Assisi – servizio civile, un’esperienza formativa di 12 mesi nelle strutture della Caritas

È online il bando per il Servizio civile per selezionare volontari da impiegare in progetti della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, svolgendo 12 mesi di servizio presso le opere segno della Caritas diocesana.

I posti messi a disposizione in diocesi sono sette, suddivisi su più progetti per 25 ore settimanali a scelta tra: Mensa Centro di accoglienza Casa Papa Francesco (2 posti, di cui 1 riservato ai giovani con minori opportunità – progetto “Prima gli ultimi”); Emporio solidale diocesano “7 Ceste” (3 posti, di cui 1 riservato ai giovani con minori opportunità – progetto “Mani tese”); Centro di Volontariato Sociale di Gualdo Tadino (2 posti, di cui 1 riservato ai giovani con minori opportunità – progetto “Futuro in ascolto”).

I requisiti di partecipazione sono: a) cittadinanza italiana, oppure di uno degli altri Stati membri dell’Unione Europea, oppure di un Paese extra Unione Europea purché il candidato sia regolarmente soggiornante in Italia;

b) aver compiuto il diciottesimo armo di età e non aver superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione della domanda;

c) non aver riportato condanna, anche non definitiva, alla pena della reclusione superiore ad un armo per delitto non colposo oppure ad una pena, anche di entità inferiore, per un delitto contro la persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o materie esplodenti, oppure per delitti riguardanti l’appartenenza o il favoreggiamento a gruppi eversivi, terroristici o di criminalità organizzata.

I candidati dovranno produrre domanda di partecipazione, indirizzata direttamente all’ente titolare del progetto prescelto, esclusivamente attraverso la piattaforma DOL raggiungibile all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it.

Per accedere ai servizi di compilazione e presentazione della domanda sulla piattaforma DOL occorre che il candidato sia riconosciuto dal sistema.

I cittadini italiani residenti in Italia o all’estero possono accedervi esclusivamente con SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale.

Le domande di partecipazione devono essere presentate esclusivamente nella modalità on-line entro e non oltre le ore 14 del 10 febbraio.

Per le informazioni dettagliate consultare il bando sul sito www.diocesiassisi.it e https://www.caritas.it/

Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino – settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

Con il tema “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” tornano, dal 18 al 25 gennaio, gli appuntamenti della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani celebrati congiuntamente dalle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno. “Siamo ormai prossimi all’ottavario di Preghiera per l’Unità dei Cristiani – spiega Marina Zola, responsabile dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo -. Tempo speciale per unirci e domandare a Dio il dono dell’unità nella Chiesa, tra le chiese e comunità ecclesiali di differenti tradizioni. Questa preghiera per l’unità deve condurre ogni cristiano a un impegno personale e concreto per il bene collettivo e il contrasto alle ingiustizie a cui assistiamo sia a livello globale sia nei nostri ambienti di vita. Le Commissioni Ecumenismo e dialogo della nostra diocesi e della diocesi di Foligno – aggiunge Zola – hanno condiviso il lavoro preparatorio per l’Ottavario proponendo, oltre al sussidio, una breve preghiera che potrà unirci nell’invocazione. Per questa Settimana di preghiera, avremo come negli anni passati, otto tappe ad Assisi e una a Foligno”. Gli appuntamenti saranno i seguenti: mercoledì 18 gennaio ore 20:30 Santuario della Spogliazione (“Imparare a fare la cosa giusta”), giovedì 19 gennaio ore 20:30 Chiesa di Santa Maria sopra Minerva (“Quando è fatta giustizia”); venerdì 20 gennaio ore 20:30 Chiesa Nuova (“Agisci con giustizia, ama la misericordia, vivi con umiltà”); sempre venerdì 20 gennaio ore 21:00 Pro-cattedrale di Sant’Agostino (“Agisci con giustizia, ama la misericordia, vivi con umiltà”); sabato 21 gennaio ore 21:15 Basilica di Santa Maria degli Angeli (“Guardare le lacrime degli oppressi”); domenica 22 gennaio ore 17:45 Basilica di Santa Chiara ore 17:45 (“Cantare il canto del Signore in terra straniera”); lunedì 23 gennaio ore 20:30 Abbazia di San Pietro (“Tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli […] lo avete fatto a me”); martedì 24 gennaio ore 18:30 Basilica di San Francesco (Giobbe 5, 11-16; Luca 1, 46-55); mercoledì 25 gennaio ore 20:30 Cattedrale di San Rufino (“La giustizia che ristabilisce la comunione”). Il vescovo monsignor Domenico Sorrentino presiederà ad Assisi le celebrazioni di mercoledì 18 nel Santuario della Spogliazione e mercoledì 25 nella Cattedrale di San Rufino, e a Foligno la celebrazione del 20 nella pro-cattedrale di S. Agostino, a cui parteciperà P. Sebastian Lungu, della Chiesa Ortodossa rumena. Alla preghiera conclusiva del 25 interverranno oltre P. Sebastian, padre Petru Heisu, della chiesa ortodossa rumena, il rev. Tim Daplyn della chiesa anglicana e il pastore Pawel Gaiewski della chiesa valdese. Tra gli eventi da segnalare: domenica 22 alle ore 20:30 la proiezione del film “La lettera” presso il Centro Convegni “Colle del Paradiso” del Sacro Convento in collaborazione con il Movimento Laudato Sì (Per partecipare è necessario iscriversi compilando il modulo a questo link: https://bit.ly/3XokrrH) e il 26 gennaio alle 16,30 nella sala della Spogliazione la XXXIV Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei su Isaia 40 (1-11) che vedrà la partecipazione del rabbino Benedetto Josef Carucci Viterbi, figlio di Grazia Viterbi, ebrea nascosta e salvata in Assisi e la professoressa dell’Istituto teologico di Assisi, Giuseppina Bruscolotti.

IL PROGRAMMA

Gualdo Tadino in festa per la solennità del Beato Angelo, compatrono della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino.

“Siamo pronti a celebrare normalmente la festa del nostro patrono, dopo il lungo periodo di pandemia che ha limitato anche la vita e l’attività della parrocchia – dice don Francesco Berrettini, parroco della concattedrale di San Benedetto, dove sono custodite le spoglie del Beato – . Oltretutto, quest’anno la solennità cade di domenica e quindi ci aspettiamo una più ampia partecipazione; partecipazione numerosa che si sta vedendo anche nella novena di questi giorni. È bello tornare a celebrare nella normalità il Beato Angelo non solo per l’aspetto religioso e spirituale che porta con sé, ma anche perché riprendono relazioni, incontri e fraternità. E poi – conclude Berrettini – ci prepariamo al centenario dell’anno prossimo, quando saranno 700 anni dalla morte”. Per quanto riguarda il programma delle celebrazioni fino al 13 gennaio è in corso la novena di preparazione con la preghiera del Santo Rosario e la celebrazione eucaristica “Preghiera al Beato Angelo”. Le cerimonie religiose entreranno poi nel vivo sabato 14 gennaio alle 18, quando nella Basilica concattedrale di San Benedetto si terrà la celebrazione del vespro con la cerimonia dell’offerta dell’olio per la lampada votiva da parte dell’amministrazione comunale. Seguirà alle 21 la veglia di preghiera con la fiaccolata che, muovendo dalla Basilica concattedrale, si dirigerà verso il cespuglio del biancospino, situato nella via omonima, dove si potrà assistere alla prodigiosa fioritura delle spine in notturna. In contemporanea un’altra fiaccolata, organizzata dal Club alpino italiano (Cai), partirà dall’eremo del Beato Angelo e ripercorrerà l’antico itinerario compiuto, nel lontano 1324, con la salma del Beato eremita, per ricongiungersi con l’altra fiaccolata presso il cespuglio del biancospino. e pregare insieme. Domenica 15 gennaio, giorno in cui la Chiesa resterà aperta dalle 6,30 alle 13 e dalle 15 alle 22, le sante messe saranno celebrate alle 7, alle 8, alle 9 e alle 10, mentre alle 11,15 la solenne concelebrazione eucaristica sarà presieduta dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. Nel pomeriggio alle 16,30 ci sarà la funzione del Transito, alle 17,30 la celebrazione del vespro e alle 18 la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini. Lunedì 16 gennaio alle 18 verrà celebrata la santa messa per i soci vivi e defunti della Pia Associazione del Beato Angelo.

Gubbio – Don Gerardo Balbi è tornato alla casa del Padre.

Dopo una lotta con la malattia, è tornato alla casa del Padre don Gerardo Balbi, sacerdote umbertidese della diocesi di Gubbio, vicario parrocchiale della comunità di Cristo Risorto. Aveva quasi 80 anni – era nato proprio alla Fratta il 29 novembre 1943 – ed era stato consacrato presbitero il 28 giugno 1997. Non vedente dalla nascita era un grande appassionato di suono e di musica.

Dal Serafico di Assisi al conservatorio
Dall’età di sei anni era entrato nell’Istituto Serafico di Assisi dove aveva iniziato anche i primi studi musicali, proprio assecondando le sue doti innate. Oltre agli studi al liceo classico “Properzio” di Assisi, don Gerardo si è diplomato in pianoforte al conservatorio “Morlacchi” di Perugia e poi in composizione polifonica a Pesaro. Balbi è stato insegnante nella scuola pubblica per circa trent’anni ma ha sempre prediletto l’attività concertistica che lo ha portato a esibirsi anche all’estero. Tutto questo accanto all’attività in parrocchia, dove è nata anche la sua vocazione, una “scelta tardiva ma consapevole, sorretta da coscienza e da una fede trasmessa e coltivata”, aveva raccontato lui stesso, qualche anno fa, in una intervista rilasciata all’ex compagno di scuola Francesco Frascarelli.
Da sacerdote, Balbi è stato sempre vicario parrocchiale a Cristo Risorto e anche parroco a Camporeggiano, tra Umbertide e Gubbio. Della zona umbertidese era anche vicario pastorale. I funerali di don Gerardo saranno celebrati domani, giovedì 12 gennaio, alle ore 15 nella chiesa di Cristo Risorto, presieduti dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e concelebrati da numerosi sacerdoti diocesani. La camera ardente sarà aperta da oggi pomeriggio alle ore 14.30 e alle 21 è fissata la recita del Santo Rosario, sempre a Cristo Risorto.

Foligno – progetto cittadini del mondo “L’evento educativo” seconda conferenza di formazione

Giovedì 12 gennaio dalle ore 16.00 alle 19.00 presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico Tecnologico L. Da Vinci, viale G. Marconi n° 6 in Foligno, seconda conferenza di formazione dal titolo “L’evento educativo” nell’ambito del Progetto Cittadini del Mondo promosso dalla Diocesi di Foligno. L’obiettivo è quello di realizzare un laboratorio formativo per ragionare sul ruolo positivo delle relazioni tra docenti-studenti, genitori-figli, educatori-giovani, dove sperimentare le proprie competenze e sviluppare la propria identità, in un continuo scambio con i pari e “le guide”, nel quale i processi emotivi e relazionali assumono un ruolo centrale.
La conferenza sarà tenuta dalla Dott.ssa Francesca Mattioli psicologa e psicoterapeuta laureata all’Università Pontificia Salesiana di Roma. Specializzata in analisi transazionale presso IFREP di Roma.
L’incontro è aperto a tutta la cittadinanza in particolare modo ai docenti delle scuole di ogni ordine e grado, genitori, assistenti sociali, amministratori pubblici, educatori di oratorio e gruppi giovanili parrocchiali, operatori pastorali.

Per partecipare alla conferenza basta contattare la segreteria del Progetto Cittadini del Mondo a: sociale@diocesidifoligno.it

Perugia – L’esperienza di Servizio Civile in Caritas nei tre ambiti socio-caritativi del centro d’ascolto, dell’emporio e della mensa

Sono numerosi i giovani interessati al Servizio Civile e coloro che vogliono vivere questa esperienza, nel biennio 2023-24, hanno ancora 30 giorni di tempo – fino alle ore 14 del 10 febbraio p.v. – per presentare la domanda di adesione. Lo prevede il bando pubblicato il 15 dicembre u.s. dal Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, per la selezione di 71.550 operatori volontari da impiegare in progetti di Servizio Civile Universale che si realizzeranno tra il 2023 e il 2024. Caritas Italiana vede finanziati complessivamente 181 progetti in Italia, per un totale di 1.663 posti, e 10 progetti all’estero per 46 posti. Tutti i progetti proposti dalla Caritas Italiana hanno una durata di 12 mesi. Nell’ambito del programma regionale Fratelli Tutti a cui partecipano tutte le Caritas diocesane della regione Umbria, la Caritas di Perugia-Città della Pieve ha ottenuto il finanziamento di 3 progetti per un totale di 12 volontari.

I progetti di Caritas Perugia: – FUTURO IN ASCOLTO (nell’ambito dell’attività svolta dal Centro di Ascolto): 12 mesi, 25 ore settimanali su 5 giorni, 4 posti disponibili di cui 1 riservato a giovani con minori opportunità, cioè temporanea fragilità personale o sociale (da autocertificare ai sensi degli artt.46 e 47 del D.P.R. n. 445/2000); – MANI TESE (nell’ambito dell’attività svolta dall’Emporio della Solidarietà con ente attuatore Fondazione di Carità San Lorenzo): 12 mesi, 25 ore settimanali su 5 giorni, 4 posti disponibili di cui 1 riservato a giovani con minori opportunità, cioè temporanea fragilità personale o sociale (da autocertificare ai sensi degli artt.46 e 47 del D.P.R. n. 445/2000); – PRIMA GLI ULTIMI ((nell’ambito dell’attività svolta dalla Mensa diocesana): 12 mesi, 25 ore settimanali su 6 giorni, 4 posti disponibili di cui 1 riservato a giovani con minori opportunità, cioè temporanea fragilità personale o sociale (da autocertificare ai sensi degli artt.46 e 47 del D.P.R. n. 445/2000).

Da sapere. Per candidarsi occorre avere tra i 18 e i 28 anni e i requisiti richiesti sono quelli previsti dal D.Lgs 40/2017. Per scoprire che cosa è il servizio civile è utile https://scelgoilserviziocivile.gov.it/scopri-il-servizio-civile/ mentre per scegliere il progetto Caritas di interesse si può accedere al sito nazionale https://www.caritas.it/bando-volontari-servizio-civile-2022/ o alla pagina dedicata sul sito diocesano https://www.caritasperugia.it/servizio-civile/ . Le domande vanno presentate esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda online (DOL) all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it entro e non oltre le ore 14.00 del 10 febbraio 2023. Per info scrivere a serviziocivileuniversale@caritasperugia.it . Gli operatori volontari selezionati sottoscrivono con il Dipartimento un contratto e l’importo dell’assegno mensile per lo svolgimento del servizio è pari ad € 444,30.

Al servizio del bene comune. La Chiesa Italiana ha affidato a Caritas, già dagli anni ’70, il compito di promuovere obiezione di coscienza e servizio civile come libera scelta del giovane a servizio della persona, del bene comune, della solidarietà sociale e dell’educazione alla pace tra i popoli.

Occasione preziosa di crescita. Il direttore della Caritas diocesana di Perugia, don Marco Briziarelli, nel commentare questa grande opportunità per i giovani e per la comunità locale, evidenzia: «Servendo la persona umana e la comunità ferita dalla povertà, dall’emarginazione, dalla guerra e dalla propria stessa fragilità, il servizio civile diventa occasione preziosa di crescita per tanti giovani che camminano verso l’età adulta alla ricerca della propria piena vocazione umana. Sperimentarsi e mettersi alla prova nell’animare e custodire la comunità così come la dignità della vita dell’altro, nella concretezza dell’attività proposta dai progetti, può essere luce e segno che illumina la strada verso l’età adulta e il compimento della propria realizzazione personale».

Mettersi a disposizione. «Il servizio civile – precisa don Briziarelli – non può essere un “lavoretto nel frattempo che”, né “un parcheggio in attesa di”, tantomeno un “sostegno economico in più mentre sono impegnato in altro”. Il servizio civile risponde alla volontà di mettersi a disposizione del bene comune con i propri piccoli mezzi, perché, nell’esperienza di un anno, essi possano crescere e diventare competenze provate, capacità relazionali maturate, coscienza di sé verificata».

Spoleto – Celebrato il funerale di don Gianfranco Formenton. L’Arcivescovo: «Aveva tratti di sensibilità e delicatezza difficilmente immaginabili sotto una scorza apparentemente ruvida e distaccata. Tutti abbiamo sempre riconosciuto e ammirato la sua genuina passione per la verità e per la forza del Vangelo»

«Perché? Perché, Signore, hai permesso che la vita di don Gianfranco si spezzasse, perché stroncare un apostolato che produceva frutto? Perché sembra che tu non abbia bisogno di persone nel pieno dell’attività e del rendimento?». Con queste parole l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha avviato l’omelia nel rito delle esequie di don Gianfranco Formenton celebrato nella chiesa parrocchiale di S. Martino in Trignano sabato 7 gennaio 2023. Il presbitero, parroco di S. Martino, S. Angelo in Mercole e Montemartano, e nato in Veneto nel 1960, la mattina di Natale ha avuto un arresto cardiaco e dopo dodici giorni di coma irreversibile è tornato alla Casa del Padre. Tantissimi fedeli, i confratelli preti, gli Scout, gli amici, gli ex parrocchiani del sellanese: tutti radunati in preghiera per salutare don Gianfranco e stringersi con affetto accanto ai familiari, in particolare ai fratelli Vito e Renato. La Città di Spoleto era rappresentata dal vice sindaco Stefano Lisci.

Di fronte alla morte c’è il silenzio e il pianto. «Di fronte a questa domanda – umanamente lecita e comprensibile – non c’è che il silenzio, come il silenzio e il pianto di Gesù alla notizia della morte dell’amico Lazzaro (cf Gv 11, 35); il silenzio di ognuno di noi di fronte al mistero della vita e della morte; il silenzio per il vuoto che la dipartita di don Gianfranco – ha proseguito mons. Boccardo – genera tra i suoi fratelli e gli altri famigliari, nella nostra Chiesa diocesana e, in modo particolare, in questa comunità di San Martino, di Sant’Angelo e di Montemartano di cui per tanto tempo è stato padre e pastore».

Aveva una genuina passione per la verità e la forza del Vangelo. «Don Gianfranco “era un amico non facile, ma sicuramente un cercatore di Dio”, mi ha scritto in questi giorni una amica scolta vicentina che lui aveva accompagnato nella Route Nazionale dei Piani di Pezza. E noi lo ricordiamo così: fermamente convinto delle proprie idee e difficilmente disponibile a qualche forma di conciliazione, appassionato per una radicalità evangelica che viveva in prima persona e che proponeva senza sconti a chi lo volesse ascoltare. Alcune sue prese di posizione – ha detto l’Arcivescovo – hanno suscitato reazioni contrastanti, ma tutti abbiamo sempre riconosciuto e ammirato la sua genuina passione per la verità e per la forza del Vangelo, che diventava compagnia fedele del cammino di ognuno, con tratti di sensibilità e delicatezza difficilmente immaginabili sotto una scorza apparentemente ruvida e distaccata. “Siamo sempre e comunque guaritori feriti, servi inutili, preziose tessere di un mosaico che ci supera. Verità che ci porti, ti confessiamo, umili, solitari cercatori”, scriveva nel suo primo libro La casa di Jijone, che lui definiva “probabilmente anche l’ultimo” (p. 54)».

Ha donato tempo e fatica, fantasia e tenacia nelle parrocchie e tra gli Scout. «E il suo essere “assiduo frequentatore di sentieri, rifugi e ferrate” – ha detto ancora il Presule – lo ha condotto prima a Forfi e Villamagina, dove ha vissuto il terremoto del 1997 che ha lasciato tracce profonde nel suo animo, e poi a Sant’Angelo in Mercole, San Martino in Trignano e Montemartano. Ovunque non ha risparmiato entusiasmo ed energie per essere “pastore buono del suo popolo”. Ed ha donato tempo e fatica, fantasia e tenacia per realizzare il mandato di Baden Powell agli scout: “Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di quanto non l’avete trovato”. Ognuno di noi custodisce in cuore una parola, un incontro, un’omelia, un campeggio, un fuoco di bivacco, anche una discussione o uno scontro con don Gianfranco, e questo costituisce il patrimonio che egli ci consegna stamane. Ma io vorrei raccogliere da lui anche un’altra eredità: guardo insieme con voi a questa chiesa, che ha voluto con tutte le sue forze e non senza sacrificio, una chiesa non ancora terminata. Sarà compito di tutti portarla materialmente a compimento in sua grata memoria, ma essa è segno dell’impegno generoso da lui profuso per edificare una Chiesa-comunità, casa di tutti dalla quale la luce e la gioia del Vangelo possano raggiungere “quelli di dentro” e “quelli di fuori” e affascinarli per una vita bella e buona. Mi sembra essere questa la missione che dal silenzio della sua bara il vostro parroco affida ora a voi, cari fratelli e sorelle di San Martino, di Sant’Angelo e di Montemartano, e a tutti noi, Chiesa diocesana di Spoleto-Norcia ancora pellegrina sulle strade del mondo. E come vorrei che l’urgenza di una tale missione fosse avvertita da almeno qualche giovane della nostra diocesi, al quale anche oggi il Signore rivolge l’invito a seguirlo nel ministero sacerdotale per occupare il posto che don Gianfranco ha lasciato vuoto nel nostro presbiterio diocesano!».

Buona strada don Gianfranco. «Mentre gli diciamo “a Dio, caro Gianfranco, buone scarpinate sulle montagne del Paradiso!”, mi piace immaginarlo tranquillamente seduto sulle panchine del giardino di Dio ad assaporare un buon sigaro con qualche santo fumatore e a gustare un buon bicchiere di prosecco o di grappa al pino mugo con qualche santo bevitore. Gli chiedo di continuare ad essere vicino a tutti noi, ancora e di più sollecito per il nostro vero bene mentre, ormai partecipe della pienezza di Dio, contempla il Volto glorioso del Cristo di Villamagina. E mi pare di sentirgli dire: “Vi incontro veramente solo qui, amici, compagni ignari della mia solitudine, e benedico i vostri volti nella foschia mattutina quando più chiara è la voce delle nostre notturne utopie sostenibili. Rifare il mondo forse è possibile” (La casa di Jijone, p. 42). A noi accogliere questo saluto. E dargli la valenza di un mandato. Buona strada, don Gianfranco!».

Sepoltura a Trevi e Messa di Trigesima il 4 febbraio. Sul sagrato della chiesa, un rappresentante delle parrocchie e uno degli Scout hanno salutato don Gianfranco, che poi è stato tumulato, per sua volontà, nel cimitero di Trevi dove c’è la tomba della Congregazione del Suffragio riservata ai preti della Chiesa di Spoleto-Norcia. Sabato 4 febbraio alle ore 18.00 l’arcivescovo Boccardo presiederà nella chiesa di S. Martino la Messa di trigesima per don Gianfranco.

Spoleto – Don Gianfranco Formenton è tornato alla Casa del Padre. Il dolore dell’Arcivescovo. In uno dei suoi ultimi interventi al Consiglio pastorale della Pievania: «Dobbiamo allora concentrarci sul fare le cose belle che hanno un senso. Quelle che non lo hanno: è necessario avere il coraggio di abbandonarle».

Nel pomeriggio della vigilia dell’Epifania del Signore, giovedì 5 gennaio 2023, all’ospedale S. Giovanni Battista di Foligno, è tornato alla Casa del Padre don Gianfranco Formenton, parroco di S. Angelo in Mercole, di S. Martino in Trignano e di Montemartano di Spoleto, pievano della Pievania di Giovanni, Assistente ecclesiastico del gruppo AGESCI Spoleto 1. Era nato in Veneto il 13 marzo 1960 ed era stato ordinato presbitero dall’arcivescovo Antonio Ambrosanio il 16 luglio 1988. Da sottolineare, purtroppo, che entrambi i preti ordinati dal vescovo Ambrosanio nel corso del suo ministero spoletano-nursino (1988-1995) sono già nella Gerusalemme celeste: prima don Mario Curini (morto nel 2012 a 46 anni) ed ora don Gianfranco Formenton. Il funerale sarà presieduto dall’Arcivescovo sabato 7 gennaio alle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale di S. Martino in Trignano. Don Gianfranco la mattina di Natale aveva avuto un arresto cardiaco; trasportato all’ospedale di Foligno, da subito la situazione era parsa gravissima; ma già il 23 ottobre scorso il cuore aveva subito altri due arresti cardiaci, dai quali però si era ripreso ed era pure tornato con gradualità a svolgere il suo servizio di prete.

«La scomparsa di don Gianfranco – afferma l’arcivescovo Renato Boccardo – crea un grande vuoto nella nostra Diocesi e nelle comunità cristiane che ha servito con passione e generosità. Rimane la sua preziosa testimonianza di discepolo fedele del Vangelo e di educatore della coscienza del popolo a lui affidato».

Il profilo di don Formenton. Prima di guidare pastoralmente le comunità dell’Alta Marroggia del Comune di Spoleto, è stato parroco nella zona di Sellano (Forfi e Villamagina) dove ha vissuto e condiviso con quella gente la paura e la precarietà causate dal terremoto del 1997. Uomo e prete schietto, amante dell’essenziale e appassionato dei giovani, don Gianfranco ha sempre trovato rifugio sicuro nello sguardo del Cristo quattrocentesco di Villamagina. Una vita accanto a generazioni di Scout, per i quali è stato guida ecclesiale sicura, personaggio forte, sincero e saggio. Fautore di una pastorale innovativa che potesse intercettare le persone di questo tempo, non ha mai avuto timore di essere anche bersaglio di critiche. Sacerdote formato e informato, si è molto adoperato per l’ampliamento della chiesa di S. Martino in Trignano e per dare ai “suoi” giovani un oratorio: progetto realizzato grazie ai fondi della Conferenza episcopale italiana, a quelli della Diocesi e alla generosità dei parrocchiani. Uomo di montagna, produttore anche di un’ottima grappa, ha sempre difeso i lavoratori in difficoltà ed ha consumato fiumi di inchiostro (anche digitale) per sensibilizzare la “sua” gente ad un’accoglienza umana e cristiana del forestiero. I suoi scritti su tali argomenti sono anche finiti nella cronaca nazionale. Ultimamente aveva proposto una lettura pastorale del catino absidale del Duomo di Spoleto, confluita in un volume pubblicato dalla Diocesi per l’avvio dell’825° anniversario di dedicazione proprio della Cattedrale.

Il pensiero di don Formenton: «Nulla sarà più come prima nelle nostre parrocchie». Lo aveva espresso chiaramente dinanzi all’Arcivescovo e ai membri del Consiglio pastorale della Pievania di S. Giovanni il 3 marzo 2022 in occasione della Visita pastorale di mons. Boccardo.

«Siamo qui – aveva detto don Gianfranco – per rappresentare al Vescovo il cammino fatto in questi ultimi due anni. Lui è qui per ascoltare, confermare, esortare. Dove eravamo due anni fa, prima della pandemia, e di cosa discutevamo? In questi due anni cosa abbiamo fatto? Dove vogliamo andare ora dopo aver fatto questo cammino? Nulla sarà più come prima: di cosa ci lamentavamo due anni fa nelle parrocchie? Si ha l’impressione che una parte della Chiesa sta aspettando la fine del green pass per fare tutto come prima. Noi – ha proseguito – abbiamo riconsegnato ai genitori il compito di trasmettere la fede che avevamo demandato solo ai catechisti e agli insegnanti religiosi. Molti genitori si sono rimessi a pregare con i figli: che bello! Dobbiamo puntare su cosa è essenziale trasmette ai bambini: in Avvento e in Quaresima, ad esempio, riduciamo le cose pastorali fatte in maniera dozzinale e che non sono servite a nulla e questo ce lo dimostra il fatto che la fede non è aumentata. Dobbiamo allora concentrarci sul fare le cose belle che hanno un senso. Quelle che non lo hanno: è necessario avere il coraggio di abbandonarle».

Città della Pieve: La Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Magi. Dopo tre anni viene rivissuta a livello diocesano e ritorna itinerante, promossa dalla Pastorale familiare con il coinvolgimento delle Parrocchie

Ritorna dopo tre anni, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, in forma itinerante, la Sacra rappresentazione dell’arrivo dei Magi promossa dalla Pastorale familiare insieme alle Parrocchie del territorio. Si tratta di un evento religioso, ma anche socio-aggregativo e culturale, che richiama la partecipazione di numerose famiglie. L’ultima rappresentazione risale al 6 gennaio 2020, presso il complesso dell’Unità pastorale di San Sisto-Sant’Andrea delle Fratte-Lacugnano, nel cuore della principale zona industriale di Perugia con lo “storico” stabilimento della Nestlé-Perugina.

Ad ospitare l’edizione 2023 è Città della Pieve, protagonista, quest’anno, del V centenario della morte del grande maestro del Rinascimento italiano, Pietro Vannucci, detto il Perugino (1523-2023), figlio illustre di questa Pieve. L’appuntamento è per venerdì 6 gennaio, alle ore 16, in corso Vannucci, nel chiostro del Palazzo Vescovile, adiacente alla sagrestia di Santa Maria dei Bianchi, famosa per l’affresco peruginesco dell’Adorazione dei Magi (1504). I ragazzi dell’Oratorio parrocchiale, attraverso una piccola rappresentazione, daranno il via al corteo dei figuranti a cavallo che procederà lungo il corso sino alla concattedrale dei Santi Gervasio e Protasio, dove avverrà l’incontro dei Magi con la Sacra Famiglia. A seguire la distribuzione dei doni ai fanciulli da parte dell’arcivescovo Ivan Maffeis che presiederà la celebrazione eucaristica in cattedrale delle ore 17.

Un evento itinerante. Anni fa l’Arrivo dei Magi si svolgeva puntualmente nella cattedrale di Perugia, interessando il centro storico del capoluogo umbro, facendo confluire in città le comunità parrocchiali chiamate ad animare l’evento. Negli anni, su suggerimento dell’arcivescovo cardinale Gualtiero Bassetti, la Pastorale familiare l’ha reso un evento itinerante. A spiegarne il senso sono i coniugi Roberta e Luca Convito, direttori dell’Ufficio diocesano per la pastorale familiare. «Portare avanti questa iniziativa in maniera itinerante a volte può risultare più faticoso per l’organizzazione e gli spostamenti – sottolineano –, ma ci dona occasioni fruttuose d’incontro e ci rende consapevoli della creatività, della collaborazione e dell’accoglienza delle parrocchie che di volta in volta si rendono disponibili alla nostra proposta. Per questo ringraziamo anticipatamente don Simone Sorbaioli, che dal 6 gennaio è il nostro nuovo vicario generale e a cui va il nostro augurio di “buon lavoro”, la Confraternita dei santi Sebastiano e Rocco e tutti i ragazzi dell’Oratorio parrocchiale di Città della Pieve».

Città di Castello – archivio storico e biblioteca diocesana, attività 2022

Dopo le festività natalizie, l’Archivio Storico Diocesano e la Biblioteca Diocesana “Storti – Guerri” ha riaperto al pubblico il 2 gennaio 2022. L’orario sarà quello consueto: da lunedì a venerdì, ore 8,30-12,30; il mercoledì anche ore 15-19.
Nell’anno 2022 la sala consultazione dell’Archivio Storico Diocesano e della Biblioteca Diocesana “Storti – Guerri” di Città di Castello ha registrato 617 accessi, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente, quando areano stati 536. Dal 2013 al 2022 gli accessi sono stati 6.297, per una media annuale di 629 (l’anno con il maggior numero di accessi, 875, è stato il 2019). Sul totale, 296 accessi sono stati dovuti a ricerche d’archivio e 321 a studi in biblioteca (nel 2021 erano stati registrati 268 accessi per l’archivio e altrettanti per la biblioteca; in entrambi i casi si è registrato un aumento, che per la biblioteca ha raggiunto il 19,7%). Le domande di studio presentate e accolte sono state 41: La maggior parte degli studiosi è di Città di Castello (50%); molti provengono anche dall’Alta Valle del Tevere umbro-toscana (36%), ma non sono mancati nemmeno gli studiosi stranieri, di cui uno francese e l’altra statunitense, a conferma del grande interesse della documentazione conservata nell’archivio diocesano tifernate.