Il ritiro spirituale per la “Missione Giovani”. Svoltosi ad Assisi, dal 27 al 29 settembre, al Seminario Regionale, con 90 ragazzi e ragazze in un clima di gioia e fraternità

A venti giorni dall’inizio della “Missione Giovani”, ad Assisi, presso il Seminario regionale, si è tenuto, dal 27 al 29 settembre, il ritiro spirituale di formazione-preparazione per quanti, 90 tra ragazzi e ragazze, tra cui una coppia di sposi, insieme a sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi, annunceranno il Vangelo ai coetanei nei luoghi frequentati da loro a Perugia, dal 18 al 27 ottobre.
La “Missione” sarà preceduta, il 4 ottobre (ore 21), dalle Veglie di preghiera nelle sette Zone pastorali della Diocesi, presso le seguenti chiese: Regina della Pace della parrocchia di Santa Lucia a Perugia (I Zona); Cappella dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia (II Zona); San Francesco a Deruta (III Zona); Santa Maria a Montelaguardia (IV Zona); San Biagio della Valle (V Zona); San Giovanni Battista a Magione (VI Zona); Concattedrale di Città della Pieve (VII Zona).
Le tre giornate di ritiro sono state vissute con tanta gioia e partecipazione, ma anche con un po’ di timore per come “gestire” gli incontri soprattutto con i giovani distanti dalla fede e dalla Chiesa. Timore che è stato affrontato nelle catechesi e nelle testimonianze caratterizzanti il ritiro con momenti di preghiera, adorazione eucaristica, celebrazioni, lavori di gruppo, dialoghi e scambi di esperienze non solo in Seminario, ma anche fuori e per le vie di Assisi, colazioni, pranzi e cene in comunione.
In una società sempre più secolarizzata, mettersi in missione come giovani nell’annunciare la Parola e la Testimonianza di Dio non è facile, ma nemmeno impossibile perché tante sono le
persone alla ricerca di un senso della propria vita. Non è così raro incontrare, dialogare, sostenere persone anche prossime alla conversione o alla chiamata-vocazione non solo al sacerdozio e alla vita consacrata, ma anche al matrimonio dopo anni di convivenza.
I giovani sono chiamati ad essere protagonisti di questa nuova evangelizzazione, anche attraverso la loro “Missione” che la Diocesi propone a tredici anni dalla precedente tenutasi, a Perugia, nel 2011, vissuta come una «invasione-esplosione di gioia nella Chiesa chiamata ad essere più di prossimità e di vicinanza». Anche se dopo più di un decennio i tempi sono cambiati, l’entusiasmo dei giovani di oggi fa ben sperare nei frutti di questa nuova missione.
Tanti i pensieri che hanno attraversato il cuore e la mente dei giovani durante il ritiro, che trovano la sintesi in questa testimonianza: «Voglio vivere l’esperienza della missione, perché penso che il Vangelo è bello condividerlo con gli altri e la gioia si moltiplica nel viverla con i coetanei e questo dovrebbe toccare un po’ tutti noi giovani. Sono pronto alla missione anche se all’inizio ero un po’ titubante, ma vivere questo ritiro mi ha aiutato a superare la mia timidezza, le mie paure…».

Riccardo Liguori

Otricoli – ingresso del parroco don Daniele Martelli

Festa nella parrocchia di Santa Maria Assunta ad Otricoli per l’ingresso del nuovo parroco don Daniele Martelli, 34 anni al suo primo incarico da parroco, accolto dalla comunità riunita per la solenne celebrazione presieduta dal vescovo Francesco Soddu. Il sacerdote più giovane della diocesi è stato scelto dal vescovo Soddu per guidare la comunità di Otricoli, luogo ricco di storia, di chiese e oratori, di fede e tradizioni religiose che sono vissute con grande devozione da parte della popolazione. La celebrazione nella colleggiata di Santa Maria Assunta, domenica 29 settembre, è stata concelebrata da don Paolo Carloni, parroco dell’Immacolata Concenzione alla Polymer e da alcuni sacerdoti della vicaria di Narni. Presenti il sindaco di Otricoli Antonio Liberati, il vicesindaco Donatella Leonelli, i rappresentanti delle sette confraternite di Otricoli maschili e femminili, delle associazioni, i fedeli e scout della parrocchia Immacolata Concenzione di Terni, dove don Daniele è stato viceparroco per due anni. La liturgia è stata animata dalle corali La Tuna dell’Assunta e Marzio Erculei.
All’inizio della liturgia è stato presentato il nuovo parroco, dando lettura del decreto episcopale. La liturgia è proseguita con l’invocazione allo Spirito Santo, l’aspersione dei fedeli da parte del parroco, la liturgia della Parola e la professione di fede del nuovo parroco.
“Oggi viviamo un momento di grande gioia – ha detto il vescovo – per questo giovane sacerdote che accompagnerà la vostra comunità nella via evangelica. E le letture di oggi ci ricordano come Gesù rivela la sua onnipetenza nella misericordia e il perdono. Questo è ciò che dovrebbe fare ogni persona e, in particolare il parroco: manifestare la misercordia di Dio. E’ ciò a cui ci stiamo preparando in questo cammino sinodale che immette nel grande Giubileo e sta a significare che Dio è misericordioso e ci perdona, e che il perdono dobbiamo scambiarcelo l’uno con l’altro. Abbiate sapienza, non sprecate i doni che Dio vi ha dato e vivete in pace, la pace che si manifesta nella potenza dello Spirito di Dio. Chiediamo al Signore di essere sempre disponibili all’accoglienza del dono dello Spirito e di coltivare tutti semi di bene e di pace che il Signore ci dà. Questo lo chiediamo per don Daniele che inizia il suo ministero di parroco, perchè il Signore lo illunini con il suo spirito affinchè sia sempre segno di comunione in questa chiesa e nella diocesi”.
Il vescovo ha anche ricordato don Roberto Bizzarri, originario di Otricoli, cancelliere vescovile morto il 5 settembre scorso.
Al termine il sindaco Liberati ha ricolto parole di benvenuto a don Daniele nella nuova parrocchia, nella “nuova casa e comunità”, donando al sacerdote una piccola statua raffigurante il Giove otricolano. Sono seguiti i saluti del rappresentante del consiglio pastorale parrocchiale, del rappresentante della comunità della parrocchia della Polymer, e, infine, le parole di don Daniele, che ha ringraziato per l’accoglienza e augurato “buona strada” nello stile scout, da percorre insieme con tutta la comunità otricolana che gli è stata affidata.

Nasce la Fondazione The Economy of Francesco – L’appello del Pontefice: “Siate testimoni, non abbiate paura, sperate senza stancarvi”

“Sono contento di sapere che avete dato vita, con il Vescovo di Assisi e gli altri promotori da me incaricati, alla “Fondazione The economy of Francesco”. Dai vostri ideali è nata un’istituzione. Essa è importante perché servirà a sostenere gli ideali; e voi ne sarete non solo beneficiari, ma protagonisti, assumendo i compiti a voi assegnati con entusiasmo e senso di disponibilità”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’udienza con una nutrita delegazione della fondazione di Eof, istituita formalmente lunedì 23 settembre. All’incontro hanno partecipato i soci fondatori – il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, anche presidente della neonata fondazione, la presidente del Serafico Francesca Di Maolo e l’economista Luigino Bruni – e un gruppo di sostenitori, esperti e giovani di oltre trenta nazionalità, coinvolti nei diversi organi della Fondazione e che costituiscono l’assemblea di partecipazione, organo centrale dell’associazione, già al lavoro per determinare il piano di attività e gli obiettivi.

“Ora – uno dei passaggi del discorso del Papa – comincia per voi una nuova fase. Bisogna che questa vostra bella realtà cresca, si rafforzi, arrivi a sempre più giovani, e porti i frutti tipici del Vangelo e del bene. Grazie a voi di tutto, di tutto quello che fate e che avete fatto, che è andato oltre le aspettative. Ho voluto puntare su di voi, perché i giovani hanno tutta la vita davanti, sono un ‘cammino’ vivente, e da un cammino possono nascere cose buone, stando attenti a prevenire quelle brutte. Il mondo dell’economia ha bisogno di un cambiamento. Non lo cambierete soltanto diventando ministri, o premi Nobel o grandi economisti – tutte cose belle –; lo cambierete soprattutto amandolo, alla luce di Dio, immettendo in esso i valori e la forza del bene, con lo spirito evangelico di Francesco d’Assisi: lui era figlio di un mercante, conosceva i pregi e i difetti di quel mondo! Amate l’economia, amate concretamente i lavoratori, i poveri, privilegiando le situazioni di maggiore sofferenza. Non è il grande e il potente che cambia in meglio il mondo: è l’amore il primo e più grande fattore di cambiamento. Un economista di vita santa, il beato Giuseppe Toniolo, ha scritto a tale proposito che chi salverà davvero la società, ‘non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi, una società di santi’”.

La Fondazione, che risponde allo schema giuridico della fondazione di partecipazione, è costituita, su indirizzo e ispirazione del Santo Padre, dalla Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, dall’Associazione Internazionale per una Economia di Comunione, dall’Istituto Serafico per sordomuti e ciechi di Assisi.
Con una lettera del 5 dicembre 2023, papa Francesco ha affidato al vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, e ai membri del Comitato EoF, Luigino Bruni e Francesca Di Maolo, il compito di custodire il “processo avviato, andando a definire la nuova struttura organizzativa che farà da centro di coordinamento e di animazione di tutto ciò che Economy of Francesco sta già vivendo nelle imprese, nelle università, nel mondo”, con l’affiancamento del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale.
Era il 2019 quando papa Francesco chiamava i giovani economisti, imprenditori e change makers del mondo ad avviare un processo di cambiamento per ri-animare l’economia. Da allora, numerose sono state le iniziative che hanno contraddistinto il movimento di pensiero e prassi EoF, coinvolgendo migliaia di giovani di tutto il mondo impegnati a testimoniare e promuovere un’economia amica della terra, un’economia di pace, un’economia della vita. Centinaia le conferenze, decine di pubblicazioni, oltre 50 progetti di ricerca, 10 scuole estive in tutto il mondo, decine di startup, 12 villaggi tematici, circa 50 hub locali. Nel 2022 l’evento in presenza ad Assisi e il Patto con Papa Francesco. Alla luce degli ideali sanciti nel Patto, l’ente si muoverà su tre principali aree di intervento: studio e ricerca; impresa e innovazione; formazione e cultura.

Assisi – È tornato alla Casa del Padre Don Cesare Roberto Provenzi

È tornato alla Casa del Padre Don Cesare Roberto Provenzi, priore della Cattedrale di San Rufino di Assisi. Era nato a Martinengo, in provincia di Bergamo il 25 luglio del 1962. È stato ordinato sacerdote il 23 settembre del 1995. Nel 2004 è stato parroco della parrocchia Madonna delle Grazie e Santa Tecla in Palazzo, nel ‘98 segretario personale del vescovo monsignor Sergio Goretti e cerimoniere. È stato vicario foraneo del vicariato di Bastia Umbra dal 2002 al 2004, parroco della parrocchia di Torchiagina e San Gregorio e dall’ottobre del 2004 era parroco della Parrocchia di San Rufino. In cattedrale aveva preso anche in mano la vita del Museo diocesano e Cripta di San Rufino ridandogli grande slancio e valorizzazione. Sempre nel 2004 e fino ad oggi è stato vicario foraneo del vicariato di Assisi. Era Canonico della cattedrale di San Rufino e presidente della Fondazione San Rufino e Rinaldo dal 2003 al 2009. Dal 2018 è stato nominato dal vescovo Sorrentino vicario episcopale per l’Economia. Dal 2021, con l’unità pastorale era parroco di San Rufino, Vitale, Santa Maria di Lignano, Porziano e Costa di Trex. Era presidente della Fondazione diocesana di religione Assisi-Caritas e della Fondazione Assisi-Santuario della Spogliazione dal 2021 che si occupa della gestione del Santuario della Spogliazione. Molto amato in Assisi per la sua vicinanza ai giovani, alle iniziative cittadine in particolare al Calendimaggio.

Sarà possibile dare l’ultimo saluto a don Cesare già dal primo pomeriggio di venerdì 27 settembre nella Cappella del Santissimo Sacramento all’interno della cattedrale di San Rufino fino a lunedì mattina 30 settembre quando alle ore 10 il vescovo monsignor Domenico Sorrentino celebrerà le esequie funebri.

Venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 settembre alle ore 21 recita del santo rosario in Cattedrale in suffragio del caro don Cesare.

Il vescovo Sorrentino, unitamente al Consiglio episcopale, quello presbiterale, i diaconi, i religiosi, i parrocchiani e i collaboratori di Curia si stringono al dolore dei familiari.

Perugia – La dott.ssa Luciana Stazi è la nuova referente regionale per il Servizio Tutela Minori, nominata dalla Conferenza Episcopale Umbra

La Conferenza Episcopale Umbra ha nominato la dott.ssa Luciana Stazi referente per il Servizio Regionale Tutela Minori. Succede a Mons. Vittorio Gepponi, che ha assicurato con competenza il suo contributo negli ultimi anni.
“Ringrazio i Vescovi per la fiducia che mi è stata accordata e spero di essere all’altezza di tale compito – commenta la Dott.ssa Stazi – : la problematica è molto delicata e difficile da affrontare, ma la posta in gioco è alta, si tratta della credibilità e dell’affidabilità della Chiesa”.

In adesione alle linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, stabilite dalla CEI nel 2019, la Chiesa è tenuta ad individuare e indicare modalità e termini per affrontare il tema degli abusi e soprattutto per “farsi carico della protezione dei minori e delle persone vulnerabili”. A tale scopo “è chiamata ad aprirsi alla promozione di una cultura della prevenzione di ogni forma di abuso, di una cultura della cura e della protezione dei minori e delle persone vulnerabili, in dialogo e confronto coraggioso con università, servizi sociali, enti locali, le associazioni di volontariato”.

“Per dare concretezza a tutto questo – osserva la nuova Referente regionale – è importante tener viva l’attenzione della comunità ecclesiale sul problema della protezione dei minori e delle persone vulnerabili, farlo conoscere e parlarne con correttezza e chiarezza, affinché tutti ne siano consapevoli, e con l’adozione di buone prassi da parte di tutte le comunità religiose e delle singole Diocesi, insieme alla formazione di tutti gli operatori”.

Luciana Stazi è consulente e dottore commercialista. Dal 2017 presta come volontaria la sua professionalità alla Caritas della Diocesi di Perugia-Città della Pieve e di altri enti del Terzo Settore. Collabora, sempre come volontaria, con la Diocesi perugina.

Il 5 ottobre 2023 era stata nominata dal Vescovo Maffeis referente diocesano per la tutela dei minori; ora l’incarico a livello regionale.

Gubbio – tre nuovi diaconi al servizio della Chiesa eugubina

La Chiesa eugubina ha celebrato ieri la festa per la dedicazione della Cattedrale ai santi Mariano e Giacomo, l’uno lettore e l’altro diacono, martiri del III secolo, uccisi nella provincia romana della Numidia. Proprio in questa occasione, il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha consacrato tre nuovi diaconi che saranno a servizio della Chiesa diocesana: Luigi Crociani, Luca Grilli e Alessio Martinelli.
L’omelia del vescovo Luciano: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra?”
“In quei giorni, Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse: Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore.”

Carissimi, è dentro questa alleanza santa, a cui Dio si mantiene fedele, che anche noi suoi servi, radunati stasera in assemblea, possiamo elevare al cielo le nostre mani per rendere grazie e continuare a camminare davanti a lui con tutto il cuore. Lieti per la festa solenne della Dedicazione di questo tempio cattedrale della nostra Diocesi e grati per il dono dell’ordinazione al Diaconato di questi nostri fratelli.

La solenne preghiera del Re Salomone continua e diventa supplica accorata: “Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo.”

In questo giorno, ogni anno, la nostra comunità ricorda l’atto di consacrazione di questa casa di preghiera, di questa dimora santa che è il luogo in cui la Chiesa locale si riunisce, con il Pastore e i suoi collaboratori, convocata dalla Parola, attorno all’unica mensa dell’amore e della misericordia, in quella comunione fraterna che è dono dello Spirito di Dio. Questo meraviglioso edificio sacro, è immagine e memoria di ciò che siamo, noi popolo di Dio, consacrati dal Battesimo, per il quale: “quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo.” come ci ricorda l’apostolo Pietro.

E nella ricchezza e varietà di queste pietre scelte e preziose che tutti noi siamo, il Signore, nel tempo, affida compiti e ministeri che servono l’unità della Chiesa e la sua missione di portare il Vangelo ad ogni cuore.

Anche voi, Luigi, Luca e Alessio, da stasera entrate a servizio della nostra Comunità diocesana per donare la vostra vita, come diaconi, alla testimonianza della Pasqua di Gesù che ha dato se stesso per la salvezza del mondo. Dedicati, anche voi, come questo tempio, a rendere vicina agli uomini, vostri fratelli e sorelle, l’immensa grazia del Vangelo. Consacrati, anche voi, per dare corpo e immagine al desiderio di Dio Padre di incontrare tutti i suoi figli.

“Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!” Il Re Salomone è consapevole della pochezza delle sue intenzioni di creatura e del limite delle opere che escono dalle nostre mani. Eppure proprio alla nostra umana debolezza il Signore affida ancora oggi il messaggio della sua salvezza. Dio può ancora abitare sulla terra, e camminare con le sue creature, se ciascuno di noi accoglie la potenza del suo Spirito per contribuire alla missione alla quale tutti siamo chiamati.

Aprite dunque la porta del vostro cuore, perché la presenza di Dio si manifesti nella vostra vita. Prima con l’esempio e poi con le parole. Cercate la compagnia del Signore ogni giorno e in ogni situazione, perché chi vi incontra possa godere della sua vicinanza. Imparate a trasformare tutto in preghiera. Rendete grazie a Dio per ciò che vi è stato donato, perché dalle vostre mani i poveri possano ricevere i suoi doni. Ascoltate tutti coloro che incontrate sulla vostra strada, benedite ogni storia, accogliete chi bussa alla vostra porta, e condividete il poco che avete.

Siete stati chiamati al Diaconato dentro una storia di famiglia, benedetta dal Signore con il sacramento del Matrimonio. Anche le vostre spose e i vostri figli partecipano della grazia che ricevete e con voi sono chiamati a custodirla. Non siano per voi due vocazioni differenti, ne due consacrazioni disgiunte. Il vostro Diaconato è innestato nella vita della famiglia, ed essa ne è la prima responsabilità. Abbiamo tanto bisogno di famiglie cristiane che, nella semplicità del quotidiano, condiviso con tutti, sappiano testimoniare la gioia e la gratuità che scaturisce dalla familiarità con la Santissima Trinità.

Diventando Diaconi venite ordinati nella Chiesa e per la Chiesa. Entrate nell’ordine dei Diaconi, a servizio delle nostre Comunità, in comunione con il Vescovo. Non pensatevi mai da soli, cercate sempre il confronto e la condivisione con i confratelli. Non inventatevi missioni personali e non create attorno a voi territori esclusivi. Siate a servizio solo del vero bene della Chiesa e desiderate di essere sempre in piena unione con essa. Per questo date priorità all’ascolto condiviso della Parola, alla preghiera comunitaria, all’impegno pastorale con altri fratelli.

Anche l’esperienza del lavoro, che vivete ogni giorno, espressione delle vostre capacità e del generoso contributo originale che portate a questo mondo, sia luogo di umile testimonianza e di condivisione della gioia che avete conosciuta nell’incontro con Gesù. Da questo scaturisca per voi anche una serena, ma responsabile partecipazione alla vita sociale e alla cura del bene comune, nel dialogo franco con tutti e attento ai bisogni e alle peculiarità del nostro territorio.

“Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.” Il Salmo 94 ci ha fatto pregare con parole di giubilo e di gratitudine, invochiamo ora unanimi il dono dello Spirito riconoscenti per la grazia che stasera ci è donata. Amen.

+Luciano, vescovo di Gubbio

Cattedrale Terni – celebrazione per la festa del Preziosissimo Sangue. Mons. Soddu: “Il preziosissimo sangue di Cristo ci infonde la preziosità della nostra stessa vita e del vivere quotidiano”.

Celebrata solennemente, domenica 22 settembre nella Cattedrale di Terni, la festa del Preziossimo Sangue con la messa presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu e concelebrata dal parroco della cattedrale don Alessandro Rossini e da don Marcello Giorgi. Tanti i fedeli che hanno partecipato alla liturgia, famiglie, bambini e ragazzi del catechismo, gruppi parrocchiali. Presenti le autorità civili e militari in rappresentanza del Comune di Terni e della Regione. I canti liturgici sono stati eseguiti dalla corale polifonica del Duomo, diretta da Rita Tomassoni, accompagnata all’organo dal maestro Simone Maccaglia.
“Il sangue di Cristo è prezioso – ha detto il vescovo nell’omelia – perché è stato il prezzo del riscatto versato dal Figlio di Dio per la nostra salvezza; e poi questo sangue, la sua preziosissima presenza si perpetua nel memoriale del sacrificio Eucaristico, ossia nella Messa. La ricchezza del frutto della croce, il sangue versato non è stato buttato, non è andato perduto ma ha lavato i nostri peccati. Ed è l’unico che poteva fare questo miracolo. Il sangue di Cristo è perciò preziosissimo e tale rimane sempre per la nostra vita, come detto dallo stesso Gesù: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. Oggi la ferita dalla quale abbiamo il dono del sangue di Cristo è quella che si apre in ogni celebrazione Eucaristica e si offre per noi nei segni del pane e del vino. Accogliamo perciò questa fonte di vita vera nella nostra esistenza; nelle vicende del nostro tempo, che talvolta si trovano ad essere vuote e perciò prive di senso; oppure segnate da continui e purtroppo giornalieri attentati alla vita stessa, alla sua manipolazione, al suo sfruttamento alla sua distruzione, fino ad arrivare alle guerre, che ormai invadono gran parte della terra. Il preziosissimo sangue di Cristo ci infonde, pertanto la preziosità della nostra stessa vita e del vivere quotidiano: in famiglia, nei gruppi, negli stati, nel mondo; e ci esorta a non sprecare questa nostra vita. La preziosità del sangue di Cristo quindi richiama il nostro stesso valore, infatti questo sangue è stato versato per noi. Nella misura in cui accogliamo questo tesoro facciamo sì che il sangue di Cristo non sia stato versato invano, ma lo onoriamo mediante una sorta di celebrazione continua di vita che veda nelle nostre condotte la riproposizione del servizio totale di Cristo”.
Al termine della celebrazione il vescovo ha benedetto i fedeli con la reliquia del Preziossimo Sangue, venerata nella Cattedrale di Terni e donata alla chiesa cittadina dal cardinale Francesco Rapaccioli nel 1650.

L’OMELIA DEL VESCOVO

Foligno – riaperta simbolicamente la cattedrale di San Feliciano. Il Vescovo: “Questa è la chiesa dove tutta Foligno si ritrova”.

“La cattedrale, simbolicamente, ha il compito di essere il centro dell’unità. È il luogo in cui una chiesa particolare – in questo caso di Foligno – converge tutta. Senza l’unità del vescovo nella cattedrale si ha un arcipelago di iniziative, di persone che non fanno unità e questo non fa Chiesa. Quindi avere il simbolo della cattedrale attivo significa avere anche una chiesa, una pastorale che sono attivi. Oggi tutto questo è diventato particolarmente urgente”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Foligno e di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, sabato 21 settembre durante la conferenza stampa di presentazione dei lavori e del programma di riapertura della cattedrale di San Feliciano che si è tenuta all’interno della chiesa dedicata al Santo Patrono di Foligno. Dopo oltre otto anni dal sisma, infatti, la cattedrale verrà riaperta definitivamente al culto domenica 19 gennaio.

Presenti le autorità civili e militari e alcune rappresentanze dei vari Consigli diocesani.

Riaprire questa cattedrale ha aggiunto il vescovo è davvero “una corsa contro il tempo” poiché questi anni in cui è stata chiusa “hanno impedito ai nostri ragazzi di prendere coscienza di questo simbolo”. “Essendo trascorsi otto anni alcuni adolescenti hanno visto sempre chiusa questa grande chiesa”. In vista della festa liturgica della cattedrale, che cade il 22 settembre, dell’inizio dell’anno pastorale, ed anche del Giubileo universale e dell’ottavo centenario francescano, il vescovo ha fortemente voluto riaprire la cattedrale di Foligno.

La conferenza si è aperta con i saluti del Senatore Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma del centro Italia, in collegamento streaming, che ha definito la riapertura simbolica della cattedrale di Foligno un momento di assoluta importanza “in quanto le cattedrali sono il luogo in cui le comunità cittadine hanno il loro punto nodale”. Il commissario ha fatto il punto sulla ricostruzione soffermandosi in particolar modo sulla chiesa folignate che recentemente ha ricevuto 120.000,00 euro dalla Regione Umbria per il completamento.

Soddisfazione è stata espressa anche dal vicario generale della diocesi di Foligno, monsignor Giovanni Nizzi, e dal vicario episcopale per la pastorale, don Giovanni Zampa, che lo ha affiancato nella moderazione dell’incontro.

Monsignor Giuseppe Bertini, parroco e priore del Capitolo della Cattedrale durante il suo approfondimento storico-religioso ha definito “una storia di amore e di fede quella della città e della chiesa particolare di Foligno con la sua cattedrale edificata nel cuore della città, sul sepolcro di Feliciano, a perenne testimonianza del culto del vescovo di Foligno martire nel III secolo”.

Il nuovo anno accademico di ITA e ISRRA di Assisi. Inizio lezioni il 23 settembre, iscrizioni fino al 15 ottobre.

Fino al 15 ottobre 2024 sono aperte le immatricolazioni e iscrizioni al nuovo anno accademico 2024-25. Gli interessati possono scaricare la brochure allegata o visitare la sezione “info e costi” del sito www.ita-issra.it  dove trovare le informazioni per iscriversi, la documentazione da presentare e il form da compilare.
Gli studenti già ITA e ISSRA potranno iscriversi al nuovo anno accademico passando dalla loro Pagina Personale di DISCITE, non dimenticando, quando  richiesto,  di selezionare i corsi
opzionali, monografici e  seminari che sono previsti per il loro prossimo anno.
Per accedere alle aule, già da lunedì 23 settembre, inizio delle lezioni, occorre utilizzare la tessera magnetica, già consegnata agli iscritti lo scorso anno, mentre alle nuove matricole sarà consegnata a immatricolazione perfezionata.
Orari (con relative aule), piani di studio e calendario accademico sono già pubblicati nelle apposite sezioni di www.ita-issra.it.
Per qualunque dubbio o necessità, gli interessati possono inviare una mail all’indirizzo istituzionale (istitutoscienzereligiose@ita-issra.it e istitutoteologico@ita-issra.it), richiedere un appuntamento (anche per valutare eventuali esami da convalidare) o passare dallo sportello di segreteria (https://servizi.ita-issra.it/segreteria/login).

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Gubbio – il card. Zuppi celebra la messa per il nuovo abate generale dei Canonici regolari lateranensi

Sarà il card. Matteo Maria Zuppi – arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana – a presiedere a Gubbio la liturgia che segna l’inizio del “mandato” del nuovo abate generale dei Canonici regolari lateranensi. La santa messa con la benedizione abbaziale di don Edoardo Parisotto sarà celebrata sabato 21 settembre, alle ore 11, nella chiesa di San Secondo, alla presenza anche del vescovo della Chiesa eugubina, Luciano Paolucci Bedini. Originario di Fanzolo (Treviso), 51 anni, Parisotto è stato scelto durante il capitolo generale dei Canonici regolari lateranensi, riunito in Brasile a fine giugno scorso, e chiamato a succedere a don Franco Bergamin.

Don Edoardo ha iniziato la sua formazione nell’alunnato “San Pio X” (scuola media di San Floriano) dall’anno scolastico 1983/84 per poi proseguire le scuole superiori al liceo “Maria Assunta” di Castelfranco Veneto, nel primo biennio. Trasferitosi a Roma presso il collegio “San Vittore”, ha concluso il triennio del liceo per poi svolgere l’anno di noviziato nella casa di San Secondo a Gubbio nell’anno 1991-92, terminando con la professione religiosa nella congregazione dei Canonici regolari lateranensi il 19 settembre 1992.
Parisotto ha proseguito gli studi in Filosofia e Teologia a Roma presso la Pontificia Università Lateranense e poi ha conseguito la licenza in Teologia spirituale presso la Pontificia Facoltà teologica del Teresianum.

Ordinato sacerdote il 22 maggio 1999 a Treviso, ha svolto la sua attività pastorale per un anno a Santa Maria Forisportam a Lucca e, in seguito, per sei anni a San Floriano (Treviso), come vice-parroco e docente di Religione presso le scuole medie e superiori. Tornato nel 2006 a Roma come maestro dei professi e cappellano universitario della Sapienza per tre anni, ha poi svolto la funzione prima di vice-parroco e, dal 2014 al 2018, di parroco presso la parrocchia di Sant’Agnese fuori le mura, sempre a Roma. Dal 2018 fino alla sua elezione ad abate è stato parroco a Bologna presso la comunità dei Santi Monica e Agostino e anche vicario pastorale del vicariato Bologna nord.