Perugia: Il cardinale Gualtiero Bassetti ritorna a far visita agli amici dello spettacolo viaggiante del Luna Park di Pian di Massiano dopo l’anno di inattività per la pandemia

“Venerdì 5 novembre, alle ore 11, il nostro pastore, il cardinale Gualtiero Bassetti, ritornerà al Luna Park di Pian di Massiano per il suo tradizionale incontro annuale con gli amici dello spettacolo viaggiante, che per un mese (da ottobre a novembre, n.d.r.) allietano la città di Perugia con le loro numerose attrazioni”. Ad annunciarlo è don Francesco Medori, incaricato diocesano della pastorale per i circensi, fieranti e operatori dello spettacolo viaggiante, parroco di San Giovanni Battista in Ferro di Cavallo di cui Pian di Massiano insiste sul territorio di questa parrocchia. “E’ un tradizionale appuntamento, quello del nostro pastore con le famiglie dei giostrai – prosegue il sacerdote –, che purtroppo si è interrotto lo scorso anno a causa della pandemia. Il cardinale è ben lieto di rivivere questo incontro di comunione che culminerà con la celebrazione eucaristica sulla pista di un autoscontro. Anche questo è un segno che contribuisce ad un ritorno, seppur graduale, alla vita normale”.
La vicinanza della Chiesa. “Il Luna Park (a Perugia più noto come “baracconi”, n.d.r.) fa parte della storia della città e dà lavoro a tante famiglie – commenta don Medori –, che hanno trascorso molti mesi di inattività; una situazione per queste persone anomala e di grande sofferenza perché non sono abituate a stare ferme, senza lavorare. Diverse famiglie sono rimaste a Perugia nella fase acuta della pandemia, permettendoci, a livello pastorale, una loro maggiore conoscenza. La nostra Chiesa non ha fatto mancare loro il sostegno spirituale aiutandole anche materialmente attraverso la Caritas diocesana e il Sacro Convento di Assisi”.
Non essere soli nella difficoltà. “Come comunità parrocchiale – ricorda sempre il parroco – abbiamo cercato di trascorrere più tempo con i giostrai nel dedicare loro degli incontri di preghiera e di catechismo per i bambini, oltre le S. Messe, come quella di Natale, celebrate anche nel loro ‘villaggio roulottes’ a Pian di Massiano. Lo stesso cardinale Bassetti ha incontrato in parrocchia queste famiglie esprimendogli solidarietà e vicinanza. Abbiamo fatto in modo di non farle sentire sole in un periodo di grande difficoltà”.
Una presenza incoraggiante. “Attendiamo con grande gioia il ritorno al Luna Park del cardinale e per tutti noi sarà occasione per esprimergli la nostra gratitudine per l’amicizia che ha dimostrato a tante delle nostre famiglie nel difficilissimo periodo del lockdown”. A sottolinearlo è Enzo La Scala, “portavoce” del Luna Park, che aggiunge: “Bassetti, essendo un amico, si è comportato lealmente d’amico e per questo lo ringraziamo fin d’ora. La sua presenza tra noi è motivo di ulteriore incoraggiamento a proseguire la strada, che è per noi la vita. Senza la sua vicinanza sarebbe una strada in salita e per questo vogliamo celebrare la S. Messa con un amico, oltre che con un sacerdote”.
Vicini a persone con disabilità. Queste famiglie hanno tanto ricevuto ed altrettanto hanno donato. Basti pensare al gesto di generosità riservato ai giovani di alcuni centri umbri per persone con disabilità, ospitati, la scorsa settimana, in alcune delle loro attrazioni. È stata una mattinata di gioia e di allegria per diversi ragazzi dell’Istituto Don Guanella, della Comunità di Capodarco, di Villa Nazzarena e del Centro Speranza; un’iniziativa all’insegna della solidarietà e della socialità riproposta da anni in collaborazione con il Comune di Perugia, che quest’anno ha assunto un significato particolare essendosi tenuta dopo il lockdown. Significativo è anche il bel rapporto di amicizia nato tra i bambini del Luna Park e quelli delle famiglie ospitate al “Villaggio della Carità” della Caritas di Perugia, che sono stati invitati ai “baracconi”.

Contributo al ritorno alla normalità. “Siamo contenti di essere nuovamente a Perugia e di poter dire – afferma con voce commossa Enzo La Scala –: la gente ha ripreso a vivere, perché gli uomini hanno bisogno di vivere, perché la pandemia aveva messo una ‘pietra’ su tutto quello che era la vita normale. Anche con il nostro lavoro contribuiamo al ritorno alla normalità, a spostare questa ‘pietra’, che è possibile solo con i vaccini e con il rispetto delle regole, per ripartire con la vita bella che il Signore ci ha dato”.
Giovani e per un mese perugini. Le famiglie del Luna Park di Perugia sono 120, titolari di 90 aziende, per complessive 350 persone di cui 150 minori. “Questo testimonia – evidenzia sempre Enzo La Scala – che molte delle nostre famiglie sono giovani, sono davvero tanti i nostri bambini, il nostro futuro… Siamo un paese che si muove con 124 attrazioni di giostre istallate. Queste rappresentano i colori e le luci di Perugia nell’accoglierci ogni anno e per un mese ci sentiamo perugini”.

Solennità di San Orvieto-Todi – San Fortunato e l’apertura della fase diocesana del cammino sinodale della Chiesa italiana

Per una provvidenziale coincidenza, quest’anno la solennità di San Fortunato cade all’inizio del cammino sinodale che vede tutta la Chiesa impegnata a preparare la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Questo appuntamento si interseca con il processo che la Chiesa in Italia, su sollecitazione di Papa Francesco, sta avviando per attuare il passaggio, indicato dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium, da una Chiesa “in stato di assedio” a una Chiesa “in uscita missionaria”. Entrambi gli itinerari rappresentano per la nostra Diocesi di Orvieto-Todi un forte stimolo a mettere meglio in asse la sinodalità, sia sviluppando una coscienza ecclesiale che renda ogni battezzato protagonista della vita e della missione della Chiesa, sia rivitalizzando, ad ogni livello, gli organismi di partecipazione, che non possono essere concepiti come semplice cassa di risonanza di decisioni già assunte o, al contrario, come una sorta di tavolo sindacale.

L’OMELIA DEL VESCOVO SIGISMONDI

Per una provvidenziale coincidenza, quest’anno la solennità di San Fortunato cade all’inizio del cammino sinodale che vede tutta la Chiesa impegnata a preparare la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Questo appuntamento si interseca con il processo che la Chiesa in Italia, su sollecitazione di Papa Francesco, sta avviando per attuare il passaggio, indicato dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium, da una Chiesa “in stato di assedio” a una Chiesa “in uscita missionaria”. Entrambi gli itinerari rappresentano per la nostra Diocesi di Orvieto-Todi un forte stimolo a mettere meglio in asse la sinodalità, sia sviluppando una coscienza ecclesiale che renda ogni battezzato protagonista della vita e della missione della Chiesa, sia rivitalizzando, ad ogni livello, gli organismi di partecipazione, che non possono essere concepiti come semplice cassa di risonanza di decisioni già assunte o, al contrario, come una sorta di tavolo sindacale.

La sinodalità, frutto e condizione della venuta dello Spirito, non è una parola o un abito alla moda: è la forma esteriore che il mistero della communio assume nella vita della Chiesa. Sorge dal basso, inizia dall’ascolto, dove ciascuno ha qualcosa da imparare dall’altro, nella volontà di mettersi in sintonia. Si tratta di un processo faticoso, da vivere nella tensione tra il procedere e lo stare insieme. Richiede spiritualità evangelica e appartenenza ecclesiale, formazione continua, disponibilità all’accompagnamento, creatività. La sinodalità prende forma nello sperimentare che la Chiesa è un Corpo vivo, caratterizzato da quella comunione fraterna in cui le membra condividono doni, carismi e ministeri. La sinodalità ha, dunque, un respiro largo e complesso: scaturisce non dal labirinto delle buone intenzioni, ma dal crogiuolo delle relazioni.

La dimensione sinodale, costitutiva del Corpo ecclesiale, è la sua corretta “postura”, esprime la natura e la missione della Chiesa nella storia. Lo afferma con grande chiarezza san Giovanni Crisostomo: “Chiesa è nome che sta per sinodo” (cf. Explicatio in Ps. 149). Lo spettro della sinodalità, più ampio di quello della collegialità, comprende lo specifico modus vivendi et operandi della Chiesa, il cui stile di governo, in tutti i suoi livelli, non si ispira alla leadership di una personalità carismatica o, al contrario, ai criteri della democrazia parlamentare. Lo stile sinodale si fonda sul sentire cum Ecclesia, affinato dalla suprema lex: la salus animarum. L’assunzione della forma mentis sinodale è, dunque, una sfida permanente per la Chiesa, chiamata a testimoniare che il “camminare insieme” si configura come un’opera artigianale di tessitura.

Di questo faticoso lavoro di “ingegneria tessile” abbiamo immenso, urgente bisogno. L’intercessione di San Fortunato ci aiuti a rafforzare il desiderio e la responsabilità della comunione. Anzitutto quella all’interno del Presbiterio, che ha ricadute immediate sulla qualità della vita della Chiesa diocesana. Il mandato di “camminare insieme”, presupposto della missione, è condizione per ascoltare i “gemiti dello Spirito” (cf. Rm 8,26), particolarmente forti in questa stagione ecclesiale che, come ricorda Papa Francesco, segna un vero e proprio “cambiamento d’epoca”. La crisi è un tempo di grazia, un momento favorevole per entrare nello “spessore” della croce, nella logica della sua “sapienza” (cf. 2Cor 12,9-10). Ogni crisi contiene una benedizione se si affronta intrecciando i sogni con la memoria, cercando strade nuove, concrete e praticabili.

Nelle circostanze attuali è necessario avere una visione strategica della vita pastorale, con riguardo agli obiettivi, individuando le priorità da cui partire, senza dimenticare che la cura delle anime è “l’arte delle arti”. Non si tratta di elaborare progetti, “più formali che reali”, ma di crescere nel discernimento dei sentieri dello Spirito, favorendo la pastorale “a goccia” dei cammini di accompagnamento e non quella “a pioggia” delle iniziative di mantenimento. Le riforme non si disegnano senza avere la responsabilità e il coraggio di una visione, “i cui tratti fondamentali sono la famiglia, cellula che genera la società e il suo futuro, e il compito irrinunciabile dell’educazione di grande qualità”. Su questi due sentieri siamo chiamati a muoverci, senza indugio, facendo tesoro di quanto insegna san Gregorio Magno, il quale ci offre un’istantanea della figura di san Fortunato nei Dialoghi in cui, narrando la vita di persone contemporanee o scomparse da poco, dimostra che la santità è sempre possibile, anche in tempi difficili.

Perugia – celebrazione d’inizio del cammino sinodale. Il cardinale Bassetti: “Il Sinodo e il cammino sinodale sono un’opportunità e una sfida…Vale la pena provarci, occorre in primo luogo pregare, perché non si debba dire che abbiamo sprecato la nostra occasione, l’occasione di una vita!”

“Con quanta pazienza il Signore si pone davanti alle fragilità di coloro che ha chiamato. Con quanta sapienza educa il suo popolo, perché la sua comunità sia sempre più bella, capace di annunciare il suo vangelo. È per questo che la Chiesa ha bisogno anche oggi di ripensare se stessa: non solo guardando a come porsi di fronte al mondo, ma anche per comprendere come viviamo le nostre relazioni. La pagina del vangelo di oggi ci dice, in fondo, che è facile equivocare cosa significa stare nella Chiesa, e come la tentazione di imporsi sugli altri sia sempre presente”. Così il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, all’omelia della celebrazione eucaristica di inizio cammino sinodale in diocesi tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo domenica pomeriggio 17 ottobre (il testo integrale è scaricabile dal sito: www.diocesi.perugia.it).

La lampada sinodale. Hanno concelebrato il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, l’arciprete della cattedrale mons. Fausto Sciurpa, i vicari episcopali di zona e numerosi sacerdoti. La liturgia è stata animata dal coro diocesano giovanile “Voci di Giubilo” diretto da don Alessandro Scarda e al termine della celebrazione il cardinale ha acceso la ‘lampada sinodale’, simbolo della preghiera continua in tutta la comunità diocesana, posta sull’altare della cappella del Santissimo Sacramento dal diacono Claudio Faina, che il prossimo anno riceverà l’ordinazione sacerdotale.

Essere Chiesa dopo il Concilio. “Il ‘tempo di grazia’ del Sinodo – così l’ha definito papa Francesco – è l’occasione che viene data a tutti noi, pastori e popolo di Dio – ha evidenziato il cardinale Bassetti nell’omelia –, di ritrovarci insieme, in cammino, per riflettere sul modo di essere Chiesa dopo il Concilio Vaticano II. Ecco allora che il Sinodo universale dei vescovi, e il cammino sinodale della Chiesa italiana, come quello della nostra Chiesa perugino-pievese, rappresentano per le nostre comunità una grande opportunità e anche una sfida.

Un’opportunità. “Recentemente sulle pagine di un quotidiano nazionale – ha commentato Bassetti – è stato scritto che questo evento è di enorme importanza, perché può rappresentare il ‘secondo tempo’ del Concilio Vaticano. La storia lo insegna: senza i sinodi anche un Concilio può mancare di un’adeguata applicazione. Chi scriveva tale riflessione aggiungeva anche che il Sinodo potrebbe arrivare a una conversione pastorale che in questi ultimi decenni è stata tentata da molti, ma ancora non conclusa. Insomma, il Sinodo è davvero un’occasione per mettere in pratica quello che manca ancora all’attuazione del Concilio Vaticano II. Molti fedeli, lo sappiamo, attendono delle risposte, perché si trovino nuove strade di comunione, e si possano finalmente dismettere quelli che sono «modelli pastorali ripetitivi» che non portano più a nulla, come ha detto Papa Francesco domenica scorsa, 10 ottobre, nell’omelia in occasione dell’apertura del Sinodo nella Basilica di San Pietro”.

Una sfida. “Questo Sinodo però è anche una sfida – ha proseguito il cardinale –, alla quale siamo chiamati tutti a partecipare, e dalla quale non possiamo tirarci fuori. I rischi che il cammino sinodale si riduca a un ‘parlarsi addosso’, a un ‘evento di facciata’, o si riduca a ‘gruppi di studi fine a se stessi’, sono reali: lo stesso Papa Francesco – nell’omelia appena ricordata – ha messo in guardia tutti perché questo evento non si trasformi in ‘un convegno di studi o un congresso politico’, o ‘in un parlamento’. Si tratta di un’impresa che va oltre le nostre forze? Noi, che spesso siamo come i due discepoli del vangelo di oggi, che invece di avere lo sguardo e il cuore di Gesù, guardano al proprio piccolo orticello, riusciremo in questo compito? Vale la pena provarci, e soprattutto, occorre in primo luogo pregare. Pregare tutti, pregare con fede, pregare perché non si debba dire che abbiamo sprecato la nostra occasione, l’occasione di una vita!”.

Costituita un’equipe di animazione. Al termine della celebrazione il cardinale Bassetti ha annunciato che in vista delle varie tappe del cammino sinodale, è stata costituita una équipe diocesana di animazione formata dai responsabili degli uffici dell’Evangelizzazione-Catechesi, Liturgia, Carità, Missioni. Si tratta di un gruppo di 15 persone composto da almeno 2 diaconi permanenti, alcuni rappresentanti dei consacrati e laici scelti dal Consiglio pastorale. Questa équipe avrà il compito di aiutare le unità pastorali e le parrocchie nella, così detta, prima fase del Sinodo, narrativa o dell’ascolto. Saranno prese, come punto di riferimento, le 10 domande proposte dal Sinodo dei Vescovi. Tale impegno durerà fino ad aprile del 2022, poi le sintesi saranno consegnate agli appositi uffici della Cei. Attraverso questo impegno saranno sensibilizzate le varie comunità e verranno realizzati momenti di confronto e di riflessione. Sarà compito dell’équipe di animazione fornire via via il materiale necessario per tale impegno.

Due significativi eventi nazionali. Il cardinale ha poi ricordato che questa prima fase è contrassegnata da due significativi eventi ecclesiali nazionali: 1) La Settimana Sociale di Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021, col significativo titolo: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro, tutto è connesso”; 2) l’Incontro dei Vescovi del Mediterraneo a Firenze dal 23 al 27 febbraio 2022, che riprenderà il tema del primo incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, approfondendo vari aspetti di attualità.

Fare una Chiesa diversa. “Il Santo Padre – ha concluso Bassetti – ha più volte raccomandato: ‘Dal basso, dal basso, dal basso’, chiedendo di ascoltare il più possibile le persone e affermando che la Chiesa in questi anni si è ‘più preoccupata di dire che di ascoltare… non si tratta di fare un’altra Chiesa ma una Chiesa diversa, dove sempre più risplenda il Vangelo’.

Spoleto-Norcia – avvio del cammino sinodale della Chiesa italiana e della seconda Visita Pastorale dell’Arcivescovo. Mons. Boccardo ha consegnato ai fedeli una nuova Lettera Pastorale.

Domenica 17 ottobre 2021 nella Basilica Cattedrale di Spoleto la Chiesa diocesana di Spoleto-Norcia ha celebrato l’assemblea di avvio dell’anno pastorale 2021-2022 sul tema “Chiesa di Cristo. Chiesa per il mondo”, ha avviato il percorso sinodale della Chiesa italiana e la seconda Visita pastorale di mons. Renato Boccardo.

Credibili se “servi”: intervento di don vito Stramaccia. Dopo l’accoglienza dei partecipanti e l’avvio del momento di preghiera da parte dell’Arcivescovo, c’è stato l’intervento di don Vito Stramaccia parroco di Montefalco e vicario episcopale per una pastorale missionaria e poi la Messa presieduta dall’Arcivescovo. Lungo la navata centrale della Cattedrale sono stati posizionati, come tradizione, gli stendardi dei Santi e Beati della Diocesi, sul presbiterio quelli dei Santi Ponziani e Benedetto e la Santissima Icone, patroni della Chiesa locale di Spoleto-Norcia. Don Vito Stramaccia ha avviato la riflessione partendo da alcuni dati di fatto: il tramonto di un cristianesimo sociologico, la scarsa credibilità dei cristiani sui grandi temi ma anche sul quotidiano, il balbettio dei credenti in questo particolare tempo e la mancanza di posizioni ferme. «Siamo un piccolo gregge – ha detto – ma possiamo continuare ad essere sale e luce se ci facciamo “servi”». Il parroco di Montefalco ha tracciato alcuni fili rossi identitari che la Chiesa di Spoleto-Norcia, secondo anche le sollecitazioni di papa Francesco, tenterà di proporre in questa fase di sinodalità. Il servizio all’uomo: «Dobbiamo tornare – ha detto don Vito – all’ascolto, alla fedeltà all’uomo. Ci sia da guida a scelta del Samaritano verso l’uomo mezzo morto: in alcuni momenti basta veramente poco per far vivere o morire». Il recupero dell’interiorità: «In un mondo segnato da confusione e rumori trovare degli spazi per ascoltare il proprio cuore. E ci sia da esempio S. Benedetto che andato a Roma scappò immediatamente dal rumore. Le nostre comunità sono capaci di proporre spazi di ascolto?». La profezia di una Chiesa ospedale da campo: «A volte – ha proseguito don Stramaccia – è necessario sporcarsi le mani. La nostra Chiesa memore del bene seminato nel tempo dalla Caritas, tenterà di essere ancora profetica, proponendo anche nuove opere. Una è stata da poco avviata, la casa per padri separati». La bellezza: «Non è estetismo, ma attraverso un processo di riscoperta e valorizzazione di tante opere d’arte presenti nelle nostre valli possiamo arrivare a colui che è bello per eccellenza, Cristo. In questo ci siano da guida le parole di S. Francesco dal Monteluco: “Niente di più bello vidi della mia valle spoletana”.

Celebrazione eucaristica. Al termine dell’intervento di don Vito Stramaccia c’è la stata la Messa presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata dalla quasi totalità del presbiterio. La Messa è stata animata dalla corale diocesana diretta dal maestro Mauro Presazzi, con all’organo il maestro Angelo Silvio Rosati. Il servizio all’altare è stato effettuato dai seminaristi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato che «ciò che il cristiano è parla molto più forte di quello che dice; che la Chiesa diffonde nel mondo, semplicemente, quello che essa è e vive al proprio interno. Come sarebbe bello se, superando meschinità e intolleranze, invidie e gelosie, chiacchiere inutili e cattive, imparassimo finalmente a valorizzare quello che ci unisce piuttosto che sottolineare continuamente quello che ci divide, guardando insieme verso la stessa meta, edificando quella unità nella diversità capace di riconoscere e valorizzare i doni e i carismi di ciascuno, per formare quell’unico corpo fatto di molte membra di cui ci ha parlato San Paolo nella seconda lettura».

Cammino sinodale della Chiesa in Italia: «Daremo particolare importanza – ha detto l’Arcivescovo – alla costituzione e al consolidamento dei Consigli pastorali di Pievania, che sono per loro stessa natura luogo di sinodalità e corresponsabilità, scuola di ascolto e discernimento, e realizzeremo alcuni forum nei quali si possano esprimere tutti i battezzati e anche coloro che non vivono un’appartenenza cordiale alla Chiesa o non sperimentano la consolazione della fede: lo Spirito, infatti, parla un linguaggio di comunione proprio attraverso la dialettica della diversità».

La Visita Pastorale: «A partire dalla festa di San Ponziano 2022, poi, intendo riprendere – ha detto ancora mons. Boccardo – il bastone del pellegrino per andare nuovamente incontro a tutte le comunità, con il proposito di seguire i passi di Gesù, «pastore e custode delle nostre anime» (1 Pt 2, 25). Il rapido mutare dei tempi e della cultura, la necessità di un rinnovato annuncio del Vangelo, la diminuzione progressiva del clero, l’urgenza di una maggiore assunzione di responsabilità da parte dei fedeli laici, la crisi della famiglia, la pandemia e tanti altri fattori socio-culturali che hanno investito il territorio, esigono che questo evento costituisca un forte incoraggiamento a proseguire e a qualificare il cammino lasciando da parte ogni tentazione “dimissionaria” per ritrovare uno spirito missionario ( cf EG nn. 119-121), con ferma fiducia nello Spirito di Dio più che nelle nostre risorse. Vi chiedo di unirvi a me in preghiera affinché la Visita sia messaggio di consolazione e speranza, cemento di unità e fermento di carità».

825 anni dalla dedicazione della Cattedrale e Lettera Pastorale «Nel 2023 – ha concluso il Presule – ricorreranno 825 anni dalla dedicazione di questa nostra Cattedrale, avvenuta nel 1198 per mano di Papa Innocenzo III. Celebreremo la ricorrenza con un intero “anno giubilare” dall’ottobre 2022 all’ottobre 2023, segnato da diverse iniziative a livello pastorale, culturale e artistico. Alla luce di questo anniversario, ho raccolto alcune riflessioni circa il segno della Cattedrale, il mistero della Chiesa, la stagione che stiamo vivendo e la necessità di “ripartire” con fiducia e speranza, nella Lettera pastorale “Chiesa di Cristo. Chiesa per il mondo”. In essa sono delineate anche alcune particolari iniziative che ci permetteranno di iniziare a dare corpo all’ascolto proposto per questo primo anno di Cammino sinodale».

Memoria della Vergine Maria. Prima della benedizione finale è stata fatta memoria orante della Vergine Maria. «A lei – ha detto l’Arcivescovo – affidiamo il nostro cammino sinodale
e la visita pastorale». Uscendo dal Duomo i fedeli hanno preso la nuova Lettera Pastorale di mons. Renato Boccardo.

Terni – Assemblea ecclesiale per l’inizio del cammino sinodale. Mons. Piemontese: “Gesù che attraverso il Vangelo, ci propone il suo progetto di comunità, la sua carta “costituzionale”, alla quale tutti i partecipanti devono aderire: ognuno è servitore di tutti”.

In comunione con tutte le diocesi del mondo, per il Sinodo dei vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, la comunità diocesana di Terni-Narni-Amelia, sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, membri del Consiglio pastorale diocesano, delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti ecclesiali si ritrovati nella cattedrale di Terni domenica 17 ottobre per la celebrazione presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese e la consegna simbolica del mandato agli operatori pastorali e del manuale diocesano del sinodo col programma pastorale dell’anno.

 

IL VADEMECUM DEL CAMMINO SINODALE IN DIOCESI

L’INTERVENTO DI PRESENTAZIONE DEL VESCOVO

 

 

Un cammino diocesano sinodale che si snoderà fino ad aprile 2022 con varie tappe per gli approfondimenti dei temi sinodali con spazi di consultazione, di reciproco ascolto e di riflessione sulla vita delle comunità, nelle parrocchie e nelle foranie sui temi sinodali. Il secondo appuntamento sinodale diocesano sarà il 25 novembre con la riflessione guidata da mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.

Un percorso iniziato già da qualche mese in diocesi e riassunto nel programma pastorale “Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita”, nel documento consegnato ai fedeli, dove sono state evidenziate priorità e temi centrali della pastorale diocesana nel richiamare l’intera diocesi dalle parrocchie agli organismi diocesani ad avviare un cammino sinodale dal basso seguendo l’invito di papa Francesco.  «Approfondire e promuovere la convinzione, ampiamente risuonata in questi tempi di incertezza, che siamo tutti nella stessa barca, siamo “fratelli tutti”, che devono, sempre più, darsi un aiuto vicendevole – ricorda il vescovo Piemontese nel documento -. La gente, specie le persone maggiormente provate, manifesta il bisogno di parlarsi e ascoltarsi. Promuovere una terapia del raccontarsi, arricchendo così di conoscenza e di familiarità le relazioni in piccoli gruppi. Recuperare la dimensione relazionale personale in tutti: giovani, ragazzi, adulti, anziani. Camminando comprenderemo e approfondiremo il significato e le sfaccettature del sentirci e dell’essere chiesa sinodale. Oggi testimoniamo che vogliamo seguire questa strada, non gregge sparpagliato, ma popolo ordinato di fratelli, fedeli e pastori, ministri, consacrati/e e laici/e con Gesù, tutti destinatari e tutti responsabili della missione dell’annuncio del Vangelo, protagonisti missionari nella attuazione del Regno”.

A livello pastorale è necessario valorizzare la collaborazione tra realtà vicine: foranie e comunità pastorali, superando il narcisismo, la solitudine e l’isolamento inconcludente e dannoso, proprio perché la Chiesa è chiamata nel tempo della rinascita a coltivare un ascolto, un’immaginazio­ne e una pratica che si lascia fecondare dall’annuncio evangelico e da quanto stiamo imparando dalla pandemia, consapevoli che una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, cammina insieme.

Una chiesa sinodale è quella che si incamminarsi non occasionalmente ma strutturalmente verso una Chiesa sinodale: un luogo aperto, dove tutti si sentano a casa e possano partecipare, che sia Chiesa dell’ascolto, che possa diventare una Chiesa della vicinanza, della compassione e della tenerezza. Una grande opportunità per una conversione pastorale in chiave missionaria e anche ecumenica, che non si riduca ad un evento evento straordinario, ma di facciata, quanto un percorso di effettivo discernimento spirituale, per meglio collaborare all’opera di Dio nella storia, nell’essere nella realtà del Popolo santo di Dio, dalla vita concreta delle comunità sparse per il mondo.

“All’avvio del cammino sinodale  – ha detto mons. Piemontese nell’omelia – anche la nostra comunità, si pone alla scuola di Gesù che attraverso il Vangelo, ci propone il suo progetto di comunità, la sua carta “costituzionale”, alla quale tutti i partecipanti devono aderire: ognuno è servitore di tutti. Una chiesa comunione, nella quale tutti sono diaconi, servitori e schiavi gli uni degli altri. Camminiamo insieme verso Gerusalemme, la pienezza del Regno formandosi all’amore vicendevole, seguendo le strade di Dio, con l’amore di Gesù: bevendo il suo calice (condividere lo stesso destino) e ricevendo il medesimo battesimo (scendere in fondo, simbolo della morte, immersione nel simbolo della morte). Solo così si costruisce la vera gloria, quella di Gesù nel dono totale di sé, fino alla Risurrezione. Tuttavia, come gli apostoli, nonostante gli insegnamenti di Gesù, continuiamo a ricercare i primi posti, riconoscimenti e forme di potere. Un pensiero di conforta: Gesù rispetta la lentezza dei discepoli nel capire, anche la nostra che abbiamo ascoltato questo messaggio tante volte. Un giorno arriveremo a capire che servire significa amare. Il cammino che iniziamo ci pone su questa strada con la fiducia che lo Spirito ci aiuterà ad apprendere lo stile di Gesù.”

 

L’OMELIA DEL VESCOVO

 

 

 

 


 

Gubbio – Aperto in cattedrale il cammino sinodale nella diocesi

Con il rinnovo delle promesse battesimali dei fedeli durante la celebrazione e l’antica preghiera di invocazione dello Spirito santo “Adsumus, sancte Spiritus”, si è aperto in cattedrale il percorso sinodale della Chiesa eugubina. Anche la diocesi di Gubbio partecipa così a quell’ascolto della comunità che rappresenta la prima fase dell’itinerario parallelo di discernimento che Papa Francesco ha avviato per la Chiesa universale e che la Conferenza episcopale italiana ha iniziato nel nostro Paese. Il primo si chiuderà nell’ottobre 2023 con l’Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, mentre il cammino sinodale della Chiesa italiana si concluderà con l’anno giubilare 2025.
“La vita del popolo di Dio, la vita della Chiesa – ha detto il vescovo Luciano Paolucci Bedini durante l’omelia – è un continuo pellegrinaggio. Ci è chiesto di uscire, di lasciare, di intraprendere un cammino la cui meta è la pienezza dell’incontro, tutti insieme come popolo, con il Dio della nostra salvezza, nella luce e nella beatitudine dell’eternità”.
Mons. Paolucci Bedini ha richiamato spesso l’immagine del pellegrinaggio della comunità dei fedeli, chiamati dal pressante invito di Papa Francesco “a rimettersi in cammino, a uscire dalle piccole e povere sicurezze, a tornare a seguire il maestro Gesù”. Il Vescovo della diocesi eugubina – continuando nella metafora – suggerisce anche “abiti comodi, robusti, capaci di affrontare ogni avversità di tempo e di strada”, e poi “un bastone per quando il cammino sarà più duro impervio” e anche “sulle spalle uno zaino capace di contenere ciò di cui non possiamo fare a meno”.
“Il Papa, quando ho aperto il Sinodo per tutto il mondo una settimana fa – ha aggiunto il vescovo Luciano -, ha detto una frase: ‘Nella Chiesa, l’unica autorità che ha cittadinanza è il servizio’. Credo che questa sia la prima cosa di cui non possiamo fare a meno: sapere che siamo tutti chiamati – ciascuno e insieme come in famiglia, come comunità, come popolo – a metterci a servizio degli altri, a servizio del popolo, a servizio dell’umanità, di ogni uomo. Ma, meglio si direbbe tra noi: a servizio di ogni fratello e sorella”.
Paolucci Bedini, nell’omelia di ieri in cattedrale, ha insistito a lungo sulla necessità di affrontare il cammino sinodale riscoprendo la fraternità e il servizio agli altri, invocando tutti insieme lo Spirito santo.
“La sfida è quella – ha detto – di ascoltare lo Spirito Santo insieme, non da soli, non divisi, non distanti ma insieme. Solo quando lo Spirito Santo ci parlerà, tutti riuniti, allora davvero saremo la Chiesa di Gesù e il nostro cammino riprenderà. Spesso ci attendiamo che lo Spirito parli dentro le nostre cose, dentro i nostri progetti, dentro le nostre parole, dentro il nostro modo di parlare di Dio o di vivere il Vangelo. Ecco, forse anche qui abbiamo bisogno di un altro elemento essenziale che sta bene dentro il nostro zaino, che non pesa troppo ma non può mancare: è la parola di Dio, perché lo Spirito Santo – prima di tutto – parla attraverso la parola del Signore”.
Dopo l’apertura solenne, celebrata in tutte le diocesi in questi giorni, ora la Chiesa eugubina è chiamata alla costituzione della segreteria diocesana per il cammino sinodale, alla creazione dei gruppi sinodali e ai laboratori di formazione nelle zone pastorali entro il mese di novembre. Nei primi mesi del 2022 si avvia il tempo dell’ascolto nelle parrocchie, nelle zone, nelle comunità religiose, gruppi, associazioni e movimenti. Tra marzo e aprile l’elaborazione delle sintesi dei contributi diocesani e la consegna dei materiali alla segreteria generale del Sinodo.

Perugia – pellegrinaggio a piedi del cardinale Bassetti con un centinaio di pellegrini alla Porziuncola di Santa Maria degli Angeli di Assisi. Il presule: “Il vero viaggio della nostra vita è quello di andare verso la profondità di noi stessi”

“Oggi abbiamo fatto un vero cammino sinodale, introducendo la celebrazione che vivremo domani pomeriggio (domenica 17 ottobre, n.d.r), nella cattedrale di Perugia, di inizio Cammino sinodale della Chiesa italiana, a livello diocesano; un pellegrinaggio in cui tutti siamo stati protagonisti: sacerdoti, consacrati, diaconi, seminaristi, giovani, famiglie”. A sottolinearlo è stato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti all’inizio dell’omelia della celebrazione eucaristica a conclusione del pellegrinaggio a piedi fino alla Basilica della Porziucola di Santa Maria degli Angeli di Assisi, compiuto dallo stesso presule insieme a un nutrito gruppo di fedeli (un centinaio) partiti poco prima delle ore 8.30 di sabato 16 ottobre dalla chiesa di Ospedalicchio, la parrocchia dell’Archidiocesi perugino-pievese più prossima alla città serafica.

Graziato da Dio. Tre le finalità del pellegrinaggio ricordate dal cardinale durante la preghiera iniziale nella chiesa di Ospedalicchio: ringraziare il Signore per la grazia della guarigione sua e di tante persone colpite dal Covid-19, definendosi Bassetti “un graziato da Dio”, esprimendo gratitudine al Signore e alla Chiesa che “ha pregato seriamente per la salute del suo pastore”; pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, “necessarie alla Chiesa e alla società”; prepararsi spiritualmente al Cammino sinodale, perché “questo andare verso Assisi ci dà il senso della Chiesa che cammina con Cristo che la guida verso la Casa del Padre”. Non a caso il cardinale ha voluto invocare all’inizio del pellegrinaggio lo Spirito Santo chiedendogli di guidarlo, dicendo, citando don Oreste Benzi: “non dobbiamo mai dubitare dello Spirito di Dio, è sempre persona fedele”.

L’inizio del cammino sinodale. Intervistato durante il cammino dai social media di Umbria Radio e La Voce, Bassetti ha ribadito che “il cammino sinodale nella nostra comunità diocesana è proprio cominciato oggi, non solo perché un centinaio di persone stanno camminando insieme, ma queste persone sono anche in sintonia per i tre motivi ispiratori del pellegrinaggio. Si sentono tra loro in profonda comunione, perché sentono la loro appartenenza alla Chiesa che è il Corpo di Cristo”.

Pregato anche per il Papa che ritorna ad Assisi. Sempre sul social media dei due media cattolici il cardinale ha commentato la notizia diffusa ieri (15 ottobre) dell’imminente ritorno di papa Francesco nella città serafica. “Papa Francesco ci ha sorpresi come sempre, in tutte le sue precedenti visite – ha commentato Bassetti –. Nel nostro cammino abbiamo pregato anche per il Santo Padre affinché si realizzassero quelle finalità per i poveri che porta da sempre nel cuore, dalla sua esperienza in Argentina. Lui stesso mi ha raccontato, in una delle ultime udienze, che amava andare la domenica sera nelle periferie più profonde ad incontrare la gente”.

L’incontro casuale con 400 giovani di Roma. Dopo una sosta con l’adorazione eucaristica nella chiesa parrocchiale di Bastia Umbria, i pellegrini hanno ripreso il loro cammino verso Santa Maria degli Angeli dove sono arrivati poco prima di mezzogiorno. Sul piazzale della Basilica della Porziuncola si sono casualmente incontrati con un gruppo di 400 giovani della Diocesi di Roma, in pellegrinaggio sulle orme di san Francesco e del beato Carlo Acutis. Ad attendere tutti questi giovani c’erano il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, e la sindaca della città Serafica, Stefania Proietti.

Il cardinale Bassetti ha salutato i giovani romani dicendo loro: “Sieti stati una delle sorprese più belle di questa giornata, anche perché non siamo più abituati dopo la pandemia a vedere i gruppi di ragazzi. So che durante la pandemia voi avete sofferto perché esprimete vitalità e la solitudine vi è costata tanto. Ora siete qui e vi auguro, come san Francesco e il beato Carlo Acutis, che la vostra vita possa tornare ad essere un canto di gioia”.

Mons. Sorrentino ha espresso vivo compiacimento nel vedere ad Assisi tanti giovani sia romani che perugini, salutando la loro presenza come un segno di ritorno alla “normalità”. Un saluto, è stato quello del vescovo di Assisi, all’insegna di due figure di santità che hanno testimoniato, ciascuno nella propria epoca, la retta via per arrivare al Paradiso: Francesco e Carlo Acutis. “Quando noi pensiamo a Gesù – ha sottolineato mons. Sorrentino – dobbiamo immaginarlo come il Dio della strada che si è fatto vicino e si è messo in cammino dicendoci: ‘Io sono la via’. Il nostro problema è che tante volte camminiamo per strade sbagliate e quello ci fa male. Trovare Gesù nella vita è il principio della nostra salvezza e io vi auguro di percorrere la strada giusta”.

Gesù ci attende da sempre. Il cardinale Bassetti, nell’omelia durante la messa nella Basilica della Porziuncola, ha parlato “del vero viaggio della nostra vita, di cui anche il pellegrinaggio di stamane è stato un segno importante, quello di andare verso la profondità di noi stessi. Bisogna calarsi nell’intimo di noi stessi evitando ogni frastuono esteriore, per ascoltare la voce di Dio e capire quale è progetto che Lui ha su di noi”. E ha concluso con “due piccole espressioni del beato Carlo Acutis, un gigante, un campione di virtù cristiane, espressioni frutto delle sue tensioni interiori di un ragazzo di quindici anni: ‘la nostra meta deve essere l’infinito, non il finito… L’infinito è la nostra patria’. Da sempre noi siamo attesi da Gesù!”.

Papa Francesco ad Assisi il 12 novembre 2021

“La notizia del ritorno di Papa Francesco ad Assisi non può che riempirci il cuore di gioia”. Sono queste le prime parole pronunciate dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e della diocesi di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, dopo il comunicato stampa diffuso dal Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione che ha annunciato la visita privata del Santo Padre ad Assisi il 12 novembre prossimo in occasione della V Giornata mondiale dei poveri.

“Questa nuova visita – aggiunge il vescovo – porta alla nostra memoria quanto il Santo Padre fece nel suo pellegrinaggio ad Assisi del 4 ottobre 2013, quando volle con sé i poveri nella Sala della Spogliazione e pranzò poi con loro nel Centro di prima accoglienza che da allora ha preso il nome di Casa Papa Francesco. Il gesto è significativo anche per il fatto che, nel frattempo, il Papa stesso ha voluto centrare su Assisi l’iniziativa Economy of Francesco, facendo appello a giovani economisti e operatori economici di tutto il mondo per un processo di rinnovamento dell’economia che metta al centro proprio la questione dei poveri. Iniziativa che ha visto quest’anno la seconda edizione mondiale in streaming, con un video-messaggio del Papa, che i giovani sperano di incontrare il prossimo anno nel desiderato incontro in presenza. Tutte cose che ci invitano a metterci in piena sintonia con il Vangelo alla scuola di san Francesco che seppe vedere Cristo nei poveri e si fece per questo povero tra i poveri”.

I FRATI MINORI DELLA PORZIUNCOLA
Un abbraccio, una preghiera, un momento di ascolto con i poveri.
Sarà questo a caratterizzare la visita di Papa Francesco in Porziuncola il prossimo 12 novembre.
Si tratta di un momento di preparazione alla quinta edizione della Giornata Mondiale dei poveri istituita da Francesco con lo scopo di sensibilizzare all’ascolto del grido dei poveri e dei sofferenti e prevista domenica 14 novembre sul tema del Vangelo di Marco:”I poveri li avete sempre con voi”.
Nel comunicato dell’evento, il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione spiega che il Papa si recherà in forma privata ad Assisi e nella Basilica di Santa Maria degli Angeli incontrerà sempre in forma privata un gruppo di 500 poveri provenienti da diverse parti dell’Europa e trascorrerà con loro un momento di ascolto e preghiera.
Sarà la quinta volta di Francesco nel cuore della cristianità francescana dopo la prima visita pastorale il 4 ottobre 2013, e quelle successive del 4 agosto 2016 nell’ottavo centenario del Perdono di Assisi, del 20 settembre dello stesso anno per la Giornata mondiale di preghiera per la pace e infine del 3 ottobre 2020 per la la firma dell’enciclica Fratelli tutti.

LA LETTERA DEL CUSTODE DELLA PORZIUNCOLA (PDF)

Terni – apertura del Sino diocesano nella Cattedrale il 17 ottobre

In comunione con tutte le diocesi del mondo, per il Sinodo dei vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, la comunità diocesana di Terni-Narni-Amelia, sacerdoti, religiosi e religiose, diaconi, membri del Consiglio pastorale diocesano, delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti ecclesiali si ritroverà per l’assemblea diocesana domenica 17 ottobre alle ore 16.30 nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Terni per la celebrazione presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese e la consegna simbolica del mandato agli operatori pastorali e del manuale diocesano del sinodo col programma pastorale dell’anno.

L’assemblea sarà trasmessa in streaming sui canali Youtube e Facebook della diocesi di Terni-Narni-Amelia.

Un cammino diocesano sinodale che si snoderà fino ad aprile 2022 con varie tappe per gli approfondimenti dei temi sinodali con spazi di consultazione, di reciproco ascolto e di riflessione sulla vita delle comunità, nelle parrocchie e nelle foranie sui temi sinodali.

Il secondo appuntamento sinodale diocesano sarà il 25 novembre con la riflessione guidata da mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”.

Il cammino sinodale a livello nazionale culminerà, nel 2025, con un evento assembleare nazionale.

Un percorso iniziato già da qualche mese in diocesi e riassunto nel programma pastorale “Annunciare il Vangelo in un tempo di rinascita”, nel documento che sarà consegnato il 17 ottobre ai rappresentanti delle comunità parrocchiali. A partire dalla fase post pandemia, nell’incontro del clero di giugno, sono state evidenziate priorità e temi centrali della pastorale diocesana nel richiamare l’intera diocesi dalle parrocchie agli organismi diocesani ad avviare un cammino sinodale dal basso seguendo l’invito di papa Francesco.

«Approfondire e promuovere la convinzione, ampiamente risuonata in questi tempi di incertezza, che siamo tutti nella stessa barca, siamo “fratelli tutti”, che devono, sempre più, darsi un aiuto vicendevole – ricorda il vescovo Piemontese nel documento -. Manifestare vicinanza all’uomo, alle famiglie, ai giovani specie a quelli che sballano nella droga: la nostra diocesi ne sa qualcosa. La gente, specie le persone maggiormente provate, manifesta il bisogno di parlarsi e ascoltarsi. Promuovere una terapia del raccontarsi, arricchendo così di conoscenza e di familiarità le relazioni in piccoli gruppi. Recuperare la dimensione relazionale personale in tutti: giovani, ragazzi, adulti, anziani».

Da qui l’importanza della carità, che ha avuto manifestazioni fino all’eroismo, che va custodita e alimentata per seminare speranza e misericordia. L’essenzialità di promuovere il ministero della consolazione e della fiducia tra moltitudini di persone, specie anziani, malati, persone singole rimaste isolate, colpite da lutti inconsolati. Riportare al centro l’Eucarestia domenicale “in presenza” quale momento centrale del camino di fede. Ricercare il rinnovamento degli stili di vita e una nuova ecologia e cura del creato. A livello pastorale valorizzare la collaborazione tra realtà vicine: foranie e comunità pastorali, superando il narcisismo, la solitudine e l’isolamento inconcludente e dannoso, proprio perché la Chiesa è chiamata nel tempo della rinascita a coltivare un ascolto, un’immaginazio­ne e una pratica che si lascia fecondare dall’annuncio evangelico e da quanto stiamo imparando dalla pandemia, consapevoli che una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, cammina insieme.

Assisi e Foligno – apertura del Sinodo diocesano nella cattedrale di San Rufino e nella chiesa di San Paolo

Anche le diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno apriranno il sinodo domenica 17 ottobre dopo l’apertura ufficiale della scorsa settimana da parte di Papa Francesco. “Il Santo Padre – scrive il vescovo delle due diocesi monsignor Domenico Sorrentino – ha indetto un sinodo per la Chiesa universale, coinvolgendo tutte le Chiese particolari. Ne abbiamo fatto esperienza anche altre volte. Ricordo in particolare il sinodo sui giovani e quello sulla famiglia. Ma questo sinodo ha una singolarità: il tema è lo stesso ‘sinodo’. Ad Assisi un sinodo lo abbiamo da poco celebrato. Non dovrebbe essere difficile ricordare che la parola, nella sua base greca, significa ‘camminare insieme’. È una versione dinamica della comunione. Ma anche una versione comunitaria della missione. Cose essenziali per essere Chiesa. Se si sta insieme, ma non si cammina, siamo una Chiesa paralitica. Se si cammina, ma non si sta insieme, siamo una Chiesa allo sbando. In un mondo che, proprio sui temi del camminare e della comunione – continua monsignor Sorrentino – accusa dei problemi acuti – vere e proprie crisi – questo interrogarsi della Chiesa viene a proposito. La fatica del “camminare” è sotto gli occhi di tutti. È vero che, da un certo punto di vista, il nostro mondo non solo cammina, ma corre, ed anzi, a velocità supersonica. La tecnologia ci stupisce ogni giorno con le sue realizzazioni. Ma dentro questa corsa ci sono anche tante insidie e contraddizioni. Se la tecnologia è mirabolante, l’ambiente è in agonia. Se i telefonini spopolano, i rapporti dal vivo languono. Se la conoscenza scientifica cresce, la coscienza etica diminuisce. Insomma, camminare non basta. Occorre farlo nella giusta direzione. Occorre un ‘navigatore’ – sottolinea il vescovo – . Anche la Chiesa deve interrogarsi sulla rotta, ascoltando l’unico navigatore che ci sa indicare davvero la strada: il Vangelo. Fatica anche sul versante della comunione. La crisi delle relazioni è sotto i nostri occhi. Diventiamo sempre più soli. Lo stesso nucleo familiare è ridotto al lumicino. Lo stile sinodale è quello che ci fa tessere relazioni e ci fa camminare insieme. Nessuno può chiudersi nel suo ‘particolare’”.

Il programma prevede l’apertura del Sinodo da parte di monsignor Sorrentino con la celebrazione della Parola per la comunità diocesana di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino alle ore 16,30 nella cattedrale di San Rufino ad Assisi e alle 20,45 nella chiesa di San Paolo a Foligno.

apertura sinodo