Perugia – Ricchezza e speranza dalle Veglie di preghiera per la “Missione Giovani 2024” nelle sette Zone pastorali della Diocesi

Nelle sette Zone pastorali della nostra Diocesi, nella serata del 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, si sono tenute le Veglie di preghiera con l’adorazione eucaristica per la “Missione Giovani” in programma, a Perugia, dal 18 al 27 ottobre, promossa dalle Pastorali Giovanile, Universitaria e Vocazionale con il coinvolgimento di
associazioni e movimenti, stimolata e incoraggiata dal vescovo Ivan Maffeis. Le Veglie si sono svolte a Perugia (I Zona), nella chiesa del quartiere di Santa Lucia, a Sant’Andrea delle Fratte (II Zona), nella chiesa dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia, a Deruta (III Zona), nella chiesa parrocchiale, così anche a San Biagio della Valle (V Zona), a Magione (VI Zona) e nella concattedrale di Città della Pieve (VII Zona).
Le avverse condizioni meteo del 4 ottobre non hanno scoraggiato la partecipazione di giovani e adulti a vivere momenti di particolare intensità e in spirito di comunione fraterna tra più comunità parrocchiali, segno di ricchezza e speranza della Chiesa per la nuova evangelizzazione. I fedeli si sono raccolti in preghiera davanti alla Santa Eucaristia, ascoltando la Parola di Dio e diverse testimonianze di quanti si preparano alla “Missione”. Le Veglie sono state guidate dai parroci o dai vicari episcopali delle Zona pastorali.
Nella concattedrale di Città della Pieve è stata presieduta dall’arcivescovo e a Deruta, dove ha fatto ingresso il nuovo parroco, dal vicario generale.
Filo conduttore delle testimonianze ascoltate, è l’aver ritrovato la fede, dopo un periodo di “lontananza”, in parrocchia, all’oratorio…, nell’incontro con altri giovani alla ricerca di Dio, perché stare insieme, dialogare, confrontarsi è di aiuto a scacciare le “solitudini” dell’adolescenza, a non chiudersi in sé stessi. Soprattutto a dare risposte alle proprie insicurezze e al perché si è venuti al mondo. La “Missione” vuole fare tesoro di queste
esperienze portandole ad altri giovani, annunciando il Vangelo che aiuta a ritrovare la felicità e la gioia di vivere nel farsi carico del prossimo. Avviare o continuare un dialogo con quanti si lasciano avvicinare dalla Parola di Dio attraverso l’esperienza di fede dei coetanei.
Riccardo Liguori

Basilica Santa Maria degli Angeli – preghiera per la pace il 7 ottobre

“Parteciperò personalmente e invito tutta la comunità diocesana a venire, lunedì prossimo, alla preghiera per ottenere la pace in Medioriente”. È questo l’appello del vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino in occasione del rosario per la pace, organizzato dalle Famiglie francescane e dalla diocesi, che si svolgerà il 7 ottobre alle ore 21 nella Basilica papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola. “I luoghi santi – aggiunge il vescovo – sono al cuore della nostra fede, insieme con la gente che li abita, per questo devono essere assolutamente protetti e devono darci un messaggio di pace e non di guerra. Nella situazione così complessa che si è creata non abbiamo che la preghiera che ci possa far pensare alla fine delle ostilità e di ritorno al ristabilimento della pacifica convivenza”.

Famiglie francescane e diocesi hanno accolto l’invito di Papa Francesco che, durante la Santa messa di apertura dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, ha annunciato due giornate, il 6 e 7 ottobre, di preghiera per la pace.

Assisi – festa di San Francesco. Il sindaco di Palermo Lagalla ha acceso la lampada votivaALIA

Con i discorsi delle autorità dalla Loggia del Sacro Convento si è conclusa la prima parte delle celebrazioni per la festa di San Francesco Patrono d’Italia. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha acceso la Lampada votiva dei Comuni d’Italia in rappresentanza del popolo italiano durante la celebrazione nella chiesa superiore della Basilica di San Francesco, presieduta da Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana.

«Da sempre la Sicilia è terra ospitale – ha dichiarato il Custode del Sacro Convento fra Marco Moroni, OFMConv, all’inizio della celebrazione in Basilica –. Oggi lo è anche con i migranti che giungono numerosi sulle sue coste in cerca di una vita più dignitosa. È certamente una sfida del nostro tempo, che occorre gestire con lucidità, ma anche con la pratica profetica della fraternità che san Francesco ci ha insegnato e che certamente può contribuire ad affrontare anche tanti altri problemi, come quelli della siccità e della criminalità organizzata. Chiediamo perciò a san Francesco in questa celebrazione di intercedere per tutti noi, per la vostra regione e per l’Italia intera».

La pace, i cambiamenti climatici e l’immigrazione sono stati i temi centrali dei discorsi pronunciati alla nazione dai rappresentanti ecclesiali e dalle autorità civili.

«Siamo consapevoli di non essere qui dinanzi a valori, per quanto alti e preziosi, come la concordia e la fraternità – ha sottolineato Mons. Raspanti durante l’omelia -; siamo dinanzi alle spoglie di un uomo con un vissuto che lo rende eccellente testimone e profeta che indica la sicura via della pace. Forse potremmo arrischiare di dire che non riusciamo nell’odierna convivenza sociale ad accogliere il migrante, a frenare la violenza, a curare i deboli e i poveri, a espungere il malaffare proprio perché non riusciamo a raggiungere la sorgente dei valori, cioè il perdono e la riconciliazione, l’umiltà e la mitezza. Se il risanamento non accade nel profondo delle radici, non vedremo mai i frutti dell’albero».

Di “pericoli derivanti da un cuore umano indifferente e smemorato” ha parlato il Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, fra Carlos A. Trovarelli: «Penso, in particolar modo, alle dolorose vicende di cronaca che, recentemente, hanno visto protagonisti giovani o giovanissimi, in ambito familiare; si fa sempre più urgente il dovere di sostenere modelli educativi capaci di intercettare il disagio giovanile, prima che questo esploda in un indecifrabile alfabeto di violenza o dipendenze».

«L’olio che doniamo è frutto della nostra terra, una terra generosa, ricca di storia, di cultura e di spiritualità – ha affermato il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani -. Ma è anche simbolo di un impegno: mantenere accesa la fiamma della pace, della solidarietà e della giustizia sociale. Proprio come la lampada che arde ininterrottamente sulla tomba di San Francesco, così noi dobbiamo far sì che la luce della fraternità e dell’uguaglianza continui a brillare nelle nostre azioni quotidiane».

Speco Francescano di Narni – celebrazione notturna nella solennità di San Francesco

“Nel cuore della notte per pregare”  un cammino di fede per assimilare sempre di più i sentimenti di Gesù, nella memoria del transito di san Francesco che è diventato nuovo creatura abbracciando Gesù in croce e seguendolo nell’osservanza del Vangelo. Allo Speco francescano di Sant’Urbano alle 4.00 nella chiesetta la celebrazione della messa presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu, concelebrata da don Paolo Carloni e da padre Antonello Medda, alla presenza della comunità dei frati minori, dei sacerdoti della vicaria Terni 2 e di numerosi fedeli.
“Siamo venuti pellegrini in questo luogo francescano – ha detto il vescovo Soddu – guidati da Francesco, seguendo il suo esempio di vita, immagine viva di Gesù. Il pellegrinaggio è quello che ci rimanda al Giubileo 2025 “pellegrini di speranza”, per essere nuove creature, anche quando ci sentiamo usurati dal tempo e dai peccati, possiamo essere nuova creatura abbracciando la croce Cristo, come San Fracesco, che mentre abbraccia la croce di Cristo riceve le stimmate, le ferite dell’amore. Il Papa ci invita ad abitare i luoghi delle ferite dell’umanità e da quei luoghi possiamo dare e ricevere insegnamento. Abitiamo la cattedra delle ferite, nostre e dei fratelli che vivono la croce di Cristo, di modo che nel ricordo la stimmatizzazione di san Francesco non sia solo una commemorazione, ma sappiamo viverla nella vita di tutti i giorni, per essere guidati dai segni dell’amore di Dio che nella croce sono stati vivi e significativi. San Francesco ci aiuti nel cammino di santità, divendo espressione viva del vangelo di Cristo”.

Chiese di Gubbio e Città di Castello – progetto “Vino nuovo in otri nuovi”, per la nascita di nuove Comunità pastorali

Il progetto è ambizioso e coinvolgerà le Chiese diocesane di Gubbio e Città di Castello per tutto il prossimo decennio. Da qualche settimana sta girando nelle parrocchie, tra i sacerdoti e tra i laici impegnati nella vita pastorale, grazie alla diffusione attraverso i fogli di collegamento delle due diocesi guidate dal vescovo Luciano Paolucci Bedini. Si tratta del progetto “Vino nuovo in otri nuovi”, per la nascita di nuove Comunità pastorali. Un percorso pensato per cominciare a realizzare – spiega proprio il vescovo Luciano – un “necessario rinnovamento della nostra comunità diocesana a partire da una riorganizzazione e un rilancio della vita cristiana nel nostro territorio”.

Sono evidenti, ormai da tempo, i segni di una progressiva diminuzione di affezione e di partecipazione alla vita della Chiesa, soprattutto da parte dei giovani. Ci sono poi la forte riduzione delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, come anche il crescente allontanamento delle giovani famiglie. Un fenomeno che non riguarda solo le Chiese diocesane di Gubbio e Città di Castello, ma l’intero territorio nazionale.
Questo quadro indica l’urgenza di ripensare le comunità cristiane sui territori, nelle forme, nei modi e nei tempi. Per circa un anno, mons. Paolucci Bedini ha lavorato all’elaborazione di un nuovo progetto pastorale insieme ai sacerdoti e ai diaconi. E ora è arrivato il momento di renderlo pubblico e di chiedere a tutti i fedeli di esprimere la loro opinione, dare il proprio contributo e suggerire eventuali modifiche.

“La bozza del progetto ‘Vino nuovo in otri nuovi’ – spiega il vescovo Luciano – nasce nel giugno del 2023, come idea di rilancio delle unità pastorali, partendo però dalle condizioni di oggi che ovviamente sono molto cambiate e che ci presentano una realtà ecclesiale in forte diminuzione a tutti i livelli, soprattutto nella parte più giovanile. I nostri territori si stanno spopolando e c’è anche un forte disaffezione nei confronti dell’esperienza ecclesiale cristiana. Quindi abbiamo bisogno di ripensare come vivere nel territorio la nostra presenza di Chiesa e la nostra storia di comunità cristiana. Papa Francesco e i suoi predecessori da tanto tempo ci chiedono di spostare l’azione pastorale sul fronte missionario, quindi sul fronte di un nuovo annuncio del Vangelo. Questo progetto serve per questo: per cominciare a mettere le basi di quella che sarà la Chiesa del futuro”.

Cosa si intende per Comunità pastorale (Cp) secondo questo nuovo progetto? È una porzione della Chiesa diocesana presente in un determinato territorio, capace di sviluppare e sostenere tutte le dimensioni della vita ecclesiale ed è formata anche da più parrocchie. Lo scopo di questo progetto di riordino delle parrocchie attuali è quello di raccogliere il popolo di Dio di un determinato territorio per vivere – nella comunione fraterna – tutte le dimensioni della vita ecclesiale, prendersi cura dei vari ambiti pastorali e rinnovare la spinta missionaria sul territorio.
Nel concreto, la Comunità pastorale è guidata da uno o due sacerdoti con l’aiuto di uno o più diaconi, responsabili di ambiti particolari, e di alcuni fedeli a servizio di ogni ambito pastorale, anche grazie ai ministeri laicali che possano aver ricevuto. Tutti insieme formano un equipe pastorale che coordina l’attività di evangelizzazione. In una delle parrocchie della Comunità pastorale ci sarà il centro di riferimento e di coordinamento, il “cuore” della Cp dove vivere le celebrazioni principali dell’anno liturgico, gli incontri unitari e quelle iniziative che coinvolgono tutti i fedeli.

Canoniche per la vita comune dei sacerdoti ma non solo
Un centro dove la casa canonica possa essere abitata dai sacerdoti, perché la vita comune dei preti è una grande testimonianza. Allo stesso tempo, potrebbe ospitare anche altri fratelli e sorelle che vivono a servizio della Cp: una famiglia, dei consacrati, giovani e anziani. Insomma, uno spazio di accoglienza e condivisione dove tutti possano sentirsi di casa. Le case canoniche delle altre parrocchie che formano la comunità potranno essere affidate a fratelli e sorelle (diaconi, sposi, famiglie, consacrati, giovani volontari) che possano abitarvi mettendosi a servizio delle necessità delle parrocchie stesse, in uno stile aperto di fraternità e di condivisione.

Consiglio pastorale e Consiglio affari economici
Sono due gli organismi chiamati a farsi carico della vita della Cp: il Consiglio pastorale, che con stile sinodale discerne e indirizza l’esperienza cristiana della comunità tutta, in comunione con le indicazioni pastorali diocesane; il Consiglio per gli affari economici unitario che si occupa della gestione e dell’amministrazione dei beni comuni di tutta la Cp e ne rende conto ogni anno pubblicamente.

Si comincia da Città di Castello con tre Cp
Le prime Comunità pastorali a iniziare il cammino comune tra parrocchie diverse sono a Città di Castello. Una Cp sarà quella del centro storico, con Cattedrale, Santa Maria delle Grazie e Santa Maria Maggiore. Nell’immediata periferia, i francescani minori si occuperanno della Cp che comprende San Pio X, San Giovanni Battista agli Zoccolanti, Santa Lucia e San Martino D’Upò. Infine, le parrocchie di San Secondo, Croce di Castiglione, Gioiello, Marcignano e Monte Santa Maria Tiberina. I prossimi mesi e anni saranno decisivi per un dialogo fra le comunità locali e le Chiese diocesane eugubina e tifernate, in modo da condividere le scelte, a cominciare dalle Assemblee ecclesiali che riuniscono in queste settimane le Chiese eugubina e tifernate.

Spoleto – approvato il progetto per la ricostruzione della chiesa del Sacro Cuore, fondi sisma 2016

Giovedì 3 ottobre 2024 si è riunita la Conferenza permanente della ricostruzione post sisma 2016 tra la struttura del Commissario alla ricostruzione, l’Ufficio speciale alla ricostruzione dell’Umbria, la Sovrintendenza Speciale alla ricostruzione, l’Archidiocesi di Spoleto-Norcia e il Comune di Spoleto.

Si è approvato il progetto di ricostruzione della chiesa del Sacro Cuore in Spoleto. L’Archidiocesi, appena arriverà il decreto commissariale di finanziamento, procederà alla gara di appalto.

L’importo dell’intervento è di 1.400.000,00 e provengono dal fondo sisma 2016. Il gruppo di tecnici è costituito da: arch. Sauro Di Sante Coaccioli, arch. Giovanni Curti, arch. Stefania Gubbiotti, ing. Walter Cecchini, ing. Valentino Ergasti, ing. Giovanni Conti, geologo Massimiliano Capitani e arch. Roberto Tardocchi.

Le parole dell’Arcivescovo: «La notizia che tanto attendevamo per il Sacro Cuore è arrivata. Finalmente una tra le comunità cristiane più popolose dell’Archidiocesi potrà riavere la chiesa. È stato un percorso lungo e complesso, però grazie al proficuo lavoro sinergico tra tutti gli attori coinvolti siamo giunti al risultato desiderato. Ringrazio quanti si sono adoperati per giungere a questo traguardo: la struttura del Commissario del Governo per il sisma 2016, la Regione Umbria, la Sovrintendenza Speciale alla ricostruzione, il Comune di Spoleto, i progettisti e i tecnici della Curia Arcivescovile».

Assisi – festa di San Francesco patrono d’Italia, l’olio per la lampada votiva donato dalla regione Sicilia

La comunità ecclesiale e quella civile di Assisi sono pronte ad ospitare i cinquemila pellegrini e le istituzioni provenienti dalla Sicilia per le celebrazioni della festa di San Francesco Patrono d’Italia del 3 e 4 ottobre 2024. Quest’anno sarà la regione più grande d’Italia, infatti, a donare l’olio che alimenta la Lampada votiva dei Comuni d’Italia che arde sulla Tomba del Santo. Ad accenderla il 4 ottobre sarà il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, in rappresentanza del popolo italiano.

Giovedì 3 ottobre, alle ore 11, si terrà presso la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola la concelebrazione eucaristica nel “Transito di San Francesco” presieduta da fra Francesco Piloni, OFM, Ministro Provinciale dei Frati Minori di Umbria e Sardegna. Nel corso della Celebrazione sarà consegnato il riconoscimento “Rosa d’argento” a suor Alfonsa Fileti, che offrirà il panno cenerino, i ceri, i mostaccioli e l’incenso (diretta streaming sul canale YouTube @FratiMinoriAssisiOFM e sulla pagina Facebook FRATI MINORI ASSISI). Alle 15, presso il Santuario della Spogliazione, i vescovi della Regione ecclesiastica siciliana incontreranno l’arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno Mons. Domenico Sorrentino. All’incontro seguirà, alle 17.30, presso la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli, l’accoglienza delle autorità civili, con la partecipazione dei Presidenti delle Regioni e delle Province di Sicilia e Umbria, e dei Sindaci della Sicilia e di Assisi da parte del Custode della Porziuncola, fr. Massimo Travascio. Alle 18 sempre presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, ci sarà la celebrazione dei primi vespri nel “Transito di San Francesco” presieduti da Mons. Corrado Lorefice, arcivescovo metropolita di Palermo e vice-presidente della Conferenza Episcopale Siciliana (diretta streaming sul canale YouTube @FratiMinoriAssisiOFM e sulla pagina Facebook FRATI MINORI ASSISI). Alle 21.30 S. Ecc.za Mons. Pietro Maria Fragnelli, Vescovo di Trapani, presiederà la Veglia con i giovani delle Diocesi di Sicilia presso la Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli (diretta streaming sul canale YouTube @FratiMinoriAssisiOFM e sulla pagina Facebook FRATI MINORI ASSISI).

Venerdì 4 ottobre, alle 10 in diretta su Rai1, si terrà la celebrazione eucaristica nella chiesa superiore della Basilica di San Francesco presieduta da Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana. Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla accenderà la Lampada votiva dei Comuni d’Italia con l’olio offerto dalla Regione Sicilia. Alle 11.30 seguiranno, dalla Loggia del Sacro Convento, sempre in diretta su Rai1 il saluto di fra Carlos A. Trovarelli, OFMConv, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, e i messaggi istituzionali all’Italia con i saluti delle autorità. Interverranno il Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, il Presidente del Comitato per le Celebrazioni per l’VIII Centenario della morte di san Francesco d’Assisi, Davide Rondoni, in rappresentanza del Governo nazionale, l’arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno Mons. Domenico Sorrentino, il Sindaco di Assisi Stefania Proietti e il Custode del Sacro Convento fra Marco Moroni, OFMConv. Alle ore 16, nella chiesa inferiore della Basilica di San Francesco, Mons. Guglielmo Giombanco, vescovo di Patti e segretario della Conferenza Episcopale Siciliana, presiederà i Vespri Pontificali in Cappella Papale, a cui seguirà la processione alla chiesa superiore e la benedizione all’Italia con la Chartula dal cupolino della Basilica da parte di Mons. Domenico Sorrentino (diretta streaming sul canale YouTube @BasilicasanFrancescodAssisi e sulla pagina Facebook SAN FRANCESCO D’ASSISI).

Tra i doni della Regione Siciliana, che verranno presentati nei giorni delle celebrazioni, c’è la salvaguardia di due importanti opere d’arte con il finanziamento per il restauro del dipinto a olio su tela, con cornice lignea policroma, raffigurante “L’apparizione di San Giuseppe a San Bonaventura”, del XVIII secolo, conservato al Sacro Convento di San Francesco, e di un altro olio su tela raffigurante “La Madonna sui luoghi della Passione”, tra i secoli XVI-XVII, attribuito a Piergirolamo Crispolti, di pertinenza del Convento di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola probabilmente collocata nella Cappella della Deposizione della Basilica omonima.

«Questa nostra visita rappresenterà un bel momento – ha dichiarato Mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza Episcopale Siciliana -. Anche la parte civile della nostra Regione la sta sentendo molto e si sta preparando da tempo. Sicuramente è una bella occasione per manifestare il cattolicesimo in Italia, il valore che ha avuto e continua ad avere nella cultura italiana, e tutti noi vescovi siciliani ne siamo molto contenti.
L’altro aspetto bello è questo tocco francescano del cristianesimo che incarna tre concetti su cui vorremmo concentrarci: pace, fraternità e creato. Queste sono le tre parole che sottolineeremo con la nostra partecipazione, valori di cui vorremmo riappropriarci nella nostra vita quotidiana come Chiesa».

«Con grande gioia ci apprestiamo a vivere la Solennità di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, attraverso un ricco programma di celebrazioni ed eventi – sottolinea fra Massimo Travascio, OFM, Custode della Porziuncola –. L’attualità e la bellezza del messaggio del Poverello sostengono le speranze dell’uomo d’oggi. La partecipazione della Regione Sicilia si traduce in un segno di apertura universale, solidale e rispettosa, in armonia con la fraternità, autentica profezia per l’oggi. È fondamentale, sull’esempio di San Francesco, una scelta di “minorità”, schierandosi al fianco delle vittime delle ingiustizie derivanti dai diversi conflitti di cui siamo testimoni e sforzandosi di porre fine alla insensata guerra alla nostra casa comune. Possiamo ancora sentire in sottofondo l’eco delle parole di Francesco il quale, nel Cantico delle creature, invita ogni uomo di buona volontà al perdono: “Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore”. Tutto questo ci ricorda quanto sia importante ancora oggi venire in pellegrinaggio al luogo del Transito. Che il 2025, ottavo centenario del Cantico delle creature, possa essere un’occasione per riscoprire il valore della pace e della riconciliazione tra i popoli».

«La Sicilia è da sempre, e negli ultimi anni più che mai, terra di accoglienza – ha dichiarato fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento -: nonostante le difficoltà che ciò comporta, la popolazione e le istituzioni si sono contraddistinte per questa grande capacità – penso soprattutto agli immigrati, ma non solo – di fare spazio all’altro, allo straniero, al bisognoso, al visitatore, ecc. E come ho avuto di ricordare in più di un’occasione, è proprio questa storia di incontro e integrazione ad aver fatto della Sicilia una terra e una cultura di rara ricchezza e bellezza: dalla cucina all’arte, dalla religiosità alle tradizioni popolari, dalla lingua al temperamento, dall’economia al turismo. Mi piace pensare allora che nel nome e nello stile di san Francesco d’Assisi, uomo fraterno e accogliente per eccellenza, questa ospitalità viene ricambiata agli amici siciliani, così numerosi in questi giorni ad Assisi. Essi ci faranno dono, semplicemente con la loro presenza, di questa ricchezza creatasi in secoli di incontri: e questo scambio – ancora una volta – sarà arricchimento reciproco nella consapevolezza che i valori essenziali nella vita sono proprio le persone. Per di più, per chi condivide come noi la fede in Gesù nostro Signore, fatto uomo e risorto per la salvezza di tutti, aderire a Lui è inseparabile dall’accoglienza verso ogni uomo e ogni donna, riconosciuti come veri fratelli e sorelle. E l’accoglienza sincera e cordiale è via maestra e l’unico atelier di pace. A tutti voi, sorelle e fratelli di Sicilia, venuti a celebrare la festa del Patrono d’Italia, da parte della nostra comunità, il saluto che san Francesco amava rivolgere a ciascuno: “Il Signore ti dia pace!”».

Terni – convegno regionale dei Gruppi di preghiera di Padre Pio nella chiesa di San Matteo

“Gesù, ecco la mia speranza, ecco la mia sorgente della felicità” è il tema del convegno regionale dei Gruppi di preghiera di Padre Pio, che si terrà sabato 26 ottobre nella chiesa di San Matteo a Campitello – Terni.
Programma:
Ore 8.30 accoglienza e registrazione dei vari gruppi
Ore 9.00 celebrazione delle Lodi presiede don Francesco Vaccarini assistente diocesano di Terni-Narni-Amelia
Ore 9.30 saluto e relazione di don Adolfo Bettini assistente regionale dell’Umbria
Ore 10.00 catechesi di padre Luciano Lotti ofm cap segretario generale dei Gruppi di preghiera di Padre Pio
Ore 11.30 pausa
Ore 12.00 Concelebrazione Eucaristica presieduta s.e.rev.mons. Francesco Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia
pranzo “self service” o al sacco nel salone sottostante
in chiesa
In chiesa ore 15.00 Rosario meditato e Adorazione Eucaristica
Ore 16.00 testimonianze e conclusioni
16.30 conclusione dei lavori

Comunicare l’adesione del proprio Gruppo all’Assistente Regionale, don Adolfo alla mail: adolfobettini@gmail.com
I Gruppi possono portare le loro bandiere o stendardi per la processione d’ingresso della Celebrazione Eucaristica

Il ritiro spirituale per la “Missione Giovani”. Svoltosi ad Assisi, dal 27 al 29 settembre, al Seminario Regionale, con 90 ragazzi e ragazze in un clima di gioia e fraternità

A venti giorni dall’inizio della “Missione Giovani”, ad Assisi, presso il Seminario regionale, si è tenuto, dal 27 al 29 settembre, il ritiro spirituale di formazione-preparazione per quanti, 90 tra ragazzi e ragazze, tra cui una coppia di sposi, insieme a sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi, annunceranno il Vangelo ai coetanei nei luoghi frequentati da loro a Perugia, dal 18 al 27 ottobre.
La “Missione” sarà preceduta, il 4 ottobre (ore 21), dalle Veglie di preghiera nelle sette Zone pastorali della Diocesi, presso le seguenti chiese: Regina della Pace della parrocchia di Santa Lucia a Perugia (I Zona); Cappella dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia (II Zona); San Francesco a Deruta (III Zona); Santa Maria a Montelaguardia (IV Zona); San Biagio della Valle (V Zona); San Giovanni Battista a Magione (VI Zona); Concattedrale di Città della Pieve (VII Zona).
Le tre giornate di ritiro sono state vissute con tanta gioia e partecipazione, ma anche con un po’ di timore per come “gestire” gli incontri soprattutto con i giovani distanti dalla fede e dalla Chiesa. Timore che è stato affrontato nelle catechesi e nelle testimonianze caratterizzanti il ritiro con momenti di preghiera, adorazione eucaristica, celebrazioni, lavori di gruppo, dialoghi e scambi di esperienze non solo in Seminario, ma anche fuori e per le vie di Assisi, colazioni, pranzi e cene in comunione.
In una società sempre più secolarizzata, mettersi in missione come giovani nell’annunciare la Parola e la Testimonianza di Dio non è facile, ma nemmeno impossibile perché tante sono le
persone alla ricerca di un senso della propria vita. Non è così raro incontrare, dialogare, sostenere persone anche prossime alla conversione o alla chiamata-vocazione non solo al sacerdozio e alla vita consacrata, ma anche al matrimonio dopo anni di convivenza.
I giovani sono chiamati ad essere protagonisti di questa nuova evangelizzazione, anche attraverso la loro “Missione” che la Diocesi propone a tredici anni dalla precedente tenutasi, a Perugia, nel 2011, vissuta come una «invasione-esplosione di gioia nella Chiesa chiamata ad essere più di prossimità e di vicinanza». Anche se dopo più di un decennio i tempi sono cambiati, l’entusiasmo dei giovani di oggi fa ben sperare nei frutti di questa nuova missione.
Tanti i pensieri che hanno attraversato il cuore e la mente dei giovani durante il ritiro, che trovano la sintesi in questa testimonianza: «Voglio vivere l’esperienza della missione, perché penso che il Vangelo è bello condividerlo con gli altri e la gioia si moltiplica nel viverla con i coetanei e questo dovrebbe toccare un po’ tutti noi giovani. Sono pronto alla missione anche se all’inizio ero un po’ titubante, ma vivere questo ritiro mi ha aiutato a superare la mia timidezza, le mie paure…».

Riccardo Liguori

Otricoli – ingresso del parroco don Daniele Martelli

Festa nella parrocchia di Santa Maria Assunta ad Otricoli per l’ingresso del nuovo parroco don Daniele Martelli, 34 anni al suo primo incarico da parroco, accolto dalla comunità riunita per la solenne celebrazione presieduta dal vescovo Francesco Soddu. Il sacerdote più giovane della diocesi è stato scelto dal vescovo Soddu per guidare la comunità di Otricoli, luogo ricco di storia, di chiese e oratori, di fede e tradizioni religiose che sono vissute con grande devozione da parte della popolazione. La celebrazione nella colleggiata di Santa Maria Assunta, domenica 29 settembre, è stata concelebrata da don Paolo Carloni, parroco dell’Immacolata Concenzione alla Polymer e da alcuni sacerdoti della vicaria di Narni. Presenti il sindaco di Otricoli Antonio Liberati, il vicesindaco Donatella Leonelli, i rappresentanti delle sette confraternite di Otricoli maschili e femminili, delle associazioni, i fedeli e scout della parrocchia Immacolata Concenzione di Terni, dove don Daniele è stato viceparroco per due anni. La liturgia è stata animata dalle corali La Tuna dell’Assunta e Marzio Erculei.
All’inizio della liturgia è stato presentato il nuovo parroco, dando lettura del decreto episcopale. La liturgia è proseguita con l’invocazione allo Spirito Santo, l’aspersione dei fedeli da parte del parroco, la liturgia della Parola e la professione di fede del nuovo parroco.
“Oggi viviamo un momento di grande gioia – ha detto il vescovo – per questo giovane sacerdote che accompagnerà la vostra comunità nella via evangelica. E le letture di oggi ci ricordano come Gesù rivela la sua onnipetenza nella misericordia e il perdono. Questo è ciò che dovrebbe fare ogni persona e, in particolare il parroco: manifestare la misercordia di Dio. E’ ciò a cui ci stiamo preparando in questo cammino sinodale che immette nel grande Giubileo e sta a significare che Dio è misericordioso e ci perdona, e che il perdono dobbiamo scambiarcelo l’uno con l’altro. Abbiate sapienza, non sprecate i doni che Dio vi ha dato e vivete in pace, la pace che si manifesta nella potenza dello Spirito di Dio. Chiediamo al Signore di essere sempre disponibili all’accoglienza del dono dello Spirito e di coltivare tutti semi di bene e di pace che il Signore ci dà. Questo lo chiediamo per don Daniele che inizia il suo ministero di parroco, perchè il Signore lo illunini con il suo spirito affinchè sia sempre segno di comunione in questa chiesa e nella diocesi”.
Il vescovo ha anche ricordato don Roberto Bizzarri, originario di Otricoli, cancelliere vescovile morto il 5 settembre scorso.
Al termine il sindaco Liberati ha ricolto parole di benvenuto a don Daniele nella nuova parrocchia, nella “nuova casa e comunità”, donando al sacerdote una piccola statua raffigurante il Giove otricolano. Sono seguiti i saluti del rappresentante del consiglio pastorale parrocchiale, del rappresentante della comunità della parrocchia della Polymer, e, infine, le parole di don Daniele, che ha ringraziato per l’accoglienza e augurato “buona strada” nello stile scout, da percorre insieme con tutta la comunità otricolana che gli è stata affidata.