Nella Cattedrale di Terni il 18 maggio prima messa con i fedeli celebrata dal vescovo Piemontese. In mattinata visita e messa alla Comunità Incontro di Amelia

Due celebrazioni presiedute dal vescovo Giuseppe Piemontese caratterizzeranno, in Diocesi, la ripresa delle messe con i fedeli nella cosiddetta “Fase 2” della pandemia Covid-19.Il vescovo celebrerà lunedì 18 maggio alle ore 10.30presso la Comunità Incontro di Molino Silla di Amelia, per i ragazzi e operatori della struttura, secondo le indicazioni contenute nel protocollo Cei-Governo. In questo giorno particolare, in cui ricorrono i cento anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II, sarà ricordata la storica visita in fabbrica che papa Wojtyla fece a Terni nel 1981, all’acciaieria dove incontrò i lavoratori, dirigenza e istituzioni, e nella Cattedrale di Terni dove incontrò i sacerdoti, religiosi e i malati, ai quali rivolse toccanti parole di speranza.

Ricordando questo evento, il vescovo presiederà nella Cattedrale di Terni alle ore 18.30 la celebrazione eucaristica, con la partecipazione dei fedeli e secondo le disposizioni del protocollo Cei-Governo, che prevede una partecipazione dei fedeli limitata in base alla capienza delle chiese, e comunque non superiore alle 200 persone negli edifici di culto e di massimo 1000 persone per le cerimonie religiose all’aperto, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria sul distanziamento sociale e nell’adottare le misure di prevenzione della diffusione del contagio da “Covid 19. L’ingresso in chiesa, che deve avvenire quindici minuti prima dell’inizio della celebrazione, sarà regolato dai volontari che indicheranno alle persone le disposizioni da seguire. La messa in Cattedrale sarà trasmessa indiretta anche sui canali social (Facebook e YouTube) della Diocesi, per garantire anche ad altri di poterla seguire.

«Questa Fase 2 rappresenta l’avvio di un tempo nuovo – dichiara mons. Piemontese -, spinto dal soffio dello Spirito di una nuova Pentecoste, per crescere come comunità ecclesiale. E’ anche un’opportunità per reimpostare le dinamiche della vita della chiesa, cogliere alimento dalla Parola e dai sacramenti, specie dall’Eucarestia, di cui abbiamo sentito la fame. Il tema della crisi economica, conseguenza di questa pandemia, ci occuperà drammaticamente e dovrà necessariamente condurci a ridurre i bisogni per limitarli a ciò che è essenziale secondo le proposte del vangelo, e condividere nella solidarietà e nella carità, l’aiuto a quanti hanno perso tutto e non ce la fanno e riprendere un livello di vita dignitoso, basato sul lavoro e sulla solidarietà»

Assisi – Alla vigilia della ripresa delle celebrazioni eucaristiche con i fedeli, l’invito di monsignor Sorrentino: “Mettiamocela tutta e ripartiamo con entusiasmo nel rispetto delle regole”

“Riprendiamo con entusiasmo, con la gioia del Signore nel nostro cuore”. È questa l’esortazione che il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, rivolge ai sacerdoti e ai fedeli della diocesi, attraverso un video-messaggio, alla vigilia della ripresa delle celebrazioni con la partecipazione dei fedeli.

Come previsto nel protocollo firmato dalla Conferenza episcopale italiana e dal governo lo scorso 7 maggio, infatti, da lunedì 18 maggio i fedeli potranno di nuovo partecipare alla santa messa, nel rispetto delle misure di sicurezza e delle limitazioni previste.

“Sono stati – afferma il vescovo nel video messaggio – due mesi faticosi per tutti noi. Il dover celebrare sempre a porte chiuse, con tanti fedeli che sentivano il bisogno di Gesù Eucaristia, ci ha messo una grande sofferenza. Ci ha portato sicuramente anche del bene perché abbiamo potuto riflettere, riscoprire la famiglia, ma adesso è ora di riprendere. Non siamo ancora nella normalità, ma ci avviamo alla normalità ed è bene che, ringraziando il Signore, ce la mettiamo tutta e ripartiamo con entusiasmo. Naturalmente anche con tutte le precauzioni, rispettando tutte le norme perché non ne va soltanto della nostra vita personale, ma anche degli altri dei quali ci dobbiamo preoccupare. Dunque è una questione di carità oltre che di legalità. Facciamo tutto con grande ordine, ma anche con grande entusiasmo”.

Il vescovo rivolgendosi ai sacerdoti, ha poi annunciato che la messa crismale, che quest’anno non si è potuta officiare, come di consueto, il pomeriggio del mercoledì santo, verrà celebrata la vigilia della solennità di Pentecoste.

Infine monsignor Sorrentino ha parlato del suo ultimo libro, intitolato “Crisi come grazia”. “Un libro – ha spiegato – che dà uno sguardo alla nostra situazione generale di Chiesa e di società per interrogarci insieme su cosa il Signore ci chiede in questo momento. Veniamo da un momento di crisi a tanti livelli, ma il Signore sa trasformare tutto in grazia. Spero di potervelo donare proprio il giorno in cui celebreremo la messa crismale perché l’ho anche dedicato a voi sacerdoti e religiosi diocesani. Naturalmente l’ho dedicato a voi perché ve ne facciate testimoni anche con i fedeli”.

Sant’Ubaldo: a 860 anni dalla morte del Patrono, il vescovo Luciano è salito a piedi dalla Cattedrale fino alla Basilica in cima al monte Ingino

Dopo i due gesti straordinari di ieri, oggi il vescovo Luciano e la comunità eugubina celebrano solennemente il patrono sant’Ubaldo. Dopo i primi vespri in Cattedrale, mons. Paolucci Bedini ieri è sceso fino in piazza Grande per benedire con la reliquia del Vescovo Santo la città e il territorio di Gubbio, alla presenza del sindaco Filippo Stirati in rappresentanza di tutta la comunità civile.
Poi, alle 19,30, senza preannunciare nulla, il vescovo Luciano è salito a piedi dalla Cattedrale fino alla Basilica in cima al monte Ingino, insieme al cappellano dell’Università dei Muratori, don Mirko Orsini. Un gesto spontaneo, compiuto nel silenzio e nella preghiera, portando lungo gli stradoni un cero acceso che è stato posato sull’altare, davanti all’urna che custodisce la reliquia di sant’Ubaldo.
Oggi, alle ore 11,15 in Cattedrale, nella solennità che ricorda gli 860 anni dalla morte del Patrono eugubino, mons. Paolucci Bedini lancia messaggi importanti a tutta la comunità diocesana e propone un omaggio straordinario per sant’Ubaldo: prolungare l’accensione delle fiaccole alle nostre finestre, ogni sera, fino al lunedì dopo Pentecoste, giorno liturgico della morte di Ubaldo. Una “luminaria” eccezionale nell’epoca di una pandemia che ha profondamente trasformato la nostra quotidianità. Ecco di seguito il testo integrale dell’omelia di mons. Paolucci Bedini.

Sant’Ubaldo, una vita che illumina

Ottocentosessant’anni fa, come oggi, il Vescovo Ubaldo finiva la sua corsa tra noi ed entrava Beato nel cielo di cui la sua vita ormai era divenuta una luminosa trasparenza. Il popolo eugubino, che lo aveva vegliato per il lungo tempo della dura malattia, ora piangente ne cantava le lodi e testimoniava la grandezza della fede.

Il Concittadino esemplare, fedele difensore dell’integrità morale e materiale della sua città; il Pastore premuroso, guida integerrima e indefettibile della Chiesa e dei suoi fratelli; il Padre amorevole, che ha lottato continuamente per la riconciliazione del suo popolo con le sole armi della penitenza e del perdono; il Vescovo ormai da tutti ritenuto santo entra per sempre nello splendore della vita beata e nella gioia del suo Signore.

E anno dopo anno, noi suoi figli devoti, ne celebriamo con allegra solennità la cara memoria in questo giorno, tutti uniti dalla fede sincera, dal desiderio intenso di rendere grazie a Dio di una tale grazia e di poter attingere ancora, per ogni vera necessità, alla sua paterna intercessione.

Questa cattedrale vuota è ancora più grande quest’anno. C’è posto per tutti e tutti ci siamo. Ecco allora il mio più vivo ed intenso abbraccio a tutti voi, fedeli e cittadini, che con me onorate oggi sant’Ubaldo. Ma, come non ricordare qui gli amici delle carissime città gemellate di Thann, e di Jessup, anch’esse private della festa. Come non pensare a tutti gli eugubini sparsi nel mondo, che da giorni hanno gli occhi puntati e il cuore rivolto a queste nostre antiche mura e alla Basilica in cima all’Ingino. Come non fare memoria oggi di tutte le mamme e i babbi, le nonne e i nonni che la festa celebrano tra gli stradoni del cielo, e lo sguardo paterno di Sant’Ubaldo contemplano in eterno.

Quando Ubaldo muore, ormai stremato dalle sofferenze della malattia, gli eugubini, e i tanti ormai convertiti dalla sua vita santa, gli rendono un omaggio plateale. Le fonti raccontano di un abbraccio di gente lungo e continuo che dura giorni. Da tutta la diocesi vogliono stringersi attorno al loro vescovo santo. Altrettanti vengono dalle città vicine. Tanti provano a toccarlo. Tutti desiderano dirgli grazie. Molti gli chiedono un’ultima grazia per le loro tribolazioni. La folla è tale che per quattro giorni non si riusciranno a celebrarne le esequie. Rimarrà custodito in cattedrale, vestito degli abiti pontificali, esposto all’omaggio ininterrotto del suo popolo. E da quel trono di grazia il santo continuerà a guarire le infermità fisiche e spirituali dei suoi figli. Una luce che non si spegne, una lampada che continua ad ardere, perché tutti possano ancora rincuorarsi alla sua fiamma.

La luce della santità del Vescovo Ubaldo è il tesoro prezioso che il popolo eugubino custodisce gelosamente nella Basilica sul monte, nella sua storia e nel proprio cuore. Di questa enorme ricchezza è erede responsabile e benedetto. Ogni figlio di questa terra, e ogni membro di questa comunità, sa bene che può sempre lasciare che la vita di Sant’Ubaldo illumini la propria, quella della sua famiglia e della sua città. In ogni momento della storia e ad ogni passo del nostro cammino non mancherà la protezione del Patrono e la chiara indicazione del suo insegnamento.

Dopo la sua sepoltura le cronache narrano che ancora per un intero anno, tutti i giorni, dalla città, dai borghi e dal contado, continuò il pellegrinaggio devoto alle spoglie mortali del santo Vescovo. Quasi un giubileo spontaneo, “tutto pieno di gioia dilagante” – ricorda Tebaldo – in cui gli eugubini non smisero di rendere il giusto onore alla grandezza di quest’uomo di Dio. E, segno eloquente di così grande fede furono i ceri e lampade accese, in ogni casa e in ogni via, tanto che per mesi la città di notte era rischiarata dalla loro luce.

Perché non ripetere questo gesto? Perché non porre, in questo anno eccezionale, un atto straordinario di omaggio al nostro Patrono? Invito tutti a prolungare l’accensione delle fiaccole alle nostre finestre, ogni sera, fino al lunedì dopo Pentecoste, giorno liturgico della morte di Ubaldo. Un segno della nostra fede, che parte dalle nostre case, coinvolge le nostre famiglie, e ci aiuta ad alzare lo sguardo in alto, al cielo, da dove il buon Dio, per l’intercessione affettuosa di sant’Ubaldo, continua a benedirci e ad indicarci la via di una vita buona, che splenda davanti agli uomini, perché vedendone la luce rendano gloria a Lui che tutti ama e protegge.

Quell’anno dopo la morte di Ubaldo però, come un vero Giubileo, è ricordato anche per essere stato un tempo di grande rinnovamento della fede. Dice ancora Tebaldo: “La generosità corale dei buoni cittadini lo rese gradevole. La concordia e la pace lo resero dolce e amabile”.

Perché non ripeterci anche in questo, dimostrando davvero quanto siamo legati e debitori della vicenda del nostro Vescovo santo. Come sarebbe bello sapere che quest’anno sarà ricordato per una nuova fioritura della fede degli eugubini, che con umiltà e letizia si rimettono in cammino dietro l’esempio e la parola del loro Patrono, così da riscoprire la grandezza dell’amore di Dio e la bellezza di dirci suoi figli e discepoli. Basterebbe ripartire dalle pagine della vita di sant’Ubaldo, che trasudano di parola di Dio, di sentimenti ed azioni ispirate alla fede, che generarono frutti di pace e di carità tra il popolo.

“In quell’anno – dice ancora il racconto di Tebaldo – venne ricostruita la concordia della pace tra la città e il suo comitatus, e finì la guerra che era durata a lungo tra loro…”.
Allora perché non decidere con forza, in cuor nostro, e poi anche concretamente nelle occasioni che si presenteranno, che la via della divisione, della contrapposizione, della violenza e dell’esclusione, della denigrazione e dell’insulto, non è stata mai e non sarà più, la scelta delle nostre discussioni e dei nostri confronti. Come non riconoscere che solo la concordia e la pace custodiscono una vita lieta e condivisibile, e animano la vita sociale e la responsabilità per il bene di tutti. Possiamo dimenticarci che questo è il cuore dell’insegnamento del vescovo Ubaldo, e l’esempio di tutta la sua vita?

Dice ancora Tebaldo di quell’anno straordinario – “…anche il sostegno ai poveri continuò a verificarsi in forme così abbondanti che, al contrario di quanto era sempre accaduto, i poveri non avevano bisogno di elemosinare e di chiedere con insistenza, ma venivano invece pregati perché si degnassero di accettare”.

La carità vera non è il gesto distratto e tranquillizzante di chi ha di più e dà del superfluo ha chi non ha, ma è condivisione fraterna di quello che tutti abbiamo ricevuto in dono per vivere.
Perché non impegnarci insieme, a tutti i livelli, unendo le forze e le risorse, a soccorrere tutti coloro che, fratelli e sorelle in questa terra che tutti abitiamo, ora si trovano in difficoltà serie, e a causa di questa brutta crisi hanno bisogno di un aiuto concreto, per mantenere le loro case, nutrire le proprie famiglie, salvare o riavviare il loro lavoro. Non è proprio la carità la luce più bella e consolante che il vangelo accende tra noi? Non è il frutto più maturo che verifica l’autenticità della nostra fede?

Ecco le consegne che la festa del nostro santo Patrono ci affida quest’anno: la fede, la pace e la carità. Per viverle, proprio a lui, con immutata fiducia, chiediamo luce e forza:

Beato Ubaldo,
luminoso sostegno della nostra fede,
apri i nostri occhi e risveglia il nostro cuore.

L’esempio splendente della tua vita santa
rischiari il nostro cammino di credenti,
ci renda tessitori di concordia
e di pace in mezzo al tuo popolo,
e ci insegni a condividere fraternamente
ciò che abbiamo ricevuto
perché a nessuno dei tuoi figli
manchi il necessario per una vita buona.

La luce della tua fedeltà
guidi e accompagni
il nostro cammino di Chiesa
e la vita sociale.

Amen.

+ don Luciano, vescovo

Terni – Caritas – San Martino: la concretezza della carità durante l’emergenza Covid19. Aumentati del 233% i beneficiari dell’Emporio solidale

In un contesto sociale locale che evidenzia il perdurare di una crisi profonda con l’emergere di nuove povertà, aggravato dalla crisi sanitaria, sociale ed economica della pandemia del Covid 19, la Caritas di Terni-Narni-Amelia e l’associazione di volontariato San Martino operano attraverso vari servizi per sostenere in maniera efficace persone e famiglie, in un percorso che mira ad evitare la cronicizzazione del disagio e conseguentemente una grave situazione di emarginazione sociale. Nel particolare contesto attuale si evidenziano situazioni più critiche, l’emergere di povertà nascoste che vengono spesso taciute alla comunità, tantissime nuove povertà che già, nel bilancio 2019 redatto dalla Caritas-associazione di volontariato San Martino, sono presenti e determinate soprattutto dalla crisi economica e occupazionale con la difficoltà per giovani e adulti ad avere un’occupazione che garantisca una vita dignitosa che, di conseguenza, genera forme di isolamento, emarginazione, solitudine e abbandono, in un conteso segnato anche per il 2019 da moltissime famiglie che si rivolgono alle strutture caritative della Chiesa per richiedere viveri e altre aiuti di prima necessità. Il tutto aggravato negli ultimi mesi dalla pandemia del Covid19.

“Il Coronavirus ha moltiplicato le nostre energie e anche le nostre attività nel campo della Carità – ricorda il vescovo Giuseppe Piemontese – oltre che in tutti gli altri campi soprattutto attraverso contatti, comunicazioni, telefonate, mail e anche attraverso la presenza nel mettere in atto iniziative di carità e di solidarietà. Un grazie grandissimo a tutti i volontari della Caritas dell’associazione San Martino, e a tutti coloro tanti altri di associazioni cattoliche che si sono dati da fare per alleviare le sofferenze e le difficoltà che hanno toccato tantissime persone. Questa è soltanto la prima fase, perché le difficoltà più grandi arriveranno nella seconda fase e nelle fasi successive, guardando le prospettive che sono davanti a noi, di difficoltà, di disoccupazione di impedimenti a relazionarsi e a muoverci come era in precedenza. Nulla sarà più come prima, dovremmo pensare a modificare in maniera sostanziale il nostro modo di vivere e il nostro modo di operare all’interno delle nostre città e della nostra società, adottare uno stile di vita più semplice, con minori esigenze, maggiormente sobrio, se non faremo questo molte sofferenze dovranno toccarci”.

I DATI DELLE ATTIVITA’ DELL’EMERGENZA COVID 19

“All’inizio dell’emergenza molte Caritas parrocchiali hanno inizialmente chiuso – ha detto il direttore della Caritas diocesana Ideale Piantoni – e il grande numero di over 65 ha condizionato la non presenza nei Centri di Ascolto e nelle altre attività come Carcere, uffici, alcuni servizi. Pur dovendo rinunciare all’ascolto diretto ed a tutti i progetti in corso, abbiamo però offerto dei servizi eccellenti: mensa, emporio, docce per i senza tetto e fissa dimora, Casa Parrabbi, Numero Verde. I dati delle nuove povertà sono ancora relativi e secondo ciò che emerge, dobbiamo aspettarci una crescita nel tempo di situazioni economicamente gravi”. Nell’emporio di emergenza nato l’8 aprile, sono stati accolti oltre 100 nuclei, con aumento superiore al 100% rispetto all’emporio solidale, con ingressi su segnalazione parrocchiale. Casa Parrabbi è stata gestita in modo encomiabile ed ai 6 ospiti controllati giornalmente con termo laser si è aggiunta l’accoglienza di alcuni detenuti in libertà vigilata in accordo con U.E.EPE. e la Casa Circondariale di Terni. Gli aiuti dell’inizio dell’anno che hanno trasformato il Fondo Solidale per le famiglie disagiate in Fondo Emergenza virus, si è trasformato in 76 interventi economici da inizio 2020, di cui 57 da fine febbraio 2020 e 47 attraverso il numero verde. Su richiesta della Protezione civile sono stati coordinati interventi da Attigliano e Amelia verso la “zona rossa” di Giove e direttamente consegnato buoni alimentari al Parroco della cittadina.

Il numero verde #Noicisiamoadistanza: numero verde GRATUITO 800 766 455 per offrire servizi di ascolto psicologico dalle 9:30 alle 12:30 dal lunedì al venerdì; informazioni e orientamento ai servizi, ai sussidi e sostegni economici offerti sul territorio per l’emergenza, dalle 9:30 alle 12:30 dal lunedì al venerdì e dalle 14:00 alle 16:00 dal lunedì al giovedì. Il Team del progetto Innovater composto da personale esperto e qualificato fornisce aiuto per affrontare nel migliore dei modi a chi più di altri risente dell’emergenza sanitaria in corso.
Al 14 maggio, ci sono state 145 telefonate coinvolgendo 115 persone, di queste più di 1/3 non si erano mai rivolte alla Caritas o alle parrocchie. Sono stati richiesti: da 51 persone un aiuto alimentare, da 5 persone un aiuto abitativo, da 36 persone un aiuto economico, da 23 un orientamento ai servizi. Ma sono pervenute anche richieste di lavoro, di ascolto, situazioni di abbandono e solitudine, povertà da mancanza di arrivo del compenso della cassa integrazione, povertà da violenza domestica e da tratta, nuove e povertà croniche in attesa di poter riprendere il lavoro sommerso, in nero.

Mensa San Valentino: è stato ridotto l’orario di apertura, dalle 17 alle 18,00, tutti i giorni compresa la domenica con l’ingresso in sala di una persona alla volta fino al numero di 10 presenti a turno. L’accesso è consentito previo controllo temperatura con termometro laser, sia dei volontari che dei commensali, qualora la temperatura dovesse superare 37,5°, si consegnerà il sacchetto con il cibo da consumare nella propria abitazione e si inviteranno le persone a contattare il proprio medico di base. Gli ambienti e la cucina vengono igienizzati costantemente e continuativamente l’acqua viene data in bottiglia singola dose, le posate monouso, raccolta differenziata dei guanti e mascherine, ricambi d’aria (non forzata). Attualmente le persone che ogni sera usufruiscono della mensa sono 50, e si consegnano le mascherine che ci sono state fornite dalla Regione Umbria tramite il Comune di Terni destinate alle persone in stato di povertà.

L’Emporio della Solidarietà: gli utenti sono aumentati del 233%: Gennaio – Aprile 2020 sono stati 203 contro i 61 dello stesso periodo 2019.
Oltre continuare a fornire gli alimenti ai 60 nuclei familiari selezionati per il 1° semestre dell’anno, è aperto in via straordinaria in questo momento di emergenza sanitaria a chi non accede usualmente all’Emporio e non può lavorare o non ha lavoro. Le persone per accedere devono essere segnalate dal Parroco o presbitero e/o coordinatore parrocchiale o Associazione che in parrocchia gestisce la carità. I nuclei o i singoli segnalati sono chiamati dagli operatori dell’Emporio, possono accedere uno alla volta e solo su appuntamento, previo controllo temperatura con termometro laser, uso della mascherina, lavaggio mani e uso di guanti. Possono prelevare gli alimenti per un importo massimo di € 50,00 ogni 15 giorni che corrispondono a 1000 punti/cuori mentre un singolo 500 punti/cuori che corrispondono a 25,00 ogni 15 giorni.
Dal 30 Marzo al 15 maggio sono stati distribuiti 6987 prodotti, con 178 richieste d i accesso e 164 utenti che hanno ritirato prodotti alimentari di cui 85 sono italiani e 79 stranieri.

Molti i benefattori che hanno versato sul conto corrente della Diocesi per un totale di quasi 11 mila euro. “Vogliamo ringraziare tutti, anche quelli che non conosciamo direttamente” aggiunge Ideale Piantoni. “Sono state fatte donazioni da musicisti, persone sole e novantenni, da partito politico, da condomini, da singoli cittadini che volevano donare soldi destinati al cibo per la mensa o per l’emporio o per i ragazzi di colore usciti dai progetti. Qualcuno ha donato buoni spesa da utilizzare presso Superconti, Conad e COOP Tirreno”.
Molte anche le donazioni di beni alimentari dirette raccolte nel supermercato, come D+più e Carrefour. Da ricordare il Comune di Terni, che si è fatto spesso mediatore oltre che fornire aiuti diretti, il Gruppo Serafini, Tiziancaffè, Ipercoop, il Banco Alimentare, la Farmacia Aita, Soft-Art, Pac 2000 (tramite Caritas Italiana), Lega Italiana Lotta ai Tumori, Huckert’s, Effe-medica, la Caritas Italiana, l’ANCE ternana e tantissimi altri che vogliono restare anonimi, “Il Pozzo- Country House” per l’aiuto ai bambini del progetto Ospedale della Solidarietà.

I dati dell’attività svolta nel 2019
Nel 2019 il dato generale evidenzia una leggera diminuzione delle persone che si rivolgono al Centro di ascolto (520 persone, contro le 544 dello scorso anno; 279 donne e 241 uomini. 197 sono le persone che si sono presentate per la prima volta e con una crescita dell’età anagrafica pari a 43 anni); un aumento delle presenze di cittadini italiani rispetto agli stranieri; con donne che fanno richieste in maggior numero rispetto agli uomini; un aumento del valore dei beni economici richiesti.
Le persone che si sono rivolte alle strutture della Caritas sono state 3502 (erano state 4946 nel 2018)
I servizi offerti sono stati molteplici: 28.000 pasti distribuiti alla mensa San Valentino (2000 pasti in più rispetto al 2018), che sono in gran parte italiani. In diminuzione l’attività degli Empori solidali con 24426 pezzi di prodotti alimentari distribuiti (33.732 in meno rispetto al 2018) dall’Emporio della solidarietà di Terni (in via Vollusiano). La diminuzione dei pezzi alimentari è dovuta alla riduzione dei finanziamenti ricevuti per questa opera segno e dal fatto dal 2019 l’emporio di Amelia è stato gestito dalla Caritas di Amelia.
Nel 2018 sono state effettuate 2 raccolte di prodotti alimentari e per l’igiene personale nei Supermercati presenti nel comune di Terni, Narni e Amelia; una raccolta è stata fatta anche presso il Liceo Artistico di Terni e presso l’Università Economia Terni e sono state raccolte oltre 14 tonnellate di prodotti.
Sono stati distribuiti 15.601 capi di vestiario, svolti 520 colloqui, 24 in meno rispetto al 2018 (-5%), La diminuzione è dovuta ad un maggiore impegno delle Caritas parrocchiali. 281 persone hanno usufruito del Servizio doccia, 4 in meno rispetto al 2018, 171 colloqui effettuati nel carcere di Terni, 14 in meno rispetto al 2018 (8%), detenuti chiamati per la distribuzione 528, beni consegnati ai detenuti 3.764.

Centro di Ascolto sono stati effettuati 520 colloqui a persone con multiproblematicità in prevalenza con povertà e problemi economici il 30,35%, problemi di occupazione e lavoro il 26,76%, casalingo/a, pensionati, inabili al lavoro e persone che pur risultando occupate hanno problemi consistenti per vivere, problemi famigliari (15,02%), problemi abitativi (11,70%), problemi legati alla salute (7,01%). Le persone che hanno fatto accesso al centro di ascolto sono state per il 52,85% non italiani, e il 46,25% da italiani.
Sono persone con un istruzione medio bassa (58,46%) e il 28,27% con un’istruzione medio alta anche con laureati.
Il 50,38% sono persone appartenenti alla Ue mentre il 32,50% sono persone provenienti dai paesi africani, il 4,62% dai paesi asiatici.
Gli interventi fatti alle persone che si sono avvicinate ai centri di ascolto sono stati 1705, mediamente più di 3 per ciascuna persona ascoltata, hanno interessato il pagamento di utenze, affitti, spese sanitarie e sostegno al reddito, effettuati per il 52,96% nei confronti di italiani e il 45,92% verso cittadini stranieri. Sono stati eseguiti interventi per beni e servizi materiali 77,15%, sussidi economici 7,50% e assistenza alloggiativa 1,86%.
Alle richieste su è potuto far fronte anche grazie al Fondo Solidale per le famiglie disagiate, con le raccolte in Avvento e Quaresima nelle Parrocchie della Diocesi; grazie a questo ulteriore fondo sono state aiutate nello specifico 51 persone in 80 interventi, per un totale speso a consuntivo di oltre 24.000€.

Emporio della Solidarietà
Nel 2019 ha avuto 220 beneficiari (2018:553). L’Emporio della Solidarietà di Terni è aperto il martedì dalle 14.00 alle 16.00; il mercoledì dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 16.00.
L’affluenza è di circa 15-20 persone le quali fanno la spesa due volte al mese, con una cadenza quindicinale.
Delle 220 persone che hanno usufruito dell’Emporio, 88 sono minori di cui 3 disabili. Sono state emesse nel 2019 30 nuove tessere di cui 15 ad italiani (15 Uomini e 15 Donne). Gli stranieri sono 29, di cui 15 uomini e 15 donne, Dei 61 nuclei familiari, composti da 211 persone, 35 nuclei sono italiani e 26 nuclei stranieri.
Sono stati distribuiti in totale 24.426 beni alimentari e non (36.035 nel 2018) (63.775 nel 2017) così suddivisi: 11.524,02 kg di prodotti alimentari; 2.088 lt di latte, 1.079 lt di prodotti per l’igiene personale.
Nel 2019 sono state effettuate n. 2 raccolte di prodotti nei Supermercati presenti nel comune di Terni, Narni e Amelia, con una donazione di 6,8 tonnellate di prodotti alimentari e per l’igiene, in prevalenza pasta, riso, legumi, pelati, prodotti per l’infanzia, tonno e carne in scatola, olio, biscotti e farina.
Nella raccolta sono stati coinvolti 171 volontari nei vari supermercati, tra cui 48 giovani,

Distribuzione vestiario presso il Nuovo centro di Ascolto Sant’Antonio in Via Vollusiano,18 a Terni, fruibile il lunedì, il martedì e il giovedì dalle ore 9,00 alle ore 12,00 ed è seguita da 7 volontari che si alternano nella settimana. Le persone che nel 2019 hanno ritirato il vestiario sono state 870 persone a cui sono stati distributi 15.601 capi di vestiario, 2.215 in più rispetto al 2018 (13.386).

Il Centro di Ascolto all’interno della Casa Circondariale impegna 5 volontari per due giornate alla settimana (giovedì e venerdì), dalle ore 9,00 alle ore 12,00.
Il loro scopo è ascoltare i detenuti e i bisogni che vengono esternati. Spessissimo sono necessità di beni materiali, dal vestiario ai saponi, alle sigarette ad un calendario o una penna. Spesso è solo una richiesta di ascolto e basta, il bisogno di parlare e di essere ascoltati da qualcuno che non sia solo un compagno di cella o d’aria.
A volte ai volontari viene richiesto di contattare le famiglie, soprattutto quando queste sono lontane centinaia o migliaia di chilometri e non si hanno con esse se non scarsissimi rapporti epistolari. In altri casi è il bisogno di avere un “guardiano” per poter usufruire di permessi temporanei di uscita.
Nell’anno corrente gli operatori dediti all’ascolto sono stati impegnati complessivamente per 88 giornate ed hanno effettuato 171 colloqui con i detenuti di cui 67% italiani e 33% stranieri.
La Caritas ha provveduto quasi interamente alla fornitura e consegna di prodotti per l’igiene. Ciò con un notevole impiego di risorse finanziarie che certo ha pesato sulla possibilità di realizzare altri progetti ed interventi.
Gli operatori dediti alla distribuzione sono stati impegnati per 51 giornate chiamando 528 detenuti indigenti, rispetto alle 589 del 2018 e hanno distribuito in totale 3.764 beni fra vestiario e articoli di igiene personale (4.116 nel 2018).
L’anno appena concluso, rispetto a quello precedente, ha visto un aumento di nuove affluenze ovvero 143 nuovi ingressi (110 nel 2018; 141 nel 2017)

Alla mensa San Valentino, aperta tutti i giorni dalle 17.45 alle 19 (nel periodo invernale anche dalle 8 alle 9 e dalle 12 alle 13) con possibilità di ritirare un cestino viveri alle 12:00 e usufruire di un pasto completo dalle 17:45 alle 19:00. i pasti distribuiti nell’anno sono stati 28.000. Le persone che usufruiscono del servizio quotidiano sono circa 70, in aumento la presenza di italiani rispetto a quella degli stranieri che usufruiscono del pasto o del sacchetto, nelle emergenze. Persone bisognose per la maggior parte fisse ma anche di passaggio e senza fissa dimora. Tutti i giorni è garantito un pasto a chiunque abbia necessità di mangiare dai circa 40 volontari, che si alternano alla mensa. Le persone che frequentano la mensa sono in prevalenza uomini italiani circa il 90% in età compresa fra i 40 e i 75 anni. Il più anziano ha 88 anni. Scarse sono le presenze femminili. La maggior parte hanno perso il lavoro, casa e affetti familiari, persone che vivono con una pensione misera. E’ diminuita la presenza di stranieri e aumentata quella degli italiani persone che hanno visto la loro situazione economica peggiorare, che vivono situazioni di povertà per problemi di occupazione, disagio abitativo, insufficienza o assenza totale di reddito rispetto alle esigenze ordinarie, Spesso consegniamo pasti a domicilio a chi non riesce a raggiungerci o ci rechiamo a prendere i bisognosi per fargli consumare il pasto presso la nostra struttura.
I volontari, dai 18 ai 70 anni, sono studenti di scuola superiore, medici, insegnanti, imprenditori, amministratori, pensionati, mamme, nonne e nipoti, e perfino bisognosi che ripagano il pasto aiutando nella gestione. Durante la distribuzione dei pasti, alcuni dei volontari sono impiegati nell’ascolto delle persone. Il volontario ha il compito di accogliere e garantire la serenità osservando le persone, consapevole che un piccolo gesto può rappresentare una vera e propria coccola per la persona indigente. Oltre alla gestione della sala c’è il servizio di cucina e il funzionamento del magazzino con l’approvvigionamento delle materie prime alimentari, un lavoro molto prezioso e fondamentale ma poco visibile.
I benefattori: – Coop Centroitalia (Ipercoop di Terni) – Serafini, Interpan, Centinari, Stefanangeli, Iannarilli, Lions Club, Santangelo , Istituto Alberghiero Casagrande, La Rocca Sangemini , Fondazione Carit , Fondazione Intesa San Paolo. Ci sono inoltre benefattori che ogni giorno portano prodotti a lunga conservazione (pasta, pomodoro, legumi) e che preferiscono rimanere anonimi.

Perugia: le Chiese cristiane aderiscono alla “Giornata di preghiera, digiuno e carità”

Anche il Consiglio delle Chiese cristiane di Perugia, composto da cattolici, ortodossi (di rito greco, romeno e russo), valdesi e avventisti ha aderito alla “Giornata di preghiera, digiuno e carità”, in programma giovedì 14 maggio, proposta dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana e rilanciata dall’appello di papa Francesco all’Angelus di domenica 3 maggio, affinché, ha detto il Santo Padre, «rivolgersi a Dio ad una sola voce, preservi l’umanità» e «la aiuti a superare la pandemia». Ad annunciare a Perugia l’imminente Giornata è la presidente del Consiglio delle Chiese cristiane Annarita Caponera, docente di Ecumenismo e dialogo interreligioso presso l’Istituto Teologico di Assisi.

Preghiere e opere di carità. I membri del Consiglio delle Chiese cristiane del capoluogo umbro invitano i credenti e gli uomini di buona volontà «a pregare e a fare opere di carità ciascuno secondo la propria tradizione – sottolinea nella lettera di invito la presidente Caponera –, la propria sensibilità, la propria coscienza nella consapevolezza che il digiuno e l’astinenza – insieme alla preghiera e alle opere di carità – appartengono, da sempre, alla vita e alla prassi penitenziale della Chiesa: rispondono, infatti, al bisogno permanente del cristiano di conversione al regio di Dio, di richiesta di perdono per i peccati, di implorazione dell’aiuto divino, di rendimento di grazie e di lode al Padre».

Siamo tutti sulla stessa barca. «Papa Francesco, che ha aderito e ha chiesto di unirsi a questa iniziativa – si legge nel sito web della Cei (https://chiciseparera.chiesacattolica.it/la-preghiera-unisce-a-dio-e-crea-comunione-con-gli-altri/) –, ha più volte invitato in questo tempo difficile a pregare insistentemente – ricordiamo quella, straordinaria, a San Pietro il 27 marzo – perché il mondo sia liberato dal male e ci sia unità tra i popoli e le nazioni: “siamo tutti sulla stessa barca”, ha detto».

Covid-19: la preghiera dell’Arcivescovo per il mondo del lavoro dalla parrocchia di S. Angelo in Mercole. Dalla pSpoleto – nuovo pellegrinaggio solitario di mons. Boccardo in alcune zone della Diocesi, nell’ultima settimana di Messe in assenza di fedeli. Lunedì 18 maggio il Presule celebrerà la prima Messa alla presenza dei fedeli dalla parrocchia di S. Nicolò in Spoleto

Venerdì 8 maggio 2020 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha celebrato la Messa in assenza di fedeli dalla parrocchia di S. Angelo in Mercole di Spoleto. Col Presule hanno concelebrato il parroco don Gianfranco Formenton (che ha la cura pastorale anche delle parrocchie di S. Martino in Trignano e di Montemartano), don Nelson Abraham, cpps, parroco di Baiano di Spoleto, Firenzuola di Acquasparta e di Porzano di Terni e il vice parroco di queste comunità don Selvaraj Selvanayagam, cpps.

Il pensiero del Vescovo a quanti hanno perso il lavoro. «Il nostro pellegrinaggio – ha detto mons. Boccardo nell’omelia – ci conduce di fronte alla chiesa parrocchiale di S. Angelo in Mercole di Spoleto, in una zona che è caratterizzata da sempre dalla presenza di tante industrie piccole e grandi. La nostra preghiera vuole raggiungere questa sera, in modo particolare, tutti coloro che devono affrontare la precarietà del lavoro a causa del Coronavirus. In questo territorio era “ricco” di aziende fiorenti come la Cementir, la Minerva, la Pozzi e l’impresa Novelli, solo per citarne alcune. Intorno a queste, poi, tante piccole imprese familiari sono sorte nel tempo. Tutti conosciamo qual è la situazione attuale. Il Covid-19 ha aggravato ancora di più il mondo del lavoro nel nostro territorio spoletino. Il pensiero allora va alle famiglie che con trepidazione e poca speranza affrontano questo tempo: preghiamo per tutti i contesti lavorativi che sono in sofferenza e avvolti dalla paura. Chiediamo al Signore di donare forza e consolazione, ma anche di ispirare a chi governa e alla comunità quei gesti di solidarietà e di condivisione che permettano a tutti di guardare con serenità al presente a al futuro».

Messa a S. Giacomo di Spoleto. Domenica 10 maggio, invece, l’Arcivescovo ha celebrato la Messa trasmessa sui social dalla parrocchia di S. Giacomo in S. Giacomo di Spoleto. Hanno concelebrato il parroco don Giovanni Cocianga, il parroco di Cortaccione don Bartolomeo Gladson Sagayaraj, il canonico del Duomo don Mario Giacobbi (che vive a S. Giacomo). Nell’omelia il Presule ha parlato della liturgia della vita quotidiana. «In questo tempo – ha detto – abbiamo sofferto per la mancanza dell’Eucaristia con i fedeli. Ma non c’è soltanto la Messa, che rimane comunque il momento più alto e più bello del nostro incontro con il Signore. Tutta la nostra vita – ha affermato mons. Boccardo – costituisce una liturgia. Spesso facciamo questa distinzione: la liturgia è quello che si fa in chiesa, mentre la vita quotidiana è un’altra cosa. S. Pietro invece ci suggerisce di mettere insieme i due aspetti; tutta la nostra vita, con i gesti, le parole e gli impegni è allora celebrazione vissuta sotto lo sguardo di Dio. Celebriamo la nostra liturgia svolgendo il proprio dovere, assumendosi le responsabilità, accogliendo chi ci sta vicino, promuovendo il bene e lasciando da parte il male, moltiplicando i gesti del Vangelo che sono accoglienza, solidarietà, perdono. Anche così rendiamo culto a Dio e facciamo l’esperienza del popolo sacerdotale. Questa dimensione va riscoperta e attuata anche quando torneremo finalmente a celebrare con il popolo e quando l’emergenza della pandemia cesserà».

Ultimo pellegrinaggio solitario di mons. Boccardo. Da lunedì 11 a domenica 17 l’Arcivescovo celebrerà la Messa in assenza di fedeli, trasmessa sui canali Facebook e YouTube della Diocesi, da alcune zone della Chiesa particolare di Spoleto-Norcia.

ü Lunedì 11 maggio alle ore 18.00: da Monteleone di Spoleto.

ü Martedì 12 maggio alle ore 18.00: da Cesi di Terni.

ü Mercoledì 13 maggio alle ore 18.00: da Acquapalombo di Terni.

ü Giovedì 14 maggio alle ore 18.00: da Castelluccio di Norcia.

ü Venerdì 15 maggio alle ore 18.00: da Orsano di Sellano.

ü Sabato 16 maggio alle ore 18.00: da Limigiano di Bevagna.

ü Domenica 17 maggio alle ore 11.00: dal Santuario della Madonna delle Lacrime di Trevi.

A S. Nicolò di Spoleto la prima Messa del Vescovo alla presenza dei fedeli. Dopo 69 Messe celebrate in assenza di fedeli e a porte chiuse, lunedì 18 maggio alle ore 18.30 mons. Boccardo celebrerà la Messa con il popolo (secondo quanto stabilito dal protocollo Cei-Governo) dalla parrocchia di S. Nicolò in Spoleto. In questo giorno era in programma la consacrazione della nuova chiesa di S. Nicolò dedicata a S. Giovanni Paolo II: evento naturalmente rimandato a causa del Covid-19. La giornata è particolare in quanto ricorre il 100° anno dalla nascita di Giovanni Paolo II.

Assisi – Anniversario del Santuario della Spogliazione. Sabato 16 maggio presentazione in streaming del libro curato da Elisabetta Lo Iacono

“#Nulla di proprio. Dalla spogliazione per ricominciare”. È il titolo del programma di iniziative che si terranno, in questo tempo di emergenza da coronavirus nel rispetto delle normative anti contagio da Covid-19, sabato 16, domenica 17 e domenica 24 maggio in occasione dell’anniversario dell’inaugurazione del Santuario della Spogliazione, istituito nel 2017. La tre giorni si aprirà sabato 16 maggio alle ore 11 con la presentazione, in diretta streaming, del libro “Frate Francesco e la spogliazione” a cura di Elisabetta Lo Iacono, pubblicato da Edizioni francescane italiane. Intervengono il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino; Elisabetta Lo Iacono, curatrice del volume; padre Domenico Paoletti, vicario del Sacro Convento di Assisi. Modera Rosario Carello, giornalista della TGR Lazio. La diretta potrà essere seguita sulla pagina Facebook della Diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo, sulla pagina Frate Indovino, sulla pagina San Francesco d’Assisi e su Maria Vision (in Umbria canale 602).

Domenica 17 maggio alle ore 11 ci sarà la santa messa nel Santuario della Spogliazione presieduta dal vescovo Sorrentino, trasmessa in diretta streaming dalla pagina Facebook della Diocesi e su Maria Vision.

Domenica 24 maggio alle ore 11 la santa messa nel Santuario della Spogliazione, secondo le misure di sicurezza previste dal protocollo tra Cei e governo che disciplina gli accessi, sarà presieduta dall’arcivescovo monsignor Edgar Peña Parra, sostituto per gli affari generali della Segreteria di Stato della Santa Sede.

Coronavirus, preghiera dalla piazza di San Francesco di Assisi Invito a digiunare e a devolvere il corrispettivo del pasto non consumato alla Caritas per le famiglie in difficoltà e l’Amazzonia

La diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, giovedì 14 maggio, celebrerà la Giornata di preghiera, digiuno e opere di carità, proposta dall’Alto Comitato per la fratellanza umana e accolta da Papa Francesco, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia di coronavirus. A mezzogiorno di giovedì il vescovo monsignor Domenico Sorrentino presiederà un momento di preghiera nella piazza Inferiore di San Francesco in osservanza delle norme di anti-contagio. Lo farà proprio dal luogo dove, il 27 ottobre del 1986 e poi negli anniversari successivi, i rappresentanti delle diverse religioni e confessioni cristiane hanno più volte pregato per la pace. “La nostra città e tutta la diocesi non poteva mancare a questo appuntamento – spiega il presidente della Commissione spirito d’Assisi don Tonio Dell’Olio – ; è qui che in più occasioni i leader delle diverse religioni si sono ritrovati per pregare per la pace. Anche oggi con il valore universale della preghiera, come ha detto il Santo Padre, abbiamo bisogno di essere insieme per superare una pandemia che non ci dà pace. Nel farlo non possiamo dimenticare i più fragili e per questo offriremo il corrispettivo del digiuno per sostenere le famiglie che fanno più fatica senza badare alla loro appartenenza religiosa e per la martoriata Amazzonia”. La commissione Spirito di Assisi, l’Ufficio Ecumenismo e dialogo e la Caritas diocesana d’intesa con il vescovo hanno infatti predisposto uno schema di preghiera e invitano coloro che aderiscono all’iniziativa a digiunare devolvendo il corrispettivo del pasto non consumato al “Fondo per le famiglie in difficoltà” gestito dalla Caritas diocesana e all’Amazzonia. Le offerte possono pervenire tramite bonifico utilizzando il Codice IBAN IT32 Y 02008 38278 000104548803 con la causale: Fondo emergenza Covid-19 o attraverso la parrocchia di appartenenza. Le comunità di altre denominazioni si organizzeranno attraverso i propri canali o potrebbero far confluire le offerte raccolte alla stessa Caritas.

Il momento di preghiera presieduto dal vescovo Sorrentino può essere seguito in diretta sulla pagina Facebook Diocesi Assisi-Nocera-Gualdo.

Perugia: Azioni di contrasto povertà accentuate dal tempo del Covid-19. Ne parla l’economista Pierluigi Grasselli, direttore dell’Osservatorio diocesano perugino sulle povertà e l’inclusione sociale

«Anche dall’ultimo incontro delle Caritas diocesane dell’Umbria (tenutosi in videoconferenza la scorsa settimana, ndr) vengono indicazioni di un aumento dirompente della domanda di aiuto, da parte delle più diverse categorie di persone, colpite secondo modalità differenti dagli effetti del Covid-19». A rilevarlo è l’economista perugino Pierluigi Grasselli, direttore dell’Osservatorio sulle povertà e l’inclusione sociale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, evidenziando che «la Caritas risponde con un forte impegno offrendo i servizi tradizionali ma anche innovandoli, seguendo una “fantasia della carità”, per far fronte ai bisogni emergenti con la diffusione dell’epidemia».

Criticità. L’esperto non esita a “denunciare” una preoccupante criticità: «Il massiccio incremento delle domande di aiuto sottopone però a tensione le strutture e si scontra con la limitatezza delle risorse finanziarie ed umane delle Caritas diocesane. Difficoltà analoghe, anche se con variabile intensità, si propongono a tutti gli Attori pubblici e privati (Regione, Enti locali, Fondazioni, Organizzazioni del Terzo Settore, Associazioni di cittadini, …) che operano a sostegno della crescente platea delle persone e delle famiglie colpite dalla crisi. E con i quali la stessa Caritas vive occasioni di collaborazione per fronteggiare l’emergenza».

Interventi. Le difficoltà che si prospettano e che potranno anche crescere d’intensità con il perdurare del pericolo di contagio, propongono con forza la necessità di impiegare con la maggior efficienza le risorse disponibili, e di coordinare e calibrare con accuratezza gli interventi dei vari Attori, per svilupparne al meglio le eventuali complementarietà, per assicurare un supporto integrale al richiedente aiuto: chi ottiene un aiuto specifico dalla Caritas (ad esempio, sul fronte alimentare) può avere molte fragilità, di natura sia fisica che psichica che spirituale. Gli interventi nel loro complesso dovrebbero incidere sulle persone e sui territori, curando la centralità di entrambi, e promuovendo l’attivazione di percorsi personalizzati, con coinvolgimento del Terzo Settore, nella progettazione sociale e territoriale (come si auspica nell’ “Appello della società civile per la ricostruzione di un welfare”, al quale ha aderito anche Caritas italiana, in sintonia con il “Piano per una protezione sociale universale contro la crisi”, di recente presentazione). Tutto questo dovrebbe essere compiuto contribuendo ad assicurare nel contempo le condizioni per una trasformazione dell’assetto economico e sociale del territorio, in linea con una maggiore sostenibilità sociale e ambientale, quale auspicata nella “Economia di Francesco”».

Bisogni. L’opportunità di un approccio coordinato tra gli attori suddetti, che potrebbe essere promosso e favorito dalle autorità regionali in accordo con le autorità comunali, per un’efficace progettazione degli interventi, si desume anche dalla natura dei bisogni, segnalati da Caritas italiana (InformaCaritas n.4, 25 aprile 2020 …), che stanno emergendo e per i quali si lavora e si dovrà sempre più lavorare. Tra essi figurano: 1) orientamento e informazione alle persone sulle misure di supporto al reddito; 2) sostegno economico per persone e famiglie non coperte dalle misure esistenti; 3) sostegno psicologico e coinvolgimento in attività lavorative comunitarie; 3) servizi domiciliari per anziani e disabili, con raccordo Servizi sociali/Terzo Settore; 4 supporto ludico-didattico-ricreativo per bambini e ragazzi nei mesi estivi…».

«Si tratta di orientarsi verso una logica di lavoro di squadra – conclude il professor Grasselli –, in uno spirito di fraternità, consapevolezza e responsabilità, in linea con i presupposti attuativi di una configurazione di Bene Comune».

Calvi e Otricoli – celebrazioni in onore dei santi Patroni il 12 e 14 maggio

Le ricorrenze della festa del patrono di Calvi dell’Umbria e di Otricoli saranno celebrate in maniera diversa, in ottemperanza alle disposizioni per il contenimento del Covid 19.
Il vescovo Giuseppe Piemontese, si recherà pellegrino in rappresentanza della comunità diocesana, il 12 maggio alle ore 10 nella chiesa parrocchiale di Calvi, dove presiederà la celebrazione in onore del patrono San Pancrazio, senza il concorso dei fedeli e alla presenza del sindaco Guido Grillini. Al termine della celebrazione, sulla piazza centrale di Calvi ci sarà la benedizione della città con le reliquie di San Pancrazio.
Ad Otricoli il 14 maggio, per la festa dei Santi Vittore e Corona, il vescovo Giuseppe Piemontese alle ore 10.30, nella collegiata di Santa Maria Assunta, presiederà la celebrazione alla presenza del sindaco e senza la partecipazione dei fedeli. Al termine della celebrazione, sul sagrato della chiesa ci sarà la benedizione della città con le reliquie di San Vittore.
Le celebrazioni saranno trasmesse in diretta sui canali Facebook e Youtube della Diocesi di Terni-Narni-Amelia