Perugia: Festa della mamma, il cardinale Gualtiero Bassetti all’Istituto “Don Guanella”. Il presule: «La mamma è il grande dono del Signore a tutti noi figli. Ci accorgiamo della grandezza di questo dono solo quando viene a mancare»

Nel giorno della Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei, della Festa della mamma e della Giornata delle vocazioni, domenica 8 maggio, il cardinale Gualtiero Bassetti si è recato a celebrare l’Eucaristia nella chiesa dell’Istituto “Opera Don Guanella – Centro Sereni” in Montebello di Perugia, da quasi quattro anni chiesa parrocchiale delle comunità della XVII Unità pastorale dell’Archidiocesi; comunità affidate alle cure dei padri Guanelliani. Al termine della celebrazione eucaristica, molto partecipata, il cardinale si è inginocchiato dinanzi alla statua della Beata Vergine recitando la Supplica alla Madonna del Rosario insieme ai concelebranti padri Guanelliani e ai fedeli, per poi intrattenersi con i «buoni figli» di quest’Opera tanto cara ai perugini. I «buoni figli», come li chiamava san Luigi Guanella, sono il cuore pulsante, da oltre 75 anni, di questa preziosa realtà socio-sanitaria e caritativa-missionaria guanelliana di Perugia, dove quotidianamente trova concretezza il Vangelo di Cristo insieme alla professionalità di operatori e volontari.

Annunciatori decisi della Parola. Nell’omelia, richiamandosi alle letture della Parola di Dio, Bassetti ha parlato «di una grande consolazione per tutti noi che va accolta, prima di tutto, nel cuore e nella vita. Il brano dell’Apocalisse parla di prove, di tempeste, ma alla fine c’è Dio che asciugherà ogni lacrima, perché Dio sarà tutto in tutti. Noi cristiani abbiamo una grande missione, anche con il nostro impegno e con la nostra preghiera, quella di essere operatori di pace nel preparare cieli nuovi e terra nuova. Abbiamo questo compito, ma il protagonista di tutto è lo Spirito del Signore Risorto, che ci muove e ci riempie di gioia. Nelle nostre labbra ci deve essere sempre la gioia dell’annuncio della Parola di Dio, perché al di fuori di essa non ci può essere salvezza. Diventiamo anche noi, nei nostri ambienti di vita e di lavoro, degli annunciatori franchi, coraggiosi e decisi della Parola di Dio. Il modello da seguire è il Buon Pastore che protegge il suo gregge dai lupi feroci. È il Buon Pastore non di un gregge anonimo, ma uno ad uno ci guida e ci tiene per mano».

Il cardinale si è poi soffermato sui tre aspetti che hanno arricchito questo giorno del Signore: la Supplica alla Madonna del Rosario, la Festa della mamma e la Giornata delle vocazioni.

La Supplica. «Due anni fa ho avuto la gioia di andare a Pompei a recitare la Supplica per tutta l’Italia – ha raccontato –. C’erano migliaia e migliaia di persone, perché la gente è molto devota. Soprattutto nei momenti più difficili e di crisi – veniamo da una pandemia ed è in atto una guerra nella nostra Europa – affidarci alla Beata Vergine e dire: “sotto la tua protezione, Santa Madre di Dio, noi consegniamo la nostra vita”, diventa una cosa dolce e spontanea».

La mamma. «E’ il riflesso della maternità di Dio su questa terra. La mamma è forse una delle grandi invenzioni che Dio abbia fatto per la nostra vita. La mamma è il grande dono del Signore a tutti noi figli. Ci accorgiamo della grandezza di un dono, come quello della mamma, quando viene a mancare. Sentiamo la mancanza della mamma anche se siamo adulti, un sentimento che ho provato anch’io, ero già vescovo».

Il pane. Altro dono prezioso, ha evidenziato il cardinale, «è il pane e ci si accorge della sua importanza solo quando non c’è più. In tempo di guerra quanto si è sofferto per un pezzo di pane indurito; oggi quanto ne viene sprecato? I cassonetti dei rifiuti delle nostre città sono spesso pieni di pane. Lo ripeto, ci rendiamo conto dei doni di Dio solo quando vengono a mancare».

Un monito di Bassetti a non attendere la mancanza di un dono prezioso per apprezzarne l’importanza e il suo valore spesso indispensabile per la nostra vita.

Le vocazioni. «Dobbiamo pregare di più per le vocazioni nella Chiesa – ha chiesto il cardinale –. Siamo troppo disinteressati, forse pensiamo troppo ai nostri problemi. Le vocazioni sono anche il frutto dei nostri sacrifici e della nostra preghiera. Pregate perché qualcuno torni nel nostro Seminario di Assisi, che si sta svotando. Io ho avuto la gioia di ordinare 32 preti nei miei tredici anni di ministero di vescovo qui a Perugia. Ora ci sono appena 4 seminaristi perugini, ma sono importanti nuove vocazioni perché nel consacrare la vita a Dio si dona la propria vita al servizio anche dei fratelli con disabilità». E il riferimento del cardinale è andato alla grande opera dei Guanelliani, esortando i fedeli a pregare anche per «le vocazioni alla vita religiosa e di speciale consacrazione». E non ha tralasciato neppure la «vocazione alla famiglia», perché, ha ricordato Bassetti con voce ferma, «il matrimonio è un sacramento che richiede un grande impegno. Vi chiedo di pregare perché gli sposi abbiano forza. E oggi, portare avanti una famiglia, bisogna esercitare l’amore talvolta fino all’eroismo».

Gualdo Tadino – Visita pastorale del vescovo Sorrentino nella parrocchia di Santa Maria del Piano

Riprende, dopo la sospensione a causa del Covid-19, la seconda visita pastorale del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino.
Dopo le zone pastorali di Assisi e Nocera Umbra sarà la zona di Gualdo Tadino ad essere interessata dalla presenza del vescovo che venerdì 6 maggio ripartirà dalla parrocchia di Santa Maria alle ore 15 dove ci sarà un momento di accoglienza.
Saranno tre giorni durante i quali, nel rispetto delle misure anti-Covid, monsignor Sorrentino incontrerà sacerdoti, religiosi, laici, membri dei consigli parrocchiali e dei movimenti cristiani, giovani, catechisti, operatori Caritas, rappresentanti dei movimenti pastorali e l’intera comunità parrocchiale.
Dopo l’accoglienza, alle ore 15,30 circa il vescovo incontrerà il personale e gli operai della fabbrica Flea, alle ore 17 ci sarà la santa messa con la partecipazione della comunità ucraina di Gualdo Tadino, alle ore 18 l’incontro con i catechisti e alle ore 21 la veglia di adorazione animata dai ragazzi e dai giovani della comunità gualdese che ricorderanno la figura del Beato Carlo Acutis.
Sabato 7 maggio in mattinata alle ore 7,30 ci sarà la recita del santo rosario e a seguire la santa messa e la celebrazioni delle lodi. Alle ore 9,30 il vescovo incontrerà alcuni malati e alle ore 10 ci sarà l’inaugurazione dei nuovi locali della Caritas diocesana della vicaria presso la parrocchia di San Giuseppe artigiano. Nel pomeriggio, alle ore 15, si terrà l’incontro con i ragazzi del catechismo e i loro genitori. Seguiranno le confessioni per i cresimandi e i loro parenti. Alle 17,10 la recita del santo rosario e a seguire la santa messa. Alle ore 19 incontro con le autorità civili e alle ore 21 quello con i consigli parrocchiali, i movimenti cristiani, gli operatori della Caritas e i ministri istituiti.
Domenica 8 maggio alle ore 9 ci sarà la santa messa presieduta da padre Rosario Gugliotta, segretario della visita pastorale, mentre alle ore 11 la celebrazione eucaristica con l’amministrazione della Cresima.

L’annuale convegno sul lavoro della Diocesi di Foligno

Venerdì 29 aprile alle ore 17.00 presso il Centro “Fratelli tutti”, viale Ancona n° 142 in Foligno, si svolgerà l’annuale convegno sul tema del lavoro dal titolo “Creare lavoro: rigenerare un territorio, una comunità” proposto dalla Diocesi di Foligno attraverso l’Ufficio diocesano per i problemi sociali ed il lavoro.

Dopo il saluto ai partecipanti a cura di don Luigi Filippucci direttore dell’Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro della Diocesi di Foligno e del Dott. Stefano Zuccarini Sindaco del Comune di Foligno, il convegno vedrà gli interventi del prof. Pierluigi Grasselli professore ordinario fuori ruolo di Politica Economica nell’Università degli Studi di Perugia, di don Bruno Bignami direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Italiana e di Corrado Bocci titolare dell’azienda PAV.I. SRL e Presidente Confindustria Foligno.

Le conclusioni sono affidate a Mons. Domenico Sorrentino Vescovo della Diocesi di Foligno che nel suo ultimo saggio “Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica” ha sottolineato l’importanza della persona al centro dell’economia, interpretando le visioni dell’economista e sociologo di fama internazionale e promotore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, che devono essere concretizzate sul territorio in azioni che aiutino le comunità in una nuova fase rigenerativa dal punto di vista ecologico, sociale e spirituale proiettate verso il bene comune.

Modera l’incontro il Dott. Guido Strati dirigente presso l’azienda Lechler S.p.A. sede di Foligno e componente della commissione diocesana per i problemi sociali ed il lavor della Diocesi di Foligno.

Perugia si prepara al X Incontro mondiale delle famiglie sensibilizzando le comunità locali. I coniugi Roberta e Luca Convito: «La Sacra famiglia come prototipo di ogni famiglia»

L’Ufficio diocesano per la pastorale familiare di Perugia-Città della Pieve ha promosso, a partire dallo scorso marzo, quattro appuntamenti in preparazione al X Incontro mondiale delle famiglie, in programma a Roma dal 22 al 26 giugno 2022, per sensibilizzare le comunità locali a questo significativo evento della Chiesa universale. La famiglia, cellula prima e vitale della società, sottolineano i coniugi Roberta e Luca Convito, responsabili della Pastorale familiare diocesana, «può offrire al mondo un contributo insostituibile: diffondere attorno a sé il “profumo” dell’amore di Gesù nel mettere in pratica gli insegnamenti evangelici nella vita non solo ecclesiale e di fede, ma anche “laica” della società per una sana costruzione del nostro Paese a partire dal basso, dalle comunità locali».

A tal proposito si è svolto a Castiglione del Lago (Pg), lo scorso fine settimana, il secondo appuntamento in vista del X Incontro mondiale, presso “La Casa del Giovane”, rivolto a sposi, fidanzati e operatori di pastorale familiare. Nel primo appuntamento tenutosi a Perugia, presso il complesso parrocchiale di San Barnaba, mons. Carlo Rocchetta, responsabile della “Casa della Tenerezza” in Montemorcino di Perugia, aveva parlato di «Vocazione e famiglia: chiamati alla santità», traendo dal capitolo 4 della Gaudete et Exsultate, sei caratteristiche fondamentali per crescere nella santità sia come coppia che in famiglia. Mentre, nell’incontro lacustre i coniugi Convito hanno offerto una riflessione sul tema “Nazareth: rendere normale l’amore”. Hanno mostrato «la Sacra Famiglia come prototipo di ogni famiglia, poiché – hanno spiegato – pur essendo unica, ha vissuto un’esistenza normale nella quale si sono sperimentati i valori umani e religiosi: amore e tenerezza, fedeltà e generosità, silenzio e mutuo aiuto, amore per il lavoro ben fatto, fede in Dio e docilità alla sua volontà, preghiera assidua e obbedienza nella libertà».

«La piccola comunità di Nazareth – hanno aggiunto – rappresenta il sacramento della venuta di Dio tra noi (RC 21), piccola comunità di salvezza inserita nella storia dell’umanità. Con lo sguardo rivolto alla Sacra Famiglia e seguendone l’esempio, gli sposi possono rendere la loro quotidianità familiare una culla di vita dove far nascere Gesù ogni giorno, una “mangiatoia” dove dopo la fatica si può attingere alla sorgente dell’amore, ricevere cura e custodia, imparare a fare pace dopo i litigi».

Vivace è stato anche il dibattito nel tempo dedicato agli interventi dei partecipanti, in cui sono emerse richieste in merito all’incremento delle attività dedicate ai gruppi famiglia e agli adolescenti.

Al termine è stato annunciato il terzo appuntamento, in calendario domenica 15 maggio, dedicato alla famiglia allargata, la fecondità legata all’affido familiare e all’adozione, in collaborazione con il Garante dell’Infanzia e il Comune di Perugia.

Perugia – 60 giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina. Il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli: «tanto dolore e tante lacrime, ma anche il volto bello dell’accoglienza e della solidarietà».

A 60 giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina, il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, traccia un primo “bilancio” dell’opera di accoglienza-solidarietà rivolta a 658 profughi a cui la Chiesa diocesana, attraverso la sua Caritas ed altre sue realtà socio-caritative, ha rivolto la sua attenzione. Più che i numeri, pur significativi nel rendere immediata la portata di un fenomeno, è importante la storia di vita di ciascun profugo sfuggito alla guerra, che può essere sintetizzata nelle parole di don Briziarelli: «Sono persone, nella quasi totalità donne e bambini, alla ricerca di una vita “normale” nelle nostre comunità, pur nella consapevolezza che loro ritorneranno alla normalità soltanto una volta rientrati in Ucraina. E questo è il desiderio che queste persone ti partecipano appena arrivano. Da parte nostra c’è l’impegno a rendergli il soggiorno in Italia il più possibile in continuità con la loro vita quotidiana in Ucraina, pur nella consapevolezza che questo non è facile». Abbiamo raccolto, sottolinea don Briziarelli, «tanto dolore e tante lacrime, ma anche il volto bello dell’accoglienza e della solidarietà».

Il direttore della Caritas diocesana si sofferma su alcuni dati significativi del fenomeno profughi ucraini giunti negli ultimi due mesi a Perugia e provincia e di quanti sono stati accolti-sostenuti dalla Chiesa locale. «Circa 2.650 sono profughi arrivati a Perugia e provincia, di cui circa 1.700 nella città capoluogo – evidenzia don Briziarelli –. Di questi, 658 sono stati aiutati dalla nostra Chiesa, di cui 325 donne, 31 uomini e 302 minori. Le persone accolte a tutt’oggi sono 143 (14 in strutture Caritas, 37 in strutture collegate a Caritas, 23 in co-housing familiare, 45 in appartamenti messi a disposizione gratuitamente, 24 persone nel Centro di Accoglienza Straordinario della Diocesi».

Significativo anche il numero dei fruitori ucraini dei quattro Empori della Solidarietà Caritas, per un totale di 209 tessere famiglia emesse negli ultimi 60 giorni, così suddivise: 141 tessere famiglia Emporio “Tabgha” di Perugia città; 32 tessere famiglia Emporio “Divina Misericordia” di San Sisto-Sant’Andrea delle Fratte; 30 tessere famiglia Emporio “Siloe” di Ponte San Giovanni; 6 tessere famiglia Emporio “Betlemme” di Marsciano».

Don Marco Briziarelli ha parole di gratitudine per «tutti i volontari che si stanno adoperando al massimo, in particolare per quelli che rischiano la vita nello svolgere il loro servizio in terra Ucraina o ai confini del Paese devastato dalla guerra, e in tutti le zone del mondo dove ci sono conflitti in corso. In questa domenica della Divina Misericordia e della Marcia della Pace straordinaria Perugia-Assisi – conclude il direttore Caritas – vogliamo pregare perché tutte le guerre si fermino subito e preghiamo in maniera speciale perché tutti i profughi di ogni terra siano sempre accolti».

Spoleto – Ricominciamo dalla comunità: un cammino nell’amicizia. Laboratorio di idee promosso dalla Diocesi per ribadire che la realtà esiste per i legami di particelle infinitesimali e non per logiche dei centri maggiori e minori.

L’ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, insieme alle comunità e alle Comunanze Agrarie di S. Pellegrino e Frascaro di Norcia, all’Associazione per il sentiero del silenzio da Frascaro a Norcia e alla Pro S. Pellegrino ASD, organizzano una serie di iniziative dal tema “Ricominciamo dalla comunità: un cammino nell’amicizia”. Questi appuntamenti si inseriscono nel Cammino Sinodale delle Chiese in Italia.

Senza i legami comunitari non c’è futuro. «Abbiamo pensato a questo percorso – afferma don Marco Rufini parroco di Norcia e direttore dell’ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi – in quanto crediamo che la realtà esiste per i legami tra le particelle infinitesimali, tutti egualmente importanti. Crediamo in questi legami. Non crediamo invece, nelle logiche dei centri minori e centri maggiori, del centro e delle periferie, delle capitali e delle succursali. Vogliamo ripartire dalla comunità: come fare? Abbiamo pensato di avviare – prosegue don Marco – un “laboratorio di idee” che non sia solo accademica teoria, ma apra prospettive concrete, direzioni verso cui avviare cammini. Dove farlo? Abbiamo pensato di partire dai luoghi dove la marginalizzazione è più pesante, dove una piccola comunità prova a non arrendersi malgrado la sensazione di essere ridotta ad un’isola dove nessuno desidera attraccare sia proprio forte, consapevole però di poter diventare una meta che tanti cercano e ancora non conoscono. Inizieremo da due piccole comunità dell’area del cratere nursino: intendiamo partire da lì con l’ambizione di far balenare per tutti una scintilla di speranza. È un tentativo – conclude il parroco di Norcia – che ambisce a far capire che i legami sui quali si fonda la comunità sono la risorsa senza la quale non c’è futuro, mai».

Il programma di aprile e maggio 2022 (gli incontri si terranno a S. Pellegrino di Norcia, presso il Centro di comunità. Nel depliant allegato ci sono tutti gli eventi in programma).

Giovedì 28 aprile alle ore 21.00 suor Roberta Vinerba, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi, parlerà sul tema “La sobrietà del Vangelo virtù del terzo millennio”.
Venerdì 6 maggio alle 21.00 l’avvocato Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, parlerà sul tema “O siamo fratelli o crolla tutto”.
Domenica 8 maggio alle ore 15.00: camminata verso la croce di S. Pellegrino con partenza di fronte alla statua del Milite Ignoto.
Venerdì 13 maggio alle 21.00: incontro e dialogo con Donatella Tesei presidente della Giunta Regionale dell’Umbria sul tema “Ricominciare dalla comunità”.
Sabato 14 maggio alle 21.00 preghiera animata dall’UNITALSI con la statua della Madonna di Lourdes.
Domenica 15 maggio alle 17.30 processione per la festa di S. Pellegrino.
Lunedì 16 maggio alle 18.30 collocazione delle campane in una modalità alternativa presso il centro di comunità e Messa presieduta dall’Arcivescovo Renato Boccardo nella festa di S. Pellegrino.
Venerdì 20 maggio alle 21.00 tavola rotonda sul tema “Le comunità energetiche: una risposta popolare alla crisi”. Intervengono: Stefania Proietti presidente della Provincia di Perugia e sindaco di Assisi; Bernardino Sperandio sindaco di Trevi e presidente dell’Unione dei Comuni delle terre dell’olio e del sagrantino; mons. Paolo Giulietti arcivescovo di Lucca e presidente della commissione della Conferenza episcopale italiana per la famiglia i giovani e la vita. Modera don Marco Rufini.

Depliant-1

Perugia – esequie di don Armando Di Renzo, vicario parrocchiale a Civitella d’Arna- Sant’Egidio-Lidarno, già della congregazione dei Passionisti e animatore della comunità di Montescosso

Le esequie di don Armando Di Renzo, vicario parrocchiale a Civitella d’Arna-Sant’Egidio-Lidarno, già membro dei Passionisti e per quasi mezzo secolo animatore della comunità della Congregazione della Passione di Gesù Cristo di Montescosso, si terranno sabato 23 aprile, alle ore 10, nella chiesa parrocchiale di Ponte San Giovanni, presiedute dal vescovo ausiliare mons. Marco Salvio; mentre la camera ardente per la veglia funebre verrà allestita nella chiesa parrocchiale di Civitella d’Arna, venerdì 22 aprile, alle ore 15. Ad annunciarlo è il parroco moderatore dell’Unita pastorale di Sant’Egidio, don Antonio Sorci, ricordando che don Armando è tornato alla Casa del Padre martedì 19 aprile presso l’Ospedale “S. Maria della Misericordia” di Perugia dove era stato ricoverato il 18 aprile a seguito di un grave malore avuto in canonica. Il cardinale Gualtiero Bassetti, il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e il Clero diocesano hanno espresso il loro profondo cordoglio ai familiari e alle comunità parrocchiali dove don Armando svolgeva il suo ministero sacerdotale.
Il ricordo del parroco. «Era entusiasta e provava una gioia infinita per aver potuto rincontrare nel periodo quaresimale, dopo due anni di pandemia, le famiglie, in occasione delle benedizioni pasquali – racconta con voce commossa don Antonio Sorci –. Era contentissimo del Cammino sinodale della Chiesa italiana voluto dal Santo Padre e voleva sapere dalla gente che cosa ne pensasse, interrogandola su quest’evento ecclesiale. Don Armando voleva che i fedeli partecipassero e che si rendessero conto della novità che lo Spirito Santo stava soffiando nella Chiesa; novità che significa partecipazione attiva, coerente, sentita e profetica. Come non ricordare la gioia che si leggeva nei suoi occhi durante il recente Triduo Pasquale e la contentezza per la nuova partenza pastorale che stava avvenendo. Poi un grave malore improvviso lo ha portato via alla sua gente, ai suoi cari e a tutti noi suoi confratelli. Tutta la popolazione è sgomenta per la perdita di un sacerdote che è stato un convinto fedele servitore della vigna del Signore, con una delicatezza ed una presenza sempre discreta e puntuale nel farsi carico delle sofferenze umane e spirituali delle tante persone che incontrava. Dopo quasi mezzo secolo, nel 2020, don Armando – sottolinea don Antonio Sorci – lascia la comunità passionista di Montescosso nel momento in cui la stessa chiude per carenza di vocazioni e viene incardinato come sacerdote diocesano, continuando il suo ministero presbiterale, soprattutto della riconciliazione, di predicatore e di guida spirituale nelle comunità a lui assegnate dell’Unità pastorale di Sant’Egidio».
Chi era don Armando Di Renzo. Nasce il 6 giugno 1949, a Casalincontrada (Ch), entrando poco più che adolescente nel Seminario della Congregazione della Passione di Gesù Cristo in Ancona, dove a diciotto anni entra nel noviziato di Morrovalle (Mc), emettendo la professione il 15 settembre 1968, con il nome di Armando dell’Addolorata. Per quattro anni (1968-72) studia a Perugia, dimorando presso la comunità passionista di Montescosso. Dopo aver approfondito gli studi teologici prima nelle Marche e poi ad Assisi, viene ordinato diacono a Montescosso, il 10 ottobre 1976, e successivamente ordinato sacerdote a San Martino in Pensilis (Ch), il 23 luglio 1977. L’anno successivo consegue la licenza in teologia presso il Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo di Roma. Ritorna nella comunità di Montescosso nel 1980 dove resterà per quaranta anni, ricoprendo l’incarico di amministratore-economo con particolare attenzione alla cura dell’azienda agricola della congregazione. Man mano che diminuivano i suoi impegni amministrativi nella comunità di Montescosso, realtà che andava ridimensionandosi per numero di religiosi, cresceva il suo coinvolgimento nelle attività pastorali della stessa comunità e nella cooperazione con le parrocchie circostanti in costante espansione demografica.
Desideroso di annunciare Cristo. «Sempre crescente è stato il suo servizio pastorale e liturgico nella nostra Chiesa diocesana – evidenzia don Antonio Sorci –. Sono tante le parrocchie in cui ha dato la sua esperienza, la sua spiritualità, il suo desiderio di annunciare Cristo: Bosco, Civitella d’Arna, Sant’Egidio, Lidarno, Colombella, aiutando e sostenendo i parroci nel loro ministero. Negli ultimi cinque anni ha servito maggiormente le comunità parrocchiali di Civitella d’Arna, Lidarno e Sant’Egidio, comunità – conclude il parroco moderatore – che oggi lo piangono e pregano affinché il Signore lo ripaghi con la “ricompensa del giusto”».

Foligno – convegno “Creare lavoro per rigenerare un territorio, una comunità”

Venerdì 29 aprile alle ore 17.00 presso il Centro diocesano “Fratelli tutti”, viale Ancona n° 106 in Foligno, si svolgerà l’annuale convegno sul tema del lavoro proposto dalla Diocesi di Foligno attraverso l’Ufficio diocesano per i problemi sociali ed il lavoro. Questo convegno, sottolinea don Luigi Filippucci direttore dell’ufficio diocesano, vuole riflettere con gli imprenditori, amministratori locali, le varie forze sociali, su come rigenerare un territorio, una comunità, attraverso quell’opera di Dio affidata ad ognuno di noi, cioè il lavoro, perché “il nostro territorio deve essere riqualificato con dei progetti che portano lavoro e ricchezza”.

Alcune domande in vista del convegno: oggi come si è trasformato il territorio? Cosa si aspettano gli imprenditori dal PNRR? Qual è la visione di questo territorio? Quali saranno i lavoratori che hanno bisogno gli imprenditori?

L’incontro è arricchito dagli interventi del prof. Pierluigi Grasselli professore ordinario fuori ruolo di Politica Economica nell’Università degli Studi di Perugia, da don Bruno Bignami direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Conferenza Episcopale Italiana, da Corrado Bocci titolare dell’azienda PAV.I. SRL e Presidente Confindustria Foligno.

Per partecipare contattare la segreteria dell’Ufficio per i problemi sociali ed il lavoro tel. 0742350417 oppure scrivere a sociale@diocesidifoligno.it

Ucraina – A Leopoli l’incontro con la Chiesa locale Caritas Italiana mette a disposizione altri 600.000 euro

“Sono grato a Mons. Baturi, al direttore della Caritas nazionale e a tutta la Chiesa italiana, per la preghiera ma anche per la solidarietà che ci viene offerta per tutto ciò di cui abbiamo bisogno, in particolare negli ospedali, per curare quotidianamente i feriti, e per l’accoglienza dei bambini orfani”. S.E. Mons Mieczysław Mokrzycki, arcivescovo latino di Leopoli, ha accolto con queste parole S.E. Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, che in questi giorni si è recato a Leopoli. I due vescovi sono legati da un rapporto di profonda amicizia. Insieme a Mons. Baturi c’erano don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, ed Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli.
“Mi sono recato in questa terra martoriata – afferma Mons. Baturi – per incontrare un caro amico e assicurargli vicinanza. Ho constatato le ferite di questa nazione, il senso di paura e precarietà che si avverte quando si attivano gli allarmi nella città, il bisogno di un supporto fraterno per lenire le sofferenze di una popolazione duramente provata”.
“Abbiamo voluto far sentire ancora una volta la nostra vicinanza, nella preghiera e nella carità operosa che non si stanca di alimentare la speranza, anche tra le macerie di una guerra”. Così don Pagniello ha incoraggiato don Vyacheslav Grynevych, Direttore di Caritas Spes, e Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, a proseguire nella loro incessante azione accanto alla popolazione locale, assicurando il sostegno di Caritas Italiana.

In Ucraina le Caritas dall’inizio della guerra hanno aiutato oltre 500mila persone. Un lavoro di assistenza, conforto e ascolto che ha raggiunto anche le comunità delle città più colpite dai bombardamenti. Hanno inviato circa 500 tonnellate di aiuti di prima necessità in tutto il paese, assicurando ogni giorno 23.000 pasti caldi e la distribuzione di più di 5000 kit per l’igiene. Sono stati organizzati punti di raccolta e informazione nei 60 centri di accoglienza, nei quali hanno offerto riparo a più di 8000 persone, assistenza sanitaria e sostegno psicologico mirato.

Caritas Italiana come segno tangibile di vicinanza mette a disposizione altri 600mila euro per le Caritas in Ucraina – in particolare in favore di chi sta subendo traumi e disagi psicologici – in Polonia, in Romania e negli altri Paesi impegnati nell’accoglienza, inclusa l’area balcanica.
Nel contempo prosegue l’accoglienza diffusa nelle Diocesi che si apprestano anche a vivere un momento di preghiera per la pace durante le celebrazioni della Domenica delle Palme (la proposta di Preghiera per la Pace è disponibile sul sito della CEI www.chiesacattolica.it).

È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 – 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Emergenza Ucraina”) tramite:
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

Perugia – numerosa rappresentanza di adolescenti perugino-pievesi all’incontro con papa Francesco. Don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile: «ciò che conta è il seme gettato di un’esperienza che si possa tradurre per loro in cammino di crescita consapevole».

Tra gli ottantamila adolescenti italiani (dai 12 ai 17 anni di età) del pellegrinaggio-incontro con papa Francesco in Piazza San Pietro dello scorso 18 aprile, dal titolo “#Seguimi”, organizzato dal Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei, anche una nutrita rappresentanza delle Pastorali giovanili diocesane dell’Umbria di 1.200 tra ragazzi, ragazze e loro accompagnatori (sacerdoti, religiosi, religiose e animatori-educatori d’oratorio). Di questi, 300 provenienti dall’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve guidati da don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, insieme a diversi altri sacerdoti tra cui don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, e don Simone Sorbaioli, arciprete della concattedrale di Città della Pieve. La Chiesa perugino-pievese molto rappresentata a questo primo significativo evento nazionale post-pandemia in Vaticano, come ha sottolineato lo stesso don Luca Delunghi nel tracciare un “bilancio” di quest’esperienza a cui l’Ufficio stampa diocesano dedica un ampio servizio con fotogallery realizzata dagli adolescenti pellegrini in Piazza San Pietro consultabile al link: www.diocesi.perugia.it .

Una Chiesa fatta di persone. I giovani hanno vissuto la loro «pasquetta con papa Francesco», una giornata davvero intesa, caratterizzata da momenti di aggregazione e di festa molto attesi dopo due anni difficili. La loro giornata è iniziata di buon mattino con raduno e partenza in autobus da Montemorcino, Olmo, San Sisto e Castiglione del Lago alla volta di Roma. In Piazza San Pietro c’era anche il cardinale Gualtiero Bassetti, in qualità di presidente della Cei, che ha preso la parola nel rivolgere il saluto al Santo Padre. «Tenerissimo – racconta don Luca Delunghi – è stato vedere lo sguardo e i commenti dei ragazzi che dicevano tra loro: “ma è il nostro vescovo, ma è Bassetti”; segno di una Chiesa fatta di persone che nel riconoscersi a vicenda cresce nella reciproca stima e nel senso di appartenenza».

Spettatori di un Miracolo annunciato. «Il Papa è stato il vero catalizzatore dell’interesse dei ragazzi – evidenzia don Delunghi –, perché il fiuto e l’intuito non li tradisce e li spinge a riconoscere chi ha per loro parole di Vita Eterna. Noi che li abbiamo accompagnati siamo stati spettatori di un Miracolo annunciato: il discepolo che riconosce il Maestro, nell’autorevolezza, nella tenerezza, nella fragilità di un uomo anziano e nelle sue parole risolute, semplici, poche ed efficaci. Che questo sia accaduto per un minuto e che poi nel vortice dell’età adolescenziale possa essere messo alla prova e verificato, rinnegato e riconosciuto ci sta assolutamente: ciò che conta è il seme gettato di un’esperienza che si possa tradurre per loro in cammino di crescita consapevole».

Farci prossimi a ognuno dei ragazzi. Il direttore della Pastorale giovanile si sofferma sull’importante sollecitudine rivolta loro dal Papa: «farci prossimi a ognuno dei ragazzi che vivono dentro, fuori e intorno ai nostri oratori e alle nostre parrocchie, nei territori, in una pastorale che non sia solo l’evento ma sia presenza, ascolto e accoglienza quotidiana a servizio dei più piccoli, perché sempre abbiano l’occasione nelle proprie zone pastorali di incontrare qualcuno che li aiuti a svelare le paure, le inerzie, i dolori facendoli risorgere nella luce».

Vivere una vita di carità. «La cornice dell’abbraccio di Piazza San Pietro ci ha riempito il cuore – è il commento di don Marco Briziarelli –. Partendo dal Vangelo che abbiamo ascoltato, il Papa ha invitato i giovani, nel buio della crisi, a non fermarsi, ma a fare in modo che le paure vengano illuminate a trovare il coraggio negli scoraggiamenti e continuare ad avere il fiuto della vita più degli adulti». Inoltre, aggiunge don Briziarelli, «il Papa ha invitato i giovani a vedere la bellezza della vita nella misura in cui si vive una vita donata e ha detto loro di essere missionari nella vita e a vivere una vita di carità. Come direttore Caritas non posso che essere felicissimo di questa giornata vissuta e dell’entusiasmo dei ragazzi e della necessità-bisogno che abbiamo di stare in relazione e di vivere relazioni vere che ci ricordano ogni giorno che Gesù si è incarnato nel fratello e nella sorella che abbiamo al nostro fianco».

Noi adolescenti siamo preziosi. «Riempie veramente il cuore poter essere, dopo questi lunghi momenti difficili, in mezzo a una piazza piena di ragazzi come me». A raccontarlo è il quindicenne Pietro Maria Rossi, uno dei 300 perugini in Piazza San Pietro con papa Francesco, che aggiunge: «Le testimonianze di coetanei e le parole del Papa sono state di conforto e stimolo per affrontare a testa alta tutte le difficoltà che la vita ci metterà davanti. La cosa che mi ha colpito di più è quando il Papa ci ha detto che non bisogna vergognarsi di avere paura e anche che abbiamo qualcosa di prezioso che gli adulti non hanno: l’intuito per le cose vere e belle; e in quel momento le sue parole ci hanno fatto sentire capiti e allo stesso tempo preziosi».