Perugia – La comunità diocesana si appresta a vivere la Giornata Mondiale Missionaria 2022 preceduta dalla veglia diocesana di preghiera e dalla cena di solidarietà

La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si prepara all’imminente Giornata Mondiale Missionaria 2022, che papa Francesco ha voluto dedicate al tema “Di me sarete testimoni” (At 1,8), la chiamata di tutti i cristiani a testimoniare Cristo, con la Veglia di preghiera in programma venerdì 21 ottobre (ore 21), presso la chiesa di San Ferdinando di Perugia, preceduta dalla cena di solidarietà a base di riso e patate (preparata e servita nel salone parrocchiale) per raccogliere offerte da destinare al Fondo Mondiale di Solidarietà. Ad organizzare la cena e la veglia è l’Ufficio diocesano per la cooperazione tra le Chiese diretto da mons. Orlando Sbicca, che per molti anni ha vissuto l’esperienza missionaria come sacerdote “fidei donum”.

La preghiera sarà presieduta dall’arcivescovo mons. Ivan Maffeis e culminerà con il «“mandato missionario ai prossimi partenti per la missione”, sacerdoti e laici, spesso famiglie, che ritornano ad operare in terra di missione o alla loro prima esperienza». Ad annunciarlo è Anna Maria Federico, animatrice missionaria perugina e coordinatrice regionale per la Cooperazione tra le Chiese, menzionando l’impegno missionario di una giovane famiglia con quattro figli, che «tornerà tra alcuni mesi in Perù dove ha lavorato a Nuevo Chimbote, in una missione in cui l’Operazione Mato Grosso ha fatto un intenso lavoro con i ragazzi recuperando anche una parte di deserto e lavorando insieme alla missionaria martire Nadia De Munari, uccisa lo scorso anno».

Anna Maria Federico ha scritto, di recente, per il settimanale La Voce, un interessante articolo in cui traccia la presenza-testimonianza missionaria della Chiesa perugino-pievese nel mondo. Dalle realtà “storiche” degli “Amici del Malawi”, l’associazione nata per dare seguito al “gemellaggio” tra le Chiese di Perugia e di Zomba (Malawi), di “Insieme Fratelli Indios”, che svolge un servizio alle missioni dei Cappuccini in Amazzonia facente capo alla Parrocchia perugina dell’Oasi di Sant’ Antonio, all’Operazione Mato Grosso «fondata da Padre Ugo De Cenzi – ricorda Anna Maria – che da anni lavora non solo a Perugia, ma in tutta l’Umbria e l’Italia con i volontari e tante famiglie svolgendo diverse attività con campi di lavoro sia in ambito agricolo che di raccolta ferro, alimenti, traslochi ed anche con bancarelle di oggetti provenienti dalle loro cooperative per sostenere numerose missioni presenti in Perù, Bolivia e in altri Paesi delle Ande». Da non trascurare il Centro Salesiano che ha dato vita all’associazione “Amici di Armando”, a sostegno del laico missionario Armando Catrana che da più di 40 anni opera in Brasile. «Questo storico volontario perugino, nonostante l’età – commenta Anna Maria Federico –, è da poco rientrato in missione». Inoltre vanno menzionate le comunità neo catecumenali con dei volontari in missione sia laici, gruppi di famiglie, che sacerdoti, come don Don Alviero Buco, presenti in Nord Europa. Diverse parrocchie non fanno venire meno il loro apporto alle missioni come anche e le animatrici dell’Opera di S. Pietro Apostolo per il corredo del missionario e per la raccolta di aiuti ai missionari presenti, in particolare, in Zambia, Burundi, India e Nicaragua.

Assisi – nella cattedrale di San Rufino un altare dedicato al beato Carlo Acutis

È bello che anche nella Chiesa madre ci sia uno spazio dedicato al Beato Carlo Acutis, il giovane milanese, assisano d’adozione, il cui corpo giace nella chiesa di Santa Maria Maggiore-Santuario della Spogliazione di Assisi e il cuore qui nella cattedrale”. Lo ha detto don Cesare Provenzi, parroco e priore di San Rufino in occasione della dedicazione di un nuovo altare, collocato nella navata sinistra della cattedrale, dedicato al Beato con l’incoronazione del suo cuore che resterà lì per sempre.

Alla cerimonia svoltasi domenica mattina 16 ottobre alla fine della santa messa presieduta da don Cesare e concelebrata da monsignor Anthony Figueiredo, vicario parrocchiale, sono stati tanti i fedeli presenti che hanno venerato la reliquia, ricordando le parole e la vita del Beato caratterizzata da una profonda fede. Il priore ha voluto ringraziare i benefattori che hanno permesso la realizzazione dell’altare tra cui la Conferenza episcopale statunitense.

Città di Castello – lutto per la morte di mons. Vinicio Zambri

Alle prime ore di oggi 18 ottobre, festa di sam Luca Evangelista, presso il reparto di nefrologia dell’ospedale di Città di Castello, dove per molti anni é stato amabilmente curato, é deceduto mons. Vinicio Zambri.
Nato nella frazione tifernate di Morra il 7 agosto 1942 é stato ordinato sacerdote, dopo gli studi presso il Seminario Romano, il 7 dicembre 1967.
Ha svolto con dedizione il ministero sacerdotale come parroco nelle parrocchie di Calzolaro, di Trestina e Bonsciano. Si è distinto per zelo pastorale, pietà e integrità di vita. Per quasi venti anni come Direttore della Caritas Diocesana si è dedicato ai più bisognosi. Si é occupato anche della formazione del clero ed é stato vicario per la zona pastorale sud.
Dal 23 marzo 1997 era stato insignito dell’onorificenza di cappellano di Sua Santità.
Da due anni era stato nominato Canonico della Cattedrale di Città di Castello.

Il Vescovo, il Capitolo dei Canonici e il Clero diocesano, insieme ai parenti tutti, esprimono sentimenti di profonda gratitudine al Signore per la testimonianza del suo servo buono e fedele e chiedono che “si compia per il nostro carissimo Don Vinicio la preghiera di Gesù: “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria” (Gv 17,24). La Vergine Maria, San Donato e Santo Stefano l’accompagnino in Paradiso”.

Dal pomeriggio di oggi 18 ottobre la camera ardente è allestita nella Chiesa parrocchiale di Trestina, dove domani mercoledì 19 ottobre alle ore 16 verranno celebrate le esequie presiedute dal vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini. Seguirà la sepoltura nel cimitero di Morra.

Perugia: Presentata la monumentale opera in due volumi: “La santa delle due città. Colomba tra Rietie Perugia nel contesto europeo”

È molto più di una agiografia ciò che contiene la monumentale opera raccolta in due volumi di complessive 1364 pagine dal titolo: “La santa delle due città. Colomba tra Rieti e Perugia nel contesto europeo” a cura di Giovanna Casagrande, Maria Luisa Cianini Pierotti, Amilcare Conti e Pierantonio Piatti, edita dalla Libreria Editrice Vaticana. Presentata a Perugia, il 12 ottobre, in una gremita Sala dei Notari del Palazzo dei Priori, quest’opera, definita «monumentale per mole, contenuto e apparato iconografico» dal presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, padre Bernard Ardura, è, come ha evidenziato lo stesso religioso intervenendo alla presentazione, un «imprescindibile riferimento per gli studi sulla Beata Colomba» che «consentono ora di avere un quadro organico, articolato e ben preciso sulla sua persona, la sua vicenda spirituale, il suo contesto e la diffusione del suo culto e del suo messaggio».

Culto e messaggio attuali come ha sottolineato lo storico Mario Tosti dell’Università degli Studi di Perugia nell’introdurre e coordinare la presentazione. Il docente si è richiamato a papa Francesco, sostenitore di «una ripresa della pietà popolare a livello planetario», ma, ha precisato, «purificandola da tutti gli elementi impropri che nel corso della storia ha assorbito, collocando santi, culti, devozioni in prospettiva storica». Ed è quello, secondo Tosti, «che hanno fatto i curatori dei due volumi dedicati alla beata Colomba. Come alla sua epoca, caratterizzata da pestilenze e guerre, così nella nostra, la sua santità è di sostegno e insegnamento».

Come tutte le pubblicazioni anche questa ha la finalità di fare preziosa memoria di ciò che contiene: «la vita della Beata Colomba e di seguirne l’esempio di contemplazione e di carità nei riguardi delle sorelle e dei fratelli più fragili e bisognosi di attenzione e di cure – ha sottolineato padre Ardura –, come ben significato dall’istituzione della “Casa dei Poveri” in corso Bersaglieri di Perugia, realizzata dall’Associazione culturale “Beata Colomba”, grazie alla tenace volontà del presidente dott. Amilcare Conti». I proventi della distribuzione di quest’opera saranno devoluti alle attività della “Casa della carità fraterna”, citata dal presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, dove ha sede la stessa associazione “Beata Colomba”.

La pubblicazione rappresenta «un rinnovato studio della figura, dell’operato e del culto della “seconda Caterina da Siena” – ha commentato padre Ardura –, la vostra amata protettrice suor Colomba, riformatrice della vita collegiale femminile domenicana, sulle orme della grande Senese». Inoltre, ha evidenziato il religioso, «vigilare affinché il messaggio della Beata Colomba continui a concretizzarsi in opere di carità – intellettuale, spirituale, materiale, sociale -. L’Associazione, i fedeli dell’Arcidiocesi e la cittadinanza tutta hanno in mano un grande tesoro: a loro tutti la responsabilità non solo di preservarlo, ma di farlo fruttificare nell’amore».

La presentazione è stata promossa dall’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e dall’Associazione “Beata Colomba” con il patrocinio morale della Diocesi di Rieti, del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, della Provincia Romana dell’Ordine dei Predicatori di Santa Caterina da Siene e della Libreria Editrice Vaticana.

Sono intervenuti, nel portare il loro saluto, il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha evidenziato come «la santità non può essere mai separata dalla storia», l’arcivescovo Ivan Maffeis, che ha parlato di un’opera «che ci permette non solo di recuperare il passato, ma guardare al nostro tempo e portarlo avanti con fiducia», e il padre domenicano Antonio Cocolicchio, priore della Provincia Romana dell’Ordine dei Frati Predicatori. Sono stati invitati a relazionare la prof.ssa Carla Frova, dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, e il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, mentre le conclusioni sono state affidate al presidente dell’Associazione “Beata Colomba” Amilcare Conti.

Il cardinale Semeraro, nel riguardare le vicende storiche legate alla causa di beatificazione di Colomba, auspicando una prossima di canonizzazione, si è soffermato su due articoli contenuti nell’opera dedicati a questo tema, portando a conoscenza alcuni documenti inediti custoditi nell’Archivio del Dicastero, non aperto al pubblico, ritenuti dallo stesso porporato molto interessanti, in cui si coglie l’accostamento della beata Colomba a Santa Caterina da Siena, datati febbraio 1627. Uno di questi, in copia, l’ha portato a Perugia per metterlo a disposizione degli studiosi della beata. Avviandosi alla conclusione, il cardinale ha avvicinato la figura della beata Colomba al nostro contesto: «In questo tempo in cui le nostre comunità stanno uscendo a fatica dal difficile periodo della pandemia – ha sottolineato –, in presenza di un individualismo che per diverso tempo ci è sembrato l’unica possibilità di sopravvivere, la beata Colomba ci fa sentire l’urgenza di vivere e di riprendere relazioni giuste, vere, oneste, di impegnarci con la coesione sociale e il bene comune, di costruire o ricostruire luoghi abitabili, città al servizio dell’uomo».

Giornata regionale del Clero umbro il 13 ottobre ad Assisi

«Un grande segno di comunione, interesse, sensibilità per un tempo così urgente e delicato com’è quello della vocazione sacerdotale, è stato testimoniato dalla nutrita partecipazione di preti giunti da tutte le diocesi della regione». A sottolinearlo è stato mons. Renato Boccardo, presidente della Ceu e arcivescovo di Spoleto-Norcia, a margine della Giornata regionale di formazione del Clero delle Chiese umbre, tenutasi il 13 ottobre, al Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Assisi, a cui hanno partecipato oltre 190 sacerdoti dei circa 470 dell’Umbria.

La prima volta di mons. Maffeis. Erano presenti anche gli arcivescovi e vescovi Domenico Sorrentino di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera-Umbra e di Foligno, Gualtiero Sigismondi di Orvieto-Todi, Francesco Soddu di Terni-Narni-Amelia e Ivan Maffeis di Perugia-Città della Pieve. Per quest’ultimo è stata la prima Giornata regionale del Clero, avendo ricevuto l’ordinazione episcopale con contestuale presa di possesso l’11 settembre scorso. «La bella ed ampia partecipazione di sacerdoti rivela una grande disponibilità – ha commentato mons. Maffeis –. Io sono stato sorpreso, da una parte, dalla passione di tanti a voler stare insieme e a condividere una giornata di crescita, dall’altra, di aiutarsi a trovare le strade per una presenza significativa della Chiesa in questo tempo».

Il compito di tutti. È stato invitato a relazionare don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale vocazioni e sottosegretario della Cei, che, in sintesi, ha detto: «Ogni predicazione, a tutte le età, e a tutti i livelli, è vocazionale, perché la Parola risuona nella vita ed è un invito a vivere il Vangelo. Questo non è soltanto il compito dell’Ufficio vocazionale, ma di tutti», ha precisato nel soffermarsi sulla missione di ogni consacrato ed offrendo una riflessione sul tema della giornata, “Hanno rischiato la vita per il nome di Gesù” (At 15,26), introdotto dal rettore del Seminario Regionale don Andrea Andreozzi.

La vita come una vocazione. «Don Gianola – ha commentato mons. Boccardo – ha allargato lo sguardo parlando delle diverse vocazioni, ad iniziare dalla vita come vocazione e, quindi, la sensibilità che dobbiamo coltivare per promuovere la vita come una vocazione, con una sottolineatura particolare che si riferisce alla chiamata alla vita presbiterale e a quella consacrata. Il prete, per sua natura, deve essere sollecito nei confronti delle giovani generazioni ed avere anche la responsabilità e la gioia di proporre a qualche giovane la scelta della vita consacrata».

Un terreno da intercettare. Da una recente indagine, menzionata da don Gianola, risulta che un terzo delle persone che partecipano alla messa domenicale, almeno una volta, in gioventù, si è posto la domanda se consacrare la propria vita. «Questo vuol dire – ha riflettuto il presidente della Ceu – che c’è un terreno, c’è una sensibilità che bisogna saperla intercettare e farla crescere».

In Umbria meno vocazioni. Secondo don Francesco Verzini, vice rettore del Seminario Regionale, don Gianola «ha stimolato il presbiterio umbro affinché le comunità cristiane siano terreno buono per la nascita di nuove vocazioni anche al ministero ordinato. Viviamo in Umbria una crisi vocazionale maggiore rispetto alle altre regioni essendo con i numeri più bassi di alunni in seminario, dato che emerge da uno studio condotto dalla Cei.

Comunità più orante. Per invertire la rotta, sempre secondo don Verzini, «si deve essere comunità più orante, dedita ad una maggiore preghiera per le vocazioni, oltre ad essere comunità testimone credibile nel vivere il proprio battesimo. La prima vocazione di ognuno è quella battesimale e su questa si innesta una vocazione particolare. Quello che adesso manca è il protagonismo di tutta una comunità cristiana nel prendersi cura della vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata nell’aiutare i giovani a crescere e a maturare in questa scelta».

I giovani non sono lontani. Mons. Antonio Maniero, già vicario generale della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, intervenendo al dialogo con il relatore, ha sostenuto che «l’arte della pastorale inizia aiutando i giovani ad uscire dalla loro superficialità, a condurli piano piano nel profondo del loro cuore, del loro sentimento, del loro ideale. Questo si impara facendo, un’arte non facilissima dove ci vuole una grande pazienza, un grande coraggio e un grande ottimismo. Questi incontri sono occasioni importanti di formazione per la teologia di oggi, rivolta a sacerdoti giovani e adulti, per concepire e trasmettere il Vangelo alla gente. Rivolgendo il nostro sguardo ai giovani, non è vero che sono lontani, hanno solo bisogno di essere capiti e di essere accompagnati in un itinerario non facile ma chiaro, cioè leggere l’esperienza fino in fondo ed ognuno troverà quello che sogna e che si aspetta: la persona di Cristo o il Vangelo che Gesù ha predicato».

Quanti sono i seminaristi umbri? Quelli che frequentano il Seminario Regionale di Assisi sono 13, più 5 iscritti al propedeutico e quattro diaconi transeunti prossimi ad essere ordinati sacerdoti.

Assisi – in una app il virtual tour del santuario della Spogliazione con le riflessioni del vescovo

Dopo la mensa per i poveri dedicata al Beato Carlo Acutis, nasce l’app del Santuario della Spogliazione. È questa la seconda importante novità presentata nel programma di eventi e cerimonie per il secondo anniversario della beatificazione di Carlo Acutis che si concludono mercoledì 12 ottobre, in occasione della memoria liturgica del giovane beato. Grazie alla disponibilità e alle competenze dell’AD3 Comunicação, azienda brasiliana che ha offerto gratuitamente il suo lavoro vista la grande devozione per il Beato Carlo Acutis, è nata l’app, scaricabile dagli specifici store per Android e Apple, e che è stata presentata nella mattinata di martedì 11 ottobre nell’ambito del convegno: ‘Internet: fai tu la differenza’. L’app presenta diverse sezioni: dai diversi luoghi del Santuario alle pillole di riflessione del vescovo, dai virtual tour alle richieste di preghiere. Prima della presentazione si è svolto un interessante momento di riflessione sulle grandi possibilità e i pericoli della rete. A metterli in evidenza è stato il teologo don Alessandro Picchiarelli, vice parroco della cattedrale di San Rufino e delegato dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale che si è soffermato più volte sulla necessità di conoscere la rete, di entrare nell’ambiente digitale, evitando il mero utilizzo. Insieme a lui, Nicola Gori, postulatore della causa di Canonizzazione del Beato ha ricordato le grandi capacità del giovane nell’uso di internet. “Carlo era un grande comunicatore ma con un unico obiettivo: diffondere il Vangelo. Aveva enormi capacità che metteva a servizio dell’evangelizzazione. Se fosse vissuto oggi, con l’avvento dei social, sarebbe stato un grande influencer con tantissimi follower perché amava fare foto e video e quindi li avrebbe utilizzati sempre per lo stesso fine”. Il programma si conclude mercoledì 12 ottobre con la messa delle 9, la catechesi di fra Bonifas alle 10, il rosario alle 17,30 e la santa messa presieduta dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. In serata concerto musicale: ‘Non io, ma Dio’, di Marco Mammoli. Tutti i giorni, dall’8 al 12 ottobre, sarà possibile confessarsi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17,30. Gli eventi saranno trasmessi sui siti internet del Santuario della Spogliazione e della diocesi di Assisi e sui rispettivi canali social.

Assisi – inaugurata la mensa beato Carlo Acutis

“Il giorno della beatificazione di Carlo ho lanciato due iniziative, questa mensa per offrire ospitalità a chi ha bisogno e un’idea che andava più lontano, risolvere difficoltà più lontane: a distanza di pochi mesi queste due realtà hanno preso corpo”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e della diocesi di Foligno monsignor Domenico Sorrentino lunedì mattina, 10 ottobre, in occasione dell’inaugurazione della mensa Carlo Acutis, allestita nel centro storico di Assisi (vicolo Frondini, 4) e gestita in diretta sinergia con la struttura di accoglienza ‘Casa Papa Francesco’ di Santa Maria degli Angeli. Alla mattinata erano presenti, tra gli altri, i genitori del beato Carlo Acutis, Antonia Salzano e Andrea Acutis; don Cesare Provenzi, presidente della fondazione Assisi Caritas e della fondazione Santuario della Spogliazione; don Jean Claude Hazoumé, vicario generale della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino; padre Acácio Gonçalves Ferreira, rettore del Santuario della Spogliazione; il vicesindaco Valter Stoppini, l’assessore Massimo Paggi e i rappresentanti delle Famiglie francescane. A svelare l’insegna della mensa sono stati i genitori del giovane Beato, mentre il nastro è stato tagliato da Dante Bordoni, conosciuto come “Dantino”, un assisano che frequenta il Centro di volontariato sociale di Assisi e la cattedrale di San Rufino. A seguire il vescovo Sorrentino ha benedetto i locali.
Al momento, come ha anticipato la direttrice della Caritas di Assisi Rossana Galiandro, la mensa potrà accogliere una trentina di persone, tra bisognosi e pellegrini che cercano un punto di appoggio per consumare il pasto, e sarà aperta solo a pranzo, ma il desiderio è quello di ampliare il servizio anche ai locali adiacenti per dare un’accoglienza più stabile. “Questa mensa – ha ricordato Galiandro – è un punto gestito dalla Fondazione Assisi Caritas, ma si vuole creare una rete di relazione con istituti religiosi che già svolgono questo servizio di accoglienza a chi bussa alle loro porte. Ringraziamo Caritas Italiana e Fondazione Santuario della Spogliazione e chi ci ha aiutato nel rendere questo servizio realtà”. “Qualche mese fa – ha detto ancora monsignor Sorrentino – con il Premio internazionale ‘Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia di fraternità’, abbiamo dato un aiuto concreto a un progetto di una diocesi delle Filippine. Ora è realtà anche questa concretezza della carità ad Assisi e anche in questo caso non sarebbe stato possibile se il Signore, anche attraverso l’azione dei suoi Santi, non avesse riscaldato il cuore di chi ci permette di camminare grazie alla carità. Dio si presenta a noi nella santa eucaristia e nelle piaghe dei poveri e bisogna riconoscerlo in entrambi gli aspetti: Carlo, sulle orme di San Francesco, è un maestro e tutto quello che oggi stiamo vivendo con questa inaugurazione ce lo ricorda”.
L’inaugurazione della mensa è inserita nel quadro delle iniziative organizzate dalla Fondazione Santuario della Spogliazione in occasione del secondo anniversario della Beatificazione di Carlo Acutis e della sua memoria liturgica che si celebra mercoledì 12 ottobre. Le iniziative continuano anche domani, martedì 11 ottobre 2022, con la santa messa sempre alle 9 e catechesi a seguire tenuta da padre Acácio Alle 11 ci sarà il convegno: ‘Internet: fai tu la differenza’ con il lancio dell’app del Santuario della Spogliazione; intervengono: il teologo don Alessandro Picchiarelli, Nicola Gori, scrittore e postulatore della canonizzazione del Beato Carlo Acutis e alcuni membri di AD3 Communication che hanno realizzato l’APP del Santuario. Nel pomeriggio, alle 17,30, ci saranno il santo rosario e alle 18 la celebrazione eucaristica presieduta da padre Massimo Travascio, custode della Porziuncola. A seguire l’adorazione eucaristica e i vespri. Il programma si conclude mercoledì 12 ottobre con la messa delle 9, la catechesi di fra Bonifas alle 10, il rosario alle 17,30 e la santa messa presieduta dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. In serata concerto musicale: ‘Non io, ma Dio’, di Marco Mammoli. Fino 12 ottobre, sarà possibile confessarsi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17,30. Gli eventi saranno trasmessi sui siti internet del Santuario della Spogliazione e della diocesi di Assisi e sui rispettivi canali social.

Perugia – celebrato il 25mo anniversario dell’associazione “Alle Querce di Mamre”. Al via l’“anno “giubilare” dedicato al suo fondatore, il venerabile Vittorio Trancanelli.

Molti fedeli si sono ritrovati nella tensostruttura della chiesa parrocchiale in Cenerente di Perugia, nel tardo pomeriggio del 9 ottobre, per partecipare alla celebrazione eucaristica del 25° anniversario della fondazione dell’associazione “Alle Querce di Mamre”, nata dall’ispirazione del venerabile Vittorio Trancanelli (1944-1998), noto medico chirurgo perugino, un “santo laico in sala operatoria e nella vita”, per il quale la Chiesa diocesana ha avviato, nel 2006, il processo informativo sulle virtù e la fama di santità.

Video toccante. Oltre una decina sono state le testimonianze ascoltate al termine della celebrazione, alcune in presenza, altre raccolte in un video toccante curato dal giovane David Fiorini, responsabile della comunicazione web e social della Caritas diocesana, l’organismo pastorale operativo con cui la stessa associazione collabora da sempre nel portare avanti la sua opera. L’interessante video è visionabile al link: https://youtu.be/PcAaLNgWZx4 .

Finalità dell’opera. «La peculiarità della nostra associazione – ha spiegato il suo presidente Rosario Zurolo – è quella dell’accoglienza, in particolare di donne in gravidanza, ragazze madri e minori, spesso con gravi problemi di salute. Cerchiamo di mettere in pratica l’episodio biblico “Alle Querce di Mamre” in cui Abramo, nell’accogliere degli sconosciuti, accolse Dio stesso». Quest’associazione fa sua anche la parabola del “Buon samaritano”, affidandosi all’aiuto materiale di non pochi benefattori e, soprattutto, alla preghiera, una preghiera semplice come la recita del Santo Rosario, ogni giorno, alle ore 19, nella sua sede in Cenerente.

Storie con un lieto fine. Le testimonianze ascoltate, di ex ospiti, volontari e famiglie che costituiscono l’associazione, hanno ben presentato lo spirito con cui concretamente ci si adopera affinché le storie di vita molto particolari e tristi degli ospiti possano avere un lieto fine con una rinascita umana e spirituale sostenuta in molti casi anche da un’opera, seppur non sempre facile e scontata, di reinserimento sociale.

Non solo numeri. Attualmente “Alle Querce di Mamre”, la cui sede si compone di due appartamenti di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, sono accolte sette persone tra adulti e minori, dando ospitalità nei primi 25 anni di attività a più 150 nuclei familiari, in prevalenza di donne con figli minori, per periodi di permanenza lunghi, non inferiore ad un anno. «Sono piccoli numeri, ma con tutta una comunità attorno che testimonia la condivisione che c’è nel farsi carico del prossimo in gravi difficoltà. E questo lascia ben sperare nel prosieguo di quest’opera di carità». A sottolinearlo è stata l’assistente sociale della Caritas diocesana Stella Cerasa, che, insieme ai coniugi Annalisa e Rosario Zurolo, al prof. Fausto Santeusanio, alla signora Rosalia Sabatini, moglie del venerabile Trancanelli, e ad altri operatori e volontari, sono stati più volte ringraziati durante le testimonianze degli ex ospiti per il sostegno dato loro nei momenti «più duri e di immensa solitudine».

Il ricordo di un amico. Tra i benefattori e amici dell’associazione, non poteva non essere ricordato Giuliano Masciarri, già segretario generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, venuto a mancare a seguito di una grave malattia nel 2019, che tanto si è adoperato per quest’opera e nel tenere vivo il ricordo del suo fondatore. Al riguardo è intervenuto il postulatore della causa di canonizzazione del venerabile Trancanelli, Enrico Solinas, che ha aggiornato sull’iter e dato notizia dell’individuazione della casa dove nacque Vittorio Trancanelli, il 26 aprile 1944, a Spello (Pg), in pieno secondo conflitto mondiale.

Un anno giubilare. Sulla figura del venerabile si è soffermato anche il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, nell’annunciare: «Oggi 9 ottobre abbiamo ricordato i 25 anni di fondazione dell’associazione ispirata dalla carità di Vittorio Trancanelli a cui dedichiamo un “anno “giubilare” che culminerà il prossimo 24 giugno, giorno del 25° anniversario della sua nascita in Cielo. Sarà un periodo in cui tutti saremo chiamati ad imitare di più l’esempio di santità del venerabile Vittorio Trancanelli». Ad esempio, nel presentare il video del giovane Fiorini, don Briziarelli ha sottolineato: «David non conosceva la figura di Vittorio se non per sentito dire. Ascoltando i testimoni, preparando il video…, ha scoperto e trovato un amico in Vittorio. Che questa sia l’esperienza di tutti i giovani, quella di farsi amici i santi, perché è qualcosa di veramente unico e speciale».

Vivacità della Chiesa. Il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha presieduto la celebrazione eucaristica insieme al vescovo emerito di Città di Castello, Domenico Cancian, ai parroci, don Roberto Biagini e don Marco Pigoni, a diversi altri sacerdoti ha parlato, nell’omelia (ampi passaggi sono riportati nel testo pubblicato sul sito: www.caritasperugia.it), di quest’opera voluta dal venerabile Trancanelli, di «un cammino di solidarietà arrivato fino a noi…, una piccola avventura dello Spirito con un seme gettato per essere segno di misericordia e solidarietà. Alla figura di Vittorio Trancanelli sono legate tante realtà di carità che esprimono anche la vivacità della nostra Chiesa perugino-pievese…».

Una società dell’Amore. Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione, ha detto con voce ferma: «Dobbiamo veramente costruire una società nuova, una società dell’Amore e se non ci pensano i cristiani a farlo, che hanno il Vangelo, che hanno Gesù Cristo, non possiamo pretendere che ci pensano gli altri. Tra cristiani, purtroppo, ci si divide per i nostri piccoli e grandi rancori. È giunto il momento forte, quando ci confrontiamo con personalità come Vittorio Trancanelli, di un cambiamento, di una conversione della nostra vita. Non siamo qui soltanto per ricordare, ma per riassumerci tutti quegli impegni umani e sociali di amore da cui questa realtà, 25 anni fa, è partita».

Terni – assemblea ecclesiale “La Chiesa del Concilio Vaticano II” con mons. Gualtiero Sigismondi e Paola Bignardi

L’assemblea ecclesiale diocesana del 7 ottobre, nel 60° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, non è stata solo una celebrazione di uno degli eventi più grandi della Chiesa e del suo rinnovamento, di una chiesa che entra nella storia, scruta i segni dei tempi e li interpreta alla luce del Vangelo, espresso in modo il più possibile rispondente ai bisogni dell’uomo contemporaneo. I contributi di mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Orvieto-Todi che ha parlato della grazia del Concilio Vaticano ll e della prof.ssa Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’AC, che ha afrontato il tema della Chiesa e i laici dopo il Concilio, sono stati stimolo per una chiesa in cammino “sulle strade consolari conciliari – le ha definite mons. Sigismondi – rispetto al Concilio Vaticano, la cui recezione continua ad accumulare ritardo. Chi è in cammino deve avere la consapevolezza di non essere arrivato, ma che resta tanta strada da fare, avendo coscienza che siamo anche noi parte della grande cattedrale del Concilio, siamo manovali dentro questo cantiere e che attraverso il servizio possiamo contribuire alla costruzione del regno”.
In questo cammino, oggi, i laici hanno un ruolo importante, ha ricordato la Bignardi, appellandosi all’audacia cristiana come propulsore del rinnovamento: “la chiesa deve cambiare per essere contemporanea. Se si vuole avere uno sguardo spregiudicato bisogna ascoltare i giovani, che chiedono alla chiesa una domanda di contemporaneità”.
“Ci è chiesto il coraggio dell’essenziale – ha sottolineato Bignardi -, mentre le comunità cristiane oggi sono diventate dei cantieri di iniziative e cose da fare che spesso generano stanchezza e frustrazione. La chiesa vive di parola, della liturgia della preghiera. È necessario ritrovare la tensione spirituale e non l’attivismo, una conversione missionaria che sia incontro con gli altri, missione che sa interpretare la domanda di amore delle persone”.
L’assemblea, promossa dalla diocesi di Terni Narni Amelia e dall’Azione Cattolica diocesana, ha avuto una sessione mattutina con gli studenti degli istituti superiori, al Cinema Politeama, con un dialogo sugli anni ’60 del Novecento e sulla Chiesa del Concilio con Antonio Preiti e don Luigi Ciotti.
Un approfondito esame è stato fatto da Preiti sugli eventi socio politici e culturali che hanno influenzato e modificato valori, aspirazioni e stili di vita dal Sessanta in poi. La mutazione della percezione dell’io e della partecipazione alla società, ma anche le trasformazioni nell’espressione artistica, musicale, letteraria, il boom economico e l’affacciarsi sulla scena dei moti di protesta e l’antiautoritarismo. Un periodo di grande tensione morale, nel piacere di essere in tanti con la speranza di partecipare al cambiamento.
Don Luigi Ciotti ha ricordato gli anni del Concilio a partire dalla sua esperienza di giovane impegnato nell’aiutare gli emarginati e i tossicodipendenti per strada. L’attenzione e il sostegno del cardinale torinese Michele Pellegrino, noto per le sue attività pastorali dedicate agli emarginati. Don Ciotti nel 1972 venne ordinato sacerdote dallo stesso Pellegrino che, come parrocchia, gli affidò la strada, luogo non di insegnamento ma di apprendimento e incontro con le domande e i bisogni più profondi della gente. Rivolgendosi agli studenti, li ha esortati a non delegare nelle azioni, ma a costruire con gli altri, perchè è il “noi” che vince: “non pensate che siano gli altri a dover fare le cose e che non si possa cambiare. Riempire la vita di senso, non sprecatela in cose inutili, c’è bisogno di voi nella società, nella chiesa, c’è bisogno di persone appassionate e sensibili. Vi auguro di sapervi riappropriare dei propri spazi di solitudine per riflettere e ascoltare il mondo con l’orecchio del cuore. Per me è stato importante chi ha saputo ascoltare, ha dato fiducia, instaurando relazioni vere e profonde”.

Perugia – L’associazione “Alle Querce di Mamre” compie 25 anni (1997-2022). Don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana: «Testimoni di un’accoglienza missionaria»

Il 9 ottobre 1997, a Cenerente di Perugia, con la concelebrazione eucaristica presieduta dall’allora arcivescovo Giuseppe Chiaretti e dal suo predecessore Ennio Antonelli (vedi foto allegata), nasceva l’associazione “Alle Querce di Mamre”. Un’opera rivolta principalmente all’accoglienza di ragazze madri, donne in gravi difficoltà e minori in affido, senza fare distinzioni di fede e nazionalità, che aveva ricevuto il riconoscimento ecclesiale il 4 giugno 1995, solennità di Pentecoste. Il progetto di quest’opera di carità era maturato dopo che alcune famiglie avevano sentito l’esigenza di «vivere insieme il valore dell’accoglienza, sull’esempio di Abramo che, ospitando tre pellegrini “alle Querce di Mamre (Genesi 18,1), ha accolto nella sua tenda Dio stesso».

Il programma del 25° anniversario. Domani, domenica 9 ottobre, alle ore 17.30, presso la tensostruttura parrocchiale di Cenerente, con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, si rinnoverà e ricorderà la costituzione dell’associazione “Alle Querce di Mamre” fortemente voluta dal venerabile Vittorio Trancanelli (1944-1998) insieme alla moglie Rosalia Sabatini e ad altre famiglie. A seguire, presso la vicina sede dell’associazione, ci sarà l’incontro “25 anni insieme”, con testimonianze sulla vita e sulle attività di quest’opera. Attività portate avanti in stretto rapporto con la Caritas diocesana. La missione dell’associazione si fonda sulla preghiera, sulla comunione dei beni, sull’accoglienza e sulla laicità dell’esperienza.

La missione dell’associazione. È ispirata all’accoglienza cristiana di persone in gravi difficoltà, anche a seguito di malattie, in particolar modo a famiglie, collaborando, oltre che con la Caritas diocesana ed altre realtà socio-caritative di espressione ecclesiale, con strutture pubbliche (es. Servizi sociali territoriali, Tribunale dei Minori, ecc.). Per quest’accoglienza vengono messe a disposizione sia le abitazioni dei soci sia gli appartamenti in affitto e gestiti dall’associazione a Cenerente, costituenti la “Casa dell’accoglienza Alle Querce di Mamre”.

Una famiglia sempre in crescita. «Per l’opera svolta in 25 anni dall’associazione, fondata dal venerabile Vittorio Trancanelli, non possiamo non esprimere tutta la nostra viva gratitudine come Chiesa e come comunità civile». A sottolinearlo è don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, nel definire “Alle Querce di Mamre” «una famiglia sempre in crescita, che ha accolto nel suo primo quarto di secolo di attività centinaia di persone giovani e adulte e continua a farlo, contribuendo a ricostruire reti sociali attorno a queste persone con il calore umano e la preghiera e compiendo gesti di tenerezza e di condivisione».

Testimoni dello spirito missionario. «“Alle Querce di Mamre” si pratica quell’accoglienza missionaria di prossimità che papa Francesco ci invita a vivere ogni giorno nella nostra vita cristiana, aiutando il malato, il diversamente abile, il disagiato, il sofferente nel corpo e nello spirito. L’associazione del venerabile Trancanelli, che della sua professione di medico chirurgo ne fece una missione, un altare, facendolo diventare un “santo in sala operatoria e nella vita”, incarna non poco questo spirito missionario, soprattutto quel “Di me sarete testimoni” (At 1,8), che è il tema scelto dal Papa, tratto dagli Atti degli Apostoli, per la Giornata mondiale missionaria 2022 che anche a Perugia vivremo domenica 23 ottobre».