A Terni convegno nazionale CEI pastorale della Salute: “Laudato si’ per sora nostra matre terra. Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro”, il 27 settembre

Il percorso «Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro» giunge alla terza edizione e fa tappa a Terni, venerdì 27 settembre dalle 16.30 alle 19 presso l’Aula Magna Arpa Umbria, Via Carlo Alberto dalla Chiesa. Interverranno: mons. Francesco Antonio Soddu Vescovo di Terni – Narni – Amelia, avv. Massimo Perari Commissario straordinario Arpa Umbria, Gen. B. CC Giuseppe Vadalà Commissario Unico di Governo per la Bonifica delle Discariche abusive, p. Giuseppe Riggio SJ Direttore responsabile Aggiornamenti sociali, Marco Martuzzi Direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, Sauro Pellerucci Presidente PagineSi spa, don Massimo Angelelli direttore Ufficio pastorale della Salute della Cei, don Bruno Bignami direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, don Marco Pagniello direttore di Caritas Italiana.
IL PROGRAMMA 
Un convegno per riflettere su come coniugare la cura della salute, la tutela dell’ambiente e l’attività produttiva umana. L’equilibrio si raggiunge attraverso la proposta dell’ecologia integrale, suggerita dal Magistero sociale di papa Francesco. Davvero «tutto è connesso» e non è possibile affrontare i temi sociali senza associarli a quelli ambientali. E viceversa. A 800 anni dal Cantico delle creature di san Francesco d’Assisi, la terra umbra è chiamata a una riscrittura profetica della cura del creato.
Tutto il territorio italiano è infatti contrassegnato da siti particolarmente inquinati, che destano gravi preoccupazioni per gli importanti interventi di bonifica necessari, e ben 78 Diocesi italiane portano queste ferite.
Come preservare la salute di tutti, offrendo luoghi di vita e di lavoro sicuri, e cure adeguate? A partire dallo stare vicino alle persone che vivono una condizione di sofferenza, è necessario incontrare e parlare con chi svolge attività di studio e di ricerca, come pure con chi riveste un ruolo a livello istituzionale.

La partecipazione è gratuita ma è necessario iscriversi online cliccando sul link di seguito:
https://iniziative.chiesacattolica.it/CustodireLeNostreTerre3

Città di Castello – Festa dell’impressione delle stimmate di san Francesco.

Martedì 17 settembre, festa liturgica dell’impressione delle stimmate di san Francesco, saranno celebrati gli ottocento anni dall’avvenimento, che si verificò sul monte della Verna nel settembre 1224. Così Tommaso da Celano, primo biografo del santo, a pochi anni di distanza narrò il fatto: «Mentre dimorava nell’eremo, che dal nome del luogo è chiamato Alverna, due anni prima della sua morte, vide in una visione divina un uomo in forma di Serafino, con sei ali, librato sopra di lui, con le mani distese e i piedi uniti, confitto a una croce. […] Mentre non riusciva a capire nulla di preciso e la novità di quella visione si era impressa nell’animo, ecco che nelle sue mani e nei piedi cominciarono a comparire gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quell’uomo crocifisso». Nel secolo successivo, l’animo autore delle “Considerazioni sulle stimmate” precisò che Francesco, nel viaggio di ritorno dalla Verna dopo l’avvenimento delle stimmate, passò per Sansepolcro e sostò per alcuni giorni a Montecasale, raggiungendo poi Città di Castello dove avrebbe trascorso un mese prima di partire alla volta di Santa Maria degli Angeli. La ricorrenza, dunque, è anche un’occasione per ricordare, a ottocento anni di distanza, la presenza di san Francesco nella nostra valle e nella nostra città, non solo per farne memoria, ma anche per riappropriarci di un aspetto importante della nostra tradizione di Chiesa, caratterizzata dal carisma francescano.
A Città di Castello, martedì 17 settembre, alle ore 8.30, sarà celebrata una s. messa nella chiesa di San Francesco, all’interno della quale si conserva una terracotta cinquecentesca, attribuita a Santi Buglioni (1494-1576), raffigurante le Stimmate del santo.

Terni – Santa Maria del Rivo solenne incoronazione della Madonna con il Bambino. Mons. Soddu: “Questo gesto sia l’impegno affinché nella nostra vita la fede che professiamo sia sempre manifestata concretamente attraverso le opere buone”.

Tanti fedeli della comunità di Santa Maria del Rivo, gli scuot d’Europa, i giovani dell’oratorio, le suore Ravasco, catechisti e animatori pastorali, hanno partecipato alla solenne celebrazione per i 350 anni della consacrazione della chiesa vecchia, che è stata restaurata esternamente in occasione di questo anniversario, e per la solenne Incoronazione della Venerata Immagine di Santa Maria del Rivo con il Bambino.
La celebrazione nella grande aula sacra della chiesa nuova è stata presieduta dal vescovo Francesco Soddu, concelebrata dal vicario generale della diocesi don Salvatore Ferdinandi, dal parroco don Marco Decesaris, da don Enrico D’Urso viceparroco e da altri sacerdoti della vicaria. Al termine della litirgia eucaristica, il vescovo e sacerdoti si sono recati in processione nella chiesa antica, dove è custodita l’immagine di Maria, per la cerimonia dell’incoronazione.
La storia narra che nel 1668 questa immagine, dai tratti ancora cinquecenteschi, iniziò a prodigare grazie e miracoli. Questi fenomeni erano spesso associati all’acqua del torrente Rio, che scorreva nei pressi con la quale venivano benedetti i malati. Le numerose grazie ottenute dall’immagine la portarono a essere invocata come “Madonna del Soccorso” o più amorevolmente “Madonna del Rio”. L’allora vescovo di Terni Pietro Lanfranconi, informato dei fatti e del notevole concorso di fedeli che affluiva per venerare la sacra immagine, decise di costruire una chiesa la cui prima pietra fu posta il 25 agosto 1671. L’immagine mariana fu traslata sulla parete dell’altare maggiore. E’ proprio lì che oggi è stata posta la corona all’eggige da parte del vescovo Soddu.
“Il gesto, il rito della incoronazione della immagine della Madonna – ha ricordato il vescovo nell’omelia – ci collega al quinto mistero della Gloria: appunto l’incoronazione di Maria Santissima. Tuttavia al di là del gesto, esso racchiude la verità ultima definitiva e totale della gloria del Paradiso, della vita eterna, della quale Maria è fulgida immagine, per noi e per l’umanità intera. Il gesto dunque dell’incoronazione sia l’impegno affinché nella nostra vita la fede che professiamo sia sempre, così come appreso dalle letture di oggi: sempre manifestata concretamente attraverso le opere buone; esse siano il coronamento della nostra fede, così come l’incoronazione di Maria è il suggello della sua fede totale ed incondizionata”.
L’OMELIA DEL VESCOVO
La celebrazione si è conclusa con il canto dell’Inno alla Madonna del Rivo, composto per l’occasione dal maestro don Sergio Rossini ed eseguito dal coro parrocchiale. Al vescovo è stato donato un anello episcopale con incisa l’immagine della Madonna del Rivo e l’incisione commemorativa del maestro Zavoli.

Perugia – Famiglie in festa. Domenica 15 settembre, in cattedrale, la Giornata diocesana della Famiglia, aperta dalla “calata” del Santo Anello

Nell’ambito della Festa della Madonna delle Grazie, domenica 15 settembre (a partire dalle ore 10.30), nella cattedrale di San Lorenzo, si svolgerà la Giornata diocesana della Famiglia, con la “calata del Santo Anello”, l’ostensione del prezioso antico monile con cui, secondo la tradizione, Maria si unì in sposa a san Giuseppe.

Seguirà la celebrazione eucaristica (ore 11) presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis, che conferirà il mandato a tutti gli operatori che si occupano della formazione dei fidanzati nei percorsi prematrimoniali e impartirà una particolare benedizione a tutte le famiglie e alle coppie di fidanzati e novelli sposi, ponendoli sotto la protezione della Madonna delle Grazie.

Questa Giornata è promossa dalla Confraternita del Santo Anello e dalla Pastorale familiare e proseguirà nel pomeriggio (ore 15.30), nella suggestiva cornice del chiostro della Cattedrale, “un oratorio a cielo aperto”, dove genitori e figli potranno usufruire dei vari spazi dedicati a loro, dai giochi e gonfiabili agli spettacoli di bolle di sapone, al teatro dei pupazzi, per i più piccoli, alle proposte culturali del Museo dell’“Isola San Lorenzo”, per gli adulti, alle quali sarà possibile accedere gratuitamente.

Non è casuale celebrare la Giornata diocesana della Famiglia in occasione della Festa della Madonna delle Grazie, perché oltre a raccogliersi in preghiera davanti alla sua splendida e venerata immagine realizzata da un allievo del Perugino su una delle colonne della cattedrale e al Santo Anello, le famiglie sono esortate a vivere da veri credenti l’Eccomi pronunciato da Maria alla chiamata del Signore. Quell’Eccomi che va imitato nella vita quotidiana di coniugi, genitori, figli, lavoratori, studenti ad iniziare dalle loro stesse famiglie, piccole chiese domestiche, per poi giungere alla società di cui fanno integralmente parte contribuendo alla sua crescita umana e cristiana per il bene comune.

Perugia – festa della Madonna delle Grazie e ordinazione diaconale. “Dispensare con generosità il vino buono del Vangelo”. L’omelia dell’arcivescovo Maffeis

“Non hanno vino”. Si direbbe la fotografia del tempo che viviamo: se il vino è il simbolo della gratuità e della festa, non stentiamo infatti a riconoscerne la carenza… Eppure, sulla tavola apparentemente non ci manca nulla… Cos’è, allora, che impedisce a un ragazzo di aprirsi alla vita e di vederla fiorire? Cos’è che annacqua la nostra gioia, quella della nostra Chiesa e della stessa nostra Città?
Certo, ci sono vicende personali e familiari, che a volte turbano la gioia, come ci sono ferite interiori che sanguinano a lungo. Manca il vino della gioia in una società attraversata dall’inquietudine e dall’affanno, da tante e troppe tensioni, dalla violenza che la cronaca ci versa in casa e che diffonde un senso di sconcerto, di sfiducia e di paura. Si cerca rifugio nel piccolo di sicurezze materiali, che in realtà finiscono per assomigliare alle giare di pietra di cui parlava questa pagina evangelica; giare nelle quali paradossalmente manca non solo il vino, ma perfino l’acqua: quindi, giare vuote, ingombranti e inutili, simbolo forse anche di una religiosità formale, impietrita, grigia, inconcludente.

Che sia per questo che – nonostante ci fosse tanta gente al matrimonio di Cana: gli sposi, gli invitati, i servitori –, l’unica che si accorge che sta venendo a mancare il vino è una donna, Maria?
Con la sua sensibilità, Maria è attenta a quello che accade, coglie le lacune che rischiano di umiliare la festa, si fa carico di segnalare la situazione: “Non hanno vino…”.
Non si ferma nemmeno davanti all’apparente rifiuto del Figlio (“Donna, che vuoi da me?”): noi, probabilmente, ci saremmo chiusi nella nostra permalosità; noi che, davanti alle difficoltà, troviamo più facile tirarci indietro, prendercela con Dio, diffidare di lui, della sua bontà.
Maria, invece, persevera senza esitazioni, intercede per la gioia di sposi e invitati, convinta che le cose possono cambiare, se ci si fida del Signore. Con parole semplicissime coinvolge gli altri: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.

“Fatela”: non si tratta di fermarsi a parlare della situazione, a criticare ciò che non va, a studiarne le cause, a organizzare un’altra riunione o l’ennesima commissione… “Fate”, animati dalla certezza che – se facciamo la nostra parte – Dio non ci lascia prigionieri di strade senza uscita: Lui ci ama nonostante tutto, nonostante le nostre disperazioni, le nostre solitudini, i nostri smarrimenti; ama questa umanità, ci ama fino a donarci il Figlio, vino versato nel perdono, nell’amicizia, nella fraternità.
La gioia non sta nel vedere trasformati i propri desideri in diritti, ma nel seguire Lui, nel vivere di Lui, nel fare “qualsiasi cosa vi dica”. Maria può condividerci questa indicazione perché è quella che ne ha marcato a fuoco il cuore, fin dall’Annunciazione: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”.
Questa fiducia nel Signore diventa disponibilità e forza di rinnovamento. Chi, finalmente, trova la perla preziosa, non esita a vendere tutto per averla: non perché disprezzi le altre cose, ma perché – alla luce del vero tesoro – sa ricondurle al loro giusto valore. Allora, ci si ritrova liberi di impegnare la vita nel servire alla gioia degli altri.
Anche questa è storia dei nostri giorni, è vino buono a cui ho cercato di dare un nome nella Lettera pastorale che consegno questa sera alla vostra riflessione, attendendo il riscontro e l’impegno delle nostre comunità.

Così vino buono è il bilancio sociale della nostra Caritas, presentato questa mattina alla città: sono pagine che fanno onore a tante persone e a tante Istituzioni solidali.

Vino buono sono uomini e donne che nei diversi ambiti lavorano con dedizione e responsabilità, contribuendo a una città che sia casa per tutti.

Vino buono sono mamme e papà, che vivono per la riuscita della vita dei figli.

Vino buono sei tu, Samuele: con il tuo “sì” ti fai servo e abbracci per la vita le parole di Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Ti diciamo grazie per questa disponibilità piena, come diciamo grazie in primis ai tuoi genitori, ai familiari, alla comunità del Rinnovamento nello Spirito e alla parrocchia di Prepo.

Samuele, ràdicati nell’ascolto della Parola: saprai voler bene alle persone che ti saranno affidate. Dispensa loro con generosità il vino buono del Vangelo. Diffondine la gioia, specie in quanti più ne sono rimasti privi. Sii consapevole che ogni gesto di dedizione, di gratuità, di amore vissuto riempie la vita, la profuma, la fa buona. Ci rende credibili.

Maria, causa della nostra gioia, t’accompagni oggi e sempre.

Don Ivan, Vescovo

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Il saluto introduttivo del vicario generale don Simone Sorbaioli ricordando i due anni dell’ordinazione episcopale dell’arcivescovo Ivan Maffeis.

All’inizio delle celebrazione eucaristica, culminata con l’ordinazione diaconale del giovane seminarista perugino Samuele Betti (Sotto il segno dello Spirito Santo – Diocesi Perugia), il vicario generale ha tenuto il suo saluto introduttivo il cui testo integrale è di seguito riportato.

“Ci riempie, per rispetto a voi, il patrocinio della celeste Regina che Perugia suole particolarmente invocare coll’ auspicata appellazione di Madonna delle Grazie. Ci pare ancor di vedere là in grembo alla Colonna il venerando simulacro e innanzi ad esso la folla in atto pio. Vi sia dunque raccomandato di mantenere schietta e vivace la sacra fiamma, tramandatavi dai padri e dagli avi, della divozione alla gran Vergine” Con questo augurio, Papa Leone XIII salutò per l’ultima vola i 1400 perugini in pellegrinaggio a Roma il 29 aprile 1898, nell’occasione dei 20 anni di pontificato di colui che per 32 anni fu Vescovo di Perugia. Queste parole sembrano interpellare anche noi, che oggi, con lo stesso spirito dei nostri padri, siamo qui a rendere l’omaggio dei figli a Maria che pare ripeterci: “Fate quello che Egli vi dirà” (Gv.2,5). Lo facciamo con la semplicità di una famiglia che si ritrova riunita a casa della madre in un clima di festa. Festa per Samuele che oggi, al termine del suo cammino di formazione in seminario riceve l’ordinazione diaconale che lo renderà immagine viva della carità di Cristo in mezzo al suo popolo. Festa per l’intera chiesa diocesana che ricorda, proprio in occasione della messa vespertina della Madonna delle Grazie, il secondo anno dall’ordinazione episcopale ed il contestuale inizio del ministero pastorale dell’Arcivescovo Ivan. Eccellenza, La ringraziamo per questi due anni che abbiamo vissuto come un tempo di reciproca conoscenza e stima, di rinnovato entusiasmo pastorale, di sfide e difficoltà condivise ed affrontate in spirito di comunione. Al termine di queta celebrazione, che segna idealmente l’inizio dell’anno pastorale per la nostra chiesa diocesana, Lei ci consegnerà la Sua seconda lettera pastorale dal titolo Sentieri di Speranza, che ha come immagine di copertina, una scena con la nostra gente che reca, in cammino, l’immagine del Crocefisso “nostra speranza”. Vogliamo accogliere questa lettera con quel sentimento di curiosità e meraviglia tipico di chi riceve qualcosa di prezioso e di utile al tempo stesso, assicurandole ancora una volta comunione e collaborazione. Fratelli e sorelle carissimi, a tutti voi qui presenti, ai malati che sono con noi in preghiera, a che ci ha preceduto nel regno dell’intercessione, un caro augurio di buona festa!

Don Simone, Vicario generale

Terni – giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. Percorsi formativi per immigrati, giovani coppie e famiglie grazie alla creatività di due sacerdoti don Roberto Cherubini e don Luciano Afloarei

Quattro giorni a settimana la parrocchia di Santa Croce, nel centro storico di Terni, si trasforma e diventa la Scuola di lingua e cultura italiana. Le salette che ospitano il catechismo, la sacrestia, e perfino l’aula liturgica diventano aule, pronte ad accogliere gli studenti. Attiva da tre anni, l’hanno frequentata circa trecento allievi solo nell’ultimo anno, provenienti da 27 Paesi diversi. Pakistan, Afghanistan, Argentina, Ucraina quelli più rappresentati, ma non sono mancati gruppi da Cuba, Colombia e anche dall’Africa, in particolare da Congo, Camerun e Nigeria. Gli alunni sono suddivisi in sei classi, di cui una riservata ai bambini, e non imparano solo l’italiano ma anche altre materie come storia, geografia, educazione civica. Ventotto gli insegnanti, tutti volontari e “non necessariamente docenti di professione, ma persone che hanno dato la propria disponibilità e hanno voluto fare qualcosa per gli altri”, sottolinea il parroco di Santa Croce, don Roberto Cherubini, ideatore dell’iniziativa.
I giovani e le famiglie, invece, possono seguire percorsi articolati dedicati all’analisi delle relazioni. “La sede del Consultorio diocesano – spiega don Luciano Afloarei, responsabile della pastorale familiare di Terni – frequentato attualmente da 30 coppie, è per noi un luogo di accoglienza. Comprende il centro Amoris Laetitia, al cui interno è nato il “circolo della sicurezza”, come esperienza di sostegno alla genitorialità. Ci si affaccia inizialmente per problematiche insite nella relazione: le relazioni di coppia tossiche, nel tempo inficiano anche i rapporti sociali, hanno ripercussioni sulla vita individuale e sui figli”.
Preti come don Roberto e don Luciano non si rivolgono solo ai più abbandonati ma, quotidianamente offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada e ascoltano le difficoltà di tutti. Si affidano alla generosità delle comunità per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio sostentamento.

Per richiamare l’attenzione sulla loro missione, torna domenica 15 settembre la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano, celebrata nelle parrocchie italiane.
La Giornata – giunta alla XXXVI edizione – permette di dire “grazie” ai sacerdoti, annunciatori del Vangelo in parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anticrisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, punto di riferimento per le comunità parrocchiali. Ma rappresenta anche il tradizionale appuntamento annuale di sensibilizzazione sulle offerte deducibili.
Uno strumento di grande valore come spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, Massimo Monzio Compagnoni: “La Giornata Nazionale è una domenica in cui tutti noi praticanti esprimiamo la nostra gratitudine per il dono di sé che i nostri sacerdoti ci fanno ogni giorno, testimoni del Vangelo di Gesù, punti di riferimento nelle comunità, uomini di fede, speranza e prossimità. È un nostro dovere ed è necessario un impegno collettivo per sostenerli nella loro missione, … anche economicamente”.

La scuola ternana rappresenta una notevole opportunità per tutti gli iscritti; basti pensare che diversi studenti erano analfabeti, nella propria lingua madre, e quella nel centro di Terni è stata la prima aula scolastica nella quale si sono affacciati nella loro vita. “La parrocchia è diventata un punto di riferimento non solo per l’apprendimento della lingua – prosegue don Roberto –, ma anche per tanti altri aspetti e necessità, come ottenere dei documenti, sottoporsi a visite mediche, trovare un lavoro. Noi non abbiamo risposte a tutti i problemi, ma siamo pronti ad affrontarli insieme. Quello che offriamo è un sostegno umano, non solo cristiano. Alcune volte le risposte le inventiamo lì per lì”. Ci sono i cattolici ma anche i musulmani, gli ortodossi, i sikh. “Durante l’anno abbiamo avuto la possibilità di festeggiare le varie feste religiose –spiega il parroco su unitineldono.it –, dando spazio alle tradizioni di tutti. La comunità parrocchiale, da noi, non comprende solo quelli che “vengono a Messa”, ma abbraccia tutti quelli che qui trovano un approdo di pace, uno spazio di amicizia e accoglienza, che si sentono ‘a casa’”. A giugno si è svolta la cerimonia di consegna dei diplomi agli studenti. “Non rilasciamo un vero titolo di studio, ma un attestato che comunque per loro è importantissimo”, conclude don Roberto.
Dai corsi per gli immigrati a quelli per le giovani coppie, a Terni, il passo è breve. Don Luciano, 48 anni, di origine rumena, è anche parroco a Santa Maria Regina ed è affiancato da altri 13 operatori diocesani (che hanno conseguito un titolo accademico), consulenti familiari per un territorio di 110mila abitanti e 93 parrocchie. Il don è particolarmente esperto di queste tematiche se si pensa che “il rapporto tra la consulenza familiare e l’accompagnamento spirituale” è il titolo della tesi di laurea che ha discusso, a Roma, il 29 gennaio scorso alla Scuola Italiana di Formazione per Consulenti Familiari. La diocesi ha investito molto, dal 2016, per il rafforzamento del Consultorio diocesano e sui percorsi formativi. “Insistiamo sulla formazione continua, – sottolinea don Luciano – più che sul proporre un corso propedeutico alle nozze. Perché il legame di fede è sempre più labile. Se diamo un’occhiata ai bambini, infatti, arrivano al catechismo che non hanno mai recitato una preghiera in famiglia, a volte sbagliano pure il segno della croce. Puntiamo su un coinvolgimento dei corsisti anche con attività collaterali come le giornate di studio e convegni per approfondire la conoscenza dello stare insieme. Non mancano escursioni naturalistiche, con particolare attenzione all’enciclica di Papa Francesco ‘Laudato si’ e pellegrinaggi a piedi per le famiglie, sulla scia dei protomartiri francescani”.

Queste sono solo alcune delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. I sacerdoti sono sostenuti dalle offerte liberali dedicate al loro sostentamento. Nonostante siano state istituite 40 anni fa, a seguito della revisione concordataria le offerte deducibili costituiscono un argomento ancora poco compreso dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno.
Nate come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, le offerte per i sacerdoti sono diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica in quanto espressamente destinate al sostentamento dei preti al servizio delle 226 diocesi italiane; tra questi figurano anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi in via di sviluppo e 2.552 sacerdoti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2023 si è attestato appena sotto gli 8,4 milioni di euro in linea con il 2022. È una cifra ancora molto lontana dal fabbisogno complessivo annuo, che ammonta a 516,7 milioni di euro lordi, necessario a garantire ai circa 32.000 sacerdoti una remunerazione intorno ai mille euro mensili per 12 mesi.

Nel sito www.unitineldono.it è possibile effettuare una donazione ed iscriversi alla newsletter mensile per essere sempre informati sulle numerose storie di sacerdoti e comunità che, da nord a sud, fanno la differenza per tanti.

Perugia – la “StarCup” insegna ad aprirsi agli altri. Occasione di sport e fede per tanti giovani a maturare la propria conversione e vocazione

Si è conclusa nella tarda serata di domenica 8 settembre, presso il Centro sportivo di Santa Sabina, la 18a edizione della “StarCup”, il torneo di Calcio a 5 degli oratori, associazioni e gruppi della comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve organizzato da “SportLab” con la Pastorale Giovanile e il Coordinamento Oratori Perugini, che ha visto dal 4 settembre una partecipazione di alcune migliaia di giovani ed anche adulti da record nel periodo post-Covid. Quest’anno, in particolare, si è notata una numerosa presenza di giovanissimi di scuole elementari e medie per le categorie “Youth Cup” e “Mini Cup”. Vincitori e vincitrici della categoria “adulti” (i giovani delle scuole superiori), appunto la “Star Cup”, che ha visto scendere in campo ben 87 squadre maschili e femminili, sono stati i “Sistombriaco”, che hanno portato l’oratorio di San Sisto a quota sei vittorie, e le “Fiamme” dell’oratorio di Case Bruciate di Perugia, aggiudicandosi il primo posto per la quinta volta a dieci anni di distanza dalla prima.
Centrato il filo conduttore di questa 18a edizione, quello della figura biblica di Davide, con cui il Signore insegna a guardare il cuore non l’apparenza dell’arrivare primi, ma il cuore della partecipazione che rende felice nell’esserci per dare la tua parola, la tua testimonianza di confronto sia nel gioire per un goal fatto sia nel soffrire per un goal subito. Un evento, la “StarCup”, che unisce sport e fede, punto di partenza di non poche storie di chiamata-vocazione non solo al sacerdozio e alla vita consacrata, ma anche alla vita di coppia fondata sul Sacramento del matrimonio, non più così scontata oggi anche tra i giovani battezzati.
Non ultima la “Star Cup” vissuta come esperienza di conversione maturata in una diciottenne che domenica prossima riceverà il Sacramento del battesimo dopo aver partecipato, dallo scorso anno, al Gr.Est. (gruppo estivo) della sua parrocchia, alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona e alla “StarCup” 2023 e 2024.
Di questa conversione ne ha parlato l’arcivescovo Ivan Maffeis al termine della celebrazione eucaristica domenicale della giornata conclusiva della “StarCup”, l’8 settembre, nella tensostruttura del Centro sportivo di Santa Sabina.
«Ciascuno di noi è un messaggio, una parola di Dio, unica, ma nella vita, purtroppo, tante persone finiscono per essere parole chiuse in una bottiglia lanciata in mare che nessuno raccoglie e legge». Così mons. Maffeis all’omelia davanti ad una moltitudine di giovani e giovanissimi insieme a genitori, accompagnatori, catechisti e animatori. Non sono mancanti neppure diversi sacerdoti, religiosi e religiose durante la cinque-giorni della “StarCup” non solo sugli spalti, ma alle partecipate catechesi, preghiere e adorazioni eucaristiche.
Commentando il Vangelo di domenica in cui la folla porta il sordomuto a Gesù, mons. Maffeis si è rivolto ai giovani con queste parole: «E’ qualcosa di enorme, perché siamo vivi nella misura in cui noi ci accorgiamo di chi ci sta attorno facendosi carico del nostro dolore, della nostra angoscia, della nostra paura, della nostra preoccupazione. Come anche nel farsi carico di una gioia, perché lo sappiamo dall’esperienza che quando una gioia è condivisa questa gioia esplode, nessuno va ad una festa da solo… Per questo oggi dico grazie ai tanti che ci hanno messo tempo, fatica, energia per organizzare quest’edizione della “StarCup”. Tutti loro hanno contribuito a rilanciare il messaggio di Gesù: “Apriti!”. L’edizione di quest’anno ci ha insegnato che noi non siamo semplicemente i nostri limiti, ma c’è qualcuno che guarda al cuore. Apriti, non chiuderti come le parole nella bottiglia, perché tutte le volte che ti chiudi ti freghi da solo. Sfida, piuttosto, il giudizio degli altri. Apriti al Signore, perché ha sempre fiducia di te, su di Lui puoi contare sempre. Apriti con fiducia agli altri sperando che anch’essi sappiano aprire il loro cuore per condividere un po’ della strada con te».

Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno – consegna del programma pastorale

“Il nostro programma pastorale è centrato sul grande ideale della carità, che da anni stiamo perseguendo. L’anno scorso ne abbiamo visto le dimensioni sociali, parlando di carità politica. Il prossimo anno il nostro cammino ci porterà a mettere a fuoco le case, sempre più fatte oggetto di una erosione dei valori fondamentali di fede, famiglia e vita. Case che non stanno in piedi, perché, come dice Gesù, sono fondate non sopra la roccia della sua Parola, ma sopra la sabbia delle incerte parole umane. Il tema sarà dunque la carità ‘nelle case’ e ‘tra le case’. Un modo di rifare la Chiesa dal basso, analogo a quello che caratterizzò la comunità cristiana della prima ora, quando non c’erano ancora cattedrali, chiese, canoniche, oratori, ecc., ma solo le case. Le case cristiane furono i fulcri del primo cristianesimo. Divennero presto fermento della società, fino a farne una società cristiana, quella che per secoli, pur con grandi limiti, ha dato un’impronta alle nostre terre”. A indicare la strada del percorso del prossimo piano pastorale che sarà presentato e consegnato domenica 15 settembre a partire dalle 16,30 nella cattedrale di San Rufino, è il vescovo monsignor Domenico Sorrentino. “Oggi – continua – ci troviamo di fronte a tutt’altro paesaggio. Quello scenario tradizionale viene ogni giorno meno. È tempo di riannunciare il Vangelo. Perché ne fossimo ancora più convinti, ho voluto quest’anno che il programma pastorale fosse scritto non da me, ma da voi. È infatti il frutto di un diligente lavoro di riflessione fatto dai due Consigli Pastorali ad Assisi e Foligno. Ne sono felice. Quasi paternamente ‘orgoglioso’. È il segno di una Chiesa – ha aggiunto – che sta imparando a camminare con grande consapevolezza battesimale, sentendo che non tutto deve dipendere dal clero, ma molto dev’essere realizzato con coscienza e responsabilità comune. È anche il segno, come vuole il Papa, di una Chiesa che apprende il metodo “sinodale” del camminare insieme. Mi auguro pertanto – conclude il vescovo – uno scatto di entusiasmo”.

Lo stesso piano pastorale verrà consegnato anche ai fedeli di Foligno, che si ritroveranno domenica 22 settembre alle ore 17 nella cattedrale di San Feliciano, dove dopo un momento di preghiera, seguirà la processione fino al Santuario della Madonna del Pianto (Concattedrale di Sant’Agostino), per celebrare la santa messa. Per tale occasione sabato 21 settembre alle ore 9.30 nella cattedrale di San Feliciano si terrà la conferenza stampa di presentazione dei lavori e del programma di riapertura. Per l’occasione sarà aperto e visitabile anche il Museo capitolare diocesano.

Diocesi Spoleto-Norcia: Costituite le Cappellanie dell’Ospedale di Spoleto, dell’Hospice, delle Case di cura e riposo di Spoleto e Trevi e della Casa di Reclusione di Spoleto. Don Kononov vice direttore della Caritas diocesana e don Ragan esorcista diocesano

In data 8 settembre 2024, festa della Natività della Beata Vergine Maria, l’Arcivescovo Renato Boccardo:
ha accolto le dimissioni da parroco di Santa Maria Assunta in Strettura di Spoleto (che comprende le ex-parrocchie di San Michele Arcangelo in Montebibico di Spoleto, di San Martino in Valle San Martino di Spoleto e di San Giovenale in Cecalocco di Terni) nella Pievania di San Ponziano, presentate a suo tempo per raggiunti limiti di età da
mons. Eugenio Bartoli;
ha accolto le dimissioni da parroco dell’Abbazia di Sant’Eutizio in Preci presentate a suo tempo per raggiunti limiti di età da don Luciano Avenati;
ha accolto le dimissioni presentate da don Simone Maggi da Pievano di San Bernardino e dalla cura pastorale della comunità di Santa Maria di Ferentillo;
ha accolto la richiesta di don Simone Maggi e di don Davide Tononi di esercitare – per un tempo – il ministero pastorale rispettivamente nelle diocesi di Rieti e di Verona;
a causa del particolare ministero loro assegnato, sentito il Consiglio Episcopale, con apposito Decreto ha separato la parrocchia dell’Abbazia di Sant’Eutizio in Preci dalla Pievania dei Santi Benedetto ed Eutizio (che sarà d’ora in poi denominata Pievania dei Santi Benedetto e Scolastica) e il Santuario di Santa Rita in Roccaporena di Cascia con l’annessa parrocchia di San Montano dalla Pievania di Santa Rita, rendendoli autonomi;
ha nominato Pievano di San Bernardino don Giuseppe Kuruvila Thekkummattom, vc;
ha affidato ai Sacerdoti della Pievania di San Bernardino la cura pastorale della comunità di Santa Maria di Ferentillo;
ha assegnato don Aleksei Kononov al presbiterio della Pievania di San Ponziano;
ha assegnato don Nolberto Cárdenas Rosas al presbiterio della Pievania di San Felice;
ha affidato a don Dieudonné Mutombw Tshibang la cura pastorale della comunità dell’Abbazia di Sant’Eutizio in Preci;
ha nominato Esorcista diocesano, accanto a mons. Luigi Piccioli, don Kamil Ragan;
ha nominato Vice Direttore della Caritas diocesana don Aleksei Kononov;
ha costituito la Cappellania dell’Ospedale di San Matteo degli Infermi, dell’Hospice “La torre sul colle” e delle Case di Cura e di Riposo di Spoleto e di Trevi, e ne ha chiamato a far parte Luigia Ciucarilli, coordinatrice, mons. Dino Pallucchi, p. Gregorio Cibwabwa Lwaba Mambezi, oad, e Piera Martore;
ha costituito la Cappellania della Casa di Reclusione di Spoleto, chiamandone a far parte p. Marco Antonio Uras, ofm, coordinatore, Elisabetta Giovannetti e Antonio Cuozzo.

Assisi, San Damiano – Festa del cantico 2024

Si avvicina la terza domenica di settembre, giorno in cui ricade a San Damiano la Festa del Cantico: un’importante occasione per celebrare la preghiera più “universale” di frate Francesco nel luogo stesso in cui la compose, nell’inverno tra il 1224 e il 1225. In modo particolare, quella di quest’anno sarà la 60^edizione: un momento prezioso che diviene occasione per riscoprire in quali circostanze, per quali ragioni e per mano di chi è nato questo momento così seguito e amato da tutti coloro che portano nel cuore il piccolo santuario tanto caro a Francesco e Chiara d’Assisi.
Per questa ragione, l’edizione 2024 si svilupperà in due giornate che metteranno al centro il desiderio degli ideatori di questa giornata, che vollero comunicare il messaggio spirituale del Cantico attraverso il linguaggio della musica e dell’arte.

Nella giornata di sabato 14 settembre, infatti, nella Sala del Cantico del santuario di San Damiano, ci aiuteranno gli interventi di fr. Simone Ceccobao, che fornirà una lettura spirituale del testo di Francesco, e di fr. Matteo Ferraldeschi che ci racconterà come lungo i secoli il testo è stato musicato. Introdurranno i lavori il prof. Davide Rondoni, presidente del Comitato nazionale per l’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, e la dott.ssa Stefania Proietti, Sindaco di Assisi.

Il pomeriggio proseguirà con la premiazione e l’esecuzione dei brani scelti dalla giuria del Concorso Internazionale di Composizione Corale “Cantico”. Il concorso, promosso da ANDCI (Associazione Nazionale Direttori di Coro Italiani) con il patrocinio del comune di Assisi e della Provincia Serafica di San Francesco, è stata un’opportunità unica per i compositori di esprimere la loro creatività attraverso la musica, ispirandosi ai testi del Cantico delle Creature per celebrare l’arte della composizione corale e promuovere la bellezza e la spiritualità di uno dei capolavori letterari italiani, nell’ approssimarsi della ricorrenza degli 800 anni dalla prima stesura del testo francescano. I brani saranno eseguiti dal gruppo vocale Armoniosoincanto, diretto da Franco Radicchia. Il pomeriggio terminerà quindi nella chiesa di San Damiano con la preghiera del Vespro e l’Adorazione eucaristica.

Domenica 15 settembre, alle 9.30, p. Francesco Piloni, Ministro provinciale dei Frati minori dell’Umbria, presiederà la solenne celebrazione eucaristica. Ci ritroveremo nel Giardino del Cantico per una breve rievocazione, attraverso la lettura delle fonti francescane, poi muoveremo nella piazzetta antistante il santuario di San Damiano; nel corso della processione offertoriale i vicini e gli amici di San Damiano recheranno all’altare i tradizionali frutti di “nostra madre terra”, come segno di gratitudine all’”altissimo, onnipotente, bon Signore”. Il canto liturgico sarà accompagnato dalla corale Porziuncola, diretta da fr. Matteo Ferraldeschi.

Al termine della Celebrazione, verrà inaugurata la mostra per festeggiare il Sessantesimo anniversario della Galleria del Cantico dal titolo “Incidere il Cantico”. Saranno esposte le opere d’incisione e di disegno eseguite con varie tecniche: incisioni a bulino, linoleografie, xilografie, acqueforti, acquetinte e disegni a sanguigna, acquerellati e a china realizzate da numerosi artisti, tra cui p. Diego Donati, Salvatore Fumo, Piero Maccaferri, Gina Roma, Luigi Servolini e Gian Luigi Uboldi.