SPIRITO DI ASSISI, PREGHIERA PER LA CINA, LE VITTIME E I FAMIGLIARI DEL CORONAVIRUS

“L’epidemia del Coronavirus in corso ci chiede di esprimere con la preghiera la nostra vicinanza alle vittime e ai loro familiari”.
È questo uno dei passaggi dell’invito del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, lanciato in occasione dell’appuntamento di preghiera per la pace che si ripete il 27 di ogni mese, dedicato alla Cina. La preghiera del 27 ricorda lo storico incontro interreligioso del 1986 voluto da San Giovanni Paolo II. L’appuntamento voluto dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino e portato avanti dalla Commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi” si ripete con cadenza mensile.

“Ancora una volta – prosegue il vescovo – facciamo esperienza di quanto sia fragile la nostra umanità e come proprio la fragilità ci fa sentire più “simili” e ci aiuta a vincere la tentazione di sperimentare le nostre appartenenze in termini distanti, diffidenti ed ostili. Per questa ragione, nel consueto appuntamento del 27 di ogni mese in cui chiediamo alle espressioni religiose più diverse di unirsi spiritualmente con noi discepoli di Cristo nella preghiera per la pace, vogliamo volgere l’attenzione verso la Cina e i numerosi popoli, etnie e culture che la abitano. In particolare chiediamo di pregare per quanti in quel Paese vivono una situazione di povertà che forse maggiormente li espone al contagio e alle sue conseguenze più gravi. Al tempo stesso vogliamo volgere il pensiero a coloro che lì soffrono anche nel vedere i propri diritti violati. Ci auguriamo che anche le ultime fasi del dialogo tra la Santa Sede e la Cina in tema di libertà religiosa siano il segno di una crescita per tutti, in quell’immenso Paese, di un clima di maggiore tolleranza e comprensione delle differenze etniche e culturali. Auspichiamo che a ciò spinga anche lo sviluppo del dialogo sul piano internazionale al di là degli interessi economici e geo-politici. Il 27 di febbraio – conclude il vescovo – , ciascuno con le proprie comunità di appartenenza, secondo la propria tradizione di culto o nel silenzio della propria casa, rivolga al Dio unico la preghiera per questo grande Paese e per tutti i suoi figli sparsi nel mondo”.

Gubbio – Don Pirro Scavizzi: il Papa ne riconosce le virtù eroiche di servo di Dio

Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per la Causa dei Santi a promulgare i decreti riguardanti l’eroicità delle virtù di alcuni servi di Dio tra cui quello che ufficializza l’eroicità delle virtù del servo di Dio Pirro Scavizzi, sacerdote della diocesi eugubina. Don Pirro nacque a Gubbio il 31 marzo 1884. Trasferitosi a Roma insieme alla famiglia, nel 1900 entrò nel Collegio Capranica, studiando alla Pontificia Università Gregoriana. Con alcuni suoi compagni, emise il voto di rinunciare agli onori per dedicarsi al servizio dei più umili.
Il 7 luglio 1907 fu ordinato sacerdote e venne nominato vicario parrocchiale della parrocchia di San Vitale a Roma. In contemporanea, collaborò con i Sacerdoti missionari imperiali che avevano assunto il compito, come sacerdoti romani, di predicare gratuitamente le missioni al popolo dell’ex territorio pontificio. Durante il servizio in parrocchia, il servo di Dio divulgò la spiritualità mariana, si dedicò ai giovani, alle vocazioni e agli ammalati. Nel 1915 prestò il servizio di cappellano militare. Con l’Ordine di Malta accompagnò un treno-ospedale, sperimentando direttamente il dramma della guerra.
Nel 1919, Scavizzi ricevette l’incarico di parroco di Sant’Eustachio in Roma. Anche qui, valorizzò le attività dei laici e si dimostrò instancabile nella predicazione e nelle confessioni. Con le sue doti di musicista creò canti e poemi per diverse occasioni liturgiche. Insieme a mons. Ermenegildo Florit, futuro arcivescovo di Firenze, ed Eugenio Zolli fondò l’associazione “Nostra Signora di Sion” per sostenere l’amicizia ebraico-cristiana. Accompagnò anche diversi “Treni bianchi” (Unitalsi) come cappellano, per portare gli ammalati – tra loro anche molti sacerdoti – da Roma a Lourdes.
Visse momenti di profonda prova quando, nel 1929, fu accusato di aver violentato e ucciso una ragazza. Il Sant’Uffizio si occupò del caso, il vicario di Roma prese provvedimenti, ma fu provata la sua totale innocenza.
Nel 1932 don Pirro presentò al vicario le dimissioni da parroco e si dedicò completamente alla predicazione con i Missionari imperiali. Con la Seconda Guerra mondiale, il servo di Dio riprese il ruolo di cappellano militare dell’Ordine di Malta, affrontò viaggi in Russia e in Polonia per volontà del Santo Padre, al fine di prendere contatto con i vescovi dei paesi occupati. A Roma si adoperò a favore degli ebrei durante l’occupazione tedesca.
Dopo la guerra, continuò la sua missione di predicatore, spesso nella modalità delle missioni popolari. Nel 1947 fu nominato da Pio XII suo prelato domestico. Nel 1960 fu chiamato da San Giovanni XXIII a predicare gli esercizi al Papa e alla Curia romana.
Nel 1964 gli fu diagnosticato un tumore all’intestino. Morì il 9 settembre 1964 a Roma.
Secondo il decreto della Congregazione delle Cause dei Santi, il servo di Dio don Pirro Scavizzi visse eroicamente la virtù della fede, che si manifestava soprattutto nel fervore con cui celebrava la santa messa. Inoltre trascorreva lunghe ore in adorazione, era devoto della beata Vergine Maria e si dedicava alla cura delle anime con la celebrazione del sacramento della Riconciliazione. Don Pirro si fidava completamente della Divina provvidenza, così da essere animato da un’incrollabile virtù della speranza. La sua carità era evidente nell’annuncio della Parola di Dio, soprattutto ai poveri. Soffriva per i peccati, ma era comprensivo con i peccatori. Visitava spesso gli infermi. Ebbe una carità particolare verso gli ebrei. Visse poveramente per aiutare il prossimo bisognoso.
Il grado eroico delle virtù, lo manifestò nella resistenza alla fatica, nelle tante ore trascorse al confessionale, nella sopportazione paziente dei dolori fisici nel periodo della malattia. Fu un sacerdote tutto dedito alle anime, dalla fede forte, nutrita dalla preghiera e dall’amore del prossimo donato senza risparmio.

ECONOMY OF FRANCESCO, AD ASSISI 2000 GIOVANI: DALLA MARTINICA AL VIETNAM, DALLO ZAMBIA ALL’AUSTRALIA

Saranno più di 2000 i giovani under 35, provenienti da ogni parte del mondo, che parteciperanno a “Economy of Francesco”. Sono per il 56% uomini e il 44 donne. Imprenditori, economisti, studenti, promotori di attività al servizio del bene comune e di una economia sostenibile raggiungeranno Assisi dal 24 al 28 marzo. Dalla Martinica al Vietnam, dallo Zambia all’Australia, dalla Germania al Cile, mossi dall’obiettivo comune di costruire un mondo più equo e sostenibile, come indicato da Papa Francesco nell’enciclica Laudato Si’.

I giovani prenderanno parte ai tavoli tematici, allestiti in 12 villaggi, dove si confronteranno su idee, sfide e proposte per una nuova economia: management e dono, finanza e umanità, lavoro e cura, energia e povertà, agricoltura e giustizia, business e pace, women for economy, CO2 delle disuguaglianze, profitto e vocazione, imprese in transizione, vita e stili di vita, policies e felicità. Le nazioni più rappresentate sono Italia, Brasile, Stati Uniti, Argentina, Spagna, Portogallo, Francia, Messico, Germania, Gran Bretagna.
L’evento è organizzato dalla Diocesi di Assisi, dall’Istituto Serafico, dal Comune di Assisi e da Economia di Comunione, in collaborazione con le Famiglie Francescane e il Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale

I GIOVANI
Lilly, 12 anni, conosciuta come la “Greta della Thailandia”. Da tempo porta avanti battaglie contro la plastica nel suo Paese, promuovendo la raccolta di rifiuti nei canali di Bangkok. «Non vedo l’ora di incontrare gli altri ragazzi, confrontarmi con loro sulle sfide che riguardano il nostro futuro – dice la giovanissima thailandese – e imparare da loro. Sono molto emozionata all’idea di conoscere Papa Francesco. Credo che lui sia capace di fare la differenza, condividiamo lo stesso amore per la natura e l’idea che tutto sia connesso».

Alfredo, 35 anni portoghese, operatore sociale che con un gruppo di amici ha dato vita alla cooperativa sociale “WelcomeHOME” dove i senzatetto fanno da guide turistiche, mostrano Porto ‘con i loro occhi’. «Quello degli uomini e delle donne che non hanno una casa e un lavoro è solo uno dei tantissimi problemi del mondo. Per affrontare le questioni dobbiamo pensare globalmente e agire localmente attraverso esperienze condivise e buone pratiche. Questo è il motivo che mi ha spinto a voler partecipare a ‘Economy of Francesco’, la speranza di creare una comunità. Più che di parole abbiamo bisogno di lavorare insieme a soluzioni concrete, e credo che questo evento sia una grande opportunità per farlo».

Ignacio, 32 anni argentino. A 18 anni ha lavorato in una delle banche più importanti del Paese. Ricorda la sofferenza nel dover rigettare la richiesta di prestito di una vedova: «Non potevo sopportare che i clienti fossero solo numeri. Poi ho scoperto il libro di Yunus. Da quel momento mi sono dedicato all’approfondimento dei limiti dei sistemi finanziari tradizionali e alle cause dell’esclusione all’Università di Buenos Aires, con l’intenzione di contribuire allo sviluppo economico e alla riduzione della povertà. Provo a dare il mio contributo, per quanto piccolo possa essere, contro le disuguaglianze. Non ho dubbi che ‘Economy of Francesco’ sarà un’occasione unica di crescita collettiva per cambiare le vite dei più vulnerabili, i più bisognosi».

Assisi – Carlo Acutis sarà presto beato. Una gioia grande soprattutto per i giovani, che trovano in lui un modello di vita.

Carlo Acutis prossimamente beato! La diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino esulta. La notizia tanto attesa è arrivata. Il Papa ha approvato il miracolo che farà salire a breve – in primavera, in data da definire – il venerabile Carlo, sepolto al Santuario della Spogliazione di Assisi, agli onori degli altari.
Una gioia grande per questa Chiesa particolare, che lo ha visto camminare sulle orme di San Francesco verso la santità. Una gioia grande per la Chiesa ambrosiana, che gli ha dato i natali e lo ha accompagnato nel suo incontro con Gesù. Una gioia grande per gli ormai tanti devoti di Carlo in tutto il mondo. Una gioia grande soprattutto per i giovani, che trovano in lui un modello di vita.
Ormai i suoi “slogan” corrono di bocca in bocca. Sono affermazioni che danno il senso della vita. Il più radicale: “Non io ma Dio”. Solo la vita in Dio può assicurare gioia. Il più entusiasmante, specie per i giovani: “Tutti nasciamo originali, molti moriamo fotocopie”. Abbiamo bisogno della vera originalità. Proprio con l’esempio di Carlo il Papa ha proposto questo ideale nella Lettera ai giovani di tutto il mondo “Christus vivit”. E infine: “L’Eucaristia è la mia autostrada per il cielo”. Proprio così: se vogliamo avere in noi la gioia del cielo, non c’è strada più veloce di quella che Gesù ha scelto venendo in mezzo a noi fino a farsi “pane di vita” per noi.
Al Santuario della Spogliazione, in tandem con Francesco di Assisi che qui si spogliò di tutto per Cristo, Carlo sta già attirando migliaia di giovani e devoti da tutto il mondo. Mi auguro che la sua beatificazione possa farne ancor più un punto di riferimento e un incoraggiamento alla santità. Essa è vocazione per tutti. Anche per i giovani.

Terni – festa della promessa dei fidanzati a San Valentino

Si rinnova la promessa d’amore dei fidanzati, provenienti da tutta Italia, nella basilica di San Valentino, uno dei momenti più significativi delle celebrazioni religiose in onore di san Valentino patrono di Terni e degli innamorati.
Una promessa d’amore pronunciata da circa 110 coppie di fidanzati domenica 16 febbraio nella basilica di San Valentino, nella solenne celebrazione presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese.
Una cerimonia che suggella ancora di più il legame tra san Valentino e i fidanzati che diranno il loro “sì” entro l’anno, con la testimonianza di un Santo che parla di amore fedele e paziente, un amore attento, generoso e rispettoso, che è patrono dell’amore sponsale e della famiglia cristiana, fondata sul sacramento del matrimonio.
“La promessa di matrimonio, che vi scambiate oggi, in una condivisione di sentimenti e di propositi, insieme ad altre coppie di giovani, sulla tomba di san Valentino, patrono degli innamorati, non vuole essere solo un momento romantico nella storia del vostro amore, ma un punto fermo, una sorgente da cui dovete far scaturire l’orientamento del vostro amore e la pienezza della vostra felicità. Nessuno vi ha obbligati ad essere qui, oggi: voi stessi avete pianificato il viaggio, anzi il pellegrinaggio alla tomba del santo patrono degli innamorati per pronunziare una promessa scambievole, chiamando a testimone, oltre che San Valentino, questa comunità cristiana e lo stesso vescovo, successore di san Valentino. Noi siamo felici di accogliervi, ammirati del vostro incedere, curiosi di ascoltare le vostre parole e decisi a sostenervi nei vostri propositi.La festa della promessa prospetta un orizzonte ampio: promessa di fidanzamento, promessa di sostenervi nei vostri propositi di amore, promessa di aiutarvi ad imparare il vero amore, promessa ad avviare un progetto di vita in comune, promessa di camminare insieme, costi quel che costi, per avere successo nella vostra esistenza personale e di coppia. Noi prendiamo sul serio la vostra richiesta di pronunziare la promessa di amore e di matrimonio e insieme a voi ci poniamo alla scuola di Gesù perché solo Lui può indicare il segreto del successo e la strada per raggiungere tale traguardo”.
Oltre ai tanti ternani, ha partecipato alla celebrazione una coppia americana proveniente dalla Pennsylvania, una nutrita rappresentanza di coppie provenienti da ogni parte d’Italia: Reggio Calabria, Foggia, L’Aquila, Napoli, Pescara, Torino, Roma e provincia, Viterbo, Perugia, dalla Puglia, Campania, Toscana, e alcune coppie miste di italiani e stranieri
Belle e particolari sono le storie delle tantissime coppie, più o meno giovani, che sentono di legare la loro promessa di amore a san Valentino, e particolare il fatto che molti uomini abbiano preso l’iniziativa di partecipare per fare una sorpresa e un regalo alla propria compagna e coppie che hanno fatto la promessa portando i loro figli in tenera età.

Foligno – convegno “Umanizzare l’economia”

Convegno “Umanizzare l’economia. Giovani ed imprese in dialogo per creare ambienti di lavoro che valorizzino il potenziale umano”, in programma per giovedì 20 febbraio 2020.
L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Fondazione Valter Baldaccini e il Progetto Cittadini del Mondo della Diocesi di Foligno. Ha ricevuto il Patrocinio della Città di Assisi, della Diocesi di Foligno e della Diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino.
Il convegno, che vedrà protagonisti quasi 400 giovani delle scuole secondarie superiori del territorio, fa parte delle iniziative preparatorie a The Economy of Francesco, l’importante evento voluto da Papa Francesco, in programma ad Assisi dal 26 al 28 marzo.
Saluti istituzionali: Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, Mons. Luigi Filippucci Diocesi di Foligno, Stefania Proietti Sindaco di Assisi, Stefano Zuccarini Sindaco di Foligno.
Interventi: Giuseppe Argiolas, Professore di Management e Direttore della Scuola di dottorato dell’Istituto Universitario Sophia
Livio Bertela, Presidente di AIPEC
Gianni Cicogna, Presidente di SMARTPEG e Referente AIPEC Umbria
Carlo Odoardi, Director Human Resources Management for Innovation di UMBRAGROUP
Antonio Baldaccini, CEO & President UMBRAGROUP
Laboratorio a cura di Pietro Isolan e Elenia Penna di Associazione Veraterra
Modera Eugenia Scotti, autrice e conduttrice Tv2000

“Le vostre imprese sono cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia e il progresso”. Partendo da questa riflessione di Papa Francesco UMBRAGROUP, Smartpeg e AIPEC hanno organizzato, giovedì 20 febbraio a Foligno, il Convegno “Umanizzare l’economia. Giovani ed imprese in dialogo per creare ambienti di lavoro che valorizzino il potenziale umano”. Questo incontro si inserisce tra le iniziative preparatorie a The Economy of Francesco, l’importante evento voluto dal Santo Padre, in programma dal 26 al 28 marzo ad Assisi. L’iniziativa si è tenuta in collaborazione con la Fondazione Valter Baldaccini e il Progetto Cittadini del Mondo della Diocesi di Foligno ed ha ricevuto il Patrocinio della Città di Assisi e della Diocesi di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino.

“Umanizzare l’economia – ha raccontato Livio Bertola, Presidente di AIPEC – per noi significa mettere la persona “al centro”. È la mission della nostra associazione, ed è quanto io ed altri imprenditori cerchiamo di vivere in azienda ogni giorno. Non siamo solo imprenditori, ma anche professionisti, studenti, lavoratori, casalinghe, pensionati; desideriamo sostenere una cultura del lavoro “civili” e di “comunione”, che si orientano allo sviluppo integrale della persona attraverso la “cultura del dare””.

“Sono fiero di aver promosso questo convegno – dichiara Antonio Baldaccini, CEO & President UMBRAGROUP – che tocca una corda molto cara ad UMBRAGROUP: il concetto di umanità. La nostra azienda si ispira a valori etici e cristiani, partendo dall’idea che l’impresa è un bene comune, di tutte le persone che vi lavorano e, più in generale, della comunità in cui è inserita. UMBRAGROUP si ispira ai principi di un’economia di comunione per generare profitto e, quindi, ridistribuire ricchezza nel territorio e tra i più bisognosi.
Quello che vogliamo promuovere a questi giovani, imprenditori del futuro, è un’economia del noi, in cui l’altruismo, la passione, la motivazione delle persone sono ingredienti importanti, unitamente al dialogo, strumento di confronto e superamento di tutte le barriere, anche culturali”.

Quasi 400 giovani e studenti hanno avuto modo di riflettere e confrontarsi sui cambiamenti sociali ed economici che stanno trasformando il modo e la rappresentazione del lavoro, in cui nuove professionalità sostituiscono o integrano vecchi mestieri. Oggi sono richieste nuove competenze digitali e nuove capacità di ripensarsi e rinnovarsi (employability).

“Possiamo affermare che l’evento UMANIZZARE L’ECONOMIA finalizzato al dialogo tra giovani e imprese per valorizzare le potenzialità delle persone esprime perfettamente il DNA di SMARTPEG. Gli effetti dello strapotere dell’economia e della finanza sulle dinamiche sociali ed umane – commenta Gianni Cicogna, Presidente di Smartpeg – sono sotto gli occhi di tutti. Anche la natura, con i suoi cicli millenari, si ribella alla prepotenza del profitto a tutti i costi.
Questo scenario critico offre sorprendentemente grandi opportunità, una sorta di rinascimento contemporaneo che apre le porte ai giovani ed alla loro possibilità di vivere e condividere l’oggi e il domani con chi li ha preceduti”.

Un’intensa mattinata, moderata dall’autrice e conduttrice Tv2000 Eugenia Scotti, in cui, partendo dai valori di San Francesco, gli studenti hanno avuto modo di dialogare con imprenditori illuminati e docenti universitari che, con i loro input, hanno potuto fornire punti di vista e consigli preziosi per il loro futuro. Non sono mancati i momenti più interattivi e pragmatici, come quello curato da Pietro Isolan e Elenia Penna di Associazione Veraterra, che hanno reso dinamico questo incontro.

Perugia: Centocinquanta coppie hanno festeggiato in loro “San Valentino” con il cardinale Bassetti. Il presule: «Voi siete motivo del nostro giubilo e della nostra grandezza»

Centocinquanta coppie di sposi di tutte le età hanno festeggiato il loro “San Valentino” (la sera del 14 febbraio) con il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti e i sacerdoti dell’Unita pastorale di San Sisto di Perugia, comunità parrocchiale che quest’anno celebra il 50mo anniversario della sua istituzione (1970-2020).

“Oggi sposi a San Sisto” – questo il titolo dell’incontro inserito tra gli eventi religiosi e sociali del 50mo della Parrocchia – «è stato occasione per raccoglierci attorno al nostro pastore e rinnovare la promessa di matrimonio, scambiandoci nuovamente le fedi, e avere da lui la benedizione, che è stata, per alcune coppie, particolare come i loro anniversari di matrimonio: decimo, ventesimo, venticinquesimo, trentesimo… fino al traguardo del cinquantesimo, come quello della nostra comunità parrocchiale. Una comunità che si è fatta “stella cometa” nella vita di tante nostre famiglie, sentendola vicina nei momenti di gioia e di sofferenza». E’ il commento di Sarah e Vincenzo Aquino, una delle coppie promotrici dell’incontro valentiniano perugino, referenti dell’Associazione famiglie numerose dell’Umbria (hanno undici figli) e attivi membri dell’equipe della Pastorale diocesana familiare di Perugia-Città della Pieve.

Le centocinquanta coppie di sposi si sono date appuntamento nella chiesa della Santa Famiglia di Nazareth di San Sisto, accolte dal parroco don Claudio Regni e dai suoi vice. Al termine della celebrazione eucaristica c’è stata la “cena di gala” nei locali parrocchiali, a completamento del loro “Oggi sposi a San Sisto”.

Il cardinale Bassetti, sorpreso dalla presenza di tante coppie anche in età avanzata, durante l’omelia, ha detto a tutte loro: «Siete belli questa sera anche se sulla fronte di qualcuno di voi c’è qualche capello bianco che non dipende dalla salute ma dall’età, perché l’amore è bellezza e sarà proprio l’amore, che scaturisce dalla famiglia, a salvare il mondo. E se lo mettiamo in pratica ci accorgiamo quanto è vero. Questa non è una profezia, ma una constatazione».

«Siete belli e luminosi – ha proseguito il presule –, perché l’amore è luce, l’amore è trasparenza che si può specchiare nella vostra vita, nei vostri figli, nella vostra famiglia. E non dimenticatelo mai che la famiglia è la cellula fondamentale della società».

«Vorrei dirvi anche un’altra parola – ha aggiunto Bassetti –, che forse vi rallegrerà: siete grandi, non per virtù propria, ma perché avete ricevuto un sacramento che l’Apostolo Paolo chiama “grande” in relazione a Cristo e alla Chiesa. Il Signore ha elevato la famiglia, basata sul sacramento del matrimonio, alla dignità di “piccola chiesa domestica”. E i compiti della Chiesa sono: annunciare il Vangelo, educare e santificare. Sono gli stessi compiti che voi avete nei confronti dei vostri figli».

Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione, ha ricordato quanto ha detto papa Francesco riguardo alla «gioia dell’amore che si vive fin dal fidanzamento e poi nella famiglia, che è anche “il giubilo della Chiesa”. E voi siete motivo del nostro giubilo e della nostra grandezza».

Terni – memoria del patrono San Valentino. L’omelia del vescovo Piemontese

Domenica scorsa, durante la Messa del Pontificale per la festa di san Valentino, celebrata in Cattedrale, partendo dalla Parola di Dio proclamata, ho trasmesso il messaggio alla Diocesi e alla città: mi auguro che ognuno voglia ritornarci per coglierlo, meditarlo e svilupparlo.

Oggi richiamo e approfondisco qualche punto più specifico, che arricchisce e integra il messaggio di san Valentino per la comunità cristiana e in particolare per questa comunità, che custodisce le Spoglie e le memorie de nostro Santo.

Prolungare la presenza di Gesù Buon pastore
L’aspetto che abbiamo sottolineato è quello di Valentino vescovo e martire, pastore di questa Chiesa, successore degli apostoli e guida attenta e amorosa del popolo a lui affidato da Gesù. La fedeltà quotidiana al mandato: predicare il Vangelo, custodire e proteggere il gregge, testimoniare la fede e l’amore per Gesù e il suo popolo, gli è costato il martirio.
Domenica abbiamo ribadito che l’ufficio pastorale riguarda chiunque abbia responsabilità nella chiesa e nella società. Riguarda ogni cristiano, al quale sono affidati i fratelli da custodire e amare.
Un ufficio da svolgere come ha fatto Gesù: fino a donare la vita. Lungi da noi cadere nella tentazione del mercenario: approfittatore, opportunista, prezzolato e distaccato.
Come viviamo tale ufficio pastorale nella famiglia, nella parrocchia e nel santuario? Domanda seria la cui risposta manifesta il valore e la verità della nostra adesione a Gesù.
La seconda lettura proclamata, riferita a san Valentino, completa la descrizione del suo ufficio pastorale e della sua testimonianza, come pure evidenzia la natura della nostra testimonianza e un aspetto del nostro essere comunità.

Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.

Paolo indica dunque come vadano considerati i predicatori del Vangelo. Essi sono servi di Cristo.
Valentino ha svolto l’ufficio episcopale non come titolo di onore, ma con l’animo del servitore, di chi presta aiuto a chi ha bisogno, ai sofferenti, ammalati, ai giovani, agli innamorati. Ma la finalità principale del suo servizio mirava ad annunciare il vangelo, la lieta notizia di Gesù morto e risorto. Ha amministrato i misteri di Dio. A quel tempo l’amministratore non era semplicemente il ragioniere, quello che tiene la contabilità, ma il fiduciario, colui che si dedicava a tutto pur di rendere partecipi i destinatari dei beni del proprietario: i beni della Parola, dell’Eucarestia, della Grazia, del perdono, dell’amore.

Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.

Poiché gli viene affidato un patrimonio, è necessario che l’amministratore sia fedele e onesto. Egli non attira su di sé l’attenzione, né pensa al proprio interesse, ma cerca di realizzare al meglio il suo incarico, accrescendo il valore dei beni che maneggia e distribuendone i frutti a tempo opportuno.
Valentino ha amministrato con disinteresse e distacco, con fedeltà e rettitudine il suo servizio, ministero.
Nella lettura l’apostolo Paolo invita i cristiani di Corinto ad astenersi dal giudizio di qualunque genere, poiché questo è riservato al Signore alla fine dei tempi. Non giudicare l’apostolo stesso, i fratelli della fede, coloro tra i quali viviamo. Il giudizio ci pone sopra gli altri, rompe la carità, divide la comunità, il Corpo di Cristo.
Valentino ha saputo tenere unito il suo gregge, il corpo di Cristo col dono della sua vita: nella fede, nell’amore, nel martirio.

La nostra Diocesi e la vostra comunità in particolare deve accogliere questa consegna di Valentino: il messaggio della sua vita, che ha tradotto la Parola di Dio.
Assumere e svolgere l’ufficio pastorale sull’esempio di Gesù, buon pastore ciascuno nella propria condizione; Vivere la vita cristiana non come padrone e con arroganza, ma come “servitore” di Cristo e “amministratore” dei misteri di Dio; porsi nei confronti dei fratelli non come colui che giudica, che spacca la comunità, uccide con i giudizi e le parole i fratelli e divide il corpo di Cristo.

A tale proposito Papa Francesco così si espresse (4 marzo 2019):
“L’abitudine di parlare male degli altri porta alle guerre: nel quartiere, nel posto di lavoro, nella scuola. Se pensi che qualcuno faccia qualcosa di cattivo, diglielo apertamente, non dietro alla schiena. Il chiacchiericcio non risolve nulla e ti porta alla guerra”.
“Prima di sparlare degli altri prendi uno specchio e guardati, ti vergognerai dei tuoi difetti e penserai meno a quelli degli altri”… “Sparlare è un’abitudine che il diavolo mette in noi, contro la quale però abbiamo due medicine. La prima è la preghiera. Se ti viene di spellare un altro allora prega per lui. La seconda è ugualmente pratica: se ti senti di dire contro qualcuno morditi la lingua. Così si gonfia e non potrai parlare”.

Questa vostra comunità, orgogliosa di essere custode delle memorie di san Valentino, patrono della Diocesi e della città di Terni, oggi è chiamata e ringraziare per il dono che custodisce, ma anche interrogarsi sulla fedeltà alla propria vocazione e missione. Religiosi, presbiteri e laici si stringono in un aiuto vicendevole per essere all’altezza della “Missione Valentiniana”.

Già in passato ho esortato e oggi mi piace richiamare il mio sogno:
Il cammino di questa comunità parrocchiale e santuariale, come dicevo al termine della visita pastorale, deve prendere il passo di una condivisione maggiore con tutta la realtà diocesana: nella evangelizzazione, nella carità, nella liturgia, nella spiritualità e nella promozione dell’amore vero.
La comunità religiosa dei carmelitani, il Terz’Ordine Carmelitano con la comunità parrocchiale devono unire la testimonianza del carisma carmelitano, il messaggio di amore di Valentino, l’attenzione ai giovani, ai fidanzati, alla famiglia. Senza una decisa attenzione a queste scelte si resta nell’autoreferenzialità, nell’abitudinario, nell’immobilismo e ogni riproposizione di tradizioni legate al passato rischia di avere il sapore di folklorismo e non del dono del messaggio di Valentino a concittadini, pellegrini e devoti del Santo, sparsi in tutto il mondo.

La collocazione di una nuova vetrata, dono dei Lions e progetto e disegno degli studenti del dell’istituto Classico Artistico “Metelli” di Terni, si pone come volontà della società civile di affidare all’arte, alla tradizione e alla storia, attraverso i simboli valentiniani rappresentati, la vita, le opere, la testimonianza e l’influsso esercitato del vescovo Valentino al progresso e al bene della società, della nostra città, della Chiesa e dell’umanità intera. Questa comunità religiosa e parrocchiale viene investita della custodia anche di questi beni e della storia e dal messaggio da essi raffigurata e narrata. Una narrazione che diventa annuncio di Gesù Cristo, del suo amore per gli uomini e le donne e della consegna della speranza a giovani, innamorati, famiglie, poveri, malati, cercatori di Dio e credenti.

L’augurio
San Valentino torni in città a distribuire rose, benedizioni, moniti amorevoli e a guarire le ferite di cittadini, Istituzioni, partiti, associazioni civili ed ecclesiali, a sostenere i sogni e le speranze dei giovani e l’impegno di tutti al dialogo, alla pacifica convivenza civile e sociale, al gusto dell’amore e del volersi bene.

Istituto Teologico Assisi – Corso intensivo di alta specializzazione postuniversitario Guida turistica – Architettura e Arti per la Liturgia

Il Pontificio ateneo S. Anselmo con l’Istituto teologico di Assisi (Ita) e l’Istituto superiore di scienze religiose di Assisi (Issra) organizzano un Corso intensivo di alta specializzazione postuniversitario “Guida turistica – Architettura e Arti per la Liturgia”.

L’attenzione del programma è rivolta a comprendere il “cos’è” una chiesa, ovvero come si struttura simbolicamente e funzionalmente un edificio cultuale. L’obiettivo è quello di fornire alle guide turistiche una puntuale qualificazione in ambito liturgico, al servizio del quale l’architettura e le arti pongono la loro strumentazione.

Il corso inizierà lunedì 17 febbraio alle ore 10.00 presso il Sacro Convento di Assisi, sede Ita/Issra e l’iscrizione può essere fatta lunedì stesso e si concluderà il 20 febbraio.

Ad aprire le lezioni la prolusione di Stefania Proietti, sindaco di Assisi, su “Assisi e l’acquedotto del ‘Sanguinone’”. A seguire gli interventi di J. Pereira su “Elementi di liturgia del XIII secolo” e di G. Guidarelli su “La chiesa francescana”. Sempre il 17 si parlerà anche di Liturgia conventuale francescana e di Convento e città. Martedì 18 febbraio e nei giorni seguenti del corso, le lezioni si svolgeranno dalle 9.15 alle 17.15. Il primo intervento del 18 sarà quello di G. Guidarelli su “Il chiostro”. Seguirà P. Maranesi con “La figura di Francesco” e A. Dall’Asta con “Origini di un ‘nuovo’ spazio liturgico”.

Giovedì 20 febbraio conclusione con le lezioni degli esperti umbri M. Soranzo su “Programmi iconografici, spazi celebrativi e devozionali”, e E. Lunghi su “Le trasformazioni tridentine nelle Basiliche di Assisi”.

SEDE: ITA-ISSRA e Sacro Convento di Assisi

Lunedì 17 febbraio

10.00-10.30 S. Proietti Prolusione: Assisi e l’acquedotto del “Sanguinone”

10.30-11.30 J. Pereira Elementi di liturgia del XIII secolo

11.45-12.45 Liturgia conventuale francescana

15.00-16.00 G. Guidarelli La chiesa francescana

16.15-17.15 Convento e città

Martedì 18 febbraio

9.15-10.00 G. Guidarelli Il chiostro

10.30-11.30 P. Maranesi La figura di Francesco

11.45-12.45 Fondamenti della Regola

15.00-17.15 A. Dall’Asta Origini di un “nuovo” spazio liturgico

Mercoledì 19 febbraio

9.15-10.00 R. Monteiro Teologia dell’edificio Chiesa

10.30-11.30 Teologia delle porte basilicali

11.45-12.45 Teologia dell’edificio basilicale

15.00-17.15 A. Scattolini Il vangelo della Passione (transetto “Lorenzetti”)

Giovedì 20 febbraio

9.15-12.45 M. Soranzo Programmi iconografici, spazi celebrativi e devozionali

15.00-17.15 E. Lunghi Le trasformazioni tridentine nelle Basiliche di Assisi

Foligno – comunicazioni sociali le linee guida editoriali della Gazzetta di Foligno e Radio Gente Umbra

Mercoledì 12 febbraio Mons. Luigi Filippucci, Presidente della Fondazione San Domenico ente proprietario dei mezzi di comunicazione Gazzetta di Foligno e Radio Gente Umbra nonché Direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Foligno, ha consegnato ai direttori della radio, del settimanale diocesano e ai collaboratori dell’Ufficio pastorale, le linee editoriali triennali della fondazione che servono “per realizzare quel processo di cammino d’insieme per costruire una certa unità nella nostra diocesi a servizio della persona e del territorio“. Così ha voluto sottolineare Mons. Filippucci la consegna perché “la Chiesa esiste per narrare e annunciare affidandosi ad una comunicazione che è fedele al Vangelo, all’antropologia, all’etica e alla Costituzione italiana“. Infatti continua Mons. Filippucci citando l’articolo 1 dello statuto, la Fondazione San Domenico si propone ” […] di sostenere la pastorale religiosa e contribuire alla formazione culturale, civile e religiosa della persona, del territorio, della Regione Umbria” e per questo “siamo tutti chiamati a mettersi in gioco sul comunicare nel territorio per essere una prossimità inclusiva frutto di relazioni. Noi tutti siamo al servizio del territorio, dei territori, pensando e progettando qualcosa di bello, di buono e di vero, per costruire una comunicazione libera e autorevole. Una comunicazione che accompagna l’uomo alla libertà e questa dovrà contribuire, sempre di più, a costruire comunità“. Come viene sottolineato nelle Linee editoriali gli strumenti della comunicazione dovranno configurarsi come quegli organi d’informazione del territorio caratterizzati da una sana laicità che s’interessa dell’intera realtà sociale, politica ed ecclesiale, leggendola dal punto di vista cristiano e “[…] offrendo un linguaggio efficace, non condizionato da visioni ideologiche e non distorto da partigianerie” attraverso ascolto, prossimità, creatività, dialogo.