Perugia – “Ascolto, accoglienza e sostegno quotidiano alla persona”. Presentato il Bilancio sociale 2023 della Fondazione di Carità San Lorenzo

È stato presentato questa mattina, 12 settembre, a Perugia, il Bilancio sociale 2023 della Fondazione di Carità San Lorenzo dal titolo: “Ascolto, accoglienza e sostegno quotidiano alla persona”, la sintesi delle attività svolte dalla suddetta Fondazione (oggi ONLUS e in corso di trasformazione in Ente del Terzo settore) quale ente operativo della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve che ne gestisce le opere, i servizi e le iniziative. Non ha scopo di lucro e persegue esclusivamente finalità di utilità e solidarietà sociale, di accoglienza umanitaria e di integrazione sociale.

Sono intervenuti alla presentazione: l’arcivescovo Ivan Maffeis, Francesca Picciaia, professore associato di Economia aziendale dell’Università degli Studi di Perugia, Luciana Stazi, dottore commercialista e volontaria, Alfonso Dragone, referente Area Progetti e Fundraising Fondazione di Carità San Lorenzo, e don Marco Briziarelli, direttore Caritas diocesana e direttore Fondazione di Carità San Lorenzo.

Il «sostegno quotidiano alla persona», come evidenzia l’arcivescovo Ivan Maffeis nella “lettera” di presentazione del Bilancio, «dà qualità all’ascolto, all’accoglienza…», perché il «quotidiano è il contrario di straordinario, estemporaneo, eccezionale. È sinonimo di abituale, consueto, ordinario. Significa che si fa o avviene o ricorre ogni giorno e tutti i giorni… La scelta di esserci e di spendersi nella serialità è uno dei tratti somatici della nostra Caritas. Ne delinea il volto. Per questo è importante leggere con attenzione le pagine che seguono – si augura mons. Maffeis –, fino a farle diventare nelle nostre comunità occasione di confronto, di approfondimento e di formazione. Servirà a conoscere le finalità, la mission e i valori in gioco. A rendersi conto dell’effettivo moltiplicatore che ogni azione caritativa, anche la più piccola, genera a livello sociale».

Il presidente della Fondazione di Carità San Lorenzo, Maurizio Santantoni, nella sua “lettera” introduttiva, si sofferma sulla «consapevolezza che il percorso che ogni persona fa per “liberarsi” dalla povertà è un investimento per il bene, si vuole utilizzare questo documento anche come volano di divulgazione e di sensibilizzazione per il territorio e per la comunità e di condivisione dei preziosi risultati orgogliosamente raggiunti». Inoltre, aggiunge Santantoni, «Ci preme sottolineare che il centro di ogni nostra azione verso il povero è promuovere con lui un cammino di accompagnamento che lo riporti all’autonomia spezzando la catena della povertà; un cammino unico come unica è la povertà di ogni nostro fratello di ogni nostra sorella. Dare voce al grido inascoltato dei poveri è la nostra advocacy».

Di seguito una sintesi di questo significativo Bilancio (il testo integrale è consultabile-scaricabile nel sito: www.diocesi.perugia.it) in cui ad ogni suo “numero” corrisponde una “storia di vita”.

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Nel prendere in esame il risultato si coglie che chiude con un avanzo di gestione al netto delle imposte di euro 3.520, con euro 2.002.672 di costi effettivi ed euro 2.336.585 di costi figurativi (esempio l’impegno dei volontari calcolato attraverso l’applicazione, alle ore di attività di volontariato effettivamente prestate, della retribuzione oraria lorda prevista dai contratti collettivi…, così come un esempio di proventi figurativi è riferibile alla traduzione in termini economici dell’apporto che gli stessi volontari forniscono attraverso lo svolgimento della propria attività personale, spontanea e gratuita).

Tutta l’attività è stata svolta grazie al supporto economico e finanziario dell’8xMille alla Chiesa cattolica (per circa 400.000 euro), di raccolte fondi e delle donazioni ricevute.

Hanno contribuito al risultato con il proprio supporto umano e lavorativo 379 volontari, e 12 persone retribuite (dipendenti e liberi professionisti).

E diversi sono anche gli Stakeholter coinvolti a vario titolo nelle attività dell’Ente per le relazioni di scambio che intrattengono con esso o perché ne sono significativamente influenzati: Istituzioni, donatori e sostenitori, Enti non lucrativi, fornitori, dipendenti e volontari.

Entrando nel merito dei servizi erogati quale supporto alla persona abbiamo:

Il sostegno al reddito con donazioni mensili e altri supporti per l’accompagnamento di famiglie verso l’autonomia mediante la copertura parziale del costo delle utenze, locazioni, mutui, spese sanitarie … I servizi vengono erogati grazie al progetto annuale “Adotta una famiglia” e nel 2023 sono state adottate 25 famiglie.

L’assistenza sanitaria con la farmacia solidale che ha registrato 968 ascolti e 413 assistiti che procede in stretto rapporto con la campagna di raccolta (2049) e recupero (2.133) farmaci.

L’emergenza alimentare con i servizi erogati tramite:

la Mensa “Don Gualtiero” che dona un pasto caldo e un momento di accoglienza per le persone bisognose con l’erogazione di 36.232 pasti,
il Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza dove sono stati distribuiti 21.687 pasti alle persone accolte nel Villaggio derivanti dall’invenduto serale di supermercati e negozi quale recupero delle eccedenze alimentari,
il Punto di Ristoro Sociale “San Lorenzo”, gestito in collaborazione con il Comune di Perugia, al quale accedono persone in difficoltà per consumare un pasto caldo,
i cinque Empori della Solidarietà dislocati sul territorio diocesano presso i quali hanno avuto accesso 5.723 assistiti che hanno potuto sostenere la loro spesa mediante un sistema di tessere.
L’emergenza abitativa con:

– il Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza in cui vengono accolti nuclei familiari che attraversano condizioni di fragilità o disagio, nel quale sono state accolte 78 persone, tra cui 36 minori, per un totale di 21.687 giorni di accoglienza per numero di persone ospitate,

– la Casa “San Vincenzo” che accoglie madri con figli minori o donne in difficoltà e che ha ospitato 10 persone di cui 7 minori,

– il Dormitorio “Sant’Anna dei Servitori” che è servizio di accoglienza temporanea per uomini in difficoltà che ha ospitato 66 persone per un totale di 4.201 giorni di accoglienza complessivi,

– il Progetto “C.A.S.A.” con l’obiettivo di prendersi cura delle crescenti fragilità e vulnerabilità del disagio abitativo e sono stati accolti 7 nuclei familiari con un totale di 27 persone, di cui 10 minori, in appartamenti collocati in Perugia e Deruta,

e tutto trova il proprio cuore pulsante nel Centro di Ascolto presso il Villaggio della Carità con 12.588 ascolti con l’erogazione di euro 275.008 di risorse da parte della Caritas diocesana per contributi a sostegno.

Per realizzare queste attività vengono messi in campo progetti e campagne di raccolta fondi e senza la generosità di ognuno niente di tutto questo sarebbe stato possibile.

Ogni euro donato rende 2,5 euro di servizi prestati alla persona inclusi quelli figurativi per complessivi circa 5 milioni di euro.

IL BILANCIO SOCIALE (PDF)

Giubileo 2025 – lettera dei Vescovi Umbri ai sacerdoti e diaconi della Regione Ecclesiastica Umbra

Carissimo Confratello,

si avvicina l’anno di grazia che la benevolenza divina e la maternità della Chiesa ci donano con il Giubileo 2025. Noi ministri ordinati abbiamo la grande gioia e il lieto compito di accompagnare il popolo di Dio a farne tesoro: sarà una preziosa occasione per rigenerare la nostra vocazione e mettere a frutto la nostra missione di “servi della speranza”, di amici di “Cristo, nostra speranza”.

Il Santo Padre, che ha indicato proprio nella virtù teologale della speranza il messaggio centrale di questa esperienza di fede e di carità, confida nel nostro entusiasmo e nella nostra collaborazione. Possiamo ora gratuitamente mettere a disposizione delle nostre comunità e dei numerosi pellegrini che intraprenderanno il cammino spirituale del Giubileo i doni di grazia che gratuitamente abbiamo ricevuto con l’ordinazione presbiterale. Non è difficile pensare che la nostra regione sarà mèta privilegiata di tanti pellegrinaggi, tenendo conto della ricchezza di santità delle nostre diocesi e della prossima canonizzazione del Beato Carlo Acutis.

Per questo abbiamo una grande opportunità di seminare gioia e una grave responsabilità di predisporre il cuore del popolo di Dio, cominciando da noi stessi, come ci raccomanda Papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit, 5: “Nelle Chiese particolari si curi in modo speciale la preparazione dei sacerdoti e dei fedeli alle Confessioni e l’accessibilità al sacramento nella forma individuale”.

In questo periodo possiamo approfondire la formazione meditando con attenzione la Bolla e studiando la nota con le Norme per la concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo Ordinario 2025. Possiamo collaborare e dare disponibilità alle Commissioni per il Giubileo che le nostre Diocesi hanno istituito e, specialmente, possiamo approfittare di questo anno per sensibilizzare le nostre comunità, gli organismi di partecipazione, i gruppi, i giovani, i catechisti, le famiglie, alla preghiera, alla catechesi, alla carità e alla organizzazione della ospitalità e dell’accoglienza dei pellegrini. Possiamo iniziare a preparare il Pellegrinaggio Regionale delle otto diocesi umbre alla Tomba dell’apostolo Pietro, che vivremo in spirito di comunione sabato 13 settembre 2025.  Ti chiediamo la cortesia di segnare già ora nella tua agenda e nel calendario della tua comunità questo straordinario appuntamento di fede.

 

Sarà un anno molto inteso e ricco di frutti spirituali grazie alla speranza cristiana che sapremo annunciare insieme. Ti ringraziamo di aver aperto la porta santa della tua vocazione e del dono della tua vita alla nostra Chiesa e alla nostra gente. Grazie fin da ora per la preghiera e la carità che saprai spendere in questo tempo perché molti fratelli e sorelle possano varcare la soglia della misericordia di Dio.

Saldi nella speranza della gloria di Dio, ti salutiamo fraternamente.

 

Assisi, 8 settembre 2024.

                                                                                   I Vescovi dell’Umbria

Perugia – Dedicata alla speranza la nuova Lettera pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis all’inizio del nuovo Anno pastorale e in preparazione al Giubileo

“In queste pagine offro con semplicità qualche spunto per aiutare a ritrovare le radici della speranza, che parla tanto nel patrimonio della Tradizione cristiana (I parte), quanto in alcuni segni concreti, che chiedono di diventare esperienza diffusa (II parte). Qualche proposta conclusiva è finalizzata a non sciupare la grazia dell’anno giubilare (III parte)”.
È questo lo schema della nuova Lettera pastorale dell’Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis: con il titolo “Sentieri di speranza” viene pubblicata sia in forma cartacea che online sul sito della Diocesi giovedì 12 settembre, festa della Madonna delle Grazie e inizio del nuovo anno pastorale.

Il Vescovo apre il testo mettendosi in ascolto dei giovani e del loro bisogno di punti di riferimento, chiedendosi quali siano le modalità con cui annunciare la perenne novità del Vangelo.
A tale scopo, nella prima parte della Lettera don Ivan presenta la speranza cristiana, la sua affidabilità e le scelte di vita in cui è chiamata a concretizzarsi.

Alcuni racconti introducono la seconda parte, dove il Vescovo indica gli ambiti principali nei quali seminare speranza, attraverso l’eloquenza dei segni: famiglia, giovani, anziani, ammalati, poveri, migranti e carcerati. Sono ambiti dei quali viene sottolineato anche l’aspetto sociale e politico.

A titolo esemplificativo, riguardo ai carcerati l’Arcivescovo scrive: «Alla politica e all’amministrazione chiediamo l’impegno di individuare in Umbria una struttura che sia deputata a trattare il disagio psichico: in cella è destinato soltanto ad aumentare, rivelandosi devastante anche per gli altri detenuti e per gli stessi agenti di polizia penitenziaria. Nel lasciarci interrogare dalla realtà del carcere, come comunità cristiana offriamo la disponibilità a contribuire a quella rete sociale che è necessaria per mettere in campo proposte concrete».

Analogamente, per quanto riguarda la famiglia: «Avvertiamo la povertà di una cultura che confina la famiglia nella sfera del privato, quasi una faccenda legata unicamente alle scelte dei singoli, dalla scarsa rilevanza pubblica. Ai nostri amministratori chiediamo di proseguire l’impegno per riconoscerle piena cittadinanza, a partire dalla qualità dei servizi, dall’attenzione ad agevolare la conciliazione dei tempi della casa con quelli del lavoro, da un sistema fiscale che non penalizzi chi ha figli e riconosca il valore sociale di quanto una famiglia fa per la loro crescita e la loro educazione. Investire sulla famiglia significa sostenere secondo giustizia le coppie con figli, i giovani alle prese col mutuo della prima casa, i portatori di handicap, gli anziani appesi alla pensione sociale, costretti a volte a rinunciare persino a curarsi. Attorno a questi temi sarebbe sterile attardarsi su posizioni ideologiche: favoriamo un’alleanza sociale nella quale la visione cristiana e quella laica possano confrontarsi e trovare modo di convergere per il bene di tutti…».

La Lettera ha il tratto della confidenza e della riconoscenza: ad esempio, senza ignorarne le difficoltà, dove affronta la realtà della malattia esprime «gratitudine agli operatori sanitari che si fanno carico quotidianamente delle fragilità fisiche e psichiche: nei nostri reparti ospedalieri lavorano uomini e donne, la cui professionalità e umanità devono poter incontrare la stima di tutta la comunità».

Alla Comunità diocesana il Vescovo Ivan chiede l’impegno di assumere alcune proposte per preparare e vivere l’anno pastorale, caratterizzato dal Giubileo che Papa Francesco aprirà a Natale. Diversi e significativi sono gli eventi, le attività e le iniziative diocesane che il Vescovo Maffeis condivide ai fedeli, fissandone date e luoghi. Tra questi, la giornata di incontro tra diaconi e parroci del 21 settembre e l’Assemblea diocesana, prevista per il prossimo 23 novembre, con il lavoro per una Chiesa fraterna, nella quale trovano collocazione carismi e ministeri.

«Dopo due anni di servizio episcopale – scrive – confermo l’impressione iniziale: con il loro carattere popolare, le nostre parrocchie sono case aperte, luogo di ricerca di senso e di offerta di speranza, in cui si tocca con mano la fedele generosità di molti».

Lettera Pastorale Sentieri di Speranza, testo integrale

 

Perugia – la “StarCup” insegna ad aprirsi agli altri. Occasione di sport e fede per tanti giovani a maturare la propria conversione e vocazione

Si è conclusa nella tarda serata di domenica 8 settembre, presso il Centro sportivo di Santa Sabina, la 18a edizione della “StarCup”, il torneo di Calcio a 5 degli oratori, associazioni e gruppi della comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve organizzato da “SportLab” con la Pastorale Giovanile e il Coordinamento Oratori Perugini, che ha visto dal 4 settembre una partecipazione di alcune migliaia di giovani ed anche adulti da record nel periodo post-Covid. Quest’anno, in particolare, si è notata una numerosa presenza di giovanissimi di scuole elementari e medie per le categorie “Youth Cup” e “Mini Cup”. Vincitori e vincitrici della categoria “adulti” (i giovani delle scuole superiori), appunto la “Star Cup”, che ha visto scendere in campo ben 87 squadre maschili e femminili, sono stati i “Sistombriaco”, che hanno portato l’oratorio di San Sisto a quota sei vittorie, e le “Fiamme” dell’oratorio di Case Bruciate di Perugia, aggiudicandosi il primo posto per la quinta volta a dieci anni di distanza dalla prima.
Centrato il filo conduttore di questa 18a edizione, quello della figura biblica di Davide, con cui il Signore insegna a guardare il cuore non l’apparenza dell’arrivare primi, ma il cuore della partecipazione che rende felice nell’esserci per dare la tua parola, la tua testimonianza di confronto sia nel gioire per un goal fatto sia nel soffrire per un goal subito. Un evento, la “StarCup”, che unisce sport e fede, punto di partenza di non poche storie di chiamata-vocazione non solo al sacerdozio e alla vita consacrata, ma anche alla vita di coppia fondata sul Sacramento del matrimonio, non più così scontata oggi anche tra i giovani battezzati.
Non ultima la “Star Cup” vissuta come esperienza di conversione maturata in una diciottenne che domenica prossima riceverà il Sacramento del battesimo dopo aver partecipato, dallo scorso anno, al Gr.Est. (gruppo estivo) della sua parrocchia, alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona e alla “StarCup” 2023 e 2024.
Di questa conversione ne ha parlato l’arcivescovo Ivan Maffeis al termine della celebrazione eucaristica domenicale della giornata conclusiva della “StarCup”, l’8 settembre, nella tensostruttura del Centro sportivo di Santa Sabina.
«Ciascuno di noi è un messaggio, una parola di Dio, unica, ma nella vita, purtroppo, tante persone finiscono per essere parole chiuse in una bottiglia lanciata in mare che nessuno raccoglie e legge». Così mons. Maffeis all’omelia davanti ad una moltitudine di giovani e giovanissimi insieme a genitori, accompagnatori, catechisti e animatori. Non sono mancanti neppure diversi sacerdoti, religiosi e religiose durante la cinque-giorni della “StarCup” non solo sugli spalti, ma alle partecipate catechesi, preghiere e adorazioni eucaristiche.
Commentando il Vangelo di domenica in cui la folla porta il sordomuto a Gesù, mons. Maffeis si è rivolto ai giovani con queste parole: «E’ qualcosa di enorme, perché siamo vivi nella misura in cui noi ci accorgiamo di chi ci sta attorno facendosi carico del nostro dolore, della nostra angoscia, della nostra paura, della nostra preoccupazione. Come anche nel farsi carico di una gioia, perché lo sappiamo dall’esperienza che quando una gioia è condivisa questa gioia esplode, nessuno va ad una festa da solo… Per questo oggi dico grazie ai tanti che ci hanno messo tempo, fatica, energia per organizzare quest’edizione della “StarCup”. Tutti loro hanno contribuito a rilanciare il messaggio di Gesù: “Apriti!”. L’edizione di quest’anno ci ha insegnato che noi non siamo semplicemente i nostri limiti, ma c’è qualcuno che guarda al cuore. Apriti, non chiuderti come le parole nella bottiglia, perché tutte le volte che ti chiudi ti freghi da solo. Sfida, piuttosto, il giudizio degli altri. Apriti al Signore, perché ha sempre fiducia di te, su di Lui puoi contare sempre. Apriti con fiducia agli altri sperando che anch’essi sappiano aprire il loro cuore per condividere un po’ della strada con te».

Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno – consegna del programma pastorale

“Il nostro programma pastorale è centrato sul grande ideale della carità, che da anni stiamo perseguendo. L’anno scorso ne abbiamo visto le dimensioni sociali, parlando di carità politica. Il prossimo anno il nostro cammino ci porterà a mettere a fuoco le case, sempre più fatte oggetto di una erosione dei valori fondamentali di fede, famiglia e vita. Case che non stanno in piedi, perché, come dice Gesù, sono fondate non sopra la roccia della sua Parola, ma sopra la sabbia delle incerte parole umane. Il tema sarà dunque la carità ‘nelle case’ e ‘tra le case’. Un modo di rifare la Chiesa dal basso, analogo a quello che caratterizzò la comunità cristiana della prima ora, quando non c’erano ancora cattedrali, chiese, canoniche, oratori, ecc., ma solo le case. Le case cristiane furono i fulcri del primo cristianesimo. Divennero presto fermento della società, fino a farne una società cristiana, quella che per secoli, pur con grandi limiti, ha dato un’impronta alle nostre terre”. A indicare la strada del percorso del prossimo piano pastorale che sarà presentato e consegnato domenica 15 settembre a partire dalle 16,30 nella cattedrale di San Rufino, è il vescovo monsignor Domenico Sorrentino. “Oggi – continua – ci troviamo di fronte a tutt’altro paesaggio. Quello scenario tradizionale viene ogni giorno meno. È tempo di riannunciare il Vangelo. Perché ne fossimo ancora più convinti, ho voluto quest’anno che il programma pastorale fosse scritto non da me, ma da voi. È infatti il frutto di un diligente lavoro di riflessione fatto dai due Consigli Pastorali ad Assisi e Foligno. Ne sono felice. Quasi paternamente ‘orgoglioso’. È il segno di una Chiesa – ha aggiunto – che sta imparando a camminare con grande consapevolezza battesimale, sentendo che non tutto deve dipendere dal clero, ma molto dev’essere realizzato con coscienza e responsabilità comune. È anche il segno, come vuole il Papa, di una Chiesa che apprende il metodo “sinodale” del camminare insieme. Mi auguro pertanto – conclude il vescovo – uno scatto di entusiasmo”.

Lo stesso piano pastorale verrà consegnato anche ai fedeli di Foligno, che si ritroveranno domenica 22 settembre alle ore 17 nella cattedrale di San Feliciano, dove dopo un momento di preghiera, seguirà la processione fino al Santuario della Madonna del Pianto (Concattedrale di Sant’Agostino), per celebrare la santa messa. Per tale occasione sabato 21 settembre alle ore 9.30 nella cattedrale di San Feliciano si terrà la conferenza stampa di presentazione dei lavori e del programma di riapertura. Per l’occasione sarà aperto e visitabile anche il Museo capitolare diocesano.

Diocesi Spoleto-Norcia: Costituite le Cappellanie dell’Ospedale di Spoleto, dell’Hospice, delle Case di cura e riposo di Spoleto e Trevi e della Casa di Reclusione di Spoleto. Don Kononov vice direttore della Caritas diocesana e don Ragan esorcista diocesano

In data 8 settembre 2024, festa della Natività della Beata Vergine Maria, l’Arcivescovo Renato Boccardo:
ha accolto le dimissioni da parroco di Santa Maria Assunta in Strettura di Spoleto (che comprende le ex-parrocchie di San Michele Arcangelo in Montebibico di Spoleto, di San Martino in Valle San Martino di Spoleto e di San Giovenale in Cecalocco di Terni) nella Pievania di San Ponziano, presentate a suo tempo per raggiunti limiti di età da
mons. Eugenio Bartoli;
ha accolto le dimissioni da parroco dell’Abbazia di Sant’Eutizio in Preci presentate a suo tempo per raggiunti limiti di età da don Luciano Avenati;
ha accolto le dimissioni presentate da don Simone Maggi da Pievano di San Bernardino e dalla cura pastorale della comunità di Santa Maria di Ferentillo;
ha accolto la richiesta di don Simone Maggi e di don Davide Tononi di esercitare – per un tempo – il ministero pastorale rispettivamente nelle diocesi di Rieti e di Verona;
a causa del particolare ministero loro assegnato, sentito il Consiglio Episcopale, con apposito Decreto ha separato la parrocchia dell’Abbazia di Sant’Eutizio in Preci dalla Pievania dei Santi Benedetto ed Eutizio (che sarà d’ora in poi denominata Pievania dei Santi Benedetto e Scolastica) e il Santuario di Santa Rita in Roccaporena di Cascia con l’annessa parrocchia di San Montano dalla Pievania di Santa Rita, rendendoli autonomi;
ha nominato Pievano di San Bernardino don Giuseppe Kuruvila Thekkummattom, vc;
ha affidato ai Sacerdoti della Pievania di San Bernardino la cura pastorale della comunità di Santa Maria di Ferentillo;
ha assegnato don Aleksei Kononov al presbiterio della Pievania di San Ponziano;
ha assegnato don Nolberto Cárdenas Rosas al presbiterio della Pievania di San Felice;
ha affidato a don Dieudonné Mutombw Tshibang la cura pastorale della comunità dell’Abbazia di Sant’Eutizio in Preci;
ha nominato Esorcista diocesano, accanto a mons. Luigi Piccioli, don Kamil Ragan;
ha nominato Vice Direttore della Caritas diocesana don Aleksei Kononov;
ha costituito la Cappellania dell’Ospedale di San Matteo degli Infermi, dell’Hospice “La torre sul colle” e delle Case di Cura e di Riposo di Spoleto e di Trevi, e ne ha chiamato a far parte Luigia Ciucarilli, coordinatrice, mons. Dino Pallucchi, p. Gregorio Cibwabwa Lwaba Mambezi, oad, e Piera Martore;
ha costituito la Cappellania della Casa di Reclusione di Spoleto, chiamandone a far parte p. Marco Antonio Uras, ofm, coordinatore, Elisabetta Giovannetti e Antonio Cuozzo.

Terni – Pellegrinaggio Madonna del Ponte – Mons. Soddu: “Maria sia per tutti noi il ponte sicuro su cui transitare per raggiungere il Figlio”

A conclusione della festa dedicata alla Madonna del Ponte a Narni scalo, recuperando la tradizione devozionale dei cammini verso luoghi santi, nell’anno di preparazione al Giubileo 2025, la ripresa dell’attività pastorale diocesana ha visto la comunità ecclesiale riunita domenica 8 settembre per il pellegrinaggio diocesano al santuario diocesano della Madonna del Ponte e la solenne concelebrazione presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, nel corso della quale è stato conferito il ministero di lettore a Matteo Bergonzini ed è stato accolto ufficialmente don Jean Pierre quale rettore coadiutore del Santuario insieme a don Piergiorgio Brodoloni. Presenti i sacerdoti della diocesi, tantissimi fedeli fedeli della diocesi, il sindaco di Narni Lorenzo Lucarelli. La celebrazione è stata animata dalla corale diocesana diretta da don Sergio Rossini ed hanno prestato servizio i seminaristi del semiario regionale di Assisi, diaconi e accoliti del santuario.
Un pellegrinaggio che trova le sue radici nella devozione mariana, nella cultura dell’amore e della pace, una preghiera corale per porre sotto la protezione della Madonna l’intera chiesa diocesana, per cogliere una nuova forza e una nuova ispirazione nell’essere testimoni di pace in questo periodo di conflitti, di violenza e insicurezza.
“Mentre siamo in cammino verso la celebrazione dell’Anno Santo – ha detto il vescovo -, in questa tappa diocesana presso il santuario della Madonna del Ponte, siamo condotti dalla Vergine Maria ad ascoltare ed accogliere la Parola di questa domenica, affinché la vita di ciascuno di noi, sia pienamente significativa secondo il volere di Dio. Intorno a Maria ci sentiamo al sicuro, anche con le nostre fragilità e povertà, lei ci esorta alla preghiera come se fossimo in stato di Pentecoste, ci guida e predispone affinché lo Spirito Santo in noi sia sempre creatore delle grandi opere di Dio”.
“’L’avvento di Dio, il suo essere in mezzo alla gente – ha aggiunto -, origina una possibilità nuova per la terra. A condizione però che l’uomo e la donna accolgano ed amino i propri simili senza chiudersi entro i confini di visioni personali parziali; a condizione cioè che venga annullata ogni tendenza egoistica.
Secondo quanto abbiamo sentito proclamato nella seconda lettura se ne deduce che, essendo Dio padre di tutti, in lui non trovano posto “favoritismi”. Viene pertanto offerta a noi una precisa linea di comportamento, che consiste nel trasformare ogni nostro luogo di frequentazione: chiese, movimenti, associazioni, gruppi in luoghi non di chiusura o di privilegio per pochi ma di inclusione per tutti, a partire dagli ultimi”.
Sosteniamoci a vicenda chiedendo a Lei, la nostra Mamma celeste che sia ponte forte e sicuro, sul quale far transitare le nostre buone e sante intenzioni”.
Quindila un riferimento rivolto al seminarista Matteo che ha ricevuto il ministero del lettorato: “ricevendo oggi il ministero di lettore, sotto lo sguardo di Maria sei chiamato non soltanto a leggere o proclamare la parola di Dio ma, leggendola e meditandola, toccato, rivestito e formato dalla grazia che da essa promana, rendendogli anzitutto testimonianza con la tua stessa vita, dovrai essere come un ponte vivente sul quale far transitare le persone all’incontro col Cristo”.

OMELIA DEL VESCOVO

Norcia, avviato il cantiere per la ricostruzione della Concattedrale di Santa Maria Argentea. Una giornata storica, piena di emozioni.

Alle 16.07 di sabato 7 settembre 2024 è stato ufficialmente avviato il cantiere per la ricostruzione della Concattedrale di Santa Maria Argentea a Norcia, gravemente ferita dai terremoti del 2016. All’interno di ciò che rimane della chiesa l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, dinanzi a numerose autorità civili, militari ed ecclesiastiche, nonché a molti nursini, ha simbolicamente consegnato le chiavi al signor Claudio Umbrico, titolare della ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (PG) che eseguirà i lavori.
«Iniziamo una bella avventura – ha detto il Presule – che dice la fiducia e l’incoraggiamento per tutta la popolazione di Norcia che aspetta di ritrovare questa chiesa di Santa Maria come la propria casa, casa della comunità cristiana di questa Città. Dopo otto anni questo è un momento di speranza per ricominciare seriamente. L’avvio del cantiere è la parte visibile e immediata dell’opera di ricostruzione che è iniziata da tempo e che, grazie alla sinergia degli Enti coinvolti, sta portando i frutti su tutto il territorio». Mons. Boccardo ha quindi benedetto il cantiere di lavoro e poi tutti si sono spostati nel vicino DigiPASS per la presentazione del progetto di recupero della chiesa.

Alcuni rappresentanti del gruppo della progettazione – il prof. arch. Riccardo Dalla Negra, l’arch. Giancarlo Battista e l’ing. Andrea Giannantoni – hanno presentato il progetto di ricostruzione della chiesa: «Si tratta – hanno detto – di un progetto complesso, per nulla facile, ma possibile. Reintegreremo tutto ciò che è possibile, grazie anche all’operazione molto attenta che è stata fatta di salvaguardare il materiale recuperato».

Gli eventi sismici del 2016 hanno causato il ribaltamento della sommità della facciata e l’espulsione dei conci di rivestimento delle murature e, all’interno, il crollo della copertura ha coinvolto i pilastri ed ampi brani del paramento interno delle murature perimetrali.

Il dato geometrico è stato acquisito mediante laser a tempo di volo (Leica P40) e le scansioni sono state elaborate in un’unica nuvola di punti tramite il software Leica Cyclone. Per integrare il dato geometrico con quello materico si è condotto un rilievo fotografico da drone, che ha consentito di analizzare anche superfici che per la loro altezza risultavano poco visibili da terra. L’ampia documentazione fotografica ha poi portato all’ulteriore elaborazione di modelli texturizzati tramite fotogrammetria digitale.

Progetto per gli esterni: recupero delle bozze di pietra dalle macerie; reintegrazione delle lacune tramite la giustapposizione (condotta per anastilosi ove possibile) dei bozzati esterni; ricostituzione del sodo murario da realizzarsi con un conglomerato (calcestruzzo di calce con buone caratteristiche di idraulicità e aggregati provenienti dal recupero delle macerie, opportunamente e variamente macinate). Gli elementi lapidei crollati sono conservati in bancali collocati in parte a piè d’opera ed in parte nel deposito di S. Scolastica. Verranno ricostruiti i paramenti murari.

Progetto per gli interni: reintegrazione delle murature perimetrali; reintegrazione in forme semplificate delle parti architettoniche crollate con lo stesso conglomerato gettato in casserature preformate per restituire una superficie molto compatta; per quanto riguarda i pilastri, si recupera tutto il materiale possibile.

Progetto per le coperture interne: il sistema di chiusura dell’ordine architettonico non vuole replicare mimeticamente l’ultima configurazione dei plafoni crollati, frutto di una ricostruzione riduttiva degli anni sessanta. Al tempo stesso la documentazione fotografica riconduce ad una più complessa definizione decorativa degli stessi plafoni, ma dalla documentazione storica si evince che l’attuale configurazione delle coperture fosse stata sensibilmente abbassata rispetto alle quote originarie. Si percorre quindi la strada della reintegrazione in chiave contemporanea, ma a totale “servizio” della preesistenza, mediante un sistema di volte a sesto ribassato, irregolare nella configurazione, ma pur sempre in grado di sottolineare le “campate” sottostanti, oltre che l’area presbiteriale.

Dopo le fasi della rilevazione dei danni, della messa in sicurezza, della rimozione e catalogazione delle macerie, delle varie istanze burocratiche e della progettazione, il 4 aprile 2024 la Conferenza permanente della ricostruzione post sisma 2016 ha approvato il progetto di ricostruzione. L’importo dell’intervento è di circa 7 milioni e 400 mila euro, che provengono dal fondo sisma 2016, nello specifico ordinanze n. 105 del 2020 e n. 132 del 2022. Il 27 giugno 2024 si è riunita la Commissione di Gara dell’Archidiocesi per l’apertura della gara di appalto: i lavori se li è aggiudicati, appunto, la ditta S.E.A. Società Edile Appalti spa di Marsciano (PG). Da capitolato la durata dei lavori è stimata in 600 giorni. Si ipotizza quindi la conclusione per l’estate 2026.
E il sen. Giudo Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione post sisma 2016, ha rivolto il suo grazie a tutti quanti si sono impegnati per arrivare a questa giornata. «Grazie a mons. Boccardo e all’archidiocesi di Spoleto-Norcia che sta facendo molto sulla ricostruzione, in un lavoro che è enorme ed impegnativo. Sugli edifici di culto, con le Diocesi, stiamo facendo un vero cammino sinodale, un bel lavoro di squadra. Abbiamo due obiettivi: ricostruire meglio e mantenere vive le comunità. Con l’avvio di questo cantiere a Norcia si va proprio in questa direzione».

L’intervento dell’Assessore Melasecche. In rappresentanza della presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei è giunto a Norcia Enrico Melasecche, assessore alle infrastrutture, trasporti e mobilità urbana. «Questa giornata – ha detto – è una pietra miliare per Norcia. La collaborazione fra gli Enti, finalmente, ci fa vedere le stelle della ricostruzione. Qui la vita deve proseguire e quindi vanno bene le infrastrutture, ma la Cattedrale riunisce la comunità, è il segno fondamentale dell’anima di questa zona».

L’intervento del sindaco di Norcia Giuliano Boccanera. Di pura emozione ha parlato il primo cittadino commentando l’avvio del cantiere. «Questa chiesa – ha detto – è l’identità della nostra Città. La nostra vita si riconduce sempre dentro la Cattedrale».

Le conclusioni dell’Arcivescovo. «Stiamo dando inizio – ha detto mons. Boccardo nell’intervento conclusivo – ad una operazione grande e significativa. Avviamo qualcosa che va al di là delle mura, che dice la voglia di una comunità di guardare avanti. Siamo qui, tutti insieme, a costruire il futuro. La chiesa di Santa Maria è uno scrigno che custodisce le radici di Norcia».

Assisi, San Damiano – Festa del cantico 2024

Si avvicina la terza domenica di settembre, giorno in cui ricade a San Damiano la Festa del Cantico: un’importante occasione per celebrare la preghiera più “universale” di frate Francesco nel luogo stesso in cui la compose, nell’inverno tra il 1224 e il 1225. In modo particolare, quella di quest’anno sarà la 60^edizione: un momento prezioso che diviene occasione per riscoprire in quali circostanze, per quali ragioni e per mano di chi è nato questo momento così seguito e amato da tutti coloro che portano nel cuore il piccolo santuario tanto caro a Francesco e Chiara d’Assisi.
Per questa ragione, l’edizione 2024 si svilupperà in due giornate che metteranno al centro il desiderio degli ideatori di questa giornata, che vollero comunicare il messaggio spirituale del Cantico attraverso il linguaggio della musica e dell’arte.

Nella giornata di sabato 14 settembre, infatti, nella Sala del Cantico del santuario di San Damiano, ci aiuteranno gli interventi di fr. Simone Ceccobao, che fornirà una lettura spirituale del testo di Francesco, e di fr. Matteo Ferraldeschi che ci racconterà come lungo i secoli il testo è stato musicato. Introdurranno i lavori il prof. Davide Rondoni, presidente del Comitato nazionale per l’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi, e la dott.ssa Stefania Proietti, Sindaco di Assisi.

Il pomeriggio proseguirà con la premiazione e l’esecuzione dei brani scelti dalla giuria del Concorso Internazionale di Composizione Corale “Cantico”. Il concorso, promosso da ANDCI (Associazione Nazionale Direttori di Coro Italiani) con il patrocinio del comune di Assisi e della Provincia Serafica di San Francesco, è stata un’opportunità unica per i compositori di esprimere la loro creatività attraverso la musica, ispirandosi ai testi del Cantico delle Creature per celebrare l’arte della composizione corale e promuovere la bellezza e la spiritualità di uno dei capolavori letterari italiani, nell’ approssimarsi della ricorrenza degli 800 anni dalla prima stesura del testo francescano. I brani saranno eseguiti dal gruppo vocale Armoniosoincanto, diretto da Franco Radicchia. Il pomeriggio terminerà quindi nella chiesa di San Damiano con la preghiera del Vespro e l’Adorazione eucaristica.

Domenica 15 settembre, alle 9.30, p. Francesco Piloni, Ministro provinciale dei Frati minori dell’Umbria, presiederà la solenne celebrazione eucaristica. Ci ritroveremo nel Giardino del Cantico per una breve rievocazione, attraverso la lettura delle fonti francescane, poi muoveremo nella piazzetta antistante il santuario di San Damiano; nel corso della processione offertoriale i vicini e gli amici di San Damiano recheranno all’altare i tradizionali frutti di “nostra madre terra”, come segno di gratitudine all’”altissimo, onnipotente, bon Signore”. Il canto liturgico sarà accompagnato dalla corale Porziuncola, diretta da fr. Matteo Ferraldeschi.

Al termine della Celebrazione, verrà inaugurata la mostra per festeggiare il Sessantesimo anniversario della Galleria del Cantico dal titolo “Incidere il Cantico”. Saranno esposte le opere d’incisione e di disegno eseguite con varie tecniche: incisioni a bulino, linoleografie, xilografie, acqueforti, acquetinte e disegni a sanguigna, acquerellati e a china realizzate da numerosi artisti, tra cui p. Diego Donati, Salvatore Fumo, Piero Maccaferri, Gina Roma, Luigi Servolini e Gian Luigi Uboldi.

Pellegrinaggio a piedi dalla Cattedrale al Santuario della Madonna del Ponte di Narni scalo

La diocesi di Terni-Narni-Amelia promuove un pellegrinaggio diocesano a piedi, quarto appuntamento di preparazione al Giubileo, domenica 8 settembre dalla cattedrale di Terni al santuario della Madonna del Ponte di Narni scalo, dove il Vescovo presiederà alle ore 18.00 la concelebrazione eucaristica con i sacerdoti della diocesi che, come tradizione, segna l’inizio dell’anno pastorale diocesano.
Il pellegrinaggio che avrà inizio alle ore 13.45 da piazza Duomo, sarà presieduto dal vescovo Francesco Soddu e si snoderà per 14 chilometri lungo le strade della pianura tra Terni e Narni. Sarà accompagnato e animato dalla recita del Rosario e dai canti e testimonianze curate dal gruppo di Comunione e Liberazione di Terni sul tema della speranza e sul pellegrinaggio come percorso di conversione..

Quella del pellegrinaggio alla Madonna del Ponte, copratona della diocesi, è un’antica tradizione legata ad uno dei più importanti santuari mariani del territorio dove è custodita l’immagine di Maria con il Bambino, affrescata nella grotta all’interno del santuario, risalente al 1050 e da sempre molto venerata. Un pellegrinaggio che trova le sue radici nella devozione mariana, una preghiera corale per porre sotto la protezione della Madonna l’intera chiesa diocesana, per cogliere una nuova forza, una nuova ispirazione nell’essere testimoni di pace e pellegrini di speranza nell’imminente Giubileo 2025 che invita a riscoprire l’essere cristiani portatori di gioia e fraternità.

Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo 2025 sottolinea questo cammino di vita cristiana “che ha bisogno anche di momenti forti per nutrire e irrobustire la speranza, insostituibile compagna che fa intravedere la meta: l’incontro con il Signore Gesù…. il pellegrinaggio esprime un elemento fondamentale di ogni evento giubilare. Mettersi in cammino è tipico di chi va alla ricerca del senso della vita. Il pellegrinaggio a piedi favorisce molto la riscoperta del valore del silenzio, della fatica, dell’essenzialità”.

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL PONTE
La grotta dove è affrescata l’immagine della Madonna è stata sin dall’XI secolo meta di viandanti e pellegrini di passaggio lungo la via Flaminia, in segno di venerazione e di culto per la Madonna. Il luogo si trova a poca distanza dal ponte d’Augusto. In seguito alla distruzione del ponte, il passaggio dei viandanti cambiò percorso, per cui la grotta con i suoi dipinti cadde nell’abbandono, fino al 1714, quando un cacciatore la scoprì. Il vescovo di Narni, Francesco Saverio Guicciardi, nel 1722, decretò la costruzione della chiesa, su progetto dell’architetto Giovanbattista Giovannino detto il Battistini; nel 1728, il Santuario venne consacrato dal vescovo Nicolò Terzago. La Grotta, inglobata nel Santuario, è ornata da un frontespizio ricco di un maestoso complesso di statue e altorilievi in stucco bianco, che riveste il fronte anteriore delta Grotta. monumentale apparato decorativo, in stile barocco, è opera dello scultore Michele Chiesa da Como. Con il tempo la popolarità della Madonna del Ponte si accrebbe notevolmente, tanto che nel 1754 l’immagine sacra fu solennemente incoronata.