispetto norme Covid, temperatura sopra la norma o semplicemente perché in sala non c’è posto o occorre tempo per la sanificazione effettuata ogni volta che l’ospite termina di mangiare).

L’Emporio della Solidarietà: il numero delle persone che hanno usufruito dell’emporio è aumentato del 234% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Nel 2020 sono stati aiutati 302 nuclei familiari, che ammontano a più di mille persone che hanno potute mangiare grazie a quanto ricevuto tramite il servizio di acquisto solidale dell’emporio. In questo anno sono state ascoltate 951 persone, 533 persone hanno ritirato il vestiario per un totale di capi pari a 11.228. 57 persone hanno usufruito del servizio doccia, 52 uomini e 5 donne.

Molti i benefattori: il tutto è stato reso possibile grazie al contributo di tante persone, aziende e istituzioni sia pubbliche che private, innanzi tutto alla quota 8xmille della Diocesi pari a 246.000 euro. La Caritas Italiana con un contributo straordinario di 70.000 euro
Il Comune di Terni con un contributo di 32.600 euro per l’assistenza alla cittadinanza, durante il periodo emergenziale a seguito dell’epidemia di covid-19.
La Fondazione Carit con un contributo totale di 10.000 euro per la Mensa San Valentino,
di 10.000 euro per il progetto “Noi non ci fermiamo” per l’acquisto e distribuzione di mascherine monouso e guanti; generi alimentari e igiene personale e della casa; di 60.000 euro per il progetto Emporio due binari.
La Fondazione Intesa San Paolo Onlus con un contributo di 8.500 euro di cui  5.000 euro per la sanificazione della Mensa, del Centro di Ascolto, dell’Emporio e € 3.500 per la gestione della Mensa San Valentino.
E ancora dalle donazioni del Banco Popolare, di tanti altri benefattori locali: Fioroni Umbria e dipendenti di Terni, un medico Amelia e numerose persone tra cui pensionate novantenni e anonimi. Buoni spesa sono stati donati da: Lions Club Interamna, una professoressa ed una consulente legale di Terni; alimenti dalla Coldiretti Provinciale, Confcommercio Patronato “50 & più”, biscottificio pasticceria Sant’Angelo, Dipartimento Economia di Terni dell’Università di Perugia, raccolte nelle Parrocchie che aderiscono all’emporio, donazioni ricevute dalla mensa e dall’Emporio.

 

LA RELAZIONE DEL DIRETTORE CARITAS IDEALE PIANTONI

LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE SAN MARTINO FRANCESCO VENTURINI

L’arcivescovo Renato Boccardo in una lettera ad una coppia di amici racconta i giorni trascorsi in ospedale a causa del Coronavirus. «Catapultato in una situazione nuova, fatta anche di sofferenza, ho riletto la mia vita, ho pregato per la “mia” gente di Spoleto-Norcia

In prossimità della terza Domenica di Avvento (13 dicembre 2020), chiamata della gioia, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo, su sollecitazione di una sua coppia di amici, Chiara e Sandro, racconta i giorni trascorsi al policlinico universitario “A. Gemelli” di Roma per curare la polmonite bilaterale interstiziale causata dalla positività al Coronavirus. Il testo completo della lettera è consultabile nel sito della diocesi: www.spoletonorcia.it.

Catapultato in una situazione nuova, fatta di sofferenza. «Non ero preparato – scrive il Presule – ad affrontare un tempo speciale come questo, inatteso e imprevisto, e mi sono trovato come catapultato, da un giorno all’altro, in una situazione nuova, fatta di solitudine, di lunghi silenzi, di riflessioni articolate, di tempi prolungati di ascolto della Parola di Dio e di preghiera. E anche di un po’ di sofferenza (l’aiuto dell’ossigeno per la respirazione è stato prezioso…). Il primo pensiero che mi ha accompagnato è stato quello di condividere con tanti miei diocesani l’esperienza della malattia e della precarietà: ho pensato a tutti coloro che si trovano in un letto di ospedale, ai loro famigliari lontani, a quanti li curano con dedizione e competenza, a quanti affrontano il passaggio vitale della morte soli con se stessi senza il conforto di una presenza e di una mano amica».

Rileggere il cammino della vita. «Nelle lunghe ore passate sdraiato sul letto in compagnia della maschera ad ossigeno – scrive l’Arcivescovo – ho potuto rileggere con calma il cammino della mia vita, ormai non breve. Più volte, specialmente durante gli esercizi spirituali annuali, ho affrontato questo percorso, ma mai mi era successo di poterlo fare (o forse non ne ero stato capace) con tanta calma, dettagli e profondità. E così sono partito dagli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, con il ricordo vivo e riconoscente dei miei genitori e dei miei nonni che sono stati per me la prima, immediata e più bella rappresentazione dell’amore gratuito e fedele di Dio. E poi gli anni della formazione, con delle splendide figure di preti, di laici e di vescovi che hanno lasciato un segno indelebile nella mia vita e che, con il loro esempio e la loro parola, mi hanno insegnato a fare il prete. Sono venuti quindi gli anni del ministero sacerdotale ed episcopale, nei quali ho vissuto esperienze uniche ed ho scoperto la bellezza e la vitalità della Chiesa universale nel servizio alla Sede Apostolica, soprattutto all’ombra e alla scuola di quel grande Pontefice che fu San Giovanni Paolo II. E infine gli ormai 11 anni a Spoleto-Norcia, in questa Chiesa diocesana che il Signore mi ha dato perché le sia padre e guida, servitore e custode».

Con la preghiera nelle strade, nelle comunità e nelle case della Diocesi. «Nel silenzio e nella solitudine – dice il Presule – ho avuto abbondantemente il tempo di percorrere con il pensiero e con i grani del Rosario tutte le strade della Diocesi, compiendo un autentico “pellegrinaggio” alle diverse comunità, quasi una visita pastorale virtuale. Sono entrato anzitutto nelle case dei miei preti, immaginando i loro momenti di solitudine e di fatica, ma anche di dialogo silenzioso e fecondo con il Signore e di presenza amica presso la gente. Ho bussato idealmente all’uscio di tutte le famiglie, condividendo la fragilità di questo tempo sconnesso e la trepidazione per la sicurezza economica e lavorativa o la disperazione per il lavoro minacciato o perduto; mi sono accostato con affetto alle persone anziane e sole, ricche di ricordi e forse povere di relazioni; ho rincorso i giovani, sempre più estranei e assenti dalle nostre parrocchie; ho provato ad immedesimarmi nelle varie situazioni di vita della mia gente, facendomene carico in qualche modo ed intercedendo per tutti la pace e la benedizione di Dio».

Il pensiero della morte. «L’esercizio del “contare i giorni” mi ha condotto inevitabilmente anche al pensiero del termine naturale della mia vita terrena: quando e come sarà il momento della mia morte? Lo affido alla imperscrutabile sapienza del Signore e alla sua infinita misericordia. Mi piacerebbe però, se così è nei piani della Provvidenza, di esperimentare ancora in quei momenti la stessa intensità di affetto ed amicizia ricevuta in questi giorni… E mi piacerebbe che di me rimanesse – ben aldilà di qualche insegnamento e di qualche progetto e realizzazione pastorale e materiale – il ricordo di qualche bene compiuto. Posso affermare – con timore e tremore – di aver avuto una vita bella, piena e luminosa, con tante carezze immeritate e tante piccole croci che mi hanno educato e fatto crescere. Ecco, non vorrei sprecare questo patrimonio, e metterlo ancora a frutto per il tempo che mi rimane. Risulta difficile, e sarebbe probabilmente presuntuoso, stilare programmi per un futuro anche immediato. Non so e non sappiamo quale strada intraprendere, sollecitati da un passato che sembrava darci sicurezza (che cosa è rimasto?) e da un futuro che vorremmo illuderci di gestire per farlo a nostra immagine e somiglianza».

Il cardinale Gualtiero Bassetti nel primo audio-video rivolto alla sua comunità diocesana: «Ringrazio il Signore perché mi ha restituito alla mia gente… Sono con voi, cammino con voi, soprattutto accanto ai più malati, ai più poveri, per fare il mio Natale con voi».

Convalescente a seguito del contagio da Covid-19, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti ha rivolto un primo messaggio di Avvento alla comunità diocesana attraverso un audio-video visionabile sul canale Youtube del settimanale La Voce: https://youtu.be/aXAuhxwq2ns .

Nessuno abbia a soffrire. «Cari sacerdoti, cari fratelli e sorelle – esordisce il cardinale nel messaggio –, ormai da qualche giorno sono convalescente qui in episcopio, e vedo che lentamente la salute sta tornando, e certi guai causati dal Covid stanno, un po’ alla volta, scomparendo. Ringrazio il Signore perché così ha voluto: che io rimanessi in vita, e soprattutto perché mi ha restituito a voi, alla mia gente. Avendo più tempo in questo periodo, la mia preghiera, la mia offerta è per voi, è per le famiglie, soprattutto dove ci sono dei malati. È per le famiglie dove ci sono i bambini piccoli. È per le famiglie che, per un motivo o un altro (ne soffro anch’io, e soffro con loro), hanno dei disagi economici. Pensiamo davvero che si provveda, in tutti i sensi, per il bene comune della società, e nessuno abbia a soffrire».

Più trepida l’attesa. «Ci stiamo preparando al Natale – prosegue il cardinale –, un Natale molto particolare, ma non più triste. E’ un Natale con meno luci, con meno alberi, con meno presepi, con meno pranzi, con meno festa, ma questo il Signore lo permette perché diventi più trepida la nostra attesa. Avvento vuol dire Gesù che viene. E se Lui viene non possiamo stare fermi. Nella condizione in cui ci troviamo dobbiamo andargli incontro con amore, perché Lui ha la luce che illumina il mondo, Lui viene a salvarci… Natale è andare incontro a Gesù, mettendo la nostra vita nelle sue mani».

Entrare in tutte le case. Nell’aiutare il suo Gregge in questo incontro, il Pastore Gualtiero ha annunciato nell’audio-video un’iniziativa: «Durante il primo lockdown – quando per la prima volta fummo assaliti da questo morbo che conoscevamo ancora meno di ora, ed eravamo costretti a stare chiusi in casa, ed erano limitati al minimo anche i servizi religiosi – , tutte le settimane vi scrivevo una lettera per sostenere la vostra speranza, perché aveste il conforto del vostro Pastore, perché sentiste un cuore che batte accanto al vostro. E perché questo avvenga ancora, dal momento che purtroppo la pandemia non è finita, dalla prossima settimana comincerò a scrivervi nuovamente delle lettere, fino a tutto il periodo natalizio. Perché sappiate che io sono con voi, che cammino con voi, e che voglio davvero entrare in tutte le case, in ogni situazione; soprattutto accanto ai più malati, ai più poveri, per fare il mio Natale con voi. Buon Avvento! Buon Natale!».

Il cardinale Bassetti dimesso dal policlinico Gemelli torna a Perugia: «Sono finalmente a casa con l’aiuto di Dio…»

Poco prima delle 19 di questa sera (giovedì 3 dicembre) il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, ha fatto rientro a casa, in arcivescovado, dopo 33 giorni di ricovero ospedaliero a seguito del contagio da Covid-19. Appena sceso dall’auto, guardando con gli occhi visibilmente commossi il suo vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e i suoi collaboratori, ha esclamato: «Sono finalmente a casa con l’aiuto di Dio, sono più sereno nel rivedervi tutti, l’aria di casa fa sempre bene». R. L. /

Messaggio del Cardinale Bassetti

“Sono stato nel deserto, ma con gli angeli”
C’è un episodio della vita di Gesù, raccontato all’inizio del Vangelo di Marco, che mi ha sempre affascinato ma anche un po’ intimorito: prima di iniziare la sua predicazione pubblica, Gesù trascorre quaranta giorni nel deserto (Mc 1,12). Ho sempre pensato che deve essere stato un tempo duro: il Vangelo tiene a precisare che il Figlio di Dio «stava con le bestie selvatiche» (Mc 1,13). Ho immaginato che si sia trattato di un tempo di solitudine profonda e di senso di abbandono, in cui avrà pensato alla sua vita passata e avrà sperato ancora in una vita futura bella. Ma il Vangelo aggiunge anche che «gli angeli lo servivano» (Mc 1,13). Quindi vuol dire che non era affatto solo: ha sentito intorno a sé la presenza di forze buone, che gli trasmettevano la vicinanza di Dio. Questa presenza mi ha consolato ogni volta che sono tornato a questo episodio del Vangelo.
Oggi posso dire che i giorni che ho vissuto in ospedale per via del COVID-19 sono stati un po’ come quelli di Gesù del deserto. Ho sentito l’arsura, la fatica di respirare, la lotta del mio corpo per respingere l’infezione. Sono stati momenti difficili per me e lo sono per chiunque si trovi in una condizione di sofferenza e veda minacciata la propria vita. Ma posso testimoniare di avere sentito anche la compagnia di alcuni angeli, che mi hanno ricordato quelli che erano al fianco di Gesù: sono anzitutto gli operatori sanitari, dai medici agli infermieri, che si sono presi cura di me prima a Perugia e poi a Roma. Sono stati “angeli custodi” professionali e amabili. A loro non posso che rivolgere il mio primo ringraziamento.
Ma vorrei cogliere l’occasione per ringraziare altri angeli: sono gli operatori della comunicazione. Nella Bibbia, l’angelo è il messaggero: io mi sono sentito custodito da persone, che erano attente alla mia persona prima ancora che al mio ruolo, che hanno raccontato un uomo malato prima ancora che la malattia di un cardinale. Grazie a questa loro attenzione ho sentito vicina la presenza di tante persone che hanno pregato per me.
In questo momento particolare della nostra storia affido a voi che, ogni giorno, raccontate quanto avviene in Italia e nel mondo, un passaggio del messaggio che il Santo Padre vi ha rivolto per la 51ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: «La speranza è la più umile delle virtù, perché rimane nascosta nelle pieghe della vita, ma è simile al lievito che fa fermentare tutta la pasta». V’incoraggio a cercare i semi di speranza sparsi nella quotidianità per costruire una società più bella, fondata sulla fraternità.
Il Signore benedica questi angeli, che sanno servire la verità con carità.

Gualtiero Cardinale Bassetti
Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve
Presidente della CEI

Assisi – presepe e proiezioni nello spirito francescano del Natale. Una statua di un’infermiera, simbolo anti Covid, nella natività di San Francesco,

NATALE 2020: ASSISI CITTA’ PRESEPE, RIVIVONO GLI AFFRESCHI DI GIOTTO

STATUA INFERMIERA SIMBOLO ANTICOVID NELLA NATIVITÀ DI SAN FRANCESCO

Martedì 8 dicembre alle 17 Santa Messa Basilica inferiore di San Francesco con Card. Gambetti. Alle 18.30, benedizione del Presepe e accensione dell’albero di Natale
E’ stato presentato il programma natalizio 2020 dei frati della Basilica di San Francesco d’Assisi. Martedì 8 dicembre a partire dalle 17 si terrà la Santa Messa, la benedizione del Presepe e l’accensione dell’albero di Natale. L’evento quest’anno vuole simbolicamente celebrare il prezioso lavoro degli operatori sanitari svolto durante la pandemia covid19. Per l’occasione, infatti, verrà posta, nel Presepe a grandezza naturale, una statua raffigurante un’infermiera. Un Presepe che attraversa le piazze e le strade della città di Assisi da parte a parte per trasformarla in una nuova Betlemme. Statue e video proiezioni che riproporranno gli affreschi di Giotto nella Basilica di San Francesco: tradizione e modernità si incontrano nella spiritualità francescana.

Un Natale speciale che rivivrà lo spirito francescano proprio nel Presepe inventato dal Santo di Assisi con video proiezioni multimediali, sulle facciate della Basilica Superiore di San Francesco e della Cattedrale di San Rufino, video mapping e giochi di luci nelle strade della città, con la direzione artistica di Mario Cucinella.

Il Presepe è composto da 50 pastori che riproporranno la Natività e l’Annunciazione. L’albero di Natale, installato nella piazza inferiore della Basilica di San Francesco, è un abete bianco di 13 metri ed è offerto dall’Assessorato all’Agricoltura e Foreste della Provincia autonoma di Trento. L’abete, addobbato con circa 40 mila luci a led, proviene da selvicoltura sostenibile della Valle dei Mocheni e per ogni pianta tagliata in queste aree viene reimpiantata immediatamente una nuova.

Un Natale speciale, con un’attenzione anche a chi è lontano e non può venire ad Assisi. Grazie alla web app ilnataledifrancesco.it sarà possibile ammirare fino al 6 gennaio le video proiezioni della Natività di Gesù e dell’Annunciazione di Maria, affreschi di Giotto e bottega presenti nella Basilica Inferiore di San Francesco, e l’esclusivo video mapping dell’interno del Complesso Monumentale, che permetterà allo spettatore di immergersi negli oltre 10mila mq di affreschi, realizzato dallo studio dell’architetto Marco Capasso.

«Anche in questo anno così segnato dalla sofferenza, nella pandemia: Buon Natale perché il Signore viene, viene sempre e ci fa compagnia. Quest’anno abbiamo voluto realizzare un presepe molto particolare, – ha dichiarato il Custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni – in cui mettere in rilievo la bellezza dell’arte di Giotto e renderla plastica, renderla immersiva questa realtà. Davanti alla Basilica la presenza in cui noi possiamo entrare, in cui ciascuno di noi può sentirsi parte di questo evento, della nascita del Signore Gesù. Noi ci immergiamo in questo presepio e lui si immerge nella nostra umanità. Lui è presente, Lui è in mezzo a noi, Lui ci fa compagnia e si fa compagno delle nostre difficoltà e sofferenze. È il messaggio del Natale di sempre, e oggi ancor più evidente. Auguri, buon Natale».

IL PROGRAMMA
Alle 17.00 si terrà la Santa Messa nella Basilica Inferiore presieduta dal Cardinale Mauro Gambetti. Alle 18.25, al termine della celebrazione, nella piazza di San Francesco, si terrà la cerimonia di accensione e benedizione dell’albero di Natale e del Presepe.

IL PROGETTO
Il progetto “Il Natale di Francesco” vuole riportare alle origini la festività natalizia, rievocando la Natività per la città di Assisi che si trasformerà in un Presepe immaginario. Tutti potranno connettersi alla web app ilnataledifrancesco.it per seguire ogni sera la narrazione e la spiritualità di San Francesco con la meraviglia delle nuove tecnologie:
Sull’intera facciata della Basilica Superiore di san Francesco verrà proiettata l’immagine simbolo del Natale: la Natività di Gesù, a rinnovare il profondo legame tra il Santo di Assisi e il Presepe. La tecnica utilizzata sarà mista: statue a grandezza naturale e immagini video dell’affresco della navata inferiore della Basilica. L’Annunciazione di Maria, invece, verrà proiettata sulla facciata della Cattedrale di San Rufino.
La Basilica di vetro: ogni 30 minuti dalle 17 alle 22 il presepe verrà spento per lasciare spazio ad un video mapping sulla facciata della Basilica Superiore che permetterà allo spettatore di vedere l’interno del Complesso Monumentale, con i suoi affreschi, e immergersi in una narrazione evocativa del Natale di san Francesco. Un lavoro di computer grafica che consentirà, per la prima volta in assoluto, di ammirare l’interno della Basilica (in scala 1:1) anche negli orari di chiusura al pubblico. Un racconto che attraverserà diversi scenari e la ricostruzione virtuale del cantiere di costruzione del Complesso Monumentale.
La città di Assisi si trasformerà in un Presepe immaginario. Grazie ad un gioco di luci verranno illuminati, con colori particolari, alcuni edifici simbolo della città visibili dalla valle: Basilica san Francesco, Basilica santa Chiara, Rocca Maggiore, Rocca Minore, Monte Frumentario, Torre Civica della piazza del Comune e Cattedrale di San Rufino. Ci sarà, inoltre, un’illuminazione scenografica delle strade che uniscono la Basilica di San Francesco a la Cattedrale.
Causa Covid quest’anno non sarà organizzato il tradizionale appuntamento in piazza aperto alla cittadinanza, ma la cerimonia potrà essere seguita in streaming sui canali social di “San Francesco d’Assisi” e sul sito sanfrancesco.org.

Link video trailer: https://vimeo.com/486719110/3637b3db6f