Perugia: Celebrata la Pentecoste nella cattedrale di San Lorenzo. L’arcivescovo Ivan Maffeis: “Ho visto la presenza vivace e fraterna dello Spirito nella nostra Assemblea”

Il dipinto della Pentecoste di Cesare Nebbia da Orvieto (sec. XVI), posto per la ricorrenza sull’altare, insieme ai sette lumi accesi durante l’Assemblea diocesana, ha fatto da richiamo-raccoglimento, per l’invocazione dello Spirito, ai numerosi fedeli convenuti, la sera del 27 maggio, nella cattedrale di Perugia dove è stata celebrata la Veglia di Pentecoste presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis insieme a diversi sacerdoti. La celebrazione è stata animata dal Coro giovanile “Voci di giubilo”, vissuta anche come momento culmine dell’Assemblea diocesana apertasi venerdì 26 presso il “Centro Sereni-Istituto Don Guanella”.

L’arcivescovo, nell’omelia (il testo integrale della Veglia di Pentecoste in cattedrale), ha ricordato che “lo Spirito Santo è il dono più grande: è l’amore infinito tra il Padre e il Figlio, amore incontenibile che si riversa sulla creazione, su ogni uomo, su ogni donna. Di questo Spirito – ha proseguito – noi viviamo: “Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa”. Sì, c’è uno spirito che umilia, divide, porta a perdere la fiducia nella la vita: ma questo spirito non viene da Dio… Dove arriva lo Spirito del Signore giungono, piuttosto, il perdono e la pace, la forza di non disperare – mai! -, di riconciliarci con le ferite dell’esistenza”.

Mons. Maffeis si è soffermato sui segni della “presenza vivace e fraterna” dello Spirito Santo da lui visti nella terra umbra nei primi 9 mesi di Pastore della Chiesa di Perugia-Città della Pieve. Il primo, ha detto, “non fatico a riconoscerlo nell’Assemblea diocesana che ieri e oggi (26-27 maggio, n.d.r.) ci ha riuniti insieme, animati dal desiderio di essere sempre più una Chiesa preoccupata di servire il Vangelo con uno stile di gratuità e di cura, radicati in ciò che è essenziale; una Chiesa che cresce nella corresponsabilità e riconosce l’altro nella ricchezza dei suoi carismi; una Chiesa che lascia trasparire il cuore e quindi la tenerezza di Dio ed è casa nella quale tutti hanno il diritto di trovare rispetto e accoglienza”.

Quello dell’arcivescovo Maffeis è un “elenco lungo” delle realtà ecclesiali e non, dove vede “un segno dell’azione dello Spirito”: dalle comunità parrocchiali a quelle dei monasteri, alle “tante opere di carità – a partire da quelle poste dalla nostra Caritas -“, ai “tanti movimenti ecclesiali…”.

Nell’affidare ai fedeli il compito di completare l’elenco, mons. Maffeis non poteva non menzionare la presenza “dell’azione dello Spirito entrando – ha tenuto a sottolinearlo – nel mondo del lavoro, nelle aziende, nelle fabbriche, nelle caserme, nell’Università, nelle redazioni giornalistiche, nell’Ospedale, nelle case di riposo, nell’Hospice, nel Carcere, nelle sedi delle nostre Istituzioni: quante persone compiono quotidianamente il loro dovere con dedizione e competenza, nel silenzio, consapevoli che forse nessuno mai dirà loro grazie, animati dalla coscienza di una responsabilità nei confronti degli altri”.

Perugia – Assemblea ecclesiale “Profezia di una presenza”. L’arcivescovo Maffeis: “Abbiamo dato volto e voce a una Chiesa Mater e Magistra”. Ricordando don Lorenzo Milani, l’invito a “sbattere la porta da didentro”

“Penso che di cose ne abbiamo ascoltate tante e, quindi, io sono libero di non dirvi altro. Questa è la prima buona notizia”. Con tono scherzo, ma anche molto soddisfatto, l’arcivescovo Ivan Maffeis si è rivolto, al termine delle sintesi relazionate da ciascun moderatore dei 26 gruppi di lavoro, ai 260 partecipanti alla due-giorni dell’Assemblea ecclesiale “Profezia di una presenza”.
L’arcivescovo, nell’annunciare che l’Assemblea si darà appuntamento il prossimo autunno, all’inizio del nuovo Anno pastorale, dopo che in estate un gruppo ristretto elaborerà quanto è emerso durante le plenarie e nei lavori di gruppo, ha voluto concludere citando l’enciclica Mater et Magistra di Giovanni XXIII. “Una Chiesa – ha commentato – a cui abbiamo dato volto ed è maestra perché è madre. Noi sappiamo che le mamme hanno quella capacità di ascolto, di intuizione, di stare nelle situazioni ed anche di orientare. Credo che il volto della Chiesa a cui oggi, insieme, abbiamo dato anche voce sia proprio questo. Una Chiesa che è madre e grazie a questo diventa o resta, ancora e anche nel mondo di oggi maestra, nel senso che è stato ricordato, nelle sintesi delle relazioni di un paio di gruppi, la figura di don Lorenzo Milani, maestro ed educatore che oggi ne ricordiamo i cento anni dalla nascita”.

Restare fedeli alla propria Barbiana.
“È stato un uomo – ha proseguito mons. Maffeis – che ha amato i ragazzi e ha consacrato la sua vita al Vangelo, la fedeltà a loro e ha amato la Chiesa. Io mi sono innamorato di don Milani per l’amore che ha avuto per la Chiesa. Se uno va a Barbiana e si reca al cimitero, vede quella semplice tomba tra tante altre, capisce davvero quest’amore, quello di un uomo che ha avuto forza e franchezza, anche asperità in certi suoi passaggi, ma ha sempre amato la Chiesa. Don Lorenzo ci insegna che possiamo anche sbattere la porta – penso alle tante “Porte” di cui abbiamo parlato tra ieri ed oggi -, ma dobbiamo sbatterla dal didentro, non sbatterla per andarcene. Sbattiamo la porta quando serve, ma amiamo la Chiesa al punto tale di essere consegnati come don Milani a qualcosa che umanamente sembra molto piccolo, irrilevante: Barbiana. Ciascuno di noi ha una Barbiana a cui restare fedeli”. Mons. Maffeis ha concluso con un “arrivederci-augurio” che è anche un impegno di fede: “Ci vediamo questo autunno e buona festa di Pentecoste a tutti!”.

In apertura della seconda giornata (sabato 27), il teologo perugino don Alessio Fifi ha proposto una riflessione sulle “Porte dell’oppressore”, utilizzando come metafora le “porte del carcere di Erode”. Porte, ha precisato, che “rappresentano i nemici del Vangelo che vogliono impedire il suo annuncio, che la Chiesa sa ben affrontare… Un problema preoccupante, invece, è quando a non aprirsi al mondo sono le nostre ‘Porte’ per mancanza di fede e per l’incredulità verso la gioia del Risorto”.

Partendo dal concetto che “la Chiesa non è una consultazione popolare, ma un’azione spirituale voluta dallo Spirito Santo”, don Giovanni Zampa, teologo e biblista, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Foligno, ha aperto la sua relazione molto condivisa dai 260 partecipanti. “Siamo in assemblea – ha evidenziato – per farci rinnovare da Dio, perché alla base della vita cristiana c’è Lui. La Chiesa è una tenda dove il Risorto è al centro, non può essere clericale con vescovi e parroci leader indiscussi. Il fulcro della Chiesa è Dio come ci indica l’Apocalisse. Dobbiamo ringraziare il Papa che sta ricucendo la frattura tra Clero e popolo. E la Chiesa è un popolo, non delle mura, che deve recuperare le sue categorie oggi troppo lasciate ad altri.
“È il popolo che recepisce la fede e la comunica al di fuori della Chiesa, che, con i suoi tanti carismi, grazie allo Spirito Santo, deve essere luogo di incontro, accoglienza, sostegno e non deve temere il rinnovamento e, attraverso le sue pluralità, aprirsi a tutti”. Don Giovanni Zampa ha concluso elencando almeno sette “Porte della Chiesa” di Perugia-Città della Pieve, ma dell’intera Chiesa umbra, che devono aprirsi il più possibile per essere testimoni credibili del Risorto. Soprattutto, ha auspicato, “avere come Chiesa il coraggio di farle varcare al suo popolo”.

Dalla “Porta della preghiera”, perché è necessario ritornare a pregare “come ci dice il primato di Dio”, alla “Porta della missione”, di una “Chiesa in uscita che apre alla conversione”. Dalla “Porta dell’abitare la Chiesa nella fraternità”, ad iniziare da “una maggiore comunione tra sacerdoti”, perché “la solitudine uccide sia loro che i laici”, alla “Porta della Chiesa aperta di più al laicato”. E poi l’importanza del tenere aperte le “Porte” nei confronti della famiglia, “chiamata a salvare la società dopo le tempeste del nostro tempo”, e dell’Università, che a Perugia conta 37mila studenti, un popolo, quello studentesco, che “non può essere abbandonato e senza visione, perché diventa sfrenato”. E non da ultima l’esortazione a spalancare la “Porta dei poveri, dei più fragili”, riferendosi anche al luogo scelto per l’Assemblea, perché, ha sottolineato il sacerdote folignate, “sono il tesoro della Chiesa insieme all’Eucaristia”.

Evangelizzati dai poveri.
“I relatori hanno parlato di alcune ‘porte’ e ‘provocazioni’ dove poter vivere la nostra presenza come profezia e tra queste, soprattutto, la ‘Porta dei poveri’”. È il commento, a margine dell’Assemblea, del direttore dell’Istituto Don Guanella, don Giovanni Amico, che ha precisato, “la porta dei poveri, inserita nel contesto dove ci troviamo, mi fa venire in mente una sorta di provocazione che era un po’ il ritornello al tempo della mia formazione come guanelliano: ‘i poveri ci evangelizzano’. La ‘Porta della povertà’ non è un luogo dove dobbiamo avere la pretesa di evangelizzare, ma il desiderio e l’umiltà di essere evangelizzati dai tanti fratelli ultimi e fragili, scartati dalla società”.

Una visione bella di Chiesa con più bisogno di raccordarsi.
Sempre a margine dell’Assemblea ecclesiale, la riflessione del vescovo di Città di Castello e di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini, che ha guidato una delegazione di “osservatori”, sacerdoti e laici, delle sue comunità diocesane. “E’ un’occasione per le Diocesi che fanno parte della stessa Metropolia – ha precisato il vescovo – di condividere prima di tutto un ascolto importante di alcuni relatori che ci hanno aiutato a guardare avanti, con una visione bella di Chiesa verso un cammino di discernimento e rinnovamento pastorale. Ho pensato insieme ai collaboratori del Cammino sinodale delle mie Diocesi di vivere queste due giornate perché facciamo, in fondo, tutti lo stesso cammino ed anche in Umbria abbiamo bisogno sempre più di raccordarci e di pensare che tante cose le possiamo viverle insieme”.

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Assemblea diocesana 2023 – “Profezia di una presenza” – 26-27 maggio 2023 – Diocesi Perugia

Terni – Veglia diocesana di Pentecoste “il fuoco dello Spirito trasformi la nostra Chiesa e ricomponga le divisioni in comunione perfetta”.

Sabato 27 maggio nella Cattedrale Santa Maria Assunta di Terni è stata celebrata la Veglia diocesana di Pentecoste, presieduta da mons. Francesco Antonio Soddu, con i rappresentanti dei vari movimenti ecclesiali, associazioni, parrocchie, in segno di unione e di preghiera comune, d’invocazione del dono dello Spirito santo sulla Diocesi, sulla Città e sul mondo, perché i cristiani siano, in questo mondo di violenza e di guerra, portatori di riconciliazione e di pace in tutti i luoghi di vita, soprattutto nei paesi martoriati dai conflitti.
La veglia ha avuto inizio sul sagrato della Cattedrale con l’accensione e la benedizione del fuoco, segno di luce e di speranza.
“Dal fuoco acceso dal Cero pasquale, segno e simbolo della luce di Cristo risorto, è comunicata a noi quella fiamma di amore. Illuminati e avvolti dalla potenza del suo calore, sia bruciata in noi ogni debolezza e peccato, per essere luce che illumina, fuoco che riscalda in un mondo contrassegnato dal buio del peccato e dal freddo degli egoismi”.
Quindi, in processione i fedeli, con un piccolo lumino in mano, sono entrati in chiesa, dove la liturgia è proseguita con le lutture dal libro della Genesi, dell’Esodo, del profeta Gioele, i Salmi, la lettera di San Paolo apostolo ai Romani, canti e invocazioni allo Spirito Santo, nella memoria del battesimo, nei gesti simbolici che ricordano i doni dello Spirito.
Dopo la benedizione dell’acqua, memoria del Battesimo, e l’aspersione dell’assemblea, le preghiere per la chiesa “capace di vivere la vera fraternità della famiglia di Dio, nella condivisione nella povertà”, per la famiglia, per i malati e sofferenti, per la pace in Ucraina e in ogni luogo dove aleggia la violenza e il conflitto, per i cristiani perchè siano generosi tesimoni della pace.

Spoleto – Giubileo della famiglia e della catechesi. Una bella festa nel centro storico di Spoleto tra giochi, attività e approfondimenti.

Domenica 28 maggio 2023, nel pomeriggio, a Spoleto è stato celebrato il Giubileo delle Famiglie e della Catechesi. L’evento, che rientra nell’ambito delle iniziative in programma per l’825° anniversario della dedicazione della Cattedrale, è stato organizzato congiuntamente dalla Pastorale Familiare, dall’Ufficio Catechistico e dal servizio di Pastorale Giovanile della Diocesi.

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Il ritrovo per tutti è stato al Giro della Rocca. I ragazzi e i bambini hanno svolto le attività pensate per loro – giochi e attività sugli affreschi del catino absidale del Duomo – suddivisi tra Piazza Campello e lo slargo al Giro della Rocca dinanzi all’uscita delle scale mobili della Ponzianina. Gli adulti, invece, si sono ritrovati in Piazza del Comune per un incontro di approfondimento sul senso del Giubileo e sul significato della chiesa Cattedrale. Il pomeriggio è stato alternato da sole e pioggia, ma ciò non ha comunque impedito una buona partecipazione di famiglie, catechisti, ragazzi e bambini.

L’arcivescovo mons. Renato Boccardo ha raggiunto i partecipanti in Piazza Duomo, dove tutti sono stati accolti dalle note della Banda musicale del Comune di Spoleto. Prima dell’ingresso in chiesa, attraverso il passaggio della Porta Santa, ci sono stati dei giochi e dei balli a cui ha partecipato anche un divertito mons. Boccardo. Alle 17.30 è iniziata la celebrazione eucaristica, animata dalla corale del Santuario della Madonna della Stella in Montefalco. Col Presule hanno concelebrato: don Sem Fioretti, vicario generale; don Luca Gentili, cancelliere arcivescovile; don Marco Rufini, parroco di Norcia. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi e ministranti della Diocesi, coordinati dal cerimoniere don Pier Luigi Morlino.

Nell’omelia l’Arcivescovo ha sottolineato come lo «Spirito santo ha trasformato i discepoli in uomini forti e coraggiosi che vanno ad annunciare il messaggio di Gesù. Molti li seguono e nasce così la prima comunità, la Chiesa. Poi si sono dispersi e sono andati in giro per il mondo a predicare e piano piano la Chiesa si è diffusa. Grazie a quei personaggi – ha detto – siamo qui oggi. Anche a noi è stato donato lo Spirito Santo nel Battesimo e nella Cresima. Esso è un dono che non si tocca e non si vede, è dato al cuore e il cuore suggerisce quale strada intraprendere. È lo Spirito che ispira le buone intenzioni e ci aiuta a vincere il male con il bene; è lui che ci aiuta a superare le divisioni; è lui che ci fa ricercare la pace. Se lo trascuriamo – ha proseguito l’Arcivescovo – rischiamo di sprecare delle occasioni preziose. Lo Spirito ci dà la possibilità di stare insieme e di costruire qualcosa di bello. A ciascuno di noi è data questa opportunità. E questa giornata ci è data per lasciarci orientate e guidare dal Signore. Noi grandi, infatti, abbiamo una grande responsabilità verso i più giovani: dobbiamo aiutarli a diventare grandi interiormente. E allora lo Spirito ci mette in cammino affinché anche noi possiamo raccontare loro la storia di Gesù, soprattutto con il comportamento della vita quotidiana ed essendo delle persone serie».

Perugia – assemblea ecclesiale diocesana “Profezia di una presenza”. L’arcivescovo Ivan Maffeis: “volontà di assumere un ripensamento della presenza ecclesiale sul territorio”

Le voci e i volti degli assistiti del “Centro Sereni-Don Guanella” hanno accompagnato la riflessione e il discernimento della prima giornata dell’Assemblea ecclesiale diocesana di Perugia-Città della Pieve, “Profezia di una presenza”, in svolgimento dal 26 al 27 maggio, in un luogo “così bello, di una Chiesa in uscita, perché d’incontro con coloro che più di altri avvicinano a Dio anche i lontani”. È stato il commento di una dei 260 partecipanti tra sacerdoti, consacrati e consacrate, ma soprattutto laici e laiche.
“Il primo pensiero è di profonda gratitudine per questa vostra presenza: è una partecipazione che testimonia l’amore per la nostra Chiesa, per quella Chiesa che siamo e che – con il contributo di ciascuno – vorremmo rendere sempre più la Chiesa di Gesù Cristo, comunità fraterna, vivificata dal suo Spirito”. Così l’arcivescovo Ivan Maffeis nella sua introduzione a lavori assembleari. “E’ da questo confronto – ha annunciato il presule – che ci verranno intuizioni, provocazioni e spunti su cui con un gruppo di voi intendo lavorare quest’estate per arrivare a un nuovo appuntamento assembleare in autunno, che diventi l’occasione per una prima restituzione”.

Uscire da una solitudine esistenziale.
L’arcivescovo, la cui nota introduttiva integrale è scaricabile al link: Introduzione dell’arcivescovo Ivan Maffeis all’Assemblea ecclesiale diocesana – Diocesi Perugia, ha richiamato la Chiesa, facendo sua una recente raccomandazione di papa Francesco, a non essere tentata “di reagire con la chiusura al cambiamento d’epoca in cui siamo immersi… I processi e le trasformazioni che viviamo sono radicali e coinvolgono tutti gli ambiti della vita umana. Ciascuno di noi si interpreta sempre più a partire dalla propria prospettiva individuale, animati da una forte esigenza di emancipazione e di autodeterminazione, di una libertà di cui siamo tutti gelosi; nel contempo, ci ritroviamo alla ricerca di sicurezze affettive e veritative. Non basta a nessuno un presente che porta a fare della precarietà una condizione di vita: avvertiamo l’urgenza di uscire da una solitudine esistenziale, che ci lascia poveri di memoria come pure della fiducia che consente di guardare avanti, di impegnarsi, assumersi responsabilità, unirsi per una causa comune. Come credenti avvertiamo il peso e la contraddizione di un fare che mette in secondo piano la vita fraterna, la preghiera, la carità”.

No a parrocchie ridotte a stazioni di servizio.
“Non intendiamo aumentare il numero di chi porta acqua alla fontana del lamento – ha detto Maffeis –, come non accettiamo nemmeno di veder ridotte le nostre parrocchie a mere stazioni di servizio e di consumo religioso. Ci chiediamo, piuttosto: in una cultura che non riesce più a decifrare le parole, i segni e i simboli del linguaggio cristiano, cosa significa annunciare la Parola, vivere i sacramenti, essere e costruire Chiesa, proporre itinerari formativi?”.

Mettere a fuoco su cui investire.
“La nostra Assemblea – ha sottolineato l’arcivescovo – nasce dalla volontà di assumere un ripensamento della presenza ecclesiale sul territorio e, quindi, della nostra pastorale come un’occasione per intercettare le opportunità e le risorse che abitano anche questo tempo… Vogliamo aiutarci a mettere a fuoco approcci e modalità, ambiti, luoghi e priorità su cui investire”.

Lo Spirito Santo risplende nella Chiesa.
L’Assemblea diocesana è stata ospitata nella chiesa dell’Istituto Don Guanella i cui lavori sono stati aperti dal vicario generale don Simone Sorbaioli, che ha richiamato l’attenzione sul “segno di avvio” di quest’Assemblea, l’accensione sull’altare di sette lampade che simboleggiano lo Spirito, poste davanti alla copia dell’immagine dello Spirito Santo della Pentecoste custodita da secoli nella cattedrale di San Lorenzo, dove sabato sera 27 maggio, la stessa assise culminerà con la celebrazione della Veglia di Pentecoste. “E’ un segno del dono dello Spirito – ha commentato don Simone Sorbaioli – presente in tutti noi battezzati cristiani e che risplende vivamente nella nostra Chiesa diocesana”.

Conversione pastorale missionaria.
Molto attuale la lectio divina del teologo perugino don Alessio Fifi, che ha invitato a riflettere sul fondamento di “aprire la porta della fede e del suo annuncio” prendendo lo spunto dall’Apostolo Paolo nelle Lettere ai Corinzi. “Come all’inizio del Cristianesimo, così oggi, la Chiesa è chiamata alla conversione pastorale missionaria, diventando una Chiesa in cui convivono cristiani e pagani”, ha detto, in sintesi, don Fifi, richiamandosi alle stesse tematiche dell’Assemblea. Il teologo ha ricordato che “è Dio ad aprire le porte, ad avviare la conversione missionaria della Chiesa, un’iniziativa piena di Spirito Santo come all’inizio del Cristianesimo, così oggi”.

La metafora dell’aragosta.
Molto attesa è stata la relazione di Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, pedagogista e studiosa di temi legati alla condizione dei laici cristiani nella società e nella Chiesa. Ha esordito con la “metafora dell’aragosta” combattuta se liberarsi o meno del proprio guscio nella crescita. Un approccio per interrogare la stessa Chiesa su quello che è oggi la sua situazione e su come poter essere sempre più Chiesa in uscita per continuare ad annunciare e testimoniare il Vangelo. Secondo Paola Bignardi, l’”aragosta” che la Chiesa e il popolo di Dio dovrebbero imitare è quella che accetta la sfida del cambiamento, perché “è una aragosta intraprendente, audace e disposta a rischiare perché vuole continuare a vivere”.

La prima giornata di Assemblea è proseguita con i gruppi di lavoro preceduti da tre testimonianze di fede di catecumeni che in età giovane adulta hanno ricevuto l’iniziazione cristiana, desiderosi di vivere nella Chiesa e sentirsi parte integrante della comunità cristiana.

Orvieto – Festival Internazionale d’Arte e Fede

Il Festival torna con un’offerta culturale mirata e coerente nelle due settimane tra le festività della Pentecoste e del Corpus Domini, nell’anno del cinquecentenario dalla morte di Luca Signorelli, proponendo incontri e testimonianze con ospiti illustri del mondo dell’arte, della cultura e della spiritualità, con un programma ricco di concerti, film e conferenze in un ideale cammino di avvicinamento al Corpus Domini, da vivere come un tempo di grazia, di preparazione e di rinnovamento. “Sembra che nella cultura di oggi tutto sia facilmente influenzabile, scrollabile e sostituibile. Ripartiamo dalla bellezza custodita nella memoria collettiva e individuale di chi ha fatto esperienza di Arte e Fede in questi anni, ma anche dalla fame e dalla sete di bellezza e di verità di chi ne è alla ricerca – afferma il direttore artistico, Alessandro Lardani. Vogliamo che il Festival d’Arte e Fede rimanga per tutti un’esperienza autentica di cultura e di spiritualità da portare nel proprio vissuto quotidiano e da vivere in questi giorni a Orvieto,“città-cattedrale-palcoscenico” che abbraccia tutti, la città sul monte che non può rimanere nascosta (Mt.5,14)”. Si inizia lunedì 29 maggio alle 18.00 al Museo Emilio Greco con “Orvieto e la Sacra Rappresentazione nel XXI secolo, tra tradizione e innovazione”, incontro con Karin Coonrod, regista della Compagnia de’ Colombari, al quale interverranno Andrea Brugnera (Ass. Kamina Teatro) e Stefano Benini (Ass. Vox et Iubilum). Nella Sala Eufonica della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” mercoledì 31 maggio alle 16.00 si proietta “Godland” di Hlynur Pálmason e giovedì 1° giugno alle 16.00 “Chiara” di Susanna Nicchiarelli. Entrambi i film saranno introdotti dal critico cinematografico Valentino Saccà. Posti fino ad esaurimento, prenotazioni telefoniche tramite whatsapp al numero 348.7946373.

“Cuore di Padre. La silenziosa potenza di San Giuseppe”, invece, è il titolo della pellicola che sarà in visione giovedì 1° giugno alle 21.00 all’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. Il Film sarà introdotto dai saluti del sindaco, Roberta Tardani. Moderatori dell’incontro Guido Barlozzetti (giornalista/conduttore) e Alessandra Cannistrà (storica dell’arte). Nella stessa sede, sabato 3 giugno alle 18.30, sempre ad ingresso libero, si proietta il cortometraggio già candidato all’Oscar “Le Pupille” di Alice Rohrwacher, con l’attesa partecipazione della regista attualmente impegnata a Cannes con il nuovo film “La Chimera”.. Modererà Sergio Perugini, segretario della Commissione Film della Conferenza Episcopale Italiana. “Sit Laus Plena, la musica di Giuseppe Pedota per il Duomo di Orvieto riscoperta dopo 200 anni” è il concerto in Cattedrale, in programma per domenica 4 giugno alle 19.00, realizzato in collaborazione con il Lions Club Orvieto dalla Corale Vox et Jubilum e dall’Orchestra Calamani. Trascrizioni dei Maestri Riccardo Bonci e Stefano Benini. Sempre in Duomo, lunedì 5 giugno alle 21.00, sarà la volta del concerto-testimonianza dei THE SUN che presenteranno il nuovo album “Qualcosa di vero”, nato da forti esperienze personali e in grado di parlare al cuore di chi vuole fare del proprio cammino una storia autentica

Martedì 6 giugno, ancora in Duomo alle 21.00, XIV edizione della Rassegna Corale di Musica Sacra a cura dell’Associazione “Vox et Jubilum” con la partecipazione de “I Madrigalisti” di Perugia diretti da Mauro Presazzi e “Glissando Vocal Ensamble” di Urbisaglia. “Storia di un violino e del suo albero”, il docufilm in proiezione alla presenza del regista Matteo Ceccarelli mercoledì 7 e giovedì 8 giugno alle 16.30 nella Sala Eufonica della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi”. Posti fino ad esaurimento, prenotazioni telefoniche tramite whatsapp al numero 348.7946373.

“Il Mistero dell’Eucaristia” è il titolo del concerto della Corale di Sant’Andrea diretta dal Maestro Riccardo Cambi che si terrà nella Chiesa di Sant’Andrea mercoledì 7 giugno alle 21.00 con Myungjae Kho, Gabriele Falcioni e Gabriele Anselmi. Letture di Edoardo Siravo. Evento a cura dell’Associazione “Lea Pacini” in collaborazione con la Parrocchia di Sant’Andrea, con la Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” e l’Unitre. Venerdì 9 giugno alle 17.30, l’incontro “La carne come compimento della salvezza in Luca Signorelli”, tenuto da Padre Jean Paul Hernandez SJ, docente di Arte e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e promosso dall’Opera del Duomo di Orvieto per i 500 anni dalla morte dell’artista. Introdurrà il presidente, Andrea Taddei.

Il Festival Internazionale d’Arte e Fede di Orvieto ha ospitato in questi anni personaggi di primo piano del mondo della cultura tra cui: Angelo Branduardi, Roberto Vecchioni, Claudia Koll, Amedeo Minghi, Susanna Tamaro, Massimo Cacciari, Franco Nero, Giacomo Poretti, Paolo Cevoli, Giovanni Scifoni, Giulio Base, Guido Chiesa, Alice Rohrwacher, P. Enzo Bianchi, P. Antonio Spadaro, P. Bernardo Gianni, Mons. Dario Viganò, Paolo Ruffini, Marco Tarquinio, Don Fabio Rosini, Card. George Pell, Mons. Marco Frisina, Mons. Timothy Verdon, Don Ivan Maffeis, Chiara Amirante, Suor Cristina, Kantiere Kairòs, Debora Vezzani, Costanza Miriano, Don Maurizio Patriciello, Don Luigi M. Epicoco, Suor Anna Nobili, Ambrogio Sparagna, Davide Rondoni, Daniele Mencarelli, Fabrizio Maria Cortese, Antonio Socci, Marco Guzzi, Corrado Augias, Alessandro Zaccuri, Mimmo Muolo, Gerolamo Fazzini, Franco Nembrini, Roberto Filippetti, Mino Milani, Antonella Anghinoni, Rino Cammilleri, Pino Strabioli, Guido Barlozzetti, Gianfranco Vissani, Riccardo Cotarella, Luca Tomassini, Karin Coonrod, Bruce Herman, Natalia Tsarkova, George Campbell e molti altri importanti studiosi delle più prestigiose Università del mondo: Cambridge University, Yale University, University of Sydney, Università di Ginevra, Università di Perugia, Pontificia Università Gregoriana, Pontificia Università della Santa Croce, Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, Pontificia Università Lateranense, oltre a cori, orchestre e compagnie teatrali nazionali e internazionali (Compagnia dé Colombari, Compagnia Jobel Teatro, Compagnia Fattore K, ecc.).

Perugia – festa di Pentecoste, la chiesa di Santo Spirito si impreziosisce di una nuova vetrata artistica

«La nuova vetrata artistica della chiesa di Santo Spirito che inaugureremo il giorno di Pentecoste, festa della nostra comunità parrocchiale, rappresenta la salita al Cielo del Cristo benedicente». Ad annunciarlo è il parroco mons. Saulo Scarabattoli, vicario episcopale della Prima Zona pastorale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, alla guida di una delle comunità parrocchiali del capoluogo umbro più vitali ed impegnate a livello pastorale, culturale e socio-caritativo, contribuendo non poco alla stessa vitalità di uno dei quartieri caratteristici del centro storico perugino.

«L’ascesa al Cielo del Signore Gesù – commenta mons. Scarabattoli – è un invito all’umanità ad alzare lo sguardo verso la Luce di Dio, in un’epoca che vede la società sempre più alle prese con un processo quasi irreversibile di secolarizzazione. Al contempo, ciò che trasmette speranza all’umanità, è la crescente ricerca di Dio da parte dei “lontani” desiderosi di avvicinarsi al Signore Gesù attraverso la Chiesa e i suoi tanti esempi di santità, anche del nostro tempo, e di testimonianze di carità e misericordia».

La chiesa di Santo Spirito, risalente alla fine del ‘500, è una delle più frequentate della città, situata nel rione di Porta Eburnea, che, domenica di Pentecoste 28 maggio, si andrà ad impreziosire di una nuova vetrata collocata sopra la lunetta della porta d’ingresso, venendo inaugurata al termine della celebrazione eucaristica delle ore 11.30.

«Questa splendida vetrata – precisa mons. Scarabattoli – è un’opera realizzata dallo studio Moretti-Caselli e dal tecnico Pierluigi Penzo, grazie al contributo di un privato benefattore e a quello della “Fondazione Perugia”, che, come sempre, dimostra grande sensibilità verso l’arte, anche moderna, e la bellezza che veicolano il desiderio di elevare lo Spirito».

La festa di Pentecoste in questa parrocchia si concluderà domenica sera 28 maggio, alle ore 21, con il concerto canoro del Coro lirico dell’Umbria, diretto dal maestro coreano In Sang Hwang, che eseguirà l’opera “Suor Angelica” del grande compositore Giacomo Puccini (1858-1924) del quale il prossimo anno si celebrerà il centenario della morte.

Terni – veglia diocesana di Pentecoste

Sabato 27 maggio nella Cattedrale Santa Maria Assunta di Terni, alle ore 21, si terrà la veglia di preghiera diocesana per la Pentecoste, che sarà presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu.

La veglia, che rappresenta un importante momento d’incontro per la chiesa locale e di preghiera comunitaria, riunisce in diocesi i vari movimenti ecclesiali, associazioni, parrocchie e i fedeli, in segno di unione e di preghiera comune, perché la Pentecoste sia seme di accoglienza e fraternità, nell’unità tra diversità di carismi e doni, a servizio della Chiesa.

Una preghiera corale per invocare lo Spirito Santo sulla Diocesi, sulla Città e sul mondo, perché i cristiani siano questo mondo di violenza e di guerra portatori di riconciliazione e di pace in tutti i luoghi di vita, soprattutto nei paesi martoriati dai conflitti. Una preghiera per tutti i cresimandi e cresimati di questo anno che ricevono il dono dello Spirito Santo.

La veglia di Pentecoste avrà inizio sul sagrato della cattedrale con l’accensione e la benedizione del fuoco segno di luce e di speranza; in processione i fedeli con la candela in mano entreranno in chiesa, dove la liturgia proseguirà scandita dall’ascolto della parola di Dio, da canti e invocazioni allo Spirito Santo, nella memoria del battesimo, nei gesti simbolici che ricordano i doni dello Spirito.

«E’ lo Spirito che rende attraente e preziosa ogni realtà che è in noi e attorno a noi – ricorda il vescovo Soddu –. In questo periodo del cammino sinodale della Chiesa ci viene chiesto di metterci in ascolto della voce dello Spirito che si manifesta anche attraverso la voce degli altri. L’effusione dello Spirito Santo raggiunga ogni cellula della nostra Diocesi; ogni cristiano ne sappia cogliere il soffio e ognuno possa contribuire a discernere nella Chiesa la sua missione».

Perugia – dal 26 al 27 maggio Assemblea ecclesiale dal titolo: “Profezia di una presenza”.

“Forte è il desiderio di ritornare a vivere in comunione, come comunità cristiana, dopo la pandemia ma non solo, la nostra fede, il nostro impegno di sacerdoti, di consacrati e consacrate, di laici e laiche ad annunciare e a testimoniare nel quotidiano il Vangelo del Risorto per essere nella Chiesa e nella società ‘Profezia di una presenza’”. A sottolinearlo è il vicario generale dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, don Simone Sorbaioli, nel presentare ai media l’imminente Assemblea diocesana, in programma dal 26 al 27 maggio, presso l’Istituto Don Guanella di Perugia. Si tratta, precisa il sacerdote, “del primo significativo e molto partecipato evento di comunione-discernimento che la nostra Chiesa ha con il suo nuovo Pastore, mons. Ivan Maffeis”.

Il desiderio di rincontrarsi, come ha evidenziato il vicario generale, è testimoniato anche dall’elevato numero di partecipanti alla due-giorni assembleare, al punto che sono state chiuse in anticipo le iscrizioni, ben 260 di cui 172 di laici e laiche (il 70%) e 50 con un’età al di sotto dei 40 anni, “dato anch’esso rilevante – commenta don Simone Sorbaioli –, perché l’auspicio dell’arcivescovo Ivan, quello di avere una presenza significativa di giovani, è stato fatto proprio da diversi di loro. Del resto non poteva essere altrimenti, dato il loro impegno anche come catechisti ed animatori nelle parrocchie e negli oratori”.

Nel solco del Cammino sinodale. “Non era così scontata l’elevata partecipazione di adulti e di giovani ad un evento ecclesiale – riflette il vicario generale –, perché da anni non si teneva un’assemblea diocesana (l’ultima risale al 2017) e prima ancora gli incontri assembleari erano stati ‘assorbiti’ dal Sinodo diocesano (2006-2008). Il Cammino sinodale indetto da papa Francesco, nel 2021, ci ha stimolato e invogliato a fare comunione e i laici ‘distanti’ si sono lasciati coinvolgere. Addirittura, nella nostra comunità diocesana, hanno partecipato alla prima fase del Cammino sinodale, quella dell’ascolto, anche alcuni consigli comunali, realtà laiche pubbliche e private, fino a coinvolgere alcuni quartieri e condomini. La nostra Assemblea non può non inserirsi anche nel solco del Cammino del Sinodo, cogliendo le sue ‘provocazioni’ inerenti la fede e come si concretizza nelle unità pastorali e comunità parrocchiali incidendo nella crescita dell’intero tessuto sociale. Per fare questo occorre una nuova evangelizzazione che, auspichiamo, venga indicata dalla stessa assise del 26-27 maggio”.

“Quest’Assemblea – precisa ancora don Simone Sorbaioli – non è un punto di arrivo, ma di partenza, perché all’inizio del nuovo Anno pastorale, in autunno, si terrà una sua seconda fase per dare una lettura profetica alla nostra Chiesa, quella “Profezia di una presenza” indicata fin dal titolo dell’Assemblea. Soprattutto essere messi nella condizione, come Chiesa e come popolo di Dio, di interpretare in che modo la vita cristiana si concretizza nella nostra comunità” ed “essere pronti – conclude il vicario generale – ad affrontare e rimuovere le pesantezze che rischiano di essere zavorre al nostro cammino-missione di evangelizzazione che troverà il suo momento rigenerativo in quest’evento ecclesiale”.

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Anche il vicario episcopale per la Pastorale, don Simone Pascarosa, coordinatore dell’equipe organizzatrice dell’Assemblea diocesana, nel vivere i partecipati incontri di preparazione in ciascuna delle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi, ha colto “il desiderio dei laici di potersi esprimere sulla nostra Chiesa di cui piacevolmente accolgono la chiamata a condividerne le esperienze buone, sane e sante. Hanno molto desiderio di partecipare ai lavori assembleari dai quali emergeranno le priorità della nostra Chiesa per i prossimi cinque anni, visto la risposta arrivata dalle iscrizioni andate oltre le più rosee aspettative. Sacerdoti e laici si confronteranno e faranno discernimento insieme sulle esperienze di Chiesa che lo Spirito ha già suscitato nella nostra comunità diocesana per metterci in ascolto e sceglierle come priorità”.

Il fulcro dell’Assemblea, precisa don Simone Pascarosa, non sarà l’ascolto delle relazioni, ma dalla provocazione delle stesse il lavoro dei 26 gruppi assembleari dal cui frutto scaturirà anche una ‘lettera’ delle 32 Unità pastorali dell’Archidiocesi al nostro Pastore Ivan. E non è un caso che quest’Assemblea si tenga alla vigilia della Festa di Pentecoste, tant’è vero che culminerà nella celebrazione della Veglia diocesana, in cattedrale, sabato 27 maggio, alle ore 21, presieduta dall’arcivescovo Maffeis insieme al suo presbiterio e al popolo di Dio, un’invocazione corale dello Spirito sulla nostra comunità cristiana”.

L’Istituto Don Guanella. “Anche il luogo scelto per lo svolgimento di questa due-giorni di discernimento per la Chiesa del futuro non è affatto casuale – commenta il vicario per la Pastorale –; un luogo, l’Istituto Don Guanella, pregno di misericordia e segno di accoglienza e cura di tanti fratelli fragili nei cui volti più di altri si incarna il volto di Cristo. Un invito per la nostra Chiesa a proseguire il suo cammino avendo sempre come riferimento gli ‘ultimi’ e gli ‘scarti’ della società”.

Don Simone conclude senza trascurare una presenza significativa di ospiti, che definisce “osservatori benvenuti”. Si tratta della partecipazione ai lavori assembleari di una delegazione delle Diocesi di Città di Castello e di Gubbio, guidata dal loro vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini, con l’intento di fare proficua esperienza per il discernimento e il cammino da avviare nelle loro rispettive comunità diocesane.
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Programma, relatori e partecipanti. Tra questi ultimi ci sono anche i componenti dei Consigli Pastorale e Presbiterale diocesani, della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali e due delegati per ciascuna delle 32 Unità pastorali. Si ritroveranno all’Istituto Don Guanella, venerdì 26 maggio, alle 15, per la preghiera iniziale e la lectio divina di don Alessio Fifi, parroco perugino e docente di teologia presso l’ITA e l’ISSRA di Assisi. Seguiranno, alle 15.30, l’introduzione dell’arcivescovo Ivan Maffeis e, alle 15.45, la relazione di apertura del discernimento a cura di Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, pedagogista e studiosa di temi legati alla condizione dei laici cristiani nella società e nella Chiesa. Alle 16.30 ascolteranno alcune esperienze-testimonianze catecumenali e, alle 17, saranno impegnati nei gruppi di lavoro operativi fino alle 18, quando il vicario generale don Simone Sorbaioli traccerà le “conclusioni” della prima giornata. Sabato 27 maggio, alle 9, si ritroveranno per la preghiera delle Lodi e la lectio divina di don Alessio Fifi. Alle 9.30 ascolteranno la relazione di don Giovanni Zampa, teologo e biblista, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Foligno e coordinatore della Segreteria pastorale regionale della Ceu, e dalle 10.30 alle 12 saranno impegnati nei gruppi di lavoro al cui termine condivideranno le sintesi di questi gruppi.

Programma, relatori e partecipanti. Tra questi ultimi ci sono anche i componenti dei Consigli Pastorale e Presbiterale diocesani, della Consulta diocesana delle aggregazioni laicali e due delegati per ciascuna delle 32 Unità pastorali. Si ritroveranno all’Istituto Don Guanella, venerdì 26 maggio, alle 15, per la preghiera iniziale e la lectio divina di don Alessio Fifi, parroco perugino e docente di teologia presso l’ITA e l’ISSRA di Assisi. Seguiranno, alle 15.30, l’introduzione dell’arcivescovo Ivan Maffeis e, alle 15.45, la relazione di apertura del discernimento a cura di Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, pedagogista e studiosa di temi legati alla condizione dei laici cristiani nella società e nella Chiesa. Alle 16.30 ascolteranno alcune esperienze-testimonianze catecumenali e, alle 17, saranno impegnati nei gruppi di lavoro operativi fino alle 18, quando il vicario generale don Simone Sorbaioli traccerà le “conclusioni” della prima giornata. Sabato 27 maggio, alle 9, si ritroveranno per la preghiera delle Lodi e la lectio divina di don Alessio Fifi. Alle 9.30 ascolteranno la relazione di don Giovanni Zampa, teologo e biblista, vicario episcopale per la Pastorale della Diocesi di Foligno e coordinatore della Segreteria pastorale regionale della Ceu, e dalle 10.30 alle 12 saranno impegnati nei gruppi di lavoro al cui termine condivideranno le sintesi di questi gruppi.

Città di Castello – conferenze “Maria Mater Gratiae” il 25 maggio

Terminerà giovedì prossimo il ciclo di conferenze “Maria Mater Gratiae”, promosso dalla Parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Città di Castello per approfondire la conoscenza dell’omonimo santuario e del patrimonio storico-artistico che esso racchiude. L’ultimo appuntamento sarà dedicato alla presenza del pittore Ottaviano Nelli (circa 1375-1444), di cui oggi resta un affresco raffigurante la “Dormitio Viriginis” conservato all’interno della Cappella del Transito. Ne parlerà il prof. Andrea De Marchi, ordinario di Storia dell’Arte Medievale nell’Università degli Studi di Firenze e curatore di una recente mostra dedicata al pittore.

Per tutti gli interessati l’appuntamento è alle 17,30 di giovedì 25 maggio nella cappella della Madonna delle Grazie.