Assisi – Avvento con The Economy of Francesco: Esperar. C’è un tempo per la pace e un tempo per la pace

Una nuova economia, ispirata a Francesco d’Assisi, oggi può e deve essere un’economia amica della Terra e un’economia di pace. Ed è proprio l’impegno per la pace che i giovani e le giovani di The Economy of Francesco (EoF) hanno messo al centro dell’iniziativa organizzata in occasione dell’Avvento 2023 dal titolo Esperar. C’è un tempo per la pace e un tempo per la pace, dal 30 novembre per quattro appuntamenti online, tutti i giovedì di Avvento, alle 9.00 pm (CET).

«Essere economisti e imprenditori “di Francesco” significa essere necessariamente donne e uomini di pace: non darsi pace per la pace». Sono le parole di Papa Francesco in occasione del IV EoF Global Gathering dello scorso 6 ottobre. In questo tempo di smarrimento e in quest’ora buia del mondo, i giovani economisti e imprenditori, coinvolti in centinaia di attività e progetti in tutto il mondo, hanno deciso di dedicare quattro incontri alla riflessione e all’ascolto, in occasione dell’Avvento, un tempo di attesa e di speranza, per tutti. Un esercizio collettivo per ri-trovare il senso profondo e le vere ragioni per sperare, sognare e impegnarsi per un mondo nuovo, e per reimparare insieme quella speranza – civile, sociale, politica – che dà coraggio, senso e direzione all’agire umano. “È questa speranza che oggi dobbiamo esercitare quotidianamente e riaccendere, soprattutto insieme, per ripartire nella politica, nei mercati, nelle imprese, che non possono restare luoghi di-sperati “– raccontano gli organizzatori. “Occorre aumentare gli atti e gli esercizi virtuosi di speranza, che vanno raccontati l’un l’altro e amplificati dai media, perché la speranza è contagiosa, più dello scoraggiamento e della disperazione civile”.

Un percorso, dunque, fra riflessioni, arte, musica e spazi di dialogo anche per ritrovare quell’altra forma di speranza, quella che non si raggiunge con l’esercizio e con l’impegno, perché è, semplicemente, dono e gratuità. “Questa speranza non può essere né calcolata né prevista, ma attesa e desiderata. C’è, infatti – ricordano i giovani – un legame profondo tra speranza e attesa, come lascia intendere il verbo esperar della lingua spagnola e portoghese nel suo duplice significato di sperare e attendere. Non siamo noi a generare questa speranza, è un dono e come tale non ci può essere rubato da nessuna tristezza e disperazione del presente”.

E proprio alla luce della speranza e dell’attesa si articoleranno i quattro incontri costruiti a partire da quattro riflessioni-temi che arriveranno da altrettanti luoghi significativi. Il primo tema è stato affidato all’economista Luigino Bruni che dal Santuario del Presepio di Greccio proporrà La speranza non vana nella terra del non-ancora. Da Florianópolis il secondo appuntamento a cura del brasiliano Padre Vilson Groh, dedicato al tema I poveri saranno sempre con voi (Mc 14). Direttamente da Betlemme, Fadi Kattan, economista, e il Caritas Baby Hospital testimonieranno cosa significa Non darsi pace per la pace. E infine da Piazza San Pietro che da tempo ospita il monumento al Migrante “Angel Unwares” Amaya Valcarcel, del Jesuit Refugee Service, proporrà una riflessione a partire da Mt 25: Ero straniero e mi avete accolto.

I quattro incontri, aperti a tutti, si svolgeranno su piattaforma digitale, in più lingue. Per maggiori informazioni: www.francescoeconomy.org

Città di Castello – preghiera della comunità cattolica e ortodossa rumena nella festa di sant’Andrea

Mercoledì 29 novembre le comunità cattolica e ortodossa rumena di Città di Castello vivranno insieme un momento di preghiera in occasione della festa di sant’Andrea Apostolo, patrono della Chiesa Ortodossa e della Romania.
Alle ore 20,45 le due comunità si ritroveranno nella chiesa di San Francesco, dove si conserva l’insigne reliquia del braccio dell’Apostolo che la tradizione vuole, essere stato donato da papa Celestino II (1143-1144) a un monastero di Città di Castello nel quale era monaca una sua sorella. Dopo la celebrazione dei primi vespri, la reliquia verrà consegnata alla comunità ortodossa rumena e, processionalmente, sarà condotta nella chiesa di San Ventura, dove sarà cantato l’inno Akatistos in onore di sant’Andrea. Tutti i fedeli sono invitati a partecipare a questo momento di preghiera ecumenica, che rafforza i legami fra le comunità cristiane presenti in città.

Presepe sotto le stelle alla Porziuncola

Domenica 3 dicembre 2023 si inaugura, davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, il Grande Presepe. Si tratta di un’istallazione in stile popolare di circa 200 mq di grande impatto che rimarrà in piazza fino al 7 gennaio 2024. Contestualmente viene inaugurata anche la Mostra Internazionale dei Presepi, collocata nel Chiostro del Convento e visitabile tutti i giorni ore: 9.00-12.30; 14.30-19.00.
Per presentarli, domenica 3 dicembre p.v. a partire dalle ore 16, si terrà al Refettorietto del Convento Porziuncola di S. Maria degli Angeli, una conferenza stampa in cui, insieme alle istituzioni (Frati Minori di Assisi, Clarisse, Ordine Francescano Secolare, Diocesi di Assisi, Regione Umbria, Comune di Assisi), sarà presente in videoconferenza il Patriarca di Gerusalemme, S.B. Cardinal Pierbattista Pizzaballa.
Nella stessa occasione verrà infatti presentata anche la campagna di raccolta fondi: “La speranza oltre la guerra: ricostruisci insieme a noi il futuro in Terra Santa”, che la Provincia Serafica di San Francesco ha scelto di realizzare per sostenere il Patriarcato Latino di Gerusalemme e con esso gli oltre 3000 cristiani palestinesi che in Cisgiordania hanno perso il lavoro e con esso anche la speranza di un futuro.
Inoltre, in occasione dell’800° anniversario del “Natale di Greccio” la Penitenzieria Apostolica ha concesso l’Indulgenza plenaria a tutti i fedeli che, alle solite condizioni, dall’8 dicembre 2023 al 2 febbraio 2024 visiteranno una chiesa affidata alla cura pastorale dei frati francescani in tutto il mondo. La Conferenza episcopale italiana (CEI) sostiene l’iniziativa Un presepe in ogni casa per avvicinare, come fece il Poverello di Assisi, tanti credenti al Vangelo.

Terni – Giornata della Gioventù diocesana “Lieti nella speranza” – testimonianze dei giovani e spettacolo “Il mercante di stoffe” dedicato alla storia di San Francesco

Si terrà in piazza Duomo e nella Cattedrale di Terni, domenica 26 novembre dalle ore 18 alle 20, l’incontro diocesano dei giovani per la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) celebrata nelle Chiese particolari.
L’incontro dal tema “Lieti nella speranza” segna il cammino dei giovani verso il Giubileo del 2025, quando si svolgerà l’incontro giubilare dei giovani.
La giornata diocesana del 26 novembre, organizzata dall’ufficio diocesano di Pastorale Giovanile e dal centro diocesano Vocazioni, sarà caratterizzata da momenti di condivisione e fraternità, con testimonianze di giovani che hanno partecipato alla Gmg di Lisbona e di altre esperienze di ricerca vocazionale nella vita, insieme a canti, bans e lo spettacolo “Il mercante di stoffe” di Matteo Corrado, dedicato alla vita di San Francesco di Assisi. La serata si concluderà con la musica dei giovani in festa e il momento di preghiera con il vescovo Francesco Soddu.
L’incontro è per tutti i giovanissimi e giovani della diocesi, con la presenza di ragazzi non italiani che sono accolti in città.
«Il personaggio che accompagnerà i giovani nel corso della serata è san Francesco, protagonista dello spettacolo in Cattedrale – spiega don Luca Andreani responsabile della pastorale giovanile diocesana – che attraverso segni colorati e parole, aiuterà a comprendere come dal disordine, che anche le sfumature e tempi della vita possono generare e far nascere l’esigenza di un aiuto e di un discernimento, alla fine si possa arrivare ad una armonia come in un arcobaleno della vita, che sia riflesso della luce bianca, attinta dal Signore. Da qui diventare testimoni, come incoraggia papa Francesco, invitati a far brillare e custodire questa luce, ma anche a condividerla con tutti perchè si amplifichi sempre più».
Papa Francesco nel suo messaggio invita i giovani a camminare sulla via della Speranza, facendo tesoro dell’esperienza della GMG di Lisbona con la meta del Giubileo nel 2025, in un cammino ininterrotto di crescita umana e spirituale da condividere con animatori, educatori, amici.
Al termine della serata a tutti sarà consegnato un gadget a ricordo dell’evento.

L’inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-24 dell’ITA e dell’ISSRA di Assisi con la prolusione del cardinale Mario Grech

Sarà il cardinale Mario Grech, segretario generale della Segreteria del Sinodo, a tenere la prolusione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-24 dell’Istituto Teologico (ITA) e dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose (ISSRA) di Assisi, venerdì 24 novembre, alle ore 11, nell’aula magna dei due Istituti, presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” della città serafica. La prolusione, dedicata al tema “Sinodalità e ministeri ecclesiali”, potrà essere seguita in diretta online il cui link è disponibile nelle news del sito: www.ita-issara.it<http://www.ita-issara.it> .
Precederà la cerimonia inaugurale, la celebrazione eucaristica (ore 9), nella chiesa interna al Seminario, presieduta dall’arcivescovo mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) e moderatore delle due Istituzioni accademiche, insieme al preside dell’ITA, prof. padre Giulio Michelini (Ofm), al rettore del Seminario, don Francesco Verzini, e ad altri sacerdoti docenti, alla presenza del direttore dell’ISSRA, prof.ssa suor Roberta Vinerba, di professori, studenti e personale amministrativo. Durante la celebrazione il corpo docente dei due Istituti riceverà ufficialmente dal presule moderatore la “missio canonica”.
«La scelta di affidare al cardinale Mario Grech la prolusione della solenne inaugurazione dell’Anno Accademico dei nostri Istituti – commenta lsuor Roberta Vinerba -, dice la volontà di entrare da parte delle nostre Istituzioni accademiche all’interno e sempre più pienamente dell’evento sinodale che stiamo vivendo. Si tratta di un importante momento ecclesiale che interpella anche noi come teologi, particolarmente lieti di ascoltare il cardinale che ci offrirà, certamente, motivi di riflessione e strumenti per un ulteriore lavoro teologico che trasmettiamo, innanzitutto, ai nostri studenti sempre più numerosi (gli iscritti complessivi sono oltre 250, n.d.r.) e con loro alla Chiesa e alla società».

Città della Pieve: “Lieti nella Speranza” (Rm 12,12), la “Fiaccolata per i giovani che non si arrendono”, per la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) nelle Chiese particolari

Si terrà a Città della Pieve, sabato sera 25 novembre, con inizio presso il Santuario della Madonna di Fatima, alle ore 19.15, l’incontro diocesano dei giovani per la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) celebrata nelle Chiese particolari domenica 26 novembre (la prossima edizione internazionale della GMG sarà a Seul, in Corea del Sud, nel 2027, mentre a Roma, nel 2025, si svolgerà il Giubileo dei giovani).

Fiaccolata per non arrendersi. L’incontro, che verterà sul tema “Lieti nella Speranza” (Rm 12,12), sarà una “Fiaccolata per i giovani che non si arrendono”. A invitare tutti i ragazzi e le ragazze della comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve è l’Ufficio di Pastorale Giovanile, insieme agli Uffici di Pastorale Vocazionale ed Universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini.

La seconda volta a Città della Pieve. Da quando papa Francesco ha posticipato la GMG da celebrarsi nelle Chiese particolari, dalla Domenica delle Palme alla Domenica della Solennità di Cristo Re, è la seconda volta che i giovani si incontrano a Città della Pieve per vivere insieme quest’appuntamento. «Perché a Città della Pieve? Perché la nostra Diocesi è tutta bella». Lo dicono i promotori della GMG diocesana, perché, spiegano, «i ragazzi si meritano l’opportunità di vivere ogni luogo e ogni ambiente delle nostre Chiese particolari. Perché, come ha sottolineato il vescovo Ivan nella lettera pastorale Il coraggio dei passi, “è avvertito come decisivo anche il decentramento delle iniziative diocesane”, che siamo concretamente chiamati a viverlo anche con i ragazzi e i giovani”».

Non arrendersi alla disperazione. Lo richiama don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile, nel dire: «Dare un appuntamento ai ragazzi significa soprattutto esserci per aspettarli lì, per vivere insieme un tratto di strada, per fare in modo che nessuno abdichi alla missione a cui è chiamato, chi di accompagnatore, chi di accompagnato lungo la via della speranza troppo spesso minacciata dalle vite martoriate di giovani, bambini, ragazzi, adulti che, loro malgrado, vivono nel buio e che aspettano la nostra mano, vera, concreta, fraterna. Sabato sera la fiaccola accesa di ogni ragazzo starà a dire che noi non ci arrendiamo alla disperazione, ma seguiamo Cristo Re dell’Universo». Don Luca, senza svelare tutto quello che i giovani vivranno sabato sera a Città della Pieve, ringrazia fin d’ora per la collaborazione il Monastero delle Clarisse di Santa Lucia e il Santuario della Madonna di Fatima, tutti i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi e i parroci delle Zone e delle Unità pastorali dell’Archidiocesi, oltre che i responsabili dell’Area pastorale diocesana.

Dalla GMG al Giubileo dei giovani. A parlarne è sempre don Luca nel commentare il messaggio del Papa per la XXXVIII GMG (cfr. La “Fiaccolata per i giovani che non si arrendono” – Diocesi Perugia ), soffermandosi sull’invito del Santo Padre ai giovani, quello, sottolinea il direttore della Pastorale giovanile, «a camminare sulla via della Speranza, facendo tesoro dell’esperienza della GMG di Lisbona con la meta del Giubileo nel 2025, vivendo la propria crescita umana e spirituale di tappa in tappa accompagnati da sacerdoti, animatori, educatori, amici con cui condividere la vita e la strada quotidiana, sia nei tornanti impervi delle difficoltà, nei crocicchi delle scelte, nelle salite dello studio, che nelle valli assolate della gioiosa fatica davanti alla Terra Promessa».

Amelia – festa della patrona Santa Fermina

Venerdì 24 novembre ad Amelia si celebrerà la festa di santa Fermina, patrona della città e copatrona della diocesi di Terni-Narni-Amelia. Una celebrazione che è un evento religioso e civile, un incontro tra Amelia e Civitavecchia per rinsaldare il gemellaggio tra le due città nel nome della comune patrona Fermina, giovane martire del III secolo.
Quest’anno la ricorrenza di Santa Fermina coincide con il centenario dell’ordinazione sacerdotale del servo di Dio mons. Vincenzo Lojali.
“La festa di santa Fermina vuol essere ancor più una occasione di preghiera, per rinnovare con entusiasmo la nostra fede e il nostro impegno coraggioso per vivere un tempo di rinascita materiale e spirituale. L’esempio e la testimonianza nel martirio che santa Fermina ci offre, sia per tutti incoraggiamento a rimanere fedeli al Signore, diventando sempre più testimoni e costruttori di pace e di fraternità”.

Due saranno i principali momenti liturgici del 24 novembre: alle ore 11.00 solenne celebrazione in comunione con la Chiesa di Civitavecchia-Tarquinia presieduta dal Card. Gualtiero Bassetti, presenti i Vescovi dell’Umbria, mons. Gianrico Ruzza vescovo di Civitavecchia-Tarquinia e Porto Santa Rufina con la partecipazione del clero, delle Autorità Marittime e dei pellegrini di Civitavecchia. Al termine proclamazione degli alunni vincitori del “Concorso Santa Fermina” rivolto agli istituti scolastici di Amelia.
Alle ore 17.00 nella concattedrale di Amelia solenne pontificale presieduto da mons. Francesco Antonio Soddu Vescovo di Terni-Narni-Amelia, preceduta dal corteo storico e dalla cerimonia della Offerta dei Ceri da parte dei Sindaci del comprensorio amerino e di Civitavecchia, secondo gli statuti comunali del 1346, ceri che saranno accesi con la fiaccola portata dalla staffetta podistica giunta da Civitavecchia.
I canti liturgici verranno eseguiti dalla Cappella Musicale del Duomo e dai Cori della Vicaria di Amelia-Valle Teverina.

SANTA FERMINA
Di origini romane, Fermina si convertì giovanissima al Cristianesimo, con impegno ed entusiasmo si consacrò all’apostolato, convertendo tantissime persone, sollecitata da una fede fervida e operosa. Secondo la sua passio, che non è anteriore al sec. VI, Fermina era una vergine romana figlia dello stesso praefectus urbis, Calpurnio. Da Roma la famiglia si trasferì a Civitavecchia e quindi ad Amelia. La giovane Fermina qui visse una vita eremitica, rivolgendo ai fedeli parole di conforto esortandoli coraggiosamente alla fede e all’amore.
Un consularis Olimpiade, che aveva tentato di sedurla, fu da lei convertito e diede poi la vita per la fede. Fermina seppellì il martire in un suo fondo detto Agulianus a circa otto miglia da Amelia il 1° dicembre.
Denunciata come cristiana, Fermina fu arrestata e condotta davanti al giudice Megezio il quale, nemico acerrimo dei cristiani, la sottopose a minacce e tormenti più spietati che non spezzarono però il suo coraggioso rifiuto di rinnegare la fede cristiana. Più tardi anche lei subì il martirio. Era il 24 novembre del 304 d. C quando la giovane Fermina fu martirizzata dal Prefetto romano di Amelia, Magenzio. Dopo numerosi tormenti, appesa con i capelli alla colonna (la tradizione vuole che sia quella posta all’ingresso del Duomo), mentre veniva torturata con le fiamme, Fermina morì pregando il Signore per sé e per i suoi persecutori. Molti vedendola morire in quel modo si convertirono al Vangelo. I resti del prezioso corpo vennero segretamente sepolti con grande venerazione dai Cristiani, fuori le mura di Amelia, e vi restarono occulti per circa sei secoli. Furono ritrovati nell’anno 870 e da allora sono solennemente custoditi nella Cattedrale di Amelia.
Le si attribuiscono numerosi miracoli, uno dei quali avvenne durante la navigazione verso Civitavecchia (allora Centumcellae); una violenta tempesta che infuriava in mare sulle imbarcazioni venne placata dall’intervento miracoloso della vergine Fermina. La santa sostò per un periodo in una grotta del porto, sulla quale è stato successivamente costruito il Forte Michelangelo. Per questo è anche la protettrice dei naviganti. Dopo oltre 17 secoli, Fermina è un esempio di come amare il Signore, anche in mezzo ai sacrifici, ai problemi, alle difficoltà della vita e, le celebrazioni in suo onore, mostrano, ancora oggi, l’intensa devozione che la popolazione locale da secoli destina alla propria patrona. La festa di Santa Fermina a Civitavecchia si celebra il 28 aprile, giorno in cui giunsero nella città le reliquie donate dalla città di Amelia (28 aprile 1647).

Assisi – reliquia del beato Carlo Acutis per la terza volta in Irlanda

È una grande benedizione che la reliquia del Beato Carlo Acutis sia accolta nell’arcidiocesi di Dublino, capitale della Repubblica d’Irlanda! Il primo Beato millennial, che segue le orme di San Francesco d’Assisi, è un invito a tutti, soprattutto ai giovani e alle famiglie, a non sprecare la vita, ma a farne un capolavoro”. Sono le parole del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, in vista del nuovo pellegrinaggio della reliquia del primo Beato millennial, Carlo Acutis. Il frammento del pericardio sarà in Irlanda dal 24 al 27 novembre: arriverà nel convento dei Cappuccini, a Church Street (24-25 novembre), nella chiesa del Santo Redentore, a Bray, con la presenza dell’arcivescovo Dermot Farrell (25-26 novembre), alla Sacra Famiglia, Aughrim Street (26 novembre), e San Kevin e San Kilian, Kilnamanagh-Castleview (27 novembre). Ad accompagnare il frammento della reliquia sarà monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni internazionali della diocesi. Il beato Carlo, il ragazzino in “jeans e scarpe da ginnastica”, è morto per leucemia a soli 15 anni nel 2006; nutriva una passione per la santità e basava la sua vita sull’Eucaristia per crescere nel rapporto con Gesù. Come diceva sempre “Essere sempre uniti a Gesù questo è il mio programma di vita”. Carlo, ispirato dalla Madonna e dai Santi, fu trasfigurato dall’amore per Dio e per il prossimo, soprattutto agli ultimi della società, nutrito dalla coerenza nella vita sacramentale e nell’Adorazione. La reliquia del beato Carlo Acutis è già stata due volte in sei diocesi irlandesi: a giugno nell’arcidiocesi di Armagh e nella diocesi di Down e Connor, e in settembre nelle diocesi di Derry, Elphin, Tuam (Knock) e Dromore: in entrambi i casi, attirando migliaia di pellegrini.

La Chiesa perugina ricorda la figura di don Arturo Gabrijelcic a trent’anni dalla morte con l’intitolazione della sala studio dell’Archivio diocesano e la messa in memoria del dies natalis in cattedrale

La Chiesa diocesana di Perugia-Città della Pieve si appresta a celebrare, giovedì 23 novembre, il trentesimo anniversario della morte improvvisa e prematura di don Arturo Gabrijelcic (1936-1993), che lo colse nel pieno della sua attività di responsabile dell’Archivio storico diocesano e di cappellano della Residenza per anziani “Fontenuovo”. Proprio in questa residenza, il 23 novembre 1993, «al termine di un funerale da lui officiato, mentre intonava un canto alla Madonna, il dies natalis lo colse all’improvviso». Lo scrive nel profilo biografico dedicato a don Arturo l’archivista diocesana Isabella Farinelli, il cui testo integrale è consultabile e scaricabile sul sito diocesano, al link: Profilo-biografico-di-don-Arturo-Gabrijelcic-1936-1993-a-cura-di-Isabella-Farinelli-archivista-diocesana-.pdf (diocesi.perugia.it) . «I funerali furono celebrati il 25 novembre 1993 da mons. Ennio Antonelli arcivescovo – scrive la dott.ssa Farinelli, a conclusione del profilo –, alla presenza di una folla commossa, costernata ma forse, più di tutto stupita. C’era nell’aria la consapevolezza, quasi che gran parte di questa figura poliedrica, presente in vari ambiti, ma per molti altri versi nascosta e misteriosa, dovesse ancora rivelarsi».

Una pubblicazione dedicata a don Arturo. Questo profilo biografico, spiega l’autrice, «costituirà parte integrante della piccola pubblicazione che l’Archidiocesi sta realizzando per l’occasione. Nella prima parte del volumetto sarà ripubblicato il saggio Vescovi e cattedrale, relazione pronunciata al convegno che ebbe luogo nella cattedrale perugina nel 1988, summa dei numerosi studi storico-archivistici e dell’appassionato spirito pastorale di don Arturo. Il dotto sacerdote fu inoltre autore di saggi sulle origini del Seminario e su Fontenuovo, e lasciò numerosi studi manoscritti, purtroppo incompiuti, versati all’Archivio da sua madre Emma».

Fondatore dell’Archivio storico diocesano. A don Gabrijelcic si deve la nascita dell’istituzione archivistica diocesana come è strutturata attualmente, aperta al pubblico e alle scolaresche, seppur non più ubicata in Arcivescovado ma, a seguito del sisma del 1997, nella nuova sede di via dell’Aquila, nelle vicinanze della chiesa di San Severo a Porta Sole. Quest’istituzione, citata grazie al suo fondatore nella Guida degli Archivi diocesani d’Italia edita dall’Associazione Archivistica Ecclesiastica, «ospita materiale archivistico disposto secondo criteri scientifici – precisa la dott.ssa Farinelli –, con l’aiuto di studiosi e volontari, tra cui la sua stessa mamma. A lui si deve la raccolta di molti archivi parrocchiali e confraternali, in sedi rimaste vacanti e incustodite, salvandoli in tal mondo dalla dispersione e inventariandoli in schede manoscritte che sono tuttora in uso».

Programma del 30° anniversario della morte. La Chiesa perugina ricorderà questo suo insigne sacerdote giovedì 23 novembre, alle ore 16, presso l’Archivio storico diocesano, intitolandogli la sala studio dell’istituzione arcivistica, dove sono presenti i ritratti di don Arturo e della madre Emma, a firma dell’artista Gustavo Benucci, datati 1988. Interverranno l’arcivescovo mons. Ivan Maffeis e il vicario generale don Simone Sorbaioli.

Seguirà, alle ore 18, la santa messa commemorativa, nella cattedrale di San Lorenzo, alla quale è dedicato il menzionato saggio di don Gabrijelcic Vescovi e cattedrale.

Amelia – l’arcivescovo di Santo Domingo in visita nel cinquecentenario della morte di mons. Geraldini

In occasione delle celebrazioni del Cinquecentenario della morte (1524-2024) di Alessandro Geraldini, primo vescovo residente di Santo Domingo, nato ad Amelia nel 1455, domenica 19 novembre è stato in visita ad Amelia mons. Francisco Ozoria Acosta arcivescovo metropolita di Santo Domingo e primate delle Indie, 50esimo successore di mons. Geraldini. L’arcivescovo è stato accolto in città dal vescovo Francesco Antonio Soddu, dal sindaco di Amelia Laura Pernazza, dalle autorità civili e militari, e dagli sbandieratori città di Amelia, che si sono esibiti in un breve spettacolo. Il vescovo Soddu nelle parole di benvenuto ha ricordato l’importanza di questo centenario che intende ricordare lo spirito missionario del vescovo di Santo Domingo.
Mons. Ozoria Acosta che ha presieduto la solenne conclebrazione nella concattedrale di Amelia, nella festa della Dedicazione della Basilica Concattedrale, ha ringraziato per l’accoglienza ricevuta ed ha elogiato il comitato organizzatore del centenario Geraldiniano per l’impegno nella riscoperta e valorizzazione di un personaggio che ha segnato la storia dell’evangelizzazione del nuovo mondo.
“Nel discorso che proclamò al suo arrivo a Santo Domingo – ha ricordato l’arcivesco Acosta – parlò di corresponsabilità pastorale, anticipando i tempi moderni. Fu un insigne diplomatico ecclesiastico, un’educatore e un pastore attento al suo popolo. Tante furono le sue missioni diplomatiche che lo portarono in 17 paesi tra Europa e Arica per arrivare, infine, a Santo Domingo. Nel suo ministero episcopale portò il Vangelo a tutti coloro che gli erano stati affidati. Oggi la chiesa dominicana sta camminando verso il futuro, ma dipende dalla nostra personale conversione, dal desiderio di camminare insieme e riflettere il vangelo in ogni persona”.
L’arcivescovo di Santo Domingo ha donato dei libri sulla Cattedrale di cui lo stesso Geraldini avviò la costruzione, una biografia del vescovo Geraldini e la storia degli episcopati dominicani.
Un libro sulla storia e tradizioni di Amelia è stato donato all’arcivescovo Azoria Acosta dalla sindaca Pernazza insieme a dei prodotti tipici dell’amerino, mentre il vescovo Soddu ha donato una quadro con la riproduzione dell’antico dipinto della Madonna Assunta custodita nella concattedrale di Amelia.