Assisi – Il vescovo Sorrentino: “Sia un Natale di braccia che si aprono e di cuori che si distendono”

“Sia un Natale di braccia che si aprono e di cuori che si distendono e che imparano a sorridere e ricominciare. Sia il Natale di Betlemme, sia il Natale di Gesù che vuole il nostro bene”. È uno dei passaggi del video di auguri del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino.
“Buon Natale cari fratelli e sorelle – continua il vescovo – vengo volentieri nelle vostre case a portarvi il sorriso di Dio, un sorriso di cui abbiamo bisogno in questi giorni e in questo tempo di tanta tristezza. È un Natale di guerre che strappano il cuore: c’era e c’è la guerra in Ucraina, si è acuita la guerra in Terra Santa con un attacco terroristico che ha mietuto vittime e ancora ci dà l’immagine dolorosa di tanti ostaggi, c’è stata una reazione disastrosa e rischia di essere crudele e fin troppo prolungata. E nel mondo ci sono tante altre guerre dimenticate che portano macerie, sangue, dolore e lacrime. Come è possibile dirsi buon Natale in questa situazione? È possibile – continua il vescovo – perché sulle nostre fatiche splende il sorriso di Dio che non si stanca di volere la nostra gioia. E ce la mette tutta e ci chiede di aprire il cuore alla gioia, accogliendo il segreto che ce la può dare, il segreto di un amore riscoperto e vissuto nei suoi confronti e nei nostri rapporti.
Dio viene nel suo Figlio fatto carne a dirci che ci sta vicino, prende la nostra sofferenza sulle sue spalle, la porta con noi e ci dice: ‘Cari figli, che aspettate ad aprire il cuore all’amore?’. Non si va da nessuna parte facendoci la guerra e la guerra non è solo quella di bombe e macerie, ma anche quella dentro di noi e delle case che non trovano la capacità di vivere in fraternità e in unione, ma vivono con tante tensioni e separazioni che portano dolore ai bambini e a coloro che hanno bisogno di essere accuditi dalla premura dell’amore”. Monsignor Sorrentino conclude il suo messaggio facendo gli auguri, in sei lingue, ai tanti pellegrini di diverse nazionalità, arriveranno in Assisi per le festività natalizie.

“Buon Natale a voi fratelli e sorelle che mi ascoltate nelle vicinanze, ma vorrei augurare buon Natale ai pellegrini che ci raggiungeranno nelle feste da tutte le parti del mondo; a loro parleremo nella nostra lingua o nella loro lingua (seguono auguri in inglese, tedesco, francese, spagnolo e portoghese). Buon Natale a tutti in tutte le latitudini del mondo, il Bambino di Betlemme ci porti un regalo grande, il regalo della pace”. Per quanto riguarda le celebrazioni, quello di quest’anno sarà un Natale speciale, all’insegna degli 800 anni del primo presepe della storia, realizzato da San Francesco a Greccio nel 1223.

Tanti gli appuntamenti di fine anno e le sante messe che verranno celebrate per il Tempo di Natale. Nella cattedrale di San Rufino la sera del 24 dicembre, vigilia di Natale, alle ore 23.30 si terrà il Pontificale del vescovo, mentre il giorno di Natale oltre alle sante messe delle ore 8 e delle ore 18, alle ore 10 verrà celebrata la santa messa solenne animata dalla Cappella musicale San Rufino. Come di consueto domenica 31 dicembre durante la santa messa delle ore 17 verrà cantato il “Te Deum” di ringraziamento. Lunedì 1 gennaio le sante messe verranno celebrate alle ore 10 e ore alle ore 18 mentre il 6 gennaio oltre alle sante messe delle ore 8 e delle 18 verrà celebrata una santa messa solenne alle ore 10. Nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione la santa messa “nella Vigilia di Natale” verrà celebrata alle ore 22.30, nel giorno del Natale del Signore la celebrazione eucaristica si terrà alle ore 9.30 e alle ore 11. Domenica 31 dicembre dalle ore 23 alle ore 24 ci sarà l’adorazione eucaristica. Il 1 gennaio la santa messa verrà celebrata alle ore 9.30 e alle ore 11, mentre sabato 6 gennaio, Epifania del Signore santa messa alle ore 9,30 e alle ore 11. La santa messa del giorno di Natale a Nocera Umbra si terrà alle ore 11,15 nella concattedrale di Santa Maria assunta a Nocera Umbra e sarà presieduta dal vescovo Sorrentino. Sabato 24 dicembre la veglia nella concattedrale di San Benedetto a Gualdo Tadino sarà celebrata alle ore 23,30. Il vescovo Sorrentino il giorno di Natale alle ore 18 presiederà la santa messa nella concattedrale di Sant’Agostino a Foligno.

Terni – le celebrazioni Natalizie presiedute dal vescovo Soddu e il pranzo di solidarietà

Un Natale che porti speranza, che faccia partecipi tutti, in modo particolare le persone sole, sofferenti, malate e bisognose, i giovani e le famiglie della gioia e dell’amore di Dio.
È il Natale che la chiesa diocesana si appresta a vivere nella fraternità e solidarietà, con diversi e significativi eventi religiosi, dalle celebrazioni prenatalizie, alla visita del vescovo Soddu ai detenuti della Casa Circondariale di Terni, alle case di accoglienza, all’incontro con associazioni e movimenti ecclesiali per condividere un momento di preparazione al Natale e per uno scambio augurale.

«La luce del Natale che vince le tenebre dei cuori – ricorda il vescovo Francesco Antonio Soddu nel messaggio augurale – ci guidi all’incontro con Gesù, che si fa carne nella vita dei più piccoli. La Buona Notizia possa tradursi in presenza reale nella quotidianità, nelle nostre città, nella nostra Diocesi, promuovendo il bene e il benessere di tutti».

Le celebrazioni:
Mercoledì 20 dicembre alle ore 10 messa prenatalizia per studenti, docenti e operatori dell’Istituto Leonino presso la chiesa di Sant’Antonio.
Alle 18.00 nel salone della Curia, il vescovo incontrerà i responsabili e delegati delle associazioni, dei gruppi e dei movimenti ecclesiali per condividere un momento di preparazione al Natale e per uno scambio augurale.
Giovedì 21 dicembre alle ore 11 il vescovo presiederà in Cattedrale la celebrazione prenatalizia per i dipendenti della Cosp Tecno Service.

Domenica 24 dicembre alle ore 23.30 nella Cattedrale di Terni il vescovo Francesco Soddu presiederà la celebrazione della Notte di Natale, lunedì 25 dicembre la solenne concelebrazione del Natale del Signore alle ore 11 la nella Concattedrale di Narni, e alle ore 17.30 la concelebrazione della solennità del Natale nella Concattedrale di Amelia.

Il pranzo di Natale in fraternità
Segno di solidarietà con i più poveri e le persone sole è il tradizionale appuntamento natalizio del pranzo di Natale in fraternità del 25 dicembre alle ore 13, offerto alle persone in situazioni di disagio, difficoltà e solitudine, che si terrà presso la parrocchia San Matteo apostolo a Campitelli.
Con il vescovo Francesco Soddu siederanno a tavola un centinaio di invitati, assistiti dalle associazioni caritative della diocesi, ma anche intere famiglie che hanno deciso di trascorrere la festa non a casa propria, ma insieme ai più bisognosi della città. I volontari si occuperanno della buona riuscita della giornata, dall’allestimento all’accoglienza, al servizio ai tavoli del cibo, che è offerto da Matteo Barbarossa chef e cooperativa sociale Actl.
Il Lions Club San Valentino ha contribuito per i regali ai bambini, l’Acciai Speciali Terni per i panettoni alle famiglie e la comunità filippina per i centrotavola.

Fine anno
Nel periodo delle festività dopo Natale, la Chiesa diocesana celebra la conclusione dell’anno domenica 31 dicembre alle ore 17.30 nella cattedrale Santa Maria Assunta di Terni con il tradizionale Te Deum di ringraziamento presieduto dal vescovo Francesco Soddu alla presenza delle autorità cittadine.

Celebrazione inizio 2024
Il 1 gennaio, solennità di Maria Santissima Madre di Dio, la celebrazione con il canto del Veni Creator e la consacrazione della diocesi al Sacro Cuore di Gesù, sarà presieduta dal vescovo Soddu nella Cattedrale di Terni alle ore 17.30

Perugia – celebrata in cattedrale la Veglia diocesana di Avvento dei giovani. L’esortazione augurale dell’arcivescovo Maffeis: «Non siate sonnambuli, ma siate come i pastori nella Notte di Betlemme!»

«Non siate sonnambuli, ma siate come i pastori nella Notte di Betlemme!». È l’esortazione augurale dell’arcivescovo mons. Ivan Maffeis rivolta alle centinaia di ragazzi e ragazze che hanno gremito, nella serata del 14 dicembre, la cattedrale di San Lorenzo di Perugia, durante la loro tradizionale Veglia diocesana di Avvento in preparazione al Natale, dedicata al tema tratto dal Vangelo di Giovanni “Dalla sua pienezza…” (Gv1,16), organizzata dalla Pastorale giovanile insieme alla Pastorale vocazionale, al Coordinamento oratori perugini e alla Pastorale universitaria, in sinergia con il Pontificio Seminario regionale “Pio XI” di Assisi.

Veglia che quest’anno è culminata con l’ammissione agli Ordini sacri e il conferimento dell’Accolitato a tre seminaristi: Samuele Betti, al V anno di formazione, della parrocchia di Santa Maria in Prepo di Perugia, ha ricevuto l’accolitato; mentre Giuseppe Mordivoglia, della parrocchia di San Biagio in San Biagio della Valle (Marsciano), e Pietropaolo Fioretti, della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo in Pozzuolo Umbro (Castiglione del Lago), entrambi al III anno di formazione, sono stati ammessi tra i candidati agli Ordini sacri.
Le parole dell’arcivescovo Maffeis, hanno commentato gli organizzatori della Veglia, hanno raccolto e dato senso al grande impegno profuso da tutti i parroci, gli animatori, gli educatori e i formatori per accompagnare i giovani nella Chiesa, in un cammino che sia quanto più possibile di crescita integrale, motivando e incoraggiando giovani e adulti. «Ringrazio ciascuno di voi, a partire da chi viene da più lontano – ha esordito mons. Maffeis –. Voi siete la geografia viva della nostra Chiesa. A me piacerebbe davvero poter restituire a ciascuno la gioia di quest’incontro venendovi a trovare. Oggi siamo qui un po’ come quei pastori nella Notte di Betlemme che sono stati raggiunti sui loro sentieri e chissà quante cose avevano per la testa…, quanti problemi, quante preoccupazioni…, e vengono raggiunti da un annuncio di Luce: “Oggi per voi è nato il Salvatore, il Cristo Signore”. Ma c’è ancora spazio dentro di noi per questo annuncio?».

Annuncio di Luce. L’arcivescovo si è poi chiesto: È un annuncio di Luce, o è semplicemente un augurio che ci scambiamo in mezzo a tanti altri? La risposta non è scontata per nessuno, ma neanche per me. L’ultimo rapporto del CENSIS ci fotografa come sonnambuli, gente che neanche dorme ma peggio, che si muove senza consapevolezza. Questo clima, che emerge dal rapporto del CENSIS, è diffusissimo e caratterizza la società italiana, e non fa altro che generare emotività».

Tante paure della società. «Nelle emotività scoppiano le paure – ha commentato l’arcivescovo, elencando le più diffuse e sentite –. La paura per l’accentuarsi delle crisi climatiche, la paura che finisca l’acqua, la paura che non ci sia energia per tutti, la paura della guerra e delle conseguenze che può portare anche in casa nostra in termini di povertà, di violenza, di assuefazione alla violenza. La paura che arrivi una stagione ancor più difficile. Altro che auguri per il nuovo anno! La paura degli immigrati e la paura che non ci sia sufficiente manodopera per pagare le pensioni e per assicurare a tutti l’accesso alle cure. Di paure ne abbiamo nel cuore anche noi e ne potremmo aggiungerne delle altre a questo elenco».

Non solo sonnambuli. «E allora che spazio c’è per l’annuncio del Natale? Io credo, guardandovi, che voi testimoniate che oggi non siamo solo sonnambuli, oggi io ho davanti una comunità, una Chiesa viva, giovane, una Chiesa diversa da quella in cui sono cresciuto, senz’altro. Una Chiesa altrettanto e forse ancora più bella, perché era più facile essere Pastore nella Notte di Betlemme quando io avevo la vostra età. Oggi, in un mondo più confuso, più attraversato da tanti pensieri, essere cristiani è cosa di grande ed io vi dico grazie di questo. L’augurio per questo Natale sia quello di lasciarci incontrare e sorprenderci ancora una volta dall’annuncio della Notte di Betlemme, perché nessuno pensi mai che la propria vita è inutile, non è degna di essere vissuta e nessuno si senta abbandonato. Chi si lascia raggiungere dal Signore Gesù, dalla sua amicizia, testimoniata dalla Chiesa, dai rapporti fraterni, si trova in cammino e non vive più da sonnambulo, ma da ragazzo, ragazza, da uomo, da donna in piedi. Questo mondo così distratto è ancora disposto a lasciarsi sedurre, a lasciarsi prendere per mano e a condividere la gioia del Natale». E’ fiducioso l’arcivescovo Maffeis nel dialogare soprattutto con le future generazioni.

Non solo affare di preti, ma condivisione di fede. Della Veglia di Avvento dei giovani condivisa con i loro coetanei seminaristi, ne ha parlato il rettore del Pontificio Seminario “Pio XI” don Francesco Verzini. «L’ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato di due alunni del nostro seminario, come il conferimento dell’accolitato ad un altro seminarista – spiega don Verzini –, è motivo di gioia condivisa almeno per tre ragioni: la prima è dovuta al fatto che le ammissioni e i conferimenti dei ministeri sono segnale del positivo progredire del cammino di formazione dei tre giovani perugini verso il ministero ordinato; la seconda è data dalla testimonianza che danno questi ragazzi, infatti la loro disponibilità ad assumersi degli impegni nella Chiesa può essere stimolo per altri giovani affinché sia presa ancora in considerazione la possibilità di mettersi al servizio della Chiesa e dei fratelli e delle sorelle attraverso il sacerdozio ministeriale; infine, la terza ragione è che il conferimento dei ministeri ci ricorda che la Chiesa è ministeriale, è coinvolgimento di tutti i battezzati, è comunione e servizio, è sinodale, perché i ministeri, se non l’ordine sacro, non sono solo affare da preti».

«A Perugia è Natale se c’è il Presepe in piazza, luogo di incontro e di attenzione agli ultimi». Inaugurato e benedetto dall’arcivescovo Ivan Maffeis alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni

L’inaugurazione e benedizione del “Presepio di Piazza Grande”, a Perugia, nel pomeriggio della solennità dell’Immacolata Concezione (8 dicembre), è ormai un appuntamento tradizionale molto atteso. Giunto dal Trentino anche come omaggio all’arcivescovo Ivan Maffeis, originario della provincia alpina, questo presepe in legno di pino è stato allestito nelle “Logge di Braccio” della Cattedrale di San Lorenzo, davanti alla duecentesca Fontana Maggiore di piazza IV Novembre, dalla Protezione Civile e Corpo Forestale della Provincia Autonoma di Trento, realizzato dagli artigiani volontari del Comune di Castel Ivano (Tn), con il patrocinio dell’Archidiocesi e del Comune di Perugia.

Ad allietare l’incontro inaugurale, che ha visto la partecipazione di numerosi perugini e turisti, è stato il “Coro di S. Ilario” di Rovereto (Tn), con il suo repertorio di canti natalizi. Lo stesso coro ha tenuto, nel tardo pomeriggio dell’8 dicembre, un concerto al “Villaggio della Carità – Sorella Provvidenza” di Perugia, sede della Caritas diocesana.

Tra i rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose presenti all’inaugurazione del “Presepio di Piazza Grande” c’erano, oltre al sindaco di Perugia Andrea Romizi e all’arcivescovo Ivan Maffeis, il sindaco di Castel Ivano, Alberto Vesco, il vice sindaco di Perugia, Gianluca Tuteri, il presidente della Federazione dei Vigili del Fuoco Volontari della Provincia Autonoma di Trento, Luigi Maturi, una delegazione del Dipartimento Protezione Civile e Corpo Forestale della Provincia Autonoma di Trento, il vicario generale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, don Simone Sorbaioli, il presidente del Capitolo della Cattedrale di San Lorenzo, mons. Fausto Sciurpa, e il direttore della Caritas diocesana e parroco del centro storico perugino, don Marco Briziarelli.

«A Perugia è Natale se c’è il Presepe in piazza, luogo di incontro vissuto da tutti: famiglie, giovani, anziani, lavoratori, turisti, rappresentanti delle Istituzioni…, con uno sguardo attento agli ultimi. Questo è il Natale che richiama i credenti e quanti hanno a cuore il bene comune a non lasciare nessuno ai margini della “piazza”. Il Natale è un tempo di incontro fecondo dove tutti si sentano cittadini ascoltati ed accolti nel camminare insieme. Chi fa più fatica va sostenuto perché ci ricorda i valori e i doveri umani e cristiani trasversali a tutti gli uomini. Il presepe è uno spazio spirituale privilegiato, importante dove poter contemplare la Natività e lo è altrettanto a livello sociale se si pensa che il primo annuncio dell’angelo davanti alla Grotta di Betlemme lo ha rivolto ai pastori, le persone tra le più emarginate e povere». È quanto, in sintesi, è emerso dai diversi interventi susseguitisi durante l’inaugurazione conclusa dalla benedizione dell’arcivescovo Maffeis al “Presepio di Piazza Grande” e ai tanti perugini ed ospiti presenti.

Non sono mancati i calorosi e sentiti ringraziamenti ed abbracci da parte dello stesso arcivescovo ai rappresentanti delle Istituzioni trentine per l’allestimento del presepe e per la loro presenza. Un segno e una presenza che vanno a consolidare l’idea, con l’auspicio che possa presto diventare progetto, di un “gemellaggio spirituale e culturale” tra Chiese e Istituzioni civili perugine e trentine.

Perugia – gli eventi religiosi e socio-culturali di Avvento-Natale della Cattedrale di San Lorenzo e Parrocchia dei Santi Andrea e Lucia

Quest’anno è un Avvento-Natale particolare per la Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, tornata ad essere il fulcro dell’attività pastorale parrocchiale del centro storico, insieme alla Parrocchia dei Santi Andrea e Lucia, promuovendo una serie di eventi religiosi e socio-culturali rivolti a tutti i fedeli e visitatori anche di fuori città.
Nel periodo di Avvento, ogni giovedì sera (ore 21), a partire dal 7 dicembre, si terrà l’Adorazione eucaristica nella vicina chiesa della Misericordia in piazza Piccinino; adorazione che si svolgerà anche ogni domenica, in cattedrale (ore 17), nella cappella del Santissimo Sacramento.

Venerdì 8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’orario festivo (ore 8, 11 e 18). La seconda del mattino è preceduta (ore 10) dall’esposizione di una preziosa copia dello “Sposalizio della Vergine” del Perugino, presso la cappella del Sant’Anello. Si tratta di un’iniziativa promossa dal Museo del Capitolo della Cattedrale in occasione del V centenario della morte del grande artista rinascimentale. Mentre la celebrazione eucaristica pomeridiana è preceduta dall’inaugurazione-benedizione del “Presepio di Piazza Grande” (ore 16), nelle “Logge di Braccio” della Cattedrale, in piazza IV Novembre, a cui sono particolarmente invitati i bambini con le loro famiglie.

Sabato 9 dicembre (ore 16), a completamento del Festival Internazionale Laurenziano d’Organo 2023, dedicato al compositore Max Reger, si terrà il concerto del maestro Eleni Keventsidou, di Atene; mentre venerdì 29 dicembre (ore 16), si esibirà il maestro Ugo Spanu, di Sassari. I due concerti, la cui direzione artistica è affidata al maestro Adriano Falcioni, organista titolare della Cattedrale di Perugia, sono in collaborazione con l’Associazione culturale Arte in Musica.

Giovedì 14 dicembre (ore 21), in cattedrale, si terrà la Veglia di preghiera di Avvento dei giovani con l’arcivescovo Ivan Maffeis, promossa dagli Uffici diocesani di Pastorale Giovanile ed Universitaria e dal Coordinamento Oratori Perugini.

Domenica 17 dicembre, avrà inizio la Novena di Natale con la preghiera dei Vespri e la S. Messa negli orari consueti festivi pomeridiani.

Sabato 23 dicembre (ore 16), nel Chiostro della Cattedrale, si terrà l’incontro degli “Auguri dei ragazzi del catechismo alla Parrocchia” a cui sono invitati tutti i parrocchiani del centro storico.

Domenica 24 dicembre, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’onario festivo, tranne quella del pomeriggio posticipata alla sera, con inizio alle ore 23.15, con la celebrazione dell’Ufficio delle Letture, e alle ore 24 la celebrazione della Notte di Natale presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis.

Lunedì 25 dicembre, Natale del Signore, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’orario festivo e quella delle ore 11 sarà presieduta dall’arcivescovo.

Martedì 26 dicembre, Santo Stefano, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’orario festivo.

Sabato 30 dicembre (ore 16), in cattedrale, si terrà il “Concerto pro-Malawi” della Corale di Santo Spirito di Perugia. Un’iniziativa per sensibilizzare e promuovere raccolte di offerte a sostegno dei progetti dell’Associazione Amici del Malawi a favore della popolazione di uno dei Paesi più poveri del mondo, con cui la comunità diocesana perugino-pievese ha avviato da oltre 40 anni un proficuo gemellaggio-rapporto solidale.

Domenica 31 dicembre, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’orario festivo. Quella delle ore 18 si concluderà con il canto del Te Deum, presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis.

Lunedì 1° gennaio 2024, Maria S.S. Madre di Dio, Giornata per la Pace, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’orario festivo. Quella delle ore 18 si concluderà con il canto del Veni Creator, presieduta dal vicario generale don Simone Sorbaioli.

Sabato 6 gennaio, Epifania del Signore, in cattedrale, le celebrazioni eucaristiche si terranno secondo l’orario festivo, tranne quella del pomeriggio anticipata alle ore 17, presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis, preceduta, alle ore 15.30, dall’“Arrivo dei Magi”, con il corteo di figuranti in abiti d’epoca lungo corso Vannucci. La Sacra rappresentazione dell’Arrivo dei Magi sarà animata dalla parrocchia di Marsciano, promossa dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare.

Inoltre, a livello diocesano, sabato 30 dicembre, presso la chiesa parrocchiale di San Sisto, si svolgerà la Festa della Santa Famiglia di Nazareth a cui è dedicato questo luogo di culto. La giornata culminerà con la celebrazione eucaristica al cui termine le famiglie presenti si raccoglieranno in preghiera e riceveranno una particolare benedizione.

Perugia – GMG diocesana nella chiesa del Monastero delle Clarisse di Città della Pieve ascoltando testimoni di speranza a partire dagli “ultimi”

«Sono i poveri ad avere il segreto della speranza. Oggi si vive tutto in fretta, non c’è tempo per sperare, solo per pretendere, per rivendicare… Siete venuti in un monastero di clarisse, che prendono il nome da santa Chiara. Una donna che ha vissuto di speranza, perché aveva un cuore di povera. Avere un cuore di povera vuol dire contare su Dio solo. Non sulle mie capacità, le mie personali risorse, i miei programmi… Su Dio solo, che sempre si china sulla povertà dei suoi figli, come su un grembo spalancato». Con queste parole le Clarisse del Monastero di Santa Lucia in Città della Pieve (Pg) hanno accolto, nella serata del 25 novembre, i giovani partecipanti all’incontro diocesano della XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) celebrata nelle Chiese particolari la domenica della Solennità di Cristo Re (26 novembre), dedicata al tema scelto da papa Francesco “Lieti nella Speranza” (Rm 12,12).  Un ampio articolo con testimonianze di speranza è scaricabile al link: «Sono i poveri ad avere il segreto della speranza» – Diocesi Perugia .

Presenze non trascurabili. Insieme ai giovani c’erano l’arcivescovo Ivan Maffeis, il vicario generale don Simone Sorbaioli e diversi sacerdoti tra cui il parroco-arciprete della concattedrale di Città della Pieve, don Giordano Commodi, i direttori degli Uffici di pastorale Giovanile ed Universitaria, don Luca Delunghi e don Riccardo Pascolini, il responsabile del Centro vocazionale, don Samy Cristiano Abu Eideh, il vicario episcopale per la Pastorale, don Simone Pascarosa, il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, e il vicario episcopale della VII Zona pastorale dell’Archidiocesi, don Leonardo Romizi. Una presenza non trascurale di sacerdoti dediti alla formazione umana e cristiana delle nuove generazioni chiamate ad essere i protagonisti della società di domani sempre più intenta al bene comune. A quell’operare per il bene comune a cui ha fatto riferimento lo stesso arcivescovo Maffeis nell’evidenziare la presenza anche del sindaco di Città della Pieve, Fausto Risini. Il primo cittadino ha ricordato il periodo della pandemia, quando partecipava alla celebrazione eucaristica domenicale nella chiesa delle Clarisse, trasmessa sui social da un gruppo di ragazzi, per far sentire la vicinanza anche delle istituzioni civili alla popolazione costretta a casa. Esperienza vissuta con spirito di speranza soprattutto per giovani, ha detto, in sintesi, il sindaco, quella speranza che si rinnova questa sera con tanti giovani in questa chiesa.

Una veglia con la luce dei flambeaux. Promosso dall’Ufficio di pastorale Giovanile, insieme a quello di pastorale Universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini, l’incontro è iniziato nell’Oratorio del Santuario della Madonna di Fatima dedicato ai Santi Fanciulli durante il Grande Giubileo del 2000, dove i partecipanti hanno consumato una cena al sacco con aneddoti e ricordi dell’esperienza vissuta da diversi di loro alla GMG di Lisbona. Terminato il momento conviviale, si sono incamminati verso la chiesa del Monastero delle Clarisse per la veglia di preghiera con la luce dei flambeaux.

Edison, un seme di speranza. Una preghiera che ha visto insieme donne chiamate alla vita di clausura, sacerdoti, testimoni di carità e giovani intenti ad ascoltare una “forte” esperienza di speranza, quella di Chiara e Giovanni Segantin, i coniugi responsabili dell’opera segno di carità “Il Casolare” in Sanfatucchio (Castiglione del Lago, Pg). Hanno raccontato la storia di Edison, il loro figlio adottivo venuto a mancare un mese fa. Era un ragazzo kosovaro, affetto da gravi patologie fin dalla nascita, vissuto con loro tredici anni grazie all’amore di quanti si sono presi cura di lui al “Casolare”. Persone anch’esse segnate dalla vita per diversi motivi. «Di fronte a lui – hanno commentato Chiara e Giovanni –, tante persone hanno trovato qualcosa che li ha mossi nel loro animo, spesso molto indurito, divenendo Edison seme di speranza e di attaccamento alla vita per tanti di noi, aiutandoci a farci cambiare lo sguardo con cui guardiamo le cose che succedono… Sono proprio gli “ultimi”, le persone che apparentemente non hanno nulla da dare e da dire, come anche il piccolo profugo non accompagnato che abbiamo accolto pochi giorni fa, a farci riflettere sulla logica di Dio per noi quasi incomprensibile, ma che fa la differenza, quella di metterci davanti ai nostri occhi l’altro in difficoltà da aiutare».

La vita dono inestimabile. Mons. Maffeis ha esortato i giovani a guardarsi dentro. «Dobbiamo guardare dentro a noi stessi per avere la possibilità di sperare in questo tempo che è un deserto e per “esercizio” – ha detto – lo faccio di frequente dando un nome a chi mi indica motivi di speranza, come Chiara e Giovanni… Sono persone che sanno testimoniare quanto la vita sia un dono inestimabile. Penso a quanti si spendono con generosità per il bene comune, come gli amministratori locali, ai miei preti che ci aiutano davvero a sperare, come a quanti non usano la forza, la violenza, l’aggressività né fisica, né verbale, ma sanno costruire rapporti buoni, di amicizia, di affetto, di dono. Penso alle nostre monache Clarisse che ci ricordano il primato di Dio lasciandoci raggiungere dalla sua Parola, dal suo Amore».

La speranza è a caro prezzo. «Sperare per un cristiano significa scommettere su Gesù di Nazareth – ha commentato l’arcivescovo –. La speranza è a caro prezzo ed ha a che fare con la vita, di farti carico e vicino agli altri… Ho dato un nome alle persone che per me sono fonte di speranza e tra queste penso che ci siate anche voi giovani e il vostro esserci aumenta la mia speranza e quella di tutti e per questo vi dico grazie».

Segni di speranza e di carità. La veglia di preghiera si è conclusa con due segni. Il primo, la consegna a ciascun giovane da parte dell’arcivescovo e del vicario generale di un rosario realizzato dalle Clarisse e di un bigliettino con una frase-preghiera di papa Francesco: “Che il Signore ci liberi dalla terribile trappola di essere cristiani senza Speranza…”. Il secondo, la raccolta di offerte per le opere di carità portate avanti dalla Caritas diocesana in un’epoca non facile per molte famiglie in crisi per la perdita della casa e del lavoro, un gesto che educa i giovani all’importanza del dono privandosi di una parte dei propri piccoli averi per il prossimo.

Inaugurato l’Anno Accademico 2023-24 dell’ITA e dell’ISSRA di Assisi. Il cardinale Mario Grech: «Una Chiesa sinodale che valorizzi di più ministeri e carismi sarà in grado di evangelizzare meglio il mondo di oggi… In questo ha un ruolo fondamentale la comunicazione»

«Una Chiesa sinodale è una Chiesa ministeriale dove il santo popolo di Dio, rispettando i carismi e le vocazioni, cammina insieme, sotto la guida del vescovo che non può annunciare il Vangelo da solo. Tutti i battezzati, in forza del Battesimo partecipano al Sacerdozio comune di Cristo e allora tutti sono anche in grado di svolgere un ministero». Così il Mario Grech, segretario generale della Segreteria del Sinodo dei Vescovi, a margine dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-24 dell’Istituto Teologico (ITA) e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSRA) di Assisi, svoltasi lo scorso 24 novembre, nell’aula magna dei due Istituti, presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI”. Il porporato era stato invitato a tenere la prolusione dedicata al tema “Sinodalità e ministeri ecclesiali”. «Una Chiesa ministeriale – ha commentato il cardinale Grech -, sarà in grado di evangelizzare meglio il mondo di oggi e il Sinodo sta lavorando sul tema di una Chiesa sinodale di comunione e partecipazione. La partecipazione vuol dire anche la ministerialità per l’evangelizzazione e la missione».
Rispondendo ad una domanda sul rapporto “Sinodo-Comunicazione”, il cardinale Grech ha precisato che «è fondamentale l’opera dei mezzi di comunicazione, a prescinde se laici o di espressione cattolica, per far conoscere e comprendere il lavoro del Sinodo che non è una riflessione autoreferenziale, ma un contributo di evangelizzazione che la Chiesa dà al mondo attraverso la sua missione. E se noi vogliamo dialogare con il mondo, non possiamo trascurare la comunicazione».
Alla cerimonia inaugurale hanno partecipato numerosi studenti e docenti delle due Istituzioni accademiche e ad introdurre e commentare la prolusione del cardinale, sono stati il preside dell’ITA, prof. padre Giulio Michelini (Ofm), il direttore dell’ISSRA, prof.ssa suor Roberta Vinerba, e l’arcivescovo mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) e moderatore delle due Istituti, che ha ringraziato l’ospite nel dire: «I nostri ringraziamenti diventano anche un impegno per le nostre. Tutto quello che abbiamo ascoltato ci interpella: è la comunità cristiana, infatti, che deve suscitare e generare i ministeri. Non è qualcuno che si autocandida a riceverli, oppure il ministero viene dato come premio alla fedeltà per il servizio, ma è la stessa comunità cristiana che sa riconoscere dei carismi e li fa diventare ministeri».
Come è consuetudine la giornata inaugurale dell’A.A. dell’ITA e dell’ISSRA è iniziata con la celebrazione eucaristica nella chiesa interna al Seminario, presieduta dall’arcivescovo Boccardo, che, nell’omelia, ha ricordato quanto siano «più che mai necessari l’esempio e l’azione concreta in un tempo in cui tutto sembra fatto apposta per contaminare i cuori, rendere facile la profanazione, mettere in ridicolo ogni forma di impegno, di ascetica, di vera moralità, in questo tempo così molle, così indulgente con se stesso». Questo, ha sottolineato il presidente della Ceu, «perché sono le opere che attestano e certificano il valore della testimonianza: se visibilità ci deve essere, ha da essere visibilità di persone più che di sigle, di azioni più che di parole, di comportamenti più che di proclami. Anche a questo fine deve tendere – mi pare – l’importante e benemerita attività quotidiana dei nostri Istituti che, con la ricerca, lo studio, il confronto, scrutano il mistero di Dio per meglio comprendere e servire il mistero dell’uomo».

Cei – Assemblea Generale Straordinaria. Dichiarazione per la pace

Come Vescovi, riuniti in Assemblea Generale ad Assisi, esprimiamo la nostra preoccupazione per l’escalation di violenza e odio di questi giorni, che sta assumendo proporzioni sempre più tragiche.
Sentiamo impellente il compito di denunciare le logiche della contrapposizione e dell’individualismo, e di favorire la collaborazione e la riconciliazione. Sogniamo un mondo che sia davvero casa di tutti, dove il riconoscimento della dignità umana cammini di pari passo con il dovere di amare gli altri come fratelli e sorelle.
Guardiamo con particolare dolore alla situazione in Medio Oriente e rinnoviamo l’appello al “cessate-il-fuoco”, facendo nostre le parole di Papa Francesco: «Le armi si fermino, non porteranno
mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta! A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini» (Angelus, 12 novembre 2023). Insieme al Medio Oriente, il nostro pensiero va anche all’Ucraina, al Sud Sudan e ai tanti altri luoghi segnati da conflitti spesso dimenticati. Non possiamo rassegnarci al silenzio: sentiamo forte l’imperativo a comunicare il Vangelo dell’unità e della riconciliazione in un mondo sprofondato nelle tenebre ma desideroso di luce.
Da Assisi, la Città della Pace, con l’intercessione di San Francesco, eleviamo la preghiera a Cristo nostra pace (Ef 2,14), che ha la forza per abbattere il muro di inimicizia. Egli sostenga l’impegno di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, nella consapevolezza che la costruzione della pace è responsabilità di tutti. Non vogliamo che la cultura dell’odio e del pregiudizio continui a seminare divisione, distruzione e morte. Questa è una sfida da affrontare insieme, non più procrastinabile. Nel cantiere della pace c’è posto per tutti: «C’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia» (Fratelli tutti, 225).

Perugia – celebrata la memoria del dies natalis di sant’Ercolano, vescovo e martire, Patrono della città e dell’Università.

«Sant’Ercolano è stato grande come vescovo sia per il coraggio con cui si è opposto ai barbari di Totila, nel cercare di salvare la città dall’invasione, sia nel servirla con attenzione, compassione e carità per il bene del suo popolo, in particolare dei più poveri. Ed è in questa luce che credo che vada colta l’immagine del Buon Pastore che oggi ci consegna la Parola del Signore sia per decifrare la figura del nostro Santo Patrono sia per indicare a noi una strada di vita». Così l’arcivescovo Ivan Maffeis nell’omelia della celebrazione eucaristica in memoria del dies natalis di sant’Ercolano, vescovo e martire, Patrono della città e dell’Università di Perugia, celebrazione tenutasi domenica 12 novembre, nella suggestiva chiesa trecentesca a pianta ottagonale intitolata al Santo, a cui hanno partecipato numerosi fedeli e diversi rappresentanti delle Istituzioni civili, del mondo accademico, del Sodalizio di San Martino, istituzione cinquecentesca laica di carità proprietaria del luogo di culto, e dei cinque Rioni medioevali della città, le Porte San Pietro, Eburnea, Santa Susanna, Sant’Angelo e Sole.

Dare la vita per gli altri. L’arcivescovo si è soffermato su tre caratteristiche che emergono dalla figura di sant’Ercolano. Innanzitutto quella di «dare la vita per gli altri… L’immagine del Pastore che diventa ancora più chiara nel contrasto con quella del mercenario. Il mercenario, nella storia di ieri e storia di oggi, è uno pagato per fare il suo lavoro, ma proprio perché gli altri non gli appartengono non si espone per loro e davanti al pericolo mette in salvo fondamentalmente sé stesso. Il Buon Pastore non abbandona gli altri, perché li ritiene più preziosi della sua stessa vita».

Conoscenza intima dell’altro. La seconda caratteristica messa in risalto da mons. Maffeis, è quella della «conoscenza intima del Pastore che ha del suo Gregge e sappiamo quanto è difficile conoscere l’altro ed anche se stessi. Conoscere l’altro significa sentirsi partecipe di quello che l’altro vive, intuirne le sue preoccupazioni, sofferenze, attese, gioie… Siamo un mistero abitato dalla luce e dall’amore di Dio che ci porta a riconoscere la dignità di ogni persona e di cercare di vivere i nostri rapporti nella fraternità, nella riconciliazione, nel rispetto e nella pace».

Avere l’orizzonte aperto. La terza e ultima caratteristica, ha sottolineato l’arcivescovo, è quella del Buon Pastore che «non conosce confini, ha l’orizzonte aperto, sa vedere la persona e questo diventa un richiamo e un criterio che ci impedisce a costruire muri che indeboliscono ciascuno».

La via indispensabile della cultura. «Di questo Buon Pastore – ha detto mons. Maffeis – sant’Ercolano è stato segno e strumento con il suo coraggio e con la sua capacità di farsi prossimo e diventa la misura a cui noi oggi guardiamo, il criterio su cui impostare la nostra esistenza. Patrono della città di tutti gli uomini e Patrono dell’Università…, è significativo che fin dalla metà del ‘300 l’Istituzione comunale si sia spesa per dare all’Università un ruolo così decisivo per lo sviluppo e la crescita di Perugia facendo memoria anche di Ercolano. Ringraziamo quanti oggi con il loro servizio professionale qualificano la formazione a tutti i livelli, non ultimo quello del nostro Ospedale cittadino di “Santa Maria della Misericordia”. Passa dalla strada della cultura la possibilità per la comunità tutta di darsi opportunità di sviluppo, una cultura che rimane la via indispensabile della convivenza, della stima reciproca e della pace».

L’omaggio del sindaco. La celebrazione in memoria del dies natalis di sant’Ercolano, che ha visto concelebrante il rettore della chiesa, don Francesco Benussi, ed animata dal coro dei “Madrigalisti di Perugia”, si è conclusa con l’omaggio tradizionale del cero votivo da parte del sindaco Andrea Romizi, acceso accanto al reliquiario del Santo Patrono.

San Martino in Trignano di Spoleto – l’arcivescovo Renato Boccardo dedicherà la chiesa e consacrerà l’altare

Sabato 11 novembre 2023 alle ore 18.00 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo presiederà la Messa per la dedicazione della chiesa e dell’altare a San Martino in Trignano di Spoleto. Col Presule concelebreranno: don Edoardo Rossi, Pievano, don Salvatore Ficarra, il diacono Claudio Vandini. La sera prima, venerdì 10 novembre alle 21.00, mons. Boccardo presiederà, sempre a S. Martino, la veglia di Taizè in preparazione alla dedicazione.

Sarà un momento di giubilo non solo per la frazione di S. Martino, ma anche per tutte le comunità della neonata Pievania: Baiano, Firenzuola, Montemartano e S. Angelo in Mercole. «La dedicazione di una chiesa – afferma il Pievano don Edoardo Rossi – è un evento importante per l’intera Diocesi. Lo è in modo particolare per la nostra Pievania. Questa celebrazione, dopo quella di ingresso – mio, di don Salvatore e del diacono Claudio – è la prima che accomuna tutte le zone di questa vasta realtà. Dedichiamo la chiesa proprio il giorno del suo titolare, S. Martino di Tours. La sua specificità è stata l’attenzione ai poveri. E le varie comunità della Pievania saranno coinvolte con dei segni di attenzione a chi è in difficoltà. E poi i cori si sono riuniti per questa celebrazione. Tutto ciò è molto bello».

I lavori, fortemente voluti dal compianto parroco don Gianfranco Formenton. La zona dell’aula liturgica è rimasta invariata, mentre è stata rifatta completamente, ampliandola con un progetto architettonico sobrio e che ben lega con la parte vecchia, l’area presbiterale, ricavando anche una cappella feriale. Tutto ciò per rispondere ad una duplice esigenza: l’aumento della popolazione nella zona dell’Alta Marroggia del Comune di Spoleto e la necessità di adeguare la chiesa alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II. I lavori sono stati coordinati dall’architetto Alessandro Bruni. Importo complessivo 2.010.000,00 euro, di cui: 1.500.000,00 fondi CEI 8×1000; 150.000,00 fondi dell’Archidiocesi; 60.000,00 euro fondi della parrocchia; 100.000,00 euro tra offerte popolazione e ricavo della rivendita del ponteggio; 200.000,00 euro del Fondo PSR Regione Umbria. Chi ha voluto fortemente tutto ciò, profondendo un grande impegno, è stato il compianto parroco di S. Martino don Gianfranco Formenton, tornato alla Casa del Padre lo scorso gennaio a causa di un arresto cardiaco. «Dal cielo – dice don Edoardo – farà festa insieme a noi». I lavori, oltre all’ampliamento della chiesa, hanno consentito anche di realizzare dei locali idonei per le attività pastorali, oltre alla sistemazione della canonica. L’altare, l’ambone, la sede e il vaso del cero pasquale sono stati realizzati col marmo bianco di Carrara. La statua di S. Martino di Tours e quella della Vergine Maria sono state realizzate in bronzo. L’artista è Armando Moriconi di Foligno.

Un po’ di storia della chiesa: la prima pietra è stata posta il 7 aprile 1952 dall’arcivescovo Mario Raffaele Radossi, essendo parroco don Pietro Gasperini; la chiesa, poi, è stata solennemente consacrata il 26 maggio 1984 dall’arcivescovo Ottorino Pietro Alberti, essendo parroco don Luigi Runci; i lavori di ampliamento sono stati eseguiti negli ultimi anni, essendo parroco don Gianfranco Formenton; la nuova dedicazione avviene l’11 novembre 2023 da parte dell’arcivescovo Renato Boccardo, essendo Pievano don Edoardo Rossi.