Perugia: Celebrato il Mercoledì delle Ceneri. L’arcivescovo Ivan Maffeis agli universitari: «La Quaresima è lo spirito con cui affrontare gli esami della vita…», esortandoli «ad essere anche in questo tempo una comunità cristiana che sa farsi lievito, fraternità per la vita di tutti»

«Siamo in un ambiente dove il tempo, per molti versi, è scandito dai corsi, dagli esami… e cosa c’entra tutto questo con la Quaresima?». Se lo ha chiesto l’arcivescovo Ivan Maffeis, all’inizio dell’omelia della celebrazione eucaristica del Mercoledì delle Ceneri, la sera del 22 febbraio, nella chiesa dell’Università degli Studi di Perugia; celebrazione di avvio della “Quaresima degli universitari in preparazione alla Pasqua”, animata dalla Pastorale universitaria guidata da don Riccardo Pascolini. L’arcivescovo, nel pomeriggio, come è consuetudine, aveva celebrato in cattedrale compiendo il rito della benedizione e imposizione delle ceneri sul capo dei fedeli, rito che ha ripetuto nella chiesa dell’Università.

Non è un esame. «La Quaresima, che iniziamo questa sera – ha commentato monsignor Maffeis rivolgendosi ai numerosi universitari presenti –, non è un di più, non è un altro corso, un altro esame, è, piuttosto, lo spirito con cui affrontare i corsi, gli esami della vita, dai più piccoli a noi vecchietti».

Ritornare a “casa”. Commentando le letture, il presule si è rivolto ai fedeli con queste parole: «la Quaresima ci riporta a “casa” e il profeta Gioele lo ha detto con forza: “ritornate, ritornate”. Ritornare a “casa” è un’immagine che parla al cuore di ciascuno, perché noi siamo nella misura in cui noi abitiamo e sappiamo che l’abitare – questo lo sanno soprattutto gli studenti fuori sede – non è fatto da quelle quattro pareti, è fatto dai volti delle persone con cui condividi la vita quotidiana».

Alzare lo sguardo. «Oggi iniziamo questo tempo e lo iniziamo con quanto abbiamo nel cuore. Probabilmente nel cuore di ciascuno ci sono preoccupazioni, inquietudini a livello personale, familiare, di relazioni con gli altri. Se poi alziamo lo sguardo, anche senza far lunghi elenchi, ci rendiamo conto di come viviamo un tempo segnato da violenze, da guerre. Penso a cosa sta succedendo in Nicaragua, la persecuzione così dura contro il popolo sta colpendo anche la Chiesa con un vescovo che è stato condannato, venerdì scorso, al carcere, che dovrebbe uscirne nel 2049, un segno di cosa voglia dire diritti umani calpestati. In Iran, dove tanti coetanei dei presenti sono esposti ad una violenza omicida da parte di un regime che in nome di Dio arriva a togliere la vita. E l’anniversario che stiamo per celebrare dell’invasione dell’Ucraina rappresenta una guerra in cui – senza mettere tutto sullo stesso piano – nessuno parla più di pace, di negoziati, di diplomazia».

Purificare la memoria. «Quanto bisogno abbiamo, come umanità, di tornare a quella purificazione della memoria, a quel perdono, a quella riconciliazione con cui Giovanni Paolo II aveva aperto la Quaresima del 2000, dell’Anno Santo. Imparare a chiedere perdono, a tornare noi stessi e a tornare a “casa”, quindi far ritorno al Signore, a Colui che è la vita. Nella misura in cui cresciamo nel rapporto con Lui, anche la nostra vita acquista colore, sapore e diventa significativa».

Non rimandare l’esame. «Qui l’appello chiaro di San Paolo a non disperdere questo tempo – ha commentato l’arcivescovo –. Ora è il momento della salvezza, ora è il tempo opportuno. E credo, parlo da ex, ex studente, la tentazione di rimandare qualche esame, qualche appuntamento è in tutti noi. Entrare in quest’oggi di Dio, che è la nostra vita, avvertire che questa vita alla fine è davvero un soffio, siamo chiamati a restituirla non solo alla fine, quello è di natura, siamo chiamati a restituirla giorno per giorno con il nostro stare nella vita davanti al mistero di Dio e davanti al mistero dei fratelli».

No alle liturgie dei follower. Soffermandosi sul Vangelo del Mercoledì delle Ceneri, monsignor Maffeis ha posto l’accento sull’insegnamento «della semplicità, addirittura del nascondimento: “se fai l’elemosina, sei fai il digiuno, se preghi, non sappia la destra cosa fa la tua sinistra”. In un Tempo in cui tutti siamo esposti alle liturgie dei follower, del consenso, dell’approvazione, il Vangelo ci riporta a verità e a libertà, a sentire che siamo importanti non in base ai criteri del mondo, ma che la nostra vita è preziosa anche se non cade nell’ansia della visibilità, della ricerca dell’ammirazione degli altri. Iniziamo questo tempo di conversione come una grazia, un dono, un richiamo a vivere davvero… Per un gesto di carità, per un rinnovato impegno di preghiera. Ciascuno prenda il proprio impegno non come un dovere, ma come un richiamo che nella misura in cui lo facciamo nostro ci aiuterà davvero a rinnovarci interiormente, ad ascoltarci, ad incontrarci, ad essere anche in questo tempo una comunità cristiana che sa farsi lievito, fraternità per la vita di tutti».

Terni – Celebrazione delle Ceneri. Mons. Soddu: “Non potremmo mai abituarci, assuefarci a quanto di male l’uomo è capace di fare nel mondo, ma combattere con le armi dell’amore ogni forma di violenza e di sopraffazione”.

Celebrato il Mercoledì delle Ceneri nelle chiese della diocesi e nella Cattedrale di Terni, dove il vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la celebrazione eucaristica concelebrata dal vicario generale mons. Salvatore Ferdinandi e dal parroco della cattedrale don Alessandro Rossini.
Nella liturgia che caratterizza il primo giorno di Quaresima, il vescovo sparge della cenere benedetta sul capo dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronare il fedele all’impegno penitenziale della Quaresima, come tempo forte in cui rigenerarsi nella fede e per vivere pienamente il sacramento della riconciliazione.
Il vescovo ha esortato i fedeli a dedicarsi intensamente alla preghiera, al digiuno, alle opere di misericordia ed essere costruttori di pace. «La Quaresima è un tempo prezioso per corrispondere al dono della salvezza e dobbiamo coglierne tutta la ricchezza in esso riposta, cercando di non trascurarla e di non sciuparne i contenuti. Iniziamo questo tempo di grazia nella consapevolezza di percorrerlo in compagnia gli uni degli altri e insieme a quanti, sparsi nel mondo, sono nostri compagni di viaggio. Siamo chiamati a ravvivare il dono del Battesimo, sorgente della nostra fede, affinché non si esaurisca in mezzo all’aridità delle strade del mondo ma, al contrario, possa essere in noi vita e, attraverso di noi, vitalità con e per quanti ci troviamo a condividere l’esistenza. L’elemosina, la preghiera e il digiuno, il criterio che le accomuna tutte è la non ipocrisia. L’ipocrisia è la caratteristica negativa terribile; talmente orribile che rende falsa ogni azione anche se buona in se stessa. Se fatta con ipocrisia, cioè con un secondo fine, quella data opera anche se buona in sé stessa risulta essere negativa per chi la fa. Mancando di cuore, è perciò priva di anima e non avendo questi si perde nell’insignificanza più totale, divenendo addirittura l’opposto, ossia male e peccato.
Il Signore Gesù, in questi casi come in tanti altri, anzi in tutti gli altri casi, ci offre una prospettiva che va molto oltre i confini personali e temporali, ci offre la prospettiva del Padre. Quando preghi, quando digiuni, quando fai l’elemosina abbi sempre dinanzi a te il Signore. Così facendo abbiamo la possibilità di mettere nelle mani e nel cuore di Dio tutto noi stessi nella certezza che nelle sue mani e nel suo cuore niente si perde».
Facendo riferimento ai drammi della storia dei nostri giorni, il vescovo ha sottolineato l’importanza di fare il bene e pregare per la pace: «Davanti alle tragedie del mondo, quelle che riguardano il conflitto in Ucraina, al terremoto in Turchia e Siria e quelle che non sono più riportate neanche dagli organi di informazione, davanti a queste tragedie, come non sentire vivo il richiamo alla conversione e alla conversione del cuore, vale a dire non soltanto delle idee o delle impressioni, delle supposizioni o delle teorie, delle linee politiche e quant’altro. Ma ritornare al Signore con tutto il cuore, ossia sinceramente e non per secondi fini. Un cuore siffatto non potrà che essere “lacerato”, ossia spezzato, infranto a causa del riconoscimento o anche dell’ammissione delle proprie responsabilità. Lacerarsi il cuore dunque significa entrare in atteggiamento penitenziale nella dimensione misterica del cuore di Cristo che ha dato sé stesso per noi. Ha però anche una dimensione sociale e chiarisce che non potremmo mai abituarci, assuefarci a quanto di male l’uomo è capace di fare nel mondo. Lacerarsi il cuore significherà pertanto combattere con le armi dell’amore ogni forma di violenza e di sopraffazione. Voglia il Signore, con il suo Spirito d’amore, toccare il cuore di tutta l’umanità, di ciascuno, di coloro che reggono le sorti dei popoli, di coloro che tendono a minarle queste sorti, di coloro che, senza andare lontano da noi, faticano ad intravvedere nel prossimo il senso vivo di un cuore pulsante».
OMELIA DEL VESCOVO SODDU

Perugia: Con il Mercoledì delle Ceneri i cristiani entrano nel “tempo forte” di Quaresima. Particolare attenzione-riflessione alle fragilità della società e alle emergenze umanitarie. Il calendario delle principali celebrazioni quaresimali in cattedrale

Il 22 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, i credenti in Cristo entrano nel “tempo forte” della Quaresima, tempo di preparazione alla Pasqua, cuore dell’anno liturgico culminante nella Passione, Morte e Risurrezione del Signore, che la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve è chiamata a vivere con sobrietà nella vita quotidiana e nel raccogliersi maggiormente nella preghiera personale, familiare e comunitaria (parrocchie e comunità religiose). Ai gesti di penitenza, perdono e riconciliazione di ogni credente seguano anche segni di solidarietà e vicinanza ai tanti fratelli e alle tante sorelle in gravi difficoltà della porta acconto e della società intera. Basti pensare all’opportunità di non fare mancare il proprio contributo ai progetti messi in atto dalla Caritas diocesana, come “Una spesa per tutti” e “Adotta un affitto”, per le numerose famiglie sempre più in crisi a causa della perdita del lavoro e del caro-vita. Non mancano, purtroppo, le emergenze umanitarie internazionali per le quali la Caritas Italiana ha avviato progetti di prossimità di medio-lungo periodo a favore delle popolazioni terremotate della Turchia e della Siria e della martoriata Ucraina. La Quaresima, oltre ad essere tempo di rigenerazione nella fede e di riconciliazione con sé stessi e con il Signore, nel prepararsi a rivivere il mistero più grande, quello della Risurrezione di Cristo per la salvezza del mondo, è anche opportunità per dedicare particolare attenzione-riflessione alle fragilità della società e alle emergenze umanitarie. I credenti vengono esortati a vivere al meglio questo “tempo forte” partecipando con intensa devozione alle diverse celebrazioni liturgiche che lo caratterizzano, ad iniziare dal Mercoledì delle Ceneri.

Il calendario delle principali celebrazioni quaresimali. A Perugia l’arcivescovo Ivan Maffeis presiederà, mercoledì pomeriggio 22 febbraio, due celebrazioni con il rito della benedizione ed imposizione delle ceneri sul capo: la prima, in cattedrale, alle ore 18; la seconda, nella chiesa dell’Università degli Studi, alle ore 19.15, animata dalla Pastorale universitaria.

Sempre in cattedrale, ogni venerdì di Quaresima, dal 24 febbraio al 31 marzo, alle ore 17.15, si terrà la Via Crucis, e nelle cinque Domeniche di Quaresima, dal 26 febbraio al 26 marzo, alle ore 17, la Meditazione quaresimale e a seguire l’Adorazione eucaristica e la Santa Messa. Le meditazioni saranno tenute dall’arcivescovo Maffeis (domenica 5 marzo) dai canonici della cattedrale.

Città di Castello – fiaccolata per la pace

In occasione del primo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina la Caritas Diocesana di Città di Castello ha organizzato una FIACCOLATA PER LA PACE che avrà luogo venerdì 24 febbraio.
Appuntamento alle ore 20.45 presso la Chiesa di San Francesco in Città di Castello. La fiaccolata raggiungerà il Monastero di Santa Veronica dove, alle ore 21, verrà animata la Via Crucis presieduta da don Andrea Czortek, vicario generale della diocesi.
L’equipe della Caritas, invitando a partecipare al momento di preghiera, sottolinea che il grido della pace non può essere soppresso. Emblematiche al riguardo alcune parole di Papa Francesco;
“Sale dal cuore delle madri, è scritta sui volti dei profughi, delle famiglie in fuga, dei feriti o dei morenti. E questo grido silenzioso sale al Cielo. Non conosce formule magiche per uscire dai conflitti, ma ha il diritto sacrosanto di chiedere pace in nome delle sofferenze patite, e merita ascolto. Merita che tutti, a partire dai governanti, si chinino ad ascoltare con serietà e rispetto.”

Spoleto – Ricevuto dall’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana il riconoscimento “Terre e volti di bellezza”

A distanza di pochi mesi dall’evento di inaugurazione, le Terre di Pietra e d’Acqua, il Parco Culturale Ecclesiale dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia, ottengono un importante riconoscimento nazionale.
Durante la Fiera di Vicenza – Koinè, lo scorso 14 febbraio 2023, in occasione della prima edizione dell’evento “BELLEZZA E SVILUPPO – RICONOSCIMENTO: TERRE E VOLTI DI BELLEZZA”, all’Archidiocesi di Spoleto-Norcia è stato consegnato il premio nella sezione “Organizzazione e Comunità ospitali”, proprio in virtù della natura accogliente e generativa del progetto “Parco Culturale Ecclesiale: Terre di Pietra e d’Acqua”.
L’evento intendeva attivare una riflessione sull’importanza della valorizzazione del patrimonio culturale e relazionale ecclesiale in chiave educativa, sportiva e turistica, attraverso un focus sulla Bellezza che genera sviluppo, non solo economico, ma soprattutto integrale della persona. Un impegno che si fa concreto in esperienze innovative come quella del “Parco Culturale Ecclesiale: Terre di Pietra e d’Acqua” dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia.
Temi intorno ai quali la Conferenza Episcopale Italiana aveva avviato un call, rivolta alle Diocesi italiane, alle quali è stato chiesto di candidare un progetto del loro territorio, impegnato a creare Bellezza negli ambiti della cultura, dell’ospitalità e del turismo, mettendo insieme sviluppo, innovazione e inclusione. Tra tutti i progetti candidati ne sono stati scelti 6, ognuno per una differente sezione tematica, tra i quali appunto il Parco Culturale Ecclesiale delle Terre di Pietra e d’Acqua.

«Il nostro progetto – dice Anna Rita Cosso, coordinatrice del progetto – pone alla base la centralità della comunità ospitante e i concetti di stupore, bellezza e convivialità. Si intende promuovere così un turismo consapevole e partecipe, realmente interessato al territorio visitato. I nostri sono i luoghi del buon vivere, territori che hanno una fortissima vocazione per fare delle proposte importanti per i cercatori del bello, del sano e del buono. Camminare nella “Laudato si’” vuol dire fare in modo che turisti e pellegrini adottino scelte di viaggio sostenibili, che non consumino la comunità locale ma la facciano crescere e la sostengano.

Un riconoscimento che consente a tutto il gruppo di lavoro, nato e cresciuto insieme alle Terre di Pietra e d’Acqua, di proseguire nel proprio impegno con ancor più entusiasmo. Un impegno che nelle prossime settimane avrà un ulteriore esito nella presentazione del calendario di eventi ed esperienze, aperte al pubblico, che dalla primavera all’estate interesseranno tutti i territori dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia.

Terni – a San Valentino la festa delle nozze d’argento. Mons. Soddu: “possiate sempre manifestare l’amore che Dio ha avuto per voi, che voi avete l’uno per l’altro e nella vostra famiglia”

Domenica 19 febbraio nella basilica di San Valentino è stata celebrata la ricorrenza delle nozze d’argento, con la messa presieduta da mons. Francesco Antonio Soddu, concelebrata dal parroco di San Valentino padre Johnson Perumittath. Circa 20 coppie, provenienti da Terni e provincia, dall’ Umbria, da Anzio e Roma, accompagnati dai figli e in qualche caso anche dai nipoti e genitori, hanno rinnovato davanti all’urna di San Valentino gli impegni consacrati sull’altare nel giorno del matrimonio.
Un incontro che celebra l’amore sponsale e familiare, sottolineando il valore forte della famiglia per la crescita dei figli e nella trasmissione dei valori e della fede.
La tradizione della celebrazione della ricorrenza dei 25 anni di matrimonio nella basilica di San Valentino, che si rinnova da decenni, rappresenta una grande preghiera corale per le famiglie perché s’irrobustisca l’amore reciproco, l’attenzione e la tenerezza nel prendersi cura gli uni degli altri con sincerità e rispetto.
«Ricordate oggi la vostra unione sponsale – ha detto il vescovo Soddu – e in questo dobbiamo riconoscerne i tanti doni per comprenderne il vero significato. Il dono, innanzi tutto, di voi sposi, dono l’uno per l’altro, per la famiglia, ma anche per la chiesa e per la società. Poi San Valentino patrono dell’amore che abbraccia il senso profondo dell’amore, della vita e della pace. E quanto desideriamo la pace guardando al mondo in guerra. Nel momento in cui si entra in guerra è difficile venirne fuori se non si segue il criterio assoluto dell’amore. L’amore dà la vita, che deve essere salvaguardata dal suo concepimento fino al suo naturale tramonto; dalla vita si ha la pace che nasce nel cuore delle persone e poi, come una cascata e sorgente zampillante di vita, si irradia in tutto il mondo».
«Facciamo spazio a Dio nella nostra vita – ha poi aggiunto – e nella nostra persona e nell’unione sponsale Dio agirà in noi e attraverso di noi. Voi siete la prova che l’amore anche dopo 25 anni è possibile, certo ci saranno modi diversi di vivere l’amore e far crescere la famiglia con tutte le difficoltà che si sono. Ma non lasciamo tramontare questo patto nuziale che Dio ha voluto elevare a sacramento e che ha donato all’umanità attraverso il suo figlio Gesù. Con la sua donazione egli salva l’umanità e si unisce, come nelle nozze, all’umanità, infatti l’unione di Cristo all’umanità è un’unione sponsale, un’unione indissolubile. Ecco che cosa state celebrando voi: il sacramento dell’unione sponsale. A voi sposi questo è dato affinché nelle vostre attività quotidiane, nella vostra vita, possiate sempre manifestare questo amore grande che Dio ha avuto per voi e che voi avete l’uno per l’altro nella vostra famiglia e che avete sancito con l’esistenza dei vostri figli».

Il vescovo Sorrentino nominato assistente ecclesiastico del collegamento nazionale santuari

Il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, arcivescovo monsignor Domenico Sorrentino, è stato nominato, ad quinquennium, assistente ecclesiastico del Collegamento nazionale santuari.

Il decreto dell’11 febbraio 2023, Memoria della Beata Vergine Maria Vergine di Lourdes, è stato sottoscritto da monsignor Rino Fisichella, pro–prefetto della sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, del Dicastero per l’evangelizzazione, e da monsignor Graham Bell, sottosegretario dello stesso dicastero.

Nel decreto di nomina è scritto: “nutrendo ferma speranza che, attese le Sue ben note qualità, [monsignor Sorrentino] contribuirà notevolmente allo sviluppo della pastorale dei Santuari in Italia, quali centri propulsori dell’evangelizzazione permanente”.

La nomina è stata ufficializzata nel corso della riunione del Consiglio Direttivo invernale del Collegamento Nazionale Santuari tenutosi dal 14 al 16 febbraio nel Santuario della Santa Casa di Loreto.

Perugia – nuovo allestimento del Museo del Capitolo della Cattedrale, nel centenario della sua nascita (1923-2023), parte integrante dell’’“Isola di San Lorenzo”

«Il Museo con il suo nuovo allestimento e il percorso archeologico sottostante la cattedrale, parti fondanti l’“Isola di San Lorenzo”, sono un’eccellenza culturale della nostra città ancor più fruibile non solo dai turisti, ma dagli stessi perugini. Il merito è della società no profit “Genesi” impegnata da alcuni anni a valorizzare al meglio le testimonianze storico-artistiche custodite all’interno di questo spazio denominato “Isola di San Lorenzo”, titolo molto antico, riscoperto dalla “Genesi”, che in questo contesto assume un significato maggiore». A dirlo è stato mons. Fausto Sciurpa, presidente del Capitolo dei Canonici della Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, intervenendo questa mattina, 17 febbraio, alla conferenza stampa di presentazione del progetto ultimato del nuovo allestimento del Museo. Evento che avviene in un anno molto significativo, quello del primo centenario della nascita di questo Museo (1923-2023) e del V centenario della morte (1523-2023) di due grandi maestri del Rinascimento: Pietro Vannucci e Luca Signorelli.

Vinte due scommesse. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche l’architetto Alessandro Polidori, direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici e curatore del progetto del nuovo allestimento, il dott. Fabrizio Stazi, direttore generale della Fondazione Perugia, Istituzione che ha finanziato il progetto, e il dott. Giuseppe Capaccioni, presidente della GENESI S.r.l. Quest’ultimo ha espresso soddisfazione per il lavoro compiuto negli ultimi tre anni, perché, ha sottolineato, «era il febbraio 2020 quando riflettemmo e poi avviammo il progetto di valorizzazione dal punto di vista turistico di un bene come questo. Oggi, a tre anni di distanza, con in mezzo la pandemia, anche noi siamo sorpresi del risultato ottenuto, una scommessa vinta. Il merito va, soprattutto, agli undici giovani operatori culturali, tra laureati in storia dell’arte ed archeologi, che ci lavorano. Hanno studiato, ricercato e scritto i testi che il visitatore trova in ogni sala del Museo. Come “Genesi” abbiamo vinto un’altra scommessa, quella di tenere a lavorare in Umbria, a casa loro, questi giovani, oltre ad essere riusciti in meno di un anno a dare la possibilità a quasi 30mila persone di visitare la parte già fruibile dell’“Isola di San Lorenzo”, il percorso degli scavi archeologici sotto la cattedrale e tre sale già accessibili del Museo. Inizialmente pensavamo che l’obbligo di legge di accompagnare i visitatori a piccoli gruppi nell’area archeologica sotterranea fosse un ostacolo ad una sua maggiore fruibilità, ma poi ci siamo resi conto che la gente apprezzava questa “specificità”, perché poteva ammirare con più tranquillità gli scavi. Molti dei visitatori ci hanno sollecitato a realizzare visite guidate a tutta la città, perché la storia di Perugia inizia in questo luogo con tracce di civiltà risalenti a 26 secoli fa, stratificate lungo un percorso di quasi un chilometro e profondo 15 metri dal piano stradale di piazza IV Novembre».

Esplosione di socialità e vita. Così l’ha definito il direttore generale della Fondazione Perugia intervenendo in conferenza stampa «questo splendido allestimento e spazio che torna a vivere e a creare socialità e ricchezza di relazioni sul territorio dopo un periodo in cui questa socialità è venuta a mancare». Il direttore Stazi ha espresso anche «gratitudine per questo progetto che si innesta in un ambito di una collaborazione più ampia che abbiamo stretto con la Diocesi nel 2021, l’accordo verso il Perugino ed oltre che prevede il restauro e la valorizzazione della chiesa della Santissima Annunziata di Fontignano che ospita la tomba del Perugino e alcune sue opere. Il 2023 è un anno particolarmente ricco di iniziative culturali che ruotano attorno alla figura di Pietro Vannucci e la Fondazione Perugia ha sostenuto alcune di esse, perché la sua missione rientra in questo solco, quello di valorizzare la cultura della comunità nella sua eccezione più ampia anche attraverso iniziative che vedono la crescita individuale e percorsi di incontro-coesione e di attrazione del territorio dal punto di vista turistico e dello sviluppo economico».

Visite non solo guidate. L’architetto Polidori, che ha aperto gli interventi introducendo i convenuti alla visita delle otto sale del Museo, ha ricordato l’importanza di questo nuovo allestimento non più cronologico ma di carattere “scientifico-tematico” a cui si può accedere non solo con visite guidate da operatori culturali ben formati e motivati, ma anche in autonomia grazie a moderni pannelli esplicativi. Ogni sala è intitolata a personalità e a opere significative caratterizzanti importanti epoche della storia di Perugia e non solo. Basti pensare alle sale: “Leone XIII”, il Papa della Rerum Novarum e vescovo di Perugia dal 1846 al 1880; “Perugia e dei Papi”; “Sant’Anello”; “Parato Armellini”; “Luca Signorelli”; “Speranza e affidamento”; “Agostino Di Duccio”; “Diocesi-Cattedrale-Museo”.

Inaugurazione e riapertura al pubblico. Questo pomeriggio si terrà la cerimonia inaugurale ufficiale del nuovo allestimento del Museo della Cattedrale di San Lorenzo alla presenza dei rappresentanti delle massime Istituzioni civili e religiose del capoluogo umbro. Sabato 18 e domenica 19 febbraio, con biglietto ridotto, il Museo riaprirà al pubblico tutti i giorni con il seguente orario: 10.30 – 13.30 / 14.30 – 19.00 (ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura). Per informazioni e prenotazioni: isolasanlorenzo@genesiagency.it ; 0755724853 / 0758241011 / 3701581907.

Assisi – incontro pubblico in vista dell’Ottavo Centenario Francescano del 2026

Un momento di riflessione e progettualità per avviare un percorso condiviso in vista delle celebrazioni per l’ottavo centenario della morte di san Francesco (2026). Sono questi gli obiettivi dell’incontro pubblico, organizzato da Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, Famiglia Francescana e Comune di Assisi in programma il 20 febbraio alle 17 nella Sala Cimabue del nuovo Centro convegni Colle del Paradiso della Basilica di San Francesco (accesso dalla Piazza Inferiore).

“Sarà l’occasione per avviare un ragionamento sul valore di questo centenario, sugli obiettivi che ci si pone sia da un punto di vista ecclesiale che civile – fanno sapere gli organizzatori – e per riflettere con i cittadini, gli operatori turistici e commerciali, le associazioni di categoria, culturali e di promozione del territorio, sul messaggio, sempre attuale, di san Francesco”.

Nel corso dell’incontro saranno illustrati i vari momenti che scandiranno il prossimo triennio, avviato già quest’anno con gli 800 anni dalla redazione della Regola bollata e dall’esperienza vissuta da san Francesco a Greccio nel Natale del 2023 con la rappresentazione della Natività, che proseguirà nel 2024 ricordando le stimmate ricevute dal Poverello a La Verna e nel 2025, anniversario della composizione del Cantico delle Creature e concludendo con il 2026, quando si celebreranno gli otto secoli dalla morte di san Francesco.

Perugia – al via la campagna “L’Amore oltre”. Un progetto della Caritas diocesana sulla cultura del dono

È iniziata il 13 febbraio la campagna “L’amore oltre” sulla cultura del dono promossa dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve e gestita dal suo ente operativo, la Fondazione di Carità San Lorenzo Onlus. Si tratta di un progetto, presentato anche attraverso delle immagini, che affronta con delicatezza il tema del lascito testamentario, uno strumento per continuare a farsi prossimi verso i più poveri. La campagna vede affissi, per due settimane, in tre luoghi “sensibili” del territorio diocesano, dei grandi manifesti (formato 6×3) con impresse alcune delle dodici foto della mostra itinerante caratterizzante la stessa campagna.

Spaccati di vita quotidiana. Le foto sono state ambientate prevalentemente all’interno del “Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza”, sede della Caritas diocesana, dove verrà allestita la mostra. I dodici scatti esposti rappresentano degli spaccati di vita quotidiana di chi è accolto e riceve le attenzioni e le cure degli operatori e dei volontari che animano i servizi promossi dalla Caritas diocesana in un percorso di accompagnamento verso una nuova autonomia. Il simbolo ricorrente all’interno delle foto è il cerchio, sinonimo di vita, mentre il tema di fondo è il passaggio che invita a prendersi cura dell’altro e a prepararsi all’Amore oltre.

La mostra sarà fruibile sabato 18 e domenica 19 febbraio (orario di apertura: 10-13 e 15-18), presso il “Villaggio della Carità” (via Montemalbe 1 – zona via Cortonese, Perugia); mentre i suoi successivi appuntamenti verranno comunicati sui siti www.caritasperugia.it e www.fondazionecaritasanlorenzo.it e sulle pagine Facebook e Instagram di Caritas Perugia.

Finalità del progetto. Se si parte dall’assunto che il dono è un atto di amore, promuovere la cultura del dono equivale a promuovere l’Amore: Deus caritas est. “L’amore del prossimo radicato nell’amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele” (dalla lettera-enciclica Deus caritas est), ma oggi più che mai, in una società fortemente provata dagli effetti degli straordinari avvenimenti di questi ultimi anni, è importante e necessario promuovere la cultura del dono perché significa promuovere l’ascolto e uno sguardo di tenerezza nei confronti delle persone più fragili e più povere tra noi. Il lascito testamentario è un atto di amore che esprime grande umanità e che genera solidarietà anche oltre la vita di chi lo compie, contribuendo a sostenere i progetti promossi dalla Caritas diocesana per l’accompagnamento verso una nuova autonomia delle persone e delle famiglie in povertà.

Effettuare un lascito testamentario (atto scritto sempre revocabile o modificabile) a favore di un ente non profit come Fondazione di Carità San Lorenzo non esclude dall’eredità i propri cari, i quali sono tutelati per legge, permette di sostenere attività a scopo benefico e solidale, di guardare oltre assumendo uno sguardo di amore nei confronti dei più deboli. Non serve un grande patrimonio per lasciare una grande eredità. Anche un piccolo contributo è importante.

Per informazioni dettagliate sulla campagna “L’Amore oltre” e sui tipi di lasciti testamentari, consultare il sito: www.caritasperugia.it