Cascia, al via il cantiere per il recupero e consolidamento della chiesa di Santa Maria della Visitazione. L’Arcivescovo: «Ricostruire e ricominciare è possibile».

La comunità di Cascia sabato 28 settembre 2024 ha festeggiato l’avvio del cantiere di recupero dell’antica chiesa di Santa Maria della Plebe presso porta Leonina, oggi conosciuta come chiesa di Santa Maria della Visitazione. L’edificio è chiuso a seguito dei danni dei terremoti del 2016. La mattinata, cui hanno preso parte diversi fedeli casciani, si è aperta nella vicina sede del BIM (Bacino Imbrifero Montano) con la presentazione dei lavori da parte dei progettisti, ing. Natale D’Ottavio, arch. Luigi Casula, geol. Giorgio Leoni. È stato ricordato come la chiesa è stata lesionata più volte dai terremoti: dopo quello del 1599 fu ricostruita e ingrandita, come è testimoniato dalla seconda porta di ingresso, e abbellita; dopo il terremoto del 1703 fu aggiunta la torre campanaria e venne intonacata la facciata per differenziarla dall’edilizia rurale. Poi, sono state elencate le carenze emerse durante la fase dei sondaggi: le murature sono a sacco, i pilastri sono vuoti all’interno, le volte in camorcanna, il tetto molto pesante e totalmente spingente. Gli interventi, dunque, prevedono il consolidamento delle murature, delle volte con inserimento di catene metalliche, il rifacimento della copertura in acciaio e legno, il consolidamento del campanile. L’importo dei lavori è di 3.900.000 euro, contributo concesso con il decreto del Commissario n. 282 del 12 aprile 2024.

Poi, ci si è spostati dinanzi alla chiesa per la benedizione del cantiere da parte dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo. Accanto al Presule c’erano il parroco don Davide Travagli e l’emerito don Renzo Persiani. Tra le autorità civili e militari erano presenti, tra gli altri, il commissario per la ricostruzione post sisma 2016 sen. Guido Castelli, l’assessore alle Infrastrutture trasporti e modalità urbana della Regione Umbria Enrico Melasecche e il sindaco di Cascia Mario De Carolis. C’erano, naturalmente, anche i rappresentanti della ditta “Sacen srl” di Napoli, che si è aggiudicata la gara di appalto.

Le parole dell’Arcivescovo: «Ricostruire e ricominciare è possibile», ha detto mons. Boccardo. «Il risultato odierno è il frutto di un proficuo lavoro e questo testimonia l’importanza di fare rete tra le istituzioni, tra le istituzioni e le comunità, avendo come unico obiettivo il bene di questo nostro territorio della Valnerina, dove si sta bene e si vive bene».

Le parole del Commissario Castelli: «La giornata di oggi segna un passo importante nella ricostruzione del patrimonio spirituale dell’Umbria. Cascia e Santa Rita rappresentano un valore immenso per questo territorio, e la partenza di questo cantiere è l’ennesimo segnale positivo di una ricostruzione finalmente avviata. Stiamo lavorando insieme alla presidente Donatella Tesei, all’arcivescovo Renato Boccardo e al direttore dell’Usr Stefano Nodessi Proietti, affinché le migliaia di visitatori che ogni anno raggiungono Cascia, possano nuovamente visitare i luoghi della Santa delle cause impossibili, traendo ispirazione e beneficio da luoghi così pregni di storia, arte, natura e bellezza».

Le parole di Melasecche: «Stiamo celebrando un momento significativo per la comunità Cascia. E mi piace anche sottolineare come l’impegno della Regione per migliorare la qualità della vita in Valnerina è sempre elevato».

Le parole del Sindaco: «La giornata di oggi è veramente particolare per Cascia. Quando, dopo il terremoto del 2016, abbiamo chiuso Santa Maria della Visitazione è stato un enorme dispiacere. Noi casciani siamo molto legati a questo luogo di culto e la partenza dei lavori è davvero una grande gioia».

Nasce la Fondazione The Economy of Francesco – L’appello del Pontefice: “Siate testimoni, non abbiate paura, sperate senza stancarvi”

“Sono contento di sapere che avete dato vita, con il Vescovo di Assisi e gli altri promotori da me incaricati, alla “Fondazione The economy of Francesco”. Dai vostri ideali è nata un’istituzione. Essa è importante perché servirà a sostenere gli ideali; e voi ne sarete non solo beneficiari, ma protagonisti, assumendo i compiti a voi assegnati con entusiasmo e senso di disponibilità”. Lo ha detto Papa Francesco durante l’udienza con una nutrita delegazione della fondazione di Eof, istituita formalmente lunedì 23 settembre. All’incontro hanno partecipato i soci fondatori – il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, anche presidente della neonata fondazione, la presidente del Serafico Francesca Di Maolo e l’economista Luigino Bruni – e un gruppo di sostenitori, esperti e giovani di oltre trenta nazionalità, coinvolti nei diversi organi della Fondazione e che costituiscono l’assemblea di partecipazione, organo centrale dell’associazione, già al lavoro per determinare il piano di attività e gli obiettivi.

“Ora – uno dei passaggi del discorso del Papa – comincia per voi una nuova fase. Bisogna che questa vostra bella realtà cresca, si rafforzi, arrivi a sempre più giovani, e porti i frutti tipici del Vangelo e del bene. Grazie a voi di tutto, di tutto quello che fate e che avete fatto, che è andato oltre le aspettative. Ho voluto puntare su di voi, perché i giovani hanno tutta la vita davanti, sono un ‘cammino’ vivente, e da un cammino possono nascere cose buone, stando attenti a prevenire quelle brutte. Il mondo dell’economia ha bisogno di un cambiamento. Non lo cambierete soltanto diventando ministri, o premi Nobel o grandi economisti – tutte cose belle –; lo cambierete soprattutto amandolo, alla luce di Dio, immettendo in esso i valori e la forza del bene, con lo spirito evangelico di Francesco d’Assisi: lui era figlio di un mercante, conosceva i pregi e i difetti di quel mondo! Amate l’economia, amate concretamente i lavoratori, i poveri, privilegiando le situazioni di maggiore sofferenza. Non è il grande e il potente che cambia in meglio il mondo: è l’amore il primo e più grande fattore di cambiamento. Un economista di vita santa, il beato Giuseppe Toniolo, ha scritto a tale proposito che chi salverà davvero la società, ‘non sarà un diplomatico, un dotto, un eroe, bensì un santo, anzi, una società di santi’”.

La Fondazione, che risponde allo schema giuridico della fondazione di partecipazione, è costituita, su indirizzo e ispirazione del Santo Padre, dalla Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, dall’Associazione Internazionale per una Economia di Comunione, dall’Istituto Serafico per sordomuti e ciechi di Assisi.
Con una lettera del 5 dicembre 2023, papa Francesco ha affidato al vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, e ai membri del Comitato EoF, Luigino Bruni e Francesca Di Maolo, il compito di custodire il “processo avviato, andando a definire la nuova struttura organizzativa che farà da centro di coordinamento e di animazione di tutto ciò che Economy of Francesco sta già vivendo nelle imprese, nelle università, nel mondo”, con l’affiancamento del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale.
Era il 2019 quando papa Francesco chiamava i giovani economisti, imprenditori e change makers del mondo ad avviare un processo di cambiamento per ri-animare l’economia. Da allora, numerose sono state le iniziative che hanno contraddistinto il movimento di pensiero e prassi EoF, coinvolgendo migliaia di giovani di tutto il mondo impegnati a testimoniare e promuovere un’economia amica della terra, un’economia di pace, un’economia della vita. Centinaia le conferenze, decine di pubblicazioni, oltre 50 progetti di ricerca, 10 scuole estive in tutto il mondo, decine di startup, 12 villaggi tematici, circa 50 hub locali. Nel 2022 l’evento in presenza ad Assisi e il Patto con Papa Francesco. Alla luce degli ideali sanciti nel Patto, l’ente si muoverà su tre principali aree di intervento: studio e ricerca; impresa e innovazione; formazione e cultura.

Assisi – È tornato alla Casa del Padre Don Cesare Roberto Provenzi

È tornato alla Casa del Padre Don Cesare Roberto Provenzi, priore della Cattedrale di San Rufino di Assisi. Era nato a Martinengo, in provincia di Bergamo il 25 luglio del 1962. È stato ordinato sacerdote il 23 settembre del 1995. Nel 2004 è stato parroco della parrocchia Madonna delle Grazie e Santa Tecla in Palazzo, nel ‘98 segretario personale del vescovo monsignor Sergio Goretti e cerimoniere. È stato vicario foraneo del vicariato di Bastia Umbra dal 2002 al 2004, parroco della parrocchia di Torchiagina e San Gregorio e dall’ottobre del 2004 era parroco della Parrocchia di San Rufino. In cattedrale aveva preso anche in mano la vita del Museo diocesano e Cripta di San Rufino ridandogli grande slancio e valorizzazione. Sempre nel 2004 e fino ad oggi è stato vicario foraneo del vicariato di Assisi. Era Canonico della cattedrale di San Rufino e presidente della Fondazione San Rufino e Rinaldo dal 2003 al 2009. Dal 2018 è stato nominato dal vescovo Sorrentino vicario episcopale per l’Economia. Dal 2021, con l’unità pastorale era parroco di San Rufino, Vitale, Santa Maria di Lignano, Porziano e Costa di Trex. Era presidente della Fondazione diocesana di religione Assisi-Caritas e della Fondazione Assisi-Santuario della Spogliazione dal 2021 che si occupa della gestione del Santuario della Spogliazione. Molto amato in Assisi per la sua vicinanza ai giovani, alle iniziative cittadine in particolare al Calendimaggio.

Sarà possibile dare l’ultimo saluto a don Cesare già dal primo pomeriggio di venerdì 27 settembre nella Cappella del Santissimo Sacramento all’interno della cattedrale di San Rufino fino a lunedì mattina 30 settembre quando alle ore 10 il vescovo monsignor Domenico Sorrentino celebrerà le esequie funebri.

Venerdì 27, sabato 28 e domenica 29 settembre alle ore 21 recita del santo rosario in Cattedrale in suffragio del caro don Cesare.

Il vescovo Sorrentino, unitamente al Consiglio episcopale, quello presbiterale, i diaconi, i religiosi, i parrocchiani e i collaboratori di Curia si stringono al dolore dei familiari.

Al via il cantiere per la chiese di Santa Maria della Visitazione in Cascia e di S. Agostino Minore in Norcia. Approvato il progetto per quella di S. Vito ad Agriano di Norcia

Sabato 28 settembre 2024 alle ore 12.00 verrà avviato il cantiere per il recupero della chiesa di Santa Maria della Visitazione a Cascia, chiusa a seguito dei danni del terremoto del 2016. Dinanzi all’edificio di culto ci sarà la benedizione del cantiere da parte dell’arcivescovo Renato Boccardo e poi nella vicina sede del BIM (Bacino Imbrifero Montano) ci sarà la presentazione del progetto, alla presenza delle autorità, tra cui il Commissario straordinario del Governo per il sisma 2016 sen. Guido Castelli e il sindaco Mario De Carolis, e dei fedeli. L’importo dei lavori è di 3.900.000 euro, contributo concesso con il decreto del Commissario n. 282 del 12 aprile 2024. Il gruppo della progettazione è composto da: ing. Natale D’Ottavio, arch. Luigi Casula, geol. Giorgio Leoni. La gara di appalto è stata vinta dalla ditta Sacen srl di Napoli. I tempi per effettuare i lavori sono stimati in 742 giorni. Breve storia. Il primo documento che cita la chiesa è dell’856, mentre i resti più antichi dell’attuale edificio risalgono alla pieve romanica del XII secolo. La chiesa poi è stata a più riprese restaurata e rimaneggiata. L’interno è a tre navate coperte da crociera, ha assetto cinquecentesco e presenta altari in legno e stucco policromi del XVI e XVIII secolo con abside al termine della navata centrale e con altari alle pareti delle navate laterali e cappelle al loro termine. Nella chiesa è presente il fonte dove fu battezzata Santa Rita. Gli interventi attuali saranno volti, tra le altre cose, a ridurre la vulnerabilità sismica mediante il ripristino delle lesioni, il consolidamento della struttura, l’inserimento di catene e di micropali.

Chiesa di S. Agostino minore in Norcia. La mattina di giovedì 25 settembre 2024, invece, è stato avviato il cantiere per il restauro della chiesa di S. Agostino Minore in Norcia. Si tratta della terza chiesa all’interno delle mura di Norcia per la quale partono i lavori dopo la Basilica di S. Benedetto e la Concattedrale di Santa Maria Argentea. Era presente il vicario generale dell’Archidiocesi don Sem Fioretti (l’Arcivescovo era a Roma alla riunione del Consiglio Permanente della CEI, ndr), il sindaco Giuliano Boccanera, il parroco don Marco Rufini, il direttore dell’ufficio tecnico della Curia Simone Desantis, i progettisti, le maestranze e alcuni fedeli nursini, tra cui Francesco Ferrari referente del comitato spontaneo “Salviamo S. Agostinuccio”. Notevole la gioia e la soddisfazione di tutti per quella che è considerata una delle più belle chiese di Norcia, che presenta, tra l’altro, un ricco soffitto a cassettoni dorato e dipinto. L’importo dei lavori è di circa 1.690.000 €, che provengono dal fondo sisma 2016. La gara di appalto è stata vinta dalla ESTIA srl di Bastia Umbra (PG). I Progettisti sono: ing. Graziano Mancinelli; arch. Carla Bartelli; ing. Simona Paltricia; ing. Roberto Trovati; ing. Rita Sabatini; geologo Domenico Brosio; giovane professionista arch. Laura Batocchioni Sorbini. Il progetto di recupero prevede lavori di miglioramento sismico e restauro, compresi il consolidamento delle strutture murarie e la ricostruzione delle parti crollate usando materiali compatibili e moderni sistemi di copertura. Saranno inoltre restaurate le parti lignee della chiesa.

Chiesa di S. Vito in Agriano di Norcia. Nella mattina di giovedì 26 settembre 2024, infine, si è riunita la Conferenza permanente della ricostruzione post sisma 2016 tra la struttura del Commissario alla ricostruzione, l’Ufficio speciale alla ricostruzione dell’Umbria, la Sovrintendenza Speciale alla ricostruzione, l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia e il Comune di Norcia. Si è approvato il progetto di ricostruzione della chiesa di S. Vito in Agriano di Norcia.

L’Archidiocesi, appena arriverà il decreto commissariale di finanziamento, procederà alla gara di appalto. L’importo dell’intervento è di 1.447.000 euro, che provengono dal fondo sisma 2016. I tecnici sono: arch. Agostino Tardioli, ing. Marco Zerbini, ing. Paolo Sensi, geol. Pamela Marinelli, ing. Monia Beranzoni.

Perugia – La dott.ssa Luciana Stazi è la nuova referente regionale per il Servizio Tutela Minori, nominata dalla Conferenza Episcopale Umbra

La Conferenza Episcopale Umbra ha nominato la dott.ssa Luciana Stazi referente per il Servizio Regionale Tutela Minori. Succede a Mons. Vittorio Gepponi, che ha assicurato con competenza il suo contributo negli ultimi anni.
“Ringrazio i Vescovi per la fiducia che mi è stata accordata e spero di essere all’altezza di tale compito – commenta la Dott.ssa Stazi – : la problematica è molto delicata e difficile da affrontare, ma la posta in gioco è alta, si tratta della credibilità e dell’affidabilità della Chiesa”.

In adesione alle linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, stabilite dalla CEI nel 2019, la Chiesa è tenuta ad individuare e indicare modalità e termini per affrontare il tema degli abusi e soprattutto per “farsi carico della protezione dei minori e delle persone vulnerabili”. A tale scopo “è chiamata ad aprirsi alla promozione di una cultura della prevenzione di ogni forma di abuso, di una cultura della cura e della protezione dei minori e delle persone vulnerabili, in dialogo e confronto coraggioso con università, servizi sociali, enti locali, le associazioni di volontariato”.

“Per dare concretezza a tutto questo – osserva la nuova Referente regionale – è importante tener viva l’attenzione della comunità ecclesiale sul problema della protezione dei minori e delle persone vulnerabili, farlo conoscere e parlarne con correttezza e chiarezza, affinché tutti ne siano consapevoli, e con l’adozione di buone prassi da parte di tutte le comunità religiose e delle singole Diocesi, insieme alla formazione di tutti gli operatori”.

Luciana Stazi è consulente e dottore commercialista. Dal 2017 presta come volontaria la sua professionalità alla Caritas della Diocesi di Perugia-Città della Pieve e di altri enti del Terzo Settore. Collabora, sempre come volontaria, con la Diocesi perugina.

Il 5 ottobre 2023 era stata nominata dal Vescovo Maffeis referente diocesano per la tutela dei minori; ora l’incarico a livello regionale.

Gubbio – tre nuovi diaconi al servizio della Chiesa eugubina

La Chiesa eugubina ha celebrato ieri la festa per la dedicazione della Cattedrale ai santi Mariano e Giacomo, l’uno lettore e l’altro diacono, martiri del III secolo, uccisi nella provincia romana della Numidia. Proprio in questa occasione, il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha consacrato tre nuovi diaconi che saranno a servizio della Chiesa diocesana: Luigi Crociani, Luca Grilli e Alessio Martinelli.
L’omelia del vescovo Luciano: “Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra?”
“In quei giorni, Salomone si pose davanti all’altare del Signore, di fronte a tutta l’assemblea d’Israele e, stese le mani verso il cielo, disse: Signore, Dio d’Israele, non c’è un Dio come te, né lassù nei cieli né quaggiù sulla terra! Tu mantieni l’alleanza e la fedeltà verso i tuoi servi che camminano davanti a te con tutto il loro cuore.”

Carissimi, è dentro questa alleanza santa, a cui Dio si mantiene fedele, che anche noi suoi servi, radunati stasera in assemblea, possiamo elevare al cielo le nostre mani per rendere grazie e continuare a camminare davanti a lui con tutto il cuore. Lieti per la festa solenne della Dedicazione di questo tempio cattedrale della nostra Diocesi e grati per il dono dell’ordinazione al Diaconato di questi nostri fratelli.

La solenne preghiera del Re Salomone continua e diventa supplica accorata: “Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: “Lì porrò il mio nome!”. Ascolta la supplica del tuo servo e del tuo popolo Israele, quando pregheranno in questo luogo.”

In questo giorno, ogni anno, la nostra comunità ricorda l’atto di consacrazione di questa casa di preghiera, di questa dimora santa che è il luogo in cui la Chiesa locale si riunisce, con il Pastore e i suoi collaboratori, convocata dalla Parola, attorno all’unica mensa dell’amore e della misericordia, in quella comunione fraterna che è dono dello Spirito di Dio. Questo meraviglioso edificio sacro, è immagine e memoria di ciò che siamo, noi popolo di Dio, consacrati dal Battesimo, per il quale: “quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo.” come ci ricorda l’apostolo Pietro.

E nella ricchezza e varietà di queste pietre scelte e preziose che tutti noi siamo, il Signore, nel tempo, affida compiti e ministeri che servono l’unità della Chiesa e la sua missione di portare il Vangelo ad ogni cuore.

Anche voi, Luigi, Luca e Alessio, da stasera entrate a servizio della nostra Comunità diocesana per donare la vostra vita, come diaconi, alla testimonianza della Pasqua di Gesù che ha dato se stesso per la salvezza del mondo. Dedicati, anche voi, come questo tempio, a rendere vicina agli uomini, vostri fratelli e sorelle, l’immensa grazia del Vangelo. Consacrati, anche voi, per dare corpo e immagine al desiderio di Dio Padre di incontrare tutti i suoi figli.

“Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti, tanto meno questa casa che io ho costruito!” Il Re Salomone è consapevole della pochezza delle sue intenzioni di creatura e del limite delle opere che escono dalle nostre mani. Eppure proprio alla nostra umana debolezza il Signore affida ancora oggi il messaggio della sua salvezza. Dio può ancora abitare sulla terra, e camminare con le sue creature, se ciascuno di noi accoglie la potenza del suo Spirito per contribuire alla missione alla quale tutti siamo chiamati.

Aprite dunque la porta del vostro cuore, perché la presenza di Dio si manifesti nella vostra vita. Prima con l’esempio e poi con le parole. Cercate la compagnia del Signore ogni giorno e in ogni situazione, perché chi vi incontra possa godere della sua vicinanza. Imparate a trasformare tutto in preghiera. Rendete grazie a Dio per ciò che vi è stato donato, perché dalle vostre mani i poveri possano ricevere i suoi doni. Ascoltate tutti coloro che incontrate sulla vostra strada, benedite ogni storia, accogliete chi bussa alla vostra porta, e condividete il poco che avete.

Siete stati chiamati al Diaconato dentro una storia di famiglia, benedetta dal Signore con il sacramento del Matrimonio. Anche le vostre spose e i vostri figli partecipano della grazia che ricevete e con voi sono chiamati a custodirla. Non siano per voi due vocazioni differenti, ne due consacrazioni disgiunte. Il vostro Diaconato è innestato nella vita della famiglia, ed essa ne è la prima responsabilità. Abbiamo tanto bisogno di famiglie cristiane che, nella semplicità del quotidiano, condiviso con tutti, sappiano testimoniare la gioia e la gratuità che scaturisce dalla familiarità con la Santissima Trinità.

Diventando Diaconi venite ordinati nella Chiesa e per la Chiesa. Entrate nell’ordine dei Diaconi, a servizio delle nostre Comunità, in comunione con il Vescovo. Non pensatevi mai da soli, cercate sempre il confronto e la condivisione con i confratelli. Non inventatevi missioni personali e non create attorno a voi territori esclusivi. Siate a servizio solo del vero bene della Chiesa e desiderate di essere sempre in piena unione con essa. Per questo date priorità all’ascolto condiviso della Parola, alla preghiera comunitaria, all’impegno pastorale con altri fratelli.

Anche l’esperienza del lavoro, che vivete ogni giorno, espressione delle vostre capacità e del generoso contributo originale che portate a questo mondo, sia luogo di umile testimonianza e di condivisione della gioia che avete conosciuta nell’incontro con Gesù. Da questo scaturisca per voi anche una serena, ma responsabile partecipazione alla vita sociale e alla cura del bene comune, nel dialogo franco con tutti e attento ai bisogni e alle peculiarità del nostro territorio.

“Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia.” Il Salmo 94 ci ha fatto pregare con parole di giubilo e di gratitudine, invochiamo ora unanimi il dono dello Spirito riconoscenti per la grazia che stasera ci è donata. Amen.

+Luciano, vescovo di Gubbio

Gubbio – Il card. Matteo Zuppi ha benedetto don Edoardo, nuovo abate dei Canonici regolari lateranensi

“Ogni comunità non è mai la somma delle nostre persone, perché tra noi c’è il Signore Gesù ed è lui che ci rende una cosa sola, con lui e tra di noi. Quanto è importante essere comunità in un mondo di individualisti, a cominciare da noi. Gesù ci chiama a essere famiglia, che è molto più di un’associazione o di un gruppo di scopo. Questa è la Chiesa madre che non smette di renderci figli, di ricordarci che lo siamo, di trattarci anche quando non pensiamo di esserlo, di aiutarci a comportarci in maniera degna della chiamata che abbiamo ricevuto”.

Sono le parole del card. Matteo Maria Zuppi – arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana – che ieri a Gubbio ha presieduto la liturgia che segna l’inizio del “mandato” del nuovo abate generale dei Canonici regolari lateranensi, dopo i sei anni di don Franco Bergamin. La santa messa con la benedizione abbaziale di don Edoardo Parisotto è stata celebrata nella chiesa di San Secondo.

La galleria fotografica della celebrazione

“Don Edoardo – ha continuato nell’omelia il presidente dei vescovi italiano – ci ha sempre coinvolti nella sua vita, con molta delicatezza, con tanta dolce ma fermissima persuasione, con la sua sensibilità così attenta e presente, con il suo tratto disponibile, sobrio, essenziale, per portarci a mettere in tutto sempre al centro Gesù, la sua parola, l’incontro con il prossimo e il libero dono di sé, sempre con tanta umanità e con tanta spiritualità. Oggi celebriamo la sua chiamata al nuovo servizio come abate dei fratelli ma anche – per certi versi – di tutte le nostre comunità”.

E poi la riflessione di Zuppi sul ruolo che l’abate generale dovrà avere per la comunità. “L’abate ha il compito di aiutarci – ha detto il cardinale – a pensarci insieme, di ricordare a tutti di seguire Gesù e di lavorare nella grande vigna di questo mondo, essendo lui stesso servo, come Gesù che è venuto a servire e non per essere servito. Aiutiamo don Edoardo, perché lui servirà nella comunione ma l’unità è affidata a ciascuno di noi”.

Anche il vescovo della Chiesa eugubina ha concelebrato la messa nella chiesa abbaziale di San Secondo, la comunità canonicale dove don Parisotto ha vissuto l’anno di noviziato tra il 1991 e il 1992. Per l’occasione sono arrivate decine e decine di fedeli dalle comunità dove don Edoardo ha compiuto il suo ministero sacerdotale nei decenni scorsi, in particolare da Roma e Bologna.

“Accogliamo con gioia e gratitudine – ha detto mons. Luciano Paolucci Bedini – la visita del card. Zuppi e il bel dono che la famiglia dei Canonici regolari lateranensi ci ha fatto nel decidere di celebrare qui la benedizione del nuovo abate generale. Credo non fosse mai successo prima e quindi ringrazio anche don Edoardo per questo pensiero. Aggiungiamo così la nostra preghiera per questa famiglia religiosa che ci onora da tanti secoli della sua presenza e del suo servizio. Il nostro patrono sant’Ubaldo è frutto anche della spiritualità dei Canonici regolari lateranensi”.

Il vescovo Luciano ha anche ricordato la recente nomina di don Gabriele Pauletto a visitatore della congregazione canonicale, ringraziandolo per il servizio svolto nella diocesi eugubina come parroco a Madonna del Ponte, comunità che lascerà entro circa un mese.

Originario di Fanzolo (Treviso), 51 anni, Parisotto è stato scelto durante il capitolo generale dei Canonici regolari lateranensi, riunito in Brasile a fine giugno scorso, e chiamato a succedere a don Franco Bergamin. Don Edoardo ha compiuto la sua professione religiosa nella congregazione nel 1992 ed è stato ordinato sacerdote nel 1999 a Treviso. Ha svolto la sua attività pastorale anche a Santa Maria Forisportam a Lucca, a San Floriano nel Trevigiano, poi a Roma dov’è stato cappellano universitario alla Sapienza e parroco a Sant’Agnese fuori le mura. Dal 2018 fino alla sua elezione ad abate è stato parroco a Bologna presso la comunità dei Santi Monica e Agostino e anche uno dei vicari pastorali dell’arcivescovo Matteo. E ieri è stato proprio il cardinale Zuppi a consegnargli le “insegne” distintive dell’abate generale dei Canonici: la Regola di Sant’Agostino, l’anello segno di fedeltà alla congregazione, la mitria e il pastorale.

 

Cattedrale Terni – celebrazione per la festa del Preziosissimo Sangue. Mons. Soddu: “Il preziosissimo sangue di Cristo ci infonde la preziosità della nostra stessa vita e del vivere quotidiano”.

Celebrata solennemente, domenica 22 settembre nella Cattedrale di Terni, la festa del Preziossimo Sangue con la messa presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu e concelebrata dal parroco della cattedrale don Alessandro Rossini e da don Marcello Giorgi. Tanti i fedeli che hanno partecipato alla liturgia, famiglie, bambini e ragazzi del catechismo, gruppi parrocchiali. Presenti le autorità civili e militari in rappresentanza del Comune di Terni e della Regione. I canti liturgici sono stati eseguiti dalla corale polifonica del Duomo, diretta da Rita Tomassoni, accompagnata all’organo dal maestro Simone Maccaglia.
“Il sangue di Cristo è prezioso – ha detto il vescovo nell’omelia – perché è stato il prezzo del riscatto versato dal Figlio di Dio per la nostra salvezza; e poi questo sangue, la sua preziosissima presenza si perpetua nel memoriale del sacrificio Eucaristico, ossia nella Messa. La ricchezza del frutto della croce, il sangue versato non è stato buttato, non è andato perduto ma ha lavato i nostri peccati. Ed è l’unico che poteva fare questo miracolo. Il sangue di Cristo è perciò preziosissimo e tale rimane sempre per la nostra vita, come detto dallo stesso Gesù: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. Oggi la ferita dalla quale abbiamo il dono del sangue di Cristo è quella che si apre in ogni celebrazione Eucaristica e si offre per noi nei segni del pane e del vino. Accogliamo perciò questa fonte di vita vera nella nostra esistenza; nelle vicende del nostro tempo, che talvolta si trovano ad essere vuote e perciò prive di senso; oppure segnate da continui e purtroppo giornalieri attentati alla vita stessa, alla sua manipolazione, al suo sfruttamento alla sua distruzione, fino ad arrivare alle guerre, che ormai invadono gran parte della terra. Il preziosissimo sangue di Cristo ci infonde, pertanto la preziosità della nostra stessa vita e del vivere quotidiano: in famiglia, nei gruppi, negli stati, nel mondo; e ci esorta a non sprecare questa nostra vita. La preziosità del sangue di Cristo quindi richiama il nostro stesso valore, infatti questo sangue è stato versato per noi. Nella misura in cui accogliamo questo tesoro facciamo sì che il sangue di Cristo non sia stato versato invano, ma lo onoriamo mediante una sorta di celebrazione continua di vita che veda nelle nostre condotte la riproposizione del servizio totale di Cristo”.
Al termine della celebrazione il vescovo ha benedetto i fedeli con la reliquia del Preziossimo Sangue, venerata nella Cattedrale di Terni e donata alla chiesa cittadina dal cardinale Francesco Rapaccioli nel 1650.

L’OMELIA DEL VESCOVO

Foligno – riaperta simbolicamente la cattedrale di San Feliciano. Il Vescovo: “Questa è la chiesa dove tutta Foligno si ritrova”.

“La cattedrale, simbolicamente, ha il compito di essere il centro dell’unità. È il luogo in cui una chiesa particolare – in questo caso di Foligno – converge tutta. Senza l’unità del vescovo nella cattedrale si ha un arcipelago di iniziative, di persone che non fanno unità e questo non fa Chiesa. Quindi avere il simbolo della cattedrale attivo significa avere anche una chiesa, una pastorale che sono attivi. Oggi tutto questo è diventato particolarmente urgente”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Foligno e di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, sabato 21 settembre durante la conferenza stampa di presentazione dei lavori e del programma di riapertura della cattedrale di San Feliciano che si è tenuta all’interno della chiesa dedicata al Santo Patrono di Foligno. Dopo oltre otto anni dal sisma, infatti, la cattedrale verrà riaperta definitivamente al culto domenica 19 gennaio.

Presenti le autorità civili e militari e alcune rappresentanze dei vari Consigli diocesani.

Riaprire questa cattedrale ha aggiunto il vescovo è davvero “una corsa contro il tempo” poiché questi anni in cui è stata chiusa “hanno impedito ai nostri ragazzi di prendere coscienza di questo simbolo”. “Essendo trascorsi otto anni alcuni adolescenti hanno visto sempre chiusa questa grande chiesa”. In vista della festa liturgica della cattedrale, che cade il 22 settembre, dell’inizio dell’anno pastorale, ed anche del Giubileo universale e dell’ottavo centenario francescano, il vescovo ha fortemente voluto riaprire la cattedrale di Foligno.

La conferenza si è aperta con i saluti del Senatore Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma del centro Italia, in collegamento streaming, che ha definito la riapertura simbolica della cattedrale di Foligno un momento di assoluta importanza “in quanto le cattedrali sono il luogo in cui le comunità cittadine hanno il loro punto nodale”. Il commissario ha fatto il punto sulla ricostruzione soffermandosi in particolar modo sulla chiesa folignate che recentemente ha ricevuto 120.000,00 euro dalla Regione Umbria per il completamento.

Soddisfazione è stata espressa anche dal vicario generale della diocesi di Foligno, monsignor Giovanni Nizzi, e dal vicario episcopale per la pastorale, don Giovanni Zampa, che lo ha affiancato nella moderazione dell’incontro.

Monsignor Giuseppe Bertini, parroco e priore del Capitolo della Cattedrale durante il suo approfondimento storico-religioso ha definito “una storia di amore e di fede quella della città e della chiesa particolare di Foligno con la sua cattedrale edificata nel cuore della città, sul sepolcro di Feliciano, a perenne testimonianza del culto del vescovo di Foligno martire nel III secolo”.

Il nuovo anno accademico di ITA e ISRRA di Assisi. Inizio lezioni il 23 settembre, iscrizioni fino al 15 ottobre.

Fino al 15 ottobre 2024 sono aperte le immatricolazioni e iscrizioni al nuovo anno accademico 2024-25. Gli interessati possono scaricare la brochure allegata o visitare la sezione “info e costi” del sito www.ita-issra.it  dove trovare le informazioni per iscriversi, la documentazione da presentare e il form da compilare.
Gli studenti già ITA e ISSRA potranno iscriversi al nuovo anno accademico passando dalla loro Pagina Personale di DISCITE, non dimenticando, quando  richiesto,  di selezionare i corsi
opzionali, monografici e  seminari che sono previsti per il loro prossimo anno.
Per accedere alle aule, già da lunedì 23 settembre, inizio delle lezioni, occorre utilizzare la tessera magnetica, già consegnata agli iscritti lo scorso anno, mentre alle nuove matricole sarà consegnata a immatricolazione perfezionata.
Orari (con relative aule), piani di studio e calendario accademico sono già pubblicati nelle apposite sezioni di www.ita-issra.it.
Per qualunque dubbio o necessità, gli interessati possono inviare una mail all’indirizzo istituzionale (istitutoscienzereligiose@ita-issra.it e istitutoteologico@ita-issra.it), richiedere un appuntamento (anche per valutare eventuali esami da convalidare) o passare dallo sportello di segreteria (https://servizi.ita-issra.it/segreteria/login).

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