Terni – Messa Crismale nella Cattedrale. Mons. Piemontese: “Nella grande incertezza causata dalla pandemia, a volte anche confusione, abbiamo riscoperto che la nostra fede nel Signore Risorto, è la nostra forza e la ragione della nostra speranza”.

Le celebrazioni del triduo pasquale sono precedute dalla Messa Crismale del mercoledì santo, presieduta nella cattedrale di Terni dal vescovo Giuseppe Piemontese. La celebrazione crismale rappresenta l’unione e la comunione di tutti i presbiteri nel ministero del sacerdozio e della missione evangelizzatrice a cui sono stati chiamati, ma anche di unione con l’intera comunità ecclesiale. In questo particolare momento della pandemia Covid 19, la messa crismale ha visto la partecipazione limitata a 200 persone: sacerdoti diocesani e religiosi, diaconi, seminaristi, religiose, laici delle parrocchie e con la partecipazione del sindaco di Terni Leonardo Latini.

Il vescovo ha benedetto gli olii sacri che saranno usati nell’amministrare i sacramenti: l’olio dei catecumeni col quale sono unti coloro che vengono battezzati; del crisma, una mistura di olio e essenze profumate usata nel battesimo, nella cresima, nella ordinazione di sacerdoti e vescovi, nella dedicazione delle chiese; l’olio degli infermi, che viene utilizzato per dare conforto ai malati e per accompagnare all’incontro col Padre, i moribondi fortificati e riconciliati.

La festa del sacerdozio tra le sofferenze del Coronavirus
«Condividiamo l’intima gioia e l’intensa commozione di celebrare la Messa del crisma – ha detto il vescovo – nonostante la pandemia. Intendiamo accogliere e diffondere il profumo e la rugiada dello Spirito Santo in un segmento della storia, particolarmente ferito e provato dal dolore, dalla povertà e dalla morte, bisognoso di essere lenito, guarito, santificato dalla preghiera sacerdotale di Cristo con la sua Chiesa. Celebriamo una Pasqua e in particolare oggi la festa sacerdotale, carica di accenti di vari e contrastanti significati: gratitudine e gioia per il dono del sacerdozio, che continua a splendere nella Chiesa, ma anche afflizione e preoccupazioni per contagi e malattie ancora dilaganti, angustie psicologiche, ristrettezze economiche quali conseguenze e retaggio della pandemia, angoscia della gente e del popolo di Dio, rinchiuso nelle case».
Il vescovo ha quindi ricordato i sacerdoti e diaconi morti negli ultimi mesi: don Edmund Kaminski, don Dino Silveri, don Luigi Pallottini, e per covid don Fernando Benigni, don Sandro Sciaboletta e il diacono Bruno Andreoli.
A causa della pandemia «il presbiterio è distanziato nella relazione fraterna e azione pastorale, la comunità diocesana incerta e limitata nell’apostolato a distanza – ha proseguito mons. Piemontese -. E tuttavia in molti contesti, la carità ha superato la paura e si è fatta coraggiosa, ha dato valore e consistenza alla preghiera e al nostro essere cristiani. In tanta incertezza, a volte anche confusione, abbiamo riscoperto che la nostra fede nel Signore Risorto, Pastore immolato per le anime nostre, per gregge e pastori, è la nostra forza e la ragione della nostra speranza».

Il memoriale del sacerdozio
«Siamo stati chiamati “con affetto di predilezione” e inviati per accogliere e annunciare il lieto messaggio, il vangelo di Dio ai poveri, ai miseri, ai prigionieri. L’esercizio della carità, nella misura della generosità del cuore e soprattutto nella espressione della vicinanza e della condivisione, esprime la forma efficace di evangelizzazione.
Proprio in questa giornata, memoriale degli inizi della nostra vocazione e della nostra definitiva decisione, ci troviamo a tu per tu col Maestro, che illumina col suo sguardo il nostro cuore e riporta alla memoria la nostra storia, per riassaporare la dolcezza delle primizie e riprendere slancio per una nuova ripartenza. la perseveranza nell’amore, nel ministero va invocata con umiltà e con insistenza e solo per dono del Signore potremo continuare nella nostra vocazione, a rinnovare con fiducia, ogni giorno, i nostri propositi di discepoli e di ministri fedeli».

Uniti nel presbiterio diocesano
«La nostra consacrazione ci ha aggregati sacramentalmente alla famiglia del presbiterio, a formare un corpo solo non per ciò che siamo, ma per la potenza dello Spirito e per ciò che siamo chiamati ad essere per volontà del Signore. Una unità non costruita primariamente dalla nostra volontà. Proveniamo da varie parti d’Italia, d’Europa, da altri continenti. Alcuni di noi sono stati parte e lo sono ancora di altre Chiese particolari e oggi per volontà o per missione, sono chiamati alla missione in questa nostra Chiesa. La stessa storia passata delle nostre provenienze: Terni, Narni, Amelia, confluita nell’attuale unica Chiesa particolare per la Divina Provvidenza e per volontà della Sede Apostolica, richiedono a noi di edificare un solo corpo, una sola chiesa, un solo presbiterio. Se non andiamo in questa direzione è tutto vano».

Il vescovo ha ricordato quei sacerdoti che in questo anno ricordano un particolare anniversario: 70 anni per don Bruno Bison parroco emerito di Calvi dell’Umbria, 50 anni di sacerdozio per il vescovo Piemontese, 40 anni per mons. Roberto Tarquini parroco di Santa Maria in Monticelli ad Amelia e 25 anni per padre Sergio Prina Cerai Ofm parroco di San Massimiliano Kolbe ad Amelia e direttore dell’Ufficio Liturgico, e l’incardinazione nella diocesi di un sacerdote Fidei donum, che già da anni presta servizio pastorale nella chiesa particolare don André Ngongolo Tshimanga parroco di Santa Maria Assunta a Giove.

Perugia – Domenica delle Palme nella cattedrale di San Lorenzo. Il cardinale Bassetti: «Quando nella nostra vita il dolore sembra insopportabile appoggiamoci alla Croce di Gesù»

«L’ulivo che abbiamo tra le mani sia segno di pace e ci ricordi che il Signore vuole la pace, dona pace e che la pace deve cominciare dal nostro cuore e dalle nostre famiglie, altrimenti non ci sarà mai pace nel mondo».
Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, all’omelia pronunciata la Domenica delle Palme, il 28 marzo, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, che ha terminato dicendo: «Quest’ulivo
ci accompagni nelle nostre case per ricordarci quanto Cristo ci ama, è Lui la nostra pace; quest’ulivo ci ricorda che l’amore vince ogni forma di male.
Vogliamo anche noi apprendere un amore così? Vogliamo essere uomini e donne di pace come Gesù? La sua passione è la via della vera gioia, percorriamola con Lui per risorgere con Lui. E’ l’augurio che vi faccio».
I morsi della pandemia. Il cardinale Bassetti si è soffermato sulla difficile situazione della pandemia, commentando: «Stiamo ancora attraversando un periodo di vera povertà materiale e soprattutto spirituale.
La pandemia sta facendo sentire i suoi morsi non solo con più di centomila persone decedute, ma anche per la gravissima crisi che a dismisura cresce tanto per le famiglie quanto per tutte le persone più fragili. Accanto al
numero dei decessi c’è un calo a picco delle nascite, un inverno demografico davvero impressionante e la nostra Umbria è tra le prime regioni in Italia per mancanza di nascite. Assistiamo poi allo spettacolo di imprenditori,
operai, ristoratori, lavoratori dello spettacolo viaggiante e quant’altri che non riescono più ad andare avanti».
Sostegno soprattutto ai giovani. «Dico continuamente, soprattutto ai giovani, di non arrendersi, che la pandemia passerà. Certo, la situazione preoccupa… Ha suscitato in me tanto sgomento l’episodio di un padre che si è
tolto la vita perché non aveva la possibilità di assistere la figlia gravemente ammalata. Sono cose che ti toccano dentro, ma dobbiamo sostenere in questo momento oltre gli anziani soprattutto i ragazzi e i giovani. E’ importante che li sosteniamo con grande amore, ma direi anche con altrettanta saggezza, perché in questo periodo non basta l’amore, bisogna essere molto saggi con i nostri figli. E papa Francesco ci ha additato in questo senso la figura di san Giuseppe definito “l’ombra di Dio”».
Non al posto di Dio. Il cardinale Bassetti ha parlato anche di «un rischio ancora più grande, quello di diventare incapaci di ascoltare la voce di Dio e dei fratelli e il pericolo è che si indurisca il nostro cuore. C’è il
pericolo che la nostra povertà spirituale diventi così grande da non avvertire più la mancanza di Dio, la cosa più grave che possa capitare nella nostra vita. Se smarriamo il senso delle paternità di Dio noi finiremo per sentirci più soli e legittimati a prendere qualsiasi decisione nel bene e nel male, perché metteremo noi stessi al posto di Dio».
Meditare più spesso sulla Croce. Bassetti, rivolgendosi ai fedeli presenti, ha detto loro: «Carissimi, vi parlo come un vecchio padre e sento il bisogno di dirvi: torniamo a Dio, torniamo a contemplare il suo volto nel volto di
Gesù crocifisso, quel volto così sfigurato come abbiamo letto nella Passione di Marco. Una croce che Gesù ha abbracciato senza dire una parola di lamento e di condanna. Dovremo meditare più spesso sulla Croce e non soltanto in questi giorni. Quando nella nostra vita il dolore sembra insopportabile appoggiamoci alla Croce di Gesù. C’è un detto popolare tanto consolante: “Dio fa le croci, ma fa anche le spalle…”, grazie a Dio! Quando per un motivo o per un altro la nostra fede vacilla, guardiamo in alto; quando nella nostra vita pensiamo che non ci sia più nulla da fare, ricordiamoci di questa Settimana Santa: dopo il Venerdì Santo c’è sempre la Pasqua di Risurrezione».
Il Vangelo in mano. Commentando il Vangelo della Passione, il cardinale Bassetti ha detto: «Cerchiamo di imitare Pietro, che piangeva come un bambino, e chiediamo al Signore perdono del nostro peccato. Non induriamo il cuore dinanzi al dramma di tanti poveri cristi che con la loro croce ci ricordano quello che fu la Via Crucis di Gesù. Tante via crucis ora le abbiamo dinanzi agli occhi e durante questa settimana prendiamo in mano il Vangelo e con la preghiera e la meditazione facciamo compagnia a Gesù, alla tremenda solitudine di Gesù nell’Orto degli ulivi e sulla Croce».

Spoleto – Domenica delle Palme. Mons. Boccardo: «È importante, nei prossimi giorni, che ciascuno di noi ponga dei gesti concreti di conversione e di riconciliazione con Dio e con i fratelli – vicini e lontani -, in modo da arrivare alla gioia della Pasqua con un cuore nuovo, con una bocca che sa parlare con bontà e gentilezza, con delle mani che sappiano fare del bene con prontezza e generosità»

«In questa solenne Domenica delle Palme, noi accompagniamo Gesù che entra nella città santa, rinnovando l’atto di fede nella sua persona e nella sua missione, riconoscendolo come re e vincitore, Signore nel quale si incentrano le sorti dell’umanità e attorno al quale si compie il disegno totale della storia». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo si è espresso nell’omelia per la Messa celebrata domenica 28 marzo 2021 nella Basilica Cattedrale di Spoleto. I fedeli presenti, nel pieno rispetto delle norme sanitarie per evitare il diffondersi del Covid-19, hanno trovato sui banchi i ramoscelli di ulivi benedetti all’inizio della celebrazione dal Presule. «L’ulivo benedetto – ha detto il Vescovo – dice il nostro forte desiderio di diventare uomini e donne dalla mentalità nuova, aperta agli altri. È perciò importante, nei prossimi giorni, che ciascuno di noi ponga dei gesti concreti di conversione e di riconciliazione con Dio e con i fratelli – vicini e lontani -, in modo da arrivare alla gioia della Pasqua con un cuore nuovo, con una bocca che sa parlare con bontà e gentilezza, con delle mani che sappiano fare del bene con prontezza e generosità».

Con la Domenica delle Palme si è avviata la Settimana Santa «che – ha ricordato mons. Boccardo nell’omelia – attualizza il mistero pasquale, rende presente cioè Gesù che dà la sua vita per noi: lo rispecchia nei riti, lo riproduce nella sua forza divina, lo rende accessibile a noi credenti che, degli esempi e della grazia di Gesù, vogliamo vivere. In altre parole, Gesù risorto è in mezzo a noi con gli atteggiamenti da lui vissuti nel tempo della sua passione e noi possiamo farci presenti a lui, stargli vicino, accompagnarlo, vivere con lui la sua sofferenza, la sua morte e la sua risurrezione».

La Messa è stata trasmessa in diretta nei canali social della Diocesi. Con l’Arcivescovo hanno concelebrato: don Sem Fioretti, Vicario generale; don Bruno Molinari parroco della Cattedrale, di S. Gregorio e dei Santi Pietro e Paolo; mons. Vincenzo Alimenti, canonico della Cattedrale; don Andrea Andreozzi, Rettore del Pontificio seminario regionale “Pio XI” di Assisi. Il servizio all’altare è stato effettuato dai seminaristi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. La liturgia, invece, è stata animata nel canto dal coro della Pievania di Santa Maria diretto da Beatrice Bernardini e all’organo Maurizio Torelli.

Concluso il restauro del primo stralcio del pavimento cosmatesco del Duomo. La Domenica delle Palme i fedeli presenti nella Cattedrale di Spoleto hanno potuto ammirare la parte di pavimento restaurata, quella tra la zona presbiterale e la prima fila di banchi. I lavori, eseguiti dalla Tecnireco srl di Spoleto, erano iniziati il 18 gennaio 2021. Si procederà, poi, a stralci successivi di restauro, fino al recupero completo. I lavori sono finanziati dal Ministero per i Beni Culturali.

Terni – domenica delle Palme. Mons. Piemontese: “Della fede ed adesione a Cristo viene la speranza in una rinascita per il superamento della crisi attuale”LTA’ ATTUALI”

Con la celebrazione della Domenica delle Palme, presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese nella cattedrale Santa Maria Assunta di Terni, con il rito della benedizione dei rami d’ulivo davanti al portone centrale della chiesa, la lettura del brano dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, cui è seguita la processione dei sacerdoti con i rami d’olivo al canto dell’osanna lungo la navata centrale della chiesa, il rito della lettura della Passione di Gesù e la celebrazione eucaristica, ha avuto inizio la Settimana Santa.

Il vescovo ha ricordato come in questa Pasqua, seppur vissuta nelle ristrettezze causate dalla pandemia, si possa scorgere una speranza per un prossimo ritorno alla normalità grazie ai vaccini ed anche con un necessario cambiamento degli stili di vita e rispetto del creato.

«Una speranza che inizia, oggi, dalla domenica delle palme – ha detto il vescovo – celebrata con la presenza dei fedeli, mentre lo scorso anno, in pieno lockdown, la chiesa era vuota e la messa officiata solo con qualche sacerdote e ministro».

L’OMELIA DEL VESCOVO

«Ogni volta che ascoltiamo il racconto della Passione siamo presi da angoscia, da tristezza, dal dispiacere nel vedere come il Signore è stato trattato, non soltanto dai suoi concittadini, dagli ebrei, ma anche dai suoi amici. Ebbene in questa settimana santa siamo convocati a metterci di fronte al Signore Gesù, a contemplare, soprattutto, gli ultimi giorni della sua esistenza, ma anche a confrontarci, noi che siamo cristiani, sulla nostra fedeltà, sulla nostra amicizia nei confronti del Signore. Certo, ognuno di noi, ripercorrendo la sua storia può scoprire, scorgere tante somiglianze con tutti i personaggi che sono stati menzionati e che hanno avuto parte nella passione del Signore: le folle che prima lo hanno acclamato quando è entrato a Gerusalemme, che hanno sperimentato i benefici dei pani e dei pesci, della predilezione, della misericordia di Gesù, della sua opera di guarigione, poi convinti dai capi hanno gridato: “crocifiggilo, crocifiggilo!”.

Le nostre folle, i nostri concittadini, forse anche noi, oggi, rinnoviamo ancora questa gazzarra nel chiedere che Gesù sia nuovamente crocifisso. Forse oggi nemmeno questo. Oggi siamo presi da indifferenza nei confronti del Signore, nei confronti della sua proposta di amore e di salvezza.

E ripercorriamo un po’ la storia: gli apostoli, i suoi amici intimi, quelli che gli hanno giurato e spergiurato, Pietro, che gli sarebbero stati accanto sempre, sono quelli che lo hanno rinnegato, che hanno negato perfino di conoscere il Signore. Forse anche noi possiamo assomigliare a Pietro, in tante circostanze abbiamo avuto modo di comportarci come Pietro con indifferenza, forse non così apertamente, ma certamente abbiamo dimenticato di essere discepoli del Signore, scelti dal Signore ad un’amicizia grande ed inviati ad annunciare l’amore del Signore. Abbiamo dimenticato tutto questo, e durante questa settimana della Passione vogliamo ripensare a recuperare un po’ gli aneliti della nostra fedeltà, del nostro amore per il Signore. Pensiamo alle donne, quella che ha unto il capo di Gesù con il profumo preziosissimo, anticipando la sua sepoltura; le donne che da lontane seguivano Gesù e facevano pianti per lui, lo seguivano e lo servivano: due espressioni per dire che anch’esse erano discepole del Signore e che, a differenza degli uomini, non lo hanno tradito, gli sono state vicine.

Cari fratelli e sorelle, in questa settimana santa vogliamo ripensare la nostra adesione al Signore, la nostra fedeltà, prepararci alla veglia Pasquale quando rinnoveremo le promesse del nostro battesimo, riassaporare la bellezza di essere discepoli del Signore. Quest’anno la veglia pasquale viene anticipata, certo è fuori tempo ma sono contento lo stesso, a differenza dell’anno scorso, quando abbiamo celebrato la veglia Pasquale in solitudine con una decina di ministri e sacerdoti, ci siamo privati di questo abbraccio forte del Signore risorto, non abbiamo potuto stringere i suoi piedi, baciarlo, sentirci rinati, i risorti, inviati di nuovo.

Quest’anno vogliamo farlo insieme. Mi auguro che questa cattedrale possa essere piena di cristiani che, dopo aver ripensato la loro condizione di discepoli, dopo aver chiesto perdono al Signore per tutti i piccoli e grandi tradimenti manifestati al Signore, anche noi come il centurione – è questo uno degli aspetti più significativi del vangelo di Marco – questo centurione, colui che ha guidato tutte le operazioni di condanna, della passione, della crocifissione vedendo come Gesù si comporta, come è morto, viene ispirato: “veramente quest’uomo era figlio di Dio”.

Questo Centurione ci rappresenta tutti, noi che abbiamo contemplato il mistero della passione della morte di Gesù, possiamo veramente accrescere, aumentare, rinnovare la nostra fede e dire al Signore: “Sì, io credo veramente tu sei il figlio di Dio”».

Perugia – con la Domenica delle Palme il popolo cristiano entra nella Settimana Santa, Passione, Morte e Risurrezione del Signore. Il calendario dei riti presieduti dal cardinale Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo, dal 28 marzo al 4 aprile, nel rispetto delle norme sanitarie anti-Covid

I cristiani si apprestano a vivere la seconda Settima Santa al tempo del Covid-19, ma rispetto alla precedente (svoltasi in pieno lockdown) i riti saranno celebrati con la partecipazione del popolo di Dio, nelle parrocchie di appartenenza, nel rispetto delle norme sanitarie per il contenimento del contagio.

La speranza. E’ certamente una notizia che contribuisce a diffondere speranza per un ritorno, seppur lento, alla vita “normale” che non sarà più la stessa per tante persone, anche nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che hanno sofferto e continuano a soffrire per la pandemia. Non poche famiglie sono a lutto per la perdita di uno o più congiunti, o in apprensione per i loro cari ancora malati, ricoverati in ospedale, o perché senza lavoro e in gravi difficoltà non solo economiche. A tutte queste famiglie la Chiesa perugino-pievese non fa mancare la sua vicinanza spirituale e materiale, condividendo la sofferenza di uomini e donne, di giovani e adulti. Una sofferenza che viene riposta ai piedi della Croce come sacrificio umano, che invoca per tutti la salvezza di Dio. La Croce è il simbolo del grande mistero della fede cristiana che da 2000 anni i credenti rivivono nei riti del Triduo pasquale, il cuore della stessa fede. La Settimana Santa, Passione, Morte e Risurrezione del Signore, si apre con la Domenica delle Palme vissuta da sempre con particolare partecipazione e raccoglimento in tutte le comunità e che quest’anno lo sarà ancor di più.

Il calendario. A Perugia centro, nella cattedrale di San Lorenzo, sarà il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti a presiedere i riti della Settimana Santa, che inizieranno il 28 marzo e si concluderanno il 4 aprile, subendo delle modifiche, a seguito della pandemia, in base agli orientamenti per la “Settimana Santa 2021” indicati dalla Cei su quanto predisposto dalla Congregazione per il culto divino. Domenica delle Palme, 28 marzo, alle ore 11, si terrà la Commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Per evitare assembramenti di fedeli, sarà celebrata secondo la seconda forma prevista dal Messale Romano (senza processione all’esterno della cattedrale). Inoltre i ramoscelli d’ulivo, distribuiti in questa domenica, saranno preparati prima della celebrazione (nel rispetto delle norme igieniche) sui posti nei quali si siederanno i fedeli che non dovranno passarseli di mano in mano. I ramoscelli saranno benedetti all’inizio della celebrazione. La Messa del Crisma, Mercoledì Santo, 31 marzo, ore 17, è la celebrazione in cui i presbiteri rinnovano le promesse sacerdotali e vengono benedetti gli Olii del Sacro Crisma, dei catecumeni e degli infermi. Oltre al Clero diocesano, ai diaconi e ai seminaristi, saranno presenti – in numero limitato – le comunità religiose femminili, i membri laici del Consiglio pastorale diocesano, una rappresentanza delle aggregazioni laicali e due fedeli per ciascuna delle 32 Unità pastorali dell’Archidiocesi. Non prenderanno parte, come era consuetudine fino a due anni fa, i giovani che riceveranno il sacramento della Cresima nel corso dell’anno e non si svolgerà la tradizionale processione d’ingresso in cattedrale (da piazza IV Novembre) di presbiteri e diaconi. Giovedì Santo, 1 aprile, ore 18, si terrà la Coena Domini senza il rito della lavanda dei piedi al cui termine seguirà l’adorazione eucaristica all’altare della reposizione animata dai seminaristi fino alle ore 19.30. Venerdì Santo, 2 aprile, ore 17, si terrà la celebrazione della Passione del Signore con l’atto di adorazione della Croce mediante il rito del bacio limitato al solo cardinale, mentre non si svolgerà per il secondo anno la Via Crucis serale nel centro storico. La Messa della Passione del Signore sarà preceduta, al mattino (ore 9), dalla celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle Lodi, animata dal gruppo corale “Armonioso incanto”, che si ripeterà alla stessa ora il giorno seguente. Sabato Santo, 3 aprile, ore 19, si terrà la Veglia pasquale nella Notte Santa, con i riti della benedizione del fuoco, dell’accensione del cero pasquale e della benedizione dell’acqua battesimale, anticipata in orario compatibile con il coprifuoco. Domenica di Pasqua, 4 aprile, ore 11, si terrà la celebrazione della Risurrezione del Signore.

Per evitare assembramenti in cattedrale nelle domeniche delle Palme e di Pasqua, i fedeli potranno prendere parte alle celebrazioni del 27 marzo (ore 18) e del 28 marzo (ore 18) e del 4 aprile (ore 9.30 e ore 18). Per quanti non potranno partecipare in presenza si stanno predisponendo delle dirette televisive (con l’emittente «UmbriaTv») e sul canale YouTube del settimanale «La Voce» (lavocepg).

Spoleto – celebrazioni della Settimana Santa presiedute dall’Arcivescovo. Rinviate a tempi più convenienti le Via crucis e le altre manifestazioni della pietà popolare. Indicazioni per la preghiera in famiglia e la benedizione della casa

Domenica 28 marzo p.v. la Chiesa celebra la Domenica delle Palme a ricordo dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme accolto dalla folla che lo acclama come re agitando fronde e rami presi dai campi. Con questa cerimonia si entra nella Settimana Santa, il momento più importante per ogni cristiano. Dalla Domenica delle Palme al Giovedì Santo, passando per il Venerdì Santo ma soprattutto per la Domenica di Pasqua, ogni credente ricorda la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, cuore del cristianesimo. L’Arcivescovo presiederà i riti della Settimana Santa nella Basilica Cattedrale di Spoleto: si potrà accedere al Duomo nel rispetto delle norme sanitarie vigenti per evitare il diffondersi del Covis-19. Tutte le celebrazioni, comunque, saranno trasmesse in diretta nei social della Diocesi: pagina Facebook (SpoletoNorcia) e canale YouTube (Archidiocesi Spoleto Norcia).

Domenica delle Palme, 28 marzo: alle 11,30 Celebrazione Eucaristica. I ministri e i fedeli terranno nelle mani il ramo d’ulivo portato con sé o collocato dagli incaricati direttamente sui banchi prima della celebrazione; in nessun modo ci sarà consegna o scambio di rami.
Mercoledì Santo, 31 marzo: alle 18.00 Messa Crismale. Non ci sarà distribuzione diretta degli olii santi dopo la Messa; essi verranno consegnati alle Pievanie nella settimana dell’ottava pasquale.
Giovedì Santo, 1° aprile: alle 18.00 Messa in Coena domini. Si omette la lavanda dei piedi.
Venerdì Santo, 2 aprile: alle 18.00 Celebrazione della Passione del Signore.
Sabato Santo, 3 aprile: ore 19.00 Veglia pasquale.
Domenica di Pasqua, 4 aprile: ore 11,30 Celebrazione Eucaristica.

Via Crucis. Le espressioni della pietà popolare (come la Via Crucis) e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale potranno essere opportunamente trasferite in altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre.

Benedizione della famiglia e della casa. Non essendo possibile la benedizione delle famiglie e delle case per evidenti ragioni di sicurezza sanitaria, si inviti ogni capo famiglia a guidare durante la cena o il pranzo pasquale una preghiera di benedizione nell’ambito di una breve “celebrazione famigliare”. Ogni parrocchia potrà fornire a chi lo desidera il testo della benedizione proposto dalla Diocesi e una boccetta di acqua benedetta per aspergere in quell’occasione persone ed ambienti.

Terni – le celebrazioni della Settima Santa presiedute dal vescovo Piemontese

Una Settimana Santa, al tempo della pandemia Covid 19, celebrata con il popolo nelle parrocchie di appartenenza e in cattedrale, nella stretta osservanza di tutte le prescrizioni anti-Covid, segna un ritorno alla normalità della vita cristiana, dopo la Pasqua 2020 celebrata senza la presenza dei fedeli.
«Le sofferenze, i lutti e i disagi causati dal Coronavirus – ricorda il vescovo Piemontese – a noi stessi o nell’ambito delle nostre comunità e delle nostre famiglie rappresentano provocazioni e stimoli per la conversione, a cui ci invita Gesù in questo tempo. Ognuno, reso attento alla propria storia, ha l’opportunità di intraprendere un cammino di riconciliazione e di misericordia nelle forme più consone alla propria sensibilità e ai propri bisogni».

Con la celebrazione della Domenica delle Palme, che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, hanno inizio le liturgie pasquali della Settimana Santa, durante la quale si fa il memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù.
A Terni, nella cattedrale di Santa Maria Assunta, domenica 28 marzo alle ore 11 il vescovo Giuseppe Piemontese presiederà la messa, che per evitare assembramenti di fedeli, sarà celebrata senza la tradizionale processione all’esterno della cattedrale. I ministri e i fedeli terranno nelle mani il ramo d’ulivo portato con sé; in nessun modo ci sarà consegna o scambio di rami. I ramoscelli saranno benedetti all’inizio della celebrazione.

Messa Crismale
Mercoledì 31 marzo alle ore 17 nella Cattedrale di Terni si terrà la solenne celebrazione della Messa Crismale, nella quale i presbiteri rinnovano le promesse sacerdotali e vengono benedetti gli oli sacri: il sacro crisma, l’olio dei catecumeni e l’olio degli infermi,
La celebrazione crismale rappresenta l’unione e la comunione di tutti i presbiteri nel ministero del sacerdozio e della missione evangelizzatrice a cui sono stati chiamati, ma anche di unione con l’intera comunità ecclesiale. La messa crismale proprio in questo spirito di comunione, nel rispetto della capienza della cattedrale di Terni e delle norme anti Covid, vedrà la presenza dei sacerdoti della diocesi, dei diaconi, religiose e religiosi, cavalieri e dame del santo Sepolcro di Gerusalemme, un rappresentante di ogni consiglio pastorale parrocchiale, un rappresentante di movimenti e associazioni ecclesiali.

Il Triduo pasquale
Per la celebrazione del Triduo pasquale, secondo le disposizioni della “Paschalis solemnitatis” lettera circolare sulla preparazione e celebrazione delle feste pasquali, che invita le piccole comunità religiose, sia clericali sia non clericali e le altre comunità laicali, a prendere parte alle celebrazioni del Triduo pasquale nelle chiese maggiori, nella Cattedrale di Terni, si uniranno i fedeli e sacerdoti della comunità pastorale Terni centro.

Giovedì, venerdì e sabato ci sarà la celebrazione comunitaria delle letture e delle Lodi alle ore 8.30.

Giovedì 1 aprile alle ore 18.30 nella Cattedrale di Terni si terrà la celebrazione della messa in “Coena Domini” in cui si ricorderà l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima cena e senza il rito della lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione il Santissimo Sacramento può essere esposto per favorire un tempo di adorazione.

Venerdì 2 aprile alle ore 18.30 nella Cattedrale di Terni il vescovo presiederà la celebrazione della Passione del Signore. L’atto di adorazione della Croce mediante il bacio è limitato al solo presidente della celebrazione.
Sabato 3 aprile alle ore 18.30 nella Cattedrale di Terni ci sarà la celebrazione della Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo nel corso della quale sarà benedetto il fuoco nuovo e l’acqua del fonte battesimale.
Domenica 4 aprile, Pasqua di Resurrezione, il vescovo presiederà la celebrazione alle ore 11 nella concattedrale di Narni e alle ore 18 nella Concattedrale di Amelia.

Tutte le celebrazioni della Settimana Santa nella cattedrale di Santa Maria Assunta a Terni saranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook Diocesi di Terni-Narni-Amelia e sul canale Youtube della Diocesi TerniNarniAmelia.

Gubbio – La Pasqua della Chiesa eugubina con lo sguardo verso la normalità

È un lento ma graduale ritorno alla normalità – pur nella stretta osservanza di tutte le prescrizioni anti-Covid – quello che la Chiesa eugubina propone alle parrocchie della diocesi per la Settimana Santa. Tenendo ben presenti la nota della Congregazione vaticana per il Culto divino e i Sacramenti del 17 febbraio scorso e gli orientamenti della Conferenza episcopale italiana dei giorni seguenti, il vescovo di Gubbio mons. Luciano Paolucci Bedini invita i fedeli a vivere i riti pasquali nella propria comunità, nel rispetto rigoroso e ben organizzato delle norme anti pandemia.
“Ai nostri fratelli e sorelle più fragili, invece – spiega il vescovo Luciano – va consigliato ancora di non esporsi al rischio del contagio favorendo la loro partecipazione alle celebrazioni presiedute dal Santo Padre e trasmesse attraverso i mezzi della comunicazione sociale. A tal proposito, in ossequio anche alle indicazioni Cei, non ritengo necessario predisporre ulteriori trasmissioni via social media o via televisione/radio delle nostre celebrazioni locali, neanche quelle del Vescovo, in modo da distinguere il tempo dell’emergenza che abbiamo vissuto lo scorso anno e quello attuale”.
Proprio per adeguare la partecipazione alle celebrazioni nel rispetto delle prescrizioni anti contagio, la Chiesa eugubina ha messo a punto una serie di indicazioni per parroci e fedeli. Nella Domenica delle Palme, i ramoscelli di ulivo non si possono distribuire, ma solo portare da casa, oppure disporre già sulle sedute e la loro benedizione dovrà avvenire con le persone ferme ai loro posti.
Per quanto riguarda i riti della Settimana Santa, la partecipazione a tutte le celebrazioni presiedute dal Vescovo in Cattedrale va prenotata attraverso un modulo apposito pubblicato sul sito web diocesano, all’indirizzo www.diocesigubbio.it/prenotazioni-settimana-santa.
Il Mercoledì Santo, alle ore 17, in Cattedrale sarà celebrata la messa crismale e il Giovedì alle ore 18,30 la messa “nella cena del Signore”, seguita dall’adorazione eucaristica fino alle ore 21,45. Nella celebrazione presieduta da mons. Paolucci Bedini e nelle messe parrocchiali non si fa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione il Santissimo Sacramento può essere esposto per favorire un tempo di adorazione. Nel rispetto delle norme per la pandemia e del coprifuoco vigente, la diocesi eugubina raccomanda di evitare lo spostamento tra le chiese (le cosiddette “visite ai sepolcri”) ma invita i fedeli a soffermarsi in preghiera solo nella propria parrocchia.
Tornando in Cattedrale per il Venerdì Santo, la celebrazione della Passione del Signore officiata dal Vescovo è fissata per le ore 15,30. Mons. Paolucci Bedini ha chiesto a tutti i sacerdoti di inserire nell’azione liturgica celebrata nelle parrocchie un’intenzione di preghiera per tutti coloro che soffrono le conseguenze dell’attuale pandemia. L’atto di adorazione della Croce con il bacio può essere fatto solo dal presidente della celebrazione e non sono permesse processioni, via crucis e ogni altra tradizione della pietà popolare che preveda il coinvolgimento del popolo.
Cambia e si adatta ai tempi anche la Veglia pasquale del Sabato Santo che il vescovo Luciano raccomanda di celebrare in tutte le sue parti. L’orario raccomandato per un dignitoso svolgimento e il rispetto del coprifuoco è quello delle 19,30, che è l’ora fissata anche per la celebrazione in Cattedrale. Per la Domenica di Pasqua, nelle parrocchie potranno essere aggiunte una o più celebrazioni durante la giornata, per favorire una serena partecipazione di tutti i fedeli.
Infine, le indicazioni per la visita e la benedizione delle famiglie. “Si era pensato di poterla rinviare a dopo Pasqua, credendo di poterla vivere in tutta sicurezza – spiega il vescovo Luciano -, ma vista la ancor grave situazione della pandemia che stiamo attraversando, non sarà possibile. Con spirito di responsabilità e paziente partecipazione alla prudenza che ci è richiesta, possiamo immaginare sia possibile nei mesi successivi”.

Abbazia di S. Eutizio in Preci: con un’ordinanza speciale del commissario Legnini si potrà ricostruire il complesso in poco più di tre anni. La soddisfazione dell’arcivescovo Renato Boccardo.

La strada per la ricostruzione dell’Abbazia di S. Eutizio in Preci, ferita in modo grave dai terremoti del 2016, si fa finalmente in discesa. Nella mattina di lunedì 22 marzo 2022, nel centro di comunità della parrocchia a Preci, è stato avviato ufficialmente il tavolo tecnico-giuridico per il recupero del complesso. Erano presenti: l’on. Giovanni Legnini commissario straordinario del Governo alla ricostruzione per le zone del cratere sismico; l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo; il sindaco di Preci Massimo Messi; l’ing. Fulvio Maria Soccodato sub commissario alla ricostruzione; funzionari e tecnici della Regione, della Diocesi e di altri enti; imprenditori del luogo.

Per l’Abbazia di S. Eutizio in Preci negli ultimi mesi si è lavorato in modo alacre per presentare al commissario Legnini una proposta concreta di fattibilità. L’Archidiocesi, la Soprintendenza, la Regione, il Comune e lo studio associato di ingegneria Capaldini di Giano dell’Umbria hanno lavorato intorno a varie ipotesi di ricostruzione. A Legnini è stata consegnata quella che sembra più funzionale e che prevede il consolidamento della rupe e la ricostruzione del complesso abbaziale nella sua interezza, compreso il campanile. Esteticamente, dunque, tutto sarà come prima, ma lo scheletro sarà realizzato con le tecniche antisismiche più all’avanguardia. Da sottolineare che si è scelto di procedere al recupero-ricostruzione unitario dell’Abbazia e quindi i lavori per la chiesa, il complesso adiacente e il campanile procederanno di pari passo.

Legnini: ordinanza specifica per S. Eutizio. «Sono grato a mons. Boccardo e alla Diocesi – ha detto il Commissario – per aver messo a disposizione i tecnici per il piano di fattibilità di S. Eutizio. È stato fatto un ottimo lavoro di squadra. Da domani saremo al lavoro per scrivere un’ordinanza specifica per la sola Abbazia di S. Eutizio, dove ci sarà tutto il supporto tecnico-giuridico necessario e che permetterà anche di comprimere significativamente i tempi di recupero, stimati in circa tre anni (senza ordinanza speciale ce ne sarebbero voluti almeno il doppio, ndr)». Legnini ha anche detto che la struttura commissariale lavorerà al reperimento delle risorse finanziarie, che si aggirano intorno ai 15 milioni di euro.

Naturalmente soddisfatto l’arcivescovo Boccardo. «Come prima cosa – ha detto il Presule – voglio ringraziare il commissario Legnini per la dedizione e il sostegno assicurato in questo processo e in tutta l’opera della ricostruzione: con lui finalmente arriviamo a qualcosa di molto concreto. Dopo tanta attesa e tanta frustrazione ci siamo. L’Abbazia di S. Eutizio, insieme con la Basilica di S. Benedetto a Norcia, è per la Diocesi simbolo eloquente di fede, di arte, di storia, di cultura e di vita. Si è lavorato sinergicamente per giungere ad progetto globale di recupero».

La Diocesi, inoltre, comunica che a breve prenderanno il via 24 cantieri, sugli 82 in programma in base all’ordinanza 105 del 17 settembre 2020 e al decreto 395 del 30 dicembre 2020. «L’obiettivo – afferma ancora l’Arcivescovo – è quello di dare ad ogni comunità almeno una chiesa. Poi, col tempo, speriamo di recuperare le altre crollate o lesionate dai terremoti. Al deposito del Santo Chiodo di Spoleto – ha affermato ancora mons. Boccardo – sta proseguendo il restauro delle opere d’arte che erano contenute nelle chiese e che torneranno nei luoghi di origine man mano che verranno recuperati, garantendo la necessaria sicurezza». Queste le 24 chiese: S. Valentino in Casteldilago di Arrone; S. Procolo in Avendita di Cascia; Santa Maria della Visitazione in Cascia; S. Giovenale in Logna di Cascia; S. Lorenzo in Borgo Cerreto di Cerreto di Spoleto; S. Michele Arcangelo in Pomonte di Gualdo Cattaneo; S. Luca in San Luca di Montefalco; Santa Maria della Bianca (Madonna della Bianca) in Ancarano di Norcia; S. Salvatore in Campi di Norcia; S. Giovanni in Norcia; Concattedrale di S. Maria Argentea in Norcia; S. Michele Arcangelo in Savelli di Norcia; S. Antonio in Frascaro di Norcia; Santa Maria della Pietà in Preci; Santa Maria della Peschiera in Preci; SS. Annunziata in Poggio di Croce di Preci; S. Montano in Todiano di Preci; Sant’Anatolia in Sant’Anatolia di Narco; S. Michele Arcangelo in Ceselli di Scheggino; S. Silvestro in Villamagina di Sellano; S. Domenico in Spoleto; S. Giovanni Battista in Protte di Spoleto; Sacro Cuore di Spoleto; S. Giovanni Battista in Vallo di Nera.

Perugia – concluse le celebrazioni di San Giuseppe ad avvio anno “Famiglia Amoris Laetitia”. Il cardinale Gualtiero Bassetti: «Bisogna, anche a livello politico, dare concretezza al valore della famiglia e dei figli»

Si è conclusa nella serata del 20 marzo, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, la due-giorni della Chiesa diocesana dedicata alla figura di san Giuseppe, nell’anno del 150° anniversario della proclamazione del padre putativo di Gesù a Patrono della Chiesa e ad avvio anno “Famiglia Amoris Laetitia” nel 5° anniversario della pubblicazione dell’omonima esortazione apostolica di papa Francesco sull’amore familiare. A promuovere questa due-giorni sono stati gli Uffici diocesani per le Pastorali familiari e giovanile di concerto con il Capitolo della Cattedrale e della Confraternita del Ss. Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello, apertasi il 19 marzo con l’esposizione straordinaria dell’antica e venerata reliquia che la tradizione vuole attribuire all’anello con cui Maria fu sposata a san Giuseppe, denominata “Sant’Anello”.

Alleanza matrimoniale. Il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha presieduto la celebrazione eucaristica insieme al vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e i canonici di San Lorenzo, ha ricordato all’inizio dell’omelia, citando il Catechismo della Chiesa cattolica, come «“il Matrimonio cristiano [è] segno efficace, sacramento dell’Alleanza di Cristo e della Chiesa. Poiché ne significa e ne comunica la grazia, il Matrimonio fra battezzati è un vero sacramento della Nuova Alleanza”. Anzi – si legge ancora nel Catechismo – è esso stesso un’alleanza, cioè un’“alleanza matrimoniale”. L’inaugurazione di questo speciale anno dedicato alla famiglia ci permette di dare ancora più risalto all’importanza di una tale preziosa alleanza, necessaria non solo per la Chiesa, ma per l’intera società. Il matrimonio, dobbiamo ricordarlo, non è solo l’espressione della fede e di un sentimento religioso. Come papa Francesco ha sottolineato nell’Esortazione Amoris laetitia, “La famiglia è un bene da cui la società non può prescindere”».

Crisi di coppia, indebolimento legami sociali. «La famiglia, però, scriveva ancora il Papa, “ha bisogno di essere protetta”, e, così facendo, sarà salvaguardato non solo il sacramento, ma l’intera società. Infatti, “la crisi della coppia destabilizza la famiglia e può arrivare attraverso le separazioni e i divorzi a produrre serie conseguenze sugli adulti, i figli e la società, indebolendo l’individuo e i legami sociali”».

Credibili percorsi di formazione, maggiore attenzione alle politiche familiari. «Sarà necessario, pertanto – ha proseguito il cardinale –, non solo che le nostre chiese aumentino i loro sforzi per proporre ai fidanzati dei credibili percorsi di formazione, e alle coppie già sposate delle occasioni di incontro e di aiuto, ma anche che i governi prestino maggiore attenzione alle politiche familiari, sostenendo soprattutto le famiglie numerose, e trovando i mezzi opportuni per aiutare le giovani coppie a essere generative. Solo se accadrà questo – e noi, come comunità ecclesiale, faremo certamente la nostra parte – sarà possibile uscire da quell’ “inverno demografico” che sta attraversando il nostro Paese, e di cui ha anche parlato recentemente il Papa (Angelus, 7 febbraio 2021)».

Due proposte di legge. «Sono interessanti – ha osservato il presule – due proposte di legge a livello regionale: famiglia da sostenere e natalità da promuovere. Nella nostra regione c’è un invecchiamento della popolazione molto preoccupante, con le conseguenze sociali ed economiche che ne derivano. Bisogna, anche a livello politico, dare concretezza al valore della famiglia e dei figli.

Non c’è bisogno di ricordare le sfide che ci attendono a riguardo della pastorale familiare o delle coppie, o dei fidanzati, o delle situazioni di sofferenza tra i coniugi: è sufficiente rileggere insieme – e dovremo di nuovo farlo – l’Esortazione Amoris Laetitia che ha coronato il Sinodo dei Vescovi per la famiglia. Questa è certamente l’occasione giusta per ringraziare tutti coloro che si sono impegnati in questo ambito».

Il sacramento del matrimonio anche nei momenti di crisi o di prova. «Anzitutto le coppie di sposi, che con la loro fedeltà mostrano che si può vivere un impegno per tutta la vita, e non solo “a tempo” – come spesso invece accade in questa società che considera tutto come “provvisorio”: il matrimonio, ci dicono le coppie che vivono insieme da molti anni, è possibile anche nei momenti di crisi o di prova, e proprio nelle sofferenze il sacramento è una risorsa e un aiuto».

Attenzione a fidanzati e giovani coppie nel tempo di pandemia. «Vorrei poi ringraziare i fidanzati e le giovani coppie – ha evidenziato Bassetti –, che con la freschezza della loro giovinezza e delle loro energie non hanno timore di guardare al futuro. Sappiamo bene quanto sia difficile in questo tempo di pandemia fare programmi, immaginare di costruire una famiglia, avere dei figli, poter trovare una casa. È per questi giovani che dovremmo impegnarci di più, a livello ecclesiale e – come si è detto – con politiche che favoriscano e agevolino per i giovani l’accesso a un lavoro stabile, a una casa, al credito».

Ringraziamenti a operatori familiari e Caritas. Vorrei ringraziare, ancora – ha detto il presule avviandosi alla conclusione –, tutti gli operatori della pastorale familiare sacerdoti, religiosi, e laici. Quelli che finora hanno portato avanti i cammini di formazione per i fidanzati, e organizzato con impegno i tanti incontri, ritiri, giornate di preghiera per le coppie della nostra diocesi e per la nostra regione. Infine, vorrei ringraziare gli operatori della Caritas e dei nostri empori. Sappiamo che, in questo tempo di grave crisi, un vero e concreto sostegno arriva attraverso di loro alle famiglie più bisognose, che sono così aiutate a ritrovare serenità e a guardare con speranza a un futuro migliore».

«Il Vangelo appena proclamato – ha concluso il cardinale Bassetti – ci ha ricordato che la vita spesa da Cristo è stata come un «chicco di grano, che caduto in terra» (Gv 12,24), ha dato frutto e non è rimasto solo. Il matrimonio, la vita di coppia improntata al Vangelo, la famiglia che segue gli insegnamenti di Gesù, sono il modo più bello per spendere la propria esistenza, offrendo le proprie energie e il proprio amore per gli altri, come il chicco di grano, che porta frutto e non rimane solo».

La celebrazione si è conclusa con la benedizione delle famiglie presenti ed è stata animata dal Coro giovanile diocesano “Voci di Giubilo”, trasmessa in diretta sul canale Youtube del settimanale «La Voce».