Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino ricorda il venerabile don Antonio Pennacchi

A 174 anni dalla morte, avvenuta il 9 novembre 1848, Assisi ricorda il venerabile don Antonio Pennacchi, sacerdote diocesano per il quale è in corso la causa di beatificazione, con una messa in programma domenica 6 novembre alle ore 10,30 nell’abbazia di San Pietro, dove si trova la sua tomba. La celebrazione sarà presieduta dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino e si chiederà l’intercessione di don Antonio per la guarigione di don Giovanni Raia, sacerdote diocesano, canonico penitenziere del Capitolo della Chiesa Cattedrale di San Rufino, in ospedale da diverso tempo. “Il suo zelo di sacerdote colto e pio, ricco di grandi doni mistici e di grande umanità, capace di elevarsi all’altezza delle estasi e di battere poi la città, casa per casa, per diffondere il nome di Gesù e Maria, fece allora la differenza. Assisi riconobbe in lui un uomo di Dio, al quale oggi si interessano anche i laici”, spiega suor Alessandra Rusca, postulatrice del processo di beatificazione e canonizzazione.
Don Antonio Pennacchi è nato a Bettona nel 1782 e vissuto in Assisi, nella parrocchia di San Pietro dove ora, come detto, si trova la sua tomba. La sua vita è ricca di spunti e di momenti di grande spiritualità. Si sentì chiamato dal Signore alla vocazione sacerdotale e a 18 anni, all’inizio del 1800 si trasferì in Assisi per continuare gli studi filosofici e teologici. Si distinse subito per la sua intelligenza, per il suo impegno e per la pietà.

Fu ordinato sacerdote il 22 marzo 1806 dal vescovo Francesco Maria Giampé che, per la sua grande cultura, lo nominò insegnante di grammatica superiore nelle scuole municipali di Assisi e cappellano nella chiesa abbaziale di San Pietro e delle suore clarisse francescane di Sant’Andrea. Il fondamento della sua spiritualità sarà il mistero dell’Annunciazione e dell’Incarnazione del Figlio di Dio e per tutta la sua vita sarà l’apostolo dei nomi di Gesù e Maria. Da qui nascerà il suo amore alla povertà, alla preghiera, all’umiltà e penitenza sull’esempio di San Francesco.

Il suo campo di lavoro fu l’assistenza e la formazione dei ragazzi, dei giovani e l’amore, l’aiuto ai poveri, ai malati, con i quali divideva il suo stipendio di insegnante. Come San Filippo si circondò di ragazzi che raccoglieva dalle strade e fu il giullare di Dio. La causa di beatificazione, aperta nel 1905 dalla Santa Sede, per contingenze storiche non ebbe seguito e solo nel giugno del 2016 è stata riavviata con un decreto del vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino proprio perché don Antonio Pennacchi venga elevato agli onori degli altari.

Ottavo centenario francescano, grande occasione di evangelizzazione. Il 31 ottobre udienza dal Papa.E”

“Un’unione di intenti e di progetti che in vista del centenario francescano vuole essere soprattutto una grande occasione di evangelizzazione”. E’ questo lo spirito con il quale il Coordinamento ecclesiale, costituito circa un anno fa a Greccio dalle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, di Rieti e di Arezzo, dai rappresentanti di tutte le famiglie francescane del primo e secondo ordine e dall’Ordine francescano secolare e dai rappresentanti delle congregazioni che si ispirano al Santo di Assisi, si presenterà lunedì 31 ottobre in udienza privata al Santo Padre. “Prima di ogni altra cosa – si legge in una nota del Coordinamento – desideriamo che, attraverso la testimonianza di Francesco, sia Gesù ad essere annunciato, promuovendo quella specifica sensibilità che il Santo di Assisi incarnò soprattutto nella scelta radicale del Vangelo, nella vita fraterna, nella povertà, nel servizio poveri, nella promozione della pace. Auspichiamo che quanto si farà a livello di sensibilizzazione culturale e civile sia ben coordinato con questa primaria opzione evangelizzatrice. A tale scopo – continua la nota – è provvidenziale che, proprio nell’arco di questi anni del Centenario francescano, cada anche il Giubileo. E’ bello pensare che in tutto il mondo, dove i francescani sono presenti e nei luoghi simbolo della vita del Poverello, si esalti questo carisma che è sempre più attuale nei diversi ambiti della pace, dell’accoglienza, della cura della casa comune e dell’economia”. Dalla sua costituzione ad oggi il Coordinamento ha iniziato a riunirsi per programmare, progettare e camminare insieme al Comitato dei ministri generali delle Famiglie francescane al fine di organizzare momenti di preghiera e di memoria della vita francescana. A questo proposito il primo appuntamento, come scrive fra Luciano De Giusti, ministro provinciale ofm (Lazio-Abruzzo) nella lettera di invito, ci sarà il 29 novembre prossimo a Fonte Colombo, in ricordo dell’approvazione della Regola di San Francesco da parte di papa Onorio III, nel lontano 1223. Secondo il programma dopo l’arrivo e l’accoglienza (ore 9,00) si partirà in pellegrinaggio verso la Basilica di Sant’Agostino in Rieti dove alle ore 12,00 ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta da S.Em. Card. Josè Tolentino. Nel pomeriggio alle ore 15,30, presso il Teatro Flavio Vespasiano, si terrà un concerto con temi francescani a cura della Banda dell’Arma dei Carabinieri.

Spoleto – conferito il mandato agli animatori degli Oratori per l’anno pastorale 2022-2023. Mons. Boccardo: «L’oratorio è il luogo che contribuisce a diventare grandi nella testa e nel cuore avendo come modello Gesù, è il luogo dove l’altro si valorizza per quello che è».

La sera di venerdì 21 ottobre 2022 presso il Centro diocesano di pastorale giovanile di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha conferito il mandato agli animatori degli Oratori per l’anno pastorale 2022-2023. Erano presenti molti ragazzi e ragazze, accompagnati dai parroci. Dopo il saluto di benvenuto di don Pier Luigi Morlino, responsabile della pastorale giovanile, c’è stato un momento di preghiera. È stato letto il Vangelo di Marco in cui è descritta la missione affidata ai discepoli di Gesù (Mc 16, 15-20). E mons. Boccardo ha indicato tre ingredienti tratti dal brano che torneranno utili agli animatori per il loro servizio. C’è scritto nel Vangelo: “Nel nome mio scacceranno i demòni”. «Gesù con questa immagine – ha detto l’Arcivescovo – dà la possibilità ai suoi discepoli di operare il bene e di vincere il male. E quanti mali dobbiamo affrontare ogni giorno, quante difficoltà, quante paure, quante contraddizioni: ma Gesù ci fa essere vincitori nella misura in cui sapremo riconoscere il male resistendo alle sue tentazioni». Il testo di Marco dice ancora: “Parleranno in lingue nuove”. «Si riferisce – ha detto il Presule – alla lingua della fraternità, della comunione che ci rende capaci di valorizzare l’altro per quello che è, della comprensione, della solidarietà, dell’amicizia, della collaborazione, dell’accoglienza reciproca». Ancora il testo sacro: “Imporranno le mani agli ammalati ed essi guariranno”. «Vuol dire – ha proseguito mons. Boccardo – l’atteggiamento di attenzione e di con-passione per l’altro. Non è nulla di sentimentale, ma è un modo di prendersi cura gli degli altri, rispettandosi reciprocamente».

«Se voi ricorderete questi tre “ingredienti” – ha concluso l’Arcivescovo – riuscirete a fare un servizio prezioso nei confronti di quanti si affidano all’oratorio per diventare grandi nella testa e nel cuore. Il Signore vi dice: vi mando, vi affido questo compito importante. Ma ricordate che non siete da soli. Gesù non butta nessuno alla sbaraglio, ma “opera insieme e conferma con la parola”». Al termine della preghiera a tutti gli animatori è stato consegnato un piccolo segno: una scarpa a mo’ di portachiavi ad indicare il cammino da percorrere negli Oratori fino alle attività estive del 2023, che culmineranno con la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona dal 26 luglio al 7 agosto. Mons. Boccardo, infine, ha fatto un dono al Centro diocesano di Pastorale giovanile: una reliquia del beato Carlo Acutis morto a soli 15 anni nel 2006 a causa di una leucemia e sepolto ad Assisi. Il suo “motto” era: “Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita”. «Con l’augurio – ha detto don Pier Luigi Morlino ringraziando il Vescovo del dono – che sia anche il nostro “motto”».

Il calendario delle attività della pastorale giovanile diocesana si può consultare al seguente link: https://www.spoletonorcia.it/larcivescovo-ha-conferito-il-mandato-agli-animatori-degli-oratori-per-lanno-pastorale-2022-2023-al-centro-giovanile-diocesano-mons-boccardo-ha-donato-una-reliquia-del-beato-carlo-a/

Spoleto – comunità cristiana e comunità islamica insieme per invocare il dono della pace. Presenti l’Arcivescovo Boccardo e l’Imam di Spoleto Saouf

La comunità cristiana e la comunità islamica di Spoleto hanno invocato da Dio misericordioso il dono della pace in Ucraina e nelle altre regioni del mondo dove si combattono guerre. Il momento, semplice ma intenso, è stato organizzato dalla Caritas e dall’Ufficio Migrantes della di Spoleto-Norcia e si è tenuto nel pomeriggio di domenica 23 ottobre 2022 a Piazza Pianciani a Spoleto.

«Abbiamo pensato a questo momento – afferma don Edoardo Rossi, direttore della Caritas e dell’Ufficio Migrantes – nel contesto delle iniziative della 108sima Giornata del Mondiale del Migrante e Rifugiato celebrata lo scorso 25 settembre. È il primo passo di un cammino che si intraprende tra la comunità cristiana e quella musulmana di Spoleto a favore della pace, nella comune consapevolezza che gli stranieri non sono invasori e distruttori, ma lavoratori volenterosi che ricostruiscono le mura della nuova Gerusalemme, la Gerusalemme aperta a tutte le genti (cfr Is 60,10-11). La nostra volontà – conclude don Edoardo – è che sia un percorso duraturo e non solo occasionale».

Anche il Comune di Spoleto ha aderito ed era rappresentato dal vice presidente del Consiglio Comunale Maura Coltorti. Alcuni elementi della banda musicale “Città di Spoleto” hanno aperto e chiuso l’incontro con musiche che avevano come tema la pace. Dopo la lettura di alcuni brani del profeta Isaia (2, 2-4. 9, 6-9) dove tra l’altro si dice che il popolo non si eserciterà più nell’arte della guerra, sono intervenuti l’Arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e l’Imam di Spoleto Abdelilah Saouf. Il Vescovo ha sottolineato che la diversità è un’autentica ricchezza più che una minaccia. «Siamo qui – ha detto – per elevare all’unico Dio il nostro grido di pace e per ridire che mai la violenza e la guerra possono invocare il nome di Dio. Sarebbe bello se tornando a casa ciascuno di noi facesse un proposito di pace: chiedere perdono a qualcuno, trattenere parole cattive che possono ferire l’altro, impegnarmi in qualcosa per il bene comune. Perché la pace nasce e si veicola nei piccoli gesti quotidiani». L’Imam Saouf si è detto felice di questo momento comune di preghiera: «La comunità musulmana vuole contribuire insieme alla Chiesa a far crescere la pace nel mondo». Al termine sia l’Imam che l’Arcivescovo hanno elevato a Dio preghiere per la fine della guerra.

Nocera Umbra – convegno Mons. Lorenzo Perosi nel 150° della nascita

“Quis tuas digne Raynalde laudes…” è l’incipit del solenne inno a San Rinaldo patrono di Nocera Umbra, composto dal maestro Lorenzo Perosi, che ogni anno veniva cantato dalla Corale Santa Cecilia, in occasione dei primi Vespri e dell’apertura dell’urna del Santo sull’altare maggiore della Cattedrale. Corale che debuttò il 9 febbraio 1899, quando un giovanissimo mons. Raffaele Casimiri diresse la Schola Cantorum del Seminario, dando vita ad una tradizione ormai centenaria che si tramanda nel tempo.

Mons. Perosi e mons Casimiri dunque, legati da un fil rouge che intreccia il loro essere sacerdoti, uomini di chiesa, profondamente innamorati della musica, amici e principali esponenti del cosiddetto “movimento ceciliano”, un movimento musicale che riformò la musica sacra nell’ambito della Chiesa Cattolica, in risposta alla quasi totale assenza del canto gregoriano e della polifonia rinascimentale nelle celebrazioni liturgiche.

Nell’Anno Perosiano, appuntamento, quindi, per la giornata di domenica 30 ottobre a partire dalle ore 9.30 in Pinacoteca a Nocera Umbra, per celebrare il musicista tortonese con nomi di assoluto prestigio nel panorama musicale italiano a cominciare dal Maestro Mons. Valentino Miserachs, già Preside del pontificio Istituto di Musica Sacra e maestro della Cappella Musicale Liberiana della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore in Roma che centrerà il suo intervento proprio sul legame fra Lorenzo Perosi e il conterraneo Raffaele Casimiri, ampliando il discorso a tutto il movimento ceciliano.

Previsti interventi del Maestro Mauro Marchetti direttore del Coro “Città di Roma” nonchè vice presidente dell’A.N.D.C.I , del Maestro Carlo Pedini, presidente dell’A.R.C.U.M. e del Maestro padre Matteo Ferraldeschi, maestro della Cappella della Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli di Assisi.
Tempo anche per una breve visita guidata dalla prof.ssa Feliciana Menghini ai luoghi della città e della musica sacra.
Una bella manifestazione organizzata dalla Corale Santa Cecilia che ha presentato la proposta di un convegno/concerto “Mons. Lorenzo Perosi nel 150° della nascita: la musica sacra, l’incontro con Raffaele Casimiri e il movimento ceciliano” al Ministero dei Beni Culturali che l’ha accolta favorevolmente, sostenendola con un proprio contributo. Insieme al Mibact, è arrivato anche il sostegno dell’Assemblea Legislativa della Regione Umbria e il patrocinio del Comune di Nocera Umbra, dell’A.R.C.UM. e dell’A.N.D.C.I.

Si parlerà, e si ascolterà, quindi, del genio musicale Perosi, musicista prolifico, appassionato e profondamente innovatore, il quale, nel suo tempo, ebbe il rispetto di importanti compositori, quali Giacomo Puccini (“C’è più musica nella testa di Perosi che in quella mia e di Mascagni messe insieme”) Pietro Mascagni (“Perosi ha una mente geniale e creativa, capace di interpretare con i suoni la lode dell’onnipotenza, potenza e bontà di Dio”), Arturo Toscanini (“Perosi non cambia una nota di ciò che ha scritto perché il profumo della sua musica sta tutto nella sua semplicità”).

Il convegno, e la sua conclusione musicale in Cattedrale alle ore 17.30, affidata alla interpretazione della Corale Santa Cecilia diretta dal Maestro Michele Fumanti, con l’accompagnamento all’organo del Maestro Alessandro Bianconi, vogliono essere l’omaggio della Corale Santa Cecilia, ma di tutta la città di Nocera Umbra a mons. Lorenzo Perosi e alla sua musica.

 

Programma di sala Concerto

Programma di sala Convegno

Perugia – “Una missione, la nostra, che non conosce confini”, la prima lettera dell’arcivescovo Ivan Maffeis al Clero diocesano

Consegnata in occasione della GMM 2022, mons. Maffeis, citando alcuni sacerdoti che ha avuto modo di conoscere nei primi quaranta giorni del suo episcopato perugino-pievese, evidenzia l’importanza della testimonianza di una Chiesa missionaria “sul territorio, come negli angoli del mondo”, intenta ad accorciare le “distanze”. La lettera è consultabile sul sito: www.diocesi.perugia.it (sezione “arcivescovo”).

Caro Confratello,
a Sanfatucchio la vista spazia su colline avvolte di luce. Eppure, l’impressione è che nella canonica di don Remo lo sguardo sia ancora più ampio e luminoso. Arriva nella foresta amazzonica, dove per anni ha organizzato l’esperienza estiva per i suoi giovani, arrivando a costruire un paio di chiese e ad avviare un grappolo di adozioni a distanza. “Avrei voluto farmi comboniano – dice – mi ha frenato l’età avanzata dei miei genitori. Questo non mi ha però impedito di coinvolgere la gente nella missione della Chiesa”.
Una missione, la nostra, che non conosce confini. Me lo ricorda il giovane africano, incontrato nel carcere di Capanne. Parla delle sue colpe, del percorso penitenziale che sta facendo, della speranza di essere accolto domani non più come un detenuto, ma come un fratello: “Vorrei potermi sentire a casa, pur sapendo che quella che ho lasciato è lontana o forse non c’è nemmeno più. Credo che nella Chiesa non ci siano distanze”.
Penso a don Bruno e, più in generale, all’impegno dell’Associazione Amici del Malawi.
A don Lucio, che riparte per il Perù, dove, quale frutto del Sinodo, è stato aperto il Seminario propedeutico pan-amazzonico. Penso a don Giovanni, disponibile a sua volta a ripartire per l’America Latina. Penso alla nostra presenza in Kosovo.
Sono soltanto alcune delle tante istantanee di una Chiesa, la nostra, che vive il mandato del Signore: “Di me sarete testimoni” (At 1,8); mandato che Papa Francesco ci riconsegna nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale che celebriamo domenica 23 ottobre. Mentre ascolto don Orlando raccontarmi la sua esperienza in Burundi e la sua attenzione solidale per la Terra Santa, rilancio a mia volta l’invito alla preghiera e alla condivisione, affinché ogni comunità senta come proprio l’impegno dell’evangelizzazione: qui, sul territorio, come negli angoli del mondo. “La Chiesa – scrive il Papa – non ha altra missione se non quella di evangelizzare il mondo, rendendo testimonianza a Cristo”.
Ti abbraccio, ringraziando il Signore per la tua vita evangelica e il tuo servizio alla comunione ecclesiale.

Don Ivan Maffeis

Perugia: Con la Veglia di preghiera e il mandato missionario la comunità diocesana si appresta a vivere la Giornata Mondiale Missionaria (GMM) 2022, domenica 23 ottobre.

Molto partecipata è stata la Veglia diocesana di preghiera in preparazione alla Giornata Mondiale Missionaria (domenica 23 ottobre) tenutasi a Perugia, presso la chiesa di San Ferdinando, nella serata del 21 ottobre. Presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis insieme al direttore dell’Ufficio per la cooperazione tra le Chiese, mons. Orlando Sbicca, e a diversi sacerdoti, religiosi e religiose, la veglia è culminata con il mandato missionario conferito a Giacomo e Elena con i loro quattro figli, una giovane famiglia che presto ritornerà in Perù, nella missione dell’Operazione Mato Grosso dove ha operato anche la missionaria martire Nadia De Munari, uccisa lo scorso anno. A ciascuno di loro è stato donato un crocifisso, «segno – ha commentato mons. Maffeis – di fede e di carità per tutti… Giacomo, Elena, i loro figli, ripartendo per il Perù, diventano un segno e lo Spirito del Risorto li accompagni e interroghi ciascuno di noi a fare la propria parte». La Veglia è stata alternata da preghiere e meditazioni dal forte richiamo alla missione e alla carità che ogni cristiano è chiamato a testimoniare, tratte da brani di papa Francesco e di Santa Teresa di Calcutta di cui quest’anno ricorre il 25° anniversario della morte.
Mons. Maffeis, commentando il passo del Vangelo, ha ricordato che «lo Spirito Santo è la forza che ancora oggi, come all’inizio del cristianesimo, porta i battezzati ad annunciare, a testimoniare Cristo a tutti i popoli. I nostri piedi sono piantati saldamente su questa terra dove testimoniamo l’amore al Signore e l’amore del Signore per ogni uomo. Non è un caso che dove arriva il Vangelo, dove arriva un missionario cresce la comunità, lo sviluppo, la persona, la giustizia e la pace. E a questo proposito ci uniamo a tutti coloro che nelle piazze del Paese stanno alzando la voce per domandare che finisca la guerra in Ucraina, che si arrivi davvero ad un negoziato credibile per fermare questa guerra».
«Quella dei missionari – ha sottolineato l’arcivescovo – è spesso una testimonianza a caro prezzo, a prezzo della loro stessa vita. Il testimone del Vangelo è un martire, è uno che dice che nel Signore ha trovato quella pienezza, che Dio è tutto, per cui il resto diventa relativo. Per quanto è importante la vita, la stessa vita può essere donata. E qui va il pensiero ai tanti Paesi del mondo in cui non c’è libertà religiosa, Paesi in cui laici, religiosi, religiose, preti, vescovi pagano con la vita la loro testimonianza. Oggi pensiamo all’Eritrea, al Camerun, al Nicaragua, semplicemente per prendere tre diverse notizie attuali, di persone sequestrate, imprigionate per la loro fede. Rivolgo il mio grazie e la mia gratitudine alle tante persone che partecipano alla Veglia di questa sera e a quanti provengono da Paesi diversi dal nostro, testimoni della loro fede nel Signore e con questa testimonianza aiutano le nostre comunità a ringiovanirsi nella fede».

Terni – consacrazione della cappella nella caserma del comando provinciale dei Vigili del Fuoco

Il 20 ottobre, presso la caserma dei Vigili del Fuoco di Terni, si è tenuta la solenne celebrazione, presieduta dal vescovo Francesco Soddu, per la dedicazione dell’altare e la consacrazione della cappella “Santa Barbara” del Comando Provinciale di Terni.
Alla liturgia sono intervenuti il cappellano dei Vigili del Fuoco di Terni padre Angelo Gatto, il vicario generale della Diocesi mons. Salvatore Ferdinandi, don Tonino Ferrara cappellano dei Vigili del Fuoco di Torino, dove nel 2013 è stata realizzata una cappella nella struttura del Comando Provinciale, il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Terni Paolo Nicolucci insieme ad altri rappresentanti del Corpo provenienti anche da Torino e da Sassari, il sindaco di Terni Leonardo Latini il questore di Terni Bruno Failla, il prefetto vicario di Terni Andrea Gambassi, autorità civili e militari e rappresentanti dell’associazione nazionale Vigili del Fuoco.
Una liturgia quella della dedicazione che è stata scandita da alcuni importanti riti, a cominciare dalla preghiera di benedizione dell’acqua e l’aspersione dei fedeli, della cappella e dell’altare; la deposizione delle reliquie di santa Barbara, san Valentino, santa Chiara all’interno dell’altare, cui è seguita la preghiera delle litanie, l’unzione dell’altare con il sacro Crisma e l’accensione del braciere per farvi ardere l’incenso. Due Vigili del Fuoco hanno poi ricoperto con la tovaglia l’altare, che è stato preparato per la celebrazione eucaristica.
«Sono anche io emozionato quanto voi – ha detto il vescovo Soddu – perché è per me la prima consacrazione di una cappella e dedicazione dell’altare che faccio come vescovo. È un gesto che ci fa crescere come credenti, ci unisce a Dio e ci rinsalda come popolo di Dio, comunità che si riunisce per pregare. Le reliquie che sono poste all’interno dell’altare ci ricordano i Santi, che sono coloro che prima di noi si sono uniti a Dio indissolubilmente. Ora dobbiamo recuperare la nostra storia dopo questo periodo di pandemia, recuperare i fili di una storia che sembra lontana, riscoprendo tre elementi essenziali: l’invito alla gioia della festa, l’ascolto della parola di Dio, l’impegno comunitario che si traduce in azioni e sentimenti di bene con tutti e verso tutti».
La cappella all’interno della Caserma di via Proietti Divi, fortemente voluta da padre Angelo Gatto e da alcuni Vigili del Fuoco di Terni, è stata realizzata grazie al contributo di vari benefattori e all’opera fattiva, volontaria e gratuita, di professionisti, aziende, privati cittadini e vigili del fuoco che ha consentito di rendere accogliente e funzionale questo luogo di preghiera per tutti coloro che operano all’interno della caserma.

Spoleto – celebrazioni per il VI anniversario del terremoto del 2016, mons. Boccardo guiderà un momento di preghiera nella cripta della Basilica di S. Benedetto a Norcia

«Ritrovare la cripta di S. Benedetto per un momento di preghiera – afferma mons. Boccardo -, seppur con tutte le precauzioni relative al fatto che siamo all’interno di un cantiere, offre la possibilità di riaffermare la decisa volontà della ricostruzione materiale e sociale, per la quale l’impegno e il contributo di tutti, singoli ed istituzioni, trova nell’insegnamento di S. Benedetto orientamento e guida».
«La ricostruzione della Basilica di San Benedetto è ormai ampiamente avviata», dice l’ing. Paolo Iannelli Soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma. «Abbiamo ricostruito la volta, ricollocato gli antichi pilastri, ricostituito quell’antichissimo ambiente, luogo di devozione, di arte e di storia. Ripercorrerla finalmente libera dalle macerie e dai presidi di messa in sicurezza – prosegue Iannelli, rivederne il pregiato antichissimo pavimento, la piccola abside affrescata e tutte le più antiche superfici è una grande emozione. Nel frattempo prosegue anche la ricostruzione delle murature della navata, pazientemente ritessute con le pietre della Basilica stessa, nella consapevolezza e la caparbietà di chi non vuole che nulla di ciò che è stato faticosamente recuperato, studiato, e riparato oltre che scoperto in seguito al crollo, venga perso».
«Il rumore dei cantieri della ricostruzione in Piazza S. Benedetto – dice il sindaco di Norcia Nicola Alemanno – è un suono di speranza che ci accompagna ormai quotidianamente. Quest’anno il 30 ottobre, domenica come nel 2016, faremo memoria dell’anniversario del sisma all’interno della Cripta della Basilica ma stavolta completamente ricostruita. Sarà un’altra immensa e grande emozione che spero possano presto vivere tutti i nursini, quella di riappropriarsi del cuore della nostra città, di uno dei simboli della sua storia, della sua identità che non può prescindere da S. Benedetto e Santa Scolastica, dal luogo dove la tradizione vuole siano nati i due nostri Santi. I lavori della Basilica, presentati alla comunità il 30 ottobre 2021 insieme ad altri importanti progetti di ricostruzione pubblica, stanno procedendo speditamente, grazie al lavoro sinergico di tutti gli Enti competenti: Soprintendenza, Commissario straordinario, Eni, Archidiocesi e Comune. Siamo tutti impegnati affinché questo luogo possa essere riconsegnato presto alla nostra Comunità, per il suo valore spirituale, affettivo e simbolico».

Assisi – capi religiosi di nuovo insieme per la preghiera per la pace del 27 ottobre

Il 27 ottobre ricorre il 36esimo anniversario dello Spirito di Assisi che si fa eco dello storico incontro interreligioso di preghiera per la pace del 1986, convocato da San Giovanni Paolo II. Una ricorrenza che anche quest’anno è caratterizzata da diversi momenti che prenderanno il via mercoledì 26 ottobre con la presenza di Marco Ramigni, di Operazione Colomba (Associazione Papa Giovanni XXIII) presente in Ucraina dall’inizio del conflitto che incontrerà alcuni studenti delle scuole secondarie di secondo grado della città di Assisi.

Nel pomeriggio alle ore 17,30 nella sala della Spogliazione si terrà la tavola rotonda dal titolo “Da Assisi a Nur Sultan per costruire la pace”. Dopo il saluto e l’introduzione di mons. Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, interverranno Azza Karam, segretaria generale di Religions for Peace e Silvina Perez, giornalista dell’Osservatore Romano che hanno partecipato al VII Congresso dei leader delle Religioni mondiali e tradizionali in Kazakhstan e Marco Ramigni di Operazione Colomba.

Giovedì 27 ottobre in mattinata ci sarà un altro incontro con alcune classi degli istituti cittadini. Nel pomeriggio alle ore 17 nel Refettorietto della Porziuncola in Santa Maria degli Angeli ci sarà la Preghiera interreligiosa per la pace con i rappresentanti di alcune religioni presenti in Umbria. Domenica 30 ottobre alle ore 12 nella Basilica superiore di San Francesco avrà luogo la celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. “L’incontro dei leader delle religioni in Kazakhstan – dichiara don Tonio Dell’Olio, presidente della Commissione Spirito di Assisi – è sicuramente un passo in avanti decisivo e per nulla scontato verso una maggiore concordia tra le religioni e per il contributo di queste alla pace nel mondo. A nessuno sfugge che tanto la posizione geografica che quella politica del luogo che ha ospitato il congresso è quanto mai significativo per il conflitto in corso in Ucraina. La partecipazione di Papa Francesco ha reso ancora più denso quel momento. Tutto questo ci conferma che 36 anni fa ad Assisi si è compiuta una profezia che fino a quel momento non si poteva immaginare e che il congresso a Nur-Sultan è figlio di quella gestazione”.

La commissione Spirito di Assisi promuove ormai da diversi anni la diffusione mensile della preghiera per la pace, dedicata ogni 27 del mese a un territorio martoriato, a una popolazione oppressa o una situazione di non-pace. Nel mese di ottobre le comunità delle diverse religioni saranno invitate a pregare affinchè si allontani la minaccia della guerra atomica.