Perugia a “Mediterraneo, frontiera di pace 2”. Sulla scia dell’evento di Firenze, nel capoluogo umbro un incontro di rilevanza internazionale sulla figura del sindaco “santo” Giorgio La Pira

Mentre si assiste all’escalation bellica tra Russia e Ucraina, a “Mediterraneo, frontiera di pace 2” (Firenze, 23-27 febbraio 2022), non fa mancare il suo contributo la città capoluogo dell’Umbria. A sottolinearlo, in un’intervista rilasciata a Umbria Radio InBlu e pubblicata da La Voce in edicola questo fine settimana, è il professor Andrea Possieri, docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Perugia, relatore e membro del Comitato scientifico di questo secondo importante evento (il primo si tenne a Bari nel 2020). Evento promosso dalla Cei e fortemente voluto dal suo presidente, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, a cui partecipano oltre 120 delegati tra vescovi e sindaci di 30 Paesi dell’area del Mediterraneo. L’intervista integrale è ascoltabile al link: https://www.umbriaradio.it/podcast/xlnews-il-mediterraneo-passa-in-umbria/ .

Il contributo perugino. “Da Perugia siamo in tre nel Comitato scientifico – precisa Possieri –. Oltre me ci sono, innanzitutto, il cardinale Bassetti, principale promotore dell’evento, e il professor Valerio De Cesaris, rettore dell’Università per Stranieri”. Nel sottolineare l’importanza del contributo dei due atenei perugini a “Mediterraneo, frontiera di pace 2”, il docente annuncia l’organizzazione di un convegno internazionale sulla figura di Giorgio La Pira, il sindaco “santo” di Firenze, che si terrà a Perugia, in primavera, promosso dall’Archidiocesi e dalle due Università del capoluogo umbro. I rettori Maurizio Oliviero e Valerio De Cesaris, aggiunge Possieri, “saranno fra i promotori di questo importante convegno. E non dimentichiamoci che in Umbria c’è una figura come quella di san Francesco – tra quattro anni ricorre l’ottavo centenario della morte – che non è quasi racchiudibile nella devozione popolare, ma è una figura importantissima, centralissima che fa sentire ancora oggi la sua eredità sia in ambito religioso che in quello civile, soprattutto sul tema della Pace”.

Al convegno di Perugia “parteciperanno i più importanti studiosi di La Pira nel mondo e della sua profezia – sottolinea il docente – a cui si è ispirato il cardinale Bassetti nel progettare gli eventi di Bari e Firenze. L’incontro perugino sarà vissuto come frutto dell’incontro fiorentino dove la profezia di La Pira ha un nuovo compimento: da una parte un’assise in cui si incontrano i vescovi, dall’altra parte un’assise dove si incontrano i sindaci, e poi dei convegni comuni in cui si converge”. A Firenze si affrontano tematiche assai scottanti: la crisi economico-occupazionale; la pandemia e le sue conseguenze sociali; l’immigrazione; il conflitto in atto tra Russia e Ucraina, che può estendersi a tutto il Mare nostrum.

La proposta Cipro. In merito al prosieguo degli incontri di “Mediterraneo, frontiera di pace”, il professor Possieri così si esprime sulla proposta di ospitare la terza edizione a Cipro avanzata dal custode di Terra Santa, il francescano padre Patton. “Non posso che essere d’accordo – commenta –, perché Cipro viene considerata la porta dell’Europa, ma molti dimenticano che lì c’è anche il più grande muro europeo: 180 km, forse più, e c’è una divisione etnica fortissima tra greco-ciprioti e greco-turchi. Al riguardo, anni fa, ho fatto scrivere una tesi a un ragazzo perugino di origine cipriota con doppia nazionalità, Federico Phellas, impegnato anche nella Pastorale giovanile e in altre associazioni culturali dell’Archidiocesi perugino-pievese. Le giovani generazioni hanno un compito arduo, quello di superare le divisioni per assicurare a tutti un futuro di pacifica convivenza anche nel fare tesoro delle diversità, studiandole e approfondendole per poi promuovere confronti costruttivi”.

Una novità storica. Il professor Possieri si sofferma anche sulla sua relazione, la prima tenuta nella seconda giornata dei lavori dell’incontro di Firenze, dal titolo: “Quali diritti per le comunità religiose nella città?”, che trova ispirazione anche dall’esperienza della realtà perugina ed umbra. “La mia relazione – spiega – parte da un dato storico. Nel 2007, per la prima volta nella storia dell’umanità, le popolazioni delle città hanno superato quelle delle campagne. Si tratta di una novità storica incredibile, straordinaria molto poco tematizzata nel discorso pubblico attuale, ma che segna una cesura nella storia dell’umanità, non solo di rilevanza sociale, antropologica e culturale, ma anche politica”.

Tre spunti di lettura. Al riguardo lo storico Possieri offre tre spunti di lettura che sono anche degli interrogativi. Il primo, “qual è oggi la modalità migliore per vivere nella città plurale, quindi qual è il vero, il nuovo modo di vivere socialmente fra religioni, culture, etnie diverse?”. Il secondo, “quello più vicino alla Chiesa, come difendere e valorizzare la libertà religiosa”. Il terzo, “quello più doloroso, come costruire e salvaguardare la pace”. Soprattutto oggi, conclude il docente, “assistiamo ai venti di guerra che vengono dall’Ucraina, quei venti di guerra, purtroppo, soffiano anche sul Mediterraneo”.

Perugia: Preghiere per la pace tra Russia e Ucraina e per l’evento “Mediterraneo, frontiera di pace 2”. Il cardinale Bassetti: «Il Signore ci esorta a preservare la pace, a costruire la pace»

Anche la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve prega per la pace tra Russia e Ucraina e per il buon esito dell’evento “Mediterraneo, frontiera di pace 2” (Firenze, 23-27 febbraio) promosso dalla Presidenza della Cei dopo il primo incontro a Bari di due anni fa. Lo annuncia, alla vigilia di quest’evento, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e suo promotore ispirato dalla profezia di Giorgio La Pira, il sindaco “santo” di Firenze impegnato per la pace fra le nazioni, organizzatore, nella città medicea, dei “colloqui mediterranei”. Saranno a Firenze Papa Francesco e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, domenica 27, il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, mercoledì 23 febbraio, e oltre centoventi tra vescovi e sindaci in rappresentanza delle Chiese e delle città di tre continenti che si affacciano sul Mediterraneo.

Un evento più che mai necessario in un momento in cui soffiano forti venti di guerra. Sulla crisi russo-ucraina il cardinale Bassetti esprime la sua vicinanza alle popolazioni coinvolte, in particolare ai numerosi ucraini che vivono in Umbria (alcuni dei quali li conosce personalmente), chiedendo alla sua comunità diocesana di pregare incessantemente affinché prevalga la pace. «I nostri amici ucraini testimoniano giorno dopo giorno la loro grande trepidazione per quello che sta accadendo di irreparabile nel loro Paese – commenta il cardinale –. Il Signore, attraverso la sua Parola, ci esorta a preservare la pace, a costruire la pace dove essa è in pericolo. Lo chiede a tutti i cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà nell’essere uniti nella promozione della pace”.

In vista dell’evento di Firenze «sento il dovere di dire una parola a tutti voi, che siete la mia famiglia diocesana», scrive Bassetti nel suo messaggio rivolto alla comunità perugino-pievese. «È un fatto di rilievo storico che le Chiese si incontrino in quanto mediterranee – prosegue il presule –, perché i problemi del mare nostrum vanno affrontati e risolti insieme. Occorre una visione poliedrica e non miope per affrontare le gravi crisi dell’area mediterranea. Anche l’incontro dei sindaci riveste un analogo valore storico e profetico. Nel pensiero di La Pira, le città sono il nesso attraverso cui passa la storia, perché è in esse e grazie ad esse che le giovani generazioni accolgono valori, sogni, tecnologie per far fronte alle sfide presenti».

Dare voce alle comunità. «Purtroppo, di fronte ad enormi problemi le comunità locali non hanno parola, perciò è giusto che le posizioni delle varie popolazioni vengano proposte ed ascoltate: siamo nella logica del Sinodo universale, per tutte le Chiese, voluto da Papa Francesco. La Pira, sindaco di una Firenze ancora in gran parte da ricostruire, dopo la fine della guerra e di fronte alle problematiche questioni abitative, disoccupazionali, e perfino riguardanti le nuove povertà del dopoguerra, considerò suo dovere scommettere il proprio futuro politico sulle “attese della povera gente”».

Un bene comune. «Il Mediterraneo è uno dei teatri massimi delle tensioni sociali» e, evidenzia Bassetti, «considerando a fondo la prospettiva lapiriana, sono convinto che c’è un bene comune del Mediterraneo, costruendo il quale si pone un tassello determinante e imprescindibile per l’intera famiglia umana. Sono certo che, come avvenne a Bari, i vescovi porteranno a Firenze la vita di comunità cristiane che vivono la loro comunione ecclesiale come germe dell’unità dell’intera famiglia umana: una realtà sacramentale e quindi fatta di grazia e di materia, una storia di liturgia, teologia, vita cristiana vissuta e orientata alla riconciliazione e alla fraternità nel segno profetico, così chiaro a La Pira e sancito dal Concilio Vaticano II e dalla Fratelli tutti di Francesco».

I sindaci, testimoni di istanze sociali. «I sindaci mediterranei che hanno risposto all’invito del loro collega di Firenze, Dario Nardella – conclude il cardinale –, porteranno in quella città la storia di comunità provate dalla pandemia, dalla lunga crisi economica e dalle crisi migratorie; presenteranno il volto autentico di città in cui sono tuttora le macerie delle guerre. Proprio perché avranno negli occhi i bisogni di persone in carne ed ossa, bambini, giovani, anziani, con i loro desideri di vita, di benessere economico e di serenità, questi sindaci, ne sono certo, matureranno insieme desideri e proposte di vita, di benessere economico e serenità spirituale. Tutti ci sentiremo e saremo coinvolti. In una parola, tutti ci sentiremo impegnati a far crescere segni concreti di speranza».

Perugia: Celebrata la XXX Giornata mondiale del malato. Il cardinale Bassetti: “È importante nella malattia avere accanto testimoni della carità di Dio e dell’esempio di Gesù”

“Nonostante la pandemia abbiamo anche quest’anno, grazie a Dio, la possibilità di riflettere sulla realtà della sofferenza umana che mette davanti ai nostri occhi la Croce di Cristo”. Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti all’omelia della celebrazione eucaristica della XXX Giornata mondiale del malato tenutasi nel capoluogo umbro nel tardo pomeriggio del 13 febbraio, presso la chiesa parrocchiale “Maria Regina della Pace” in Santa Lucia, promossa dall’Ufficio diocesano per la pastorale della salute. Alla celebrazione, animata dal coro di Santa Lucia, hanno partecipato diversi operatori socio-sanitari, volontari di associazioni del mondo ospedaliero e dell’assistenza a sofferenti nel corpo e nello spirito. Ai malati, in modo particolare, si è rivolto il cardinale attraverso la diretta di Umbria Radio InBlu e del canale YouTube della parrocchia, commentando il tema della Giornata: ““Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36). Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”.

Essere misericordiosi. “Questo tema tocca la sostanza del Vangelo – ha evidenziato Bassetti –, perché Gesù punta in alto, non pone nemmeno sé stesso come modello, ma addirittura il Padre nel dirci di essere misericordiosi come il Padre che è ricco di misericordia e guarda i suoi figli con amore anche quando si allontanano da Lui. Esperienza, purtroppo, che l’abbiamo fatta tutti. Chi di noi, in un modo in un altro, non si è allontanato qualche volta del Padre? Gesù è la misericordia del Padre con il suo atteggiamento verso i poveri, i malati e gli ultimi. Gli evangelisti ci raccontano che Gesù guariva le persone affette da ogni tipo di malattia”.

Testimoni della carità. “Come non ricordare i numerosi ammalati – io stesso sono stato uno di loro – che durante questo tempo di pandemia hanno vissuto nella solitudine nel reparto di terapia intensiva. Per tanti di loro quello è stato l’ultimo tratto della loro vita, certamente curati da generosi operatori sanitari a cui va tanta riconoscenza, ma lontani dagli affetti più cari e dalle persone più importanti della loro esistenza terrena. Non si possono dimenticare le immagini che abbiamo visto al Nord Italia, a Bergamo, a Brescia…, che ancora ci toccano e ci commuovono profondamente. Ecco allora quanto è importante nella malattia avere accanto testimoni della carità di Dio e dell’esempio di Gesù. Penso ai medici, agli infermieri, ai tecnici di laboratorio, agli addetti all’assistenza dei malati, come pure a tutti i volontari che donano tempo prezioso a chi soffre”.

L’insegnamento dei sanitari. Rivolgendosi agli operatori sanitari, il cardinale Bassetti ha ricordato le parole del Papa: ‘Il vostro servizio diventa una missione, le vostre mani, che toccano la carne sofferente di Gesù, possono essere segni delle mani misericordiose del Padre che sta nei Cieli’. Anche quando è impossibile guarire, voi operatori sanitari, ci insegnate che è sempre possibile curare, consolare, far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia”.

Le ‘locande’ della Chiesa. “La Giornata del malato ci offre l’occasione per riflettere sui luoghi di cura – ha sottolineato il presule –, che il Papa chiama le ‘locande del buon samaritano’. Da noi queste ‘locande’ non mancano, ma il Papa pensa, soprattutto, alle opere preziose che sono sorte in luoghi di missione. Come non pensare a quello che hanno fatto i missionari, che insieme all’annuncio del Vangelo, hanno sempre favorito la promozione umana cominciando dagli ospedali, dalle case di cura. Mediante queste opere la carità cristiana ha preso forma e l’amore di Cristo, testimoniato dai suoi discepoli, è diventato più credibile. Nel suo messaggio il Papa sottolinea l’importanza delle istituzioni sanitarie cattoliche, che definisce ‘un tesoro prezioso da custodire e sostenere soprattutto per i luoghi di missione’”.

Strutture esemplari. “In un tempo nel quale è diffusa la cultura dello scarto e la vita non è sempre ritenuta degna di essere accolta e vissuta, queste strutture, come case della misericordia, possono essere esemplari per custodire e curare ogni esistenza anche la più fragile, dal suo inizio fino al termine naturale. Proprio in questi giorni il Santo Padre si è espresso sul fine vita e, come sa fare lui con molta concretezza di linguaggio, egli ha detto: ‘la vita è un diritto, non la morte. La vita va accolta, non somministrata’. Non devono essere solo i cristiani a dire che la vita è al primo posto e va sempre salvaguardata e che non può essere la vita strumentalizzata da nessuno. Questo pensiero del Vangelo, della Chiesa vale per ogni uomo”.

Le nostre case di accoglienza. Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti ha ricordato le “tantissime opere che accolgono la vita nella nostra diocesi. E’ una comunità diocesana ricca dal punto di vista dell’accoglienza e della carità per l’influsso delle figure di san Francesco d’Assisi e di San Bernardino da Siena, che hanno seminato il bene con abbondanza. Come dimenticare in questo momento le nostre case di accoglienza, alcune delle quali le voglio elencare: Il Casolare a Sanfatucchio; Comunità Madonna dei Begni a Casalina; Villa Nazarena a Pozzuolo Umbro; Opera Don Guanella a Montebello; Residenza protetta Fonte Nuovo a Perugia; Casa Serena a Magione; Casa Maria Immacolata a Marsciano; Villaggio Santa Caterina a Solfagnano; Cattedrale dell’Amore della parrocchia di Santa Lucia e tante altre opere di carità come anche i quattro Empori della Solidarietà attivati dalla Caritas diocesana nelle zone più sensibili della nostra diocesi per le tante famiglie bisognose di cibo. Ci sono poi innumerevoli ammalati e persone anziane che vivono a casa e aspetto una visita”, perché, ha ricordato Bassetti, “il mistero della consolazione è compito di ogni battezzato, che è memore delle parole di Gesù: ‘Ero malato e siete venuti a visitarmi’”.

San Valentino 2022 – celebrazione del 14 febbraio presieduta da mons. Domenico Sorrentino vescovo di Foligno.

Celebrata la solennità di San Valentino con la messa nella basilica dedicata al santo patrono di Terni presieduta da mons. Domenico Sorrentino arcivescovo di Assisi-Nocera-Gualdo e vescovo di Foligno, e concelebrata dal vescovo di Terni-Narni-Amelia mons. Francesco Soddu, dal vicario generale mons. Salvatore Ferdinandi, dal parroco padre Johnson e da sacerdoti diocesani, padri carmelitani scalzi della curia generalizia e della provincia dell’Italia centrale.
Ricordando la testimonianza di san Valentino protettore dell’amore, buon pastore che ha predicato il Vangelo tra i pagani fino al martirio, mons. Sorrentino ha sottolineato nell’omelia che “è importante declinare l’amore coniugale alla luce della parola di Dio, perché la vita possa essere piena. In un tempo in cui questa dimensione della vita è soggetta a contraddizioni e complessità, l’amore spinge l’umanità in avanti, la fa crescere. C’è oggi la tendenza a banalizzare l’amore a fermarsi all’emozione, al sentimento, al momento estetico, mentre l’amore vero va nel profondo dell’essere. E’ necessario che ci si incontri nella conoscenza profonda. Guai se l’amore diventa una merce e si inaridisce alla prima difficoltà. Grande mistero dell’amore che regge l’umanità”.

Al termine mons. Sorrentino ha benedetto la nuova vetrata artistica, realizzata dagli studenti del liceo artistico “Metelli” di Terni e dal maestro vetraio Pierluigi Penzo e donata dal Lions Club San Valentino. Presenti il sindaco di Terni Leonardo Latini, la senatrice Valeria Alessandrini, l’assessore alla Cultura Maurizio Cecconelli, Giuseppe Fatati presidente del Lions Club San Valentino, la dirigente scolastica del liceo artistico, Roberta Bambini; professori e studenti che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera.
La vetrata, donata dal Lions club San Valentino di Terni, raffigura “La consacrazione a vescovo di San Valentino per mano del vescovo San Faliciano” ed è collocata nella prima cappella di sinistra della basilica, dedicata a Santa Teresa di Lisieux. Si tratta dell’ottava vetrata realizzata per la basilica a cominciare dalla prima posta al centro della facciata nel 1933, su commissione dei Lions.
La vetrata, dalle dimensioni 180 x 280 cm con un’area di 5 mq, è stata realizzata dal maestro vetraio Pierluigi Penzo, su progetto e disegno degli studenti della classe IV^ indirizzo Design dei metalli dell’istituto Classico Artistico “Metelli” di Terni, coordinati dai professori Maria Laura Moroni, Avenoso Angela, con la collaborazione dei prof. Verdone Pasquale, Andreani Daniele.
Il bozzetto è il risultato di un lavoro corale, nato da un confronto con riferimenti al periodo storico alle abitudini al modo di vestirsi alla vita dei due Santi. Seguendo tutte le indicazioni del committente e dell’esperto, con uno studio di ricerca storica e per immagini, gli alunni hanno realizzato una serie di proposte grafiche sottoposte alla commissione di arte sacra, e quindi è stata predisposta in scala reale l’intera vetrata. Il cartone in scala reale è stato utilizzato dal mastro vetraio, nel suo laboratorio, per il taglio dei vetri, seguendo il disegno in tutti i particolari.

Terni – San Valentino solenne pontificale. Mons. Soddu: “L’esempio, fulgido, fresco e attuale di san Valentino che, amandoci come figli, ci incoraggia a non avere timore e perciò a nutrire il sentimento puro dell’amore”

Celebrata solennemente domenica 13 febbraio nella Cattedrale di Terni la festa diocesana di San Valentino, con il pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrato dai vicari foranei ed episcopali, alla presenza del sindaco Leonardo Latini, del prefetto Emilio Dario Sensi, della presidente delle Regione Umbria Donatella Tesei, della presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, del Questore Bruno Failla, dei parlamentari Alessandrini Valeria e Nevi Raffaele, degli assessori del Comune di Terni, delle autorità militari, assessori e consiglieri regionali dell’Umbria, dei sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano, dei rappresentanti delle associazioni e movimenti della Diocesi.
Durante il pontificale il sindaco Leonardo Latini ha acceso la lampada votiva e pronuciato l’atto di affidamento della città al Santo Patrono, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune.
La festa del patrono della città di Terni, san Valentino è per la comunità cittadina un’occasione per riflettere sull’identità della città alla luce della testimonianza di san Valentino che ha plasmato cristianamente la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale, come maestro, padre dei poveri e dei giovani innamorati, di custode dell’amore.
“Il nostro santo Patrono Valentino – ha detto mns. Soddu – si è collocato nella storia come persona saldamente fondata e radicata in Cristo, come albero piantato lungo corsi d’acqua viva. Le sue radici umane hanno attinto alle sorgenti della salvezza e hanno tessuto la sua vita con una infinità di trame d’amore che, intrecciando sapientemente tra loro i numerosissimi fili, hanno potuto produrre mirabili arazzi di rara bellezza, costruiti intorno a fonti storiche, tradizioni e leggende. Arriva fino a noi oggi san Valentino col suo cuore grande, colmo d’amore per Dio e per quanto Dio ha creato e ristabilito attraverso l’opera d’amore del suo Figlio. Egli ha saputo incarnare lo spirito delle Beatitudini evangeliche e perciò si è schierato e quindi si è posto dalla parte degli ultimi. Il suo cuore colmo d’amore è il riflesso di quello di Cristo, e si presenta a noi affinché ogni nostro cuore possa avere le medesime caratteristiche.
San Valentino ci incoraggia sulla via del bene, consapevole che davanti a certe questioni complesse, anche gli apostoli di Gesù ebbero delle perplessità, dei dubbi, fino anche ad affermare “se le cose stanno così non conviene impegnarsi”. Davanti a simili posizioni Gesù risponde interfacciando cioè proponendo alla convenienza l’opportunità. Anche ai nostri giorni tante questioni vengono affrontate e portate avanti seguendo i soli criteri di convenienza e così facendo –lo capiamo benissimo- si operano tutti quegli scarti che generano ingiustizie, squilibri fazioni e sopraffazioni. Sta davanti a noi il bell’ esempio, fulgido, fresco e attuale di san Valentino che, amandoci come figli, ci incoraggia a non avere timore e perciò a nutrire il sentimento puro dell’amore. Egli offre pertanto anche oggi alla nostra città – così come nella tradizione – una rosa rossa… Una rosa, che andando ben oltre un ipotetico vago e fugace sentimento di infatuazione, indica una strada: quella che dagli occhi si dirige e si tuffa nel cuore e lo orienta verso l’Amore vero; l’amore grande che sostanzialmente mira alla costruzione di un bene grande e totalizzante -proprio com’è l’amore – ossia il bene comune”.

Terminato il pontificale, la processione cittadina ha accompagnato l’urna del santo per il rientro nella basilica di San Valentino, lungo le vie della città, passando davanti al palazzo Comunale, la chiesa del Sacro Cuore a città Giardino e quella di Santa Maria del Carmelo, fino al colle dove si trova la chiesa che custodisce le reliquie e la memoria del Santo. Sul sagrato c’è stato il saluto del presidente dell’Azione Cattolica diocesana Luca Diotallevi e la benedizione finale del vescovo. L’urna è stata quindi riposta all’interno della basilica alla venerazione dei fedeli.

L’OMELIA DEL VESCOVO

Presentato il “Rendiconto 8xmille delle Diocesi umbre 2020” al 5° Convegno del Sovvenire in Umbria. La comunicazione umbra dell’8xmille “è modello campione da esportare-proporre a livello nazionale”.

“Stato e Chiesa si sono posti ciascuno, nel proprio ordine, il rapporto di indipendenza e di sovranità in reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo e per il bene del Paese”. Ed è una testimonianza concreta “il sistema introdotto dalla riforma del Concordato del 1984”, che “ha dato negli anni frutti abbondanti consentendo alle nostre diocesi di rispondere in modo adeguato ai rinnovati e accresciuti bisogni collegati alla propria missione”. A sottolinearlo è stato il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, intervenendo all’incontro di presentazione alla stampa del “Rendiconto delle somme derivanti dall’8xmille delle Diocesi Umbre dell’anno 2020” (scaricabile all’indirizzo: www.sovvenire-umbria.it/rendiconto2020), tenutosi in modalità online-videoconferenza, il 12 febbraio, in occasione del 5° Convegno del Sovvenire in Umbria. Alla presentazione sono intervenuti, insieme al cardinale Bassetti, il vescovo di Gubbio mons. Luciano Paolucci Bedini, delegato Ceu per il Sovvenire, il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi, presidente della Rete museale ecclesiastica umbra, il direttore nazionale del Sovvenire, dott. Massimo Monzio Compagnoni, e il coordinatore del Sovvenire per l’Umbria, il diacono Giovanni Lolli.

I dati e particolare attenzione alla tutela del patrimonio culturale. Quest’ultimo ha presentato i dati 8xmille delle otto Diocesi dell’Umbria, che, complessivamente, hanno ricevuto dall’8xmille 26.322.768,54 (nel 2019 i fondi furono 24.056.003,14). Sono stati suddivisi secondo queste voci di spesa: 4.030.829,14 per il culto e la pastorale (formazione, missione, catechesi, esercizio del culto ecc..); 3.835.355,44 per la carità (opera caritative diocesi, parrocchie e altri enti ecclesiastici, distribuzione a single persone); 9.259.334,06 per il sostentamento del clero; 9.197.249,90 per l’edilizia di culto e i beni culturali.

“Particolare attenzione – ha commentato il coordinatore Lolli –, viene dato in questo ‘Rendiconto’ all’8xmille destinato alle otto Diocesi umbre alla conservazione e alla tutela dei beni culturali, che ammonta, negli ultimi quattro anni (2017-2020), a circa 10 milioni di euro complessivi. Parte di questi fondi sono stati devoluti alla Rete museale ecclesiastica umbra voluta dalla Ceu e presieduta da mons. Salvi”.

Ambiti di intervento. Soffermandosi sui principali ambiti d’intervento della Chiesa, attraverso i fondi 8xmille, il presidente della Cei ha tenuto ad elencarli, iniziando dal “dignitoso sostentamento e formazione del Clero”, per poi proseguire con la “manutenzione del patrimonio storico artistico”, la “realizzazione di nuovi complessi parrocchiali”, gli “interventi caritativi in Italia e all’estero” e la “multiforme azione di comunicazione, evangelizzazione e catechesi”.

Sfide nuove. Il cardinale Bassetti ha parlato anche delle “sfide nuove”, che “però si pongono oggi per questo sistema, ad esempio quella di sviluppare la contribuzione diretta dei fedeli attraverso le offerte deducibili, per consentire il mantenimento degli standard di aiuto agli ultimi, anche nei prossimi anni quando si prevede che il gettito dell’8xmille per la Chiesa italiana diminuirà a causa della crisi economica indotta dalla pandemia e soprattutto, purtroppo, da una riduzione di firme”.

Cose non più scontate. “Oggi nella fede, come in ogni altro contesto – ha proseguito Bassetti –, non è più possibile dare alcunché per scontato o confidare negli automatismi tradizionali di socializzazione religiosa. Soprattutto con i giovani non si può presupporre che sviluppino in maniera autonoma il senso di appartenenza alla comunità ecclesiale e di conseguenza si impegnino a sostenere la Chiesa nelle sue attività. Queste cose non le possiamo più dare per scontate e qui mi rivolgo in particolare ai delegati diocesani, ai referenti parrocchiali e agli educatori”.

Maggiori competenze. Rivolgendosi ai partecipanti al 5° Convegno regionale del Sovvenire, il cardinale li ha esortati ad “un lavoro di continua motivazione, crescita in collaborazione e con le figure educative e i responsabili degli itinerari formativi giovanili. Quindi sempre di più sarà necessario acquisire competenze non solo in ambito economico, ma anche educativo per diventare promotori e motivatori di responsabilità ecclesiali”.

Lavoro in sinergia. “In concomitanza con i Sinodi diocesani – ha evidenziato Bassetti – sarà imprescindibile lavorare in sinergia mettendo in campo tutte le risorse a disposizione e per intraprendere strade nuove che ci portino a confrontarci sempre di più con il nostro prossimo in carne ed ossa anche in questo ambito del sistema economico”.

L’importanza dei media. Il presidente della Cei ha poi esortato tutti gli ‘addetti ai lavori’ a sviluppare “una trasparente ed efficace comunicazione sulla destinazione dei fondi pubblici erogati dalla Chiesa” e ad andare oltre le “campagne pubblicitarie”, perché “non bastano e devono essere integrate con un’azione promozionale e di rendiconto anche a livello territoriale al di là dell’adempimento degli obblighi di legge. Sarà sempre più importante questo lavoro che voi state facendo oggi sul versante della comunicazione”.

Il ringraziamento anche ai comunicatori. “A tale proposito la rete delle testate giornalistiche e radiofoniche locali di area ecclesiali e anche di area laica e le numerose possibilità offerte dalla rete – ha concluso il cardinale Bassetti – sono canali da conoscere sempre meglio da esplorare per cui spero che il vostro ritrovarvi qui potrà essere davvero l’occasione di condividere pratiche efficaci e scambiarsi buone idee. Per questo vi ringrazio tutti della vostra presenza e vi auguro un buon lavoro perché davvero questo incontro divenga foriero di una sempre più proficua collaborazione”.

Invito-provocazione. Il vescovo delegato Ceu per il Sovvenire, mons. Luciano Paolucci Bedini, ha definito la pubblicazione “Rendiconto 8xmille delle Diocesi umbre 2020”, presentata alla stampa il 12 febbraio, “uno strumento agile, semplice, ma molto significativo, perché abbiamo bisogno di comunicare bene e in trasparenza come questi denari preziosi, che arrivano dallo Stato alla Chiesa cattolica attraverso l’8xmille, vengo spesi bene, come dice il titolo consolidato e intelligente di questa pubblicazione: “8xmille Chiesa cattolica. Soldi spesi bene!”. I finanziamenti del 2020 sono stati impegnati dalle nostre Chiese raggiungendo tante situazioni importanti come la carità, il culto, l’educazione, la catechesi e la formazione della comunità cristiana”. Mentre, sul fronte dei beni storico-culturali ecclesiastici, ha aggiunto mons. Paolucci Bedini, “la Chiesa ha bisogno di crescere, di andare oltre l’8xmille, intercettando altri finanziamenti. Le numerose opere d’arte da conservare e da rendere più fruibili rappresentano la bellezza, uno degli elementi indispensabili alla vita della comunità cristiana e in generale alla vita della comunità sociale. E sappiamo che la tutela e la valorizzazione di questa bellezza ha costi molto elevati”. Al termine del suo intervento ha lanciato un “invito-provocazione”, come lo stesso vescovo delegato Ceu l’ha definito, nel dire che “dovremmo studiare come Chiesa qualcosa che possa assomigliare a quella che lo Stato ha chiamato ‘Art bonus’, una raccolta di fondi specificatamente dedicati alla custodia del beni culturali, storico-artistici e spirituali di cui gran parte sono di proprietà della comunità ecclesiale”.

Il mondo ha bisogno di bellezza. Sulla necessità di promuovere la bellezza attraverso l’accesso ai beni culturali e alla loro conservazione-valorizzazione, è intervenuto mons. Marco Salvi, presidente della Rete museale ecclesiastica umbra attivata dalla Ceu, soffermandosi sull’importanza della comunicazione. Lo ha fatto citando un passaggio di un suo articolo pubblicato da L’Osservatore Romano lo scorso settembre, in occasione dell’apertura delle celebrazioni perugino-pievesi per il V centenario della morte di Pietro Vannucci (1523-2023). “La Chiesa – scrive mons. Salvi – ha sempre tradotto il messaggio divino nel linguaggio delle forme e delle figure, e questo ci ha dotato di un patrimonio di beni artistici e culturali che, se adeguatamente comunicato e reso fruibile, può essere una proposta all’umano che soffre e che cerca una direzione nella propria vita”. Mons. Salvi ha poi sottolineato che “la ricca tradizione artistica della Chiesa, così come anche i testi del Concilio Vaticano II, ci ricordano che questo mondo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione”. Ma la bellezza racchiusa non solo nei musei, ma tangibile nelle tante chiese e complessi parrocchiali da consegnare alle future generazioni, ha evidenziato mons. Salvi, “non è di facile gestione, perché è sempre più frequente dover far fronte dal punto di vista economico alle attività di recupero, conservazione e tutela del patrimonio culturale ecclesiastico. Le parrocchie, da sole, non ce la fanno e una fonte di finanziamento importante sono i contributi Cei 8xmille. Le nostre diocesi hanno realizzato interventi importanti grazie a questi finanziamenti”. Pertanto, ha concluso il vescovo ausiliare, “è significativo far conoscere quanto l’importanza di questi contributi sia fondamentale per la vita delle nostre comunità e per la tutela del ricco patrimonio che esse conservano”.

L’importanza di comunicare. Proprio sull’importanza di comunicare come vengono investiti i contributi 8xmille alla Chiesa cattolica, è intervenuto il direttore nazionale del Sovvenire Massimo Monzio Compagnoni, sostenendo che l’azione comunicativa messa in atto dalla Ceu, attraverso il Sovvenire dell’Umbria, “è un modello campione da esportare-proporre a livello nazionale”, perché “attraverso questo rendiconto fate conoscere bene cosa la Chiesa fa in tutti i suoi ambiti pastorali, dagli interventi socio-caritativi alla tutela e valorizzazione delle sue opere d’arte e dei suoi beni culturali. Voi siete di esempio a regioni più vaste come la mia, la Lombardia, dove possono essere coinvolte importanti testate giornalistiche in quest’opera conoscitiva di come vengono spesi questi finanziamenti”.

Snocciolando alcuni dati nazionali ed umbri, il direttore Compagnoni ha evidenziato come l’Umbria è al di sotto della media nazionale riguardo ai contribuenti che firmano l’8xmille alla Chiesa cattolica, pari al 34% nel 2020, mentre in Italia è il 40%, con una flessione del 7,7% rispetto all’anno precedente, mentre in Italia è stata del 7,1%. Sono stati in prevalenza i giovani a non firmare nel 2020 (- 8,4% rispetto al 2019). Mentre sono aumentati i contribuiti, perché, ha spiegato il responsabile nazionale del Sovvenire, “c’è stato l’aumento degli imponibili”, sottolineando anche l’importanza di partecipare alla firma. Spiegando la flessione del numero di firme in Umbria, Compagnoni ha precisato che “il calo per la Chiesa è più sensibile nelle diocesi con percentuali di scelte più basse”. Un dato significativo è quello della Caritas in Umbria che ha permesso, grazie all’8xmille, di aiutare 15.516 persone (di cui il 53% donne e il 47% italiani) con oltre 77.000 interventi. Intanto in Italia, nel 2020, la Chiesa cattolica ha ricevuto dall’8xmille 1.135.000.000 di euro di cui il 38,4% spesi per culto e pastorale, il 35,6% per il sostentamento del clero e il 26% per le opere di carità. È dal 2006 che si registra un calo costante delle firme 8xmille per la Chiesa cattolica, in particolare nel 2020, pari al 5,5% rispetto al 2019.

Per una analisi approfondita di questo fenomeno e per conoscere dati più dettagliati sull’8xmille in Italia e in Umbria, si consiglia di seguire l’intervento del dott. Massimo Monzio Compagnoni, tenuto durante la presentazione alla stampa, sul canale YouTube del settimanale La Voce (www.youtube.com/lavocepg).

5° convegno del Sovvenire in Umbria e presentazione alla stampa dei resoconti 8xmille delle Diocesi umbre per l’anno 2020. Entrambi gli incontri si terranno in modalità online – videoconferenza

Sabato 12 febbraio, dalle ore 9.45 alle 12, si terrà il 5° Convegno del Sovvenire in Umbria, in modalità online, sul canale Youtube del settimanale La Voce, all’indirizzo www.youtube.com/lavocepg. I lavori avranno un taglio formativo rivolto a parroci, referenti parrocchiali e delegati diocesani, oltre ad illustrare le nuove iniziative di promozione che saranno intraprese nel 2022.

Presentazione alla stampa. Nel corso del convegno (alle ore 11) verrà presentato ai giornalisti il “Rendiconto delle somme derivanti dall’8xmille delle Diocesi Umbre dell’anno 2020”, il cui link per accedere alla videoconferenza è il seguente: https://chiesacattolica.webex.com/chiesacattolica/j.php?MTID=mddb11b2f95e56f6ed05451572d5985af. Il report è stato pubblicato nell’opuscolo “8xmille – Soldi spesi bene! – anno 2020”, diffuso in tutta l’Umbria tramite La Voce e scaricabile all’indirizzo: www.sovvenire-umbria.it/rendiconto2020 .

Parteciperanno al 5° Convegno il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, il vescovo di Gubbio mons. Luciano Paolucci Bedini, delegato Ceu per il Sovvenire, il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi, il direttore nazionale del Sovvenire, dott. Massimo Monzio Compagnoni, e il coordinatore del Sovvenire per l’Umbria, il diacono Giovanni Lolli.

Anticipazione dati 8xmille. “La crisi economica indotta dalla pandemia nei due ultimi anni e il calo, nel solo 2020, del 5,5% delle firme a favore dell’8xmille alla Chiesa cattolica – commentano i promotori del convegno, nell’anticipare alcuni dati –, causeranno una rilevante flessione del gettito derivante dallo stesso 8xmille e ciò richiede una maggiore incisività nell’azione di promozione del sostegno economico”.

Beni culturali e opere di carità. In particolare quest’anno, oltre alle cifre dei bilanci, il “Rendiconto” pone l’accento sul grande contributo che i fondi dell’8xmille danno alla conservazione del patrimonio architettonico, pittorico, museale e archivistico della nostra Regione. Solo nei 4 anni dal 2017 al 2020 in Umbria sono stati impiegati circa 10 milioni di euro per la tutela dei beni culturali e circa 17 milioni di euro per la nuova edilizia di culto. A testimonianza delle opere segno socio-caritative realizzate con i fondi dell’8xmille sono stati prodotti, a cura del team dei media cattolici umbri, dei brevi filmati che le documentano; i video sono raggiungibili al seguente link www.sovvenire-umbria.it/video .

Terni – festa di San Valentino patrono della città e dell’amore. Il 13 febbraio solenne pontificale in Catterdale

La diocesi celebra solennemente la festa del santo patrono, Valentino, primo vescovo di Terni e patrono principale della Città e della Diocesi. Valentino ha testimoniato con il suo martirio le meraviglie dell’amore del Signore. Padre fondatore della comunità cristiana, testimone di Cristo e martire della fede e della carità, è speciale patrono di quanti sono legati dalla dolcezza e dal fuoco dell’amore che rappresenta il fondamento della identità della comunità cristiana, appartenenza della cultura e spiritualità.
Il programma e le iniziative promosse per celebrare il santo patrono di Terni sono state presentate da mons. Francesco Antonio Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia, da Leonardo Latini, sindaco di Terni, da Maurizio Cecconelli assessore alla Cultura, mons. Salvatore Ferdinandi vicario generale della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, padre Johnson Perumittath parroco di San Valentino a Terni.
Da sempre vissuta come evento che rinsalda i legami storico-sociali e culturali della città, la festa del Santo patrono è in programma dal 5 febbraio al 25 marzo con varie manifestazioni religiose, culturali, musicali, artistiche, sociali legate dal tema: “Mi prendo cura di te: la cura delle relazioni interpersonali, spirituali, socio-sanitarie e ambientali”.
Un’ un’iniziativa che attraverso l’apertura di tavoli di ascolto, intende recepire problematiche, istanze e proposte da parte delle persone che vivono nei territori circostanti la basilica di San Valentino. L’obiettivo è di mettere in rete soggetti privati e istituzioni per dare risposte concrete che riqualifichino le relazioni di vita delle persone.
Come primo segno tangibile di aiuto alle persone bisognose e quale esplicitazione del messaggio d’amore alla vita a cui richiama San Valentino verrà finanziato il progetto Gemma per il sostegno di una maternità in difficoltà delle parrocchie di Santa Maria del Carmelo, San Giovanni e San Valentino.

La festa della Promessa e la veglia di preghiera in Cattedrale
Cominciata il 5 febbraio la novena in preparazione alla festa di San Valentino si concluderà il 12 febbraio con la celebrazione della festa della Promessa dei fidanzati presieduto da mons. Francesco Antonio Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia al quale parteciperanno circa 50 coppie di fidanzati che si sposeranno entro l’anno provenienti da varie parti d’Italia.
Al termine sarà trasferita, in forma privata, l’urna con le reliquie di San Valentino dalla basilica di San Valentino in Cattedrale, dove alle ore 21 si terrà l’incontro di preghiera dei giovani e le famiglie con il vescovo.
Le celebrazioni si svolgeranno con un numero limitato di presenti e nel rispetto del distanziamento e delle disposizioni anti Covid19.

Il solenne pontificale
Domenica 13 febbraio alle ore 10 nella Cattedrale di Terni sarà celebrata la festa diocesana di San Valentino, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrato dai vicari foranei ed episcopali, alla presenza del sindaco Leonardo Latini, del prefetto Emilio Dario Sensi, della presidente della Provincia di Terni Laura Pernazza, degli assessori del Comune di Terni, delle autorità militari, assessori e consiglieri regionali dell’Umbria, dei sindaci dei Comuni del comprensorio diocesano, dei rappresentanti delle associazioni e movimenti della Diocesi.
Durante il pontificale il sindaco Leonardo Latini accenderà la lampada votiva e pronunzierà l’atto di affidamento della città al Santo Patrono, segno di devozione e della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni della comunità e a promuovere con onestà e saggezza ciò che giova al bene comune. Alla celebrazione sono state invitate a partecipare 250 persone, secondo la capienza massima della Cattedrale.
Terminato il pontificale, si terrà la processione cittadina per il rientro dell’urna del santo nella basilica di San Valentino, che transiterà lungo le vie della città, seguendo il percorso: piazza Duomo, via Aminale, corso del Popolo, piazza Ridolfi, piazza Europa, via Garibaldi, rotonda Filipponi, via Piave, rotonda M.L.King, strada delle Grazie, via fratelli Cervi, via G.M. Serrati, via San Valentino, via papa Zaccaria, basilica di San Valentino. Sul sagrato della chiesa ci sarà la benedizione conclusiva del Vescovo.
La celebrazione e il rientro dell’urna nella basilica di San Valentino saranno trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, sul canale Youtube e sul sito della diocesi.

Il 14 febbraio Festa di San Valentino alle ore 11 nella basilica di San Valentino ci sarà la solenne messa presieduta da mons. Domenico Sorrentino Vescovo di Foligno.
Al termine della celebrazione, benedizione e inaugurazione della vetrata “Ordinazione di San Valentino da parte di San Feliciano”, offerta dal Lions Club San Valentino e realizzata dagli studenti e docenti del liceo artistico “Metelli” di Terni.

«La figura di questo santo è molto sentita nella città di Terni – ricorda il vescovo Francesco Antonio Soddu – perchè è il santo patrono, ma non accade così in tutte le città. Questo Santo esce molto fuori le mura della città e si proietta in tutto il mondo. Il mio primo san Valentino lo vivo come atto sponsale a questa chiesa di cui sono diventato vescovo da appena un mese, e che sto imparando a conoscere, ad apprezzare ed amare sempre più. Avere il santo Patrono dell’amore mi fa ulteriormente essere pieno di gratitudine a Dio per essere in questa diocesi, e al contempo emozionato e pieno di gioia e di speranza perché l’amore cresca sempre nella nostra comunità».

La festa del patrono della città di Terni, San Valentino è per la comunità cittadina un’occasione per riflettere sull’identità della città alla luce della testimonianza di san Valentino che ha plasmato cristianamente la città di Terni durante il suo lungo ministero episcopale, durato, secondo la tradizione, ben 76 anni, come maestro di questa città, padre dei poveri e dei giovani innamorati, di custode dell’amore, del matrimonio, della famiglia, ma anche di testimone fino al martirio della coerenza alla fede, della libertà religiosa, del dialogo interreligioso, della cura e preoccupazione per la città. Da Terni, ancora oggi, parte il messaggio di san Valentino: l’amore vero, fedele ed eterno è possibile anche ai nostri giorni alimentato e protetto quotidianamente dall’umiltà, dalla fede in Dio, dalla preghiera costante, dalla pazienza e dal continuo perdono.

BREVE BIOGRAFIA DI SAN VALENTINO

S.Valentino, cittadino e vescovo di Terni dal 197, divenuto famoso per la santità della sua vita, per la carità ed umiltà, per lo zelante apostolato e per i miracoli che fece. Venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio infermo da alcuni anni. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia ed ai greci studiosi di lettere latine Proculo, Efebo e Apollonio, insieme al figlio del Prefetto della città. Imprigionato sotto l’Imperatore Aureliano fu decollato a Roma. Era il 14 febbraio 273. Il suo corpo fu trasportato a Terni al LXIII miglio della Via Flaminia. Fu tra i primi vescovi di Terni, consacrato da S.Feliciano vescovo di Foligno nel 197. Preceduto da S.Pellegrino e S.Antimo, fratello dei SS.Cosma e Damiano. Le sue spoglie furono sepolte sulla collina di Terni, al LXIII miglio della Via Flaminia, nei pressi di una necropoli.

Sul luogo sorse nel IV secolo una basilica nella quale attualmente sono custodite, racchiuse in una teca, le reliquie del santo: pare che esse siano state portate nella città dai tre discepoli del filosofo Cratone, Apollonio, Efebo e Procuro, convertiti dal futuro santo, e che per questo motivo siano stati martirizzati.

Gubbio – Cammino sinodale: in ascolto dei vicini e dei lontani, anche via web

La Chiesa eugubina entra nel vivo dell’ascolto, primo segmento della fase iniziale del cammino sinodale, quella narrativa. E lo fa avvicinando le persone e ascoltandole anche con gli strumenti della moderna tecnologia. Tutto in vista del Sinodo dei Vescovi previsto per ottobre 2023 e, in parallelo, con il percorso sulla sinodalità che sta facendo la stessa Chiesa italiana. Papa Francesco ha chiesto che ogni diocesi del mondo si metta in ascolto di tutti i suoi figli, sostenendo come l’ascolto reciproco sia un’autentica esperienza di discernimento della voce dello Spirito Santo. Un ascolto che coinvolge il popolo di Dio, specialmente coloro che si trovano ai margini o si sentono esclusi dalla vita della Chiesa, i cattolici che praticano raramente o non praticano mai la loro fede, come specifica l’introduzione al vademecum in preparazione al Sinodo.
“La fase di ascolto della nostra diocesi – spiega don Francesco Menichetti, referente della segreteria diocesana per il Sinodo – coinvolgerà parrocchie, movimenti, ordini religiosi ma anche studenti, bambini, famiglie, anziani. Tutti potranno essere ascoltati. Se in questa fase di pandemia le occasioni di incontro sono notevolmente ridotte, allora il web, ci viene in aiuto”.
Sul sito della Chiesa eugubina – all’indirizzo www.diocesigubbio.it/camminosinodale – chiunque può sentirsi parte di questa consultazione sinodale, compilando i form online che sono disponibili. “Chiunque desidera prendere parte a questo processo di ascolto e rinnovamento – aggiunge don Francesco – può essere protagonista. La segreteria diocesana ha predisposto strumenti semplici per poter diffondere l’ascolto sia ad intra, ovvero tra coloro che si sentono parte della comunità cristiana, sia ad extra, cioè coloro che hanno smarrito il senso di appartenenza. Iniziamo dai più piccoli ai quali chiediamo di disegnare la Chiesa che sognano: con quali materiali sarebbe costruita, quali colori, cosa ci dovrebbe essere dentro per sentirla bella e accogliente”.
Per i ragazzi più grandi sono due le modalità: potranno scrivere una lettera a Papa Francesco per consigliarlo su come rendere la Chiesa ‘casa di tutti’, oppure rispondere a brevi domande come “L’ascolto è il primo passo, ma richiede di avere mente e cuore aperti, senza pregiudizi. Ti senti ascoltato dalla Chiesa?”. Anche le famiglie potranno rispondere ed esprimere la loro visione di Chiesa attraverso un form online oppure lasciando un vocale nella vocal box, al numero del Sinodo che si trova sempre nella sezione apposita del sito diocesano.
“Ascoltare tutti è la parola chiave – continua Menichetti – e l’esperienza da promuovere in questo tempo di Grazia. Più persone parteciperanno maggiore sarà la gioia. Sentiamoci parte di un processo di rinnovamento delle mentalità e strutture ecclesiali per vivere la chiamata di Dio e la Chiesa con rinnovato entusiasmo, a servizio del ‘dialogo di Dio con l’umanità’. Il Sinodo ci offre la possibilità di rinnovare il nostro essere Chiesa, attraverso un metodo di ascolto profondo delle gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini del nostro tempo, come riporta la costituzione pastorale Gaudium et Spes. La sinodalità come metodo presuppone ‘coraggio e onestà, verità e carità’, apertura alla conversione e al cambiamento, cercando di sviluppare – conclude don Francesco – un nuovo modo di sentirsi ed essere Chiesa nel nostro tempo”.

Nocera Umbra – festa di San Rinaldo. Mons. Sorrentino: “I Santi ci riportano a Gesù e ci consegnano la sua Parola”.

“È bello ritrovarci insieme intorno al Pastore che ha guidato tanti secoli fa questa comunità e rimane vivo nel ricordo, sicuramente vivo nell’intercessione e deve essere ancora più vivo perché lo facciamo nostro modello di vita. Egli infatti ne ha tutte le qualità perché si è ispirato al grande modello che è Gesù. I Santi ci portano a Gesù e ci riconsegnano la sua Parola”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, mercoledì 9 febbraio durante il pontificale celebrato in occasione della solennità di San Rinaldo, patrono di Nocera Umbra e compatrono della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. In tanti hanno partecipato, nella concattedrale di Santa Maria Assunta a Nocera Umbra, alla santa messa concelebrata dai sacerdoti della diocesi tra cui i vicari generali delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, don Jean Claude Kossi Anani Djidonou Hazoumé e don Giovanni Nizzi. Presenti le autorità civili, militari.

Durante l’omelia il vescovo si è soffermato sulla comunicazione “diventata tecnologicamente così sofisticata che mai come oggi il mondo è stato unito. Parliamo di rete. Questa parola è diventata ormai la nostra parola chiave. Siamo tutti in rete siamo tutti connessi. Proprio nel tempo in cui la comunicazione dovrebbe essere la realtà che maggiormente ci unisce finisce invece per essere la realtà che più ci divide perché è fatta di tanti frammenti che faticano a trovare una convergenza. Prendiamo tante posizioni, assumiamo tante ideologie, facciamo nostri tanti valori che spesso non sono posizioni, ideologie, valori autentici. Bisogna alzare lo sguardo e cercare il punto di convergenza. Siamo diventati una società plurale in cui tante diversità si incontrano perché si possano armonizzare. La diversità – ha concluso il vescovo – può essere un grande valore purché sia vissuta in modo da portare all’unità e non alla divisione”.