L’occasione per ricordare i primi dieci anni di attività del “Villaggio della Carità – Sorella Provvidenza” di Perugia, inaugurato il 29 gennaio 2014, giorno della festa del santo patrono Costanzo, è stata la benedizione e presentazione del dipinto “Tabgha – Moltiplicazione dei pani e dei pesci” dell’artista Riccardo Secchi. Presenti, oltre l’autore, l’arcivescovo Ivan Maffeis, il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli e il presidente della Fondazione di Carità “San Lorenzo”, organismo operativo della stessa Caritas che gestisce il “Villaggio”. Sede anche della Caritas diocesana, nel “Villaggio” si trovano il Centro di ascolto diocesano, l’Emporio della solidarietà “Tabgha”, gli appartamenti che ospitano attualmente 24 famiglie in gravi difficoltà, la “Farmacia solidale”, il “Consultorio medico” e la Mensa “Don Gualtiero” dove è stato posizionato sulla parete di fronte all’ingresso questo dipinto dalle grandi dimensioni (380×138 cm, tempera acrilica su tavola di betulla), che richiama l’opera quotidiana nella preparazione e distribuzione di oltre 100 pasti caldi (dal lunedì al sabato), oltre a quella di accoglienza e di ascolto degli ospiti svolta da diversi volontari.
Una fotografia di quello che si vive. Le parole dell’arcivescovo Maffeis: «Grazie a chi ha realizzato l’opera e all’interpretazione che ha dato all’opera stessa, perché questo curvarsi di Gesù è forzato in maniera esagerata come lo è la carità, che è un dono, una gratuità. Giustamente il nostro autore ci aiuta a leggere l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci come un esempio chiaro del cammino che Gesù ha fatto di donazione di sé stesso, di “svotamento” come ci dice san Paolo. In questo dipinto credo che ci sia non solo un richiamo diretto al Vangelo, ma ci sia anche una fotografia di quello che qui dentro si vive».
Richiamo ad una carità impegnativa. Le parole dell’artista Secchi: «Riflettendo su quanto appena detto da mons. Maffeis, la mia intenzione è stata quella di lasciare un elemento di bellezza all’interno di questa mensa che sia esplicativo della bellezza che tutti i giorni si vive qui dentro, l’esperienza della Carità. I colori e la gioia che esprime questo dipinto sono un augurio a quanti vi operano, ma anche una richiesta di sacrificio, come si vede dalla posizione della figura di Gesù, perché in questo luogo non si esercita una carità a buon mercato, ma richiede tanto impegno».
Costruire insieme un percorso di dignità e relazione. Le parole del direttore don Briziarelli: «Oggi per noi è una giornata speciale nel festeggiare dieci anni di attività del “Villaggio della Carità”. È un luogo che è diventato d’incontro, punto di riferimento per la Carità della nostra città, un luogo che ha accolto centinaia di famiglie in questi primi dieci anni, restituendo loro un cammino bello, un cammino che le ha riportate all’autonomia, alla dignità, perché questo siamo chiamati a vivere come operatori della Carità. Continuiamo ad accogliere tante persone: l’Emporio “Tabgha” dove quasi 800 famiglie vengono a fare la “spesa”, il Centro di ascolto diocesano che ha superato i 12mila ascolti, la “Farmacia solidale” con i suoi oltre 1.000 accessi e la bellissima mensa dove abbiamo benedetto questa meravigliosa opera dell’artista Riccardo Secchi, un luogo dove ogni giorno viene moltiplicato il pane, il cibo per più di 100 poveri. Il “Villaggio” è una vera e propria cittadella della Carità dove quotidianamente centinaia di persone, tra poveri e volontari, si incontrano per costruire insieme un percorso di dignità e di relazione».
Illustrazione del dipinto. La tavola ci presenta l’episodio evangelico della seconda “Moltiplicazione dei pani e dei pesci” in uno stile pittorico volutamente semplice e immediato, dove colore e forme naïf, cioè ingenue, fondano il linguaggio di una comunicazione più diretta. Al centro della composizione giganteggia la figura di Cristo, piegato verso il basso per raccogliere pani e pesci da consegnare ai discepoli. Questo “piegarsi” richiama ciò che san Paolo scrive nella Lettera ai Filippesi per introdurci al mistero dello spogliamento di Cristo (“kenosis”) per amore degli uomini. La postura di Gesù è, infatti, intenzionalmente forzata e difficile da mantenersi, a sottolineare la determinazione del gesto del Figlio di Dio e il suo desiderio di servire e di offrire sé stesso ai discepoli. Il gesto di Cristo è chiaramente profezia dell’Eucarestia che Gesù istituirà il Giovedì Santo nel Cenacolo con gli Apostoli poco prima di iniziare la Sua Passione. Mentre le vesti di Cristo splendono della Sua divinità, i discepoli, avvolti da panni più modesti, esprimono, con i loro volti e con le mani, lo stupore per il miracolo che vedono accadere davanti ai loro occhi. L’episodio è ambientato dai Vangeli sulle rive del Lago di Tiberiade in una località detta Tabgha, dal greco “Hepta Pegon”, cioè Sette fonti che sono raffigurate alle spalle dei personaggi principali. Queste fonti di abbondante acqua potrebbero raffigurare i sette sacramenti creati da Cristo per sostenere la vita di ogni uomo che lo vuole seguire.