Solennità del Corpus Domini. L’Arcivescovo: «Col Sacramento siamo passati nelle vie della Città, dove ferve la vita degli uomini, si agitano le loro passioni, esplodono i loro conflitti, si consumano le loro sofferenze e fioriscono le loro speranze»

Giovedì 16 giugno 2022 nella chiesa di S. Filippo Neri a Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa nella solennità del Corpus Domini. Al termine, dopo due ani di stop a causa delle restrizioni per la pandemia da Covid-19, si è tenuta nuovamente la processione eucaristica verso la Basilica Cattedrale. Col Presule hanno concelebrato il vicario generale don Sem Fioretti, il Pievano e vicario episcopale per la carità don Edoardo Rossi, il parroco della Cattedrale don Bruno Molinari e gli altri parroci delle Pievanie di Santa Maria e del Sacro Cuore. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. La liturgia è stata animata nel canto dal Coro della Pievania diretto da Loretta Carlini, con all’organo Mauro Presazzi.

Nell’omelia mons. Boccardo ha sottolineato come, «inserendoci in una tradizione che dura da quasi duemila anni, anche noi ripetiamo oggi il gesto dello “spezzare il pane”, rinnovando quel momento ineffabile in cui Dio si trovò vicinissimo all’uomo, testimoniando nel dono totale di sé la dimensione “incredibile” di un amore sconfinato. E quella offerta del proprio corpo per noi non è un fatto lontano, consegnato alle pagine fredde della cronaca storica, ma un avvenimento che rivive anche ora, benché in modo incruento, nel Sacramento del Corpo e del Sangue, posti sulla mensa dell’altare. Cristo torna ad offrire ora, per noi, il suo Corpo e il suo Sangue, perché sulla miseria della nostra realtà di peccatori si effonda ancora una volta l’onda purificatrice della misericordia divina, e nella fragilità della nostra carne mortale sia posto il germe della vita immortale».

La processione. «I cristiani, nel corso della loro storia, – ha proseguito ancora l’Arcivescovo – hanno sentito il bisogno di esprimere anche all’esterno la gioia e la gratitudine per la realtà di un così grande dono. Essi hanno preso coscienza del fatto che la celebrazione di questo prodigio d’amore non poteva ridursi entro le mura di un tempio, ma che bisognava portarlo sulle strade del mondo, perché Colui che velano le fragili specie dell’Ostia è venuto sulla terra proprio per essere “la vita del mondo” (Gv 6, 51). Nacque così la processione del Corpus Domini, che la Chiesa celebra da molti secoli con solennità». E al termine della Messa a S. Filippo, si è snodata la processione eucaristica verso la Cattedrale: tra canti e preghiere, l’Arcivescovo ha portato il Sacramento del Corpo e del Sangue del Signore nelle vie della Città. Celebranti e fedeli sono passati fra le case mostrando il sacramento della presenza di Cristo «là dove – afferma mons. Boccardo – ferve la vita degli uomini, dove si agitano le loro passioni, dove esplodono i loro conflitti, dove si consumano le loro sofferenze e fioriscono le loro speranze». Sono passati tra le case «per testimoniare con umile gioia – conclude il Presule – che nel mistero eucaristico c’è la risposta agli interrogativi più assillanti, il conforto di ogni più straziante dolore, l’appagamento di quella sete bruciante di felicità e di amore che ognuno si porta dentro, nel segreto del cuore».

Il ringraziamento del Vescovo e il rammarico per la mancanza di attenzione e rispetto verso la comunità credente della Città da parte delle Autorità civili. «Al termine della nostra bella processione desidero ringraziare vivamente le parrocchie delle Pievanie di Santa Maria e del Sacro Cuore insieme con il Coro che ha animato e sostenuto la liturgia. Così come ringrazio il Comune di Spoleto e i volontari che hanno assicurato il servizio d’ordine e di sicurezza. Non posso però non rilevare davanti a voi – con dispiacere e profondo rammarico – la grave mancanza di attenzione e rispetto verso la comunità credente della nostra Città. Fin dal 3 giugno scorso le Autorità civili erano state avvisate della processione di questa sera e proprio oggi è iniziata la collocazione del palco che non facilita l’accesso al Duomo. Come si garantisce il decoroso svolgimento di altre manifestazioni assumendo di volta in volta gli opportuni provvedimenti, ci saremmo aspettati il medesimo trattamento anche per una manifestazione di fede come quella di questa sera. Questo spiacevole incidente non diminuisce tuttavia la volontà della Curia Arcivescovile di proseguire nel dialogo per una sempre migliore e più proficua collaborazione».

Città di Castello – Primo giorno del pellegrinaggio da Gubbio del vescovo Luciano Paolucci Bedini

Le tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano Paolucci Bedini sulla Via di Francesco verso Città di Castello sono iniziate con un gesto simbolico e una preghiera davanti alla “Porziuncola eugubina”, come il vescovo emerito di Gubbio mons. Mario Ceccobelli aveva ribattezzato la chiesetta di Santa Maria della Vittorina, luogo dell’incontro tra il Santo assisano e il lupo, oltre che sede una delle prime fraternità francescane già dal 1213.
I presenti, sia della diocesi eugubina sia arrivati da quella tifernate, hanno pregato insieme per mons. Paolucci Bedini affidandolo al Signore: “Assisti il nostro vescovo Luciano nell’assunzione del nuovo incarico – recitava l’invocazione – e stringi in piena comunione le nostre due Diocesi di Gubbio e Città di Castello, che nella sua persona hai reso ancor più vicine nel cammino”.
Poi le varie tappe lungo l’itinerario che collega le ultime parrocchie sul territorio diocesano di Gubbio – Loreto e San Benedetto Vecchio – fino ai confini con la diocesi di Città di Castello, a tre chilometri da Pietralunga, dove si trova da qualche anno una piccola edicola votiva con la statua di sant’Ubaldo, vescovo e patrono eugubino. Lì c’è stato l’incontro con il vescovo emerito della diocesi tifernate, mons. Domenico Cancian, che poi ha proseguito con don Luciano il cammino fino a Pietralunga, meta finale della prima giornata di cammino.
La destinazione ultima del cammino, con arrivo nel pomeriggio di venerdì 17 giugno, è il convento degli Zoccolanti a Città di Castello, passando da domani per Pieve de’ Saddi, Candeggio e il Sasso. Un cammino condiviso per alcuni tratti anche dal vescovo emerito, mons. Cancian.
Una sorta di lungo prologo alla giornata dell’ingresso del nuovo Vescovo della diocesi tifernate. Sabato 18 giugno, alle ore 16.30, c’è il primo momento della giornata che segna l’inizio del ministero pastorale di mons. Paolucci Bedini, con l’accoglienza al santuario di Santa Maria delle Grazie.
Segue il corteo verso il palazzo comunale percorrendo a piedi via XI Settembre, via Mario Angeloni, piazza Matteotti e corso Cavour. Fino all’arrivo in piazza Gabriotti dove – alle ore 17 – c’è il saluto del sindaco tifernate Luca Secondi, alla presenza di varie autorità civili e militari.
Mezz’ora più tardi, intorno alle 17.30, l’accoglienza nella cattedrale dei Santi Florido e Amanzio. La celebrazione eucaristica solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Paolucci Bedini inizia alle ore 18 e sarà trasmessa in diretta dal canale Youtube e sulla pagina Facebook della diocesi di Città di Castello, creati proprio in questi giorni. La diretta della celebrazione sarà visibile anche sul sito web www.ttv.it , sul sito web www.trgmedia.it e su Trg al canale 13 del digitale terrestre.

Assisi – Conclusa l’assemblea diocesana “Tessere relazioni” in cui sono state definite le linee programmatiche del prossimo anno pastorale

“Abbiamo bisogno di un visione nuova della parrocchia, che poi è quella originaria tradotta per l’oggi”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, al termine della due giorni dell’assemblea diocesana sul tema “Tessere relazioni” che si è svolta venerdì 10 e sabato 11 giugno alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli. La due giorni si è articolata in momenti di incontro e di condivisione e in un laboratorio in cui sono state definite le linee programmatiche del prossimo anno pastorale; linee che a settembre, dopo opportuno discernimento, il vescovo monsignor Domenico Sorrentino offrirà all’intera diocesi.

“Fare di più – l’auspicio del vescovo nella sua relazione – perché la prima missione è la preghiera: metterci davanti a Dio e rispondere a Lui, ascoltarlo e chiedersi cosa vuole Lui da noi. E ascoltarlo insieme, con quella forza in più che viene, anche nella preghiera, dalla coralità. Lo dice anche il Vangelo: dove due o tre sono riuniti nel mio nome io sto in mezzo a loro”. Per Sorrentino, “Dio è famiglia, viene a farci figli, fratelli e sorelle… la fraternità è il principio chiave per capire cos’è Dio e cos’è la Chiesa. Anche la preghiera in fraternità è una bomba energetica, il grande segreto che Gesù ci ha dato. Attraverso la televisione e i social arriva di tutto, non voglio demonizzare – la premessa di monsignor Sorrentino – ma spesso i messaggi sono negativi e la casa va purificata con il nome santo di Gesù: la preghiera dovrebbe essere il naturale respiro di un cuore cristiano”.
Per questo il desiderio del vescovo, “un regalo” che Sorrentino chiede ai suoi fedeli, “portare la testimonianza che con Gesù diventa tutto più bello. Se noi riuscissimo a seminare per un anno la preghiera, sarebbe una evangelizzazione continua e anche una crescita di fede spirituale e di fraternità che ci coinvolge in prima persona, e sarebbe già missione, come è missione aprire il cuore al Vangelo: se apro il cuore al Vangelo, arrivo al lavoro con un volto in cui si riflettono pace e gioia, e già questo è evangelizzante”.
Il vescovo ha ricordato inoltre che “il mondo sta camminando a una velocità supersonica e il Signore ci chiede un grande scatto di entusiasmo: portiamo un augurio, un saluto, una benedizione semplice. Ricordiamoci sempre che la struttura centralizzata della parrocchia è avvenuta dopo, il nucleo principale è stato l’adesione persona per persona, casa per casa. Questa è la maniera cristiana di sentire Dio, portare in prima persona – ha concluso il vescovo – la testimonianza che con Gesù diventa tutto più bello”.

Perugia – cittadinanza onoraria al card. Bassetti. L’amministratore diocesano mons. Marco Salvi: «È un significativo riconoscimento per la sua instancabile opera profusa per il bene comune»

Sarà cittadino onorario di Perugia il cardinale GUaltiero Bassetti. La cerimonia pubblica del conferimento della cittadinanza onoraria si terrà lunedì 6 giugno, alle ore 15.30, nella Sala dei Notari del Palazzo dei Priori.
«Il conferimento della cittadinanza onoraria all’arcivescovo emerito cardinale Gualtiero Bassetti da parte del Comune di Perugia, città capoluogo dell’Umbria, è motivo di gioia e di orgoglio per la Chiesa diocesana e per la comunità civile. È un significativo riconoscimento all’uomo e al vescovo per la sua instancabile opera pastorale e sociale profusa per il bene comune di Perugia e dell’Umbria». A sottolinearlo è l’amministratore diocesano e vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, nell’esprimere la gratitudine dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve alla massima Istituzione civile cittadina per il conferimento di questo prestigioso riconoscimento al cardinale Bassetti;

«Il cardinale Bassetti ha servito con amore, tenacia e umiltà la Chiesa di Perugia-Città della Pieve per 13 anni – commenta mons. Salvi –, chiamato da papa Francesco a far parte del Collegio cardinalizio e poi alla guida della Conferenza episcopale italiana, contribuendo a dare lustro a Perugia e all’Umbria. Era dai tempi dell’episcopato di Gioacchino Pecci, poi papa Leone XIII, che Perugia non aveva memoria di un cardinale tra i suoi Pastori. All’arcivescovo Bassetti gli è stata conferita la berretta cardinalizia anche per essere un “vescovo sociale”, attento e sensibile alle istanze del popolo, in particolare dei più poveri ed emarginati, gli “scarti” della società come li chiama il Papa».

In ambito sociale il cardinale Bassetti ha voluto, sostenuto e incoraggiato, attraverso la Caritas diocesana, la realizzazione di diversi nuovi progetti di opere segno, oltre al prosieguo di quelli ricevuti dal predecessore, l’arcivescovo Giuseppe Chiaretti. Sotto l’episcopato Bassetti la Caritas ha dato vita al “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”, una cittadella per l’accoglienza di famiglie in gravi difficoltà e dove sono operativi il Centro di ascolto diocesano, un emporio, un consultorio medico e una delle due mense cittadine inaugurata di recente e intitolata “Don Gualtiero”. Sempre la Caritas diocesana, sostenuta dal cardinale, ha attivato dal 2014 ad oggi cinque Empori della Solidarietà in zone sensibili del territorio diocesano e avviato l’Osservatorio per lo studio delle povertà; Osservatorio che ha curato sette rapporti riconosciuti validi strumenti per contribuire ad arginare il fenomeno, adottati anche da Istituzioni ed organizzazioni civili impegnate nel sociale. Non da ultima l’opera per l’accoglienza di migranti richiedenti protezione internazionale e dei profughi ucraini.

Perugia – 7° Rapporto diocesano sulla povertà “Prendiamoci cura” dell’Osservatorio Caritas: preannuncia anche un 2022 molto impegnativo per il costante aumento delle richieste di aiuti

Aumentano le persone che si rivolgono al Centro di ascolto della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve per chiedere un aiuto non solo di natura materiale, passando dalle 1.306 del 2020 alle 1.467 del 2021 (gli stranieri sono il 73,4% e gli italiani il 26,4%), un incremento pari al 12,3%, percentuale degli utenti Caritas che arriva a più 38,2% dal 2016 a quest’ultimo Rapporto dal titolo “Prendiamoci cura”.
Questo 7° Rapporto, come i precedenti, non si limita alla raccolta dati, ma è una ricerca-studio accurata del fenomeno povertà rilevato nel 2021 e nel primo quadrimestre 2022, a cura dell’Osservatorio Caritas sulle povertà e l’inclusione sociale.
Presentato il 30 maggio, presso il “Villaggio della Carità” di Perugia, alla presenza dell’arcivescovo emerito il cardinale Gualtiero Bassetti, dell’amministratore diocesano e vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e di rappresentanti delle Istituzioni civili, dal direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, dall’economista Pierluigi Grassetti, coordinatore dell’equipe dell’Osservatorio Caritas, e dallo statistico Nicola Faloci, membro della suddetta equipe, coinvolge e si rivolge, in particolare, alle Istituzioni civili locali e a tutti gli attori sociali operanti nel territorio. È un valido strumento per contribuire ad arginare e contrastare il fenomeno povertà.

Le nuove povertà. L’edizione 2021 evidenzia alcuni aspetti di “novità” rispetto alle precedenti. Innanzitutto l’aumento dei richiedenti aiuto nel 2021 è dovuto all’effetto della pandemia a cui si è aggiunta, nei primi mesi del 2022, l’emergenza profughi ucraini. Altro nuovo aspetto è il persistente basso livello di scolarizzazione di coloro che chiedono aiuto, che si accompagna spesso ad un abbandono precoce del percorso degli studi. La povertà economica si traduce in povertà educativa e questa è una delle trappole fondamentali della stessa povertà. Un’altra nuova grave criticità è il numero crescente di disoccupati e di occupati; questi ultimi sono i poveri che lavorano, un fenomeno in costante dilatazione per salari molto bassi e lavori precari. Altro nuovo inquietante aspetto della povertà è il peggioramento della condizione abitativa per molte famiglie, in particolare italiane, al punto che la Caritas diocesana ha promosso una campagna, di sensibilizzazione e raccolta fondi denominata “Adotta un affitto”. Tutti fronti dove le Istituzioni locali preposte in materia possono intervenire appropriatamente e la Caritas, oltre a collaborare con le suddette Istituzioni, potenzia il ventaglio dei suoi interventi e raccomanda il coinvolgimento di tutta la cittadinanza per avviare a soluzione queste pesanti e difficili sfide di carattere sociale ed economico che emergono dal 7° Rapporto sulle povertà.

Alcuni dati. Tra i dati più rilevanti del 2021 è la percentuale del 36,7% degli utenti che si è rivolta per la prima volta alla Caritas per chiedere un aiuto e, se si considera il periodo dall’inizio della pandemia (marzo 2020) ad oggi, il numero di questi utenti sale al 60,2%. Da non trascura che molti dei nuovi utenti sono giovani, tra cui gli italiani che sono il 15,7% e gli stranieri il 39,3%. Anche la complessità dei bisogni aumenta rispetto al 2020 con 3.906 passaggi al Centro d’ascolto diocesano dei 1.467 utenti complessivi, mentre nel 2020 erano 3.070 passaggi per 1.306 utenti. Gli interventi della Caritas diocesana a sostegno delle persone in difficoltà nel 2021 sono stati 64.316, circa 20mila in più rispetto all’anno precedente (45.793). Tra le voci principali degli interventi del 2021 figurano i 38.663 per beni e servizi materiali (distribuzione pacchi viveri, attività empori della solidarietà, distribuzione vestiario e mense) e i 10.255 per il servizio di ascolto, il servizio base che apre a tutti i successivi e influisce su di essi, che registra nel 2021 un aumento di rilievo, pari al 77,3%. Inoltre si è registrato un incremento sia dei sussidi economici (bollette e tasse + 77,3% e canoni di affitto + 10,7%) sia degli interventi sanitari (+ 50%). Significativo anche il dato dell’incremento degli utenti dei Centri d’ascolto delle Caritas parrocchiali, passati dai 1.643 del 2019 ai 2.790 del 2021. Non va trascurato nemmeno il fenomeno dei profughi ucraini registrato dalla fine dello scorso febbraio a tutt’oggi, che si è aggiunto a quello causato dalla pandemia.

Figli della speranza. Don Marco Briziarelli, nell’introdurre la presentazione del Rapporto, ha sottolineato la scelta del titolo “Prenderci cura” in continuità con quello del precedente Rapporto, “Insieme nella cura”, parlando di «un anno molto impegnativo che ci ha portato a rispondere, a reagire, come Chiesa diocesana, attraverso la sua Caritas, con quella che riteniamo una delle indicazioni fondamentali che il Papa ha dato in occasione dei 50 anni della nascita della Caritas italiana (1971-2021): “Ascoltare la creatività dello Spirito Santo”. Tutto quello che si presentava come un problema, una difficoltà, l’abbiamo cercato di viverlo come una opportunità». Il direttore della Caritas ha poi avuto parole di gratitudine per «tutti i benefattori e i volontari che sono l’anima della Caritas, che ci permettono di rispondere tutti i giorni ai bisogni della gente. Il 2022 si annuncia un anno preoccupante che stiamo affrontando al meglio, perché non siamo i figli della speranza». Don Briziarelli, avviandosi alla conclusione, ha evidenziato l’importanza anche del «lavoro portato avanti negli ultimi due anni con le Caritas parrocchiali, che ha portato un netto incremento di interventi. Proprio domani (31 maggio, ndr) – ha annunciato il sacerdote – presenteremo alla Caritas attive sul territorio diocesano il nuovo progetto “In ascolto” volto alla formazione e al potenziamento delle stesse Caritas parrocchiali e d’unità pastorale. Un progetto che riteniamo fondamentale, affinché tutti i Centri d’ascolto riescano a camminare in maniera autonoma e, nel contempo, in piena comunione con il Centro d’ascolto diocesano».

La carità maestra della vita. Il cardinale Bassetti, nel commentare il 7° Rapporto, ha detto: «tutte le persone che chiedono aiuto alla nostra Caritas non sono dei numeri, ma sono dei volti segnati dalla sofferenza umana e materiale. Per tutti loro dobbiamo avere massima attenzione soprattutto in momenti difficili come questi caratterizzati prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina. La Caritas, prima ancora di essere organismo operativo della Chiesa, è una fucina di formazione, sensibilizzazione, educazione, soprattutto dei giovani e dei volontari, ma la pedagogia della carità deve rivolgersi a tutti e deve connettersi con tutte le attività delle parrocchie, perché la pedagogia della carità sia al primo posto, perché la carità sia davvero maestra della vita».

 

 

Presentazione Infografiche DEF

 

 

 

 

 

 

Perugia – il Collegio dei consultori ha eletto l’amministratore diocesano. È mons. Marco Salvi, vescovo ausiliare e vicario generale.

A seguito dell’accoglimento da parte di papa Francesco della rinuncia al governo pastorale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve del cardinale Gualtiero Bassetti, per raggiunti limiti d’età, il Collegio dei consultori, riunitosi in Curia il 30 maggio 2022, ha eletto ad amministratore diocesano il vescovo ausiliare e vicario generale monsignor Marco Salvi. Il presule ricoprirà tale incarico fino al giorno della presa di possesso dell’Archidiocesi da parte del nuovo arcivescovo metropolita che dovrà essere nominato dal Papa.

Monsignor Salvi, nato a Sansepolcro (Ar) il 4 aprile 1954, ordinato presbitero il 28 maggio 1983, è stato nominato vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, con l’attribuzione della Sede titolare di Termini Imerese, da papa Francesco il 15 febbraio 2019, ricevendo la consacrazione episcopale il 31 marzo successivo nel duomo di Arezzo, sua Diocesi di origine.

Conclusa l’Assemblea ecclesiale regionale con i Vespri presieduti dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve. Il saluto affettuoso della comunità umbra

L’Assemblea ecclesiale delle Chiese umbre, celebrata sabato 28 maggio nella chiesa di San Paolo apostolo a Foligno, si è conclusa con la preghiera dei Vespri presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve. Nella sua breve riflessione il cardinale ha esortato a “guardare in alto, a prendere il largo, per essere credibili come credenti”. Ha quindi rivolto il saluto all’amata Chiesa umbra augurandole di vivere sempre “la gioia che viene da Gesù”.

Dopo la benedizione finale, mons. Renato Boccardo, presidente della Ceu, a nome dei vescovi e dei delegati presenti all’Assemblea ha rivolto un saluto ammirato e riconoscente al cardinale Gualtiero Bassetti, che proprio ieri (27 maggio) ha visto concludersi il suo servizio episcopale alla Chiesa di Perugia-Città della Pieve: “la sua cordiale umanità, la sua sapienza pastorale e la sua generosa dedizione capace di tessere relazioni per favorire e rafforzare la comunione rimangono per noi esempio luminoso e preziosa eredità da raccogliere e custodire. Confidiamo che vorrà continuare ad accompagnarci con il suo consiglio e la sua preghiera”. Un lungo applauso ha sottolineato questo momento di familiare saluto, con l’affetto che sempre la comunità umbra ha avuto e dimostrato al cardinale Gualtiero.

Assemblea ecclesiale regionale delle Chiese Umbre. Incontro di comunione e fraternità per dare un segnale di ripresa e di speranza. Mons. Erio Castellucci: “Nella nostra pastorale è necessario passare dalla logica del conteggio a quella del contagio”

A Foligno, presso il complesso parrocchiale di San Paolo Apostolo, sabato 28 maggio, si è tenuta l’assemblea ecclesiale regionale sul tema: “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”, quale incontro di comunione e fraternità dopo la dispersione e la frammentarietà generata dall’emergenza sanitaria, per dare un segnale di ripresa e un messaggio di speranza.

Presenti i Vescovi dell’Umbria e 25 delegati per ognuna delle otto diocesi, accolti con cordialità dal parroco don Giovanni Zampa e dalla equipe della parrocchia. Quest’assise della Chiesa umbra si inserisce nel Cammino sinodale delle Chiese in Italia che dà spazio all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori.

Nel saluto iniziale di benvenuto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo ha detto che «siamo nuovamente riuniti in Assemblea non per un ascolto unilaterale, quale può essere l’acquisizione di informazioni, di dati e di analisi accurate della realtà, ma per un tempo di dialogo, di confronto, di scambio su convinzioni e pareri, anche diversi. Con l’intento di trovare sintonia nello stile evangelico, sinergia nell’impiego delle forze, simpatia e passione nel guardare la vita del mondo. Senza sognare soluzioni facili per una realtà complessa né cedere alla tentazione di diagnosi deprimenti; cercando piuttosto di individuare rimedi incoraggianti. Vorremmo riflettere perciò su come impostare una ripresa della pastorale, come ridare slancio, come tornare ad entusiasmarci dopo la dispersione della pandemia, di fronte alle conseguenze della crisi economica e ai traumi generati dalla guerra in corso, con il proposito di preparare magari un incontro più organico e strutturato nel prossimo anno».

Mons. Domenico Sorrentino vescovo di Foligno e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ha presieduto la preghiera iniziale di invocazione allo Spirito Santo. “Nel brano degli Atti degli Apostoli (Atti 18, 23-28) che abbiamo ascoltato – ha evidenziato mons. Sorrentino – emerge la dinamica dell’evangelizzazione: strada, chiesa, casa. L’evangelizzazione e il cammino sinodale hanno bisogno di tutti e tre questi elementi: la strada che esprime il dinamismo dell’annuncio, la casa che esprime l’esperienza di relazioni calde di umanità e di fede, la chiesa dove ci si raduna per sentirsi popolo e comunità credente».

Momento centrale dell’incontro è stata la riflessione di mons. Erio Castellucci vescovo di Modena-Nonantola e Carpi, vicepresidente della Conferenza Episcopale italiana, che partendo dall’attuale situazione storica e sociale della Chiesa in riferimento alle crisi che segnano il mondo, dalla guerra alla pandemia, dalle povertà alla questione ecologica, dall’immigrazione all’integrazione, ha evidenziato come «la crisi è una dimensione della vita che va abitata e gestita. Non possiamo vivere pensando di schivare le crisi. Il primo modo di affrontarle è la gioiosa fraternità, nella consapevolezza dei problemi e nella capacità di affrontarli instaurando delle relazioni gioiose e profonde. Una fede lamentosa, infatti, non produce frutti. Il lamento c’è e – ha sottolineato Castellucci – serve come segnalazione di ciò che manca, ma nelle comunità deve essere presente in modo più incisivo la gioia del Vangelo. Una comunità fraterna, in un cammino di crescita condivisa, è più interessata a cogliere le ricchezze dell’altro, piuttosto che evidenziarne i limiti. Il troppo chiacchiericcio e la malevolenza allontanano dalla Chiesa: sono il veleno delle comunità, che sembra influire anche in modo rilevante sui giovani e il loro allontanamento dalla Chiesa».

La crisi può essere elemento per una trasformazione dei punti di debolezza in forza, che per mons. Castellucci possono dare nuovo slancio all’azione pastorale. «Non è tanto importante contare i risultati ma essere autentici, accettando anche le debolezze. Siamo sempre preoccupati dei numeri, che sono indicatori interessanti, però la debolezza deve diventare forza, e cambiare la nostra mentalità passando dal conteggio al contagio. Dobbiamo creare dei luoghi di accoglienza e di ascolto che intercettino la vita delle persone, lì dove esse vivono, casa, luoghi di lavoro e di socialità, e non necessariamente nelle parrocchie».

Mons. Castellucci ha concluso il suo intervento con la suggestione data da tre parole: sale, lievito e luce, elementi che non bastano a se stessi ma che per produrre ed essere efficaci devono essere coniugati ad altri e ben dosati; a ribadire l’importanza di riconoscersi negli altri e con loro proseguire nel cammino cristiano della Chiesa in uscita, sempre più chiamata ad essere, come disse papa Benedetto XVI, “minoranza creativa”.

L’assemblea è proseguita con un momento di ascolto e confronto tra i partecipanti e nei gruppi di lavoro sulla formazione degli operatori pastorali, sul rinnovamento della pastorale e sugli stili delle proposte cristiane.

Accolta la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve del Cardinale Gualtiero Bassetti. Il messaggio dei Vescovi Umbri: “La sua generosa dedizione rimane per noi esempio alto di arte pastorale e preziosa eredità da raccogliere e custodire”

Il 27 maggio il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Perugia-Città della Pieve, presentata da Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Gualtiero Bassetti.
I Vescovi dell’Umbria si stringono con ammirazione e riconoscenza attorno al Cardinale Gualtiero Bassetti nel giorno in cui lascia il servizio episcopale nella Chiesa di Perugia-Città della Pieve. Ricordano con gratitudine la ricca umanità e la sapienza ecclesiale con cui ha accompagnato in questi anni la Conferenza Episcopale umbra e il suo cammino, anche mentre ricopriva l’incarico prestigioso e particolarmente impegnativo di Presidente della CEI.
La sua generosa dedizione capace di tessere relazioni per favorire e rafforzare la comunione rimane per noi esempio “alto” di arte pastorale e preziosa eredità da raccogliere e custodire. Siamo certi di poter contare ancora sulla sua compagnia e sul suo consiglio, e gli auguriamo un tempo sereno e fecondo di frutti.

Venerdì 27 maggio, alle ore 12, in concomitanza con l’annuncio dato dalla Sala stampa vaticana, il cardinale Gualtiero Bassetti ha convocato i collaboratori di curia per l’annuncio ufficiale.
Il Cardinale ha ringraziato i collaboratori ed ha annunciato che da questo momento la guida della diocesi passa al vescovo ausiliare e vicario generale mons. Marco Salvi il quale entro otto giorni convocherà il Collegio dei consultori che dovrà eleggere l’Amministratore diocesano.

Ceu – Assemblea Regionale delle diocesi umbre “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia” il 28 maggio 2022

Dopo l’Assemblea Ecclesiale Regionale del 18-19 ottobre 2019, i Vescovi umbri hanno inteso realizzare un’Assemblea Regionale il 28 maggio 2022 presso la chiesa di San Paolo a Foligno. L’assemblea è un appuntamento di comunione e fraternità dopo la dispersione e la frammentarietà generata dalla pandemia e anche per dare un segnale di ripresa e un messaggio di speranza, tiene conto del contesto ecclesiale odierno e del Documento consegnato dai Vescovi dopo l’Assemblea regionale del 2019, senza avere però pretese programmatiche o decisionali è un evento semplice e agile, e può costituire anche la preparazione di un’Assemblea Generale più organica e strutturata, da convocarsi nei prossimi mesi.
Un’assemblea che vedrà la partecipazione di 25 membri per Diocesi tra quanti hanno preso parte alla precedente Assemblea 2019, per favorire il confronto intenso senza dispersioni; si pone in ascolto del magistero della Chiesa offerto dall’intervento di Mons. Castellucci – uno dei tre vice presidenti della Conferenza episcopale italiana, arcivescovo abate di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi – che proporrà una riflessione sul tema “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia”, in dialogo fraterno in un profondo clima di preghiera e comunione. L’assemblea offre anche la possibilità di registrare nei piccoli gruppi il termometro comunitario e spirituale del momento e può individuare alcuni criteri chiari e condivisi.

PROGRAMMA
ore 9.00 Accoglienza
ore 9.30 Preghiera di invocazione dello Spirito Santo
ore 10.00 “Quale ripresa? Per una sapienza pastorale dopo la pandemia” Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo di Modena-Nonantola e Vescovo di Carpi, Vice-Presidente della CEI
ore 11.00 Pausa
ore 11.30 Dialogo con il Relatore
ore 13.00 Pranzo (catering)
ore 14.30 Lavori di gruppo con membri delle 8 diocesi (condivisione sulle piste offerte dal Relatore)
ore 16.30 Pausa
ore 17.00 Celebrazione solenne dei Primi Vespri dell’Ascensione

TRACCE  PER IL DIALOGO NEI LAVORI DI GRUPPO

LA LETTERA DI PRESENTAZIONE DELL’ASSEMBLEA