Gubbio – il card. Zuppi celebra la messa per il nuovo abate generale dei Canonici regolari lateranensi

Sarà il card. Matteo Maria Zuppi – arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana – a presiedere a Gubbio la liturgia che segna l’inizio del “mandato” del nuovo abate generale dei Canonici regolari lateranensi. La santa messa con la benedizione abbaziale di don Edoardo Parisotto sarà celebrata sabato 21 settembre, alle ore 11, nella chiesa di San Secondo, alla presenza anche del vescovo della Chiesa eugubina, Luciano Paolucci Bedini. Originario di Fanzolo (Treviso), 51 anni, Parisotto è stato scelto durante il capitolo generale dei Canonici regolari lateranensi, riunito in Brasile a fine giugno scorso, e chiamato a succedere a don Franco Bergamin.

Don Edoardo ha iniziato la sua formazione nell’alunnato “San Pio X” (scuola media di San Floriano) dall’anno scolastico 1983/84 per poi proseguire le scuole superiori al liceo “Maria Assunta” di Castelfranco Veneto, nel primo biennio. Trasferitosi a Roma presso il collegio “San Vittore”, ha concluso il triennio del liceo per poi svolgere l’anno di noviziato nella casa di San Secondo a Gubbio nell’anno 1991-92, terminando con la professione religiosa nella congregazione dei Canonici regolari lateranensi il 19 settembre 1992.
Parisotto ha proseguito gli studi in Filosofia e Teologia a Roma presso la Pontificia Università Lateranense e poi ha conseguito la licenza in Teologia spirituale presso la Pontificia Facoltà teologica del Teresianum.

Ordinato sacerdote il 22 maggio 1999 a Treviso, ha svolto la sua attività pastorale per un anno a Santa Maria Forisportam a Lucca e, in seguito, per sei anni a San Floriano (Treviso), come vice-parroco e docente di Religione presso le scuole medie e superiori. Tornato nel 2006 a Roma come maestro dei professi e cappellano universitario della Sapienza per tre anni, ha poi svolto la funzione prima di vice-parroco e, dal 2014 al 2018, di parroco presso la parrocchia di Sant’Agnese fuori le mura, sempre a Roma. Dal 2018 fino alla sua elezione ad abate è stato parroco a Bologna presso la comunità dei Santi Monica e Agostino e anche vicario pastorale del vicariato Bologna nord.

Commissione Pastorale della Salute – convegno “Giunio Tinarelli testimone di Speranza”

In preparazione al Giubileo del 2025, l’ufficio per la Pastorale della Salute dell’Umbria, promuove un incontro dedicato a “Giunio Tinarelli testimone di speranza” che presieduto da mons. Francesco Antonio Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia e delegato Ceu per la pastorale della salute. Suor Anna Maria Lanari dei Silenziosi Operai della Croce ha presentato la figura e la spiritualità del venerabile Giunio Tinarelli quale testimone di speranza. Ha introdotto padre Angelo Gatto direttore della commisione per la pastorale della salute ed è intervenuta la dott.ssa Gabriella Angeletti coordinatrice della commissione regionale per la pastorale della salute.

«Raccogliendo volentieri l’invito di tutte le diocesi dell’Umbria – spiega il vescovo Soddu – che hanno espresso il desiderio di celebrare un grande testimone di speranza, abbiamo voluto mettere in risalto la figura esemplare del venerabile Giunio Tinarelli perché attingendo dal suo luminoso esempio di vita possiamo abitare il tempo prezioso dell’Anno di Grazia come autentici pellegrini di speranza.  È stato, in particolare per la comunità ecclesiale umbra, un fulgido esempio di vita cristiana nel lavoro, nella malattia, nella sofferenza e oggi insegna come in ogni nostra attività possiamo mettere a frutto con onestà i talenti, come essere uniti alla croce di Cristo e solidali con le croci degli altri, come porsi al servizio umile e delicato verso coloro che soffrono nel corpo e nello spirito».

Il venerabile Giunio Tinarelli trascorse venti nell’immobilità ed è stato un esempio immenso di vocazione alla sofferenza, di una fede incrollabile, testimoniata con forza nel dolore. Una vocazione che ha segnato la vita del giovane operaio delle Acciaierie, sempre presente tra i suoi coetanei e nella vita dell’oratorio, fin quando la poliartrite anchilosante e spondilite non gli consentirono più alcun movimento, ma non impedirono al giovane Giunio di essere “operaio” nel campo dell’apostolato. Nel 1948 fondò a Terni la sottosezione dell’Unitalsi, partecipando ogni anno ai pellegrinaggi a Loreto, Lourdes con il treno dei malati. Comunicò sempre questa sua grande fede agli altri anche nella sofferenza attraverso mani, penna, carta e leggio, i suoi nuovi ferri del mestiere, conversando con gli amici e con la gente che lo andava a visitare per consolarlo. Dal suo letto Giunio ha sconfitto tante illusioni che rendono triste e amara la vita degli uomini, ricordando che la felicità non sta nell’amare se stessi o nella salute o nella tranquillità, ma che la felicità e la pace stanno nell’amare gli altri.

 

A Terni convegno nazionale CEI pastorale della Salute: “Laudato si’ per sora nostra matre terra. Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro”, il 27 settembre

Il percorso «Custodire le nostre terre. Salute, ambiente, lavoro» giunge alla terza edizione e fa tappa a Terni, venerdì 27 settembre dalle 16.30 alle 19 presso l’Aula Magna Arpa Umbria, Via Carlo Alberto dalla Chiesa. Interverranno: mons. Francesco Antonio Soddu Vescovo di Terni – Narni – Amelia, avv. Massimo Perari Commissario straordinario Arpa Umbria, Gen. B. CC Giuseppe Vadalà Commissario Unico di Governo per la Bonifica delle Discariche abusive, p. Giuseppe Riggio SJ Direttore responsabile Aggiornamenti sociali, Marco Martuzzi Direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, Sauro Pellerucci Presidente PagineSi spa, don Massimo Angelelli direttore Ufficio pastorale della Salute della Cei, don Bruno Bignami direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, don Marco Pagniello direttore di Caritas Italiana.
IL PROGRAMMA 
Un convegno per riflettere su come coniugare la cura della salute, la tutela dell’ambiente e l’attività produttiva umana. L’equilibrio si raggiunge attraverso la proposta dell’ecologia integrale, suggerita dal Magistero sociale di papa Francesco. Davvero «tutto è connesso» e non è possibile affrontare i temi sociali senza associarli a quelli ambientali. E viceversa. A 800 anni dal Cantico delle creature di san Francesco d’Assisi, la terra umbra è chiamata a una riscrittura profetica della cura del creato.
Tutto il territorio italiano è infatti contrassegnato da siti particolarmente inquinati, che destano gravi preoccupazioni per gli importanti interventi di bonifica necessari, e ben 78 Diocesi italiane portano queste ferite.
Come preservare la salute di tutti, offrendo luoghi di vita e di lavoro sicuri, e cure adeguate? A partire dallo stare vicino alle persone che vivono una condizione di sofferenza, è necessario incontrare e parlare con chi svolge attività di studio e di ricerca, come pure con chi riveste un ruolo a livello istituzionale.

La partecipazione è gratuita ma è necessario iscriversi online cliccando sul link di seguito:
https://iniziative.chiesacattolica.it/CustodireLeNostreTerre3

Perugia – La famiglia ricchezza della Chiesa e prima e più ancora della città, della società. Celebrata in cattedrale la Giornata diocesana della Famiglia.

«La ricchezza della nostra Chiesa e prima e più ancora dell’intera città, della società sia legata essenzialmente a questo essere famiglia». Lo ha auspicato l’arcivescovo Ivan Maffeis all’omelia della celebrazione eucaristica della Giornata diocesana della Famiglia, domenica 15 settembre, a Perugia, in una gremita cattedrale di San Lorenzo. Un evento promosso dalla Confraternita del Santo Anello e dall’Ufficio diocesano per la Pastorale familiare, svoltosi nell’ambito della Festa della Madonna delle Grazie, proseguito, nel pomeriggio, con tanti bambini e adulti nel chiostro di San Lorenzo diventato un “oratorio a cielo aperto”.
Mons. Maffeis, durante la celebrazione, ha voluto attorno all’altare gli operatori della formazione dei fidanzati nei percorsi prematrimoniali per conferirgli il mandato del nuovo anno pastorale. Essi costituiscono a livello diocesano oltre venti equipe di formazione la cui attività è stata presentata dai coniugi Roberta e Luca Convito, direttori dell’Ufficio per la Pastorale familiare.
La celebrazione è stata preceduta dal rito della “calata-ostensione” del Santo Anello e dalla presenza di cinquanta ragazzi, insieme alle loro famiglie, che hanno ricevuto il Sacramento della
Cresima. «In tutti loro – ha commentato l’arcivescovo – abbiamo visto, respirato e sentito la bellezza della famiglia, di questo ritrovarsi insieme nel Signore cercando in Lui nuove motivazioni per volersi bene, per perdonarsi e per camminare insieme».
All’omelia, commentando il Vangelo della domenica (“La gente, chi dice che io sia?”, Mc 8, 27- 35), mons. Maffeis si è chiesto: «Se noi andassimo lungo corso Vannucci e ci fermassimo a
chiedere “chi dite che sia la famiglia?”, rischieremo di avere, come nel caso del Vangelo, le risposte più diverse. Rischieremo, addirittura, di litigare, paradossalmente, in visioni ideologiche e politiche esasperate… Come Chiesa sappiamo che attorno alla famiglia si gioca anche, nella maggioranza dei casi, la trasmissione della Fede. Un po’ tutti siamo cresciuti nella vita cristiana grazie ad una mamma, ad un papà, ad un nonno, ad una nonna…, a qualcuno che ci ha educato ed aiutato con la sua testimonianza umile, semplice, quotidiana a leggere la vita alla presenza del Signore, della sua provvidenza e del suo amore. Per questo dobbiamo aiutarci trovando le forme perché la famiglia non diventi una battaglia, non resti qualcosa di legato al privato, alle scelte individuali, sapendo quale ricaduta sociale ha la famiglia nell’educazione dei figli, nell’amore coniugale… Per questo nella Lettera pastorale di quest’anno ho sottolineato l’importanza che i nostri amministratori continuino l’impegno a riconoscere alla famiglia piena cittadinanza».
La celebrazione, che ha visto la presenza, in rappresentanza della massima Istituzione civile cittadina, della presidente del Consiglio comunale Elena Ranfa, si è conclusa con il raccogliersi in preghiera davanti al Santo Anello, l’antico monile con cui, secondo la tradizione, Maria si unì in sposa a san Giuseppe, esposto alla venerazione dei fedeli in occasione di questa importante giornata che ha visto protagoniste tante famiglie, come ha sottolineato il priore della Confraternita del Santo Anello Roberto Tittarelli nell’illustrare la storia e il significato.
Riccardo Liguori

Assisi – cerimonia di consegna del piano pastorale. Mons. Sorrentino: ““Siamo una comunità cresciuta ma c’è ancora molto da fare”

“Quest’anno sono particolarmente contento che questa comunità insieme con quella di Foligno abbia scritto il cammino pastorale, naturalmente con il mio discernimento e alla fine con la mia accoglienza. Sono orgoglioso di questo. È segno che siamo una comunità cresciuta. Però non sarei veritiero se vi dicessi che questo orgoglio è tale per cui possiamo dire: ‘Allora siamo a posto’. No. Possiamo dire: ‘C’è da fare molto, molto, ma molto’. Non possiamo non assumerci la responsabilità di non diventare discepoli scattanti, non possiamo arrenderci a un cristianesimo che muore”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino all’omelia della santa messa celebrata domenica 15 settembre nella cattedrale di San Rufino in occasione della consegna del programma pastorale intitolato “In cammino con Gesù per una carità nelle case e tra le case”. Gli orientamenti pastorali 2024-2024 sono stati infatti redatti su proposta degli organismi di partecipazione e dell’assemblea interdiocesana del giugno scorso.

Durante la celebrazione c’è stato il rito di ammissione agli ordini sacri del diaconato di Carlo Nannolo della parrocchia di Santa Maria degli Angeli.

Prima della celebrazione eucaristica don Giovanni Zampa, vicario episcopale per la pastorale della Diocesi di Foligno, ha presentato gli orientamenti pastorali spiegando che alcuni dei temi sui quali è stato posto l’accento nel programma pastorale sono: unità, comunione e comunicazione, necessità di vivere tempi insieme, di ascoltarsi, di formarsi.

Don Giovanni ha sottolineato che “questo anno pastorale sarà straricco di grazia sia perché andiamo incontro ad un duplice Giubileo quello ordinario e quello francescano sia perché ci sarà la canonizzazione del Beato Carlo Acutis. È un anno di particolari benedizioni. È stato bellissimo – ha aggiunto don Giovanni – aver dialogato con Gesù in questo anno, nei nostri incontri, nel nostro cammino di discernimento. Tutto è all’insegna della sinodalità”.

Città di Castello – Festa dell’impressione delle stimmate di san Francesco.

Martedì 17 settembre, festa liturgica dell’impressione delle stimmate di san Francesco, saranno celebrati gli ottocento anni dall’avvenimento, che si verificò sul monte della Verna nel settembre 1224. Così Tommaso da Celano, primo biografo del santo, a pochi anni di distanza narrò il fatto: «Mentre dimorava nell’eremo, che dal nome del luogo è chiamato Alverna, due anni prima della sua morte, vide in una visione divina un uomo in forma di Serafino, con sei ali, librato sopra di lui, con le mani distese e i piedi uniti, confitto a una croce. […] Mentre non riusciva a capire nulla di preciso e la novità di quella visione si era impressa nell’animo, ecco che nelle sue mani e nei piedi cominciarono a comparire gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quell’uomo crocifisso». Nel secolo successivo, l’animo autore delle “Considerazioni sulle stimmate” precisò che Francesco, nel viaggio di ritorno dalla Verna dopo l’avvenimento delle stimmate, passò per Sansepolcro e sostò per alcuni giorni a Montecasale, raggiungendo poi Città di Castello dove avrebbe trascorso un mese prima di partire alla volta di Santa Maria degli Angeli. La ricorrenza, dunque, è anche un’occasione per ricordare, a ottocento anni di distanza, la presenza di san Francesco nella nostra valle e nella nostra città, non solo per farne memoria, ma anche per riappropriarci di un aspetto importante della nostra tradizione di Chiesa, caratterizzata dal carisma francescano.
A Città di Castello, martedì 17 settembre, alle ore 8.30, sarà celebrata una s. messa nella chiesa di San Francesco, all’interno della quale si conserva una terracotta cinquecentesca, attribuita a Santi Buglioni (1494-1576), raffigurante le Stimmate del santo.

Terni – Santa Maria del Rivo solenne incoronazione della Madonna con il Bambino. Mons. Soddu: “Questo gesto sia l’impegno affinché nella nostra vita la fede che professiamo sia sempre manifestata concretamente attraverso le opere buone”.

Tanti fedeli della comunità di Santa Maria del Rivo, gli scuot d’Europa, i giovani dell’oratorio, le suore Ravasco, catechisti e animatori pastorali, hanno partecipato alla solenne celebrazione per i 350 anni della consacrazione della chiesa vecchia, che è stata restaurata esternamente in occasione di questo anniversario, e per la solenne Incoronazione della Venerata Immagine di Santa Maria del Rivo con il Bambino.
La celebrazione nella grande aula sacra della chiesa nuova è stata presieduta dal vescovo Francesco Soddu, concelebrata dal vicario generale della diocesi don Salvatore Ferdinandi, dal parroco don Marco Decesaris, da don Enrico D’Urso viceparroco e da altri sacerdoti della vicaria. Al termine della litirgia eucaristica, il vescovo e sacerdoti si sono recati in processione nella chiesa antica, dove è custodita l’immagine di Maria, per la cerimonia dell’incoronazione.
La storia narra che nel 1668 questa immagine, dai tratti ancora cinquecenteschi, iniziò a prodigare grazie e miracoli. Questi fenomeni erano spesso associati all’acqua del torrente Rio, che scorreva nei pressi con la quale venivano benedetti i malati. Le numerose grazie ottenute dall’immagine la portarono a essere invocata come “Madonna del Soccorso” o più amorevolmente “Madonna del Rio”. L’allora vescovo di Terni Pietro Lanfranconi, informato dei fatti e del notevole concorso di fedeli che affluiva per venerare la sacra immagine, decise di costruire una chiesa la cui prima pietra fu posta il 25 agosto 1671. L’immagine mariana fu traslata sulla parete dell’altare maggiore. E’ proprio lì che oggi è stata posta la corona all’eggige da parte del vescovo Soddu.
“Il gesto, il rito della incoronazione della immagine della Madonna – ha ricordato il vescovo nell’omelia – ci collega al quinto mistero della Gloria: appunto l’incoronazione di Maria Santissima. Tuttavia al di là del gesto, esso racchiude la verità ultima definitiva e totale della gloria del Paradiso, della vita eterna, della quale Maria è fulgida immagine, per noi e per l’umanità intera. Il gesto dunque dell’incoronazione sia l’impegno affinché nella nostra vita la fede che professiamo sia sempre, così come appreso dalle letture di oggi: sempre manifestata concretamente attraverso le opere buone; esse siano il coronamento della nostra fede, così come l’incoronazione di Maria è il suggello della sua fede totale ed incondizionata”.
L’OMELIA DEL VESCOVO
La celebrazione si è conclusa con il canto dell’Inno alla Madonna del Rivo, composto per l’occasione dal maestro don Sergio Rossini ed eseguito dal coro parrocchiale. Al vescovo è stato donato un anello episcopale con incisa l’immagine della Madonna del Rivo e l’incisione commemorativa del maestro Zavoli.

Perugia – Famiglie in festa. Domenica 15 settembre, in cattedrale, la Giornata diocesana della Famiglia, aperta dalla “calata” del Santo Anello

Nell’ambito della Festa della Madonna delle Grazie, domenica 15 settembre (a partire dalle ore 10.30), nella cattedrale di San Lorenzo, si svolgerà la Giornata diocesana della Famiglia, con la “calata del Santo Anello”, l’ostensione del prezioso antico monile con cui, secondo la tradizione, Maria si unì in sposa a san Giuseppe.

Seguirà la celebrazione eucaristica (ore 11) presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis, che conferirà il mandato a tutti gli operatori che si occupano della formazione dei fidanzati nei percorsi prematrimoniali e impartirà una particolare benedizione a tutte le famiglie e alle coppie di fidanzati e novelli sposi, ponendoli sotto la protezione della Madonna delle Grazie.

Questa Giornata è promossa dalla Confraternita del Santo Anello e dalla Pastorale familiare e proseguirà nel pomeriggio (ore 15.30), nella suggestiva cornice del chiostro della Cattedrale, “un oratorio a cielo aperto”, dove genitori e figli potranno usufruire dei vari spazi dedicati a loro, dai giochi e gonfiabili agli spettacoli di bolle di sapone, al teatro dei pupazzi, per i più piccoli, alle proposte culturali del Museo dell’“Isola San Lorenzo”, per gli adulti, alle quali sarà possibile accedere gratuitamente.

Non è casuale celebrare la Giornata diocesana della Famiglia in occasione della Festa della Madonna delle Grazie, perché oltre a raccogliersi in preghiera davanti alla sua splendida e venerata immagine realizzata da un allievo del Perugino su una delle colonne della cattedrale e al Santo Anello, le famiglie sono esortate a vivere da veri credenti l’Eccomi pronunciato da Maria alla chiamata del Signore. Quell’Eccomi che va imitato nella vita quotidiana di coniugi, genitori, figli, lavoratori, studenti ad iniziare dalle loro stesse famiglie, piccole chiese domestiche, per poi giungere alla società di cui fanno integralmente parte contribuendo alla sua crescita umana e cristiana per il bene comune.

Perugia – festa della Madonna delle Grazie e ordinazione diaconale. “Dispensare con generosità il vino buono del Vangelo”. L’omelia dell’arcivescovo Maffeis

“Non hanno vino”. Si direbbe la fotografia del tempo che viviamo: se il vino è il simbolo della gratuità e della festa, non stentiamo infatti a riconoscerne la carenza… Eppure, sulla tavola apparentemente non ci manca nulla… Cos’è, allora, che impedisce a un ragazzo di aprirsi alla vita e di vederla fiorire? Cos’è che annacqua la nostra gioia, quella della nostra Chiesa e della stessa nostra Città?
Certo, ci sono vicende personali e familiari, che a volte turbano la gioia, come ci sono ferite interiori che sanguinano a lungo. Manca il vino della gioia in una società attraversata dall’inquietudine e dall’affanno, da tante e troppe tensioni, dalla violenza che la cronaca ci versa in casa e che diffonde un senso di sconcerto, di sfiducia e di paura. Si cerca rifugio nel piccolo di sicurezze materiali, che in realtà finiscono per assomigliare alle giare di pietra di cui parlava questa pagina evangelica; giare nelle quali paradossalmente manca non solo il vino, ma perfino l’acqua: quindi, giare vuote, ingombranti e inutili, simbolo forse anche di una religiosità formale, impietrita, grigia, inconcludente.

Che sia per questo che – nonostante ci fosse tanta gente al matrimonio di Cana: gli sposi, gli invitati, i servitori –, l’unica che si accorge che sta venendo a mancare il vino è una donna, Maria?
Con la sua sensibilità, Maria è attenta a quello che accade, coglie le lacune che rischiano di umiliare la festa, si fa carico di segnalare la situazione: “Non hanno vino…”.
Non si ferma nemmeno davanti all’apparente rifiuto del Figlio (“Donna, che vuoi da me?”): noi, probabilmente, ci saremmo chiusi nella nostra permalosità; noi che, davanti alle difficoltà, troviamo più facile tirarci indietro, prendercela con Dio, diffidare di lui, della sua bontà.
Maria, invece, persevera senza esitazioni, intercede per la gioia di sposi e invitati, convinta che le cose possono cambiare, se ci si fida del Signore. Con parole semplicissime coinvolge gli altri: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.

“Fatela”: non si tratta di fermarsi a parlare della situazione, a criticare ciò che non va, a studiarne le cause, a organizzare un’altra riunione o l’ennesima commissione… “Fate”, animati dalla certezza che – se facciamo la nostra parte – Dio non ci lascia prigionieri di strade senza uscita: Lui ci ama nonostante tutto, nonostante le nostre disperazioni, le nostre solitudini, i nostri smarrimenti; ama questa umanità, ci ama fino a donarci il Figlio, vino versato nel perdono, nell’amicizia, nella fraternità.
La gioia non sta nel vedere trasformati i propri desideri in diritti, ma nel seguire Lui, nel vivere di Lui, nel fare “qualsiasi cosa vi dica”. Maria può condividerci questa indicazione perché è quella che ne ha marcato a fuoco il cuore, fin dall’Annunciazione: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”.
Questa fiducia nel Signore diventa disponibilità e forza di rinnovamento. Chi, finalmente, trova la perla preziosa, non esita a vendere tutto per averla: non perché disprezzi le altre cose, ma perché – alla luce del vero tesoro – sa ricondurle al loro giusto valore. Allora, ci si ritrova liberi di impegnare la vita nel servire alla gioia degli altri.
Anche questa è storia dei nostri giorni, è vino buono a cui ho cercato di dare un nome nella Lettera pastorale che consegno questa sera alla vostra riflessione, attendendo il riscontro e l’impegno delle nostre comunità.

Così vino buono è il bilancio sociale della nostra Caritas, presentato questa mattina alla città: sono pagine che fanno onore a tante persone e a tante Istituzioni solidali.

Vino buono sono uomini e donne che nei diversi ambiti lavorano con dedizione e responsabilità, contribuendo a una città che sia casa per tutti.

Vino buono sono mamme e papà, che vivono per la riuscita della vita dei figli.

Vino buono sei tu, Samuele: con il tuo “sì” ti fai servo e abbracci per la vita le parole di Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Ti diciamo grazie per questa disponibilità piena, come diciamo grazie in primis ai tuoi genitori, ai familiari, alla comunità del Rinnovamento nello Spirito e alla parrocchia di Prepo.

Samuele, ràdicati nell’ascolto della Parola: saprai voler bene alle persone che ti saranno affidate. Dispensa loro con generosità il vino buono del Vangelo. Diffondine la gioia, specie in quanti più ne sono rimasti privi. Sii consapevole che ogni gesto di dedizione, di gratuità, di amore vissuto riempie la vita, la profuma, la fa buona. Ci rende credibili.

Maria, causa della nostra gioia, t’accompagni oggi e sempre.

Don Ivan, Vescovo

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Il saluto introduttivo del vicario generale don Simone Sorbaioli ricordando i due anni dell’ordinazione episcopale dell’arcivescovo Ivan Maffeis.

All’inizio delle celebrazione eucaristica, culminata con l’ordinazione diaconale del giovane seminarista perugino Samuele Betti (Sotto il segno dello Spirito Santo – Diocesi Perugia), il vicario generale ha tenuto il suo saluto introduttivo il cui testo integrale è di seguito riportato.

“Ci riempie, per rispetto a voi, il patrocinio della celeste Regina che Perugia suole particolarmente invocare coll’ auspicata appellazione di Madonna delle Grazie. Ci pare ancor di vedere là in grembo alla Colonna il venerando simulacro e innanzi ad esso la folla in atto pio. Vi sia dunque raccomandato di mantenere schietta e vivace la sacra fiamma, tramandatavi dai padri e dagli avi, della divozione alla gran Vergine” Con questo augurio, Papa Leone XIII salutò per l’ultima vola i 1400 perugini in pellegrinaggio a Roma il 29 aprile 1898, nell’occasione dei 20 anni di pontificato di colui che per 32 anni fu Vescovo di Perugia. Queste parole sembrano interpellare anche noi, che oggi, con lo stesso spirito dei nostri padri, siamo qui a rendere l’omaggio dei figli a Maria che pare ripeterci: “Fate quello che Egli vi dirà” (Gv.2,5). Lo facciamo con la semplicità di una famiglia che si ritrova riunita a casa della madre in un clima di festa. Festa per Samuele che oggi, al termine del suo cammino di formazione in seminario riceve l’ordinazione diaconale che lo renderà immagine viva della carità di Cristo in mezzo al suo popolo. Festa per l’intera chiesa diocesana che ricorda, proprio in occasione della messa vespertina della Madonna delle Grazie, il secondo anno dall’ordinazione episcopale ed il contestuale inizio del ministero pastorale dell’Arcivescovo Ivan. Eccellenza, La ringraziamo per questi due anni che abbiamo vissuto come un tempo di reciproca conoscenza e stima, di rinnovato entusiasmo pastorale, di sfide e difficoltà condivise ed affrontate in spirito di comunione. Al termine di queta celebrazione, che segna idealmente l’inizio dell’anno pastorale per la nostra chiesa diocesana, Lei ci consegnerà la Sua seconda lettera pastorale dal titolo Sentieri di Speranza, che ha come immagine di copertina, una scena con la nostra gente che reca, in cammino, l’immagine del Crocefisso “nostra speranza”. Vogliamo accogliere questa lettera con quel sentimento di curiosità e meraviglia tipico di chi riceve qualcosa di prezioso e di utile al tempo stesso, assicurandole ancora una volta comunione e collaborazione. Fratelli e sorelle carissimi, a tutti voi qui presenti, ai malati che sono con noi in preghiera, a che ci ha preceduto nel regno dell’intercessione, un caro augurio di buona festa!

Don Simone, Vicario generale

Terni – giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. Percorsi formativi per immigrati, giovani coppie e famiglie grazie alla creatività di due sacerdoti don Roberto Cherubini e don Luciano Afloarei

Quattro giorni a settimana la parrocchia di Santa Croce, nel centro storico di Terni, si trasforma e diventa la Scuola di lingua e cultura italiana. Le salette che ospitano il catechismo, la sacrestia, e perfino l’aula liturgica diventano aule, pronte ad accogliere gli studenti. Attiva da tre anni, l’hanno frequentata circa trecento allievi solo nell’ultimo anno, provenienti da 27 Paesi diversi. Pakistan, Afghanistan, Argentina, Ucraina quelli più rappresentati, ma non sono mancati gruppi da Cuba, Colombia e anche dall’Africa, in particolare da Congo, Camerun e Nigeria. Gli alunni sono suddivisi in sei classi, di cui una riservata ai bambini, e non imparano solo l’italiano ma anche altre materie come storia, geografia, educazione civica. Ventotto gli insegnanti, tutti volontari e “non necessariamente docenti di professione, ma persone che hanno dato la propria disponibilità e hanno voluto fare qualcosa per gli altri”, sottolinea il parroco di Santa Croce, don Roberto Cherubini, ideatore dell’iniziativa.
I giovani e le famiglie, invece, possono seguire percorsi articolati dedicati all’analisi delle relazioni. “La sede del Consultorio diocesano – spiega don Luciano Afloarei, responsabile della pastorale familiare di Terni – frequentato attualmente da 30 coppie, è per noi un luogo di accoglienza. Comprende il centro Amoris Laetitia, al cui interno è nato il “circolo della sicurezza”, come esperienza di sostegno alla genitorialità. Ci si affaccia inizialmente per problematiche insite nella relazione: le relazioni di coppia tossiche, nel tempo inficiano anche i rapporti sociali, hanno ripercussioni sulla vita individuale e sui figli”.
Preti come don Roberto e don Luciano non si rivolgono solo ai più abbandonati ma, quotidianamente offrono il loro tempo, dividono volentieri un pezzo di strada e ascoltano le difficoltà di tutti. Si affidano alla generosità delle comunità per essere liberi di servire tutti, senza dover pensare al proprio sostentamento.

Per richiamare l’attenzione sulla loro missione, torna domenica 15 settembre la Giornata nazionale delle offerte per il sostentamento del clero diocesano, celebrata nelle parrocchie italiane.
La Giornata – giunta alla XXXVI edizione – permette di dire “grazie” ai sacerdoti, annunciatori del Vangelo in parole ed opere nell’Italia di oggi, promotori di progetti anticrisi per famiglie, anziani e giovani in cerca di occupazione, punto di riferimento per le comunità parrocchiali. Ma rappresenta anche il tradizionale appuntamento annuale di sensibilizzazione sulle offerte deducibili.
Uno strumento di grande valore come spiega il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, Massimo Monzio Compagnoni: “La Giornata Nazionale è una domenica in cui tutti noi praticanti esprimiamo la nostra gratitudine per il dono di sé che i nostri sacerdoti ci fanno ogni giorno, testimoni del Vangelo di Gesù, punti di riferimento nelle comunità, uomini di fede, speranza e prossimità. È un nostro dovere ed è necessario un impegno collettivo per sostenerli nella loro missione, … anche economicamente”.

La scuola ternana rappresenta una notevole opportunità per tutti gli iscritti; basti pensare che diversi studenti erano analfabeti, nella propria lingua madre, e quella nel centro di Terni è stata la prima aula scolastica nella quale si sono affacciati nella loro vita. “La parrocchia è diventata un punto di riferimento non solo per l’apprendimento della lingua – prosegue don Roberto –, ma anche per tanti altri aspetti e necessità, come ottenere dei documenti, sottoporsi a visite mediche, trovare un lavoro. Noi non abbiamo risposte a tutti i problemi, ma siamo pronti ad affrontarli insieme. Quello che offriamo è un sostegno umano, non solo cristiano. Alcune volte le risposte le inventiamo lì per lì”. Ci sono i cattolici ma anche i musulmani, gli ortodossi, i sikh. “Durante l’anno abbiamo avuto la possibilità di festeggiare le varie feste religiose –spiega il parroco su unitineldono.it –, dando spazio alle tradizioni di tutti. La comunità parrocchiale, da noi, non comprende solo quelli che “vengono a Messa”, ma abbraccia tutti quelli che qui trovano un approdo di pace, uno spazio di amicizia e accoglienza, che si sentono ‘a casa’”. A giugno si è svolta la cerimonia di consegna dei diplomi agli studenti. “Non rilasciamo un vero titolo di studio, ma un attestato che comunque per loro è importantissimo”, conclude don Roberto.
Dai corsi per gli immigrati a quelli per le giovani coppie, a Terni, il passo è breve. Don Luciano, 48 anni, di origine rumena, è anche parroco a Santa Maria Regina ed è affiancato da altri 13 operatori diocesani (che hanno conseguito un titolo accademico), consulenti familiari per un territorio di 110mila abitanti e 93 parrocchie. Il don è particolarmente esperto di queste tematiche se si pensa che “il rapporto tra la consulenza familiare e l’accompagnamento spirituale” è il titolo della tesi di laurea che ha discusso, a Roma, il 29 gennaio scorso alla Scuola Italiana di Formazione per Consulenti Familiari. La diocesi ha investito molto, dal 2016, per il rafforzamento del Consultorio diocesano e sui percorsi formativi. “Insistiamo sulla formazione continua, – sottolinea don Luciano – più che sul proporre un corso propedeutico alle nozze. Perché il legame di fede è sempre più labile. Se diamo un’occhiata ai bambini, infatti, arrivano al catechismo che non hanno mai recitato una preghiera in famiglia, a volte sbagliano pure il segno della croce. Puntiamo su un coinvolgimento dei corsisti anche con attività collaterali come le giornate di studio e convegni per approfondire la conoscenza dello stare insieme. Non mancano escursioni naturalistiche, con particolare attenzione all’enciclica di Papa Francesco ‘Laudato si’ e pellegrinaggi a piedi per le famiglie, sulla scia dei protomartiri francescani”.

Queste sono solo alcune delle tantissime storie di salvezza e aiuto portate avanti sul territorio da sacerdoti, impegnati in prima linea, e dalle loro comunità. I sacerdoti sono sostenuti dalle offerte liberali dedicate al loro sostentamento. Nonostante siano state istituite 40 anni fa, a seguito della revisione concordataria le offerte deducibili costituiscono un argomento ancora poco compreso dai fedeli che ritengono sufficiente l’obolo domenicale; in molte parrocchie, però, questo non basta a garantire al parroco il necessario per il proprio fabbisogno.
Nate come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, le offerte per i sacerdoti sono diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica in quanto espressamente destinate al sostentamento dei preti al servizio delle 226 diocesi italiane; tra questi figurano anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi in via di sviluppo e 2.552 sacerdoti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio degli altri e del Vangelo. L’importo complessivo delle offerte nel 2023 si è attestato appena sotto gli 8,4 milioni di euro in linea con il 2022. È una cifra ancora molto lontana dal fabbisogno complessivo annuo, che ammonta a 516,7 milioni di euro lordi, necessario a garantire ai circa 32.000 sacerdoti una remunerazione intorno ai mille euro mensili per 12 mesi.

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