Perugia: Il vescovo Marco Salvi saluta la comunità diocesana nella cattedrale di San Lorenzo, giovedì 5 gennaio, prima di fare ingresso nella Diocesi di Civita Castellana domenica 8 gennaio.

È giunto il giorno del saluto di monsignor Marco Salvi alla comunità diocesana Perugia-Città della Pieve, che lo ha avuto vescovo ausiliare dal 5 maggio 2019, in programma giovedì 5 gennaio (ore 18), vigilia dell’Epifania del Signore, nella cattedrale di San Lorenzo. Il vescovo Salvi presiederà la celebrazione eucaristica a cui sono invitati sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e popolo di Dio. Una nutrita rappresentanza di fedeli perugino-pievesi “accompagnerà” monsignor Salvi a Civita Castellana, domenica 8 gennaio, giorno dell’inizio del suo ministero episcopale in terra laziale, insieme all’arcivescovo Ivan Maffeis, al cardinale Gualtiero Bassetti, al presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) Renato Boccardo e al vescovo emerito di Gubbio Mario Ceccobelli, già vicario generale a Perugia. Il programma di domenica 8 prevede, alle ore 16, l’ingresso del nuovo vescovo nella cattedrale di Santa Maria Maggiore di Civita Castellana, preceduto, in piazza Matteotti, alle ore 15.30, dalla accoglienza riservatagli dalle autorità civili con lo scambio dei saluti istituzionali.

L’attività pastorale di mons. Salvi. Quelli di monsignor Salvi a Perugia-Città della Pieve sono stati anni intensi e delicati a seguito della pandemia, non facendo mancare l’attenzione e la vicinanza della Chiesa particolare alle comunità parrocchiali, alle varie categorie della società, alle famiglie e ai singoli cittadini messi a dura prova negli ultimi tre anni. È stato un pastore in ascolto del suo gregge, come lui stesso si è definito il giorno del suo arrivo a Perugia (5 maggio 2019), dopo essere stato consacrato vescovo, nel duomo di Arezzo, il 31 marzo precedente: «In questo momento mi sento di imitare e incarnare il Buon pastore, conoscere i singoli, le comunità, le persone. Nella nostra società caratterizzata dalla fretta e senza memoria, dare il tempo necessario all’ascolto, mettersi nei panni dell’altro non è scontato. Chiedo aiuto per tutto questo a tutti voi, aiutatemi a vivere per primo lo stile dell’ascolto. Non ho in mente progetti e piani pastorali, voglio ascoltare, entrare in confidenza con le persone in una relazione di amicizia. Essere pronto ad ospitare, ma anche essere ospitato da questa bella e ricca comunità di Perugia-Città della Pieve». E man mano che ha conosciuto la comunità perugino-pievese non ha esitato a definirla «una realtà ricca, vivace e piena di iniziativa, anche complessa, con risorse umane interessanti che poi sono la vera ricchezza di una Chiesa». Tra le risorse che ha coltivato e fatto fruttare in quasi quattro anni di vescovo ausiliare, quelle della cultura e dei beni storico-artistici ecclesiastici, delle opere di carità, del mondo giovanile e della famiglia. A livello di Regione Ecclesiastica Umbria ha ricoperto l’incarico di segretario della Ceu, di presidente della rete dei Musei Ecclesiastici e di coordinatore degli Istituti diocesani di sostentamento clero.

Il V Centenario della morte del Perugino. Il vescovo Salvi, nel 2022, è entrato a far parte del Comitato promotore delle celebrazioni per il V centenario dalla morte del pittore Pietro Vannucci detto “Il Perugino”, istituito presso il Ministero della cultura, e prima ancora aveva costituito un’apposita commissione diocesana con il compito di redigere un qualificato programma di eventi in preparazione a questa importante ricorrenza per la cultura italiana ed europea. Significativo quanto ha sostenuto in una delle conferenze promosse dalla commissione diocesana da lui presieduta: «Ripensando ai mesi del lockdown non possiamo dimenticare quanto l’arte, nei suoi molteplici aspetti, ci sia stata di supporto in un momento di grande disorientamento in cui ogni certezza sembrava essere venuta meno… I nostri occhi hanno sempre più bisogno di riscoprire una bellezza fatta di forme, colori e stili diversi e i nostri giovani hanno bisogno di un’educazione che gli consenta di conoscere e di apprezzare il cospicuo patrimonio che li circonda. Anche la Chiesa deve fare la sua parte e l’arte può essere la possibilità di una nuova pastorale, in cui il dialogo tra l’umano e l’opera può far comprendere la ricchezza di Cristo e del suo messaggio».

Caritas diocesana Terni e associazione San Martino – un anno segnato dall’accoglienza dei profughi Ucraini e dall’integrazione delle persone più disagiate

In un contesto sociale locale che evidenzia il perdurare di una crisi profonda, aggravata dal conflitto in Ucraina e dalle conseguenze della pandemia del Covid 19, la Caritas di Terni-Narni-Amelia e l’associazione di volontariato San Martino operano per sostenere in maniera efficace persone e famiglie, in un percorso che mira ad evitare la cronicizzazione del disagio e conseguentemente situazioni di emarginazione sociale. Grazie alla capillare presenza sul territorio di parrocchie e centri di ascolto, si cerca di mettersi in ascolto del territorio e di “leggere” alcuni problemi per prevenire future emergenze, l’emergere di povertà nascoste che vengono spesso taciute alla comunità, specie nei quartieri della città che sono più a rischio di degrado, con una forte presenza di disagio sociale e giovanile.
Nel 2022 le persone che si sono rivolte alla Caritas – associazione di volontariato San Martino sono state 4.193, ossia 70 in più rispetto al 2021 (+ 2%)
«È importante mettere al centro la persona – ha detto il vescovo Francesco Antonio Soddu – con la ricchezza umana che la persona porta con sé. In tutto ciò che fa la Caritas deve emergere il Vangelo, perchè non c’è persona che non sia amata dal Signore e che non debba avere attenzione da parte dei credenti e delle altre persone, nella vicinanza e nel mettersi al servizio degli altri. È necessario trasformare i problemi in opportunità di vita. Se questo è colto dalla nostra comunità e città allora la stessa comunità cresce umanamente. La Caritas non è chiamata a gestire dei problemi, ma a prendere quei problemi e trasformarli in opportunità, per rendere testimonianza dell’amore cristiano. Mettersi davanti ai fratelli e considerarli come ricchezza per costruire rapporti interpersonali di amicizia e solidarietà, questo è il valore aggiunto della carità, poi ci sono dei segni che si traducono in opere che danno testimonianza della carità, ciò deve riguardare tutti perché nessuno può delegare l’amore ad altri».
«Il 2022 è stato l’anno dell’emergenza Ucraina – evidenzia il direttore della Caritas padre Stefano Tondelli – che è diventata occasione di laboratorio per pensare al futuro. I cittadini sono riusciti ad accogliere tante persone in fuga dalla guerra, con generosità e apertura di cuore, che può essere estesa ad altri, alla presa in carico di problematiche del territorio favorendo l’integrazione delle persone. All’inizio del conflitto in Ucraina sono arrivati, all’improvviso e in maniera disorganizzata, centinaia di donne e bambini traumatizzati, in fuga dai bombardamenti e dalla guerra. La prima necessità era aprirsi all’ascolto, per questo abbiamo dedicato un numero all’emergenza ucraina sia per chi aveva qualsiasi bisogno, sia per chi voleva aiutare; a questo numero si sono alternati 24 su 24 alcuni volontari, elaborando un “data base” delle richieste di aiuto e delle offerte di aiuto per far incontrare la generosità di tanti ternani con i bisogni degli ucraini. L’appello ha generato un’accoglienza generosa, diffusa e gratuita che ha permesso di accogliere così nella prima fase di emergenza circa 70 persone, quasi tutte donne con bambini. Per le esigenze di tutti i profughi ucraini sono stati messi a disposizione gli accessi all’ Emporio della Solidarietà, cercando di dare quanto più potevamo, questo ci ha portato a finire le risorse economiche a metà novembre. Abbiamo sostenuto 350 famiglie (circa 800 persone). La ricchezza vera della nostra Caritas diocesana sono le centinaia di volontari che anche in quest’anno hanno continuato a spendersi: tempo, denaro, energie, salute per i più bisognosi. Il volontario Caritas è colui che non può rimanere indifferente ma che si sente interpellato dal dolore e dal bisogno dell’altro, che riconosce come proprio fratello».

I DATI DELLE ATTIVITA’ 2022
Mensa San Valentino: sono stati 30.000 i pasti consumati alla mensa e consegnati con l’asporto. In occasione delle feste natalizie sono stati distribuiti 30 cesti natalizi, 20 confezioni per l’igiene, 50 confezioni di dolciumi. Alla mensa sono stati accolte 4 persone in attività riparatorie e misura alternativa. Inoltre dal mese di ottobre sono stati ospitati alcuni studenti dell’Ipsia e dell’Istituto Casagrande Cesi con un accordo di collaborazione culturale e didattico educativo.
La mensa è aperta tutti i giorni, compresa la domenica e il pasto in presenza oggi viene servito il pomeriggio dalle 16:30 alle 17:30; la mattina è aperta alle 8:30 per la colazione anche da asporto, alle 12 si può ritirare un sacchetto viveri con un pasto completo.
L’aspetto più rilevante è che la mensa, in questi anni per molti è divenuta una famiglia, proprio perché non è solo un luogo dove consumare un pasto, ma dove famigliarizzare: ci si siede vicino, si dà un sorriso e si dialoga. Attualmente le persone che ogni sera usufruiscono della mensa sono 50.

L’Emporio della Solidarietà:
Nel 2022 sono stati distribuiti 38.134 pezzi di prodotti alimentari (circa 14mila in più rispetto al 2021, pari a +35%) presso l’emporio della Solidarietà in Via Vollusiano,18 a Terni e in quello di Amelia, gestito dalla parrocchia San Francesco. In gran parte sono state aiutate le 350 famiglie di profughi ucraini giunte nel nostro territorio ospiti dei familiari che vivono in Italia e poi attraverso la rete di accoglienza messa in atto nel corso dei mesi successivi.
Sono stati 537 ucraini (donne e minori) che si sono rivolti allo Sportello Ucraina, gestito dall’associazione di volontariato San Martino per conto del Comune di Terni.
I beni sono stati reperiti con i contributi della Fondazione Carit, della Caritas Italiana, del Comune di Terni fondo di solidarietà, dell’8 per mille della diocesi di Terni-Narni-Amelia.
È aumentata la qualità dei prodotti con il fresco, olio d’oliva, affettati e formaggi che prima non venivano distribuiti dando prevalenza a cibi a lunga conservazione.
Le persone per accedere devono essere segnalate dal Parroco o presbitero e/o coordinatore parrocchiale o Associazione che in parrocchia gestisce la carità. I nuclei o i singoli segnalati sono chiamati dagli operatori dell’Emporio, possono accedere uno alla volta e solo su appuntamento.
Sono stati distribuiti 21.500 capi di vestiario presso l’emporio della Solidarietà a Terni
50 persone hanno usufruito del Servizio doccia aperto al centro Caritas di via Vollusiano a Terni

La Caritas diocesana a supporto dei bisogni del territorio ha avviato nel 2022, che sarà proseguito nel 2023, il progetto APRI di Caritas Italiana che subordina l’aiuto economico alla presenza di un “tutor” che aiuti l’integrazione del soggetto, e anche il contributo economico deve andare nella direzione dell’integrazione e della crescita del potenziale della persona (e non solo per bollette o alimenti), perchè le persone che vengono aiutate economicamente con spese o bollette se non sono anche “prese in carico”, cioè seguite personalmente e inserite nella comunità, molto difficilmente usciranno dalla loro situazione di necessità. Se invece la comunità si mette accanto a queste situazioni di bisogno, le coinvolge dentro un’amicizia e nella comunità, nel tempo si va oltre l’aiuto meccanico e materiale e si vanno a toccare le radici profonde del disagio, che emergono da una conoscenza approfondita. Questo permette che si più facile uscire dalla situazione di disagio o comunque permette che avvenga un miglioramento. Così l’aiuto materiale, necessario, è inserito dentro un progetto di crescita e non lasciato al rischio dell’assistenzialismo. Questo significa “educare” le comunità non solo all’aiuto ma anche all’accoglienza, inserimento e integrazione, cioè instaurare una relazione con i bisognosi non solo nel momento della necessità ma coinvolgendoli in tutti i momenti della comunità.

Inoltre è attivo il progetto “Animatore di Comunità” nato dall’ascolto che la diocesi col Vescovo in prima fila, ha operato durante il periodo di San Valentino, che ha portato, tra le altre iniziative, ad inserire nella parrocchia di S. Maria del Carmelo – Piazza della Pace degli “educatori di strada” per mettersi accanto a chi vive situazioni di difficoltà economico, educativo e sociale, stimolando la comunità tutta ad aprirsi ai tanti doni (e non solo problemi) presenti su quel territorio. Si tratta di un intervento “rigenerativo di comunità”, che vuole aiutare una comunità in frontiera a ristrutturarsi in maniera missionaria e solidale.

I servizi della Caritas – associazione San Martino nel 2022
«Tutte le opere di carità – ha detto il presidente dell’associazione San Martino Francesco Venturini – sono segni-semi coltivati in questi anni che faremo in modo che diventino alberi che portano sempre più frutti. Ne semineremo di nuovi che aiuteranno le persone in difficoltà, gli invisibili, le vittime di violenza e tutti quelli che vorranno crescere con la nostra Chiesa diocesana».
I servizi offerti sono stati molteplici:
Mensa San Valentino, Emporio della Solidarietà a Terni e in quello di Amelia, gestito dalla Parrocchia San Francesco.
Centro di Ascolto nel carcere di Terni dove sono stati effettuati 40 nuovi colloqui, con la consegna a 200 detenuti 2.562 beni di prima necessità
Sono stati accolti 304 immigrati, di cui 219 richiedenti asilo
Sono seguite 56 persone vittime di tratta, in accoglienza 6 donne per sfruttamento sessuale e 4 uomini per sfruttamento lavorativo, nell’ambito del progetto Free Life: Fuori dal Rischio Emarginazione ed Esclusione.
Sono 145 le donne maltrattate prese in carico dal Centro Anti Violenza “Libere Tutte” affidato in gestione alla San Martino dal 1 gennaio 2022. Di queste 145 donne, 8 sono in accoglienze residenziali con i loro 9 figli minori; inoltre 4 donne singole e altre 8 donne con 8 minori in pronta emergenza.
Sono state 80 le persone che hanno usufruito del contributo 8×1000 della carità (gestito direttamente dalla Caritas) con 128 interventi consistiti in: 75 contributi per il pagamento delle utenze, 12 contributi per il pagamento degli affitti, 40 contributi per interventi vari.
A Casa Parrabbi sono stati accolti 32 uominidi cui 6 italiani e 26 stranieri
Sono state 13 persone accolte nel progetto Emergenza Freddo gestito per conto del Comune di Terni.
Sono stati 44 Immigrati che si sono rivolti allo Sportello immigrati che è gestito per conto del Comune di Terni.
6 tirocini formativi attivati con il Progetto Formati e Avviati al lavoro a fronte di 34 richieste ricevute
86  persone selezionate di cui 17 persone hanno già ottenuto un BUL nell’ambito dell’ avviso “RE-WORK– Buono Umbro per il Lavoro e accesso alla Rete dei servizi per l’inserimento lavorativo in Umbria” e i primi risultati sono: 8 Contratti a tempo indeterminato, 1 contratto di apprendistato, 3 contratti a tempo determinato, 1 contratto Co.Co., 3 Lavoro intermittente 1 tirocinio.

Perugia – Festa diocesana della Santa Famiglia di Nazareth nella chiesa parrocchiale di San Sisto. Presiederà la celebrazione eucaristica il vescovo eletto di Civita Castellana mons. Marco Salvi

«Celebrare la festa della Santa Famiglia di Nazareth subito dopo il Natale sottolinea l’importanza e il valore fondante della famiglia come cellula della società: famiglia come appartenenza ad una storia e famiglia come tessuto di relazioni e legami d’amore che aiutano la persona a crescere e formarsi». A evidenziarlo sono i coniugi Roberta e Luca Convito, direttori dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare di Perugia-Città della Pieve nell’invitare le famiglie, venerdì 30 dicembre, alle ore 18, presso la chiesa parrocchiale di San Sisto dove si svolgerà la Festa diocesana della Santa Famiglia di Nazareth. La scelta del luogo di culto non è casuale, questa chiesa è dedicata alla Santa Famiglia di Nazareth.

Famiglia, importante nella Chiesa e nella società. A presiedere la celebrazione eucaristica sarà il vescovo mons. Marco Salvi che, da amministratore diocesano di Perugia-Città della Pieve, intervenne lo scorso giugno all’Incontro delle famiglie in occasione della loro X Giornata mondiale, esortandole a prendere «sempre più coscienza dell’importanza che la famiglia ha nella Chiesa e nella società… Oggi il luogo della ripresa, anche per questa società, è la famiglia. L’annuncio del Vangelo passa innanzitutto attraverso le nostre famiglie per poi raggiungere tutti gli ambiti della vita quotidiana».

Il caloroso saluto delle famiglie. Mons. Salvi, il prossimo 8 gennaio, lascerà la comunità diocesana perugino-pievese (è stato vescovo ausiliare dal 5 maggio 2019) per prendere possesso della sua nuova Diocesi di Civita Castellana. Saluterà i fedeli il pomeriggio della vigilia dell’Epifania del Signore, giovedì 5 gennaio, alle ore 18, nella cattedrale di San Lorenzo. Intanto, il 30 dicembre, il presule riceverà il caloroso saluto delle famiglie che affiderà alla Santa Famiglia di Nazareth benedicendo genitori e figli. La celebrazione eucaristica sarà preceduta da un piccolo presepe vivente, che, accompagnato dagli zampognari, «inviterà i fedeli ad entrare in chiesa e a prepararsi per la Santa Messa», spiegano i coniugi Convito nell’annunciare il programma della festa e nel commentare il messaggio di Papa Francesco dello scorso anno, sempre molto attuale.

La famiglia richiama la comunione. «Vivere la celebrazione in comunione con gli altri – commentano Roberta e Luca Convito –, ci ricorda che a essere famiglia si impara ogni giorno, grazie anche alla testimonianza delle famiglie che ci vivono accanto o che ci precedono. A perdonare, a donarsi, a gioire e consolarsi si impara in famiglia e non c’è scuola più grande di quella di Maria e Giuseppe che attraverso la cura e la custodia sono segno della Tenerezza di Dio per Gesù».

Comunione, crescita, cura e custodia sono le caratteristiche che emergono dal ritratto della famiglia, ma quale messaggio si vuole dare a coloro che parteciperanno alla festa della Santa Famiglia di Nazareth? Lo abbiamo chiesto ai coniugi Convito, che hanno risposto: «In questi tempi post pandemici, in cui molte famiglie portano avanti con fatica la loro quotidianità e lo spettro della guerra appesantisce i nostri cuori, il messaggio che vorremmo arrivasse anche ai più lontani è sicuramente un messaggio di speranza: il Dio Bambino vuole abitare la nostra quotidianità, per sostenerci ed essere luce per il nostro cammino. Contemplando la bellezza di questo mistero vi invitiamo a partecipare!».

La festa si concluderà con un conviviale con brindisi finale, come nelle migliori tradizioni familiari.

Assisi – È tornato alla casa del Padre don Giovanni Raia

È tornato alla casa del Padre, nella tarda mattinata del 24 dicembre il sacerdote diocesano don Giovanni Raia, da tempo gravemente malato e ricoverato in ospedale ad Ancora dove è morto. Don Giovanni era nato il 7 gennaio del 1960 a Somma Vesuviana (Nola). Ha fatto la professione solenne prima nell’Ordine dei frati minori conventuali e poi il 14 giugno del 1986 è stato ordinato presbitero. Aveva conseguito la licenza in teologia morale all’Alfonsianum e nel 1987 è stato nominato segretario dell’Istituto teologico di Assisi per poi divenire docente di liturgia e sacramentaria dello stesso Ita e anche dell’Isrra. È stato parroco della parrocchia di Santa Margherita in Assisi e nel marzo del 1993 parroco della parrocchia di San Francesco d’Assisi in Rivotorto. Dal 24 giugno del 2001 è stato vicario parrocchiale della parrocchia Santi Matteo Apostolo e Giovanni Battista in Cannara. Tra i vari incarichi che ha ricoperto c’è anche quello come presidente del segretariato CISM. Il 22 luglio 2004 viene nominato direttore dell’Ufficio catechistico diocesano. Nel 2005 collaboratore delle due parrocchie di Santi Matteo Apostolo e Giovanni Battista in Cannara e San Girolamo in Castelnuovo. Il 29 novembre 2008 viene incardinato nel clero diocesano della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Il 2 febbraio 2011 è stato nominato Canonico del Capitolo della Cattedrale di San Rufino. Nel 2013 segue la preparazione della prima visita del Santo Padre in Assisi in qualità di responsabile dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi. Il 21 marzo 2017 viene nominato membro del Consiglio di amministrazione dell’Opera Casa Papa Giovanni di cui, oltre ad essere assistente spirituale, ha seguito in particolare l’attività della libreria Fonteviva e del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944. Il 20 agosto 2017 viene nominato canonico penitenziere del Capitolo della Cattedrale di San Rufino. Ha seguito poi, come direttore, i corsi di teologia della scuola teologica interregionale di Foligno, la scuola della parola e negli ultimi anni ha organizzato i pellegrinaggi in Terra Santa coinvolgendo tanti fedeli in questi viaggi di fede nei luoghi della vita, passione e morte di Gesù. Il vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, unitamente il Consiglio episcopale, quello presbiterale, i diaconi e tutti i collaboratori di Curia sono “vicini ai familiari, in particolare alla sorella Antonietta che in questi mesi di malattia non l’ha mai lasciato solo”, assicurano vicinanza e preghiere per loro e caro don Giovanni”.

Perugia: Un presepe vivente allestito in città, nella parrocchia di San Barnaba, vissuto come “esperimento sociale” per creare maggiore aggregazione ed incontrare i “lontani”

«Dopo la pandemia, che ci ha fatto rinviare questo progetto, la nostra comunità parrocchiale di San Barnaba, ma non solo, potrà vivere quest’anno il presepe vivente come “esperimento sociale”». Ad annunciarlo è don Alessandro Scarda, parroco di San Barnaba, la parrocchia di Perugia città che si snoda lungo via Cortonese, tra la stazione Fs di Fontivegge e lo Stadio “Curi” di Pian di Massiano, un quartiere per diversi aspetti “sensibile” dal punto di vista sociale. A poche centinaia di metri dalla chiesa parrocchiale si trova il “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza” della Caritas diocesana, con l’Emporio della solidarietà “Tabgha” e la Mensa “Don Gualtiero”.

Il presepe vivente, che sarà allestito nell’area del complesso parrocchiale, visitabile lunedì 26 dicembre e venerdì 6 gennaio, dalle ore 17.30 alle 20.30, è un “esperimento sociale”, perché, spiega il parroco, «non essendo la nostra una comunità di paese, più raccolta, ma di città, più dispersiva, possa essere occasione di maggiore aggregazione e vitalità oltre le celebrazioni liturgiche, le attività pastorali e il catechismo per piccoli e adulti».

«La spinta a progettare il presepe vivente – prosegue don Alessandro Scarda – ci viene dall’essere comunque una comunità parrocchiale in cui la tradizione del presepe è molto sentita. Tant’è vero che per Natale vengono allestiti da molti anni quattro presepi statici all’interno del nostro complesso. Mentre il presepe vivente con diversi figuranti ed anche qualche pecorella, ma non voglio aggiungere altro perché avrà delle sorprese, si svilupperà lungo un percorso esterno con diverse scene di vita della nascita di Gesù che è venuto al mondo povero tra i più poveri della terra per la salvezza di tutti. Questo messaggio lo vogliamo affidare a quanti si sono prodigati, soprattutto ragazzi e ragazze, che ringraziamo di cuore, affinché il presepe vivente-esperimento sociale raggiunga il suo intento: essere come comunità parrocchiale testimoni della luce di Cristo per quanti vivono nel nostro quartiere lontani da noi e, a volte, sempre più presi dal “mondo”».

Perugia: Ritorna a Casaglia, dopo la pandemia, «La magia del presepe vivente». In allestimento nel “giardino di comunità” della parrocchia dopo l’inaugurazione dell’“Orto degli Ulivi”

Dopo l’inaugurazione dell’“Orto degli Ulivi” dello scorso fine settimana, presso la parrocchia di Casaglia, alle porte di Perugia, il suo “giardino di comunità” si appresta ad ospitare la IV edizione dell’evento «La magia del presepe vivente». Così lo definisce il parroco don Nicola Allevi nel ringraziare quanti si stanno prodigando all’allestimento del presepe con scene recitate, che vedrà impegnato anche un gruppo di parrocchiali nell’allestimento del presepe statico visitabile dalla Notte di Natale (24 dicembre). Il presepe vivente, invece, potrà essere ammirato attraverso un percorso guidato a gruppi, ogni 30 minuti, nei pomeriggi del 26 dicembre e del 6 gennaio, dalle ore 17 alle 20. Per informazioni sulle visite, contattare il numero telefonico: 391.4639950.

«La parrocchia, che patrocina l’evento, per valorizzarlo – spiega don Allevi – si è rivolta alla compagnia perugina del “Teatro dell’Arco” che curerà la regia, così da arricchire di contenuti artistici quelli spirituali. La scenografia, attraverso mestieri e botteghe, rievocherà i luoghi di Betlemme, e una cinquantina di persone, tra attori, figuranti e tecnici, guideranno i visitatori lungo un percorso che prevede, oltre quelle statiche, anche sei scene recitate che ripercorrono la storia della nascita di Gesù: l’Annunciazione e il sogno di Giuseppe, il censimento a Betlemme, l’arrivo della stella cometa, la corte di re Erode con l’arrivo dei Re magi, l’annuncio ai pastori, la Natività». Il tutto, per il coordinamento artistico di Gian Luca Bartoccioli, accompagnato da una voce narrante e dalla colonna sonora. L’iniziativa riprende dopo lo stop dovuto alla pandemia e vede il coinvolgimento a vario titolo delle associazioni attive nel territorio. Un’iniziativa che persegue la finalità del “giardino di comunità” con il suo “Orto degli Ulivi”, quella di contribuire alla vitalità di Casaglia nel promuovere attività pastorali e di socializzazione, oltre a salvaguardare l’ambiente e ad avere cura del verde urbano.

#LightUpUkraine, frati e città di Assisi aderiscono ad iniziativa Zelensky

I frati del Sacro Convento e della Basilica di Santa Maria degli Angeli e la città di Assisi partecipano all’iniziativa #LightUpUkraine lanciata dal presidente ucraino Zelensky di spegnere i monumenti oggi dalle 19 alle 20 (dalle 20 alle 21 ora di Kiev) in solidarietà al popolo ucraino, colpito dai continui blackout energetici per i bombardamenti delle infrastrutture civili.

Saranno spenti i videomapping delle due Basiliche papali e di Piazza del Comune, le luci sulla Rocca Maggiore e sul presepe di piazza della Porziuncola e l’illuminazione del Sacro Convento e del suo albero natalizio. Questa adesione nasce nel contesto dell’invito di papa Francesco – durante l’udienza generale del 14 dicembre scorso – a un Natale sobrio e di solidarietà: “Facciamo un Natale più umile, con regali più umili. Inviamo quello che risparmiamo al popolo ucraino, che ha bisogno, soffre tanto”.

«Nessuno di noi ha gli strumenti per ‘spegnere’ questa e le altre guerre crudeli del mondo. Anche la preghiera, non è che un mezzo ‘povero’, perché con essa supplichiamo il Signore di toccare le menti e i cuori dei responsabili dei conflitti e di evitare che in noi prenda spazio lo spirito della guerra e dell’indifferenza. Ogni gesto di solidarietà – ha dichiarato il direttore dell’Ufficio Comunicazione del Sacro Convento di Assisi, fra Giulio Cesareo, OFMConv – è così un’azione simbolica con cui ricordiamo a noi stessi e ai fratelli ucraini e a tutti quelli che sono colpiti dalla guerra, che non li dimentichiamo, che il nostro Natale non è completo, non è vera festa, finchè loro non saranno nella pace. L’unica possibilità che abbiamo per alleviare il loro dolore è continuare a operare insieme per sostenerli, per recare loro aiuti e continuare a credere che non è mai troppo tardi per la pace e la fraternità. È così un momento molto bello che diverse realtà civili e religiose di Assisi siano unite per testimoniare la vicinanza della fede e dell’amicizia al popolo ucraino così gravemente provato».

Spoleto – Messa di Natale al centro Centro di Solidarietà “Don Guerrino Rota”.

Sabato 17 dicembre 2022 nella parrocchia del Sacro Cuore in Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa in preparazione al Natale con quanti abitano – presidente, direttori, dipendenti, ragazzi ospiti, volontari, benefattori – le case del Centro di Solidarietà “Don Guerrino Rota”. Con il Presule hanno concelebrato mons. Eugenio Bartoli e don Edoardo Rossi. Al termine della Messa c’è stata la consegna degli attestati di fine percorso a quindici ragazzi che hanno concluso il percorso terapeutico di uscita dalle dipendenze. Ad oggi il Centro accoglie 120 ragazzi in cinque strutture; 50, invece, sono le persone che lavorano nell’opera fondata dal compianto don Guerrino Rota. Novità importante per il Centro è la sua trasformazione da Associazione a Fondazione Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota: è stata istituita il 23 novembre 2021 ed iscritta nel registro unico del terzo settore il 22 aprile 2022. Ciò si è reso indispensabile in quanto la riforma del terzo settore non prevede più il regime delle Onlus – quale era prima il Centro – fra i soggetti agevolati. I membri del Consiglio di amministrazione sono nominati dall’arcivescovo pro-tempore di Spoleto-Norcia. Ricevute tutte le autorizzazione necessarie seguite alla costituzione della Fondazione, mons. Renato Boccardo ha nominato membri del cda: mons. Eugenio Bartoli con la carica di presidente; don Edoardo Rossi e il dott. Gino Brunozzi quali consiglieri; la dott.ssa Maria Antonella Proietti revisore dei conti.

All’inizio della celebrazione don Eugenio si è così rivolto al Vescovo e ai presenti: «Grazie Eccellenza per presiedere e condividere ancora una volta l’Eucaristia con il Centro di Solidarietà, oggi Fondazione Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota. Saluto e ringrazio tutti gli amici che nel tempo hanno dato il loro contributo morale, di amicizia, di partecipazione e anche in forme più concrete e fattive alla vita del Centro. Quasi cinquanta anni sono tanti, per cui di persone, di amici, di volontari e di benefattori ne ho conosciuti davvero molti: a coloro che non ci sono più, una preghiera di suffragio; agli altri, auguri di lunga vita. Tutti hanno contribuito a far sì che il Centro arrivasse ai nostri giorni, proiettato verso quel futuro che la Divina Provvidenza ci riserverà, certamente foriero di soddisfazioni come quella della consegna degli attestati di fine percorso ad un gruppo di persone che, con l’aiuto degli operatori, portano a compimento un percorso esigente, di sacrificio, ma anche di gratificazione. Un pensiero doveroso a don Guerrino Rota che ci ha lasciato troppo presto (nel 1989, ndr): ma da lassù siamo certi gioisce per la crescite del Centro. Un grazie all’assessore regionale Paola Agabiti per la costante vicinanza. Grazie a tutte le persone che lavorano con noi nella segreteria, nell’amministrazione e nelle strutture. Grazie ai direttori e agli operatori che svolgono con professionalità la loro missione educativa. Ed io so – ha detto don Eugenio – quanto è difficile e impegnativa questa missione, ma vale la pensa ridare fiducia e speranza, dignità e voglia di vivere a chi invece vorrebbe restare nella pozza del proprio fallimento. Il mistero dell’uomo, la sua fragilità e la sua grandezza, i suoi limiti e le sue potenzialità, il suo eterno interrogarsi, il suo bisogno di senso ci interpellano e ci mobilitano. L’ascolto, il rispetto, l’empatia, l’onestà nei rapporti, l’amore responsabile, il prendersi cura, la condivisione e il coinvolgimento in un cammino comune – ha concluso il presidente della Fondazione Centro di Solidarietà Don Guerrino Rota – sono alla base del nostro operare insieme nel segno della speranza».

Terni – Nella chiesa di San Pietro la “Luce della pace da Betlemme”.

Una luce per diffondere la pace, è il segno che i giovani della parrocchia di San Pietro a Terni lanciano in questo Natale 2022 con l’iniziativa della “Luce della pace da Betlemme”, una lampada da cui attingere la luce e diffonderla in tutte le famiglie, quale gesto e simbolo di pace. La lampada, che è stata accesa nella grotta di Betlemme, è giunta il 17 dicembre nella chiesa di San Pietro, dove rimarrà fino al 6 gennaio 2023.
I ragazzi della parrocchia distribuiranno i piccoli lumini accesi dalla fiamma della lampada di Betlemme al termine delle celebrazioni del 18 dicembre e del 6 gennaio alle ore 9 e 11; martedì 20 dicembre, dopo il concerto di Natale dell’ I.T.T. (inizio ore 18); mercoledì 28 dicembre, dopo il concerto del Coro Musica Antiqua (inizio 19.15); venerdì 23 dicembre, alle ore 21 nella veglia di preghiera animata dai Giovani della parrocchia. In tutti gli altri giorni, al termine della messa delle ore 18, sarà possibile attingere individualmente alla lampada e portare ad altri la luce segno di pace e condivisione.

La Luce della Pace da Betlemme è un’iniziativa iniziata nel 1986, inserita nel contesto di una attività di beneficenza austriaca a favore di bambini invalidi, degli emarginati sociali e di tanti bisognosi. Nasce pertanto come segno di ringraziamento per le tante offerte spontanee ricevute. Da allora, poco prima di Natale un bambino austriaco ogni anno accende nella Grotta una lampada, che viene poi portata a Linz con un aereo della linea Austriaca e da lì è distribuita in tutto il mondo. Dalla fiammella accesa dalla lampada ad olio che arde perennemente da molti secoli sul luogo della nascita di Gesù, alimentata dall’olio donato a turno da tutte le nazioni cristiane della Terra, vengono accese altre e diffuse in tutto il pianeta, simbolo di fratellanza fra i popoli. Il gruppo “Giovani della parrocchia di San Pietro” ha voluto prendere parte a questa iniziativa per essere parte della diffusione di quella Luce. La luce però non può essere “…tenuta sotto il moggio o sotto il letto…” deve essere messa sul candeliere… Tutto deve essere messo in luce; per questo i ragazzi vogliono diffondere il più possibile questo simbolo, partendo dalla loro città e portarla nei luoghi dove sembra che la speranza non abbia più dimora… Vogliono vivere il natale in modo alternativo sotto l’unica Luce reale di speranza e di Pace. E se gli si obietta che è un simbolo prettamente cristiano ribattono con forza che nella luce si riconoscono i principi improntati sul confronto e dialogo con tutti, sull’impegno a prevenire tutte le forme di odio, di sopruso e di egoismo che minacciano la pace e la sicurezza del pianeta.

Perugia – il “giardino di comunità” con l’“Orto degli Ulivi” per attività pastorali e di socializzazione nella parrocchia di Santa Maria Assunta in Casaglia

La parrocchia di Santa Maria Assunta in Casaglia, alle porte di Perugia, si appresta a dotarsi di un “giardino di comunità” per attività pastorali e di socializzazione la cui manutenzione verrà curata dai parrocchiani e dai volontari delle associazioni del territorio. Ad annunciarlo è il parroco don Nicola Allevi nell’invitare l’intera comunità perugina alla inaugurazione dell’“Orto degli Ulivi”, domenica 18 dicembre, alle ore 16. L’inaugurazione sarà preceduta dal concerto di Natale “Se parlo le lingue degli Angeli” della Corale di Monteluce di Perugia, con la partecipazione del coro “Le Voci del Chiascio” di Valfabbrica, in ricordo dell’amico di questa comunità parrocchiale, Stefano Pannacci strappato alla vita, insieme al figlio Claudio, lo scorso agosto, in un tragico incidente.

«Il progetto dell’“Orto degli Ulivi” – spiega il parroco don Allevi – è a completamento dei lavori eseguiti nel complesso parrocchiale di Casaglia annesso, insieme al giardino, alla chiesa di Santa Maria Assunta. L’area verde è costituita da un bellissimo uliveto posto alla sommità della collina di Casaglia e costituisce un tutt’uno con la struttura della chiesa costruita in ampliamento negli anni ’80 del secolo scorso».

«Quest’area – precisa il sacerdote – era in stato di abbandono anche a seguito dell’inagibilità della canonica da cui vi si accedeva. Nell’ultimo anno sono stati eseguiti i lavori di rifacimento del tetto della chiesa ed è stato realizzato un nuovo percorso di ingresso al giardino. A seguire si è proseguito con la bonifica dell’area prevedendo anche l’installazione di un impianto di illuminazione».

L’“Orto degli Ulivi” che si inaugurerà domenica 18 dicembre, è stato realizzato con il sostegno della Fondazione Perugia, «un’opere significativa – commenta don Nicola Allevi – con cui la nostra Chiesa particolare contribuisce alla salvaguardia ambientale e alla promozione-manutenzione del verde urbano e il nostro “giardino di comunità” è un esempio da imitare nella verde Umbria».

Intanto, nella suggestiva cornice dell’“Orto degli Ulivi”, i parrocchiani sono impegnati nell’allestimento del presepe vivente con scene recitate, visitabile dalla Notte di Natale, con percorso guidato a gruppi, ogni 30 minuti, nei pomeriggi del 26 dicembre e del 6 gennaio, dalle ore 17 alle 20. E’ il primo evento spirituale ed aggregativo ad essere ospitato nel “giardino di comunità”, un luogo che contribuirà non poco alla vitalità dei 1.400 abitanti di Casaglia.