Terra Santa: Una immagine della Madonna delle Grazie della cattedrale di Perugia nella basilica dell’Annunciazione a Nazareth consegnata dal cardinale Bassetti in occasione del pellegrinaggio diocesano

È iniziato lunedì scorso e terminerà il 29 agosto il pellegrinaggio diocesano di Perugia-Città della Pieve in Terra Santa presieduto dall’arcivescovo emerito cardinale Gualtiero Bassetti a conclusione del suo ministero episcopale perugino-pievese. Le prime tappe di questo pellegrinaggio sono state il monte Tabor, il convento dei carmelitani ad Haifa, i luoghi della vita di Gesù sul lago di Tiberiade con la messa nella Domus Galilae, cuore del Cammino Neocatecumenale in Terra Santa.

A Nazareth, i centocinquanta pellegrini hanno partecipato con il cardinale Bassetti ad una commovente liturgia mariana, durante la quale è stata affissa e benedetta nel portico della basilica dell’Annunciazione un’opera in ceramica raffigurante la Madonna delle Grazie, venerata da secoli nella cattedrale di Perugia, compatrona dell’Archidiocesi. L’opera, di non grandi dimensioni, è stata realizzata dal laboratorio della pittrice ceramista Claudia Ciotti di Deruta.

“Sono grato al Signore – ha detto il cardinale – di aver avuto l’ispirazione, al termine del mio episcopato perugino-pievese, di portare questa immagine di Maria, che ci rappresenta tutti, in questa basilica. Un pezzo del nostro cuore resterà qui accanto a lei, dove grazie al suo sì e alla sua completa disponibilità a Dio, è iniziata l’avventura cristiana, che si è poi diffusa in tutto il mondo. La Madonna delle Grazie conceda a noi e tutta la Chiesa perugino-pievese di conoscere un tempo fecondo di nuova evangelizzazione e di annuncio del messaggio di Gesù. Accanto a Maria preghiamo per la nostra Chiesa, per tutti i sacerdoti, per il nuovo arcivescovo Ivan Maffeis, per le famiglie, per i giovani e tutti coloro che si sono affidati alle nostre preghiere”.

Il pellegrinaggio, organizzato dall’agenzia viaggi diocesana “Novaitinera” e guidato dai padri francescani Giulio Michelini e Stefano Tondelli, proseguirà con la visita dei luoghi principali della fede cristiana, tra Betlemme e Gerusalemme. Il cardinale Bassetti presiederà venerdì 26 agosto la messa della Natività nella basilica di Santa Caterina a Betlemme e sabato 27 agosto in mattinata, la messa dell’aurora nella chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Perugia – celebrata la solennità dell’Assunzione. Le parole del vescovo ed amministratore diocesano Marco Salvi e del cardinale Bassetti. Annunciato il pellegrinaggio in Terra Santa di cento fedeli perugino-pievesi

Molto partecipata è stata a Perugia la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, che la Chiesa celebra il 15 agosto, aperta dalla tradizionale processione della “Luminaria Magna”, risalente al secolo XIV, della sera della vigilia (14 agosto), dalla cattedrale di San Lorenzo alla chiesa Salus Infirmorum dell’ex Ospedale di Monteluce, nella parrocchia di Santa Maria Assunta, guidata dal vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi.

Le parole del vescovo Salvi. «Le luci della “luminaria” sono segno di speranza per tutti, in un’epoca avvolta di tanta tristezza e sofferenza nel mondo», ha commentato mons. Salvi al termine della processione. «La festa dell’Assunzione della Beata Vergine – ha proseguito il presule – ci invita, volgendo lo sguardo a Maria, a guardare in alto nella nostra vita prendendo la Madre di Dio come modello di riferimento, abbandonando le distrazioni che accomunano tanti uomini propensi a guardare in basso».

Le parole del cardinale Bassetti. La solennità della Madonna dell’Assunta è culminata nel capoluogo umbro la mattina del 15 agosto, nella chiesa Salus Infirmorum, con la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo emerito cardinale Gualtiero Bassetti. «La gioia di Maria espressa nel canto del Magnificat – ha ricordato il porporato – ci ricorda la differenza dei valori di questo mondo e quelli del Cielo. La Beata Vergine ci insegna l’umiltà, la disponibilità e l’amore alla Parola di Dio e nella sua accettazione della volontà divina si pone come esempio per tutti i credenti a fidarsi di Dio per trasformare il mondo».

La tradizionale distribuzione del basilico. A concelebrare con il cardinale Bassetti sono stati il parroco di Santa Maria Assunta don Nicola Allevi e il parroco emerito mons. Luciano Tinarelli, decano del Clero diocesano. La celebrazione si è svolta nel piazzale antistante la chiesa Salus Infirmorum, nota anche come “chiesa del Dottori” (per gli affreschi realizzati da Gerardo Dottori, maestro umbro del Futurismo italiano). Al termine della celebrazione è stata distribuita la tradizionale piantina di basilico, pianta regale con la cui essenza profumata si ungevano le immagini del Signore e della Santa Vergine. La tradizione popolare vuole che questa pianta, per eccellenza della dolcezza, venisse scambiata in dono dai fidanzati.

Il pellegrinaggio in Terra Santa. La festa di Santa Maria Assunta è stata occasione per annunciare l’imminente il pellegrinaggio in Terra Santa, dal 22 al 29 agosto, dal significato anche mariano, guidato dal cardinale Bassetti, al quale hanno aderito un centinaio di fedeli dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, tra cui una decina di sacerdoti. Il pellegrinaggio toccherà i luoghi tradizionali della fede, Nazareth, Betlemme, Gerusalemme e Monte Tabor. A Nazareth, nel chiostro della Basilica dell’Annunciazione, verrà collocata un’icona in ceramica della Madonna delle Grazie venerata nella cattedrale di Perugia. Si tratta di un dono del cardinale, che è molto legato a questo luogo mariano di Terra Santa dove già portò un’icona della Madonna del Conforto di Arezzo quando era vescovo della Diocesi toscana. L’opera è stata realizzata dalla pittrice ceramista Claudia Ciotti di Deruta. Al rientro dal pellegrinaggio, il cardinale Bassetti parteciperà al Concistoro indetto da Papa Francesco in Vaticano, fa sapere la segreteria del porporato, dove dal 29 al 30 agosto tutti i cardinali parteciperanno alla riunione sulla nuova Costituzione apostolica “Praedicate Evangelium”.

Perugia – l’arcivescovo eletto don Ivan Maffeis sarà consacrato l’11 settembre nella cattedrale di San Lorenzo

«L’arcivescovo metropolita eletto di Perugia-Città della Pieve, don Ivan Maffeis, riceverà la consacrazione episcopale il prossimo 11 settembre, nella cattedrale di San Lorenzo, e contestualmente prenderà possesso dell’Archidiocesi. Ha scelto lui questo giorno, domenica, in cui i credenti sono chiamati a rivivere nell’Eucaristia la Pasqua del Risorto». Ad annunciare la data di inizio dell’episcopato di mons. Maffeis è il vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi, sottolineando che «è anche la vigilia della festa della Madonna delle Grazie, tanto venerata nella nostra cattedrale, la protettrice della città e della diocesi; ricorrenza che coincide con la memoria liturgica del Nome di Maria. Ci piace annunciarlo oggi, 26 luglio, quando la Chiesa annovera fra i suoi santi Gioacchino ed Anna, genitori della Beata Vergine. A fine agosto terremo la conferenza stampa di presentazione del programma dettagliato di avvio episcopato di mons. Maffeis».
I “segni”. Sono quattro i luoghi di incontro del nuovo Pastore con il gregge a lui affidato da papa Francesco, che sono “segni” della vitalità civile e religiosa della comunità perugina, che l’arcivescovo eletto avrà modo di conoscere nella giornata di domenica 11 settembre: parrocchia, giovani, carità, istituzioni.
A Monte Corona. Don Maffeis farà ingresso nel territorio diocesano sostando, come è tradizione, nella prima parrocchia che incontra nel percorso verso la chiesa cattedrale, Monte Corona, nel comune di Umbertide. Visiterà e si raccoglierà in preghiera nell’abbazia-basilica minore di San Salvatore, antico insediamento benedettino risalente all’XI secolo.
A Prepo. Dopo Monte Corona l’arcivescovo eletto raggiungerà il complesso dell’Unità pastorale “San Giovanni Paolo II” di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino di Perugia, dove incontrerà una folta rappresentanza del mondo giovanile diocesano di parrocchie, oratori e associazioni e movimenti laicali. A Prepo si trova la chiesa più “giovane” dell’Archidiocesi, consacrata poco più di due mesi fa, punto di riferimento anche sociale per un quartiere periferico in costante espansione con diverse realtà produttive che hanno vissuto momenti di crisi.
Al Villaggio della Carità. Terminato l’incontro con i giovani, don Maffeis visiterà il “Villaggio della Carità – Sorella Provvidenza”, sede anche della Caritas diocesana e di alcune opere-segno: Centro di ascolto diocesano, Emporio della Solidarietà “Tabgha”, Consultorio medico, Mensa “Don Gualtiero” inaugurata di recente. È il “cuore pulsante” della carità della Chiesa diocesana.
In Piazza IV Novembre. L’esperienza del “Villaggio della Carità” accompagnerà don Maffeis verso l’abbraccio simbolico con i tanti fedeli che giungeranno anche dal Trentino, sua terra di origine, in Piazza IV Novembre dove sarà salutato dai rappresentanti delle Istituzioni civili prima di fare ingresso in cattedrale per la celebrazione eucaristica della consacrazione episcopale e presa di possesso.

IL VESCOVO ELETTO DON IVAN MAFFEIS NOTIZIE E BIOGRAFIA

Spoleto – Solennità dell’Assunta 2022. L’Arcivescovo: «Nelle nostre piazze gira liberamente la droga e in alcuni pretesi eventi artistici e culturali del nostro territorio si inneggia a Satana».

«Celebriamo oggi il mistero dell’assunzione al cielo della Beata Vergine Maria, la Madre di Gesù. La Madonna ha sperimentato per prima il destino di gloria cui siamo tutti chiamati: dove è Maria siamo attesi tutti noi. L’evento dell’assunzione di Maria al cielo nella pienezza della sua umanità e corporeità è primizia della nostra risurrezione futura e proclama che nulla di ciò che c’è di vero e di autentico in noi andrà perduto, che anche il nostro corpo riceverà la sua gloria definitiva». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha avviato l’omelia nel Duomo di Spoleto lunedì 15 agosto 2022. Hanno concelebrato i parroci della Città e la liturgia è stata animata dalla corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con all’organo Angelo Silvio Rosati. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi e dai ministranti, coordinati da cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. Era presente il vice sindaco di Spoleto Stefano Lisci.

Le celebrazioni 2022 dell’Assunta si sono aperte la sera di venerdì 12 agosto al Santuario della Madonna delle Lacrime di Trevi con la preghiera di intercessione per la guarigione delle ferite della vita guidata da Salvatore Martinez presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo e partecipata da tantissime persone. Sabato 14 agosto è stata la volta della preghiera per i giovani che si è tenuta presso la parrocchia di S. Venanzo a Spoleto. «Siamo qui – ha detto l’Arcivescovo – ad invocare Maria per aiutare i giovani affinché trovino accanto degli adulti che li sappiano sostenere nello scoprire ciò che Dio ha pensato per loro. Tempo di ascolto, di testi da fare penetrare nella nostra testa e nella nostra coscienza. Nella nostra preghiera portiamo tutti i giovani che conosciamo e anche quelli che non conosciamo: a Maria chiediamo di porre su di loro lo stesso sguardo che riservò al giovane Francesco Possenti, futuro S. Gabriele dell’Addolorata. La sera del 14 agosto, poi, c’è stata la processione – dopo due anni di stop a causa del Covid – con la Santissima Icone dalla chiesa di S. Gregorio al Duomo. «Con cuore gioioso e commosso – ha detto mons. Boccardo al termine – abbiamo rinnovato questa sera, dopo i due anni della pandemia, la bella tradizione che vede il popolo di Spoleto raccogliersi attorno alla venerata Immagine della Madre del Signore, che dall’alto di questo Duomo abbraccia con sguardo materno tutta la città».

L’omelia dell’Arcivescovo al Pontificale del 15 agosto: nelle nostre piazze gira liberamente la droga e in alcuni pretesi contesti culturali del nostro territorio si inneggia a Satana. «La consapevolezza del destino umano ultimo, che è la partecipazione alla gloria e alla vita di Dio e fonda e richiama la dignità e la libertà di ogni persona, stride – ha sottolineato il Presule – con quanto vediamo quasi quotidianamente attorno a noi, sia a livello locale che continentale. I minorenni hanno pubblicamente accesso incontrollato alle bevande alcooliche, nelle nostre piazze circola liberamente la droga, in alcuni pretesi eventi artistici e culturali del nostro territorio si inneggia a Satana e si invitano i bambini a fare altrettanto. La nostra coscienza di adulti – famiglie e comunità civile ed ecclesiale – non può rimanere inerte di fronte a questo degrado: in quale contesto vogliamo far crescere i nostri adolescenti e giovani? quale futuro stiamo preparando per loro? in quale società si troveranno a vivere?».

Siamo arrivati al punto in cui uomini e donne di fede non possono parlare. «Il 3 maggio scorso – ha detto mons. Boccardo – è stata votata al Parlamento Europeo una risoluzione circa la persecuzione delle minoranze sulla base del credo e della religione, in cui praticamente si afferma che il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione e il diritto alla vita non sono più considerati diritti umani fondamentali ma sono subordinati ai cosiddetti “diritti umani primari”. Nel silenzio generale di tutti, siamo arrivati al punto in cui uomini e donne di fede non possono parlare, non possono esprimere una opinione, non possono dare il proprio contributo alla costruzione della società. In virtù di questa risoluzione, ogni loro discorso, e anche ogni omelia, può essere incriminato, perché – continua il testo – “la difesa della ‘tradizione’ o della “moralità pubblica” non può contraddire, in nessun caso, le disposizioni internazionali in materia di diritti umani alle quali gli Stati devono aderire”. Dopo il tentativo di Natale – ricordiamo il documento interno, poi ritirato, della Commissione Europea con il quale i dipendenti erano invitati ad evitare ogni riferimento a Gesù e al Cristianesimo per non offendere nessuno – e con questa risoluzione di maggio, si vuole relegare la fede e la religione esclusivamente alla sfera privata che nulla deve avere a che fare con la vita civile, politica e culturale della società europea. Tutto questo ci preoccupa. E sollecita – ha concluso l’Arcivescovo – la nostra responsabilità di cristiani, chiamati ad immettere continuamente nel tessuto sociale – grazie alla nostra testimonianza di vita – i germi del Vangelo per un nuovo umanesimo».

Benedizione della Città e della Diocesi dalla Loggia della Cattedrale: al termine della Messa l’Arcivescovo, i presbiteri e le autorità civili si sono recati sulla Loggia centrale del Duomo. I fedeli nel frattempo si sono adunati in Piazza. Il Presule, dopo la preghiera dell’Angelus, ha benedetto la Città e la Diocesi.

Assisi – Celebrato il solenne Pontificale in occasione della festa del Santo Patrono della Città e della Diocesi

“Lasciamoci illuminare dall’esempio di San Rufino che, sulla scia di nostro Signore, ha donato la sua vita per noi”. È questo l’auspicio di Monsignor Vittorio Francesco Viola, arcivescovo segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, durante il Pontificale da lui presieduto venerdì 12 agosto per la solennità di San Rufino, patrono della Città di Assisi e della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Alla solenne celebrazione nella cattedrale assisana erano presenti anche le autorità civili e militari, il clero diocesano e tanti fedeli.
“Quando celebriamo i santi, come San Rufino, l’ascolto della Parola ci permette di comprendere la vita dei Santi o meglio ci accorgiamo che la vita dei Santi è la parola vissuta, una parola che si offre alla nostra esistenza e ha la forza di trasformarla. Nel nostro caso – ha ricordato monsignor Viola – la Parola si è incarnata nella vita di San Rufino, e dobbiamo ringraziare Dio per il dono che egli ci ha fatto: ha annunciato il Vangelo e donato la sua vita affinché potessimo essere trasformati dalla Parola”.

Il prelato ha poi sottolineato che “in questo giorno dovremmo chiederci quali sono i desideri e le paure di questa città, di questo nostro stare insieme? I desideri sono tanti, ma quello fondamentale è amare ed essere amati. E la politica dovrebbe avere a cuore la felicità dei cittadini, affinché si realizzi questo desiderio. Quanto alle nostre paure quella più profonda è che manchi una prospettiva o un progetto, assenza che ci inchioda nel presente dove sperimentiamo i nostri limiti. Cosa c’entra il martirio di Rufino, con questo progetto? C’è quello più grande, che Gesù è venuto a donarci, la prospettiva della vita eterna con Dio. Per questo dobbiamo essere all’altezza del martirio di Rufino e dei nostri Santi che hanno vissuto nel segno della Parola. Siamo chiamati a lasciarci illuminare, a far diventare la città un laboratorio in questo senso: chiediamo al Signore di essere all’altezza di questo dono, lasciandoci trasformare da un amore che ha la forza di fare tutte le cose”.
Le celebrazioni per San Rufino sono cominciate giovedì sera con la veglia di preghiera, la processione e la benedizione della città. Dopo la santa messa delle 8 e il Pontificale delle 11, nel pomeriggio la santa messa verrà celebrata alle ore 18, mentre alle ore 21 sempre in cattedrale si terrà il concerto in onore del Santo patrono, a cura della Cappella musicale di San Rufino.

Spoleto, celebrazioni dell’Assunta 2022. Dopo due anni torna la processione per le vie della Città con la Santissima Icone.

Il 15 agosto la Chiesa celebra la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. A Spoleto e nell’intera Diocesi questa festa è particolarmente sentita perché all’Assunta sono intitolate varie parrocchie e chiese, tra cui la Basilica Cattedrale di Spoleto. Di seguito il programma delle celebrazioni diocesane:

o Venerdì 12 agosto alla ore 21.00, presso il Santuario della Madonna delle Lacrime a Trevi: Salvatore Martinez, Presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, guiderà una preghiera di intercessione per la guarigione delle ferite della vita.
o Sabato 13 agosto alle ore 21.00 presso la parrocchia di S. Venanzo in Spoleto: preghiera mariana con supplica per la gioventù nel ricordo dell’”incontro” tra la Santissima Icone e Francesco Possenti, futuro S. Gabriele dell’Addolorata. Era il 22 agosto 1856, Ottava dell’Assunzione e a Spoleto si teneva la processione per le vie della Città con la Santissima Icone. Quando la Vergine passò dinanzi a Francesco Possenti, che viveva a Spoleto con la famiglia, il giovane sentì nel cuore queste parole: “Francesco, che stai a fare al mondo? Tu non sei fatto per il mondo. Segui la tua vocazione”. In quel momento prese la decisione di diventare religioso passionista: “Oh! In quale abisso sarei certamente caduto se Maria, benevola persino con quello che non la invocano, non fosse accorsa misericordiosamente in mio aiuto in quell’Ottava della sia Assunzione”, avrebbe detto qualche tempo dopo.
o Domenica 14 agosto alle ore 21.00, Spoleto: dopo due anni di sospensione a causa della pandemia, torna la processione, presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, con la Santissima Icone dalla chiesa di S. Gregorio alla Basilica Cattedrale.
o Lunedì 15 agosto, Spoleto, Duomo: alle 9, Celebrazione Eucaristica; alle 11.30, Solenne Pontificale presieduto dall’arcivescovo e benedizione alla Città e alla Diocesi dalla Loggia centrale della Cattedrale; alle 18.00, Celebrazione Eucaristica.

Perugia – omelia del vescovo amministratore diocesano mons. Marco Salvi della Solennità di san Lorenzo: «patrimonio culturale comune, mentre stiamo attraversando l’epoca della cultura liquida se non gassosa»

Carissimi fratelli e sorelle,

un saluto al Sindaco Andrea Romizi, alle autorità civili e militari, un saluto particolare al Cardinale Gualtiero Bassetti che per dodici anni ha governato pastoralmente questa Arcidiocesi e che con la sua testimonianza di vita ha reso più ricca la vita di questa chiesa. A lui va il nostro grazie deferente ed affettuoso.

Saluto fraternamente tutti i sacerdoti concelebranti, i diaconi e voi tutti, popolo di Dio.

Punto di riferimento sicuro. Con la Santa Messa di questa sera rendiamo grazie al Signore per il diacono e martire Lorenzo titolare della nostra Cattedrale. Celebrare un santo come Lorenzo ai giorni nostri, in un’epoca profondamente cambiata rispetto anche ad un passato recente, deve essere per noi cristiani un patrimonio culturale comune, mentre stiamo attraversando l’epoca della cultura liquida se non gassosa. Mancano punti di riferimento sicuri e non riusciamo a dare una risposta chiara ‘su chi è l’uomo?’. Viviamo un’epoca profondamente segnata dalla pandemia e dalle problematiche che essa ha generato, che ancora non sono terminate.

Risposte al nostro vivere. All’inizio di questa celebrazione poniamoci subito la domanda: ‘cosa vuol dire per noi oggi la testimonianza del martire Lorenzo?’ Guardiamo a chi era San Lorenzo, come è vissuto, come si è comportato per cercare di trarne degli insegnamenti per noi, cercando delle risposte al nostro vivere. Lorenzo, giovane colto ed intelligente, che viveva il Vangelo, che credeva profondamente nel Dio di Gesù Cristo in una chiesa, quella del III secolo, che non era strutturata come quella che conosciamo noi oggi. Una chiesa composta da comunità piccole, meno organizzate, ma più attente a vivere la Parola di Dio e a nutrirsi della Parola e dell’Eucarestia, nelle quali i componenti delle comunità erano più partecipi della vita comunitaria e della missione della Chiesa per portare il Vangelo a tutti. Una chiesa dove il linguaggio comprensibile della Carità era praticato e parlato con grande generosità, perché si era compreso autenticamente che Gesù ha dato la vita per noi e noi dobbiamo dare la vita per gli altri. Una vita che si propone come modello.

Vivere la vita nella carità. Al contrario di quelle comunità e di Lorenzo, pensiamo che oggi possa bastare un discorso buono, un pensiero, un’analisi, un concetto anche se giusto e corretto per conquistare la vita. No, non è cosi! Non è nemmeno un ‘discorso religioso’ che può trascinare l’umano o solo il ‘parlare di Dio’ che rende attraente l’esperienza di fede. Altri credono che un’etica, un doverismo sulle ‘cose da fare’ possa essere un antidoto. L’etica non basta anche quando è condivisibile. L’adesione a Cristo è un’altra cosa: è una scelta di vita. Celebrare San Lorenzo, vuol dire assumersi l’impegno di vivere come Lui, innanzitutto la vita nella carità. La carità è in grado di generare un cambiamento autentico nelle persone e nella società. Il Vangelo, ci spiega come si ama: Gesù si paragona ad un chicco di grano che, se non marcisce e muore, se non si dona totalmente rimane solo e non produce frutto, ma se muore produce la spiga e il frutto.

Spendere il nostro cuore per tutti. Se vogliamo vivere della carità come Lorenzo, non dobbiamo avere paura di perdere ciò che abbiamo e ciò che siamo. Dobbiamo anche noi dare la nostra vita, lasciando le nostre sicurezze e certezze, per vivere contro corrente abbandonando ogni compromesso o comportamento ipocrita, spesso purtroppo mascherato da comportamento cristiano, sapendo che tutto ciò che si possiede in questo mondo non è per se ma per tutti: sforziamoci di unire il nostro cuore a Dio e a spendere il nostro cuore per tutti.

Rifondare la nostra fede. In questo tempo e in questa nostra società cambiati così velocemente siamo quindi chiamati a rifondare la nostra fede per essere testimoni di carità in questo mondo. L’autentica carità che Lorenzo ci insegna camminando sulle orme di Cristo sia per tutti noi strada da percorrere. Da Lorenzo, disinteressato uomo di carità, capace di morire a se stesso, ai propri interessi e convenienze, torniamo tutti a imparare la strada giusta da scegliere nella nostra vita. La liturgia di oggi ci aiuti a condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo, a compiere gesti concreti di amore, affinché la carità sia praticata e produca frutti buoni affinché nasca una civiltà nuova e rinnovata, la civiltà dell’amore.

Diaconi, testimoni autentici di Cristo. All’intercessione del santo titolare della nostra cattedrale, affidiamo anche tutti i diaconi e in particolar modo Simone Cicchi che tra poco sarà ordinato, affinché nella loro vita e nelle loro opere siano testimoni autentici dell’insegnamento di Cristo.

Sia lodato Gesù Cristo!

+ Marco Salvi
vescovo ed amministratore diocesano di Perugia-Città della Pieve

Perugia – il “mandato” ai 103 giovani pellegrini per Santiago de Compostela, entusiasti di fare in fraternità una nuova esperienza di fede.

Un’atmosfera gioiosa, dentro e fuori la chiesa di Santa Maria della Speranza di Olmo (Pg), domenica sera 24 luglio, vigilia della festa liturgica di san Giacomo il Maggiore, ha salutato 103 giovani partecipanti al pellegrinaggio a Santiago de Compostela organizzato dalla Pastorale Giovanile in collaborazione con quella Universitaria e il Comitato zonale Anspi. Insieme al clima di festa si è percepito in ciascun pellegrino la consapevolezza che a breve avrebbe iniziato un lungo viaggio (il rientro è previsto il 4 agosto) senza cellulare, con in tasca non più di dieci euro al giorno e nello zaino, oltre allo stretto necessario, la corona del rosario, il libro delle preghiere e tanta buona volontà di condividere con altri una nuova esperienza di fede all’insegna della carità. Ovviamente non mancheranno i momenti di svago e le escursioni durante i 120 chilometri a piedi dal Portogallo a Compostela.
Ben 2.683 sono i chilometri che separano la chiesa parrocchiale della frazione perugina di Olmo dal santuario di Santiago, così è scritto sul “cippo” in muratura realizzato da due parrocchiani in prossimità del complesso di Santa Maria della Speranza a memoria di questo inizio di cammino dove i 103 giovani pellegrini hanno posato per la “foto-ricordo” prima della partenza in autobus avvenuta alle 23 di domenica. A precederli davanti al “cippo” sono stati il vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi, il direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile don Luca Delunghi, il parroco di Olmo mons. Fabio Quaresima, che non ha nascosto il suo sentimento di gioia e gratitudine per la scelta della sua parrocchia come luogo di inizio del cammino verso Santiago, e i sacerdoti accompagnatori don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio per la pastorale universitaria, don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, e tre dei sacerdoti ordinati lo scorso anno, don Vittorio Bigini don Daniele Malatacca e don Michael Tiritiello.
Il pellegrinaggio ha avuto inizio con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Salvi al cui termine il presule ha benedetto i giovani e conferito loro il “mandato di pellegrino”, esortando ciascuno a vivere intensamente l’esperienza comunitaria della propria “fraternità” non solo nei momenti di preghiera e spiritualità. Ben dieci sono le fraternità che caratterizzano il pellegrinaggio, ciascuna formata da una decina di pellegrini con due referenti denominati “Pietro”, per i ragazzi, e “Maria”, per le ragazze. A tutti loro mons. Salvi si è rivolto nel commentare il Vangelo della domenica collegandolo all’esperienza del pellegrinaggio. Il presule si è soffermato sull’importanza della preghiera, richiamandosi al discepolo che disse a Gesù: “Signore insegnaci a pregare”.
La preghiera non è una contrattazione sindacale. «Come è vera – ha commentato mons. Salvi – anche per noi questa richiesta», perché «abbiamo ridotto la preghiera ad una contrattazione sindacale, ad un “do ut des”, io ti do del mio tempo perché tu possa ricompensarmi. Le tre letture di questa domenica ci ricordano il senso, il significato della preghiera che è un colloquio, un rapporto, una relazione, non una richiesta. È una domanda fatta fra un’amante ed un amato. L’amante è Dio che ti vuole bene, che ha premura per la tua vita, vuole che tu viva nella pienezza e tu sei l’oggetto di questo amore affidandoti alla presenza buona del Padre. Da solo sei sempre con il sedere per terra, non riesci a darti quel significato che il tuo cuore vuole, perché il nostro cuore grida di senso, di significato di bellezza e ti accorgi che da te non lo puoi conquistare. La preghiera è rivolgersi a quell’amante, che è Dio, per la tua vita, che ti doni questa pienezza».
Gustare il pellegrinaggio. «Cari ragazzi e ragazze, che fortuna che avete a camminare insieme, perché da soli non fareste neanche un chilometro. Quell’insieme che siete vi permette di essere capaci di qualcosa che non sarebbe stato nella vostra volontà. La preghiera non è una formula che si ripete meccanicamente, ma è un offrire se stessi a Colui che ti ama. E allora anche il camminare diventa preghiera come il mangiare, il parlare. Tutto, anche il gesto più piccolo e banale, diventa sapore dell’Eterno, santificato. Per questo sappiate gustare il pellegrinaggio, perché quando arriverete alla meta per abbracciare l’apostolo Giacomo e gli direte “amico raccomandaci a Dio”, è come se si terminasse un percorso capendo quello che è il senso e il significato della vita. La vita stessa acquista un sapore diverso, quello che ho sperimentato anch’io tanti anni fa, sul finire degli anni ’70, giungendo giovane pellegrino a Santiago de Compostela».

Assisi – Alla Porziuncola le celebrazioni della solennità del Perdono 2022

La Porziuncola è una “porta sempre aperta” per i pellegrini e la gente del luogo che vogliono attingere alla grazia di Dio attraverso l’esperienza della riconciliazione.
Nei giorni del Perdono, a tale abbondanza di grazia attingono migliaia di pellegrini, giovani e famiglie, tutti desiderosi di percorrere anche solo pochi metri per varcare la “porta della vita eterna” e ricevere il dono dell’Indulgenza plenaria. Anche quest’anno sono tanti gli eventi che ci aiuteranno ad entrare e vivere in pienezza questo tempo di grazia.

Il 29 luglio alle ore 21.15 inizierà il Triduo in preparazione al Perdono: le meditazioni di p. Mauro Galesini OFM ci introdurranno alla celebrazione della misericordia lucrata da san Francesco nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli.

Sabato 30 luglio, alle ore 16.30 si terrà in Basilica una catechesi penitenziale per tutti, una “guida all’esame di coscienza” in preparazione al sacramento della riconcilizione.

Lunedì 1° agosto sarà il giorno dell’apertura della Solennità del Perdono. Alle ore 11, come di consueto, il M.R.P. Massimo Fusarelli OFM, Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori, presiederà la Solenne Celebrazione Eucaristica che terminerà con la Processione di “Apertura del Perdono” così detta perché da quel momento – cioè dalle 12 del 1° agosto, fino alle ore 24 di giorno 2 – l’Indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo e tutte le chiese francescane. Alle ore 18.30, i Primi Vespri saranno presieduti da S.E. Mons. Domenico Sorrentino Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo T. e Foligno. Seguirà l’offerta dell’incenso da parte del Sindaco di Assisi Stefania Proietti. La tradizionale Veglia di preghiera serale alle 20.45 sarà guidata dal M.R.P. Luciano De Giusti OFM, Ministro provinciale dei Frati Minori di Abruzzo-Lazio.

Il 2 agosto sarà possibile partecipare alle numerose Celebrazioni Eucaristiche, quella solenne delle 11.30 sarà presieduta da S.E. Rev.ma Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo emerito di Genova. A partire dalle ore 14.30 i giovani e le famiglie della 40a Marcia Francescana “Infinitamente buono”, provenienti da tutte le regioni d’Italia e da alcune nazioni estere, dopo una settimana di cammino varcheranno la porta della Porziuncola. Il Ministro Provinciale dei Frati Minori di Umbria e Sardegna p. Francesco Piloni OFM, presiederà alle ore 19 i Vespri Solenni del Perdono.
Durante i due giorni di festa la Basilica rimarrà aperta l’intera giornata per permettere ai pellegrini di accostarsi al Sacramento della riconciliazione (dalle ore 07.00 alle ore 19.00).

IL PROGRAMMA COMPLETO

Perugia: L’arcivescovo eletto don Ivan Maffeis in visita alla Curia perugina.

È stata una breve visita alla Curia perugina, informale e dal calore familiare, quella che don Ivan Maffeis ha inteso fare a poco più di 24 ore dopo l’annuncio della sua nomina ad arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve da parte di papa Francesco, annuncio avvenuto la mattina di sabato 16 luglio. Giunto da Trento a Perugia in treno, poco prima dell’ora di cena di domenica 17 luglio, don Maffeis ha pernottato in episcopio.
Ci teneva a questa visita, pur breve (è ripartito sempre in treno poco prima di mezzogiorno del 18 luglio), perché desideroso di un primo contatto diretto con la Chiesa di cui si appresta a diventare la guida pastorale, oltre a quel «primo contatto con voi» che don Ivan ha affidato al suo messaggio di saluto rivolto alla comunità diocesana sabato scorso.
Don Maffeis, questa mattina (18 luglio), ha celebrato la S. Messa nella cappella interna del palazzo arcivescovile ed ha salutato il cardinale Gualtiero Bassetti. Ha poi avuto un incontro con il vescovo ed amministratore diocesano mons. Marco Salvi e si è intrattenuto con i collaboratori di Curia presenti, ringraziandoli per il lavoro svolto e per gli impegni futuri, anche in occasione del suo arrivo ufficiale.
Al riguardo, l’arcivescovo eletto e l’amministratore diocesano hanno concordato il programma pastorale dei prossimi mesi, in vista della sua consacrazione episcopale e presa di possesso dell’Archidiocesi. Don Maffeis sarà consacrato vescovo nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, un segno dal forte valore simbolico con cui vuole sin da subito tessere un legame inscindibile con la sua “Sposa”, la Chiesa che è in Perugia-Città della Pieve. Indicativamente, la sua ordinazione episcopale e contestuale presa di possesso dell’Archidiocesi avverranno nel prossimo mese di settembre, intorno alla Festa della Madonna delle Grazie, la protettrice della città e dell’intera comunità diocesana, tanto venerata da molti fedeli nella cattedrale dove la sua effige è stata dipinta da un allievo del Perugino.