Perugia – “Ascolto, accoglienza e sostegno quotidiano alla persona”. Presentato il Bilancio sociale 2023 della Fondazione di Carità San Lorenzo

È stato presentato questa mattina, 12 settembre, a Perugia, il Bilancio sociale 2023 della Fondazione di Carità San Lorenzo dal titolo: “Ascolto, accoglienza e sostegno quotidiano alla persona”, la sintesi delle attività svolte dalla suddetta Fondazione (oggi ONLUS e in corso di trasformazione in Ente del Terzo settore) quale ente operativo della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve che ne gestisce le opere, i servizi e le iniziative. Non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di utilità e solidarietà sociale, di accoglienza umanitaria e di integrazione sociale.

Sono intervenuti alla presentazione: l’arcivescovo Ivan Maffeis, Francesca Picciaia, professore associato di Economia aziendale dell’Università degli Studi di Perugia, Luciana Stazi, dottore commercialista e volontaria, Alfonso Dragone, referente Area Progetti e Fundraising Fondazione di Carità San Lorenzo, e don Marco Briziarelli, direttore Caritas diocesana e direttore Fondazione di Carità San Lorenzo.

Il «sostegno quotidiano alla persona», come evidenzia l’arcivescovo Ivan Maffeis nella “lettera” di presentazione del Bilancio, «dà qualità all’ascolto, all’accoglienza…», perché il «quotidiano è il contrario di straordinario, estemporaneo, eccezionale. È sinonimo di abituale, consueto, ordinario. Significa che si fa o avviene o ricorre ogni giorno e tutti i giorni… La scelta di esserci e di spendersi nella serialità è uno dei tratti somatici della nostra Caritas. Ne delinea il volto. Per questo è importante leggere con attenzione le pagine che seguono – si augura mons. Maffeis –, fino a farle diventare nelle nostre comunità occasione di confronto, di approfondimento e di formazione. Servirà a conoscere le finalità, la mission e i valori in gioco. A rendersi conto dell’effettivo moltiplicatore che ogni azione caritativa, anche la più piccola, genera a livello sociale».

Il presidente della Fondazione di Carità San Lorenzo, Maurizio Santantoni, nella sua “lettera” introduttiva, si sofferma sulla «consapevolezza che il percorso che ogni persona fa per “liberarsi” dalla povertà è un investimento per il bene, si vuole utilizzare questo documento anche come volano di divulgazione e di sensibilizzazione per il territorio e per la comunità e di condivisione dei preziosi risultati orgogliosamente raggiunti». Inoltre, aggiunge Santantoni, «Ci preme sottolineare che il centro di ogni nostra azione verso il povero è promuovere con lui un cammino di accompagnamento che lo riporti all’autonomia spezzando la catena della povertà; un cammino unico come unica è la povertà di ogni nostro fratello di ogni nostra sorella. Dare voce al grido inascoltato dei poveri è la nostra advocacy».

Di seguito una sintesi di questo significativo Bilancio (il testo integrale è consultabile-scaricabile nel sito: www.diocesi.perugia.it) in cui ad ogni suo “numero” corrisponde una “storia di vita”.

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Nel prendere in esame il risultato si coglie che chiude con un avanzo di gestione al netto delle imposte di euro 3.520, con euro 2.002.672 di costi effettivi ed euro 2.336.585 di costi figurativi (esempio l’impegno dei volontari calcolato attraverso l’applicazione, alle ore di attività di volontariato effettivamente prestate, della retribuzione oraria lorda prevista dai contratti collettivi…, così come un esempio di proventi figurativi è riferibile alla traduzione in termini economici dell’apporto che gli stessi volontari forniscono attraverso lo svolgimento della propria attività personale, spontanea e gratuita).

Tutta l’attività è stata svolta grazie al supporto economico e finanziario dell’8xMille alla Chiesa cattolica (per circa 400.000 euro), di raccolte fondi e delle donazioni ricevute.

Hanno contribuito al risultato con il proprio supporto umano e lavorativo 379 volontari, e 12 persone retribuite (dipendenti e liberi professionisti).

E diversi sono anche gli Stakeholter coinvolti a vario titolo nelle attività dell’Ente per le relazioni di scambio che intrattengono con esso o perché ne sono significativamente influenzati: Istituzioni, donatori e sostenitori, Enti non lucrativi, fornitori, dipendenti e volontari.

Entrando nel merito dei servizi erogati quale supporto alla persona abbiamo:

Il sostegno al reddito con donazioni mensili e altri supporti per l’accompagnamento di famiglie verso l’autonomia mediante la copertura parziale del costo delle utenze, locazioni, mutui, spese sanitarie … I servizi vengono erogati grazie al progetto annuale “Adotta una famiglia” e nel 2023 sono state adottate 25 famiglie.

L’assistenza sanitaria con la farmacia solidale che ha registrato 968 ascolti e 413 assistiti che procede in stretto rapporto con la campagna di raccolta (2049) e recupero (2.133) farmaci.

L’emergenza alimentare con i servizi erogati tramite:

la Mensa “Don Gualtiero” che dona un pasto caldo e un momento di accoglienza per le persone bisognose con l’erogazione di 36.232 pasti,
il Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza dove sono stati distribuiti 21.687 pasti alle persone accolte nel Villaggio derivanti dall’invenduto serale di supermercati e negozi quale recupero delle eccedenze alimentari,
il Punto di Ristoro Sociale “San Lorenzo”, gestito in collaborazione con il Comune di Perugia, al quale accedono persone in difficoltà per consumare un pasto caldo,
i cinque Empori della Solidarietà dislocati sul territorio diocesano presso i quali hanno avuto accesso 5.723 assistiti che hanno potuto sostenere la loro spesa mediante un sistema di tessere.
L’emergenza abitativa con:

– il Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza in cui vengono accolti nuclei familiari che attraversano condizioni di fragilità o disagio, nel quale sono state accolte 78 persone, tra cui 36 minori, per un totale di 21.687 giorni di accoglienza per numero di persone ospitate,

– la Casa “San Vincenzo” che accoglie madri con figli minori o donne in difficoltà e che ha ospitato 10 persone di cui 7 minori,

– il Dormitorio “Sant’Anna dei Servitori” che è servizio di accoglienza temporanea per uomini in difficoltà che ha ospitato 66 persone per un totale di 4.201 giorni di accoglienza complessivi,

– il Progetto “C.A.S.A.” con l’obiettivo di prendersi cura delle crescenti fragilità e vulnerabilità del disagio abitativo e sono stati accolti 7 nuclei familiari con un totale di 27 persone, di cui 10 minori, in appartamenti collocati in Perugia e Deruta,

e tutto trova il proprio cuore pulsante nel Centro di Ascolto presso il Villaggio della Carità con 12.588 ascolti con l’erogazione di euro 275.008 di risorse da parte della Caritas diocesana per contributi a sostegno.

Per realizzare queste attività vengono messi in campo progetti e campagne di raccolta fondi e senza la generosità di ognuno niente di tutto questo sarebbe stato possibile.

Ogni euro donato rende 2,5 euro di servizi prestati alla persona inclusi quelli figurativi per complessivi circa 5 milioni di euro.

IL BILANCIO SOCIALE (PDF)

Giubileo 2025 – lettera dei Vescovi Umbri ai sacerdoti e diaconi della Regione Ecclesiastica Umbra

Carissimo Confratello,

si avvicina l’anno di grazia che la benevolenza divina e la maternità della Chiesa ci donano con il Giubileo 2025. Noi ministri ordinati abbiamo la grande gioia e il lieto compito di accompagnare il popolo di Dio a farne tesoro: sarà una preziosa occasione per rigenerare la nostra vocazione e mettere a frutto la nostra missione di “servi della speranza”, di amici di “Cristo, nostra speranza”.

Il Santo Padre, che ha indicato proprio nella virtù teologale della speranza il messaggio centrale di questa esperienza di fede e di carità, confida nel nostro entusiasmo e nella nostra collaborazione. Possiamo ora gratuitamente mettere a disposizione delle nostre comunità e dei numerosi pellegrini che intraprenderanno il cammino spirituale del Giubileo i doni di grazia che gratuitamente abbiamo ricevuto con l’ordinazione presbiterale. Non è difficile pensare che la nostra regione sarà mèta privilegiata di tanti pellegrinaggi, tenendo conto della ricchezza di santità delle nostre diocesi e della prossima canonizzazione del Beato Carlo Acutis.

Per questo abbiamo una grande opportunità di seminare gioia e una grave responsabilità di predisporre il cuore del popolo di Dio, cominciando da noi stessi, come ci raccomanda Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, 5: “Nelle Chiese particolari si curi in modo speciale la preparazione dei sacerdoti e dei fedeli alle Confessioni e l’accessibilità al sacramento nella forma individuale”.

In questo periodo possiamo approfondire la formazione meditando con attenzione la Bolla e studiando la nota con le Norme per la concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo Ordinario 2025. Possiamo collaborare e dare disponibilità alle Commissioni per il Giubileo che le nostre Diocesi hanno istituito e, specialmente, possiamo approfittare di questo anno per sensibilizzare le nostre comunità, gli organismi di partecipazione, i gruppi, i giovani, i catechisti, le famiglie, alla preghiera, alla catechesi, alla carità e alla organizzazione della ospitalità e dell’accoglienza dei pellegrini. Possiamo iniziare a preparare il Pellegrinaggio Regionale delle otto diocesi umbre alla Tomba dell’apostolo Pietro, che vivremo in spirito di comunione sabato 13 settembre 2025.  Ti chiediamo la cortesia di segnare già ora nella tua agenda e nel calendario della tua comunità questo straordinario appuntamento di fede.

 

Sarà un anno molto inteso e ricco di frutti spirituali grazie alla speranza cristiana che sapremo annunciare insieme. Ti ringraziamo di aver aperto la porta santa della tua vocazione e del dono della tua vita alla nostra Chiesa e alla nostra gente. Grazie fin da ora per la preghiera e la carità che saprai spendere in questo tempo perché molti fratelli e sorelle possano varcare la soglia della misericordia di Dio.

Saldi nella speranza della gloria di Dio, ti salutiamo fraternamente.

 

Assisi, 8 settembre 2024.

                                                                                   I Vescovi dell’Umbria

Perugia – Dedicata alla speranza la nuova Lettera pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis all’inizio del nuovo Anno pastorale e in preparazione al Giubileo

“In queste pagine offro con semplicità qualche spunto per aiutare a ritrovare le radici della speranza, che parla tanto nel patrimonio della Tradizione cristiana (I parte), quanto in alcuni segni concreti, che chiedono di diventare esperienza diffusa (II parte). Qualche proposta conclusiva è finalizzata a non sciupare la grazia dell’anno giubilare (III parte)”.
È questo lo schema della nuova Lettera pastorale dell’Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis: con il titolo “Sentieri di speranza” viene pubblicata sia in forma cartacea che online sul sito della Diocesi giovedì 12 settembre, festa della Madonna delle Grazie e inizio del nuovo anno pastorale.

Il Vescovo apre il testo mettendosi in ascolto dei giovani e del loro bisogno di punti di riferimento, chiedendosi quali siano le modalità con cui annunciare la perenne novità del Vangelo.
A tale scopo, nella prima parte della Lettera don Ivan presenta la speranza cristiana, la sua affidabilità e le scelte di vita in cui è chiamata a concretizzarsi.

Alcuni racconti introducono la seconda parte, dove il Vescovo indica gli ambiti principali nei quali seminare speranza, attraverso l’eloquenza dei segni: famiglia, giovani, anziani, ammalati, poveri, migranti e carcerati. Sono ambiti dei quali viene sottolineato anche l’aspetto sociale e politico.

A titolo esemplificativo, riguardo ai carcerati l’Arcivescovo scrive: «Alla politica e all’amministrazione chiediamo l’impegno di individuare in Umbria una struttura che sia deputata a trattare il disagio psichico: in cella è destinato soltanto ad aumentare, rivelandosi devastante anche per gli altri detenuti e per gli stessi agenti di polizia penitenziaria. Nel lasciarci interrogare dalla realtà del carcere, come comunità cristiana offriamo la disponibilità a contribuire a quella rete sociale che è necessaria per mettere in campo proposte concrete».

Analogamente, per quanto riguarda la famiglia: «Avvertiamo la povertà di una cultura che confina la famiglia nella sfera del privato, quasi una faccenda legata unicamente alle scelte dei singoli, dalla scarsa rilevanza pubblica. Ai nostri amministratori chiediamo di proseguire l’impegno per riconoscerle piena cittadinanza, a partire dalla qualità dei servizi, dall’attenzione ad agevolare la conciliazione dei tempi della casa con quelli del lavoro, da un sistema fiscale che non penalizzi chi ha figli e riconosca il valore sociale di quanto una famiglia fa per la loro crescita e la loro educazione. Investire sulla famiglia significa sostenere secondo giustizia le coppie con figli, i giovani alle prese col mutuo della prima casa, i portatori di handicap, gli anziani appesi alla pensione sociale, costretti a volte a rinunciare persino a curarsi. Attorno a questi temi sarebbe sterile attardarsi su posizioni ideologiche: favoriamo un’alleanza sociale nella quale la visione cristiana e quella laica possano confrontarsi e trovare modo di convergere per il bene di tutti…».

La Lettera ha il tratto della confidenza e della riconoscenza: ad esempio, senza ignorarne le difficoltà, dove affronta la realtà della malattia esprime «gratitudine agli operatori sanitari che si fanno carico quotidianamente delle fragilità fisiche e psichiche: nei nostri reparti ospedalieri lavorano uomini e donne, la cui professionalità e umanità devono poter incontrare la stima di tutta la comunità».

Alla Comunità diocesana il Vescovo Ivan chiede l’impegno di assumere alcune proposte per preparare e vivere l’anno pastorale, caratterizzato dal Giubileo che Papa Francesco aprirà a Natale. Diversi e significativi sono gli eventi, le attività e le iniziative diocesane che il Vescovo Maffeis condivide ai fedeli, fissandone date e luoghi. Tra questi, la giornata di incontro tra diaconi e parroci del 21 settembre e l’Assemblea diocesana, prevista per il prossimo 23 novembre, con il lavoro per una Chiesa fraterna, nella quale trovano collocazione carismi e ministeri.

«Dopo due anni di servizio episcopale – scrive – confermo l’impressione iniziale: con il loro carattere popolare, le nostre parrocchie sono case aperte, luogo di ricerca di senso e di offerta di speranza, in cui si tocca con mano la fedele generosità di molti».

Lettera Pastorale Sentieri di Speranza, testo integrale

 

Terni – Pellegrinaggio Madonna del Ponte – Mons. Soddu: “Maria sia per tutti noi il ponte sicuro su cui transitare per raggiungere il Figlio”

A conclusione della festa dedicata alla Madonna del Ponte a Narni scalo, recuperando la tradizione devozionale dei cammini verso luoghi santi, nell’anno di preparazione al Giubileo 2025, la ripresa dell’attività pastorale diocesana ha visto la comunità ecclesiale riunita domenica 8 settembre per il pellegrinaggio diocesano al santuario diocesano della Madonna del Ponte e la solenne concelebrazione presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, nel corso della quale è stato conferito il ministero di lettore a Matteo Bergonzini ed è stato accolto ufficialmente don Jean Pierre quale rettore coadiutore del Santuario insieme a don Piergiorgio Brodoloni. Presenti i sacerdoti della diocesi, tantissimi fedeli fedeli della diocesi, il sindaco di Narni Lorenzo Lucarelli. La celebrazione è stata animata dalla corale diocesana diretta da don Sergio Rossini ed hanno prestato servizio i seminaristi del semiario regionale di Assisi, diaconi e accoliti del santuario.
Un pellegrinaggio che trova le sue radici nella devozione mariana, nella cultura dell’amore e della pace, una preghiera corale per porre sotto la protezione della Madonna l’intera chiesa diocesana, per cogliere una nuova forza e una nuova ispirazione nell’essere testimoni di pace in questo periodo di conflitti, di violenza e insicurezza.
“Mentre siamo in cammino verso la celebrazione dell’Anno Santo – ha detto il vescovo -, in questa tappa diocesana presso il santuario della Madonna del Ponte, siamo condotti dalla Vergine Maria ad ascoltare ed accogliere la Parola di questa domenica, affinché la vita di ciascuno di noi, sia pienamente significativa secondo il volere di Dio. Intorno a Maria ci sentiamo al sicuro, anche con le nostre fragilità e povertà, lei ci esorta alla preghiera come se fossimo in stato di Pentecoste, ci guida e predispone affinché lo Spirito Santo in noi sia sempre creatore delle grandi opere di Dio”.
“’L’avvento di Dio, il suo essere in mezzo alla gente – ha aggiunto -, origina una possibilità nuova per la terra. A condizione però che l’uomo e la donna accolgano ed amino i propri simili senza chiudersi entro i confini di visioni personali parziali; a condizione cioè che venga annullata ogni tendenza egoistica.
Secondo quanto abbiamo sentito proclamato nella seconda lettura se ne deduce che, essendo Dio padre di tutti, in lui non trovano posto “favoritismi”. Viene pertanto offerta a noi una precisa linea di comportamento, che consiste nel trasformare ogni nostro luogo di frequentazione: chiese, movimenti, associazioni, gruppi in luoghi non di chiusura o di privilegio per pochi ma di inclusione per tutti, a partire dagli ultimi”.
Sosteniamoci a vicenda chiedendo a Lei, la nostra Mamma celeste che sia ponte forte e sicuro, sul quale far transitare le nostre buone e sante intenzioni”.
Quindila un riferimento rivolto al seminarista Matteo che ha ricevuto il ministero del lettorato: “ricevendo oggi il ministero di lettore, sotto lo sguardo di Maria sei chiamato non soltanto a leggere o proclamare la parola di Dio ma, leggendola e meditandola, toccato, rivestito e formato dalla grazia che da essa promana, rendendogli anzitutto testimonianza con la tua stessa vita, dovrai essere come un ponte vivente sul quale far transitare le persone all’incontro col Cristo”.

OMELIA DEL VESCOVO

Norcia, avviato il cantiere per la ricostruzione della Concattedrale di Santa Maria Argentea. Una giornata storica, piena di emozioni.

Alle 16.07 di sabato 7 settembre 2024 è stato ufficialmente avviato il cantiere per la ricostruzione della Concattedrale di Santa Maria Argentea a Norcia, gravemente ferita dai terremoti del 2016. All’interno di ciò che rimane della chiesa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, dinanzi a numerose autorità civili, militari ed ecclesiastiche, nonché a molti nursini, ha simbolicamente consegnato le chiavi al signor Claudio Umbrico, titolare della ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (PG) che eseguirà i lavori.
«Iniziamo una bella avventura – ha detto il Presule – che dice la fiducia e l’incoraggiamento per tutta la popolazione di Norcia che aspetta di ritrovare questa chiesa di Santa Maria come la propria casa, casa della comunità cristiana di questa Città. Dopo otto anni questo è un momento di speranza per ricominciare seriamente. L’avvio del cantiere è la parte visibile e immediata dell’opera di ricostruzione che è iniziata da tempo e che, grazie alla sinergia degli Enti coinvolti, sta portando i frutti su tutto il territorio». Mons. Boccardo ha quindi benedetto il cantiere di lavoro e poi tutti si sono spostati nel vicino DigiPASS per la presentazione del progetto di recupero della chiesa.

Alcuni rappresentanti del gruppo della progettazione – il prof. arch. Riccardo Dalla Negra, l’arch. Giancarlo Battista e l’ing. Andrea Giannantoni – hanno presentato il progetto di ricostruzione della chiesa: «Si tratta – hanno detto – di un progetto complesso, per nulla facile, ma possibile. Reintegreremo tutto ciò che è possibile, grazie anche all’operazione molto attenta che è stata fatta di salvaguardare il materiale recuperato».

Gli eventi sismici del 2016 hanno causato il ribaltamento della sommità della facciata e l’espulsione dei conci di rivestimento delle murature e, all’interno, il crollo della copertura ha coinvolto i pilastri ed ampi brani del paramento interno delle murature perimetrali.

Il dato geometrico è stato acquisito mediante laser a tempo di volo (Leica P40) e le scansioni sono state elaborate in un’unica nuvola di punti tramite il software Leica Cyclone. Per integrare il dato geometrico con quello materico si è condotto un rilievo fotografico da drone, che ha consentito di analizzare anche superfici che per la loro altezza risultavano poco visibili da terra. L’ampia documentazione fotografica ha poi portato all’ulteriore elaborazione di modelli texturizzati tramite fotogrammetria digitale.

Progetto per gli esterni: recupero delle bozze di pietra dalle macerie; reintegrazione delle lacune tramite la giustapposizione (condotta per anastilosi ove possibile) dei bozzati esterni; ricostituzione del sodo murario da realizzarsi con un conglomerato (calcestruzzo di calce con buone caratteristiche di idraulicità e aggregati provenienti dal recupero delle macerie, opportunamente e variamente macinate). Gli elementi lapidei crollati sono conservati in bancali collocati in parte a piè d’opera ed in parte nel deposito di S. Scolastica. Verranno ricostruiti i paramenti murari.

Progetto per gli interni: reintegrazione delle murature perimetrali; reintegrazione in forme semplificate delle parti architettoniche crollate con lo stesso conglomerato gettato in casserature preformate per restituire una superficie molto compatta; per quanto riguarda i pilastri, si recupera tutto il materiale possibile.

Progetto per le coperture interne: il sistema di chiusura dell’ordine architettonico non vuole replicare mimeticamente l’ultima configurazione dei plafoni crollati, frutto di una ricostruzione riduttiva degli anni sessanta. Al tempo stesso la documentazione fotografica riconduce ad una più complessa definizione decorativa degli stessi plafoni, ma dalla documentazione storica si evince che l’attuale configurazione delle coperture fosse stata sensibilmente abbassata rispetto alle quote originarie. Si percorre quindi la strada della reintegrazione in chiave contemporanea, ma a totale “servizio” della preesistenza, mediante un sistema di volte a sesto ribassato, irregolare nella configurazione, ma pur sempre in grado di sottolineare le “campate” sottostanti, oltre che l’area presbiteriale.

Dopo le fasi della rilevazione dei danni, della messa in sicurezza, della rimozione e catalogazione delle macerie, delle varie istanze burocratiche e della progettazione, il 4 aprile 2024 la Conferenza permanente della ricostruzione post sisma 2016 ha approvato il progetto di ricostruzione. L’importo dell’intervento è di circa 7 milioni e 400 mila euro, che provengono dal fondo sisma 2016, nello specifico ordinanze n. 105 del 2020 e n. 132 del 2022. Il 27 giugno 2024 si è riunita la Commissione di Gara dell’Archidiocesi per l’apertura della gara di appalto: i lavori se li è aggiudicati, appunto, la ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (PG). Da capitolato la durata dei lavori è stimata in 600 giorni. Si ipotizza quindi la conclusione per l’estate 2026.
E il sen. Giudo Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione post sisma 2016, ha rivolto il suo grazie a tutti quanti si sono impegnati per arrivare a questa giornata. «Grazie a mons. Boccardo e all’archidiocesi di Spoleto-Norcia che sta facendo molto sulla ricostruzione, in un lavoro che è enorme ed impegnativo. Sugli edifici di culto, con le Diocesi, stiamo facendo un vero cammino sinodale, un bel lavoro di squadra. Abbiamo due obiettivi: ricostruire meglio e mantenere vive le comunità. Con l’avvio di questo cantiere a Norcia si va proprio in questa direzione».

L’intervento dell’Assessore Melasecche. In rappresentanza della presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei è giunto a Norcia Enrico Melasecche, assessore alle infrastrutture, trasporti e mobilità urbana. «Questa giornata – ha detto – è una pietra miliare per Norcia. La collaborazione fra gli Enti, finalmente, ci fa vedere le stelle della ricostruzione. Qui la vita deve proseguire e quindi vanno bene le infrastrutture, ma la Cattedrale riunisce la comunità, è il segno fondamentale dell’anima di questa zona».

L’intervento del sindaco di Norcia Giuliano Boccanera. Di pura emozione ha parlato il primo cittadino commentando l’avvio del cantiere. «Questa chiesa – ha detto – è l’identità della nostra Città. La nostra vita si riconduce sempre dentro la Cattedrale».

Le conclusioni dell’Arcivescovo. «Stiamo dando inizio – ha detto mons. Boccardo nell’intervento conclusivo – ad una operazione grande e significativa. Avviamo qualcosa che va al di là delle mura, che dice la voglia di una comunità di guardare avanti. Siamo qui, tutti insieme, a costruire il futuro. La chiesa di Santa Maria è uno scrigno che custodisce le radici di Norcia».

Norcia – al via il cantiere di ricostruzione post terremoto della Concattedrale di Santa Maria Argentea

Ad otto anni dal terremoto del 2016, sabato 7 settembre 2024 alle ore 16.00 verrà avviato il cantiere di ricostruzione della Concattedrale di Santa Maria Argentea a Norcia. L’appuntamento è dinanzi alla chiesa per una breve cerimonia di benedizione del cantiere e di consegna delle chiavi alla ditta – con possibilità per le persone di entrare, a gruppi contingentati, all’interno dell’edificio – e poi ci si ritroverà nel vicino DigiPASS per l’illustrazione dei lavori. Saranno presenti: l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, il Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione post sisma 2016 sen. Guido Castelli, rappresentanti della Regione Umbria, il sindaco di Norcia Giuliano Boccanera, il parroco di Norcia don Marco Rufini, membri dell’Ufficio tecnico della Curia Arcivescovile, del gruppo di progettazione e della ditta.

Le parole dell’Arcivescovo. «La chiesa Cattedrale non è soltanto un edificio di pietra, ma è anche il luogo nel quale la comunità cristiana si raccoglie per la celebrazione dei sacramenti e per alimentare la propria vita di adesione al Vangelo del Signore. Dunque è un luogo che è particolarmente significativo per la Città di Norcia e per il territorio circostante. Finalmente, dopo otto anni, avviamo il cantiere per la ricostruzione. Vorrei ringraziare quanti si sono adoperati per arrivare a questo giorno, su tutti il Commissario Castelli e tutta la sua struttura, gli altri Enti in vario modo coinvolti, i tecnici della Curia e tutti quanti si sono impegnati nella progettazione».

I passi significativi verso l’avvio del cantiere, l’importo e la durata dei lavori. Dopo le fasi della rilevazione dei danni, della rimozione delle macerie, delle varie istanze burocratiche e della progettazione, il 4 aprile 2024 la Conferenza permanente della ricostruzione post sisma 2016 (Commissario alla ricostruzione, l’Ufficio speciale alla ricostruzione dell’Umbria, la Sovrintendenza Speciale alla ricostruzione, l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, il Comune di Norcia e l’Ente Parco dei Monti Sibillini) ha approvato il progetto di ricostruzione della chiesa concattedrale di Santa Maria Argentea in Norcia. L’importo dell’intervento è di circa 7 milioni e 400 mila euro e provengono dal fondo sisma 2016, ordinanza 105 del 2020 e 132 del 2022. Il 27 giugno 2024, presso i locali della Curia Arcivescovile in Spoleto, si è riunita la Commissione di Gara dell’Archidiocesi per l’apertura della gara di appalto: i lavori se li è aggiudicati la ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (PG). Da capitolato la durata dei lavori è stimata in 600 giorni. Si ipotizza quindi la conclusione per l’estate 2026.

I progettisti. Il gruppo di progettazione è così composto: Studio Battista Associati (arch. Giancarlo Battista); Giannantoni Ingegneria srl (ing. Andrea Giannantoni); geol. Alessandro Nannucci; arch. Maria Vittoria Iazzetti. Consulenti: prof. arch. Riccardo Dalla Negra e prof. arch. Marco Zuppiroli. Collaboratori: arch. Rosa Porricelli; arch. Silvia Petrarca; arch. Daniele Romagnoli; arch. Leonardo Sannucci; geom. Simone Ciotti.

Diocesi Terni – lutto per la morte di mons. Roberto Bizzarri

Il 4 settembre 2024, a seguito di un malore improvviso, è tornato alla casa del Padre mons. Roberto Bizzarri, 60 anni, sacerdote diocesano e Cancelliere vescovile della diocesi dal 2006, Cappellano di Sua Santità, Canonico del Capitolo della concattedrale di Narni.
Un sacerdote molto conosciuto e amato in diocesi, sia per il suo impegno nella pastorale vocazionale e familiare, a cui ha dedicato molti anni del suo ministero sacerdotale ricoprendo anche incarichi a livello nazionale, sia per la sua amabilità e spiritualità.
Don Roberto è nato ad Otricoli il 13 maggio 1964, sin da ragazzo, sotto la guida di don Bruno Bison e don Giorgio Brodoloni, ha manifestato il desiderio di diventare sacerdote, frequentando il seminario minore a Viterbo e poi quello maggiore ad Assisi. E’ stato ordinato sacerdote il 22 ottobre 1988 da mons. Franco Gualdrini. Dopo gli studi teologici in seminario, ha conseguito la Licenza e Dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense.
All’inizio del suo ministero è stato vicario parrocchiale di Sant’Antonio a Narni e segretario del Centro Diocesano Vocazioni. Poi parroco della parrocchia di Santa Maria della Cerqua, dei Santi Giovenale e Cassio a Narni, di Santa Maria delle Grazie di Foce di Amelia, del Sacro Cuore Immacolato di Maria di Terni, e in questi ultimi anni è stato officiante presso la chiesa San Lorenzo a Terni, dopo avere prestato servizio anche presso la chiesa di San Paolo in Terni, San Liberato a Narni, Sant’Andrea apostolo a Capitone.
E’ stato primo rettore del seminario diocesano presso Casa Sant’Alò dal 1988 al 1993, direttore diocesano per l’Apostolato della preghiera diocesano, del Centro Diocesano Vocazioni e del servizio di Pastorale giovanile, docente di Diritto Canonico presso l’Istituto diocesano di Scienze religiose. Ha seguito la formazione del Cammino Neocatecumenale in diocesi ed è stato delegato episcopale per il Cammino Neocatecumeale dal 1998 al 2013, proponendo ed animando l’itinerario di riscoperta del battesimo e della formazione permanente della fede a tante persone in diocesi.
Dal 2002 al 2013 è stato direttore della Commissione diocesana per la famiglia difesa e promozione della vita e delegato episcopale per la diaconia.
In ambito giuridico è stato Giudice del tribunale ecclesiastico diocesano e Giudice tribunale ecclesiastico umbro. Negli anni dedicati al centro diocesano vocazioni ha seguito e proposto incontri della scuola di preghiera e lectio divina. Ha sempre curato la formazione delle coppie nella preprazione al sacramento del matrimonio.
In ambito nazionale è stato dal 2004 consigliere della Federazione associazioni clero italiane a Roma e dal 2012 Delegato regionale Faci, membro del servizio europeo vocazioni, membro della commissione presbiterale italiana, membro del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC), e infine presidente del tavolo nazionale del rapporto tra parroci e sacristi.

Le esequie di don Roberto Bizzarri avranno luogo venerdì 6 settembre alle ore 15.00 nella cattedrale di Terni. Giovedì mattina è stata allestita la camera ardente presso la cappella dell’obitorio dell’ospedale di Terni, dove alle ore 17.00 si terrà la preghiera comunitaria del Santo Rosario.

IL MESSAGGIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA 
Eccellenza Reverendissima,
nell’apprendere la notizia della morte improvvisa di Mons. Roberto Bizzarri, desidero, anche a nome della Segreteria Generale CEI, partecipare al lutto di Vostra Eccellenza e di tutti i fedeli di codesta Diocesi.
Ricordo la sua figura di sacerdote conosciuto e apprezzato per il prezioso servizio pastorale offerto alla Diocesi come cancelliere vescovile e nella pastorale vocazionale e familiare, nonché il suo impegno e grande contributo come Membro del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC).
Mi associo al suffragio per l’anima del confratello defunto, perché il Buon Pastore lo accolga nel suo Regno di luce e di pace.
Don Claudio Francesconi Economo della CEI e Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti dell’ICSC

IL MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO VINCENZO PAGLIA
Eccellenza, caro don Francesco,
E’ con dolore e tristezza che apprendo della morte di Mons. Roberto Bizzarri, Cancelliere della Diocesi, con cui ho lavorato e collaborato a lungo nei miei anni di ministero a Terni, Narni e Amelia. Il male, nelle sue tante forme, si presenta anche improvviso e inatteso e lascia vuoti che umanamente ci affliggono e ci lasciano nello sconforto. La luce del Risorto e la fede della Chiesa, che è attesa “della resurrezione dei morti e della vita del mondo che verrà”, asciugano le nostre lacrime e aprono alla speranza della vita eterna. Quell’Eucarestia, presenza viva del Cristo tra noi, che per tanti anni don Roberto ha celebrato, diventa oggi, per lui, la sua “ora” dell’incontro col volto del Padre, Accia a faccia. Ho conosciuto, in don Roberto, un sacerdote fedele e preparato, generoso e appassionato della Chiesa, dei suoi insegnamenti e del Vangelo. Lo zelo e la cura che ha sempre manifestato nel suo prezioso servizio di Cancelliere della Curia, gli hanno permesso di rimanere in carica in tale ufficio con diversi vescovi, che evidentemente hanno apprezzato il suo ministero. Rivolgo a lei, ai familiari e a tutta la comunità ternana le mie più sentite condoglianze, unito nella preghiera perché il caro don Roberto possa ascoltare con chiarezza le parole di Gesù: Oggi sarai con me nel Paradiso
Un abbraccio affettuoso,
+ Don Vincenzo

IL MESSAGGIO DEL VESCOVO GIUSEPPE PIEMONTESE
Carissimo vescovo Francesco Antonio,
Confratelli tutti,
Mi unisco al Vescovo, al Presbiterio, ai familiari e agli amici tutti in questo momento di dolore e di smarrimento per la morte di don Roberto Bizzarri.
Facciamo fatica ad accettare l’idea della morte; quando arriva ci sconvolge; quando poi è improvvisa ci provoca smarrimento, trovandoci impreparati a lasciare andare, nel Signore, chi ci è caro.
Don Roberto è stato un sacerdote mite, laborioso e amichevole. Più volte lo avevo esortato a rimettere alcuni incarichi extradiocesani, particolarmente impegnativi e onerosi. Nel mio ministero a Terni mi è stato sempre vicino e collaborativo. Era preciso e puntiglioso nel suo lavoro di cancelliere vescovile, anche se contrassegnato da lentezza cronica. I nostri rapporti erano improntati a familiarità, cosa che mi permetteva di richiamarlo amabilmente a superare alcune sue abitudini inveterate e dei limiti personali.
Gli sono grato per la collaborazione prestatami, in qualità di cancelliere, in occasione della visita pastorale, quando ancora una volta egli ha potuto relazionarsi direttamente e proficuamente con i presbiteri della diocesi e le varie comunità parrocchiali.
Certamente lascia un vuoto affettivo, ministeriale e funzionale tra i presbiteri della diocesi e non solo.
L’immagine bella che ci resterà impressa sarà quella di don Roberto, abbracciato alla sacra Reliquia del capo di san Vittore, condotta trionfalmente tra le vie della sua Otricoli, ogni anno, nel giorno della festa
Mi unisco al dolore e alla preghiera comune di suffragio, dopo aver celebrato per lui la s. Messa di oggi.
+ P. Giuseppe Piemontese OFM Conv

Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi: i Vescovi hanno nominato il nuovo Padre Spirituale e il nuovo Vice Rettore.

Dal 1° settembre 2024 don Jozef Gercàk, dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, è il nuovo Padre Spirituale del Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi. Il presbitero conserva il ministero pastorale di Pievano della Pievania del beato Pietro Bonilli a Trevi.
Don Nicola Testamigna, della Diocesi di Città di Castello, è Vice Rettore Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi e Responsabile del Corso propedeutico. L’incarico avrà la durata di cinque anni
«Ringrazio per la disponibilità don Jozef e don Nicola – le parole del Presidente della CEU e arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo – che insieme al Rettore don Francesco Verzini e agli altri sacerdoti collaboratori, costituiscono l’équipe formativa del Seminario regionale. Colgo l’occasione per invitare con insistenza tutte le comunità parrocchiali dell’Umbria ad elevare una preghiera corale per i nostri giovani: sono infatti convinto che il Signore continui a chiamare al presbiterato e alla vita consacrata; manca spesso il clima che favorisca l’ascolto e la risposta. Per intercessione della Madonna del Buon Consiglio, patrona del nostro Seminario, preghiamo affinché le giovani generazioni trovino persone autorevoli e credibili che le aiutino a discernere il progetto di Dio sulla loro vita».

Il 23 settembre prossimo inizierà il nuovo anno di formazione. Al Seminario maggiore ci sono 17 ragazzi, di cui: 5 dell’archidiocesi di Perugia-Città della Pieve; 4 dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia; 2 della diocesi di Gubbio; 2 della diocesi di Città di Castello; 2 della diocesi di Terni-Narni-Amelia; 1 della diocesi di Foligno; 1 della diocesi di Tempio-Ampurias in Sardegna. Sono invece 4 i giovani che frequenteranno l’anno propedeutico: 2 dell’archidiocesi di Perugia-Città della Pieve; 1 dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia; 1 della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino.

Città di Castello – festa della Madonna delle Grazie, patrona principale della città e della diocesi

Prenderà inizio venerdì prossimo, 23 agosto, il triduo in preparazione alla festa della Madonna delle Grazie, patrona principale di Città di Castello e della Diocesi. Il fulcro delle celebrazioni sarà il santuario della Madonna delle Grazie, nel rione San Giacomo, che dal 1456 ospita la venerata immagine: nei quattro giorni del triduo e della festa l’icona, solitamente coperta da un artistico pannello, resterà ininterrottamente aperta.
Il triduo, animato da padre Luca Di Girolamo dell’Ordine dei Servi di Maria, prevede la celebrazione della messa nei giorni 23, 24 e 25 agosto alle ore 18.30; ogni giorno, la celebrazione sarà preceduta dalla recita comunitaria del rosario, alle ore 18, animata da un gruppo ecclesiale cittadino. Venerdì 23, alle ore 21, si terrà la tradizionale veglia di preghiera mentre domenica 25, sempre alle ore 21, muoverà dal santuario la processione che porterà la copia della venerata immagine per alcune strade cittadine secondo questo itinerario: Santuario di Santa Maria delle Grazie, Via delle Giulianelle, Via Campo dei Fiori, Via dei Conti, Via XI Settembre, Via Trastevere, Pomerio San Girolamo, Via della Fraternita, Via dei Fucci, Piazza Magherini Graziani, Via XI Settembre, Santuario di Santa Maria delle Grazie. La processione sarà presieduta dal vescovo diocesano, mons. Luciano Paolucci Bedini.
Lunedì 26 agosto, giorno della festa, al mattino la messa sarà celebrata alle ore 8, 9, 10 e 11; nel pomeriggio, alle ore 17,30 saranno celebrati i vespri cui seguirà, alle ore 18,30, la santa messa solenne presieduta da mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo emerito di Città di Castello. Sarà presente anche il gonfalone del Comune, a ricordo della proclamazione della Madonna delle Grazie a patrona cittadina avvenuta nel 1783.

La devozione
La devozione alla Madonna delle Grazie è molto antica e si è sviluppata attorno all’immagine dipinta da Giovanni di Piamonte nell’anno 1456. Fin dall’inizio l’iconografia esprime assai bene la dimensione “civica” del culto, dal momento che la vergine Maria è raffigurata nell’atto di indicare a al figlio Gesù Città di Castello, per impetrare la benedizione sugli abitanti. Dal tardo medioevo fino a tutta l’età moderna il legame tra la città e la devozione alla Madonna delle Grazie è stato molto forte. Il comune ha mantenuto una delle tre chiavi che in antico servivano per aprire lo sportello che custodiva l’immagine e nel 1620 ha contribuito alle spese per la realizzazione di una corona; infine, nel 1783 è stato il consiglio comunale a proclamare la Madonna delle Grazie patrona della città. L’ampia raccolta di ex voto che ancora si conserva nel santuario, e in parte conservata all’interno e attorno alla nicchia che custodisce l’icona, dimostra quanto la devozione verso la Madonna delle Grazie rappresenti una delle componenti più caratteristiche della cultura popolare cittadina.

L’immagine
Un ulteriore motivo di interesse è dato dall’immagine venerata, di alto livello artistico. Si tratta di una pittura su legno intagliato e dorato realizzata nel 1456 da Giovanni da Piamonte, collaboratore di Piero della Francesca. La tavola di Città di Castello è l’unica opera firmata e datata dal pittore, a proposito del quale sono emerse nuove conoscenze. Una ricerca archivistica ancora in corso, infatti, ha permesso di documentarne la provenienza da Moncalieri e il trasferimento a Sansepolcro nel 1444, quando, insieme alla moglie Agostina affitta una casa nella contrada di San Bartolomeo; il contratto ci permette anche di sapere che il nome del padre del pittore era Tommaso. Poche notizie, ma che gettano qualche luce nella biografia di un pittore di cui nulla finora si conosceva e che possono aprire ulteriori piste di ricerca.

Spoleto, solennità dell’Assunta 2024: preghiera per il mondo della sofferenza all’Hospice, processione per le vie del centro storico e solenne pontificale

Le celebrazioni dell’Assunta 2024, patrona dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, si sono aperte martedì 12 agosto con un momento di preghiera per il mondo della sofferenza all’Hospice “La torre sul colle di Spoleto”. «Siamo qui – ha detto l’arcivescovo Renato Boccardo all’avvio della recita del rosario – per ricordare quanti soffrono nel corpo e nello spirito. Pensiamo a coloro che sono stati ospiti in questa casa e già sono nella casa di Dio; per i loro familiari chiediamo il dono della consolazione e della speranza. E nella nostra preghiera, dinanzi alla Santissima Icone, avvolgiamo quelle persone della nostra Archidiocesi che affrontano ogni giorno la lotta per la vita, con sofferenze fisiche o morali». Insieme al Vescovo, alle persone ricoverate all’Hospice, ai loro familiari, al personale sanitario e ai volontari c’erano alcuni sacerdoti e diversi fedeli.

La processione. Come da tradizione la sera del 14 agosto 2024, vigilia della solennità dell’Assunta, si è svolta a Spoleto la processione con la Santissima Icone dalla Basilica di S. Gregorio alla Basilica Cattedrale. È stata presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo; c’erano diversi sacerdoti, molti fedeli e membri di varie associazioni di volontariato del territorio. Presente il gonfalone della Città di Spoleto e l’amministrazione comunale era rappresentata da Danilo Chiodetti, assessore alla valorizzazione delle culture, della qualità e della bellezza della Città e del territorio. Giunti nella Basilica Cattedrale di Spoleto c’è stato il canto dell’Inno Akathistos, uno dei più famosi inni che la Chiesa Ortodossa dedica alla Theotokos (Genitrice di Dio), da parte della corale della Pievania di S. Ponziano diretto da Loretta Carlini, con all’organo Angelo Silvio Rosati.

Il solenne pontificale. Infine, la mattina di giovedì 15 agosto mons. Boccardo ha presieduto il solenne pontificale in Duomo, alla presenza di numerosi fedeli. Presente il vice sindaco Stefano Lisci con il gonfalone della Città. La liturgia è stata animata dalla corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con all’organo Angelo Silvio Rosati. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi e ministranti, coordinati dal cerimoniere don Pier Luigi Morlino. Nell’omelia il Presule ha sottolineato come «molti cristiani non sentono più l’urgenza e la bellezza di annunciare e testimoniare Gesù Cristo agli altri, uniformandosi in qualche modo al “nichilismo contemporaneo” o a quel “relativismo culturale” che mette sullo stesso piano ogni tipo di credenza religiosa o parareligiosa, come se una valesse l’altra. E così dimenticano di essere portatori di una spiritualità che offre alle persone e alla società un orizzonte di senso più alto e più ampio». «Dobbiamo chiederci – ha proseguito mons. Boccardo – se non ci stiamo rassegnando ad essere come una colonia di insetti, certo evoluti e ingegnosi, ma costruttori di una società che ha paura della vita e diffida della speranza. Scopriamo di avere politiche da amministrazione di condominio, aspettative di vita giovanilistiche, distanze umilianti e in crescita fra ricchi e poveri, uomini e donne, vecchi e bambini, influencer e anonimi, onesti e furbi. Nello spaesamento dell’incertezza, cresce il fascino della chiusura in spazi ristretti e orizzonti limitati e angusti». E l’Arcivescovo non ha dubbi sul fatto che «l’unica vera possibilità perché la nostra vita non insista, in una frustrazione continua, sull’esito dei propri sforzi è incontrare Qualcuno (Gesù, ndr) che sia all’altezza del bisogno grande che ci abita, capace non solo di abbracciare tutta la nostra umanità, ma di salvarla tutta in una valorizzazione infinita». «In questo modo – ha concluso il Presule – la festa dell’Assunta che celebriamo ci ricorda che il Signore non si contenta di “prendere a prestito” la nostra umanità; Egli vuole, piuttosto, farla sua. L’Assunta è Vergine e Madre, senza pregiudizio di entrambe. Il riscatto dall’attuale depressione della vita cristiana (e dell’umano che ci è comune) incomincia forse proprio da qui: da una madre che, perché umile, ha saputo dire di sé: “grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”». Al termine della Messa c’è stata la benedizione alla Città e alla Diocesi con la Santissima dalla loggia centrale della Cattedrale.