Terni – Veglia diocesana di Pentecoste “il fuoco dello Spirito trasformi la nostra Chiesa e ricomponga le divisioni in comunione perfetta”.

Sabato 27 maggio nella Cattedrale Santa Maria Assunta di Terni è stata celebrata la Veglia diocesana di Pentecoste, presieduta da mons. Francesco Antonio Soddu, con i rappresentanti dei vari movimenti ecclesiali, associazioni, parrocchie, in segno di unione e di preghiera comune, d’invocazione del dono dello Spirito santo sulla Diocesi, sulla Città e sul mondo, perché i cristiani siano, in questo mondo di violenza e di guerra, portatori di riconciliazione e di pace in tutti i luoghi di vita, soprattutto nei paesi martoriati dai conflitti.
La veglia ha avuto inizio sul sagrato della Cattedrale con l’accensione e la benedizione del fuoco, segno di luce e di speranza.
“Dal fuoco acceso dal Cero pasquale, segno e simbolo della luce di Cristo risorto, è comunicata a noi quella fiamma di amore. Illuminati e avvolti dalla potenza del suo calore, sia bruciata in noi ogni debolezza e peccato, per essere luce che illumina, fuoco che riscalda in un mondo contrassegnato dal buio del peccato e dal freddo degli egoismi”.
Quindi, in processione i fedeli, con un piccolo lumino in mano, sono entrati in chiesa, dove la liturgia è proseguita con le lutture dal libro della Genesi, dell’Esodo, del profeta Gioele, i Salmi, la lettera di San Paolo apostolo ai Romani, canti e invocazioni allo Spirito Santo, nella memoria del battesimo, nei gesti simbolici che ricordano i doni dello Spirito.
Dopo la benedizione dell’acqua, memoria del Battesimo, e l’aspersione dell’assemblea, le preghiere per la chiesa “capace di vivere la vera fraternità della famiglia di Dio, nella condivisione nella povertà”, per la famiglia, per i malati e sofferenti, per la pace in Ucraina e in ogni luogo dove aleggia la violenza e il conflitto, per i cristiani perchè siano generosi tesimoni della pace.

Orvieto – Festival Internazionale d’Arte e Fede

Il Festival torna con un’offerta culturale mirata e coerente nelle due settimane tra le festività della Pentecoste e del Corpus Domini, nell’anno del cinquecentenario dalla morte di Luca Signorelli, proponendo incontri e testimonianze con ospiti illustri del mondo dell’arte, della cultura e della spiritualità, con un programma ricco di concerti, film e conferenze in un ideale cammino di avvicinamento al Corpus Domini, da vivere come un tempo di grazia, di preparazione e di rinnovamento. “Sembra che nella cultura di oggi tutto sia facilmente influenzabile, scrollabile e sostituibile. Ripartiamo dalla bellezza custodita nella memoria collettiva e individuale di chi ha fatto esperienza di Arte e Fede in questi anni, ma anche dalla fame e dalla sete di bellezza e di verità di chi ne è alla ricerca – afferma il direttore artistico, Alessandro Lardani. Vogliamo che il Festival d’Arte e Fede rimanga per tutti un’esperienza autentica di cultura e di spiritualità da portare nel proprio vissuto quotidiano e da vivere in questi giorni a Orvieto,“città-cattedrale-palcoscenico” che abbraccia tutti, la città sul monte che non può rimanere nascosta (Mt.5,14)”. Si inizia lunedì 29 maggio alle 18.00 al Museo Emilio Greco con “Orvieto e la Sacra Rappresentazione nel XXI secolo, tra tradizione e innovazione”, incontro con Karin Coonrod, regista della Compagnia de’ Colombari, al quale interverranno Andrea Brugnera (Ass. Kamina Teatro) e Stefano Benini (Ass. Vox et Iubilum). Nella Sala Eufonica della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” mercoledì 31 maggio alle 16.00 si proietta “Godland” di Hlynur Pálmason e giovedì 1° giugno alle 16.00 “Chiara” di Susanna Nicchiarelli. Entrambi i film saranno introdotti dal critico cinematografico Valentino Saccà. Posti fino ad esaurimento, prenotazioni telefoniche tramite whatsapp al numero 348.7946373.

“Cuore di Padre. La silenziosa potenza di San Giuseppe”, invece, è il titolo della pellicola che sarà in visione giovedì 1° giugno alle 21.00 all’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. Il Film sarà introdotto dai saluti del sindaco, Roberta Tardani. Moderatori dell’incontro Guido Barlozzetti (giornalista/conduttore) e Alessandra Cannistrà (storica dell’arte). Nella stessa sede, sabato 3 giugno alle 18.30, sempre ad ingresso libero, si proietta il cortometraggio già candidato all’Oscar “Le Pupille” di Alice Rohrwacher, con l’attesa partecipazione della regista attualmente impegnata a Cannes con il nuovo film “La Chimera”.. Modererà Sergio Perugini, segretario della Commissione Film della Conferenza Episcopale Italiana. “Sit Laus Plena, la musica di Giuseppe Pedota per il Duomo di Orvieto riscoperta dopo 200 anni” è il concerto in Cattedrale, in programma per domenica 4 giugno alle 19.00, realizzato in collaborazione con il Lions Club Orvieto dalla Corale Vox et Jubilum e dall’Orchestra Calamani. Trascrizioni dei Maestri Riccardo Bonci e Stefano Benini. Sempre in Duomo, lunedì 5 giugno alle 21.00, sarà la volta del concerto-testimonianza dei THE SUN che presenteranno il nuovo album “Qualcosa di vero”, nato da forti esperienze personali e in grado di parlare al cuore di chi vuole fare del proprio cammino una storia autentica

Martedì 6 giugno, ancora in Duomo alle 21.00, XIV edizione della Rassegna Corale di Musica Sacra a cura dell’Associazione “Vox et Jubilum” con la partecipazione de “I Madrigalisti” di Perugia diretti da Mauro Presazzi e “Glissando Vocal Ensamble” di Urbisaglia. “Storia di un violino e del suo albero”, il docufilm in proiezione alla presenza del regista Matteo Ceccarelli mercoledì 7 e giovedì 8 giugno alle 16.30 nella Sala Eufonica della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi”. Posti fino ad esaurimento, prenotazioni telefoniche tramite whatsapp al numero 348.7946373.

“Il Mistero dell’Eucaristia” è il titolo del concerto della Corale di Sant’Andrea diretta dal Maestro Riccardo Cambi che si terrà nella Chiesa di Sant’Andrea mercoledì 7 giugno alle 21.00 con Myungjae Kho, Gabriele Falcioni e Gabriele Anselmi. Letture di Edoardo Siravo. Evento a cura dell’Associazione “Lea Pacini” in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Andrea, con la Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” e l’Unitre. Venerdì 9 giugno alle 17.30, l’incontro “La carne come compimento della salvezza in Luca Signorelli”, tenuto da Padre Jean Paul Hernandez SJ, docente di Arte e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e promosso dall’Opera del Duomo di Orvieto per i 500 anni dalla morte dell’artista. Introdurrà il presidente, Andrea Taddei.

Il Festival Internazionale d’Arte e Fede di Orvieto ha ospitato in questi anni personaggi di primo piano del mondo della cultura tra cui: Angelo Branduardi, Roberto Vecchioni, Claudia Koll, Amedeo Minghi, Susanna Tamaro, Massimo Cacciari, Franco Nero, Giacomo Poretti, Paolo Cevoli, Giovanni Scifoni, Giulio Base, Guido Chiesa, Alice Rohrwacher, P. Enzo Bianchi, P. Antonio Spadaro, P. Bernardo Gianni, Mons. Dario Viganò, Paolo Ruffini, Marco Tarquinio, Don Fabio Rosini, Card. George Pell, Mons. Marco Frisina, Mons. Timothy Verdon, Don Ivan Maffeis, Chiara Amirante, Suor Cristina, Kantiere Kairòs, Debora Vezzani, Costanza Miriano, Don Maurizio Patriciello, Don Luigi M. Epicoco, Suor Anna Nobili, Ambrogio Sparagna, Davide Rondoni, Daniele Mencarelli, Fabrizio Maria Cortese, Antonio Socci, Marco Guzzi, Corrado Augias, Alessandro Zaccuri, Mimmo Muolo, Gerolamo Fazzini, Franco Nembrini, Roberto Filippetti, Mino Milani, Antonella Anghinoni, Rino Cammilleri, Pino Strabioli, Guido Barlozzetti, Gianfranco Vissani, Riccardo Cotarella, Luca Tomassini, Karin Coonrod, Bruce Herman, Natalia Tsarkova, George Campbell e molti altri importanti studiosi delle più prestigiose Università del mondo: Cambridge University, Yale University, University of Sydney, Università di Ginevra, Università di Perugia, Pontificia Università Gregoriana, Pontificia Università della Santa Croce, Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, Pontificia Università Lateranense, oltre a cori, orchestre e compagnie teatrali nazionali e internazionali (Compagnia dé Colombari, Compagnia Jobel Teatro, Compagnia Fattore K, ecc.).

Perugia – festa di Pentecoste, la chiesa di Santo Spirito si impreziosisce di una nuova vetrata artistica

«La nuova vetrata artistica della chiesa di Santo Spirito che inaugureremo il giorno di Pentecoste, festa della nostra comunità parrocchiale, rappresenta la salita al Cielo del Cristo benedicente». Ad annunciarlo è il parroco mons. Saulo Scarabattoli, vicario episcopale della Prima Zona pastorale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, alla guida di una delle comunità parrocchiali del capoluogo umbro più vitali ed impegnate a livello pastorale, culturale e socio-caritativo, contribuendo non poco alla stessa vitalità di uno dei quartieri caratteristici del centro storico perugino.

«L’ascesa al Cielo del Signore Gesù – commenta mons. Scarabattoli – è un invito all’umanità ad alzare lo sguardo verso la Luce di Dio, in un’epoca che vede la società sempre più alle prese con un processo quasi irreversibile di secolarizzazione. Al contempo, ciò che trasmette speranza all’umanità, è la crescente ricerca di Dio da parte dei “lontani” desiderosi di avvicinarsi al Signore Gesù attraverso la Chiesa e i suoi tanti esempi di santità, anche del nostro tempo, e di testimonianze di carità e misericordia».

La chiesa di Santo Spirito, risalente alla fine del ‘500, è una delle più frequentate della città, situata nel rione di Porta Eburnea, che, domenica di Pentecoste 28 maggio, si andrà ad impreziosire di una nuova vetrata collocata sopra la lunetta della porta d’ingresso, venendo inaugurata al termine della celebrazione eucaristica delle ore 11.30.

«Questa splendida vetrata – precisa mons. Scarabattoli – è un’opera realizzata dallo studio Moretti-Caselli e dal tecnico Pierluigi Penzo, grazie al contributo di un privato benefattore e a quello della “Fondazione Perugia”, che, come sempre, dimostra grande sensibilità verso l’arte, anche moderna, e la bellezza che veicolano il desiderio di elevare lo Spirito».

La festa di Pentecoste in questa parrocchia si concluderà domenica sera 28 maggio, alle ore 21, con il concerto canoro del Coro lirico dell’Umbria, diretto dal maestro coreano In Sang Hwang, che eseguirà l’opera “Suor Angelica” del grande compositore Giacomo Puccini (1858-1924) del quale il prossimo anno si celebrerà il centenario della morte.

Terni – veglia diocesana di Pentecoste

Sabato 27 maggio nella Cattedrale Santa Maria Assunta di Terni, alle ore 21, si terrà la veglia di preghiera diocesana per la Pentecoste, che sarà presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu.

La veglia, che rappresenta un importante momento d’incontro per la chiesa locale e di preghiera comunitaria, riunisce in diocesi i vari movimenti ecclesiali, associazioni, parrocchie e i fedeli, in segno di unione e di preghiera comune, perché la Pentecoste sia seme di accoglienza e fraternità, nell’unità tra diversità di carismi e doni, a servizio della Chiesa.

Una preghiera corale per invocare lo Spirito Santo sulla Diocesi, sulla Città e sul mondo, perché i cristiani siano questo mondo di violenza e di guerra portatori di riconciliazione e di pace in tutti i luoghi di vita, soprattutto nei paesi martoriati dai conflitti. Una preghiera per tutti i cresimandi e cresimati di questo anno che ricevono il dono dello Spirito Santo.

La veglia di Pentecoste avrà inizio sul sagrato della cattedrale con l’accensione e la benedizione del fuoco segno di luce e di speranza; in processione i fedeli con la candela in mano entreranno in chiesa, dove la liturgia proseguirà scandita dall’ascolto della parola di Dio, da canti e invocazioni allo Spirito Santo, nella memoria del battesimo, nei gesti simbolici che ricordano i doni dello Spirito.

«E’ lo Spirito che rende attraente e preziosa ogni realtà che è in noi e attorno a noi – ricorda il vescovo Soddu –. In questo periodo del cammino sinodale della Chiesa ci viene chiesto di metterci in ascolto della voce dello Spirito che si manifesta anche attraverso la voce degli altri. L’effusione dello Spirito Santo raggiunga ogni cellula della nostra Diocesi; ogni cristiano ne sappia cogliere il soffio e ognuno possa contribuire a discernere nella Chiesa la sua missione».

Città di Castello – conferenze “Maria Mater Gratiae” il 25 maggio

Terminerà giovedì prossimo il ciclo di conferenze “Maria Mater Gratiae”, promosso dalla Parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Città di Castello per approfondire la conoscenza dell’omonimo santuario e del patrimonio storico-artistico che esso racchiude. L’ultimo appuntamento sarà dedicato alla presenza del pittore Ottaviano Nelli (circa 1375-1444), di cui oggi resta un affresco raffigurante la “Dormitio Viriginis” conservato all’interno della Cappella del Transito. Ne parlerà il prof. Andrea De Marchi, ordinario di Storia dell’Arte Medievale nell’Università degli Studi di Firenze e curatore di una recente mostra dedicata al pittore.

Per tutti gli interessati l’appuntamento è alle 17,30 di giovedì 25 maggio nella cappella della Madonna delle Grazie.

Foligno – La notte dei Santuari a Rasiglia

Giovedì 1° giugno si svolgerà dalle 20.30 alle 23.00 presso il Santuario della Madonna delle Grazie in Rasiglia l’evento “La notte dei santuari”. Iniziativa, di ampio respiro nazionale, promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana che mette in risalto il grande valore simbolico che hanno questi luoghi dello Spirito nel tessuto sociale, culturale e spirituale.
l Santuario della Madonna delle Grazie sorge a circa 2 km dalla frazione di Rasiglia, presso la Strada Statale 319 Sellanese, nelle vicinanze del fiume Menotre. Secondo l’atto di fondazione, rinvenuto nell’archivio notarile di Foligno, il santuario fu fondato il 15 Agosto 1450 da Antonio Bolognini (vescovo di Foligno) su richiesta di don Bartolomeo, parroco di Rasiglia, a seguito del ritrovamento di una statua della Madonna in terracotta, inginocchiata in adorazione del Bambino. Nonostante il successivo spostamento della statua in altre diocesi, essa sarebbe tornata più volte al luogo d’origine e, ritenendo questo un segno della volontà divina, si decise di erigervi una chiesa.
Il nome Madonna delle Grazie si può comprendere guardando gli affreschi ed i numerosissimi ex-voto che sono alcuni dei segni della riconoscenza dei fedeli e delle comunità protetti dalla Madonna. Le grazie elargite sono anche all’origine dei numerosi pellegrinaggi; primi in ordine di tempo quelli dei paesi di Roviglieto, Volperino e Scopoli, in ricordo dei quali Don Pietro Corradi, parroco di Rasiglia, scolpì nel 1937 tre Madonne sulle colonne del porticato antistante.

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Assisi – Celebrazione Eucaristica presieduta dal Cardinale Lazarus You Heung-sik nel Santuario della Spogliazione

“La rivelazione del Risorto che ascende al Cielo culmina con il dono dell’Eucaristia, fonte e sorgente di tutta la vita cristiana. Vita cristiana, che trova il suo apice nell’amore per i fratelli, anche per i nemici. Ecco la vera fraternità, che ci rende capaci di allargare il nostro cuore alla solidarietà verso tutti i fratelli, soprattutto i più poveri!”. È uno dei passaggi dell’omelia della celebrazione eucaristica presieduta nella mattinata di domenica 21 maggio nella Chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione dal cardinale Lazarus You Heung-sik, Prefetto del Dicastero per il Clero con cui si è chiusa la tre giorni in occasione del sesto anniversario dell’inaugurazione del Santuario.

“L’Eucaristia – ha detto ancora il cardinale – trasforma veramente la nostra vita: questa profonda esperienza di vita interiore è propria dei Santi. È pertanto necessario riscoprire, alla loro scuola, il grande valore nascosto nell’Eucaristia, il suo potenziale di bellezza, la sua carica trasformante per la comunità. A leggere la storia ci aiutano loro, i Santi: Francesco, il Beato Carlo. Essi sono il miglior commento al Vangelo, i più fedeli interpreti della storia, di quel dialogo d’amore che lo Spirito intesse con il popolo di Dio, rinviandoci alla contemplazione dell’unico mistero di Cristo nato, morto, risorto, asceso al Padre e inviante lo Spirito, facendo nascere anche in noi il desiderio del Cielo”. E proprio il beato Carlo in tal senso può essere un esempio: “La devozione di Carlo all’Eucaristia non si limitava alla partecipazione alla Messa, ma si prolungava nell’adorazione davanti al tabernacolo. Trascorreva infatti in silenzio molto tempo in preghiera davanti al Santissimo Sacramento. Se ne stava in adorazione davanti a quel Gesù che tanto amava e dal quale si sentiva infinitamente amato e cercato”.

Nel pomeriggio di sabato si è svolta invece la presentazione del libro “Francesco e i vescovi di Assisi, storia di un rapporto”, scritto dal frate conventuale padre Felice Autieri, alla presenza di padre Pietro Messa, docente di storia del francescanesimo alla Pontificia Università Antonianum di Roma, del professore Nicolangelo d’Acunto, ordinario di storia medioevale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino e della giornalista e conduttrice tv, Safiria Leccese che ha moderato l’incontro. Il volume vuole delineare il percorso umano e spirituale vissuto tra Francesco e i vescovi di Assisi, Guido I e Guido II, e raccontare la storia di Francesco da un punto di vista poco noto e inusuale, quello del rapporto del futuro Santo con i vescovi cittadini. “In questo luogo – il saluto introduttivo di monsignor Sorrentino – riemerge non la storia per fare il monumento a qualcuno, ma la storia di qualcosa che va avanti negli anni e nel futuro. Quello che è avvenuto qui è importante per la chiesa e tra le cose avvenute qui c’è anche il rapporto speciale di Francesco con i due vescovi di nome Guido. Un rapporto per tanto tempo oscurato persino nella prima storiografia francescana: tutto quello che noi sappiamo di Francesco è parte di una storiografia che racconta il Francesco santo e non quello storico in carne e ossa. Solo con la sala della Spogliazione, nata intorno al 1600 sotto il vescovo Crescenzi, si cominciò a rileggere la storia raccontando quello che era successo e come Francesco ha trovato nel vescovo un padre in cui sentiva la voce di Dio e in cui trovava l’affetto della chiesa madre”.

Assisi – A un laboratorio di panificazione del Ciad il “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis”

È andato a “Bethleem, la maison du pain”, un progetto per avviare un laboratorio di panificazione e altri prodotti da forno in cui ragazze e ragazzi, poveri e disagiati di Baïbokoum, una piccola città situata nell’estremo sud-ovest del Ciad, possano lavorare insieme, l’assegno da 50.000 euro del Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità, che ha visto la partecipazione, al Santuario della Spogliazione – Chiesa di Santa Maria Maggiore, del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, dell’imprenditore Brunello Cucinelli e del cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Ad annunciare il progetto vincitore, nel corso della mattinata di sabato 20 maggio, moderata da Marina Rosati, direttrice dell’ufficio Comunicazioni sociali della diocesi, è stato il vescovo Sorrentino: “L’anno scorso il Papa con The Economy of Francesco ha avviato un processo di rinnovamento dell’economia, da noi tradotta in questo santuario come economia della fraternità, un processo di rinnovamento che sta sui passi di Francesco. Oggi il nostro abbraccio va a una terra lontana e povera, il Ciad, cui destiniamo 50.000 euro – per cui ringraziamo Dio e il cuore di alcuni benefattori – per mettere in moto un processo di una nuova economia in cui dal basso si aiutano persone che non hanno altro capitale che quello della fraternità”.

“Ringraziamo la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino – le parole del cardinale Tagle – per questo premio che promuove il rinnovamento e ci congratuliamo con i giovani vincitori che diventano agenti di una rinnovata fraternità ed economia. Vediamo gli effetti disumanizzanti e distruttivi di un’economia quando la cura di fratelli e sorelle perde il suo ruolo centrale. Bisogna dire no a un’economia che produce più schiavi che beni, in cui il bene comune viene ignorato e si produce più povertà che pane”.
Cucinelli, che ha realizzato il foulard con la riproduzione dell’affresco della rinuncia dei beni, presente nella sala della Spogliazione, che intende ricordare simbolicamente il mantello con cui il vescovo Guido coprì il corpo di san Francesco nel momento in cui si spogliò nella pubblica piazza e restituì i suoi averi al padre Pietro Di Bernardone, l’auspicio per un nuovo contratto sociale con il Creato: “La pandemia ci ha insegnato a guardare la povertà con occhio diverso e mi piace immaginare che è necessario un nuovo contratto sociale con il Creato. Di contratto sociale hanno parlato in molti, da Platone a Rousseau, e tra di loro si inserisce Francesco, che parlava con tutti: credo che adesso sia arrivato il momento di attivare un nuovo contratto sociale con il Creato, con l’aria, la terra, gli animali. E penso che questo sarà un secolo d’oro in tal senso, anche se abbiamo un problema molto forte da affrontare insieme, quello del lavoro, che è un problema generazionale: negli ultimi 30 anni abbiamo tolto dignità morale ed economica al lavoro operaio, ma dobbiamo ritrovare quell’equilibrio sentendoci tutti persone perbene e anime pensanti”. A ritirare l’assegno da 50.000 euro e ricevere il foulard di Cucinelli sono state la madre generale, suor Mary Melone e suor Brigitte Ndjenoyom, proprio del Ciad: “Grazie per questo gesto senza precedenti che traduce lo spirito di altruismo e generosità espressi dalla spogliazione di San Francesco di Assisi e che si concretizzano oggi nei gesti di aiuto ai più poveri. La crisi economica e sociale non risparmia nessun angolo di umanità e per molte popolazioni le possibilità di riscatto diventano più rare e inaccessibili: è il caso del Ciad, un vasto paese, ricco di materie prime, che sono però a beneficio delle grandi potenze a scapito della popolazione che vive in grande povertà. I giovani di questo Paese subiscono nella maggior parte dei casi violenze e non hanno risorse economiche; abbiamo cercato di concretizzare l’impegno per far lavorare i giovani insieme e utilizzando le risorse che la natura offre è possibile uscire dalla povertà e dare una speranza a questi giovani. Collaboriamo da 8 anni in questa piccola impresa, un panificio, ci siamo dovuti fermare perché si è rotto il forno. Abbiamo pregato e sperato che ci arrivasse aiuto, siamo stati ascoltati. Ora è arrivato il vostro gesto di carità alla nostra opera nata dal basso che rappresenta la realizzazione di una nuova economia capace di rendere i ragazzi più consapevoli delle loro potenzialità”.

SINTESI DEL PROGETTO
Mettendo i propri talenti in comune e utilizzando le risorse locali, il progetto “Bethleem, la maison du pain” vuol far sì che 12 giovani del Ciad, possano prendersi cura di sé stessi e della loro comunità attraverso un lavoro degno. I 12 giovani che si mettono insieme, grazie all’incoraggiamento e l’accompagnamento delle Suore Francescane Angeline in loco, sono poveri e scartati: ragazzi e ragazze di strada, esclusi dalle loro comunità a causa della malattia, considerata motivo di impurità, per esempio l’epilessia, orfani, disoccupati, una ragazza madre, un ragazzo con genitori affetti da epilessia e un altro con genitori non vedenti. Dall’agosto 2023 a giugno 2024, i giovani riceveranno una formazione permanente sull’economia di fraternità, sulla tecnicalità della panificazione e sull’uso degli strumenti durante e al di là del periodo della costruzione del laboratorio e dell’acquisto dei macchinari, previsto tra luglio a novembre 2023 e finanziati dal Premio per la start up, utilizzando largamente gli stakeholder e fornitori locali, ed operai delle città e dei villaggi vicini così da promuovere e sostenere l’economia locale.

Come ha spiegato monsignor Anthony Jesus Aleluia Figueiredo, coordinatore del Premio, membro del Cda della Fondazione diocesana di religione Assisi-Santuario della Spogliazione, il guadagno della vendita sarà reinvestito nell’acquisto delle materie prime e nella messa a regime della produzione che consentirà una retribuzione degna e regolare dei giovani coinvolti nella start up. In più, contando sull’aumento delle risorse finanziarie, derivanti dalla vendita del pane e di altri prodotti da forno sul mercato locale, utilizzando biciclette, tramite il porta a porta nei quartieri della città, nei mercati vicini e presso il panificio stesso, si intende estendere il modello utilizzato per la produzione ad altri prodotti culinari e allestire un piccolo laboratorio per la produzione dei saponi. Saranno utilizzate le risorse naturali e locali, come il karkadè o i semi di arachidi, coinvolgendo altri giovani in situazioni di miseria.

Perugia – presentato il libro “La Chiesa nel digitale…”. Occasione di confronto non solo per addetti. Un “manuale” di “ricerca, formazione, azione” ed anche di “buonsenso”

“Il libro che abbiamo tra le mani è il frutto di un lavoro condiviso e portato avanti con fatica, con passione e con grande attenzione al territorio e di questo sono riconoscente”. Così l’arcivescovo Ivan Maffeis, delegato dei vescovi umbri per le comunicazioni sociali e membro del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, intervenendo a Perugia, il 20 maggio, alla presentazione del volume “La Chiesa nel digitale. Strumenti e proposte” a cura del giornalista Fabio Bolzetta con la prefazione di papa Francesco, per i tipi della Tau Editrice di Todi. Una pubblicazione nata dall’esperienza dei 150 video tutorial realizzati dall’Associazione dei Webmaster Cattolici Italiani (WECA) al cui progetto “Solidarietà digitale” a sostegno delle parrocchie saranno interamente destinati tutti i diritti d’autore del volume.

Camminare insieme per costruire ponti.
La presentazione è stata promossa dall’UCSI Umbria (Unione Cattolica Stampa Italiana) insieme all’Associazione WECA, in collaborazione con l’Archidiocesi, socio fondatore della stessa WECA, avvenuta, ha sottolineato l’arcivescovo Maffeis, alla vigilia della LVII Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Presentarlo oggi, ha detto, “è anche un richiamo a riflettere sul messaggio del Papa per questa LVII Giornata, una esortazione ad ascoltare col cuore per poi parlare col cuore. Il Papa continua a ricordarcelo anche provocandoci con il Sinodo, che diventa un esercizio concreto di essere Chiesa. Una Chiesa che impara ad ascoltare al proprio interno, impara ad ascoltare il mondo facendolo con umiltà e con la consapevolezza che, o si cammina insieme, o non si arriva da nessuna parte, nemmeno quando si possedesse la verità. Papa Francesco, nel messaggio, sottolinea la verità con carità per una comunicazione che sappia costruire ponti e non muri, per una comunicazione che sia sempre più dialogo…”. Mons. Maffeis ha concluso dicendo: “Ringrazio per la presenza, per questo libro, dal curatore ai relatori con cui ho lavorato per anni apprezzandoli e stimandoli, all’editore Andrea Scorzoni della Tau Editrice sia per il coraggio di pubblicare libri sia per la qualità con cui lo fa. Anche questo contribuisce a veicolare contenuti dove la forma è anche sostanza”.

Gli intervenuti.
Alla presentazione, moderata da Daniele Morini, direttore de “La Voce” e di “UmbriaRadio InBlu”, sono intervenuti il presidente dell’UCSI Umbria Manuela Acito, il curatore Fabio Bolzetta, presidente di WECA, Giovanni Silvestri, direttore del Servizio informatico della Cei, e Rita Marchetti, docente di Sociologia dei Media digitali presso l’Università degli Studi di Perugia.
Ricordando l’alluvione. Morini ha tracciato anche le “conclusioni”, auspicando un proficuo prosieguo della Chiesa nel digitale con tre “massime” attinte dal libro, “ricerca, formazione e azione”, aggiungendo una quarta emersa dalla presentazione perugina, quella del “buonsenso”. Un “manuale” per “gestire gli strumenti del digitale e non farsi gestire da essi”. Morini non poteva non aprire l’incontro soffermandosi sull’alluvione in Emilia Romagna, regione a cui “La Voce” è legata venendo stampata a Imola. L’ultimo numero del settimanale potrebbe arrivare ai lettori con qualche giorno di ritardo, un disguido che non ha nulla a che vedere con i gravissimi disagi vissuti da migliaia di abitanti di interi territori devastati con diverse vittime.

Non essere dualisti.
Il moderatore, al termine, ha ricordato l’evento della Marcia della Pace Perugia-Assisi di domenica 21 maggio, che, ha detto, “rientra nelle comunicazioni sociali, perché gli operatori dei media hanno delle responsabilità deontologiche da assolvere. Non possiamo avere due facce di una medaglia, non possiamo essere dualisti: una vicenda va raccontata allo stesso modo sul giornale o in radio e tv, così come sui social”. Una sottolineatura richiamata all’inizio dal presidente UCSI Umbria Acito nel dire che il digitale, riferendosi in particolare ai social, “presenta delle insidie e chi lo abita lo deve fare con attenzione e ben formato”.

Abitare da cristiani il digitale.
Sempre Manuela Acito ha parlato dell’importanza del digitale nei media negli ultimi anni, in particolare nel periodo della pandemia, “un’importanza altissima – ha detto – e di questo ce lo ricorda anche papa Francesco, nell’introduzione del volume, affermando l’importanza che ha avuto la comunicazione digitale e i nuovi strumenti tecnologici, come i social media, per tenere unite le comunità in quel periodo difficile, permettendo ai fedeli di seguire in streaming le messe stando a casa… Ed è sempre il Papa a ricordarci che il virtuale mai potrà sostituire la bellezza dell’incontro a tu per tu, ma il mondo digitale è abitato e va abitato da cristiani”. Su questo aspetto si sono trovati d’accordo anche il curatore del libro Fabio Bolzetta, la docente Rita Marchetti e il direttore informatico Cei Giovanni Silvestri, che, in sintesi, hanno fatto appello al “buonsenso” nell’utilizzo del Web per gli incontri “da remoto” post-pandemia.

Il Web e la Chiesa umbra.
Nel tracciare la storia del Servizio informatico della Cei, Silvestri ha detto che “questo servizio è nato grazie alla lungimiranza, intuizione e saggezza dei vescovi italiani. Intuizione di fornire alla stessa Cei e poi alle diocesi e alle parrocchie una gestione amministrativa trasparente attraverso l’informatizzazione. Anche la comunicazione, con l’arrivo di Internet, l’utilizzo informatico è stato messo a sua disposizione, un binomio sempre più inscindibile tra il nostro Servizio e l’Ufficio Cei per le comunicazioni sociali, dando vita a diverse attività di ricerca anche con l’Università degli Studi di Perugia. Oltre alla rete delle radio e tv cattoliche, è nata l’Associazione WECA e la Diocesi perugina è tra i suoi soci fondatori, a testimonianza che c’è tanta Umbria nel cammino tra gli strumenti informatici e quelli dei media. Un cammino stimolato da vescovi attenti e sensibili come Ennio Antonelli, Giuseppe Chiaretti e Giuseppe Betori e da sacerdoti comunicatori lungimiranti come Elio Bromuri, che tanto si prodigò a mettere in rete tra loro questi mezzi”. E non ha dimenticato di menzionare gli allora giovani “pionieri” del Servizio informatico diocesano, Massimo Cecconi, Simone Cecchini e Andrea Franceschini, oggi titolari della società “H24.it” che collabora con il Servizio informatico della Cei.

La responsabilità di ciascuno.
La prof.ssa Marchetti si è soffermata sulla “responsabilità di ciascuno” non riguardante, come ha scritto il Papa nel citato messaggio, soltanto gli operatori della comunicazione. “In un’epoca di polarizzazione e sommersi da tante informazioni – ha evidenziato la docente –, spesso ci accontentiamo di quello che conferma i nostri pregiudizi, ma dobbiamo fare la nostra parte anche quando crediamo a contenuti creati da altri, con il riflettere e il verificare la loro veridicità, altrimenti contribuiamo ad inquinare il contesto informativo e comunicativo nel quale siamo inseriti”. Inoltre, “tutto quello che leggiamo, vediamo, ascoltiamo attraverso i tanti mezzi di comunicazione, contribuisce alla costruzione sociale della realtà quello che noi reputiamo essere vero. E se l’informazione in generale ha questo ruolo importante, abbiamo tutti il dovere di capire come funzionano le piattaforme digitali e, pertanto, è importante formarsi costantemente. Gli stessi incontri che sta portando avanti la WECA sul territorio nazionale, anche attraverso la presentazione di questo libro, vogliono andare nella direzione di questo percorso formativo”.

Curare il legame con i territori.
Fabio Bolzetta, appena tornato dalle zone alluvionate, ha detto di credere “tantissimo nel legame con i territori” e l’Umbria, ha raccontato, “è la terra di mia moglie, dove mi sono sposato, e ho seguito molto gli eventi sismici del 2016, tanto da essere stato riconosciuto cittadino onorario del Comune di Norcia per i servizi giornalistici realizzati e per il libro ‘Voce dal terremoto’”. Nel rapporto tra media tradizionali e digitale, ha commentato, “quando il digitale si è avvicinato alle colonne dell’editoria, molto spesso, nel contatto con la carta stampata, più che creare connessioni sono stati creati cortocircuiti. Il digitale e le nuove tecnologie comunicative sono state attaccate, perché avrebbero cancellato il cinema e spazzato via il libro. In realtà il digitale non ha eliminato, ma rinnovato ogni media tradizionale a partire dalla tv, che ha perso il suo potere di convocazione, eccetto che per eventi particolari (es. lo sport, il Festival di Sanremo…). E con la pandemia sono state trasformate alcune certezze, dalla qualità e dalla ricchezza di uno studio televisivo al conduttore solitario che presentava il telegiornale della propria abitazione”.
Infine l’auspicio di Bolzetta “ad essere nel cambiamento e la prima esigenza è quella della formazione rispetto ad un mondo che cambia ogni giorno e non riguarda soltanto chi è operatore della comunicazione o dell’informazione, ma chi ha responsabilità rispetto a tali prodotti, o chi ne usufruisce”. E ha concluso con alcune criticità, limiti e disfunzioni del Web, come le “fake news, che non significa notizie errate, ma notizie volutamente false e messe online, come anche temi che riguardano realtà territoriali, come casi nazionali, perché è più facile veicolare la falsità che non la verità”.

Perugia – celebrato il primo anniversario della dedicazione della chiesa San Giovanni Paolo II. L’arcivescovo Ivan Maffeis: “Per essere così giovane, questo luogo è così ricco di memoria, di storia, è denso di preghiera e carico di emozioni, di luce!”

La comunità delle Parrocchie di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino di Perugia, riunite nell’Unità pastorale “San Giovanni Paolo II”, hanno celebrato, nei giorni scorsi, il primo anniversario della dedicazione della chiesa che porta il nome del grande papa polacco. Era il 15 maggio 2022 quando il cardinale Gualtiero Bassetti scelse la dedicazione di questa chiesa come ultimo atto solenne del suo episcopato perugino-pievese.

Una testimonianza inedita. I fedeli, convocati dai parroci don Fabrizio Crocioni e don Antonio Paoletti, si sono ritrovati per un triduo di ringraziamento iniziato il 13 maggio con una serata di “Parole e musica”. Fulcro di questo incontro è stata la “testimonianza inedita” di mons. Vittorio Gepponi, che ha restituito un profilo vivido e attuale del Pontefice santo. Il sacerdote, durante gli anni nei quali ha prestato servizio alla Segreteria di Stato, ha avuto modo di conoscere da vicino il pontefice e ne ha voluto ripercorrere alcuni tratti. Ha destato particolare stupore nei presenti il venire a conoscenza, come nel momento della morte di Giovanni Paolo, moltissime persone si siano convertite. Mons. Gepponi, che ha lavorato alla postulazione del papa, ha letto alcune di queste testimonianze intervallate da canti scelti fra quelli più significativi del pontificato di San Giovanni Paolo II. È stato proiettato anche un video-raccolta di foto della visita del Papa a Perugia il 26 ottobre 1986, della quale sono state fatte ascoltare le parole pronunciate in Piazza IV Novembre rivolte ai giovani.

Sport e Oratorio “GP2”. Non potevano mancare al primo anniversario lo sport e le attività oratoriali. Domenica scorsa in tanti si sono ritrovati sul campo di calcetto per il “Torneo San Giovanni Paolo II”, organizzato dal laboratorio sport dell’Oratorio San Giovanni Paolo II e terminato con una apericena organizzata dal laboratorio famiglie del “GP2”.

La luce della prima candela. Culmine delle celebrazioni, lunedì 15 maggio, è stata l’Eucaristia presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis, che ha rivolto parole dense di affetto alla comunità. “La luce della prima candela di questo primo compleanno è data da una comunità viva, che spezza il pane della fraternità a partire dai sacerdoti, dai fratelli del Cammino Neocatecumenale e del Rinnovamento nello Spirito. Penso anche ai tanti giovani che qui si ritrovano. Per me rimarrà indimenticabile l’accoglienza che mi han fatto il giorno del mio ingresso in questa chiesa (era l’11 settembre 2022, giorno della sua consacrazione episcopale e presa di possesso dell’Archidiocesi, n.d.r.)”.

La testimonianza del primato di Dio. “La luce della prima candela – ha proseguito mons. Maffeis – ha il volto di una Chiesa che testimonia in questo tempo confuso il primato di Dio, della sua misericordia. Siete il luogo in cui ci si educa a rispondere con amore all’amore di Dio. Una comunità alternativa che mostra che c’è la possibilità in modo diverso, nel perdono, nell’amore gratuito. Per essere così giovane, questo luogo è così ricco di memoria, di storia, è denso di preghiera e carico di emozioni, di luce!”

La chiamata dei più piccoli sul presbiterio. La celebrazione ha visto anche la benedizione per il venticinquesimo di ordinazione del diacono Remigio Dolci, che è stato accolto da un lungo e spontaneo applauso dall’assemblea, segno di gratitudine per la sua presenza e il suo servizio. Al termine della celebrazione, mons. Maffeis ha voluto chiamare sul presbiterio tutti i bambini e ragazzi, dagli zero ai dodici anni, per una benedizione corale e particolarmente festosa.