Assisi – Assemblea diocesana e consegna del piano pastorale per monsignor Domenico Sorrentino: “È tempo di rimboccarci le maniche”-Ordinato un nuovo sacerdote: è don Maurizio Biagioni, già direttore della Caritas diocesana

“Abbiamo bisogno tutti di misericordia. Ne ha bisogno la Chiesa. Ne ha bisogno il mondo che sta vivendo una fase di grande incertezza e dolore, per essere uscito a malapena dagli anni della pandemia per ritrovarsi nelle conseguenze di una guerra sciagurata che sta provando terribilmente quanti vi sono direttamente implicati, ma anche tanti che, anche nel nostro Paese, ne risentono gli effetti correlati”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, domenica pomeriggio 11 settembre nel corso della celebrazione eucaristica di consegna del piano pastorale dal titolo: ‘Veni, Sancte Spiritus’ e dell’ordinazione sacerdotale di don Maurizio Biagioni. Il vescovo, commosso e felice della vicinanza dimostrata e della presenza di tanti fedeli che sono venuti anche per salutarlo dopo il periodo di malattia che lo ha colpito, ha espresso gratitudine: “È una grande gioia rivedervi, dopo un periodo, in verità non ancora concluso, in cui la prova della malattia mi ha costretto a un forzato riposo. Nella sua omelia monsignor Sorrentino ha invitato la comunità a “rimboccarsi le maniche per costruire un mondo un po’ meno invivibile. Abbiamo bisogno di quella misericordia che Mosè invoca per il suo popolo, riconoscendone il peccato, ma facendo appello alla promessa di Dio. Di quella misericordia che fece di Paolo da persecutore un apostolo. Di quella misericordia con cui il Buon Pastore va a cercare la pecorella perduta e il Padre celeste riabbraccia il figlio prodigo e gli fa festa. Se andiamo in fondo al cuore di tutte le persone che la missione ci chiama ad incontrare, noi troveremo sempre, magari nascosto sotto visi ostinati e cuori induriti, un grande bisogno di tenerezza e di misericordia, che dovremo annunciare, e soprattutto testimoniare. E la misericordia, fatta di mille accortezze di accoglienza, di ascolto, di premura, di perdono, di concreto sostegno nel bisogno, di vicinanza nella malattia e nella solitudine, farà il suo lavoro di intenerimento, e i cuori si apriranno a Dio”. Rivolgendosi al diacono Biagioni il vescovo ha detto: “Caro Maurizio, mentre parlo di misericordia, so che il tuo cuore balza. È una parola a te particolarmente cara, dato che, non so da quando, la tua vita si è intrecciata con quella delle misericordie, che portano fin nel nome questo messaggio evangelico. Da diacono poi hai vissuto il servizio di carità, facendo per qualche tempo il direttore della Caritas diocesana. Ora la misericordia per essenza, che è lo Spirito Santo, si effonderà nuovamente su di te, plasmando ulteriormente in te l’immagine battesimale e diaconale di Gesù con i tratti specifici del presbiterato, che ti fa, a nome di Gesù, pastore e padre del popolo di Dio”. Poi il vescovo ha posto l’accento sulla consegna del piano pastorale, illustrato già il giorno prima nel corso dell’assemblea diocesana che si è svolta al centro pastorale della parrocchia di Santa Maria degli Angeli. “Tutta questa grazia ben si accompagna all’altro motivo di gioia che oggi caratterizza la nostra celebrazione. Sto per consegnarvi le tracce del cammino pastorale annuale. Non è un nuovo piano pastorale: resta vigente quello intitolato ‘Al di sopra di tutto, l’amore’. Ve lo riconsegno con qualche accento speciale, offerto quest’anno anche alla diocesi sorella di Foligno. Vi prego di leggerli attentamente. In parte sono cose che conoscete, soprattutto per quanto riguarda il rinnovamento delle parrocchie con le piccole comunità. Qualche novità troverete invece nel terzo punto, in cui provo a declinare il servizio che dobbiamo ai giovani con qualche proposta che lo renda più continuativo ed efficace. Vi raccomando però soprattutto il primo punto, in cui la missione strada-casa, che abbiamo messo dall’anno scorso all’ordine del giorno e che mi auguro trovi quest’anno slancio e concretezza, viene posta tutta sotto il segno della preghiera. Dobbiamo esserne convinti: la preghiera, fatta bene, in tutte le forme liturgiche e personali, è la prima via della missione. Ripropongo per questo con calore la nostra preghiera diocesana”. A sottolineare e condividere i punti del piano pastorale erano stati, sabato mattina, il vescovo di Gubbio e Città di Castello, monsignor Luciano Paolucci Bedini, che ha condiviso e spiegato la bontà del rinnovamento parrocchiale a partire dalle piccole Comunità Maria Famiglie del Vangelo e don Giovanni Zampa, vicario episcopale per la pastorale della diocesi di Foligno, che ha messo in evidenza i punti di forza del piano pastorale, destinato anche alla sua diocesi.

Perugia – L’omelia del cardinale Gualtiero Bassetti pronunciata all’ordinazione episcopale dell’arcivescovo eletto Ivan Maffeis. «Caro fratello Ivan, vivi fino in fondo i rischi del Vangelo, dovunque il Signore ti chiami»

Fratelli e figli carissimi,
siamo convenuti in questa chiesa cattedrale per partecipare al banchetto eucaristico vivendo insieme il segno antichissimo della successione apostolica, che riconduce direttamente al mandato conferito da Gesù a Pietro e ai primi seguaci, continuatori del messaggio e della testimonianza evangelica. Nella sua infinita misericordia, il Signore non lascia mai privo di guide il suo popolo, e ha voluto inviare a Perugia-Città della Pieve un nuovo pastore, che sia maestro e padre di tutta la Comunità.
Saluto i tanti confratelli Cardinali e Vescovi qui giunti da ogni parte d’Italia, che intorno a questa sacra mensa formano una splendida corona, segno di una Chiesa viva che su mandato di Cristo estende nel tempo il suo ministero e trasmette la fede.
Con particolare gioia saluto l’Arcivescovo di Trento, Mons. Lauro Tisi, e tutti i fedeli venuti da quella bellissima terra a visitarci e a farci il dono prezioso del nuovo pastore. Con particolare affetto saluto il fratello Dionisio esarca della comunità ucraina in Italia, mentre gli assicuro la nostra vicinanza e la nostra preghiera per il suo Paese sconvolto dalla guerra. Saluto l’Amministratore diocesano Mons. Marco Salvi e lo ringrazio per l’opera svolta durante la sede vacante.
Un grande abbraccio ai fratelli, alle sorelle e a tutti i familiari di Don Ivan che gli sono accanto in questo giorno così significativo per la sua vita. Anche il papà Santo, la mamma Licia e il caro fratello Marco, morto prematuramente, si uniscono a noi dal cielo.
Ringrazio i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi, tutti i consacrati. Un distinto ossequio porgo alle autorità di ogni ordine e grado qui convenute.
Con tanto affetto saluto il popolo santo di Dio che è in Perugia-Città della Pieve, che ho amato e continuo ad amare, che ho servito come ho potuto, e che oggi consegno al cuore e nelle mani del Vescovo Ivan.
Come i primi discepoli, raccolti sulle rive del Lago di Galilea, così oggi: il Signore manda te, Don Ivan carissimo, a proclamare il Vangelo della salvezza e a spezzare il pane della vita. Tra poco siederai sulla cattedra che fu di san Costanzo, Vescovo e martire degli anni di fondazione di questa comunità cristiana; una cattedra dalla quale molti altri pastori hanno avuto a cuore questa Chiesa che io, ultimo di una lunga serie, ti consegno con fiducia e amore.
Caro Ivan, la voce di Gesù che è risuonata nella tua vita fin dalla fanciullezza, la voce che hai seguito nei vari ministeri che ti sono stati affidati nella Chiesa di Dio, ti chiama oggi con più forza: sarai successore degli Apostoli, segno personale di Cristo vivo, immagine di Lui in questa santa Chiesa particolare. Sarai icona luminosa della sua presenza nella misura in cui, imitandolo, donerai la vita: il buon pastore, infatti, dona la vita per le pecore.
 Carissimo fratello, ho avuto modo di conoscerti e apprezzarti durante gli anni in cui abbiamo collaborato nella Conferenza Episcopale Italiana. Ho sempre ammirato le tue qualità umane e sacerdotali, e le belle virtù con le quali il Signore ha voluto adornarti, perché ti spendessi per il suo popolo e la sua santa Chiesa. In momenti difficili hai saputo farti carico di grandi responsabilità, con generoso spirito di servizio, con umiltà e attaccamento alle comunità cristiane che sono in Italia.
Terminato quell’incarico, sei voluto tornare tra le tue valli trentine per servire la comunità di Rovereto; lo hai fatto per amore e con cura e oggi i tuoi parrocchiani sono venuti in gran numero per salutarti, ringraziarti e gioire con te per il dono dell’episcopato, con la sofferenza di averti perso.
Fratello carissimo, il Signore Gesù Cristo ti chiede ora di completare il dono della tua vita; ti pone dinanzi le responsabilità del ministero realizzato nella pienezza del sacerdozio. Sarai padre, pastore e maestro della porzione del popolo Santo di Dio che in Perugia-Città della Pieve, e che percorre da secoli il suo cammino di Chiesa.
A te, caro fratello, sarà chiesto, come a Mosè, di intercedere per il popolo, anche quando le strade sembrano divergere. Il nostro Dio è un Dio di misericordia, che aspetta ogni figlio per riabbracciarlo. Con la consapevolezza di essere stato amato e perdonato tu stesso per primo, come dice san Paolo, sarai chiamato a tua volta ad andare incontro ad ogni pecorella che ha lasciato l’ovile per migrare in pascoli lontani, e allo stesso tempo cercherai la dracma nascosta, immagine di quei figli che, pur rimasti in casa, non si sentono più amati né visti e si nascondono allo sguardo e al cuore del Padre. È tuo compito, com’è nel tuo carattere, andare alla sostanza delle cose, prenderti cura di quelli che sono lontani ed estranei, e di quelli che sono ancora nel gregge. E, per tutti, spendere la vita.
Carissimo, ti consegno stasera una Chiesa dalla storia antica, che ha vissuto la gioia della comunione in Cristo e dei frutti della pace, ma che ha anche sofferto per le divisioni e le tragedie della storia. Metto nelle tue mani una Chiesa, forse povera di mezzi, ma ricca della forza dello Spirito Santo, che sempre consola e illumina il cammino dei fedeli.
Stamani, nelle tappe che hanno segnato il tuo ingresso in diocesi, hai già fatto delle scelte evangeliche. Il tuo cuore di pastore non ti impedirà di trovare strade sempre nuove per andare incontro a tutti, e persino a quelle persone che hanno difficoltà a rapportarsi con la Chiesa.
Troverai qualche ferita da medicare, inclusa forse l’indifferenza, che fa tanto soffrire chi la prova e chi la riceve; troverai solitudine e dolore; ma troverai, credimi, tanta gioia e speranza in tutti coloro che hanno fatto l’esperienza dell’amore di Dio. Troverai la forza e la bellezza dei giovani, verso cui tutta la comunità è impegnata nella trasmissione della fede; troverai famiglie in difficoltà, ma consapevoli che l’amore è più forte di ogni divisione. Troverai un grande sforzo di carità, che si esplica in mille modi, istituzionali e capillari, anche dove meno te lo aspetteresti.
Semplicemente accogliendo e ascoltando, come sai fare tu, ma soprattutto scavando, con la tenacia che ti distingue, incontrerai una terra ricca di fede, di tradizioni religiose e di insigni istituzioni culturali e accademiche.
Di fronte a tanta ricchezza di vita e di opere, che i padri ci hanno tramandato, lasciati commuovere, come sono commosso stasera io, che dopo tredici anni lascio a te la guida di questo popolo, a me carissimo.
Come fratello più anziano, ti dico: ama e spenditi per questa nostra Chiesa, con i suoi preti, coi suoi consacrati, con la gioia di tante famiglie e di tante persone umili! Non spegnere mai i sogni dei nostri ragazzi e dei giovani. Piuttosto, custodiscili! Custodisci e coltiva i semi di bene che ovunque incontrerai!
Metti tutto il tuo impegno di successore degli apostoli nel promuovere la fedeltà a Cristo e al Vangelo, perché si possa passare sempre più da un cristianesimo di tradizione ad un cristianesimo di convinzione. Vedrai che si tratta di un cammino intrapreso, ma ci vorrà ancora coraggio e dedizione.
Padri non si nasce, neppure con l’episcopato; «padri si diventa». Si diventa con fatica e gioiosa gestazione, camminando insieme, insieme lavorando, insieme amando, sempre col canto sulle labbra, come Francesco d’Assisi che cantava la «perfetta letizia», anche quando, andando per l’aspra e desolata Valle del Tescio, come dicono le Fonti Francescane, sbucarono dei briganti che l’acciuffarono: «Che hai da cantare con tanta allegria e chi sei?». Francesco rispose: «Sono l’araldo del gran re!». Lo gettarono in fondo ad un burrone, ma lui continuava a cantare. Come Francesco, non ti manchi mai la gioia della sequela di Cristo, che orienterà ogni tua azione di pastore.
Caro fratello, sei innalzato alla dignità episcopale? Sei innalzato sulla croce! Lasciati attrarre da Gesù. Inginocchiati come lui nel servizio di tutti. Fermati dinanzi ad ogni ferito, ad ogni abbandonato e dimenticato: e, come il buon Samaritano, caricatelo sulle spalle per portarlo al sicuro. Perdona, accogli, ascolta, illumina, fortifica e guida con i doni dello Spirito, e sempre offri te stesso in riscatto per tutti. Vivi fino in fondo i rischi del Vangelo, dovunque il Signore ti chiami.
La Chiesa di Trento ti dona a questa nostra di Perugia-Città della Pieve. Possano entrambe gioire di te sempre, per le meraviglie dell’amore di Dio nella tua vita!
Maria Santissima, qui venerata con il titolo di Madonna delle Grazie in quanto Madre della divina Grazia, col suo «Eccomi» ha acceso la speranza del mondo intero. Interceda Lei per te, affinché il Signore che ti ha chiamato porti a compimento questa nostra speranza!
Amen.

I SALUTI DELLA PRESIDENTE DELLA REGIONE UMBRIA DONATELLA TESEI E DEL SINDACO DI PERUGIA ANDREA ROMIZI E IL SALUTO ALLE AUTORITA’ DEL CAPOLUOGO UMBRO DELL’ARCIVESCOVO ELETTO IVAN MAFFEIS

La presidente Donatella Tesei: «L’Umbria è una terra accogliente dove le istituzioni sanno mettersi insieme per il bene comune»

Benvenuto in terra umbra. Sono veramente emozionata e commossa di accoglierla a nome di tutta la Regione e di tutta la comunità regionale. L’Umbria è una terra accogliente dove le istituzioni sanno mettersi insieme per il bene comune. Credo che questo sia il percorso che noi auspichiamo, ma che sono certa avverrà. Potremmo portare avanti, in un periodo di grandi difficoltà e di sfide, questa possibilità di lavorare insieme per la nostra comunità ed è sicuramente molto importante. Io so già che questo sarà possibile, perché la sua opera, il suo lavoro, ciò che ha fatto in quella magnifica terra da cui proviene ce lo testimonia. Voglio ringraziare il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, insieme a tutta la sua comunità rappresentata dai sindaci qui presenti, ma anche da tanta gente che ha voluto seguirla con grande affetto. Voglio dire a tutti coloro che sono venuti oggi, che sapremmo ricambiare e che questo rapporto ci legherà ancora di più con quella magnifica terra. Sicuramente faremo un cammino insieme. Le auguriamo tutto il bene per il prestigioso incarico che andrà a ricoprire.

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Il sindaco Andrea Romizi: «Credenti e non credenti sono chiamati oggi ad individuare il terreno comune sul quale fondare la convivenza»

Eccellenza reverendissima, a nome dei cittadini tutti, sono lieto ed onorato di darle il benvenuto nella nostra Perugia.

Mi permetta di iniziare questo saluto ringraziando, in maniera sentita e affettuosa, e non rituale, Sua Eminenza il Cardinale Gualtiero Bassetti, nostro cittadino onorario che ha condotto il proprio servizio pastorale, anche in un momento particolarmente difficile, sempre camminando in mezzo al popolo dei fedeli, con la massima cura e comprensione per ogni singola persona.

Saluto inoltre con altrettanta cordialità ed amicizia Sua Eccellenza Mons. Marco Salvi, che ha svolto il ruolo di Amministratore Diocesano collaborando attivamente e proficuamente con l’Amministrazione Comunale.

Le porgo, Arcivescovo eletto, l’accoglienza della città nella consapevolezza che la voce del Vescovo è sempre stata e sempre sarà per i perugini un contributo essenziale per comprendere il senso del cammino dell’intera comunità cittadina.

Come Ella ha sottolineato nel primo messaggio di saluto diffuso appena nominato, la nostra, che da oggi è certamente anche la sua, è terra di santi e di bellezza. In questa piazza, in particolare, la bellezza abbonda, a partire dalla facciata del duomo, appena restaurata e dalla nostra splendida Fontana Maggiore, simbolo, in qualche modo, dell’incontro tra fede e laicità: nello splendore delle formelle realizzate da Nicola e Giovanni Pisano coesistono infatti il linguaggio della Bibbia e dei santi con quello del secolo, delle arti liberali e delle tradizioni popolari.

Ci ha scritto inoltre che viene per condividere le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di ciascuno.

La ringrazio fin da ora per lo spirito di condivisione e comprensione con cui arriva da noi. Il nostro territorio, e quello della Diocesi; sono territorialmente ampii, comprendono situazioni eterogenee e complesse e vivono un momento non facile, di crisi a vari livelli.

Ma più di ogni altro c’è un elemento che contraddistingue, impreziosisce e caratterizza Perugia: il suo popolo.

I perugini, lo dice la storia, hanno sempre avuto a cuore la libertà, la lealtà, la dignità, il rispetto, il lavoro e hanno sempre affrontato gli eventi con quell’attitudine che oggi siamo soliti chiamare “resilienza” e che in passato si definiva solidarietà, forza di volontà, orgoglio, capacità di non abbattersi mai.

Quella di Perugia è una comunità vitale e propositiva: in questi anni ho avuto modo di apprezzare un grande impegno nell’associazionismo, nel volontariato e nel sostegno del prossimo, ambiti in cui la Chiesa cattolica svolge un ruolo fondamentale, ponendosi come punto di riferimento per persone e famiglie.

D’altra parte siamo consci dei segni di erosione e sfilacciamento del tessuto sociale, della comunità, che più volte Ella, nel suo precedente incarico di direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della CEI, ha segnalato.

E come Lei abbiamo a cuore innanzitutto i giovani, che oggi ha voluto incontrare in una chiesa di recentissima costruzione. Ci è noto quanto sia stata apprezzata la sua attività di docenza presso l’Università Pontificia Salesiana, e, in particolare, l’accompagnamento degli studenti arricchito dalla grande esperienza maturata da professionista della comunicazione.

E sappiamo anche che ha voluto continuare a prestare servizio come Parroco prima presso un piccolo paese della Val Rendena poi a Rovereto.

Comune è la volontà di rivolgere attenzioni a tutti ed avere cura dei bisogni, non solo materiali. Condividiamo infatti l’idea, che ha espresso più volte Papa Francesco, che nessuno si salva da solo.

Vale per tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti.

In questi anni si è lavorato per far convivere le ragioni dello sviluppo economico e quelle dello stato sociale, ritenendo che esse, soprattutto nell’era dolorosa della pandemia e della crisi figlia della guerra, per alcuni versi non ancora pienamente manifestatasi in tutti i suoi aspetti, siano elementi complementari per lo sviluppo di una comunità effettivamente evoluta, capace cioè non solo di produrre, ma anche di distribuire ricchezza, pari opportunità e strumenti di elevazione morale e civile per i suoi cittadini.

I progetti che come città abbiamo messo in campo e che svilupperemo nei prossimi anni vogliono essere per le persone, per il loro benessere, perché crediamo che questo sia il ruolo della politica: creare benessere, creare opportunità, lavorare per il bene comune, per un bene che favorisca lo sviluppo delle condizioni della vita sociale in modo tale da permettere alle singole persone e alle diverse collettività di raggiungere la propria perfezione, così come inteso nella Dottrina sociale della chiesa, secondo un insegnamento preziosissimo che, grazie alla figura di Papa Leone XIII, si lega anche alla nostra Perugia.

Ecco perché il percorso con la Chiesa non può che essere distinto nei ruoli ma complementare nelle azioni.

E ancora una volta, credenti e non credenti, tradizione cristiana e pensiero laico sono chiamati oggi, nella fatica che richiedono sempre l’incontro ed il dialogo, a individuare il terreno comune sul quale fondare la convivenza.

La politica sappia sempre dialogare e interloquire fruttuosamente con il pensiero cattolico così prezioso in tutti gli ambiti della vita. Sappia farlo senza superficialità, cogliendo il valore della profondità con la quale il pensiero cristiano guarda al rapporto con la modernità e con le difficoltà che la modernità stessa ci porta.

Voglio consegnarle, infine, quale segno di benvenuto, un’agenda con l’effige del Grifo, simbolo della nostra città, conservato insieme al Leone nell’atrio di Palazzo dei Priori; ne siamo particolarmente orgogliosi, perché è un prodotto artigianale realizzato da un’azienda che ha come protagonisti della propria storia imprenditoriale persone con disabilità: Le doniamo dunque il nostro simbolo più prezioso realizzata da ragazzi straordinari.

Benvenuto ancora in questa nostra terra, Don Ivan, si senta accolto, i perugini le saranno e la vorranno vicino.

L’arcivescovo eletto Ivan Maffeis: «Siamo tutti chiamati a coltivare e a dilatare gli spazi dell’ascolto, dell’accoglienza, della formazione, della prossimità e della cura»

Signor Sindaco, Presidente della Regione, Presidente della Provincia, e voi tutti, Primi Cittadini, Autorità civili e militari, Magnifici Rettori

Grazie. Grazie per la generosità delle vostre parole. Grazie per avermi voluto accogliere sulla gradinata del Palazzo dei Priori, segno eloquente che, nella doverosa distinzione di ruoli e di compiti, apre all’amicizia, il bene più prezioso per una città.

I luoghi che abbiamo appena attraversato mi dicono che Perugia e le altre realtà che la circondano non sono semplicemente un insieme di palazzi, un dedalo di strade, un patrimonio di storia, sedi preziose di università, di arti e di imprese. Sono prima di tutto lo spazio di donne e uomini che, legati dalla nascita, da alti ideali, dal piacere e dalla fatica di vivere, convergono tutti nella medesima piazza.

La città ha molte dimensioni: tante quanti sono i bisogni – vecchi e nuovi – di ciascuno. Accanto ai luoghi abitati dalla famiglia e dagli affetti, dal lavoro e dagli interessi, siamo chiamati a coltivare e a dilatare gli spazi dell’ascolto, dell’accoglienza, della formazione, della prossimità e della cura. Sono spazi di umanità che interpellano il contributo di risposta di tutti; spazi che, in particolare, invocano le virtù del buon governo, della giustizia prudente, della comunicazione veritiera e soprattutto della carità operosa.

Voi lo sapete bene: la città prospera quando alle persone – ai giovani, soprattutto – sono garantite condizioni e strutture adeguate alla loro crescita e alla loro libertà. Prospera grazie a rapporti significativi e alla pace che si instaura tra i suoi cittadini. Allora la città fiorisce e tutto ciò che proviene da culture, etnie e religioni diverse la modella, senza comprometterne il profilo.

Cari Amministratori, cari Politici, e voi tutti, Servitori del bene comune: la dottrina cristiana riconosce la vostra responsabilità come “la forma più alta della carità”: in quanto tale, merita rispetto e stima, sostegno e solidarietà. E se da noi venisse anche il pungolo della critica, sappiate che nessun richiamo vorrà essere più forte dell’incoraggiamento per la vostra missione.

Come voce di una Chiesa esperta in umanità continueremo a offrire – pur con i nostri limiti – quanto abbiamo di più caro: la Parola del Vangelo e la vita buona che nasce dall’incontro con il Signore Gesù.

In questa luce, vi assicuro la disponibilità della Chiesa perugino-pievese a collaborare nel prenderci a cuore le attese e i problemi della gente, perché la nostra rimanga e sia sempre più una terra a misura della persona umana, dei suoi beni e dei suoi fini.

Con il desiderio di incontrarvi e conoscervi personalmente, vi ringrazio ancora per la cordialità della vostra presenza.

Spoleto – Caritas diocesana e Comune di Spoleto aderiscono all’iniziativa “Lo Zaino Sospeso”

“Lo Zaino Sospeso”: è un’iniziativa di solidarietà presente in varie parti d’Italia e che si concretizza anche in alcuni territori dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, grazie alla fattiva collaborazione della Caritas con i Comuni, tra cui Spoleto.

Nelle cartolerie aderenti, dove sarà esposta la locandina congiunta di Caritas diocesana e Comune di Spoleto, è possibile acquistare oggetti utili per la scuola (quaderni, matite, penne, astucci, zaini, righe etc…), che saranno custoditi dal rivenditore. I volontari, poi, andranno a ritirarli per portarli nelle scuole e donarli così alle bambine e ai bambini che ne avranno bisogno per iniziare così al meglio l’anno scolastico. Di questa iniziativa sono naturalmente soddisfatti il direttore della Caritas diocesana don Edoardo Rossi e il sindaco di Spoleto Andrea Sisti. «Questo progetto è un’ulteriore dimostrazione – afferma don Rossi – che il lavorare in sinergia a favore di chi è in difficoltà è fondamentale. La povertà educativa purtroppo è presente anche nelle nostre vallate e noi – prosegue il direttore della Caritas – invitiamo chi può a dare un piccolo contributo per consentire ad alcuni studenti l’opportunità di avere quella formazione necessaria che li orienti a trovare il loro posto nel mondo».

Perugia: Nella chiesa del Gesù la festa della Natività della Beata Vergine Maria. Tanti fedeli ad ammirare l’ex voto ritrovato e restaurato della Madonna bambina. Il cardinale Bassetti all’omelia: «Imitiamo Maria camminando sempre nella fede e crediamo fino in fondo in Gesù»

«La storia di Maria riguarda anche la nostra vita, perché Gesù, dalla Croce, ci ha affidato tutti a Lei ed è una storia ed un insegnamento che dobbiamo mettere in pratica. Maria ha camminato sempre nella fede e se io domandassi ad un cristiano, anche ad un bambino, chi è la Vergine Maria, sono sicuro che mi risponderebbe: “è una donna che ha creduto fino in fondo”. Ed è per questo che noi siamo chiamati ad imitarla, perché ha camminato nella fede. E una raccomandazione che vi faccio è quella di camminare sempre nella fede e di credere fino in fondo in Gesù». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, all’omelia della festa della Natività della Beata Vergine Maria celebrata, nella serata dell’8 settembre, nella chiesa del Gesù, l’antico luogo di culto risalente alla seconda metà del secolo XVI situato in pieno centro storico del capoluogo umbro. Il cardinale ha ripercorso le tappe più importanti della vita della Madre di Dio, dalla natività allo straziante dolore ai piedi della Croce, all’assunzione in Cielo portando speranza al mondo.

In preghiera per il nuovo arcivescovo. Il cardinale Bassetti ha anche raccomandato i numerosi fedeli presenti di pregare per il suo successore, don Ivan Maffeis, che sarà da lui ordinato vescovo domenica 11 settembre, nella cattedrale di San Lorenzo, tracciando una breve biografia e ricordando gli anni trascorsi insieme in Cei. «Don Ivan – ha commentato il cardinale – è un vescovo secondo il cuore di Dio e totalmente al servizio della Chiesa degli uomini».

Centro di spiritualità forte. Bassetti ha esordito dicendo che la chiesa del Gesù «è un punto d’incontro e un centro di spiritualità forte per la nostra comunità diocesana», sottolineando la sua originale bellezza artistica resa ancora più fruibile negli ultimi anni, grazie all’opera del suo rettore don Mauro Angelini. È una chiesa unica nel suo genere a Perugia per i suoi sottostanti tre oratori fruibili dopo i lavori di restauro durante la pandemia (sono aperti al pubblico tutti i venerdì, ore 17.30. Per info e prenotazioni consultare il sito: www.chiesadelgesu.it). Si tratta degli oratori dei Nobili, dedicato all’Annunziata, degli Artisti e dei Mercanti, dedicato all’Assunta, e dei Contadini, dedicato alla Madonna bambina, che rappresentavano una marca differenziazione sociale ma uniti tra loro nella fede e nella devozione alla Beata Vergine. Sono stati eretti all’inizio del XVII secolo l’uno sull’altro, parti integranti della chiesa del Gesù edificata a guisa di torre dai Gesuiti giunti a Perugia nel 1562 e poi affidata ai Barnabiti dal 1774 al 2020, anno in cui la cura del luogo di culto è passata all’Archidiocesi perugino-pievese.

Il rettore don Angelini. Il cardinale Bassetti, nell’autunno 2020, nomina rettore della chiesa del Gesù il sacerdote diocesano don Mauro Angelini, cultore di storia dell’arte, scrittore e docente di Teologia presso l’Istituto di Spiritualità “S. Teresa di Lisieux” di Pisa, assistente spirituale dell’associazione “A.Mar.Lui” (sezione di Perugia) che si occupa di pastorale familiare e dell’Associazione Calcio AC Perugia e dei suoi tifosi, collaboratore del CET, il Centro Europeo Toscolano di Mogol.

Un prezioso ex voto. Alla passione di don Angelini per la ricerca e il restauro di opere d’arte e di testimonianze storiche di fede, si deve il ritrovamento, il 24 marzo 2021, in piena pandemia, di un prezioso ex voto nel complesso della chiesa del Gesù, risalente tra i secoli XVII e XVIII, successivamente restaurato ed oggi esposto alla venerazione dei fedeli. Si tratta, sottolinea lo stesso don Angelini, «di un ex voto per grazia ricevuta di una famiglia nobile perugina per l’ottenimento di una grazia dalla Madonna bambina. Questa famiglia, invece di fare il “classico” cuore argentato, dorato con inciso “GR”, ha fatto riprodurre da un artista una Madonna bambina in cera, adagiata in una culla molto bella, facendo mettere i capelli del bambino che aveva ottenuto la grazia; capelli che all’epoca avevano un grande valore antropologico, perché rappresentavano l’identità della persona che aveva ottenuto la grazia e in questo caso l’identità del bambino». Una testimonianza storica della fede mariana di cui la città di Perugia è ricca i segni tangibili, oltre ad essere stata, nei secoli, posta sotto la protezione della Beata Vergine Maria», evidenzia don Mauro Angelini.

Riscoprire il passato. Presenti alla celebrazione i rappresentanti delle Istituzioni civili cittadine, dal sindaco Andrea Romizi all’assessore alla cultura Leonardo Varasano, dal prefetto Armando Gradone al questore Giuseppe Bellassai. L’assessore alla cultura ha avuto parole di apprezzato per «l’opera di riscoperta e valorizzazione della chiesa del Gesù, della sua arte copiosa che contiene, dei tre magnifici oratori diversi dal punto di vista artistico, dei linguaggi, di tre ceti differenti ma unitari nella fede. Come unica era la devozione a Maria che ha nella Madonna bambina un simbolo speciale, con quei capelli che sono diventati un ex voto straordinario anche da punto di vista storico ed artistico che contribuisce a riscoprire il nostro passato».

Perugia – il card. Ravasi ospite del ciclo di conferenze in preparazione del V centenario del Perugino e del Signorelli (1523-2023), che affronterà il tema “L’arte e la scrittura. Modelli di esegesi artistica”

Si terrà martedì 13 settembre, alle ore 18, presso la Sala dei Notari di Palazzo dei Priori di Perugia, il quarto appuntamento del ciclo di conferenze ‘Le opere d’arte raccontano. Percorsi verso gli anniversari di Perugino e Signorelli’, a cui interverrà il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che affronterà il tema “L’arte e la Scrittura. Modelli di esegesi artistica”.

Il patrocinio. La conferenza sarà introdotta dai saluti del nuovo arcivescovo Ivan Maffeis e del vescovo ausiliare Marco Salvi, delegato per le celebrazioni del V anniversario della morte di Pietro Perugino e di Luca Signorelli (1523-2023). Gli stessi presule, con grande soddisfazione, annunceranno che l’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve ha ottenuto il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura per le iniziative programmate in occasione di questo significativo centenario.

Un riconoscimento. «Il patrocinio del Dicastero della Santa Sede – commenta mons. Salvi–, è un riconoscimento importante per l’Archidiocesi che da due anni sta lavorando intensamente alla progettazione di mostre ed eventi culturali che – partendo dal riallestito Museo del Capitolo della Cattedrale la cui inaugurazione è prevista per dicembre 2022 – coinvolgeranno l’intero territorio diocesano con itinerari ai luoghi che conservano opere del Divin Pittore».

Un’anticipazione. Nell’attesa di rincontrare a Perugia il cardinale Ravasi (è già intervenuto nel capoluogo umbro in altri importanti eventi culturali negli ultimi cinque anni), l’illustre ospite anticipa alcuni contenuti della sua relazione. «Per secoli la Bibbia – evidenzia il porporato – è stata il “grande codice” iconografico dell’arte occidentale con le sue narrazioni, coi suoi personaggi, coi suoi simboli e i suoi temi. Si è creata, così, una sorta di particolare esegesi del testo sacro secondo molteplici modelli che illuminavano, attualizzavano, trasfiguravano e talora anche deformavano il messaggio biblico».

Arte e fede, sorelle. «Partendo dal Perugino col celebre affresco della “Consegna delle chiavi a Pietro” presente nella Cappella Sistina, la sede dei conclavi papali – commenta il cardinale Ravasi – si proporrà un percorso che riveli alcuni di quei modelli interpretativi elaborati nei secoli, con qualche incursione nelle altre discipline artistiche come la letteratura e la musica. In questo modo si dimostra che arte e fede sono tra loro sorelle nella ricerca del mistero e della trascendenza».

Terreno fertile. Nell’annunciare il significativo appuntamento con il presidente del Pontificio consiglio della cultura, mons. Salvi ricorda che «Paolo VI, nel maggio del 1964, si rivolse agli artisti dicendogli che per loro la grande sfida è quella di “carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme, di accessibilità” e questo – osserva il presule – è un insegnamento attuale di fondamentale importanza per comprendere l’opera d’arte approcciandosi ad essa con uno spirito giusto, ma anche uno stimolo per la progettazione delle attività di valorizzazione dei nostri beni culturali e dei musei diocesani che non sono solo un luogo dedito alla tutela e alla conservazione, ma devono essere terreno fertile di incontro e di comunicazione tra generazioni».

Assisi – Domenica 11 settembre consegna del piano pastorale a San Rufino e ordinazione presbiterale del diacono don Maurizio Biagioni

“Vi aspetto numerosi per rivedervi dopo questo periodo che, per i motivi di salute, mi ha tenuto lontano da voi. Sono felice di iniziare il nuovo anno pastorale all’insegna della missione”. E’ l’invito del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, in vista dell’assemblea diocesana sul tema “Tessere relazioni”, che si terrà sabato 10 settembre a partire dalle ore 9 presso il Centro pastorale di Santa Maria degli Angeli. “È il momento della ripresa. Abbiamo bisogno più che mai di Gesù e del Vangelo per rigenerare fiducia e speranza in una società che sta vivendo da troppo tempo un momento difficile. Quest’anno – ha aggiunto il vescovo – cercheremo di arrivare alle case, ma soprattutto ai cuori perché la Parola del Signore sia di luce e di conforto per tutti”.

Dopo un iniziale momento di preghiera seguirà la relazione del vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini, dal titolo: “L’esperienza cristiana delle origini fonte ispirativa per l’odierno rinnovamento della Chiesa”. Al termine di un momento di dialogo e confronto ci sarà l’intervento conclusivo del vescovo Sorrentino. Infine si terrà un momento di preghiera.

Domenica 11 settembre alle ore 17 il vescovo presiederà la celebrazione eucaristica nella cattedrale di San Rufino durante la quale verrà consegnato il Piano pastorale “Vieni, Sancte Spiritus”, con gli orientamenti per l’anno 2022-2023 e ci sarà l’ordinazione presbiterale del diacono don Maurizio Biagioni. Il triduo di preparazione in vista dell’ordinazione presbiterale inizierà giovedì 8 settembre alle ore 20,45. Domenica 18 settembre alle ore 18 don Maurizio celebrerà la sua prima santa messa solenne nella chiesa parrocchiale di Palazzo di Assisi.

Per partecipare all’assemblea diocesana non è necessario iscriversi.

Foligno – al Museo Diocesano la presentazione del catalogo della mostra di Luigi Frappi

Venerdì 9 settembre alle ore 17.30 (ingresso libero) la sala conferenze del Museo Capitolare Diocesano di Foligno ospiterà la presentazione del catalogo della mostra ”Ritratti simultanei e paesaggi” di Luigi Frappi. Oltre all’Autore, saranno presenti l’architetto Paolo Portoghesi e il critico d’arte Italo Tomassoni. La mostra, che il Museo Capitolare Diocesano ha ospitato durante la primavera e l’estate, è caratterizzata, oltre che dai paesaggi – ”idillici e drammatici” -, dalla relazione ironica e dal dialogo mai scontato tra opere del Rinascimento e del Seicento con altre del mondo contemporaneo, in quelli che Luigi Frappi ha definito ”ritratti simultanei”.

In occasione della conferenza, la famiglia Frappi donerà al Museo un ritratto di monsignor Michele Faloci Pulignani eseguito a olio su tela da Carlo Frappi attorno al 1940.

La mostra è visitabile nel Museo Capitolare Diocesano di Foligno, ospitata dalle suggestive sale del Palazzo delle Canoniche, fino al prossimo 18 settembre (dal martedì alla domenica, ore 10-13 e 16-19).

Luigi Frappi (Foligno 1939), figlio del pittore Carlo, si diploma all’Istituto d’Arte ”Bernardino di Betto” di Perugia dove poi insegna decorazione pittorica e mosaico; successivamente si avvicina all’ipermanierismo e alla nuova maniera. Accademico di merito dell’Accademia di Belle Arti ”Pietro Vannucci” di Perugia, vive e lavora a Bevagna.

Paolo Portoghesi (Roma 1931), architetto, accademico e teorico dell’architettura, muove i primi passi nello studio del barocco romano, in seguito aderisce dapprima al movimento postmoderno e infine alla geoarchitettura, un’architettura umanistica rispettosa della natura e della storia del luogo ma attenta all’innovazione.

Italo Tomassoni (Ancona 1938), critico d’arte, saggista, curatore e direttore di museo, a coronamento di una carriera ultracinquantennale contribuisce a fondare il CIAC – Centro Italiano di Arte Contemporanea di Foligno, di cui è direttore artistico e dove, a partire dall’inaugurazione nel 2009, cura numerose mostre di artisti italiani e internazionali e allestisce l’esposizione permanente della Calamita Cosmica di Gino de Dominicis.

Assisi – celebrazioni per la festa di San Francesco, presente il presidente Mattarella che accenderà la lampada votiva

Le celebrazioni per la festa di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, avranno quest’anno un carattere inedito. Innovando la tradizione infatti, per il pellegrinaggio sul luogo del Transito e il gesto dell’offerta dell’olio presso la Tomba di San Francesco non è stata coinvolta una singola Regione, ma la Conferenza Episcopale Italiana al fine di promuovere una partecipazione che si faccia gesto di gratitudine per quanti si sono prodigati nel far fronte alla pandemia: Istituzioni civili e militari, operatori sanitari, famiglie, mondo del volontariato e della scuola, realtà caritative ed ecclesiali. Sarà anche l’occasione – in particolare durante la Messa del 4 ottobre – per una preghiera speciale per l’Italia e per la pace. A caratterizzare questa particolare edizione sarà la presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il 4 ottobre accenderà la “Lampada Votiva dei Comuni d’Italia” a nome di tutto il popolo italiano e successivamente rivolgerà un messaggio al Paese dalla Loggia del Sacro Convento di San Francesco in Assisi. Il programma e il significato delle giornate sono stati illustrati in una conferenza stampa, che si è svolta oggi (5 settembre) a Roma. “Vogliamo, con questo nostro gesto, divenire un segno per l’Italia e vogliamo altresì pregare per l’Italia, perché essa progredisca sempre più nella sua vocazione di popolo ponte fra le nazioni, popolo solido e solidale capace di trarre dalla propria radice cristiana spunti e suggerimenti per tracciare vie nuove, fondate sul dialogo e sulla collaborazione con tutti”, ha sottolineato il Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI. “La pandemia ci ha riportato a constatare ciò che san Francesco ha vissuto a livello personale e cioè che la vita di ciascuno di noi migliora veramente non se abbiamo di più, non se siamo più forti o potenti, ma se siamo capaci di prenderci cura di chi ha più bisogno, di chi da solo non ce la fa”, ha aggiunto fr. Marco Moroni, Custode del Sacro Convento di San Francesco in Assisi. “La memoria viva dell’italiano San Francesco, il poverello di Assisi, ci aiuti tutti a cogliere con gioia il vero senso della vita, il cuore del Vangelo: donarsi senza misura per amore di Dio e dei fratelli”, è stato l’auspicio di fr. Massimo Travascio, Custode del Convento della Porziuncola in S. Maria degli Angeli. “Condividiamo pienamente la bellezza di questo evento, che vede in qualche modo l’Italia intera, nel contesto di questi anni difficili, stringersi intorno al Santo Patrono per esprimere sentimenti di gratitudine e guardare al futuro con rinnovata speranza”, ha evidenziato in un messaggio Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, impossibilitato a partecipare alla conferenza stampa per motivi di salute. “Nell’accogliere coloro che vivranno insieme a noi la festa di San Francesco, esorto tutti a guardare ad Assisi come la ‘città sul monte’ per il suo essere culla e simbolo dei valori francescani e a considerare Assisi come la propria ‘casa’”, ha concluso Stefania Proietti, Sindaco di Assisi.

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Assisi – Economy of Francesco dal 22 al 24 settembre; l’ultimo giorno ci sarà Papa Francesco

Tutto pronto per “The Economy of Francesco”, l’evento internazionale che si svolgerà in Assisi dal 22 al 24 settembre e vede coinvolti mille giovani di tutto il mondo per una nuova economia a misura d’uomo, per l’uomo. È il terzo appuntamento, il primo finalmente in presenza, per giovani imprenditori, economisti e changemaker ideato per condividere percorsi nuovi e firmare, l’ultimo giorno, un patto con il Santo Padre. Papa Francesco ha espresso sin dal lancio di questa iniziativa il desiderio di incontrare i giovani che da tre anni sono impegnati nel processo, voluto da lui stesso, di porre le basi per una nuova economia, più giusta, equa e fraterna. “The Economy of Francesco” è stato presentato questa mattina, 6 settembre 2022, nella Sala Stampa della Santa Sede alla presenza di S.E. Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e Presidente del Comitato organizzatore di “Economy of Francesco”; Suor Alessandra Smerilli, F.M.A., Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Delegata per la Commissione Vaticana per il Covid-19 e Membro del Comitato scientifico di “The Economy of Francesco”; Lourdes Hércules, giornalista, staff di “The Economy of Francesco” (Guatemala); Tainã Santana, studente di economia (Brasile); Aiza Asi, dottoranda in Economia e Management (Filippine); Giulia Gioeli, dottoranda in Scienze dell’economia civile (Italia) e Matteo Bruni, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Presenti in sala anche il Professor Luigino Bruni, direttore scientifico di Eof e Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, entrambi membri del Comitato organizzatore di EoF.

Il programma completo della tre giorni, che si svolgerà tra il teatro Lyrick e il Palaeventi a Santa Maria degli Angeli e il centro storico di Assisi, si concentrerà sul raccolto delle idee ed esperienze generate in tutto il mondo in questi tre anni di lavoro. Tra gli speaker della manifestazione, Vandana Shiva, Jeffrey Sachs, Kate Raworth, Gael Giraud, Sabina Alkire, Suor Helen Alford, Vilson Groh e Stefano Zamagni. Non mancheranno momenti di visita e conoscenza della città come visite guidate alla Basilica di San Francesco e a quella di Santa Maria degli Angeli, e sarà offerto lo spettacolo “Il sogno” degli ospiti dell’Istituto Serafico. Il 24 settembre, per la sesta volta, Papa Francesco torna ad Assisi per incontrare i giovani economisti, imprenditori e changemaker. Sarà l’evento clou di The “Economy of Francesco”. Il Santo Padre partirà alle 9 del 24 dall’eliporto del Vaticano per poi atterrare nel piazzale vicino al Palaeventi e spostarsi in auto fino al vicino teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli. Ad accoglierlo all’esterno ci saranno tre giovani di EoF e il Vescovo Sorrentino, mentre all’interno del teatro riceverà il saluto del Cardinale Michael Czerny, Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, delle massime autorità civili, i membri del Comitato organizzatore, i rappresentanti delle famiglie francescane e della Pro Civitate Christiana. Il Pontefice, alle 10, raggiungerà il palco dove, dopo un momento artistico-culturale, ci sarà il benvenuto, l’introduzione e otto testimonianze di giovani da tutto il mondo. A seguire, il Santo Padre terrà il suo discorso e siglerà il Patto con i giovani di Eof.

LE DICHIARAZIONI

A dare il senso a tracciare la rotta di Eof è stato il Vescovo di Assisi, Sorrentino: “Desideriamo che questo primo incontro in presenza, dopo tre anni di lavoro online, serva davvero a gettare le basi per una nuova cultura economica. Crediamo fortemente che questi giovani, partendo dal Patto che firmeranno con il Santo Padre, possano da qui in avanti aprire un dialogo con il mondo imprenditoriale, le istituzioni bancarie, i grandi colossi energetici e i centri dell’alta finanza. Attraverso un dialogo costruttivo e un confronto efficace si può davvero sperare di cambiare qualcosa. Assisi, da questo punto di vista, rappresenta un luogo-simbolo, una città-messaggio, una capitale spirituale per tessere questa rete di relazioni, perché prima della conversione economica viene quella umana e relazionale”.

Soddisfazione è stata espressa da Suor Alessandra Smerilli. “Dopo tanta attesa e tanto lavoro a distanza – ha detto – è una grande gioia per il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale poter vedere finalmente radunati ad Assisi i giovani economisti e imprenditori che vogliono impegnarsi in un patto per cambiare l’economia attuale, dare un’anima all’economia del futuro. L’Economia di Francesco non è un evento: è un processo già in atto, è un insieme di iniziative, una rete mondiale di giovani, che vedrà ad Assisi un momento pubblico, e da lì ripartirà per continuare nel quotidiano. Economia di Francesco è mettere insieme la profezia della “Laudato si’” e della “Fratelli tutti”, e il coraggio di toccare, abbracciare la povertà, proprio di San Francesco di Assisi”.

A parlare dei momenti salienti di “The Economy of Francesco” la giornalista Lourdes Hércules, che fa parte dello staff dell’organizzazione: “Al centro della prima giornata due momenti importanti che abbiamo chiamato ‘il raccolto’, perché ci permetteranno di vedere i passi che abbiamo fatto negli ultimi tre anni. Previsti anche lavori di gruppo e networking in cui i partecipanti potranno presentare le proprie proposte e farne emergere di nuove. Opportunità che i giovani avranno prima di tutto nei 12 “villaggi” tematici. È previsto anche uno spazio chiamato “hogar”, che sia di co-creazione, incontro, confronto realizzato dai giovani per i giovani. Infine, l’evento si conclude con un momento che guarda al futuro e ci impegna: un patto personale e collettivo tra i giovani e con Papa Francesco che avverrà dopo una serie di storie che rappresentano la vita che ruota intorno a Eof”.

A presentare i “villaggi” è stato Tainã Santana, laureato in amministrazione d’impresa in Brasile che ha portato anche la sua testimonianza. “Sto finendo la magistrale in economia qui in Italia. Mi sono sempre sentito chiamato dal grido di dolore dell’umanità, in particolare nei poveri e nei più piccoli. Nella mia città ci sono molti senzatetto, e questa realtà non mi ha mai lasciato indifferente. Durante la laurea studiavo molti aspetti belli dell’economia e del management, ma non riuscivo a capirne pienamente il senso poiché sentivo che mancava la componente umana e uno sguardo verso gli ultimi. Quando ho saputo l’invito di Papa Francesco a dare un’anima all’economia l’ho sentito come un qualcosa di personale, e ho cercato il modo di coinvolgermi. I mille giovani presenti si riuniranno nei 12 “villaggi” tematici che faranno seguito a quelli virtuali in cui si è lavorato in questi due anni di pandemia: 1) Lavoro e cura; 2) Management e dono; 3) Finanza e umanità; 4) Agricoltura e giustizia; 5) Energia e povertà; 6) Vocazione e profitto; 7) Politiche per la felicità; 8) CO2 della disuguaglianza; 9) Business e pace; 10) Economia è donna; 11) Imprese in transizione; 12) Vita e stili di vita”.

A fornire un quadro sui giovani di The “Economy of Francesco” è stata invece Aiza Asi, dottoranda in economia e management. “L’età media dei circa 1.000 partecipanti è di 28 anni e provengono da sei continenti. Il 3% proviene dal Nord America e dall’Oceania, l’8% dall’Asia, il 10% dall’Africa, il 31% dall’America Latina, e il resto dai Paesi europei. Per quanto riguarda il contesto, i partecipanti provengono dalle tre grandi categorie: impresa, changemaker e ricerca. Il 30% proviene dal mondo delle imprese; sono, pertanto, imprenditori, manager, e giovani coinvolti in attività di start-up o anche con progetti definiti e/o in fase di sviluppo. Un altro 30% dei partecipanti è impegnato nella ricerca. Gli altri (40%) sono changemaker, cioè promotori di attività al servizio del bene comune e di un’economia giusta, sostenibile e inclusiva nelle rispettive comunità”.

Infine Giulia Gioeli, dottoranda in Scienze dell’economia civile, ha posto l’accento sull’anima accademica di EoF che “è una delle più importanti. Infatti, un primo progetto che è nato grazie a questa presenza è la EoF Academy, una rete internazionale di giovani studiosi che si è costituita con l’obiettivo di condurre e promuovere la ricerca scientifica su questioni relative a The “Economy of Francesco”. Questi 20 e più giovani studiosi di oltre 15 Paesi del mondo sono stati anche coinvolti nell’organizzazione progettuale dell’evento e saranno protagonisti del programma”.