Emergenza Ucraina: fiaccolata a Norcia, terra di S. Benedetto, per dire “mai più la guerra”. L’Arcivescovo Boccardo ha acceso un tripode dinanzi la statua del Santo patrono d’Europa: «Ispirandoci a S. Benedetto vorremmo essere per quanti busseranno alle nostre porte fratelli e sorelle in umanità»

Una fiaccolata nella patria natale di S. Benedetto, patrono d’Europa, per dire “mai più la guerra”. In tanti si sono ritrovati a Norcia la sera di domenica 6 marzo 2022 rispondendo all’invito dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo. Famiglie, bambini, giovani, anziani, sindaci, preti, suore, monaci, religiosi, membri di varie associazioni di volontariato, persone ucraine che vivono a Norcia da tempo con la bandiera del loro Paese sulle spalle, fedeli da diverse parrocchie della Diocesi hanno camminato in silenzio, con un flambeaux in mano e tutti ben coperti per proteggersi dal freddo, dall’area ex containers lungo la circonvallazione fino ai piedi della statua di S. Benedetto nella piazza centrale di Norcia, raggiunta attraversando Corso Sertorio.

I sindaci presenti: Giuliano Boccanera vice sindaco di Norcia; Andrea Sisti di Spoleto; Michele Toniaccini di Deruta e presidente dell’Anci Umbria; Anna Rita Falsacappa di Bevagna; Mario De Carolis di Cascia; Massimo Messi di Preci; Tullio Fibraroli di Santa Anatolia di Narco; Bernardino Sperandio di Trevi; Fabio Dottori di Scheggino.

Le parole dell’Arcivescovo all’avvio della fiaccolata. «Siamo qui questa sera per dire che la pace è il bene più prezioso che non si può perdere per nessuna ragione. Condanniamo con fermezza l’aggressione al popolo ucraino. Noi non vogliamo essere contro, vogliamo esser per, a favore dell’intesa tra i popoli, del rispetto della sovranità di ciascuno, della libertà e dell’autodeterminazione. Vogliamo dire no ad ogni forma di sopraffazione, di mancato rispetto della libertà, ad ogni forma di violenza, sapendo che la guerra genera solo guerra, che non risolve i problemi ma li moltiplica e li rende ancora più gravi. Abbiamo voluto venire qui nella terra di S. Benedetto patrono d’Europa, uomo che ha saputo mettere insieme i popoli europei pur diversi, dando loro una radice comune, aiutandoli a vivere l’uno con l’altro e non l’uno contro l’altro: ci rivolgiamo a lui in questo momento così tragico per il popolo dell’Ucraina e del nostro Continente. Chi avrebbe detto che mentre si stava uscendo dalla pandemia si sarebbe dovuto affrontare un momento così tragico che disorienta e fa dubitare della coscienza e dell’intelligenza degli uomini. Fa impressione vedere mamme e bambini che partono con quel poco che hanno addosso e lasciano i mariti a combattere e con una lacerante preoccupazione: chissà se ci rivedremo. Di fronte a tutto a questo gli uomini e le donne di buona volontà non possono non dire: no e mai più».

Le meditazioni lungo il cammino. Durante la fiaccolata ha regnato il silenzio. A Porta Romana c’è stata la prima tappa. Sono stati letti: una parte del discorso di Paolo VI all’Assembla Generale delle Nazioni Uniti del 1965 in cui diceva che «se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani»; alcuni passi tratti dagli scritti di Lord Robert Baden-Powell fondatore degli Scout in cui, tra l’altro, affermava che «con la buona volontà e la cooperazione, le nazioni simpatizzeranno tra loro, e i politicanti scopriranno che non è più possibile trascinare in guerra i popoli che sono amichevolmente disposti l’uno verso l’altro». A metà Corso Sertorio c’è stata la seconda tappa in cui è stato letto il passo del libro della Genesi (1, 26-31) sulla creazione dell’uomo e della donna e alcune parole tratte da un Anonimo brasiliano dove emerge il pianto di Dio per le cattiverie dell’uomo. Giunti in Piazza S. Benedetto è stato letto parte di un discorso di papa Francesco del 2013 in cui diceva «vogliamo un mondo di pace, vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace»; infine, sono state condivise alcune parole di Etty Hillesum scrittrice olandese vittima dell’olocausto: «una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’ odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse – alla lunga – in amore…».

Accensione del tripode dinanzi la statua e parole finali di mons. Boccardo. Mentre la banda musicale di Norcia suonava l’Inno alla Gioia, l’Arcivescovo ha acceso il tripode dinanzi la statua di S. Benedetto. Poi, è stato letto il Vangelo delle beatitudini (Mt 5, 1-12), i monaci benedettini di Norcia hanno cantato una delle antifone di Quaresima, sono state elevate preghiere a Dio per intercessione di S. Benedetto a favore del popolo ucraino. Mons. Boccardo dopo la benedizione, ha salutato così i presenti: «Il ritrovarci di questa sera vorremmo che costituisse un grande abbraccio di amicizia, solidarietà, vicinanza e sostegno per il popolo dell’Ucraina. Lasciamo che le riflessioni che abbiamo condiviso salgano presso S. Benedetto e con lui presso Dio Padre che si prende cura di tutti i suoi i figli e di tutti i popoli della terra. Anche noi vogliamo ripetere quanto abbiamo ascoltato dalle citazioni dei Pontefici che la guerra non è una soluzione. Noi desideriamo e chiediamo che le ragioni della forza non abbiano il sopravvento sulla forza della ragione. Nelle nostre Città e nei nostri paesi in questi giorni sono in arrivo tante persone dall’Ucraina, soprattutto mamme e bambini, e noi assicuriamo, in collaborazione con le istituzioni, una accoglienza dignitosa, cordiale e piena di umanità. Ispirandoci a S. Benedetto vorremmo essere per quanti busseranno alle nostre porte fratelli e sorelle in umanità».

Perugia – la veglia di preghiera diocesana per la pace in Ucraina. Il cardinale Bassetti agli ucraini presenti in città: «La nostra Chiesa vi è madre» e «l’Umbria possa essere per voi terra di speranza»

«Carissimi fratelli e sorelle ucraini, voi tutti che vivete a Perugia e in Italia e anche a coloro che in questi giorni stanno arrivando da noi, mi preme a nome della nostra Chiesa di assicurarvi che proprio questa Chiesa perusino-pievese vi è madre e si sente madre in condivisione con il vostro arcivescovo maggiore di Kiev, Svjatoslav Ševčuk, capo della Chiesa greco-cattolica. È madre anche di tutti gli ucraini lontani, i vostri parenti. Qualcuno ha i genitori, qualcuno ha i fratelli in guerra, richiamati alle armi. Di tutti voi la Chiesa perusino-pievese si sente madre e il vescovo si sente di tutti padre e pastore». Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti al termine della veglia di preghiera diocesana con l’adorazione eucaristica per la pace in Ucraina, tenutasi, nella serata del 4 marzo, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia.
Numerosi i fedeli che hanno partecipato, diversi dei quali ucraini residenti nel capoluogo umbro. Non pochi i volti segnati dalle lacrime e dalla commozione per quanto sta accadendo di orribile in Ucraina. Una sofferenza manifestata con grande dignità da persone durante provate, che vivono con immensa angoscia e preoccupazione il presente e il futuro del loro Paese.
«Nonostante tutto non dubitate, sentitevi davvero accolti – ha ripetuto loro il cardinale Bassetti –. Questa nostra terra, l’Umbria, benedetta dai santi Francesco e Benedetto, possa essere per ciascuno e per ciascuna di voi, fratelli e sorelle ucraini, una terra di speranza. Noi ci impegneremo a tenere viva questa vostra speranza, sostenendovi, pregando per voi e augurandovi pace». Il cardinale, prima di impartire la benedizione al termine della veglia, rivolgendosi ancora una volta agli ucraini, ha detto: «Ci separiamo fisicamente, ma spiritualmente rimaniamo uniti e comunione profonda».

L’arma potentissima della preghiera. Nell’omelia (il cui testo integrale è scaricabile dal sito: www.diocesi.perugia.it) il presule ha parlato «di dramma e di incertezza che tutti avvolge in questi giorni», avvertendo «ancor più la necessità di raccoglierci dinanzi al Signore per invocare la tanto desiderata pace. Pace tra gli uomini e tra le nazioni. L’immane sciagura cui stiamo assistendo ci lascia sgomenti. Su case, ospedali, scuole e intere città avanza la distruzione, e sembra spento in alcuni anche il senso dell’umana pietà: dinanzi a questo ci possiamo sentire fisicamente inermi. Ma abbiamo un’arma potentissima ed è la preghiera, insieme al digiuno e alla penitenza. Se fatta con animo puro e con insistenza, arriva al cuore di Dio, l’unico in grado di agire sulla volontà dei potenti. Di fermare questa follia che miete vittime innocenti e ignare, distrugge famiglie e comunità; costringe ad un esodo forzato donne e bambini, con il terrore negli occhi (molti profughi sono accolti anche qui a Perugia); riaccende la fiamma dell’odio in quelle terre che, già nel secolo scorso, sono state bagnate da tanto sangue e bruciate dal fuoco della violenza scatenata da ideologie devastanti».

La follia sta prevalendo sul dialogo. «Ho ancora impresse le immagini della grande celebrazione che tre anni fa ho avuto la grazia di presiedere al Santuario della Santissima Vergine di Zarvaniza, nel centro dell’Ucraina – ha proseguito Bassetti nel ricordare il suo recente viaggio –. Decine di migliaia di persone si erano raccolte da ogni angolo del Paese ai piedi della veneratissima immagine della Madre di Dio. Ho nel cuore quei luoghi di fede e di serenità, che oggi sono teatro di scontri violentissimi e di stragi. Non posso credere alla tanta crudeltà che sta trasformando uomini in belve. La follia sta prevalendo sul dialogo, sul senso di umanità e sulla fraternità. La pace che invochiamo stasera è quella che viene dal Signore: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace…”. Questa pace, infatti, supera ogni nostro meschino interesse. Ci invita prima di tutto a guardare dentro noi stessi, a mettere da parte gli egoismi quotidiani, le piccole vanità, le rivalità negli ambienti di lavoro, il desiderio di potere in ogni ambito in cui viviamo, persino nella Chiesa. La pace del Signore, se accolta con verità, è capace di rinnovarci, di cambiare tutto il nostro essere, di renderci uomini e donne migliori. È capace di cambiare il cuore delle persone e le sorti degli Stati. Mentre iniziamo il cammino di Quaresima, il Signore ci doni la grande virtù dell’umiltà. È l’umiltà, dice Papa Francesco, “il segreto che porta in Cielo”: è “l’unica strada, non ce n’è un’altra”».

Di fronte a una sfida enorme. Il cardinale ha poi parlato della sua infanzia segnata dal secondo conflitto mondiale: «Io appartengo a una generazione che ha visto cos’è la devastazione della guerra. Sono cresciuto e vissuto in un paese di orfani e di poveri. Una tragedia immensa per la piccola comunità del luogo, tuttora impressa sui volti di quei ragazzini orfani che oggi sono diventati anziani come me… Oggi abbiamo di fronte una sfida enorme: far vincere la pace, far cessare il fragore delle armi. Stringiamoci in preghiera con il popolo ucraino… Quella che stiamo vivendo è dunque una tragedia umanitaria a cui non avremmo mai voluto assistere. Il mio pensiero e la mia preghiera vanno a tutti i morti, senza distinzione di nazione, e verso tutte quelle persone che adesso si trovano nei rifugi sotterranei; e a coloro che stanno fuggendo. Ringrazio la Caritas diocesana, le parrocchie e tutti loro che stanno aiutando queste povere persone che cercano aiuto. Siamo vicini alla comunità ucraina, ci uniamo alla loro sofferenza, ma anche alla speranza di superare presto questa tragedia».

Bisogno di profeti di pace. «Mai come in questo momento la preghiera – ha evidenziato il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione – è la nostra vera “arma” contro la guerra. Giorgio La Pira diceva che «la preghiera è la forza motrice della storia». Lui aveva ben conosciuto la guerra e poi aveva lottato e lavorato per la ricostruzione morale e sociale: tutto il suo impegno è stato una sintesi di contemplazione e azione. E questa è un’eredità importante anche per il mondo di oggi. Abbiamo bisogno, soprattutto oggi, di profeti di pace per rompere il muro di iniquità che gli uomini avidi hanno costruito».

Perugia: Il cardinale Gualtiero Bassetti in visita alla comunità ucraina. “Noi stiamo con le vittime dell’Ucraina e chi volesse annientare l’Ucraina è come se volesse annientare noi tutti, italiani ed europei”.

“L’assedio alle città, gli attacchi spietati di questi giorni sono la prova del disprezzo e dell’offesa delle vite umane. La guerra contro un popolo indifeso fatto di uomini, donne, bambini, ragazzi, giovani, anziani, malati, come sono tutti i popoli della terra, è la più grande ingiustizia che possa essere perpetrata”. Con queste parole, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ha salutato la numerosa comunità ucraina perugina di rito greco-cattolico che ha incontrato, nel pomeriggio del 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, nella chiesa della Madonna delle Grazie del capoluogo umbro.

Il volto meraviglioso di Perugia. Era presente anche il sindaco Andrea Romizi, che ha portato l’abbraccio dell’intera città agli amici ucraini, testimoniato la vicinanza concreta di tanti perugini al popolo ucraino e ha parlato dell’unanime condanna di questa guerra da parte della sua comunità. Un affetto, un calore, una partecipazione alla sofferenza degli ucraini che mai si erano registrati prima, ha commentato il primo cittadino. A evidenziare questa grande spontanea solidarietà è stato il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, definendola “il volto meraviglioso di Perugia” non solo a parole ma con i fatti. “Sono tante le famiglie perugine che hanno dato e continuano a dare la disponibilità ad aprire le porte delle loro case per accogliere quanti arrivano dall’Ucraina. E l’augurio è che queste case restino vuote, perché la follia della guerra si fermi”.

L’Ucraina la casa di tutti. Il cappellano della comunità ucraina cattolica, don Basilio Hushuvatyy, ha ringraziato i rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose perugine per quanto si stanno prodigando ad organizzare l’accoglienza di profughi in fuga dalle atrocità della guerra, definendola una vera strage di innocenti, soprattutto di bambini. Don Basilio ha ricordato quando il cardinale Bassetti visitò l’Ucraina. Nel viaggio di ritorno, ha raccontato il sacerdote, “il cardinale si è avvicinato a me dicendomi: ‘Mi sono sentito davvero a casa mia’. E con l’aiuto di tutti, noi ucraini, vogliamo che il nostro Paese resti la casa di tutti”.

Siamo solidali con voi. E con voce commossa Bassetti ha poi detto: “Cari fratelli e sorelle siamo solidali con voi e con tutti i vostri cari che soffrono. La guerra, purtroppo, non risparmia nessuno, essa è quanto di più assurdo e mostruoso si possa concepire. Da una parte la feroce aggressione delle armate russe e, dall’altra, la disperata, dignitosa, coraggiosa risposta ucraina. La gente è disposta fino a morire pur di difendere quanto essa ha più di prezioso: la vita dei proprio cari e delle proprie famiglie”.

“Noi stiamo con le vittime dell’Ucraina e chi volesse annientare l’Ucraina – ha proseguito il cardinale – è come se volesse annientare noi tutti, italiani ed europei. L’Ucraina, scriveva in questi giorni il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, ‘è anche la nostra terra’. E io lo dico con forza, come arcivescovo di questa città, l’Ucraina, in questo momento è anche la mia terra, è anche la mia patria a cui non posso rinunciarvi. Noi, come Chiesa e come cristiani, siamo con chi dice e fa la pace e non si rassegna all’orrore della guerra. Papa Francesco, la voce più umile che ci sia nella Chiesa e, al tempo stesso, la più forte, si è fatto sentire continuamente. Da Firenze, la scorsa settimana, sessanta vescovi e sessantacinque sindaci delle nazioni dell’area del Mediterraneo, hanno tutti insieme gridato: ‘No alla guerra!’. E non domani, o domani l’altro, ma adesso, adesso, non quando ci sarà un cimitero ancora più grande di morti”.

Ucraina: fiaccolata a Norcia per chiedere intercessione patrono d’Europa

«Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina, ripeto: tacciano le armi! Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (Papa Francesco).

La folle tragedia che insanguina l’Ucraina, sconvolge l’Europa e costringe anziani, donne e bambini a cercare rifugio e pane, interpella la nostra coscienza, richiede ferma condanna di ogni guerra e impegno concreto e responsabile per la pace.

Il territorio della nostra diocesi custodisce la memoria viva di San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, che ispirò ai popoli del Continente la cura dell’ordine e della giustizia come base della vera socialità.

Proprio da Norcia allora si deve elevare, unito a quanto avviene in tante altre parti del mondo, un grido corale che dice convinta riprovazione di ogni forma di violenza e aggressione e invoca giorni di pace per questa umanità inquieta.

Invito pertanto le Parrocchie, i Comuni e le Associazioni, insieme con gli uomini e le donne che vogliono la pace, a ritrovarci a Norcia domenica 6 marzo p.v. per una “fiaccolata per la pace”, che prenderà avvio alle ore 21 dalla ex area containers collettivi (via Circonvallazione) per raggiungere piazza San Benedetto.

+ Renato Boccardo
Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Perugia: la comunità cristiana entra nella Quaresima con il Mercoledì delle Ceneri. Il cardinale Gualtiero Bassetti: “Non più tanto segnata dalla pandemia, ma da una guerra che potrebbe rivelarsi una catastrofe per l’umanità.

“Ci apprestiamo a vivere la Quaresima non più tanto segnata dalla pandemia da cui, con l’aiuto di Dio e della scienza, ne stiamo uscendo dopo due anni, ma da una guerra che potrebbe rivelarsi una catastrofe per l’umanità intera. Con nel cuore questa immensa sofferenza per le tante vite spezzate in Ucraina, ma anche di speranza affinché si spengano al più presto i fuochi di guerra, la nostra comunità diocesana perugino-pievese vive la Quaresima 2022 al cui centro pone la preghiera, il digiuno e segni concreti di carità e di solidarietà come l’accoglienza di quanti sono in fuga dall’Ucraina”. Sono le parole del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, pronunciate alla vigilia del Mercoledì delle Ceneri (2 marzo), che per i Cristiani segna il ‘tempo forte’ di Quaresima, tempo di conversione e di salvezza in preparazione alla Pasqua di resurrezione dove ciascun cristiano è chiamato a rigenerarsi nella fede.

Incontro con gli ucraini. Il cardinale Bassetti, Mercoledì delle Ceneri, avvierà in diocesi la Quaresima visitando la comunità ucraina di rito greco-cattolico, presso la chiesa perugina della Madonna delle Grazie. L’incontro è in programma nel pomeriggio del 2 marzo, alle ore 16.

Celebrazione con gli universitari. A seguire un altro appuntamento per il cardinale particolarmente significativo, quello della celebrazione eucaristica con il rito delle Ceneri nella chiesa dell’Università degli Studi animata dalla Pastorale universitaria, in programma alle ore 19. Bassetti rivolgerà parole di incoraggiamento e gratitudine alle giovani generazioni protagoniste del difficile periodo della pandemia a cui continua ad essere affidato l’arduo compito, quello di costruire il futuro di pace per umanità intera anche sulla scia di quanto è emerso al recente incontro internazionale di Firenze “Mediterraneo, frontiera di pace”.

Veglia diocesana per la pace. È inoltre stata convocata una veglia diocesana di preghiera per la pace in cattedrale, venerdì 4 marzo, alle ore 21, che sarà presieduta dal cardinale Bassetti, annunciata nei giorni scorsi dal vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, alla quale sono invitati a partecipare parroci, religiosi, consacrati, movimenti e gruppi ecclesiali.

Perugia: Il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi ha incontrato la comunità ucraina di rito greco-cattolico. Il presule: “Siamo vivici al martirio subito dalla vostra Ucraina”. Il cardinale Gualtiero Bassetti, Mercoledì delle Ceneri, con gli ucraini perugini

“Sono qui per testimoniare la vicinanza della nostra Chiesa diocesana a tutti voi, al popolo ucraino, alla Chiesa martire già soppressa al tempo dello stalinismo per poi risorgere da quelle macerie. E sono qui con voi per gridare il nostro grande disappunto di fronte all’atrocità della guerra, ma gridare anche verso Dio che sappia fermare questa immane tragedia, questa violenza e che cambi il cuore”. Lo ha detto il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi incontrando, nel pomeriggio di domenica 27 febbraio, la comunità ucraina di rito greco-cattolico del capoluogo umbro, nella chiesa della Madonna delle Grazie dove questa comunità si ritrova per le sue liturgie e attività pastorali. Si tratta di una comunità numerosa (nell’intera Umbria conta circa 5mila persone), che sta soffrendo per la guerra. Mons. Salvi ha portato il saluto del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, in questi giorni a Firenze per l’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, che visiterà la comunità ucraina perugina, sempre presso la chiesa della Madonna delle Grazie, Mercoledì delle Ceneri, il 2 marzo, alle ore 16, un giorno particolarmente significativo per tutti i cristiani, perché segna l’inizio della Quaresima.

Immensa sofferenza. Quella ucraina perugina è una comunità messa a durissima prova, come si è colto dalle parole accorate del suo cappellano, don Basilio Hushuvatyy. Nell’introdurre l’intervento del vescovo ausiliare, don Basilio ha parlato di familiari e amici di ucraini perugini morti perché militari e di quanti non si hanno più notizie da alcuni giorni, come nel caso di suo padre. Si percepisce nei loro sguardi, oltre che nelle loro parole, l’immensa sofferenza e preoccupazione. C’è speranza e coraggio di andare avanti anche per la vicinanza e la solidarietà espressa dalle autorità civili perugine, ha annunciato lo stesso don Basilio, che non faranno mancare il loro sostegno concreto in caso di bisogno. Negli ambienti ucraini umbri si parla dell’arrivo, nei prossimi giorni, di almeno 12 mila persone che si trovano attualmente in Polonia e in Romania, la gran parte di loro si ricongiungerà con familiari e amici residenti in Umbria.

Un’altra grande prova. “E’ un intero popolo messo nuovamente alla prova come anche la sua Chiesa – ha commentato mons. Salvi –. All’Ucraina è chiesta un’altra grande prova, la prova di una possibilità di verità di fronte alla pazzia di questo mondo, perché la guerra è una pazzia e non guarda in faccia a nessuno. Soprattutto la fragilità umana è presa di mira, non i potenti, ma le persone anziane, i bambini, le famiglie più indifese”.

Aiuto concreto. A sostegno in particolare dei più fragili, vittime principali del conflitto, ha ricordato il vescovo ausiliare, “oggi abbiamo indetto in tutte le chiese della nostra diocesi una preghiera per l’Ucraina e per la pace. La Caritas si è già messa a disposizione per collaborare con le Istituzioni locali nell’accogliere i vostri connazionali in fuga dalla guerra. Ci sono già operatori e volontari che si stanno mettendo a disposizione per vedere di rispondere in una maniera più adeguata possibile come comunità ecclesiale, anche se siamo sotto pressione per altre emergenze, ma la nostra disponibilità è piena”. Nel contempo, ha sottolineato mons. Salvi, “molte parrocchie stanno organizzando veglie di preghiere per voi, per i vostri familiari e amici rimasti in Ucraina, testimoniando la vicinanza a tutti voi non solo come sentimento, ma con la capacità di offrire con gratitudine quello che può servire al vostro momento di martirio, perché si tratta di un vero martirio subito dalla vostra Ucraina”.

L’incontro si è concluso con la recita della preghiera “Mai più la guerra”, scritta da san Giovanni Paolo II, e la benedizione impartita dal vescovo ausiliare.

Guerra in Ucraina: l’Arcivescovo Renato Boccardo e il Sindaco Andrea Sisti hanno partecipato alla Messa con gli ucraini che vivono a Spoleto, portando la vicinanza e la solidarietà della comunità

Domenica 27 febbraio 2022, come tutti i giorni festivi, la comunità ucraina che vive a Spoleto si è riunita per la celebrazione eucaristica in rito bizantino nella Basilica di S. Ponziano presieduta da don Vasyl Hushuvatyy, sacerdote cattolico ucraino che segue spiritualmente i suoi connazionali in Umbria. Alla Messa hanno partecipato anche l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, accompagnati da alcuni fedeli spoletini e da rappresentanti del Consiglio comunale: hanno espresso vicinanza e solidarietà ai fratelli e alle sorelle dell’Ucraina (Paese attaccato militarmente dalla Russia) e si sono uniti alla preghiera. A Spoleto vivono circa 800 ucraini, in Umbria intorno ai 5000.

Le parole dell’Arcivescovo Boccardo. «Vi saluto nel nome del Signore. Sono voluto venire questa mattina, insieme con il Sindaco, per dire la nostra vicinanza cordiale a tutti voi. Pensiamo alle vostre famiglie in Ucraina e a tutto il popolo di quel Paese aggredito con una violenza folle che non trova giustificazione a nessun livello. È un momento triste, è un momento di guerra nel quale la forza delle armi sembra avere il sopravvento sulla forza della ragione. Tempo di guerra e di armi. Anche noi – ha detto mons. Boccardo – vogliamo usare le armi. Ne abbiamo due a nostra disposizione. La prima è quella della solidarietà. Non siete da soli. Da parte nostra quello che è possibile lo vogliamo fare, anzitutto esprimendo la vicinanza, il sostegno e l’aiuto anche materiale. Monasteri, case religiose, strutture della Diocesi e della Caritas metteranno a disposizione degli alloggi per i vostri familiari o per altri cittadini dell’Ucraina che vengono a cecare qui pace, libertà e pane. Le nostre case sono aperte». La seconda arma è quella della preghiera: «Vogliamo chiedere al Signore di illuminare le menti dei governanti, degli aggressori, che sono omicidi, e di tutto coloro che rivestono responsabilità per le sorti dei popoli. Con delicatezza e con discrezione vorremmo che tutto il popolo ucraino possa sentire questa nostra carezza di vicinanza e solidarietà. S. Ponziano, la cui reliquia è qui con noi, è patrono di Spoleto e voi siete spoletini a pieno titolo: dunque, lo imploriamo con voi e per voi».

Le parole di Sindaco Sisti: «Stiamo vivendo una cosa che non avremmo mai immaginato. Vedere i vostri connazionali partire senza nulla è triste. Non possiamo permettere che si usi la violenza contro le persone: è un segno di arroganza e di ignoranza. Vi siamo vicini con la preghiera, ma anche con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione per aiutarvi. Questa situazione mi ha drammaticamente scosso: vedere persone della mia età prendere e partire senza una meta è inaccettabile. Tutti dobbiamo ribellarci. Voi ucraini che vivete a Spoleto siete nostri fratelli e cittadini, ci stringiamo a voi con grande disponibilità. Come comunità politica e civile, e Spoleto è da sempre città aperta all’accoglienza, siamo a disposizione – in collaborazione con la Diocesi – per compiere qualsiasi atto che dia conforto alla comunità ucraina».

Don Vasyl Hushuvatyy ha ringraziato il Vescovo e il Sindaco: «La vostra presenza è un dono di pace, di tranquillità, di serenità. Anche la vostra voce è preziosa per fermare la guerra.

Momenti di preghiera in programma mercoledì 2 marzo. In risposta all’appello del Papa tutte le comunità parrocchiali della diocesi di Spoleto-Norcia terranno una speciale “ora di preghiera per la pace” la sera di mercoledì 2 marzo, dalle 21 alle 22 (Adorazione Eucaristica, Rosario, Ufficio delle Letture, …): sarà una invocazione corale che da ogni parrocchia dell’Archidiocesi sale nello stesso momento al Trono dell’Altissimo affinché lo Spirito Santo riconduca l’umanità sul cammino della pace, sproni chi la edifica a perseverare nel suo proposito e chi la ostacola a cercare la guarigione dell’odio che lo tormenta. Nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Paolo II in San Nicolò di Spoleto si terrà una Adorazione Eucaristica notturna aperta a tutti, dalle ore 21 di mercoledì 2 alle ore 7 di giovedì 3 marzo, quando l’Arcivescovo celebrerà la “Messa per la pace” con tutti i sacerdoti che vorranno partecipare.

Fiaccolata per la pace a Norcia. Domenica 6 marzo 2022 alle ore 21.00 l’arcivescovo Renato Boccardo convoca fedeli e Sindaci della Diocesi a ritrovarsi a Norcia per una fiaccolata per invocare la pace in Ucraina e che terminerà, attraversato Corso Sertorio, nella piazza centrale della Città, dinanzi alla statua di S. Benedetto. «Chiederemo al patrono d’Europa – messaggero di pace e maestro di civiltà, che cementò quella unità spirituale in Europa in forza della quale popoli divisi sul piano linguistico, etnico e culturale avvertirono di costituire un solo popolo – di ricondurre l’umanità inquieta sul cammino della vera pace», afferma il Presule.

Le diocesi umbre in preghiera per la pace e vicinanza al popolo Ucraino

PERUGIA – la comunità diocesana vicina con la preghiera e con segni concreti di solidarietà alla popolazione ucraina martoriata della guerra.
«La drammaticità della situazione, che stiamo vivendo per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, pone delle domande ed apre prospettive e scenari molto pesanti non solo per l’economia mondiale, a cui tutti facciamo attenzione, ma soprattutto per il livello del dramma umano vissuto dal popolo ucraino. Nonostante gli sforzi diplomatici di queste ultime settimane, l’invasione russa, di fatto, ha determinato un’accelerazione degli avvenimenti bellici che al momento sembrano incontrollabili». A sottolinearlo è il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi nel fare giungere alla numerosa comunità ucraina (circa 5mila persone) che vive in Umbria (in gran parte nella città capoluogo) la vicinanza spirituale e la solidarietà concreta della Chiesa diocesana, ricordando che in questi giorni a Firenze è in svolgimento l’incontro internazionale “Mediterraneo, frontiera di pace” promosso dalla Cei e fortemente voluto dal nostro cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani. «Abbiamo bisogno nella Chiesa e nella società, in un epoca così difficile dove la pace è seriamente compromessa – prosegue mons. Salvi –, di incontri come quello di Firenze che sappiano guardare oltre la drammaticità dei momenti. Siamo tutti interpellati come cristiani a sostenere la costruzione della pace, della fratellanza umana e dell’amicizia sociale, anzitutto con la preghiera».

Accanto alla comunità ucraina. Riguardo all’impegno della Chiesa perugino-pievese nello stare accanto alla comunità ucraina che vive nella nostra Archidiocesi, il vescovo ausiliare ricorda che «da tempo abbiamo messo a disposizione degli amici ucraini di rito greco-cattolico, il cui cappellano è don Basilio Hushuvatyy, la chiesa della Madonna delle Grazie di Perugia (zona San Faustino, n.d.r.) dove si ritrovano per le loro liturgie e attività pastorali. La nostra Chiesa è da sempre accanto a questa comunità ed oggi ancora di più facciamo sentire il nostro affetto e la nostra vicinanza. Abbiamo indetto per domenica 27 febbraio, accogliendo convintamente l’appello di papa Francesco e della Cei, a recitare assemblearmente la preghiera per la pace al termine di ogni Santa Messa». Mentre, aggiunge mons. Salvi, «Mercoledì delle Ceneri, il 2 marzo, tutti i credenti sono invitati ad una giornata di digiuno e di preghiera per la pace secondo l’intenzione del Santo Padre». Inoltre, annuncia sempre il vescovo ausiliare, «la prossima settimana sarà promossa una veglia di preghiera diocesana nella cattedrale di San Lorenzo presieduta dal nostro cardinale, di cui daremo presto notizia, alla quale dovranno essere rappresentate tutte le Unità pastorali, gli Istituti di vita consacrata, i Movimenti ed Associazioni ecclesiali. La pace comincia da ciascuno di noi ed essere capaci di costruirla significa fare del bene a tutto il mondo».

L’aiuto della Caritas. Per quanto riguarda i segni concreti di solidarietà alla popolazione ucraina martoriata dalla guerra, evidenzia mons. Salvi, «aderiamo ai progetti che si appresta a mettere in campo la rete internazionale della Caritas, mentre per i cittadini ucraini che vivono nella nostra comunità e sentono tutto il peso delle difficoltà dei loro cari in Ucraina, la Caritas ed altri organismi socio-caritativi diocesani sono già operativi per accogliere le loro richieste di aiuto». La stessa Caritas diocesana, annuncia il suo direttore don Marco Briziarelli, «nonostante le strutture di accoglienza siano già al completo a seguito dell’emergenza abitativa causata negli ultimi due anni dalla pandemia, dà la disponibilità, attraverso i propri servizi, a collaborare con le Istituzioni civili preposte in materia per una dignitosa accoglienza di cittadini ucraini che dovessero giungere dal loro Paese». Inoltre il direttore della Caritas lancia un «accorato appello a tutte le donne e a tutti gli uomini della comunità diocesana affinché vengano messe a disposizione abitazioni e strutture attualmente non utilizzate. Di fronte alle vittime di guerra è necessario assumere un atteggiamento fraterno e accogliere chi ha perso o sta perdendo tutto».
TERNI – Raccogliendo le parole accorate del Santo Padre Francesco in occasione dell’udienza generale del 23 febbraio scorso: “vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare del prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, una Giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra”, la nostra Diocesi si unisce all’appello del Papa con la preghiera e con le opere di misericordia.
La situazione nell’Ucraina fa emergere ancora una volta il gravissimo problema delle ingiustizie e delle diseguaglianze che si riversano maggiormente a danno dei più poveri e, quando la pace non è perseguita con tutti i mezzi, le conseguenze nefaste si riversano a svantaggio dell’intera umanità.
Esorto ed incoraggio tutte le comunità parrocchiali della nostra Diocesi di Terni-Narni-Amelia affinché si intensifichino le preghiere e ogni iniziativa volta alla sensibilizzazione delle persone in merito alla costruzione della pace e se ne dia ampia comunicazione durante le messe domenicali di domani 27 febbraio.
In modo speciale raccomando di raccogliere pienamente l’appello del Papa al digiuno e alla preghiera durante la giornata del 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri.
Per quanti vorranno unirsi al Vescovo nella preghiera per la pace, nella cattedrale Santa Maria Assunta di Terni il 2 marzo ci sarà alle ore 16.45 la preghiera del Santo Rosario, alle ore 17.30 la Concelebrazione Eucaristica e a seguire un tempo di adorazione Eucaristica.

 

SPOLETO – Di fronte alla tragedia della guerra in Ucraina, ricordiamo le parole di Papa Francesco nel corso dell’Udienza Generale di mercoledì 23 febbraio u. s: “Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare del prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, una Giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno”.
In risposta all’appello del Papa, chiedo a tutte le comunità parrocchiali di tenere una speciale “ora di preghiera per la pace” la sera di mercoledì 2 marzo, dalle 21 alle 22 (Adorazione Eucaristica, Rosario, Ufficio delle Letture, …): sarà una invocazione corale che da ogni parrocchia dell’Archidiocesi sale nello stesso momento al Trono dell’Altissimo affinché lo Spirito Santo riconduca l’umanità sul cammino della pace, sproni chi la edifica a perseverare nel suo proposito e chi la ostacola a cercare la guarigione dell’odio che lo tormenta.
Nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Paolo II in San Nicolò di Spoleto si terrà una Adorazione Eucaristica notturna aperta a tutti, dalle ore 21 di mercoledì 2 alle ore 7 di giovedì 3 marzo, quando celebrerò una “Messa per la pace” con tutti i sacerdoti che vorranno partecipare.

+ Renato Boccardo, Arcivescovo

 

Anche Foligno si è unita al coro di voci che si sta sollevando in queste ore in numerose città d’Italia per gridare un deciso e convinto “no” alla guerra in Ucraina. E lo ha fatto nella mattinata di sabato 26 febbraio, in una piazza San Domenico gremita di uomini e donne, giovani e adulti, persone di diversa fede che si sono volute stringere attorno al popolo ucraino, presente anche nella nostra città con una folta comunità. Anche da Foligno, dunque, si è alzato forte il grido di pace volto a richiamare l’attenzione delle istituzioni nazionali ed internazionali, cui spetta l’importante compito di lavorare per riportare la pace in Europa e nel mondo.
E tra le tante voci che si sono susseguite in una delle principali piazze della terza città dell’Umbria, anche quella del vescovo di Foligno e Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino. Il vescovo ha voluto portare la sua vicinanza e la sua solidarietà alle mamme e ai bambini dell’Ucraina presenti in piazza e a chi sta soffrendo l’invasione. “Questa guerra porta le lancette della storia un secolo indietro – ha detto, prendendo la parola -. Non è possibile ancora assistere agli spettacoli di una politica che in nome del potere, dell’economia e di interessi di parte, che non sono certo quelli della gente comune, fa cose di questo tipo. È una violenza inaccettabile, incredibile, ed è bello che l’umanità intera si ritrovi unita con tutte le sue culture migliori, con tutti i suoi valori, per dire ‘no”, questo non sta bene e non ci sta bene’”.

Un no, che il vescovo folignate ha ribadito con fermezza. “Desideriamo dire con forza, gridandolo, che il futuro dell’umanità è la solidarietà, è la libertà, è la giustizia per tutti i popoli e per tutte le persone. Basta con le armi – ha quindi proseguito monsignor Domenico Sorrentino, interrotto per un attimo dagli applausi della piazza -. Se ci sono problemi, se ci sono incomprensioni e accordi da fare, bisogna farli con la cordialità e la parola. Magari anche litigando, ma trovando alla fine una soluzione condivisa che sia anche appoggiata dalle istituzioni mondiali. Per questo è bello che nazioni intere come la nostra, con le Nazioni Unite, cerchino una via di soluzione di questo che non è un conflitto, ma una invasione. La diplomazia ha fatto dei passi che sembravano darci un’illusione ma, dietro questi presunti passaggi diplomatici, si nascondeva una menzogna già organizzata: tutto questo non sta bene agli occhi di Dio, non sta bene agli occhi degli uomini. Abbiamo bisogno di un mondo della verità detta con il cuore e con la sincerità. Voglio portare tutta la solidarietà della nostra Chiesa, quella di Foligno e di Assisi”.

Dal vescovo di Foligno, dunque, un invito alla preghiera. “Noi credenti abbiamo l’unica arma che non ferisce e uccide, ma costruisce: è l’arma della preghiera, chiedendo a Dio di toccare i cuori di tutti, perché i nodi non si sciolgono se non c’è una grazia dall’alto che dobbiamo implorare. Chiedo anche a chi è di diversa fede e a chi non ce l’ha, di mandare un pensiero positivo e di amore a tutti. Il cuore deve sciogliersi e le pietre dei cuori si devono frantumare, affinché torni il tempo del dialogo e della libertà”.

Monsignor Sorrentino ha, dunque, aperto le braccia all’accoglienza, come fatto in passato anche nei confronti del popolo afgano. “Un abbraccio a tutti gli ucraini, un abbraccio profondo, un abbraccio del cuore – ha detto -. Siamo qui ad accogliervi. Proprio in questi giorni come Chiesa di Foligno stiamo pensando a un centro, che chiameremo ‘Fratelli tutti’, per dire anche simbolicamente che abbiamo bisogno di un mondo della fraternità. È una parola usata anche in maniera laica ma che è profondamente religiosa. Abbiamo un unico Padre, non abbiamo come padri dei politici, il nostro Padre è Dio. Noi piangiamo e soffriamo con i fratelli ucraini. Viva l’Ucraina libera, viva la libertà, viva la pace e la fraternità, viva la giustizia per tutti i popoli. Grazie Foligno – ha quindi concluso il vescovo folignate – per questa bellissima testimonianza di fraternità”.

LE INIZIATIVE – E sono già diverse le iniziative di preghiera per la pace messe in agenda nella Diocesi di Foligno. Domani, domenica 27 febbraio, tutte le comunità sono invitate a celebrare la Santa Eucaristia con speciali intenzioni per il dono della pace e della riconciliazione. Il 2 marzo, mercoledì delle ceneri, che segna l’inizio della Quaresima, come indicato da Papa Francesco, l’invito della Diocesi di Foligno è a vivere personalmente, in famiglia e in comunità una giornata di digiuno e di preghiera per implorare la conversione dei cuori e la grazia della Pace. Sempre mercoledì, dalle 21 alle 9 di giovedì 3 marzo, nella Chiesa di San Paolo, in via del Roccolo, si terrà la veglia ecumenica e l’adorazione notturna per la pace. Sabato 5 marzo è invece in programma il cammino di preghiera per la pace “Fratelli Tutti”, con partenza da San Giacomo di Foligno alle 16 ed arrivo nella basilica di Santa Maria degli Angeli per le 20.30.

DA ASSISI  L’APPELLO ALLA PACE – https://www.chiesainumbria.it/guerra-in-ucraina-da-assisi-lappello-alla-pace/

ASSISI – È dedicata all’Ucraina l’intenzione di preghiera per la pace del 27 febbraio che si unisce alla veglia in programma sabato 26 febbraio alle ore 21,00 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. L’appuntamento, voluto dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, e portato avanti dalla Commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi” si ripete ogni 27 del mese in ricordo dello storico incontro per la pace del 1986, voluto da San Giovanni Paolo II.
Nell’invito alla preghiera il vescovo sottolinea che “la crisi in Ucraina che continua ad essere presente nella nostra preghiera insieme a tutti i conflitti dimenticati che si consumano drammaticamente lontano dai nostri occhi, dimostra ancora una volta che la guerra viene ancora considerata uno scenario possibile per risolvere contese, incomprensioni e scontri di potere. Eppure – scrive il vescovo – all’indomani della seconda guerra mondiale ci si impegnò a ‘salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità̀’. Così si legge nel preambolo della Carta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Purtroppo da quella data si sono susseguiti tanti conflitti interni alle nazioni, guerre regionali e invasioni. Nel frattempo la guerra ha assunto nuovi tratti più sofisticati, diventando tecnologica, economica, informatica. Sembra che alle forme del male non ci sia mai fine. Ma noi abbiamo la speranza che il bene trionferà̀. Per questo – conclude il vescovo – nell’appuntamento mensile del prossimo 27 ci rivolgeremo a Dio per chiedere di convertire il cuore e le menti di coloro che continuano a preparare e alimentare la violenza dei conflitti in tutte le loro forme e nello stesso tempo che ispiri le autorità̀ nazionali e sovranazionali ad adoperarsi efficacemente per favorire il dialogo e mantenere la pace”. Come di consueto non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nell’arco della giornata del 27 febbraio, mentre il vescovo presiederà la santa messa a mezzogiorno nella Basilica di San Francesco.

Perugia – la comunità diocesana vicina con la preghiera e con segni concreti di solidarietà alla popolazione ucraina martoriata della guerra.

«La drammaticità della situazione, che stiamo vivendo per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, pone delle domande ed apre prospettive e scenari molto pesanti non solo per l’economia mondiale, a cui tutti facciamo attenzione, ma soprattutto per il livello del dramma umano vissuto dal popolo ucraino. Nonostante gli sforzi diplomatici di queste ultime settimane, l’invasione russa, di fatto, ha determinato un’accelerazione degli avvenimenti bellici che al momento sembrano incontrollabili». A sottolinearlo è il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi nel fare giungere alla numerosa comunità ucraina (circa 5mila persone) che vive in Umbria (in gran parte nella città capoluogo) la vicinanza spirituale e la solidarietà concreta della Chiesa diocesana, ricordando che in questi giorni a Firenze è in svolgimento l’incontro internazionale “Mediterraneo, frontiera di pace” promosso dalla Cei e fortemente voluto dal nostro cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani. «Abbiamo bisogno nella Chiesa e nella società, in un epoca così difficile dove la pace è seriamente compromessa – prosegue mons. Salvi –, di incontri come quello di Firenze che sappiano guardare oltre la drammaticità dei momenti. Siamo tutti interpellati come cristiani a sostenere la costruzione della pace, della fratellanza umana e dell’amicizia sociale, anzitutto con la preghiera».

Accanto alla comunità ucraina. Riguardo all’impegno della Chiesa perugino-pievese nello stare accanto alla comunità ucraina che vive nella nostra Archidiocesi, il vescovo ausiliare ricorda che «da tempo abbiamo messo a disposizione degli amici ucraini di rito greco-cattolico, il cui cappellano è don Basilio Hushuvatyy, la chiesa della Madonna delle Grazie di Perugia (zona San Faustino, n.d.r.) dove si ritrovano per le loro liturgie e attività pastorali. La nostra Chiesa è da sempre accanto a questa comunità ed oggi ancora di più facciamo sentire il nostro affetto e la nostra vicinanza. Abbiamo indetto per domenica 27 febbraio, accogliendo convintamente l’appello di papa Francesco e della Cei, a recitare assemblearmente la preghiera per la pace al termine di ogni Santa Messa». Mentre, aggiunge mons. Salvi, «Mercoledì delle Ceneri, il 2 marzo, tutti i credenti sono invitati ad una giornata di digiuno e di preghiera per la pace secondo l’intenzione del Santo Padre». Inoltre, annuncia sempre il vescovo ausiliare, «la prossima settimana sarà promossa una veglia di preghiera diocesana nella cattedrale di San Lorenzo presieduta dal nostro cardinale, di cui daremo presto notizia, alla quale dovranno essere rappresentate tutte le Unità pastorali, gli Istituti di vita consacrata, i Movimenti ed Associazioni ecclesiali. La pace comincia da ciascuno di noi ed essere capaci di costruirla significa fare del bene a tutto il mondo».

L’aiuto della Caritas. Per quanto riguarda i segni concreti di solidarietà alla popolazione ucraina martoriata dalla guerra, evidenzia mons. Salvi, «aderiamo ai progetti che si appresta a mettere in campo la rete internazionale della Caritas, mentre per i cittadini ucraini che vivono nella nostra comunità e sentono tutto il peso delle difficoltà dei loro cari in Ucraina, la Caritas ed altri organismi socio-caritativi diocesani sono già operativi per accogliere le loro richieste di aiuto». La stessa Caritas diocesana, annuncia il suo direttore don Marco Briziarelli, «nonostante le strutture di accoglienza siano già al completo a seguito dell’emergenza abitativa causata negli ultimi due anni dalla pandemia, dà la disponibilità, attraverso i propri servizi, a collaborare con le Istituzioni civili preposte in materia per una dignitosa accoglienza di cittadini ucraini che dovessero giungere dal loro Paese». Inoltre il direttore della Caritas lancia un «accorato appello a tutte le donne e a tutti gli uomini della comunità diocesana affinché vengano messe a disposizione abitazioni e strutture attualmente non utilizzate. Di fronte alle vittime di guerra è necessario assumere un atteggiamento fraterno e accogliere chi ha perso o sta perdendo tutto».

Guerra in Ucraina da Assisi l’appello alla Pace

La comunità cittadina e la comunità ecclesiale di Assisi, custodi del messaggio di pace di San Francesco e Santa Chiara non possono restare in silenzio di fronte alla guerra che torna ad affacciarsi nel vecchio continente. A chi la sta fomentando e avviando, con conseguenze che possono essere terribili, gridiamo: in nome di Dio, dell’umanità e del buon senso, fermatevi! Vogliamo farci voce innanzitutto delle vittime che la guerra non la scelgono ma la subiscono e vogliamo farci eco delle parole di Papa Francesco che, rivolgendosi “a tutti, credenti e non credenti”, ha richiamato l’insegnamento di Gesù “beati i costruttori di pace” sottolineando “l’insensatezza diabolica della violenza”. Per questo chiediamo a tutte le forze in campo di rinunciare all’uso della forza e di ritornare al tavolo del dialogo e del negoziato, a ridare la parola alla diplomazia e alla politica che, per sua stessa natura, deve essere sempre al servizio del bene. Ci rivolgiamo all’Organizzazione delle Nazioni Unite che nasce proprio per “salvare le future generazioni dal flagello della guerra” affinché torni a esercitare un ruolo centrale in questa crisi. Per riproporre questi valori primari, presso le sedi comunali di Assisi sarà esposta da oggi la bandiera della pace: sia un segno per tutti, cittadini, pellegrini e turisti. L’Amministrazione Comunale chiederà alle scuole di portare, il 2 marzo, scolari e studenti a sostare in silenzio nella piazza del Comune anche per pochi minuti per riflettere sul valore centrale della pace. Nello stesso tempo l’Amministrazione chiede alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi di tutte le scuole di Assisi di preparare messaggi, tantissimi messaggi, nella forma del disegno o delle parole più semplici che il Comune farà arrivare ai presidenti di Ucraina e Russia oltre al Segretario delle Nazioni Unite: un appello di pace che giunga dai più piccoli e che tocchi i cuori di chi ha nelle proprie mani le sorti del mondo. Questi piccoli segni vogliono levare, da Assisi, un appello alla pace, per risvegliare in tutte e tutti il desiderio sincero della pace autentica che non passa mai attraverso la via della guerra ma solo attraverso il dialogo e la comprensione reciproca. La Diocesi, da parte sua,
invita i fedeli alla preghiera costante, facendolo in modo speciale, con il coordinamento della Commissione Spirito di Assisi, sabato 26 febbraio alle ore 21, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli con una veglia di preghiera, domenica 27 settembre, giornata mensile di preghiera per la pace, con un’intenzione di preghiera in tutte le Sante Messe e specie nella messa
presieduta dal vescovo a mezzogiorno nella Basilica di San Francesco; il 2 marzo, giornata indicata dal Papa, con un avvicendamento nell’adorazione eucaristica nella Chiesa di S. Maria sopra Minerva, nel cuore della città. Ci facciamo interpreti del sentimento della comunità civile e religiosa di Assisi, per esprimere la ferma condanna della guerra e della violenza, di ogni forma di sopruso e di aggressione, e al contempo per gridare al mondo che la pace è possibile e che ciascuno di noi ha un ruolo e per questo nessuno deve rimanere indifferente! Francesco e Chiara ci insegnano a sognare l’impossibile e a sperare anche nelle situazioni più disperate. Da Assisi, città messaggio della pace e per la pace, chiediamo a tutti coloro che ne hanno il potere, di fermare ogni atto di violenza e di fare spazio alla diplomazia, al dialogo, alla speranza, alla pace!
Stefania Proietti
Sindaco di Assisi Mons. Domenico SorrentinorciVescovo di Assisi Nocera Umbra Gualdo Tadino e Foligno
Fr. Marco Moroni ofm conv
Custode della Basilica Papale San Francesco e del Sacro Convento
Fr. Francesco Piloni Ministro Provinciale Umbria – Sardegna
don Tonio Dell’Olio Presidente Commissione spirito di Assisi
Fr. Matteo Siro ofm capp
Ministro della Provincia dei Frati minori Cappuccini Centro Italia
Fr. Paolo Benanti
Ministro della Provincia di San Francesco d’Assisi del Terz’Ordine Regolare